Introduzione
l’anno scorso, dopo la croazia, esaltati dalla prima breve esperienza di viaggio in bicicletta, sognavamo già possibili mete per l’anno successivo. dentro di me pensavo che sarebbe fichissimo ma non ero sicuro al 100% che avrei replicato, le incognite sono tante, il lavoro, gli affetti e tutte le altre passioni a cui cerco di dare spazio durante il tempo libero. nei mesi invernali però è tornata a galla la voglia mi ritengo un ciclista decisamente alle prime armi, ancora meno in fatto di cicloturismo, ed è proprio questo quello che mi diverte, un mondo in cui tutto è nuovo inutile dire che anche i miei compagni di viaggio non aspettavano altro che di organizzare, quest’anno avremo con noi anche andrea, che l’anno scorso si era dovuto tirare indietro all’ultimo denis è già stato in sardegna un paio di volte, non si fa pregare e nel tempo libero
pianifica il viaggio cercando di adattarlo a tutti i nostri vincoli, atterreremo a cagliari e pedaleremo in senso orario sulla costa fino a porto torres, questo è il piano, già sulla carta è molto più impegnativo dell’anno scorso, + di 600km stimati e dislivello sconosciuto, in più leggendo alcune guide scopro che chiunque consiglia di percorrere la costa in senso antiorario, per evitare il forte vento contrario dopo l’anno scorso il vento mi fa abbastanza paura, ma rivoluzionare il piano è difficile e richiede tempo ed impegno, è molto più semplice cercare di sperare nel karma, riponiamo tutti parecchia fiducia in denis che ha stilato i piani e partiamo senza menarcela troppo l’inverno quest’anno si è fatto serio, molta neve e temperature rigide, così riesco ad allenarmi poco, un paio di giretti nel weekend e qualche sessione di rulli la sera in tutto
in 9 giorni abbiamo: percorso circa 520km con 5500mt di dislivello consumato innumerevoli ichnusa, con biciclette dal peso medio di circa 25kg ma tutto ciò non importa più di tanto la scelta di scrivere un diario durante il viaggio in croazia è nata per caso, quasi per noia impaginato e stampato in segreto, lo ho donato a sorpresa agli altri 2 ed è stato così bello che l’unica opzione era rifarlo anche quest’anno
non giudicate la lunghezza delle nostre tappe, non siamo ciclisti veri non giudicate la bellezza delle foto, solo uno di noi è fotografo (e pure lui era in vacanza) non giudicate lo stile dei testi, non so scrivere (ma lo faccio comunque) spero solo che vi faccia venire voglia di condividere con gli amici la scoperta di posti ed esperienze nuove Francesco
Introduzione
Giorno 00
è la vigilia della partenza per il mio secondo (breve) viaggio in bicicletta se la prima volta un anno fa non sapevo cosa stessi per fare ora una mezza idea la ho, il che rende il mio modo compulsivo di prepararmi ancora più meticoloso mi piace essere preparato, sono fatto così faccio liste e le spunto mentre ammucchio la roba oltre a non dimenticare quasi mai nulla ne traggo una soddisfazione difficile da spiegare pure a me stesso fosse stato per me avrei preparato tutto con largo anticipo testando più volte la suddivisione del materiale tra le borse nuove e lo zaino invece causa un periodo lavorativo intenso mi ritrovo a farlo la mattina prima del volo riempio le borse e lo zaino un po a caso, controllo la bicicletta, i freni, il cambio, pulisco e oleo la catena la smonto e la ripongo nell’enorme scatolone che stipo un po a sentimento con i teli della tenda, il materassino, il saccopiuma e tutto ciò che possa fungere da airbag per i colpi che ho paura possa subire durante il trasporto
è una bicicletta da 4 soldi ma trovarla rotta vorrebbe comunque dire nella peggiore delle ipotesi non poter fare il viaggio lo zaino lo porterò in aereo mentre le borse le unisco con molti giri di scotch e le fodero con uno sacco nero dell’immondizia tra queste e la scatola della bici sembro più diretto in discarica che in vacanza una volta concluso il rituale della preparazione mi restano ancora alcune ore in cui vorrei solo cadere in un sonno profondo perché passino prima possibile
succede sempre così, mi sento come un bambino che aspetta la mattina del giorno di natale anche la fase di preparazione dei bagagli mi ricorda il natale, uno vorrebbe comprare bei regali scelti in anticipo e incartarli per bene invece si riduce alla sera prima a frugare in casa cercando vecchie carte o fiocchi con cui fare tutto alla bellemmeglio
21/4
Giorno 01
partiti la mattina presto da trento arriviamo a verona e scarichiamo tutti i bagagli, tra gli scatoloni delle biciclette, i bagagli a mano e le nostre borse da bici unite dentro a grossi sacchi neri per l’immondizia sembriamo dei barboni, ma poco ci importa anzi a me un po piace imbarchiamo tutto senza problemi
atterrati a cagliari recuperiamo i bagagli e ci trasferiamo subito fuori dall’aeroporto per montare le nostre fedeli cavalcature in poco tempo il pavimento è cosparso di scotch, imballi e cartoni strappati rimonto la bici senza problemi, così anche dende e frizzi capitan lollo, che ha portato la bicicletta vecchia e non la sua fedele surly, rompe subito una valvola rigonfiando le ruote, fatica a togliere la gomma e ha bisogno di una mano, il copertone è vecchio e secco e bisogna sforzare parecchio per toglierlo rigonfiando la ruota fa esplodere la seconda camera d’aria, comincio a dubitare del capitano lo aiutiamo ancora a cambiare la camera d’aria l’ultima che ha in dotazione stavolta tutto ok io e andrea buttiamo tutti gli imballi e gli scatoloni mentre denis recupera 4 ichnusa ghiacciate
brindiamo all’inizio del viaggio e partiamo seguendo il consiglio di un folto gruppo di tassisti divertiti che ci guarda da un po mentre montiamo le biciclette ovviamente il loro consiglio è in direzione opposta a quella che avevo ipotizzato io maciniamo un po di strada e arriviamo ad un grosso centro commerciale dove facciamo spesa, mangiamo un panino, il mio contakm segna 41°C e si sentono tutti ripartiamo su un tratto di tangenziale che taglia tra il mare e la laguna utilizzata come salina, scorgiamo i primi fenicotteri scoloriti dall’ambiente che li circonda, la strada è brutta, poco spazio a bordo strada e ci sono dei catarifrangenti sporgenti proprio sulla linea bianca tra macchine che sfrecciano, grosse borse sulle bici e vetri che spesso punteggiano l’asfalto già di per sé malandato decidiamo di abbandonare la tangenziale il prima possibile
22/4
Cagliari - Chia \ 57km - 250mt+
il viaggio passa veloce nonostante un hostess dall’italiano stentato ci martella incessantemente i timpani con le varie offerte sull’ultimo profumo uscito
Giorno 01
rientriamo sulla terraferma passando per la zona industriale di macchiareddu, li in un modo o nell’altro perdo la svolta che ci indirizzava a sud e continuiamo diritti fino a capoterra, assaggiando subito un po di blanda e inutile salita corretta la rotta scendiamo verso pula, passando ancora in zone industriali, poi il paesaggio migliora e spuntano i primi eucalipti e tantissimi fiori gialli a pula, visto l’orario, decidiamo di concederci un aperitivo ci fermiamo in un cortile dall’aria un po abbandonata che mi ricorda babarum in realtà il cortile è popolato di gente che lo allestisce per una sagra imminente, anche il paesino è tappezzato di decorazioni
ci accolgono felici e con grande calore ci portano ichnusa gelata e un piatto di formaggio e pere Cagliari - Chia \ 57km - 250mt+
a bere con noi al tavolo abbiamo i 2 personaggi più anziani e strani del gruppo sfoderano la chitarra ed è l’inizio della fine il maestro, cioè colui che pare conoscere tutte le note di tutte le canzoni, mentre gli altri suonano li tampina indicando la nota corretta in maniera fastidiosa, spesso impone note probabilmente sbagliate, quando imbraccia la chitarra lascia a desiderare viste le sue dita artritiche il suo compare invece è una bestia da palco, ha un bellissimo chitarrino, non suona benissimo e canta in maniera tutta sua ma ci sa fare, sfodera versioni in sardo di pezzi famosi ed è il re del medley passando da una canzone all’altra senza soluzione di continuità nel giro di poche note i due over60s creano una gran confusione viste le attitudini musicali profondamente diverse ma una volta scoperto il talento musicale di denis si esaltano un sacco in mezzora passiamo da “che bomba di posto” a “ e ora come me li scollo questi?” compriamo una bottiglia di vino casereccio e insistono per regalarci anche una baguette, poi ripartiamo per il camping fluemendosa a 5km c’è una quantità di zanzare che “te podi taiarle zo col cortel” montiamo le tende, doccia e cuciniamo la cena il fornelletto ad alcool che ho comprato prima di partire non è come quello del capitano, scalda a malapena l’acqua proviamo a farla bollire ad insulti ma non funziona tocca fare 3 giri di pasta su quello del capitano in compenso il vino degli incartapecoriti è molto buono e aimé finisce troppo presto
22/4
Cagliari - Chia \ 57km - 250mt+
Giorno 01
22/4
dormo dalle 11 alle 5 poi dormicchio e rilasso le gambe che sento un po dure mi alzo e faccio un po di stretching, diventerà una buona abitudine di tutte le mattine con denis mentre aspettiamo che i pigri escano dall’altra tenda
inauguriamo subito la tradizionale colazione “croata” a cappuccio e bombolone al bar del campeggio.
pedaliamo ancora in sali scendi e raggiungiamo la bellissima spiaggia di tuerredda spingiamo le bici in mezzo alla sabbia già immagino la catena impanata ci rilassiamo al sole rinfrescati dal vento pungente, tastando l’acqua coi piedi scopriamo che è freddissima la spiaggia è abbastanza popolata nonostante sia lunedì
pedaliamo lungo strade diritte in lieve saliscendi fiancheggiate da file di alti eucalipti profumati arrivati a chia, una manciata di case, facciamo la spesa in un market minuscolo che affianca cibo ad articoli da spiaggia prendiamo 4 panini al prosciutto, 4 mini-pani alla ricotta che sbraniamo subito e delle spirali antizanzare
c’è una ragazza 20n dotata di costume striminzito con relativo ragazzo addetto alle foto per i socials che cicaleggia su e giù per tutto il bagnasciuga passiamo velocemente dall’ammirarle i sodi glutei all’eleggerla la ritardata della spiaggia vorremmo una birra ma il baretto è ancora chiuso come quasi tutto qui, la stagione turistica è ancora alle porte
23/4
Giorno 02
Chia - Porto Tramatzu \ 43km - 600mt+
ripartiamo puntando capo malfatano, una lingua di terra cosparsa da un intreccio di strade bianche che portano fino in cima ad un’altura dove sorge una vecchia torre di segnalazione prendiamo una sterrata a gobbe compatte che pagherei per buttare via le borse e tirare il collo alla mia fedele burek verso la fine la strada si impenna e diventa più sconnessa, visto il sole cocente di mezzogiorno imboschiamo le borse negli spinosi cespugli di macchia mediterranea e spingiamo le bici fino in cima li sappiamo che ci attende un lato della torre in ombra, merce rara da queste parti, tra sole e ombra ci sono 10° di differenza divorati i panini facciamo qualche foto e fantastichiamo ancora su una birra fresca
scendiamo a bici vuote, la classica situazione in cui da una parte pensi “stai attento, non puoi permetterti di ammaccare i cerchi e bucare sotto questo sole sarebbe una seccatura” mentre l’altro emisfero del cervello urla “yyeeeyyy sgummme” inutile dire chi dei 2 ha avuto la meglio
23/4
Giorno 02
Chia - Porto Tramatzu \ 43km - 600mt+
scopriamo l’esistenza di un fantomatico ristorante lungo la strada il che ci da la forza di spingere sui pedali per guadagnarci il luppolo quotidiano l’idea è di prendere delle birre e buttarci nella prima spiaggetta a portata di mano ben presto capiamo però di aver bisogno di ombra, io nello specifico soffro parecchio,
2 giorni fa accendevo ancora la stufa ad olle ed ora fanno 40° ci sistemiamo in terrazza e ordiniamo un giro di birra ghiacciata, immancabilmente ichnusa, e ci godiamo la siesta fino alle 17
ieri abbiamo analizzato con cura le possibili cause del malfunzionamento del mio fornelletto da 4 soldi non ha un paravento, proviamo a crearne uno con un’altra padella ma non funziona ci arrangiamo col fornello del capitano e cuciniamo 1kg di malloreddu con i pochi e malassortiti ingredienti che abbiamo trovato al market del campeggio, sugo al pomodoro e piselli in scatola che hanno la consistenza del granito dopo cena scatta la briscola a 4, io gioco con dende e nonostante la sua inesperienza stracciamo gli altri 2 cialtroni
ripartiamo per il campeggio a 10km la strada riprende subito in salita e io decido di darci dentro per vedere come si comportano le gambe, sembrerebbe bene nonostante le birre il paesaggio è molto bello, la strada panoramica sulla costa ci regala scorci su piccole calette dall’acqua cristallina arriviamo finalmente a porto tuelada, il campeggio ha l’aria di essere un po abbandonato ed è pieno zeppo di gatti che ti accerchiano ma non si fanno toccare montate le tende ci laviamo e ci godiamo il tramonto con una birra in spiaggia calato il buio tornano le zanzare ma ora siamo attrezzati e ci si difende bene
23/4
Giorno 03
mi sveglio intorno alle 6 molto riposato, la temperatura è ottima, si sta a saccopiuma aperto, è presto per uscire e mi lascio assorbire dal tappeto sonoro ambientale
passo 10 minuti steso ad occhi chiusi ad assaporare questa musica rilassante man mano che cresce la luce cala il cinguettio si sveglia anche dende ed usciamo a preparare del the per colazione ci facciamo bastare quello e una barretta visto che il bar del campeggio è incredibilmente sfornito puntiamo il primo bar per l’immancabile combo cappuccio/brioches costeggiamo la zona di capo zafferano, dev’essere molto bella ma è un’enorme zona militare con divieto d’accesso se lo sono scelto bene il posto per la base gli infami e i sardi non ne sembrano per nulla felici finalmente arriviamo al tanto atteso bar dove svuotiamo letteralmente l’espositore dalle brioches avanzate continuiamo a pedalare su rette infinite in zone un po più ricche, si scorgono le prime coltivazioni, vigne bassissime per la maggiore dopo una quindicina di km avvistiamo un minuscolo chioschetto che sembra un miraggio, straripa di frutta e verdura fresca di ogni genere una succosissima arancia ed un vassoietto di dolcissime fragole a testa, non sembra vero di mangiare del cibo così salutare e gustoso vorrei comprare di tutto ma trasportare la verdura con questo caldo dentro alle borse in gomma sarebbe come cuocerle al vapore ripresa la marcia arriviamo al punto in cui dalla costa parte il collegamento per l’isola di sant’antioco che consiste in una strada statale a nord e un reticolo di percorsi non percorribili in macchina che si estendono tra riquadri di saline, o almeno così sembra controllando da google maps
24/4
Porto Tramatzu - Mercuri \ 59km - 390mt+
le onde creano la base con il loro rumore cupo su cui moltissimi uccelli ricamano le loro melodie: i gabbiani, lontani, sgabbianano, le upupe, o cuculi, o quel che è danno ulteriore ritmo col loro canto gutturale ad intervalli costanti, infine gli uccelli più piccoli improvvisano assoli acuti e melodici
Giorno 03
Porto Tramatzu - Mercuri \ 59km - 390mt+
riesco a convincere tutti a fidarsi di me, evitare la strada principale e buttarci in mezzo alle saline poco dopo troviamo un gruppo di ciclisti sulla 60ina, non gli par vero di poterci dare informazioni, sono agitati, si sbracciano e parlano tutti in contemporanea a volume troppo alto, ci consigliano la ciclabile e vedendomi indossare i miei sandali da paiazo mi consigliano di mettere le scarpe
dopo averli salutati continuiamo sulla nostra strada, nelle saline, in sandali la strada è ricoperta di un asfalto segnato
dal tempo e dalle enormi quantità di sale nei dintorni ma è larga e totalmente sgombra, ad eccezione di un camionista che riposa abbioccato aspettando non si sa cosa visto che li attorno sembra tutto deserto arrivati a sant’antioco city compriamo focacce e pane alle olive, acqua fresca, birra e scatta la pausa in un parco ricco di pini marittimi, panchine ed immondizia dopo mangiato pisoliamo e puntiamo il centro per un caffè, il viale principale è molto bello, alberato e con larghi marciapiedi lastricati è pieno di barbieri, che alla gente di qui crescano i capelli in maniera spropositata?
24/4
trovato un conad dende e lollo entrano, io e frizzi restiamo a guardia dei bolidi lollo esce entusiasta dell’aver acquistato dei ringo-gelati al cacao, una mezza ciofecca che mangio non proprio esaltato, ma sono pur sempre calorie chiediamo indicazioni per mercuri e ci rispondono “sempre diritto” capiterà svariate altre volte dobbiamo scollinare sul versante opposto dell’isola, saliamo parecchio, in cima mi fermo all’ombra a prendere fiato e aspettare gli altri mentre ammiro il paesaggio poco dopo ci troviamo in un ambiente profondamente diverso una sorta di altopiano da cui non si scorge il mare, ampissimi prati accesi da moltissimi fiori di colza, una stretta strada serpeggia tra questi pascoli, ridendo, battezzo il luogo “la luserna sarda” scolliniamo ancora e in un attimo siamo sulla costa al campeggio, un 4 stelle, e si vedono tutte ma è l’unica scelta e i prezzi sono comunque contenuti visto che il mare è congelato pregustiamo un bagno in piscina, ovviamente è infarcita di regole, serve la tessera, serve la cuffia, vietato tuffarsi troppi divieti e decidiamo di dirottare su un aperitivo, meglio così, fossimo entrati in pochi minuti avremmo interrotto la pace del resto dei bagnanti oggi abbiamo tempo, siamo in un bel posto e ci facciamo prendere la mano, beviamo 2 spritz tutti assieme, dende e frizzi vanno a farsi la doccia e montare le tende, io e il capitano ordiniamo impavidi il terzo
sono costretto a chieder al barista di mettere meno campari, il primo avrei potuto mangiarlo col cucchiaino ci incamminiamo allegri verso quella che pensiamo sarà una super doccia calda Invece no, poca acqua e fredda, il che è un bene perché contrasta gli spritz, mi lavo a tempo di record
finita la doccia beviamo del vino in spiaggia con un tenue tramonto il primo veramente orientato verso ovest anche qui allestiamo una cortina di zampironi per resistere
in campeggio siamo nettamente i piĂš barboni, in mezzo a camper e furgoni di lusso per cena cous cous con pomodorini e verdure in scatola, niente male 4 chiacchiere con molestia musicale da cellulare e poi tutti a letto
24/4
Giorno 04
come sempre mi sveglio alle 6, ma con 7 ore di sonno filate non mi lamento, pure oggi onde&uccellini le zanzare sono parecchio aggressive all’alba accendo alcune spirali e smontiamo le tende
anche oggi svuotiamo l’espositore delle brioches, la profezia delle locuste sta prendendo forma
Mercuri - Masua \ 74km - 607mt+
da quando siamo partiti percorriamo le stesse tappe di un cicloturista svizzero, è la sua 6 volta in sardegna viaggia da solo e macina forte ma alla fine, con più calma, arriviamo sempre allo stesso campeggio anche noi facciamo 2 chiacchere per capire che altri campeggi troveremo aperti, lui dice che ripeterà la stessa strada di ieri a ritroso per tornare sulla terraferma noi invece, che siamo ganzi, vogliamo fare il giro dell’isola passiamo subito per calalunga, deludente spiaggetta che in base alla marea è più o meno lunga li incontriamo degli attempati con 4x4 d’epoca che fanno un po’ i bulli, ci giriamo quasi subito tornando sulla strada principale ci imbattiamo in uno strappetto al 17% che porto a casa tutto in sella a discapito di gambe e polmoni
questo lato dell’isola è molto selvaggio, c’è solo la strada e il filo elettrico che la accompagna per il resto siamo attorniati da colline cespugliose ancora una volta il paesaggio è cambiato in maniera imprevedibile arriviamo al belvedere “nido dei passeri” una scogliera di pseudo granito a sbalzo sul mare alta una 20ina di metri alle spalle prati fioriti, più che in sardegna mi sento quasi in scozia durante la bella stagione da li continuiamo verso calasecca, un paesino sulla punta nord si sant’antioco, vie strette cinte da file di case tutte attaccate con tetti piatti che sanno di grecia dopo aver mangiato un gelato ripartiamo, non mi sento troppo in forma, stacco gli altri e a testa bassa mi concentro solo sul ritmo di pedalata, non mi perdo nulla perché questa parte di isola è molto meno bella della costa opposta
25/4
imbocchiamo la ciclabile che costeggiando la statale ci riporta sulla “terraferma” è quasi troppo bella per essere vera il fondo liscissimo permette di aumentare il ritmo senza fatica ma come tutti i sogni poi si interrompono, infatti di punto in bianco, probabilmente alla fine della zona di pertinenza di sant’antioco
la ciclabile finisce lasciando posto a un fondo di ghiaia e sassi delle dimensioni di piccole mele, erbacce, vetri rotti ed altra immondizia lanciata con gesto atletico dalla tangenziale li a fianco
dopo 15 minuti troviamo un collegamento la strada si fa di nuovo noiosa, fa caldo e cominciamo a sentire la fame/stanchezza puntiamo un paesino dove vorremmo mangiare ma non ci troviamo anima viva è il 25 aprile è sono tutti in gita razioniamo una preziosa barretta in 4 nel caso dovessimo cucinare abbiamo ben poco cibo e poca acqua lungo strada chiediamo informazioni ad un bar, un certo hassad, local del posto ci consiglia un ristorante sicuramente aperto a 5km verso l’entroterra
separata da un fosso piuttosto profondo sarebbe molto laborioso scavalcare fosso e guard rail con le bici cariche per trovarsi poi su una brutta strada trafficata proseguiamo a spinta sulla sterrata e
è fuori dal nostro itinerario ma siamo sfiniti e decidiamo di puntarlo, facciamo questi km con estrema sofferenza su statale sotto il sole cocente e contro un vento abbastanza sostenuto in malafede dubitiamo più volte della dritta di hassad il ristorante in realtà esiste, è grosso con molte sale situato su un’intersezione di strade a percorrenza veloce,
25/4
Mercuri - Masua \ 74km - 607mt+
Giorno 04
Giorno 04
è pieno di macchine e vediamo aggirarsi gente incamiciata, noi siamo totalmente fuoriluogo e speriamo di non farci “pelare”
è una festa di cresima, con tanto di cantante “neomelodico” parecchio stonato e plausibilmente sbronzo che non risparmia nessuno dei classiconi italiani incendiando l’animo della sala
Mercuri - Masua \ 74km - 607mt+
ordinare è un casino perché metà della roba a menu non è disponibile 2 filetti al cannonau 2 piatti di pasta al sugo di pesce 2 contorni di verdure (poco) grigliate vista la ressa i piatti tardano ad arrivare ma in compenso abbiamo un enorme piatto di pane, carasau e non, cosparso di sale ed olio finisce subito e chiediamo il bis, beviamo rigorosamente acqua, un ciaffo e usciamo facciamo un summit per decidere come modificare l’itinerario, ci aiuta un camisa della cresima tutto preso bene come al solito “sempre dritto” restiamo in statale ed è un ottima idea, a quest’ora è quasi del tutto sgombra, corre dritta fino alla costa salendo dolcemente al 3% per poi regalarci 5km di discesa fino al mare con questo taglio abbiamo recuperato la costiera a fontanamare da qui si ricomincia a salire con pendenze più sostenute, la strada è stretta e si inerpica sulla ripida costa, è l’ora in cui la gente comincia ad abbandonare le spiagge per tornare a casa e ci sono molte più macchine arrivati a nebida sembra che si smetta di salire, ci fermiamo per un birra in un bar vicino ad una passeggiata panoramica che sembra molto bella ma non abbiamo abbastanza tempo per farla compriamo un salame e un pecorino per la cena da una bancarella dopodiché 4km di discesa puntando l’area
camper di masua dove vogliamo dormire, è piena di gente che sta sistemando il camper per rientrare dopo il ponte del 25 aprile lo svizzero ha la tenda montata chissà da quanto, forse ha anche già cenato montiamo le nostre poco distanti e ci facciamo una doccia parecchio fredda e molto en plein air viste le striminzite cabine che coprono giusto il necessario lollo oggi si è accorto che i suoi freni si sono sregolati e sfregando sul copertone stanno danneggiando la spalla della ruota dietro, noi lo prendiamo per il culo ma è piuttosto preoccupato, io gli consiglio di provare a comprare una gomma dai camperisti forniti di bici ma pare non amare questa opzione in compenso gli viene assicurato che a bugerru, a metà della tappa di domani troveremo un negozio di bici scendiamo alla spiaggia sottostante per un ultima birra al tramonto, la prendiamo in un chioschetto molto curato e la beviamo su un belvedere da cui il tramonto dovrebbe essere una bomba, peccato sia nuvoloso in lontananza si scorge il pan di zucchero, il faraglione più alto d’europa con i suoi 130mt di parete ospita 4 5 vie d’arrampicata sportiva.
tornati all’headquarter trafughiamo 4 sedie e una panchina come tavolo, rispetto alle sere precedenti dove stavamo seduti a terra questo è superlusso cous cous con cubetti di grassissima salsiccia saltata con rosmarino fresco selvatico di sant’antioco, spolverato da granella di pecorino roba da leccarsi i baffi beviamo un the caldo, facciamo 2 briscole e andiamo a letto, domani sappiamo che ci aspetta una tappa cazzuta e lo svizzero dorme già da ore
25/4
Mercuri - Masua \ 74km - 607mt+
Giorno 04
25/4
Giorno 05
torniamo al chiosco in spiaggia dove come al solito prendiamo tutte le brioches e pure le pizzette che ha ci stiamo prendendo gusto e ce la ridiamo a come si stia espandendo la voce delle locuste trentine che ingurgitano tutto quello che trovano il barista è simpatico, lui accompagna in barca i turisti a scalare al pan di zucchero gli chiediamo informazioni sulla tappa di oggi e ci dice di preparare le gambe perché sarà dura ma rimane sul vago partiamo assieme allo svizzero che pare aver dormito “fino a tardi” e quasi subito ci si para davanti una bella rampa al 13% faccio continue pause ma sono motivato a pedalarla tutta mi piazzo i Calibro dal telefono nel taschino e provo a pedalare a ritmo lo svizzero ci rassicura che più avanti smette di salire così ripida, dopo un po’ di curve meno incazzate un’altra rampa e siamo al valico ci fermiamo tutti e 5, beviamo, 2 foto, ci mettiamo una ventina e dopo la dura salita ci lanciamo in discesa
la strada scende un bel po’ non ci sembra vero è completamente sgombra la pendenza perfetta da non dover mai frenare e mi lascio andare ad una guida fluida e pennellata che vorrei non finisse più stacchiamo lollo che con la sua ruota che sta tirando gli ultimi non si fida a prendere velocità la discesa finisce proprio al bivio per cala domestica, lo svizzero tira dritto e si ributta in salita, noi invece aspettiamo lollo e andiamo verso la cala spingiamo le bici sul terreno sabbioso e le leghiamo alla fine della passerella che porta in spiaggia la spiaggia principale è di sabbia sottile ma non così bella, puzza, è piena di mosche e anche di rifiuti è incredibile come posti di questo tipo vengano lasciati all’incuria nonostante siano nominati anche sulle guide camminiamo 10 minuti sul versante sinistro della cala dove in cima sorge una torre e ci sediamo a riposare e ad ammirare il paesaggio ci sentiamo appagati dalla salita che abbiamo scalato stamattina e ce la prendiamo comoda solo perché non sappiamo come sarà il resto della tappa di oggi
26/4
Masua - Piscinas \ 61km - 1190mt+
pare che io abbia russato stanotte, denis dorme coi tappi sveglia presto con cielo coperto da nuvole dense, ogni tanto cade qualche goccia mentre facciamo il the e smontiamo il campo ascoltiamo il vecchio bowie, che nonostante il meteo ci mette di buonumore
Giorno 05
Masua - Piscinas \ 61km - 1190mt+
ci sentiamo appagati dalla salita che abbiamo scalato stamattina e ce la prendiamo comoda solo perché non sappiamo come sarà il resto della tappa di oggi
di fronte a noi in mezzo alla scogliera si apre un’altra piccola e intima spiaggetta raggiungibile tramite sentiero scavato nella roccia siamo quasi a secco con l’acqua e tornati al parcheggio punto un gruppetto di grosse auto da deserto con carrello e maggiolina che sono appena arrivate e chiedo se hanno dell’acqua da darci, la moglie estrae una bottiglia da 2 litri e ce la cede, il marito e le figlie ci guardano un po’ storto, bah, francesi saliamo di nuovo un pochino, poi la strada continua in falsopiano per una decina di km in un ambiente brullo dove l’unica forma di vita che incrociamo è un uomo a piedi che ci squadra ed esclama “avete visto delle capre?”
26/4
Giorno 05
Masua - Piscinas \ 61km - 1190mt+
a bugerru cerchiamo subito il negozio di bici, ma dopo aver chiesto in giro capiamo che non esiste, chiamiamo una ferramente nella speranza del miracolo, ci dicono di provare a chiedere in edicola e la cosa comincia a farsi tragicomica
lollo comincia a dispiacersi di aver portato la bici vecchia e aver lasciato la povera surly a casa in cantina per pranzo panini, banane e poi: “apriamo i biscotti? (li abbiamo presi per colazione) mica li finiamo, ne mangiamo solo 2!” è incredibile come i 3 babbei ci credano mentre lo dicono, io so benissimo che invece finiranno, succederà varie volte ridacchio pensando che non vorrei finire in una situazione dove sia necessario razionare davvero il cibo con questi qui ripartiamo senza sapere quanti km ne quando dislivello ci separa da piscinas, non so perché ma non controllo su maps, meglio così
26/4
chiedo indicazioni a una ragazza sulle pendenze dei prossimi km di strada e dice che di andare tranquilli è strano come le persone abituate all’automobile deformino la loro percezione,
alcuni ci hanno descritto come grosse salite rampette da 5 minuti non molto ripide, altri dicono che sta a 3 km anche quando in realtà magari sono 10 in ogni caso la strada è “sempre dritta” passiamo per una lunga retta vicino ad una spiaggia con svariati cartelli che allertano della possibilità che la strada sia ricoperta di sabbia incontriamo 2 cicloturiste romane ci chiedono dove andiamo e ci mettono in guardia sull’imminente passo che ci aspetta, una dice che rischiamo di
arrivare di notte, l’altra aggiunge “mannò, soggiovani, saranno allenati” sapevamo dell’esistenza di un’ultima parte di salita ma la storia dell’arrivare di notte ci mette un po’ di ansia dopo poco infatti la strada inizia a salire, massimo al 9-10% ma non molla mai, ad ogni curva si intravede la prossima, parecchio più alta e non si capisce mai quanto può mancare dende mi sta dietro e sono contento perché mi sprona a non mollare la strada ha le curve costruite in maniera semiparabolica e in discesa dev’essere fantastica, noi pero sudiamo copiosamente nonostante le svariate pause io e lollo abbiamo una discussione sul numero di combinazioni possibili con un lucchetto “a 4 numeri” io dico 10.000 dall’alto della mia matematica da istituto d’arte so di aver ragione ma non so spiegarlo in maniera convincente ci scommettiamo una birra che al momento è ancora non pervenuta
26/4
Masua - Piscinas \ 61km - 1190mt+
Giorno 05
sorpassato un branco di capre impaurite in cima alla salita vediamo l’iconico segnale triangolare dello scollinamento,
non ci par vero, cominciamo ad urlare e a spingere sui pedali a costo di far esplodere le gambe scopriamo di aver salito un vero e proprio passo passo bidderdi - 492mt, detta così sembra una roba da poco ma con la bici carica è stata una delle salite più dure che io abbia mai pedalato aspettiamo gli altri 2 e facciamo un altra pausa per festeggiare la conquista del passo ora ci aspettiamo una lunga discesa che però non c’è, siamo su un altopiano ricco di prati ed alberi da sughero saliamo ancora dolcemente fino al bivio per piscinas, forse il luogo più suggestivo di tutto il viaggio, una valle dove veniva estratto in maniera massiccia piombo e zinco fino agli anni 60 la strada asfaltata scende a tornati in mezzo a piccole villette, una cinge la strada facendola passare sotto un arco probabilmente queste costruzioni erano dei proprietari o dei responsabili magnaschei della miniera scendendo le costruzioni si fanno più spartane, ma sempre abitative, ancora più giù una grossa costruzione diroccata dove si effettuava la lavatura dei minerali estratti, oltre a quella solo bosco, da qui la strada si fa sterrata
26/4
Giorno 05
fondo compatto con qualche sasso e via via piĂš sabbioso e insidioso
presi dalla gaina manchiamo il bivio per il campeggio e ce ne accorgiamo circa 2 km dopo torniamo indietro ed entriamo in culo alle romane che ci gufavano che saremmo arrivati di notte! una birra per festeggiare la tappa mostruosa, lollo chiede della gomma e pare che domani mattina gli portino in campeggio una gomma da un negozio a 20km da noi ancora un a volta questi sardi si sono dimostrati disponibili e cordiali tende, doccia e realizziamo di non aver nessuna voglia di cucinare cosĂŹ ci concediamo una cena al ristorante, 1 frittura 1 insalata di polipo 2 cestelli di pane 4 pizze per altro molto buone, 4 ichnusa, decidiamo unanimemente che oggi ci siamo meritati anche il dolce e finalmente assaggio 1 sebadas, grosso raviolo fritto pieno di formaggio e cosparso di miele ci viene portato anche un giro di mirto a sorpresa che accettiamo ben volentieri anche se poi ci viene messo sul conto complice la gola e la gaina della tappa pedalata ci siamo strafogati, parte la digestione ed esplode la stanchezza della giornata non possiamo fare altro che andare a dormire
Giorno 06
Piscinas - Oristano \ 72km - 550mt+
come sempre colazione al bar del campeggio dove lollo recupera il suo amato copertone nuovo che gli hanno gentilmente procurato alla cifra irrisoria di 8€ lo monta riuscendo a rompere un’altra camera d’aria, mentre noi lo guardiamo divertiti smonta di nuovo, sostituisce, rimonta e stavolta va tutto liscio anche qui incontriamo lo svizzero, ci scambiamo informazioni su dove dormire la prossima notte e su che strada percorrere partiamo alla volta della spiaggia che è davvero grande, di sabbia fine e attorniata da piccole dune in parte ricoperte di cespugli, ci sono un paio di surfisti ed effettivamente le onde pur non essendo molto grandi rompono creando un tubo colpetto prima di collassare completamente
sarebbe bello fermarsi di più ma dobbiamo pedalare e ci aspettano 8km di sterrata con 2 guadi di cui sappiamo poco o nulla comincio ad abituarmi e ad avvistare a distanza le zone più sabbiose dal colore più chiaro dove le gomme tendono ad affondare e la bici a sbandare, niente di pericoloso viste le velocità contenute ma sarebbe più divertente con delle gomme larghe da mtb frizzi infatti se la pedala sereno con la sua mtb anni 90, dall’aspetto meno pettinato ma estremamente confortevole, dende sulla
27/4
Giorno 06
sua nuovissima cinelli è decisamente il più credibile, monta gomme abbastanza larghe ma comunque scorrevoli, mentre io e lollo siamo i 2 babbei dalle gomme strette
arriviamo al primo guado, nonostante si sia trattato solo di togliersi le scarpe e spingere la bici attraverso un fiumiciattolo di una 40ina di cm mi è sembrato di compiere un atto avventuroso e ne usciamo super esaltati, saggiamente subito dopo il guado spingo la bici a lato strada in un ghiaietta morbida dove i cerchi bagnati fanno effetto cotoletta con lo splendido risultato che i i freni cominciano a fare orrendi rumori stile unghie sulla lavagna
ringrazio di avere una bici da pochi soldi e di non dovermela menare, tanto frenava già poco prima continuiamo scalzi sullo slancio d’avventura come fossimo in africa ben presto arriviamo al secondo guado, dove c’è parecchio traffico, una jeep completamente impantanata in un tratto più profondo del ruscello, che si fa trainare da un altro compare con un auto similare dal lato opposto una grossa ruspa che spiana
27/4
Piscinas - Oristano \ 72km - 550mt+
pedalo con berretto, occhiali da sole e scaldacollo tirato fin sopra al naso perché quando passano jeeponi da deserto o moto da cross alzano un bel polverone, nonostante tutto vediamo le tracce dello svizzero per terra, passato prima di noi senza la sosta in spiaggia
Giorno 06
Piscinas - Oristano \ 72km - 550mt+
gran parte delle auto, non essendo adatte, rinuncia, anche le moto fanno inversione, noi passiamo smontando le borse e caricando le bici sulle spalle, azione tanto scenica quanto inutile, qui il terreno è argilloso e compatto e l’effetto cotoletta non sarebbe mai avvenuto giornalmente la strada per evitare che perda le sue sembianze, arrivano anche parecchie macchine e moto e si crea un po’ di confusione tra tutti che non sanno se e come affrontare il guado, qui l’acqua è rossastra probabilmente piena di sedimenti argillosi, più bassa del guado precedente, ma il fondo non è ghiaioso bensì composto da sassi più grossi su cui è più facile scivolare poco dopo la strada torna asfaltata con la sabbia che ne lambisce i bordi ascoltiamo i red hot ed entriamo in un mood californiano, la strada è un po’ più alta sul mare e il paesaggio è già cambiato di nuovo troviamo una sorta di villaggio vacanze
27/4
Giorno 06
fantasma dove solo un mini market e un bar sono aperti, facciamo la spesa poi pranziamo su un tavolino all’aperto che ci ha sfoderato il ragazzo del market io fodero i pedali con le confezioni del cous cous dei giorni scorsi ripiegate e fermate con 2 giri di scotch perché i miei sandali extraslim fanno sentire i pedali sula pianta de piede e alla lunga è fastidioso quest’intervento risulterà quasi subito fallimentare
Piscinas - Oristano \ 72km - 550mt+
il morale è ancora alto e continuiamo a pedalare, ci aspetta un tratto nell’entroterra il sole picchia e saliamo ancora in mezzo alle colline, punteggiate da poche case
27/4
Giorno 06
sparse e qualche gruppo di pecore nere di arbus
questo tratto è di una bellezza quasi mistica, complice il silenzio assoluto e il fatto che sia tutto in fiore, condizione che a detta dei sardi dura massimo 2 settimane, poi secca tutto e finisce la magia
orari senza fare troppa fatica lollo invece con quella bici proprio non ce la fa, hai voluto portare la bici vecchia? e mo pedala arrivati ad oristano denis “il cartografo” è confuso e decido di guidare il gruppo non senza fatica verso il campeggio passando per il market più vicino prendiamo anche un po’ di pioggia gufata poco prima da frizzi
ancora non sappiamo quanti km mancano ad oristano dove dormiremo oggi, e non so come mai ma anche oggi non mi va di controllare sul telefono
Piscinas - Oristano \ 72km - 550mt+
le colline vanno via via scemando fino alla grande piana di arborea arriviamo a sant’antonio di santadi, il primo paesino della piana, alla nostra sinistra abbiamo l’enorme capo frasca, che guardacaso è zona militare invalicabile lollo propone una piccola sosta, vuole provare a tirare i raggi della ruota dietro, visto che adesso che ha il copertone nuovo dice che il cerchio è storto non lo ha mai fatto ma va ad intuito e sulla bici vecchia capaci tutti a far danni a cuor leggero, ad ogni modo dirà che dopo l’intervento la bici rulla molto meglio questa piana da google maps è suddivisa in enormi rettangoli di egual dimensione, e mi incuriosiva, invece fa cacare, mi pare di stare in veneto, senza offesa per il veneto strade perfettamente perpendicolari equidistanti, stalle di mucche, grossi trattori carichi di liquami da spargere su appezzamenti di coltivazioni intensive a pochi metri sorgono le classiche “villette lussuose in un posto di merda” lollo chiama di nuovo la pausa ad un incrocio e io finalmente controllo e scopro che dobbiamo macinare ancora 30km, parecchio più di quanto mi aspettavo il morale comincia a calare drasticamente, unica nota positiva c’è una sorta di ciclabile e anche se l’asfalto è rovinatissimo il fatto che è tutto piano e diritto stimola a stabilizzare il ritmo e viaggiare a trenino sono compiaciuto dal fatto che dende e frizzi collaborano bene e alternandoci a tirare e ciucciar roda andiamo via ai 22
gli ultimi 5km sono completamente fuso, per ingannare la fatica mi tengo occupato calcolando i minuti di percorrenza in base alla velocità di marcia arrivati al camp, in reception sono cordialissimi, visto il meteo che promette male e le 2 tappe impegnative appena percorse ci concediamo una casa mobile, gli altri non ci sono mai stati e sono tutti agitati come se andassero a gardaland io firmo come responsabile del gruppo chiedendomi se non sia un errore chiediamo ridendo se è arrivato uno svizzero ed effettivamente ci ha dato 2 ore e mezza, certo non si è goduto il viaggio come noi e non aveva problemi alla bicicletta abbiamo fatto una super spesa e dopo la doccia ci aspetta ogni sorta di ben di dio, o per lo meno è quello che ci sembra al 6° giorno di bici dopo 2 tappe impegnative e con una vera cucina dove cucinare birrette all’aperto fuori dalla casa, poi insalata mista che “evapora” subito, sono giorni che non mangiamo verdura fresca, piatto forte della serata, la mitica fregola sarda, che ho scelto io e che ci stava girando per le borse da 2-3 giorni
tradizionalmente si condirebbe con un sugo di pesce o di salsiccia ma noi con una buona dose di blasfemia la facciamo al pesto bagnata da un buon rosso lollo spinge per farla tutta, 1kg, ovviamente ne avanza parecchia, la abbandoniamo nella padella e la mangeremo domani scatta il the e la briscola, stasera gioco con frizzi e asfaltiamo più
27/4
volte gli altri 2 utilizziamo la tecnica di sparare termini a caso per riferirsi alle carte, non è che ci capiamo proprio bene ma funziona per la notte scatta lo scambismo e io sono in una minuscola camera doppia con lollo lui prende sonno presto e inizia a russare io non riesco a dormire e mi innervosisco avendo dormito male anche la notte prima,
la zanzariera alle finestre è rotta ed entrano un paio di insetti del demonio, io risolvo col lenzuolo in faccia, lollo a una certa accende la luce, si apposta immobile e con un’infallibile connubio di bestemmia e violenta ciabattata le stermina in 2 soli colpi che mi aspettavo avrebbero trapassato le pareti da qui in poi lollo dice che sono stato io a prender sonno e russare e lui ad infastidirsi, ma questo io non posso confermarlo
27/4
Giorno 07
Oristano - Is Arutas \ 30km - 207mt+
28/4
oggi abbiamo stabilito che sarà il nostro rest-day, ci si sveglia con calma non troppo riposati ma ci aspetta una super colazione: 2 uova all’occhio di bue, bacon croccante, pane tostato, the nero e mezza arancia non ci va di buttare la fregola al pesto della sera prima e cerchiamo un modo per trasportarla, le numerose puntate di art attack e di mc guyver tornano utili e decidiamo di creare una molotov culinaria, tagliata a metà una bottiglia d’acqua la riempiamo e la chiudiamo con dello scotch gaffa che ho portato in caso di manutenzioni d’emergenza, sarà l’unico utilizzo che ne farò in tutto il viaggio lasciamo il campeggio e pedaliamo 14km verso san giovanni di sinis, ma non sento l’energia che mi immaginavo mi avrebbe dato questa colazione
qui si estende nel mare capo san marco vi sono i resti di un antico insediamento greco il posto è incantevole e non stento a immaginare che abbiano deciso di stabilirvisi in punta, per non farsi mancare nulla, c’è una piccola zona militare con divieto di accesso inizialmente vorrei visitare le rovine ma passando a fianco si riesce a intravedere tutto e non è nulla più di 3 piccole colonne e le fondamenta di qualche edificio,
28/4
Oristano - Is Arutas \ 30km - 207mt+
Giorno 07
decisamente deludente, non ne vale la pena, e poi una visita culturale avrebbe rovinato il mood punk della vacanza i lati del capo sono pieni di piccole calette incastonate tra basse rocce, sarebbe bello fare il bagno ma immergiamo solo le gambe il mare è freddo e non sappiamo ancora se dovremo pedalare altri 15km o di più da buon montanaro intimorito del mare l’idea di pedalare pieno di sale non mi aggrada per nulla dende ci porta su una strada sbagliata, riprendo le redini e pedaliamo per 15km su sterrata vuota e in mezzo ai fiori
è molto bello ma la stanchezza si fa sentire e su sterrata la media oraria cala drasticamente appena la strada si affaccia sulla costa si alza una brezza contraria
non fortissima ma sufficiente ad abbattere il morale di un altro gradino finalmente arriviamo alla spiaggia di is arutas, una delle più belle spiagge di sardegna, dove c’è anche il campeggio che abbiamo scelto unanimemente per fermarsi scatta la scommessa su quale sia la strada più corta, non mi viene dato credito così io parto da solo ed entro dal retro, gli altri 3 fanno il giro largo, io li attendo vittorioso alla reception sta volta non abbiamo messo in palio nessuna birra ahimè il campeggio ha aperto ieri ed è semi vuoto e ancora disorganizzato frizzi e dende partono alla volta del mini market dove acquistare qualcosa per pimpare la fregola è assolutamente sguarnito ma tornano comunque con formaggio pregrattuggiato, fagioli e tonno.
28/4
Oristano - Is Arutas \ 30km - 207mt+
Giorno 07
in questi 2 viaggi in bici abbiamo imparato come quando si è stanchi si mangerebbe qualsiasi cosa, ma la cosa divertente è che a posteriori rimane sempre il dubbio, sarà stato davvero un mix delizioso oppure ero semplicemente io super affamato? la mescola che ne otteniamo è sorprendentemente buona inutile dire che spazzoliamo i contenuto della molotov in un battibaleno. io mi sento sempre più stanco, vorrei quasi pisolare in tenda ma perdersi il pomeriggio di relax alla splendida spiaggia sarebbe davvero da babbi, quindi me fago om e mi unisco a loro la spiaggia è indescrivibile, il mare è azzurrino, la spiaggia è in sabbia bianchissima di quarzo a grana grossa da cui spuntano formazioni più o meno rocciose rossastre dalla composizione argillosa alle spalle della spiaggia il terreno è
28/4
Giorno 07
ricoperto da fitta e alta erba alcune passerelle in legno permettono ad arrivare a 2 costruzioni particolari, dando le spalle alla spiaggia difficilmente direi di essere al mare c’è parecchio vento l’unico modo per non sentirlo è sdraiarsi a terra, prendiamo il sole e ci rilassiamo, in un punto un po’ più sottovento facciamo un aperitivo con 2 birre prese al baretto in una di quelle strane strutture
è bello che il campeggio sia semi-vuoto perché possiamo impadronirci di più o meno tutto lo spazio che vogliamo troviamo un tavolo e 4 sedie sotto alla tettoia e ce ne appropriamo portandole in piazzola con la benedizione di una anziana signora
accendiamo una miriade di pezzi di spirale antizanzare di modo da creare una zona franca e decidiamo di giocarci il tutto per tutto in fatto di cucina avanguardistica da campo accendiamo i 2 fornelli, uno per cuocere e il mio scarso per tenere in calda, cuociamo 2 etti di pasta avanzata uno dei primi giorni, verso fine cottura aggiungo una porzione di noodles sbriciolati che ho portato da casa scoliamo e teniamo in caldo misceliamo 2 buste di zuppa liofilizzata, porri-patate e carciofi a cui aggiungiamo i condimenti della confezione di noodles una volta addensata quanto basta aggiungiamo la pasta, una scatola di fagioli, abbondante formaggio grattugiato e un filo d’olio c’è da dire che non ha un sapore definito, ma nonostante sembri una porcata colossale è davvero buono e il giudizio è unanime solito the caldo e a letto a riposare domani tocca ricominciare a pedalare seriamente oggi abbiamo sicuramente sgarrato sulla tabella di marcia dello svizzero, poco ce ne frega anche se la cosa cominciava a farsi divertente
28/4
Oristano - Is Arutas \ 30km - 207mt+
tornati al campeggio dopo la doccia laviamo un po’ di vestiti e li stendiamo al coperto di una tettoia visto che minaccia pioggia
Giorno 08
Is Arutas - Bosa \ 70km - 810mt+
dormo benissimo e contro ogni previsione mi sveglio abbastanza riposato a colazione non ci sono brioches fresche così saccheggiamo quel poco che è rimasto al market, una confezione di girelle, una di plum cake più il solito cappuccio poco dopo arriva una coppia che sconfortata dalla carestia di brioches ci propone uno scambio, noi però ci teniamo le nostre goloserie la dura legge delle locuste sappiamo che pure oggi dovremo salire ma non sappiamo quanto, partiamo carichi alla volta di s’archittu a 30km
capitan lollo ha ripreso brio, a tratti tira alla testa del gruppo con lo stile dell’anno scorso dove si faticava a stargli a ruota arriviamo in meno di 2 ore e ci piazziamo in una piazzetta-terrazza con vista sul mare, capatina al market per i panini e in 2 minuti cospargiamo le nostre compere sul muretto, le bici appoggiate in giro, giriamo scalzi e a petto nudo e diamo una bella nota zingara al posto beviamo un ciaffo d’asporto e decidiamo di andare a vedere il famoso arco sul mare di s’archittu saranno circa 10 metri e tuffandosi non c’è nessun rischio di sbattere sulle rocce, appena lo vede dende si fa incredibilmente om decidendo di tuffarsi immediatamente,
29/4
dopo il tuffo esce subito dall’acqua gelata
ora non resta che tuffare pure noi o subire la supremazia del sassudelli lollo e frizzi millantano possibili congestioni, io più che altro non adoro l’idea di restare tutto pieno di sale e dover pedalare altri 40km ma il posto è così bello che mi tuffo pure io e ne vale la pena, una bella rinfrescata ripartiamo e sappiamo che ora ci attende la salita vera ma non sappiamo bene come sarà per ora fa caldissimo e c’è il sole, pedaliamo su una serie di rette al 3% lunghe eterne, sono
29/4
Is Arutas - Bosa \ 70km - 810mt+
Giorno 08
Giorno 08
piuttosto noiose ma super pedalabili e ci do dentro con i kyuss che pompano dal telefono cerchiamo il modo per tagliare per bosa senza passare per cuglieri che è abbarbicato su una collina, dovrebbe esserci una strada in costruzione, la si vede da google maps ma non vediamo l’imbocco, io propongo di tentare ma non mi viene concessa la leadership per dirottare il gruppo, in fin dei conti ho gamba e mi sta bene pure salire fino a cuglieri chiediamo a un passante che ci dice di andar tranquilli che da li è tutta discesa, come sempre sono informazioni imprecise e troviamo un altro paio di strappi in salita
Is Arutas - Bosa \ 70km - 810mt+
a tresnuraghes scatta la pausa al bar, siamo affamati e non sappiamo bene cosa mangiare, visto il caldo scatta il gelato, poi presi dall’ingordigia facciamo il bis circa 600kcal in 10 minuti anche il barista dice che ci aspetta solo discesa, anche lui viene smentito da un paio di rampette scendiamo velocemente sulla costa a bosa marina, posto piuttosto brutto, spiaggia dritta, strada e dietro palazzi stile riviera romagnola
bosa mi ricorda vagamente la liguria, grappoli di casette colorate addossate le une alle altre divise da stretti e ripidi vicoli lastricati di selciato irregolare e inframmezzati da molte scalinate sbilenche
beviamo una birra e cerchiamo dove dormire, qui non ci sono campeggi e l’ostello che proponeva dende è chiuso dal 2013, troviamo un b&b in centro al bellissimo borgo antico di bossa che sta a 3 km da bossa marina il b&b è una bomba e il proprietario simpatico e accogliente, ci spiega un po’ tutto quello che ci serve e poi ci lascia alla meritata doccia questo weekend bosa ospita una sagra sulla malvasia, vino dolce liquoroso tipico anche di questa zona come aperitivo ci rifilano un bicchiere di quello, che pur essendo buono poco si adatta all’orario e la situazione passeggiamo per dare un occhio al piccolo borgo e capire dove cenare troviamo un ristorantino dall’aspetto accogliente io mangio sarde fritte pane fresco e
29/4
Giorno 08
per evitare di rigirarsi a letto optiamo per una passeggiata fino al castello in cima alla collina a cui si addossa bosa
saliamo a caso per il dedalo di vicoli senza pensare troppo, trovo un grosso vaso di menta e prendo delle foglie che sniffo a pieni polmoni mentre cammino convinto di un loro improbabile potere digestivo facciamo qualche foto e torniamo alla base, dende ha scelto il divano letto sul corridoio dove dorme da solo, lollo non vuole fare le ripide scale che arrivano di sopra e non vuole dormire con me, russo dice, quindi dormirà con andrea nei 2 singoli di sotto la mia stanza è nettamente la più bella e contiene un vecchio forno in muratura, un letto da una piazza e mezza e bagnetto privato, per la prima volta durante la vacanza vorrei essere qui con annalisa invece che con gli altri 3 pelandroni, ma ben presto cado in un profondo sonno ristoratore
29/4
Is Arutas - Bosa \ 70km - 810mt+
una tagliata di manzo, lollo assaggia i culurgiones e gliene rubo uno, sono gnocchetti ripieni di ricotta e menta non sento la menta e resto un po deluso, scopriremo poi che sono tipici della costa est denis e andrea insalata di mare e orecchiette ai crostacei che però non ho assaggiato, il tutto bagnato da dell’ottimo vermentino ancor a una volta non ci facciamo mancare il dolce, io punto di nuovo la seadas e stavolta è eccezionale, il formaggio è mescolato con scorzette di limone che gli danno un sapore fresco e cremoso l’oste con i dolci ci offre un’altro bicchiere di malvasia ed usciamo tutti super soddisfatti
Giorno 9
Bosa - Alghero \ 50km - 830mt+
mi alzo super riposato e in cucina trovo un’enorme tavolata imbandita di tutto punto, chiacchiero un po’ col proprietario che mi fa un caffè arrivano anche gli altri e se non fossimo stati sorvegliati ci saremmo mangiati anche le sedie ieri lollo ha ben pensato pure di perdere un raggio della ruota posteriore, forse causato dal suo intervento sperimentale passiamo da un meccanico che si occupa anche di biciclette, lo troviamo aperto ma dicono di non avere tempo se saltasse un altro raggio sulla stessa ruota probabilmente dovrebbe spingere ma non c’è altra scelta
“un vero capitano affonda sempre assieme alla sua bici” partiamo quindi per i 50km di litoranea immersi nel niente da bossa ad alghero la strada panoramica è davvero bella,
passano un centinaio di lotus di inglesi, non corrono particolarmente ma sono molto rumorose e danno fastidio il meteo è variabile, si alternano nuvole grige dall’aspetto non troppo rassicurante a brevi sprazzi di caldissimo sole la cosa è abbastanza gradita visto che il percorso continua a salire anche se abbastanza dolcemente verso l’1 durante uno sprazzo di sole decidiamo che è arrivato il momento della pausa pranzo, l’intera strada è costeggiata da besse recinzioni con tanto di filo spinato, non esistono aree di sosta così scavalchiamo un recinto che delimita il nulla e ci mettiamo su una costa panoramica al sole a prepare delle bombe di panini avocado, prosciutto, pomodori e mayo. sappiamo già delle precipitazioni previste per domani e la cosa un po ci rattrista, siamo stanchi e restiamo un po in silenzio a guardare il mare dall’alto.
30/4
5 stars Restaurant
Giorno 9
la strada, ora in discesa, è macchiata da molte crepe che fortunatamente si distinguono da lontano per il colore diverso dell’asfalto utilizzato per rattopparle più volte.
la pendenza non è eccessiva, adatta ad un guida rilassata, ormai abituato, sento il peso delle borse che stabilizza la bicicletta e mi da una certa sicurezza mi accuccio e pennello tutte le curve senza frenare, evitando tutte le crepe, dietro mi seguono a ruota dende e frizzi, il povero capitano invece è costretto ad andare piano per paura di distruggere la ruota già malandata
pedalati gli ultimi km attraversiamo alghero che è nettamente più viva e popolata rispetto al resto del viaggio, ci sono addobbi e palchetti dove stanno facendo dei soundcheck, pensiamo che finalmente faremo un po’ di serata decidiamo di prendere un altro b&b visto che per domani è previsto l’arrivo di una consistente perturbazione con piogge intense, troviamo un appartamento che costa meno del b&b di ieri, doccia e cena con verdura, taralli, riso 3 cereali con pomodori olive e tonno apriamo il vino che abbiamo preso a ben 4€, è molto dolce e non dovrebbe, fa schifo e lo lasciamo stare ci sale un super abbiocco, ormai abbiamo un certo fardello di stanchezza accumulata ma decidiamo di uscire comunque vista la carica che c’era in centro nel pomeriggio camminiamo i 2km per arrivare in centro e rimaniamo delusi, troviamo la desolazione, non c’è più tutta la gente di prima, i palchi sono vuoti e alcuni già smontati un tabaccaio ci dice che avevano paura per il meteo e hanno spostato tutto al coperto in una location a 15km da li, che pacco giriamo a caso per cercare un bar dove berci un cocktailino ma ci sono quasi solo un sacco di ristoranti, girando tutto il centro ripassiamo davanti ad un locale che avevamo già visto ma snobbato, pettinato, ma poco importa, volevamo bere un cocktail e quindi ci fermiamo, sorseggio con calma un moscow mule ghiacciato e molto zenzeroso dopodiché ce ne torniamo a casa con le orecchie basse ma non troppo visto che siamo cotti e la forza di far festa non ce l’avremmo avuta per davvero
30/4
Bosa - Alghero \ 50km - 830mt+
ci fermiamo a bere una birra a 8km da alghero, ormai incrociamo sempre il camioncino della san carlo che rifornisce i baretti appena aperti
Giorno 10
mi sveglio riposato e piove forte come da previsione peccato ma bene così, i soldi dell’appartamento rispetto al campeggio non sono andati sprecati alzarsi e smontare le tende sotto l’acqua sarebbe stato un duro colpo al già triste finale della vacanza organizziamo le borse per resistere all’abbondante pioggia, puliamo l’appartamento, riconsegnamo le chiavi alla signora che ci guarda come fossimo alieni ed usciamo alla volta della stazione dei treni da qui possiamo raggiungere porto torres cambiando a sassari, se avesse cominciato a piovere ieri avremmo dovuto macinare 50 km sotto l’acqua, può essere divertente se si tratta di una mezzora ma tutto il giorno dev’essere una bella rogna
Alghero - Porto Torres
il treno è tra 40 minuti, fuori continua a scrosciare la pioggia e abbiamo davanti più di 30 ore di viaggio, insomma la giornata non si prospetta delle migliori fortunatamente c’è un tavolo di bookcrossing, molti libri sono palesemente scarti ma ne trovo uno di banana yoshimoto che non conosco ma che ho sentito nominare parecchio e decido di dargli una chance, leggo il primo capitolo e decido che ci può stare, non ho nessun libro da lasciare in cambio ma posso prenderlo comunque e mi riprometto di restituirlo alla comunità a trento una volta letto il capotreno ci dice che c’è posto solo per 3 bici, gli spieghiamo che dobbiamo andare fino a trento ma sembra irremovibile, poi all’ultimo cambia idea e ci fa salire tutti, scesi a sassari ci aspettano 4 ore di attesa prima del treno per porto torres la proprietaria dell’appartamento ci aveva detto che sassari è come milano, probabilmente per la posizione non sulla costa e la presenza di un centro commerciale vicino alla stazione, è evidente però che a milano la signora non ci sia mai stata perché la stazione assomiglia più che altro a quella di strigno è piccola, umida e l’unica zona viva è un tabaccaio con una vastissima selezione di riviste e dvd per adulti esposti in bella vista a fianco ai focus e alle parole crociate
1/5
Giorno 10
oltre a noi in stazione poche persone prendono treni per altre destinazioni, un trio invece è li per passare il primo maggio a suon di canne e birra calda, una coppia di rimastoni con l’immancabile cane e un vecchio che ha l’aria di viaggiare su un binario tutto suo in realtà non danno fastidio a nessuno anche se dopo qualche ora cominciano ad accusare la dieta e a sbraitarsi addosso tra di loro
dopo pranzo scatta l’abbiocco sulle scomode panchine della fredda hall della stazione imbastiamo un torneo di briscola che ci occuperà parecchio tempo
anche il vecchietto disadattato è incuriosito dalla briscola, si avvicina ma per comunicare emette solo suoni gutturali che ricordano i canti tipici sardi, poi si allontana
la pioggia imperversa e prendiamo il treno senza intoppi fino a porto torres dove ci aspetta il traghetto, che è enorme rispetto a quello dalla croazia dell’anno scorso ci indicano uno stanzone vuoto dove è consentito barboneggiare siamo i primi ed occupiamo uno spazio dove ci sono delle lampadine fuori uso e c’è un po’ di buio esplorando il nostro piano scopriamo di essere attaccati alla sala per bambini con sedie colorate, 4 enormi televisori che rigurgitano cartoni animati a volumi fastidiosi e la piscina delle palline io ci faccio un tuffo poi ne rubiamo alcune e torniamo di la a fare sfoggio della nostra ignoranza calcistica, soprattutto io e dende le palline sono di plastica semi dura e piuttosto piccole, a piedi scalzi sulla moquette è difficile alzarle da terreno, quando invece ci si riesce, calciandole con particolare violenza, quelle descrivono delle traiettorie totalmente improbabili la cosa ci diverte per 20 minuti poi siamo stufi e stanchi
1/5
Alghero - Porto Torres
fatti i biglietti per la prossima tratta io e dende usciamo a piedi in spedizione pranzo, troviamo una rosticceria e ci portiamo via 3 parmigiane di melanzane un pasticcio e delle verdure pastellate, accompagnamo con del pane e con l’ultima ichnusa che berremo in terra sarda, non filtrata per l’occasione
Giorno 10
frizzi parte con la sua campagna di terrorismo sul mare mosso, una volta è stato in traghetto durante una tempesta e ne è rimasto traumatizzato
fuori continua a piovere a dirotto ma il mare dovrebbe essere abbastanza calmo, ci mangiamo un panino da chilo, nel caso dovessimo vomitare non vorremmo farci trovare impreparati dopodiché ancora briscola a 4, gioco con dende che continua a compiere erroracci da principiante non ci siamo me ne vado in bagno a lavarmi i denti e mi rendo conto che il traghetto un po’ balla è una sensazione molto strana e fastidiosa il movimento è quasi impercettibile ma quanto basta per non riuscire a stare perfettamente in equilibrio torno al campo base e mi preparo per la notte, sistemo le 2 borse della bici gonfie e rigide ai lati della testa e sopra di esse stendo la ventina creando una tenda che mi isola dai rumori e dalla luce in maniera eccellente, infatti crollo subito e dormo bene nonostante i bambini urlanti a pochi metri da noi
Giorno 11
attracchiamo con un’ora di ritardo causa traffico portuale a genova, dove continua a piovere avevamo pianificato una mezza giornata a genova ma con questo meteo non ne vale la pena, assieme ad un altro ciclista sbarcato dal nostro traghetto pedaliamo sotto la pioggia intrisa dello smog di genova ogni tot ricontrolliamo la strada per la stazione principe, il tempo stringe non vogliamo perdere il treno facciamo i biglietti e prendiamo la colazione d’asporto al volo prima di fiondarci al binario 2 minuti prima dell’arrivo del treno
Porto Torres - Trento
la banchina è gremita di gente e ci sono svariati ciclisti, riusciamo a salire per un soffio tra il nervosismo generale ammucchiando le biciclette alla rinfusa
consumiamo la colazione,ovviamente a a base di cappuccio e brioches, in treno e scendiamo ad alessandria dove abbiamo il primo cambio ci mangiamo un panino in stile autogrill e via di nuovo fino a milano dove abbiamo una coincidenza in 5 minuti tutto fila liscio e prendiamo pure quella senza problemi nonostante non ci siano vani portabici e le ammassiamo nell’atrio di salita e discesa dal trento assieme ad altre biciclette con gli ultimi soldi avanzati dalla cassa comune ci beviamo un caffè a verona e prendiamo il treno per trento
2/5
Giorno 11
arrivati a trento dobbiamo consolidare le tradizioni dell’anno precedente e ci facciamo uno spritz al porteghet
mi pare di aver lasciato la sardegna da una vita ormai dende e lollo pedalano fino a ravina io e frizzi torniamo in berlingo ad aldeno con brisa dove recupererò la fedele fusion mossa un po’ da scarsi quella di non pedalare gli ultimi miseri 15km, ma dopo 2 interi giorni di viaggio non ci andava di prendere altra acqua e arrivare a casa ancora più tardi. ormai siamo a trento, le strade e i paesaggi li conosciamo a memoria e non abbiamo più il senso dell’avventura e della scoperta dalla nostra parte che in sardegna ci dava l’energia per continuare a pedalare anche se stremati.
Porto Torres - Trento
il meteo ci ha costretto a tagliare 2 giorni in sella e aggiungerne uno in più di treno ma non siamo poi così abbattuti, abbiamo percorso le parti più belle senza pioggia e cominciavamo ad accusare la stanchezza la sardegna è grande e non scappa, speriamo di tornarci
2/5
Conclusione
in tutta onestà questa pagina avanzava vuota le pagine bianche sono per gli stampati di lusso non servono a niente ma danno prestigio e noi del prestigio non ce ne facciamo nulla
dopo tutto il giorno in sella dopo la doccia e un paio di birre dopo aver montato le tende dopo aver fatto spesa e cucinato la cena nessuno ha voglia di mettersi a scrivere su un minuscolo taccuino sdraiato per terra alla misera luce del frontalino spesso nemmeno io
durante il viaggio ho provato a sbolognare il compito anche agli altri sempre senza successo ho provato a chiedergli qualche riga di riflessioni sul viaggio per la chiusura del diario ma anche stavolta la risposta è stata negativa chi preso dal lavoro e chi dalla paura di scrivere qualcosa di “vuoto e non autentico” mi ritrovo a dover riempire da solo anche l’ultima facciata. mi auto-dichiaro in credito di un’altra birra da dende e lollo, loro sanno perchè spero di condividere ancora altre scorribande con voi grazie
Conclusione
la ciurma delle locuste è composta da: (in ordine analfabetico) sassudelli denis arnoldi lorenzo frizzi andrea bonvecchio francesco li ringrazio tutti e 3 per supporto&sopportazione tutte le foto sono scattate da andrea, francesco e denis lorenzo è stato troppo pigro per mandarmele i testi sono opera di francesco con il supporto degli altri 3 e con supporto intendo che a volte facevano le cose e io usavo la scusa “ma io sto scrivendo il diario” grafica a cura di francesco (www.behance.net/francescobonvecchio)