An epic drama of adventure and exploration
DeSI GN ODYS SEY
Corso Basic Design - A.A. 2020/21 - Allievo Andrea Di Cristo - Docente Francesco Fumelli
design
odyssey
indice RIVISTA
p. 8
MASCHERINA moodboard progetto
LOGOTIPI
supporto
caratteristiche
struttura
tipologie
impaginazione 1
metrice geometrica
impaginazione 2
varianti
pagine capitolo
logo geometrico
altre pagine
logo natura
caratteri
logo multisignificato
copertina
logo acronimo
retro
logo significante
TANGRAM
p. 26
IMMAGINE COORDINATA
la storia
margini
sensazioni
varianti cromatiche
questo sono io
biglietto da visita
ordine di lettura
carta intestata
impaginato
busta da lettera
grid system
p. 40
p. 48
p. 98
SCHEDE LEZIONI
p. 112
SEDUTA IN LEGNO
odissea nello spazio
concept
il futurismo
vista d’insieme
p .186
esploso schienale bracciolo seduta cassetto render modellino
AMBIGUE PERCEZIONI
p. 132
ERRORI DI PROGETTAZIONE p. 200
le illusioni
borraccia
M. C. Escher
pentolino
immagine ibrida “bulge” oggetto impossibile
KIRIGAMI esercizi narrazioni
p. 148
RIVI STA
Una rivista è una pubblicazione periodica
buite sia sul tredizionale supporto cartaceo
non quotidiana stampata a intervalli rego-
sia su supporto digitale. Molto spesso sono
lari. Le riviste sono prodotti editoriali che
disponibili in entrambi i formati, con ap-
si possono rivolgere sia al vasto pubblico,
profondimenti e contenuti bonus reperibili
presentando contenuti informativi generali
in esclusiva sui siti web, i quali arricchi-
e temi di attualità. oppure a un pubblico
scono le edizioni cartacee, o versioni adat-
più ristretto e di nicchia, specializzato,
tate per tablet o smartphone che avranno
trattando argomenti riguardanti un parti-
necessariamente variazioni di contenuto
colare settore di studio o di attività a fini
per un utente più “mobile”.
di aggiornamento o approfondimento. Nel primo caso essa può anche essere chiamata rotocalco, ovvero rivista illustrata a larga diffusione che tratta principalmente di attualità. Le riviste possono essere distri-
rivista
design odyssey
supporto
struttura
La rivista è in formato A4 verticale (21 cm x
i colori e i riflessi rispetto ad altri tipi di
Le due pagine mastro della rivista, ovvero
di distanziare correttamente immagini e
29,7 cm), un formato standard che permette
carta. La grammatura della carta, ovvero il
le pagine standard su cui si basa l’imap-
testi. Entrambe le pagine sono numerate
di organizzare i contenuti in modo lineare
rapporto tra il peso di un foglio in grammi
ginazione, sono divise da una griglia che
centralmente nel margine inferiore, il mar-
e alla rivista di essere sfogliata facilmente.
e la sua superficie in metri quadrati, do-
permette ai vari elementi di essere posi-
gine superiore invece incorpora a sinistra
La rivista è progettata per essere stampata
vrebbe essere di 100 g/m2.
zionati sulla pagina in modo corretto. I
il nome del capitolo corrente e a destra il
su carta patinata, una carta molto comune
margini entro le quali rientra la griglia è
nome della rivista.
per prodotti tipografici come poster, de-
di 15 cm per ogni lato. La griglia di base è
pliant e riviste illustrate in quanto, grazie
formata da 6 righe e 9 colonne, separate tra
al trattamento subito, rispetta molto di più
di esse da 5 cm di spazio che danno modo
nome rivista
297 mm
nome capitolo
A4 210 mm
10
numero di pagina
numero di pagina
11
rivista
design odyssey
impaginazione 1 Dato che gli elemeti più importanti che compongono la rivista sono le varie esercitazioni di tipo grafico o fotografico, l’impaginazione è concepita per dare più spazio alla parte visiva a cui solitamente viene dedicata l’intera pagina di destra, metre quella di sinistra contiene nella metà superiore il titolo dell’esercitazione e la parte testuale, metre nella metà inferiore vengono aggiunti eventuali approfondimenti o elementi decorativi.
elementi decorativi Le decorazioni che caratterizzano la rivista hanno delle forme ondulate che rocirdano delle stelle, rifacendosi al tema dello spazio ripreso in copertina. le decorazioni hanno un colore specifico per ogni capitolo e, oltre ad avere una funzione estetica, talvolta separano i contenuti. Il colore che caratterizza ogni capitolo viene usato anche per evidenziare le parole nelle parti testuali e i titoli.
12
13
rivista
design odyssey
impaginazione 2
pagine capitolo
In alternativa, quando è possibile inseri-
è posta in basso. in questo caso i due ele-
ogni capitolo è introdotto da due pagine.
entrambe le pagine condividono una stessa
re tutti gli elementi in un’unica pagina, il
menti saranno separati da una linea.
La pagina di sinistra contiene il titolo e il
foto dal colore identificativo del capitolo
titolo e il testo occuperanno la metà supe-
numero del capitolo, mentre quella di de-
come sfondo.
riore della pagina, mentre la parte grafica
stra ospita una breve introduzione testuale.
14
15
rivista
design odyssey
altre pagine
caratteri
La rivista, data la varietà di contenuti,
I caratteri scelti per la rivista sono due:
titolo in copertina e per i titoli a inizio
contiene anche delle eccezioni per quanto
Pilowlava, carattere particolare scelto per
capitolo; e Neue Machina Regular, usato per
riguarda l’impaginazione, che però manten-
le sue forme che ricordano quelle degli
i testi e didascalie con corpo 11 pt. e per i
gono la stessa griglia di base.
elementi decorativi della rivista, usa-
titoli dei paragrafi con corpo 40 pt.
to esclusivamente con corpo 110 pt. per il
PILOWLAVA ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ 0123456789 .,:;ӣ$%@#^!?=()/
Neue machina regular ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 0123456789 .,:;ӣ$%@#^!?=()/
16
17
rivista
design odyssey
copertina Il titolo della rivista, “design odyssey”, si riferisce al film “2001: a space odyssey” di Stanley Kubrick, citato nel capitolo “schede lezioni”. Inoltre il titolo, che tradotto in italiano è “odissea nel design”, fa appunto riferimento alla varietà di progetti contenuti nella rivista paragonandoli a un viaggio. La copertina invece è una rivisitazione di uno dei poster promozionali del film. Oltre alla copertina definitiva, nelle pagine successive sono illustrate le alternative
poster
scartate.
18
19
La rivista
design
odyssey
Corso Basic Design - A.A. 2020/21 - Allievo Andrea Di Cristo - Docente Francesco Fumelli Corso Basic Design - A.A. 2020/21 - Allievo Andrea Di Cristo - Docente Francesco Fumelli
20
Corso Basic Design - A.A. 2020/21 - Allievo Andrea Di Cristo - Docente Francesco Fumelli
Corso Basic Design - A.A. 2020/21 - Allievo Andrea Di Cristo - Docente Francesco Fumelli
design design
odyssey odyssey
rivista
design odyssey
retro Anche il retro della rivista riprende l’illustrazione di uno dei poster del film di Kubrik, inserita all’interno di una delle forme decorative che caratterizzano le pagine interne e circondata da una delle citazioni più famose del film. In basso è presente il logo di ISIA Firenze.
poster
24
25
tan gram
Il tangram è un antico gioco di origine
percettiva simile a quella della pittura zen
cinese, ottenuto scomponendo un quadra-
che si basa sull’idea che “la tavolozza della
to in sette parti dette tan: un quadrato, un
mente è più ricca di quella del pennello”.
romboide, e cinque triangoli rettangoli isosceli, di cui due grandi, uno medio e due piccoli. Combinando opportunamente i pezzi del Tangram, è possibile ottenere un numero pressoché infinito di figure. Una caratteristica notevole di molte figure tangram è quella di suggerire all’immaginazione molto più di quanto effettivamente rappresentano: di fatto si tratta di illusioni ottiche; le figure tangram nella loro essenzialità ed efficacia offrono una ricchezza
tangram
design odyssey
la storia In un formato A4 verticale o orizzontale e partendo da un tangram tradizionale, provare a definire una storia dove dei personaggi costruiti ognuno utilizzando tutti i pezzi del Tangram (le 7 parti per ogni figura). compongano una storia di fantasia. È possibile delimitare l’area come se fosse un fumetto, ma non è possibile utilizzare colori o scrivere testo. Tutte le forme devono essere del medesimo colore, o nero o grigio. Più sarà chiara la storia ed il senso, più sarete stati efficaci.
28
29
tangram
design odyssey Dinamismo
sensazioni In un formato A4 verticale e partendo da un tangram tradizionale realizzare 4 diverse tavole “tematiche”. Ognuna inscritta dentro un quadrato con lato di 20 cm. é permesso usare tutti i 7 pezzi del tangram liberamente e sarà possibile colorare sia le forme tangram che lo sfondo che le contiene. Con queste istruzioni costruire delle tavole grafiche che restituiscano queste sensazioni: stabilità e bilanciamento, dinamismo, rabbia, calma e rilassamento.
Rabbia
30
31
tangram
design odyssey Calma e rilassamento
questo sono io In un formato A4 verticale e partendo da
nendoli liberamente (i pezzi possono non
un tangram tradizionale realizzare 1 tavo-
essere completamente allineati ma devo-
la “tematica”. Lo sfondo si può colorare, si
no comunque toccarsi). La composizione è
può usare quante copie si vuole dei 7 pezzi
quindi libera. Il tema di questa tavola sarà:
del singolo tangram, colorandoli e dispo-
questo sono io.
Calma e rilassamento
32
33
design odyssey
ordine di lettura 1
Su un formato A3 verticale piazzare le cifre 1,2,3,4,5 in ordine, in un carattere tipogra-
2
fico (unico) a piacere (non sono ammessi caratteri calligrafici o disegnati ad hoc
3
4
dallo studente). Ci si deve aiutare definendo preventivamente nella pagina 5 aree verticali variabili. Le cifre possono essere ingrandite o rimpicciolite ma non defor-
1
5
2
mate, possono essere spostate verso l’alto o abbassate lungo l’asse verticale e ruotate
4
3
o capovolte ma non rese speculari (riflesse). In ogni modo le cifre non devono mai sovrapporsi e non devono mai sovrapporsi
5
neppure le bande ideali verticali (guide) che contengono le cifre. L’obiettivo consiste nell’ottenere un documento ove si legga un numero diverso da dodicimilatrecentoquarantacinque.
1 2
12
3
4
5
5 4 3
tangram
34
35
tangram
design odyssey
impaginato
Copertina
Su un foglio di carta a quadretti si progetti un impaginato di 4 pagine (copertina/ retrocopertina/due pagine di contenuti) basato sul ¨grid system¨ utilizzando i materiali allegati come base. Tutto il testo e tutte le immagini devono e sere utilizzate nell’impaginato, in aggiunta è possibile inserire altri testi e altre immagini. In sostanza occorre usare il materiale a legato ed eventuali nuovi materiali per progettare un impaginato (A4) così composto: copertina con immagine/i e titoli, 2 pagine di contenuti (allegati) ed evetualmente nuovi a piacere, retro copertina.
36
37
tangram
design odyssey Retro e copertina
Paperino
123
grid system La griglia utilizzata per l’impaginato è
metri. Tutti i margini distano 15 millimetri
composta da due colonne distanti 5 milli-
dal taglio del foglio.
metri da loro in modo da separare opportunamente i blocchi di testo. Inoltre tutti Vespa
125
gli elementi hanno una distanza di 3 milli-
u
Vespa px1977 la prima Vespa del 1946
Andrea Di Cristo
invece - a partire dal 1952 - la fortuna della Augusta, altra azienda Italiana, che ne aveva visto e compreso le potenzialità.
ma robusto e protettivo. Insomma il D’Ascanio ingegnere aeronautico a�fronta il tema scooter partendo da presupposti molto diversi dai concetti motociclistici. La prima Vespa prende forma nel 1945 e nel 1946 cominciano ad uscire gli esemplari di produzione dai nuovi stabilimenti Piaggio, appena ricostruiti.
Durante un bombardamento nel 1943 (in piena seconda guerra mondiale) questa macchina verrà parzialmente distrutta e solo nel 1949 - a guerra terminata - D’Ascanio potrà ricostruirla e migliorarla, arrivando al prototipo finale del PD3. Macchina che si alzò in volo nel 1950 e dimostrò ottime doti di guidabilità e stabilità. Da notare che il tutto avveniva ancora nel pieno disinteresse all’elicottero da parte dell’Aeronautica Militare, assai poco lungimirante, se si pensa al ruolo bellico fondamentale che tale veicolo assumerà solo pochi anni dopo (si pensi agli Apache nella guerra del Vietnam). Piaggio cesserà di li a poco ogni studio su questo tipo di velivolo, nonostante l’evoluzione netta ottenuta da D’Ascanio con il successivo PD4. Piaggio chiude quindi la sua avventura con l’elicottero per la mancanza di finanziamenti, curioso notare come tale veicolo farà
D’Ascanio esamina il Paperino ma subito lo scarta, lo ritiene troppo motociclistico e in ogni caso rifiuta un progetto non da lui impostato. Per suo carattere è abituato a gestire un progetto da zero a disegnare e costruire le singole parti direttamente. Ma il Paperino è inadatto anche come concetto, Corradino D’Ascanio vuole un veicolo più comodo, con una maggiore protezione e che possa essere guidato senza sporcarsi i vestiti in ogni condizione meteo, dove si possa sedere con una posizione più automobilistica e dove sia agevole cambiare la ruota bucata se sia necessario farlo, anche grazie alla presenza della ruota di scorta (un concetto prettamente automobilistico). Per realizzare la Vespa quindi riparte da zero, e a�fianca soluzioni tecnologiche di derivazione aeronautica (a lui note) come il telaio monotubo per la ruota anteriore a sostituire la forcella. Il telaio della vespa è un telaio di origine automobilistica, autoportante, leggero
Durante un bombardamento nel 1943 (in piena seconda guerra mondiale) questa macchina verrà parzialmente distrutta e solo nel 1949 - a guerra terminata - D’Ascanio potrà ricostruirla e migliorarla, arrivando al prototipo finale del PD3. Macchina che si alzò in volo nel 1950 e dimostrò ottime doti di guidabilità e stabilità. Da notare che il tutto avveniva ancora nel pieno disinteresse all’elicottero da parte dell’Aeronautica Militare, assai poco lungimirante, se si pensa al ruolo bellico fondamentale che tale veicolo assumerà solo pochi anni dopo (si pensi agli Apache nella guerra del Vietnam). Piaggio cesserà di li a poco ogni studio su questo tipo di velivolo, nonostante l’evoluzione netta ottenuta da D’Ascanio con il successivo PD4. Piaggio chiude quindi la sua avventura con l’elicottero per la mancanza di finanziamenti, curioso notare come tale veicolo farà
D’Ascanio esamina il Paperino ma subito lo scarta, lo ritiene troppo motociclistico e in ogni caso rifiuta un progetto non da lui impostato. Per suo carattere è abituato a gestire un progetto da zero a disegnare e costruire le singole parti direttamente. Ma il Paperino è inadatto anche come concetto, Corradino D’Ascanio vuole un veicolo più comodo, con una maggiore protezione e che possa essere guidato senza sporcarsi i vestiti in ogni condizione meteo, dove si possa sedere con una posizione più automobilistica e dove sia agevole cambiare la ruota bucata se sia necessario farlo, anche grazie alla presenza della ruota di scorta (un concetto prettamente automobilistico). Per realizzare la Vespa quindi riparte da zero, e a�fianca soluzioni tecnologiche di derivazione aeronautica (a lui note) come il telaio monotubo per la ruota anteriore a sostituire la forcella. Il telaio della vespa è un telaio di origine automobilistica, autoportante, leggero
38
Vespa 125 Primavera del 1967
Il PD3
Il Paperino
A livello di design la Vespa non si mostrava aggressiva, la sua rotondità anzi la faceva percepire come veicolo rassicurante ed a�fidabile, adatto a percorsi sia stradali che sconnessi, non in di�ficoltà nelle dissestate strade di un paese appena uscito da un con�litto. Il rifiuto di D’Ascanio di partire da un mezzo precedente (il Paperino) gli ha permesso un approccio razionale e sintetico, centrato sugli elementi del problema. La Vespa è un prodotto di design concepito da una mente pragmatica, abituata a risolvere problemi di strutture leggere ed a�fidabili (come nei progetti aeronautici) ma capace anche di immedesimarsi senza preconcetti nel pubblico per interpretarne le esigenze e richieste di una motorizzazione semplice e di�fusa, molto diverse dai concetti della “motocicletta” un veicolo complesso, di�ficile da guidare e costoso da manutenere, più “sportivo” e meno “turistico”. E Vespa è invece un veicolo strutturalmente semplice, facile da produrre e da manutenere, facilissimo da guidare. La sintesi perfetta del progetto Vespa è nella scocca portante, che risolveva al tempo stesso il problema della struttura e la tipologia della forma. La “morfologia” della Vespa è la sua struttura principale, una fusione tra funzione ed espressività raramente cosi’ presenti e inte-
39
Vespa 125 Primavera del 1967
A livello di design la Vespa non si mostrava aggressiva, la sua rotondità anzi la faceva percepire come veicolo rassicurante ed a�fidabile, adatto a percorsi sia stradali che sconnessi, non in di�ficoltà nelle dissestate strade di un paese appena uscito da un con�litto. Il rifiuto di D’Ascanio di partire da un mezzo precedente (il Paperino) gli ha permesso un approccio razionale e sintetico, centrato sugli elementi del problema. La Vespa è un prodotto di design concepito da una mente pragmatica, abituata a risolvere problemi di strutture leggere ed a�fidabili (come nei progetti aeronautici) ma capace anche di immedesimarsi senza preconcetti nel pubblico per interpretarne le esigenze e richieste di una motorizzazione semplice e di�fusa, molto diverse dai concetti della “motocicletta” un veicolo complesso, di�ficile da guidare e costoso da manutenere, più “sportivo” e meno “turistico”. E Vespa è invece un veicolo strutturalmente semplice, facile da produrre e da manutenere, facilissimo da guidare. La sintesi perfetta del progetto Vespa è nella scocca portante, che risolveva al tempo stesso il problema della struttura e la tipologia della forma. La “morfologia” della Vespa è la sua struttura principale, una fusione tra funzione ed espressività raramente cosi’ presenti e inte-
Vespa 125u del 1953
grate in un prodotto industriale. Un anno dopo la prima Vespa, esce la prima versione del motofurgone Ape, che usava all’anteriore la struttura della Vespa cui veniva aggiunto un cassone multifunzionale al posteriore. Nel 1949 la Vespa giunge alla seconda serie e nel 1953 le Vespa prodotte saranno 600.000. La Vespa si è sempre saputa rinnovare, anche a dispetto del suo restare sempre simile a se stessa, anche grazie a sapienti operazioni di marketing, campagne promozionali e pubblicitarie anche molto famose ed importanti di cui il Museo Piaggio conserva memoria nei poster, allestimenti speciali, ed altro materiale di promozione che costituisce una testimonianza dell’e�ficacia della buona comunicazione d’impresa. La Vespa insomma, deve molto all’elicottero ed è più simile ad una automobile che ad un motociclo di quanto si potrebbe pensare.
Il PD3
ma robusto e protettivo. Insomma il D’Ascanio ingegnere aeronautico a�fronta il tema scooter partendo da presupposti molto diversi dai concetti motociclistici. La prima Vespa prende forma nel 1945 e nel 1946 cominciano ad uscire gli esemplari di produzione dai nuovi stabilimenti Piaggio, appena ricostruiti.
Finita la seconda guerra mondiale la Piaggio, oltre al problema di ricostruire gli stabilimenti bombardati, deve riconvertire la produzione in ambito civile dopo la produzione bellica. Enrico Piaggio conferisce nel 1945 a D’Ascanio, il compito di studiare un veicolo capace di rendere possibile ed economico il trasporto privato individuale. Il tema progettuale posto a D’Ascanio riguarda un veicolo a due ruote, poco costoso da produrre e facile da guidare. Enrico Piaggio mostra a D’Ascanio il Paperino, veicolo che Piaggio aveva già assemblato negli stabilimenti di Biella, proprio per cercare di realizzare uno “scooter” per uso generale.
grate in un prodotto industriale. Un anno dopo la prima Vespa, esce la prima versione del motofurgone Ape, che usava all’anteriore la struttura della Vespa cui veniva aggiunto un cassone multifunzionale al posteriore. Nel 1949 la Vespa giunge alla seconda serie e nel 1953 le Vespa prodotte saranno 600.000. La Vespa si è sempre saputa rinnovare, anche a dispetto del suo restare sempre simile a se stessa, anche grazie a sapienti operazioni di marketing, campagne promozionali e pubblicitarie anche molto famose ed importanti di cui il Museo Piaggio conserva memoria nei poster, allestimenti speciali, ed altro materiale di promozione che costituisce una testimonianza dell’e�ficacia della buona comunicazione d’impresa. La Vespa insomma, deve molto all’elicottero ed è più simile ad una automobile che ad un motociclo di quanto si potrebbe pensare.
Vespa 125u del 1953
Finita la seconda guerra mondiale la Piaggio, oltre al problema di ricostruire gli stabilimenti bombardati, deve riconvertire la produzione in ambito civile dopo la produzione bellica. Enrico Piaggio conferisce nel 1945 a D’Ascanio, il compito di studiare un veicolo capace di rendere possibile ed economico il trasporto privato individuale. Il tema progettuale posto a D’Ascanio riguarda un veicolo a due ruote, poco costoso da produrre e facile da guidare. Enrico Piaggio mostra a D’Ascanio il Paperino, veicolo che Piaggio aveva già assemblato negli stabilimenti di Biella, proprio per cercare di realizzare uno “scooter” per uso generale.
Il Paperino
invece - a partire dal 1952 - la fortuna della Augusta, altra azienda Italiana, che ne aveva visto e compreso le potenzialità.
Il PD4
Corradino D’Ascanio
L’ing. Corradino D’Ascanio è noto come l’inventore della Vespa, lo scooter per antonomasia, nato nel 1946 dalla riconversione alla produzione civile della Piaggio, dopo la parentesi della guerra. Non è altrettanto noto che D’Ascanio, 16 anni prima (1930) riuscì per la prima volta al mondo a far volare un elicottero. Ed esiste un legame forte tra l’elicottero e la Vespa, o meglio tra il D’Ascanio progettista aeronautico e la filosofia della Vespa come mezzo di motorizzazione di un paese che si risollevava dopo una pesante guerra. D’Ascanio, dopo una carriera brillante nel settore aeronautico, in Italia e negli USA arriva a concretizzare nel 1930 il primo elicottero capace di volare davvero, ben quattro secoli dopo le irrealizzate e disegnate intuizioni di Leonardo Da Vinci. La prima commessa viene dal Ministero dell’Aeronautica, ma il Ministero stesso non vede ancora in quel veicolo ancora così apparentemente fragile una macchina adatta all’uso militare e i finanziamenti sono dirottati altrove. Il rapporto di D’Ascanio con Piaggio deriva proprio dalla sua seguente collaborazione con la Piaggio di Pontedera. Oggetto della collaborazione la progettazione di un’elica per aeroplani, che si dimostrerà talmente e�ficace da essere di�fusa ed acquistata da tantissime fabbriche di aerei in tutto il mondo. E sempre per Piaggio - nel 1939 - D’Ascanio insiste nel realizzare un prototipo del primo elicottero “moderno” molto più maturo dei suoi precedenti e già simile a quelli attuali.
Pagine interne
la prima Vespa del 1946
Corradino D’Ascanio Dall’elica alla Vespa
L’ing. Corradino D’Ascanio è noto come l’inventore della Vespa, lo scooter per antonomasia, nato nel 1946 dalla riconversione alla produzione civile della Piaggio, dopo la parentesi della guerra. Non è altrettanto noto che D’Ascanio, 16 anni prima (1930) riuscì per la prima volta al mondo a far volare un elicottero. Ed esiste un legame forte tra l’elicottero e la Vespa, o meglio tra il D’Ascanio progettista aeronautico e la filosofia della Vespa come mezzo di motorizzazione di un paese che si risollevava dopo una pesante guerra. D’Ascanio, dopo una carriera brillante nel settore aeronautico, in Italia e negli USA arriva a concretizzare nel 1930 il primo elicottero capace di volare davvero, ben quattro secoli dopo le irrealizzate e disegnate intuizioni di Leonardo Da Vinci. La prima commessa viene dal Ministero dell’Aeronautica, ma il Ministero stesso non vede ancora in quel veicolo ancora così apparentemente fragile una macchina adatta all’uso militare e i finanziamenti sono dirottati altrove. Il rapporto di D’Ascanio con Piaggio deriva proprio dalla sua seguente collaborazione con la Piaggio di Pontedera. Oggetto della collaborazione la progettazione di un’elica per aeroplani, che si dimostrerà talmente e�ficace da essere di�fusa ed acquistata da tantissime fabbriche di aerei in tutto il mondo. E sempre per Piaggio - nel 1939 - D’Ascanio insiste nel realizzare un prototipo del primo elicottero “moderno” molto più maturo dei suoi precedenti e già simile a quelli attuali.
Il PD4
Corradino D’Ascanio
Corradino D’Ascanio Dall’elica alla Vespa
ma sche rina
Oggi le mascherine annullano le identità e
rina che vorrebbe indossare. A fine eserci-
mettono in ombra la personalità di coloro
tazione verrà fatta una sessione fotografica
che le utilizzano. Mascherine che nel tem-
specifica (singola) dove ogni studente verrà
po del coronavirus diventano parte della
fotografato dal docente di fotografia
nostra immagine. La maschera è lo strumento che permette di oscurare la personalità di un individuo per far emergere un’identità diversa, separata e inventata. Può quindi essere un oggetto che bene si presta ad esercitare la propria creatività. La mascherina che annulla, contro la mascherina che afferma. ogni studente attraverso disegno e ricerca riflette sul tema e realizza schizzi e testi preparatori per la masche-
mascherina
design odyssey
moodboard La principale fonte di ispirazione da cui sono partito per la realizzazione della mascherina sono le opere di Matisse, in particolare i collage composti da forme semplici ma naturalistiche e di colori sgargianti.
42
43
mascherina
design odyssey
7,5 cm
La mascherina è stata pensata per essere distribuita come gadget nei musei. La particolarità è che può essere personalizzata con una serie di stencil ispirati ai cut-out di Matisse. La mascherina è in cotone, è formata da due pezzi speculari cuciti tra loro al centro e può essere colorata con tempere atossiche per tessuti. I lacci che permettono di indossare la mascherina sono elastici e sono inseriti in una apposita piega cucita. Realizzare questa mascherina mi ha dato la possibilità di capire come riuscire a esprimere la propria creatività tenendo però conto dei limiti e delle difficoltà del progettare un prodotto adatto alla vendita.
13 cm
progetto
3 cm 12 cm
20 cm
bozza
20 cm
44
45
46
47
logo tipi
Il Logo, o logotipo, è la rappresentazione
verranno illustrati cinque loghi di cinque
grafica del nome di un prodotto o un’a-
categorie diverse, tutti generati partendo
zienda, che contribuisce a distinguerli dai
dalla stessa matrice geometrica.
competitor, portando al riconoscimento da parte dei consumatori, spesso grazie all’uso di un lettering specifico e/o all’aggiunta di altri elementi visivi, come per esempio i pittogrammi. Il logo è spesso l’immagine che si tende a collegare più facilmente a un brand e perciò deve rispecchiare i suoi valori e obiettivi. Per poter creare un logo efficace, questo importante elemento della brand identity deve essere costruito in maniera strategica. In questa esercitazione
logotipi
design odyssey
caratteristiche
tipologie
Il lettering è fatto dai caratteri di un logo
I colori vanno ben oltre il richiamo este-
Il Wordmark è un Logo molto semplice,
derlo così semplice da risultare anonimo
disposti in una struttura grafica coerente.
tico: sono i principali comunicatori del
formato dal solo carattere tipografico. È
o associabile a brand simili. Tra tutte le
Ci sono loghi costruiti intorno a una sin-
messaggio, fornendo una prima impressio-
immediato, comprensibile e molto fruibile;
tipologie di Logo, il Wordmark è quello più
gola lettera, a un monogramma o al nome
ne dell’azienda, che sia spiritosa o seria,
anche per questo, è importante non ren-
testuale.
completo dell’azienda. Font e stile contri-
innovativa o tradizionale, all’avanguardia o
buiscono a dare verve ai loghi.
classica. Il colore può essere determinante nel rendere il logo riconoscibile.
Un’immagine può variare da una freccia
Solitamente disposto nella parte inferiore,
Il Monogramma è un Logo testuale basato
e unico (come il mitico logo di PlayStation,
minimalista a un vero e proprio fumetto.
lo slogan non è sempre presente nel design
sulle lettere iniziali del marchio o della
o la faccina di LG composta con le sue due
Può essere un’icona, un simbolo o anche una
principale del logo (comparendo spesso in
persona; esse vengono rielaborate grafica-
lettere). Questa soluzione è molto utile per
foto che rimanda all’attività aziendale o a
varianti secondarie) ma nel caso esso sia
mente fino ad ottenere un aspetto peculiare
i brand che hanno nomi lunghi.
valori che essa rappresenta. Solitamente
astratto o minimale, esso può fornire una
vengono scelte immagini semplici per ga-
chiave di lettura per il logo e l’azienda.
rantire la leggibilità del logo.
50
51
design odyssey logotipi
Il logo a mascotte è un ottimo modo per
Questo tipo di logo è eccellente per le
L’Emblema è un Logo ibrido, in cui il nome
ne; di conseguenza, l’Emblema stesso viene
creare il proprio portavoce del brand. Una
aziende che vogliono creare un’atmosfera
del brand compare all’interno del simbolo.
influenzato dal nome e dalle sue caratteri-
mascotte è semplicemente un personaggio
che richiama benessere e felicità, appel-
Gli elementi di un Emblema non sono mai
stiche (come nel caso di Starbucks o BMW).
illustrato che rappresenta l’ azienda.
landosi alle famiglie e ai bambini.
isolati, anzi formano un’unica composizio-
Il Logo astratto ha le stesse caratteristiche
gura dovrebbe rimandare ad un’immagine
Il Pittogramma è un Logo prettamente
essere sempre strettamente legata ad un
del Pittogramma, ma con una differenza:
o ad un concetto reale; a lei resta infatti il
visivo, formato da una immagine ben ri-
elemento importante dell’azienda: il suo
l’immagine non rappresenta un elemento
compito di rappresentare i valori dell’a-
conoscibile che rappresenta un oggetto o
nome, la sua funzione, la sua missione, o i
concreto, bensì una figura astratta. La fi-
zienda, nonché di renderla riconoscibile.
elemento concreto. L’immagine dovrebbe
suoi valori.
52
53
logotipi
design odyssey
matrice geometrica La matrice geometrica che è stata scelta per la realizzazione dei loghi si compone di un cerchio centrale e sei cerchi disposti in modo da poter essere inscritti in un esagono. Il perimetro dei cerchi esterni è leggermente scostato rispetto al centro del cerchio interno, in modo da generare ulteriori forme che aumentano il numero di combinazioni per la creazione dei loghi. Inoltre, aumentando lo spessore delle linee che compongono il logo, è possibile generare una ulteriore matrice geometrica più complessa.
bozza
54
55
logotipi
design odyssey
varianti La matrice geometrica di partenza, nella sua semplicità, permette di creare molte varianti, anche grazie all’ accostamento di più colori che contraddistinguono i vari elementi che compongono il logo.
palette
20315C
1C5DA9
56
4989C8
57
logotipi
design odyssey
logo geometrico
lettering
Il logo geometrico è stato pensato per un’agenzia spaziale. I cerchi che si sovrappongono richiamano le eclissi e i colori sono ispirati ai corpi celesti, in particolare a Urano, Nettuno e la Luna. i colori bianco e
nero invece sono un riferimento allo spazio e alle stelle. Le forme curve del font scelto (Soya Regular) richiamano quelle del logo.
palette
4059A4
58
AEDCE6
59
FFFFFF
logotipi
design odyssey
scala di grigi
varianti cromatiche
F2F2F1
E0E0E0
A71B18
E65412
D1D0D0
B3B3B4
E62931
EE8415
BABAB9
9C9D9D
E45558
F29553
C3C3C2
A09E9E
E7BB1C
912C88
838484
616161
E9CA23
864B98
6E6E6E
4A4B4B
EFDC58
9760A5
858484
6C6B6B
1E539D
269C37
464646
2D2C2E
53BFCD
70B137
303031
161717
7CCAE2
88BB55
60
61
logotipi
design odyssey
deformazione
configurazioni
62
63
logotipi
design odyssey
gruppi di simmetria assiale
effetti 3D
rotatoria
texture progressione
traslatoria
64
65
logotipi
design odyssey
logo natura
lettering
Il logo a tema natura è stato realizzato per un fioraio. oltre alla forma, anche i colori richiamano quelli dei fiori: rose, girasoli, viole. Lo stile del font (Arista Pro Bold) per il nome del negozio è ispirato alla cultura
hippie, anche nota con il termine “figli dei fiori”.
palette
794897
66
67C4DB
E95854
67
FCC019
logotipi
design odyssey
scala di grigi
varianti cromatiche
F0F1F1
DEDFDF
EE7584
F49C68
D1D0D0
D6D7D7
E83B3B
F39200
BABAB9
D6D7D7
E51B20
EB7722
E4E5E5
B1B3B2
A81816
E84E0E
C2C3C4
9E9F9F
F3D868
9F6AAB
B3B6B6
919393
EFE527
8D4695
808383
5F6160
EBCA25
834D99
6D6F6F
494B4B
E8B00F
942786
838484
6C6D6C
98D5EB
94BF5E
767777
5A5B5A
67C4DB
7FB53C
434445
2C2C2F
30B9BF
67AF32
2E3233
181A1B
214999
1A9A38
68
69
logotipi
design odyssey
deformazione
configurazioni
70
71
logotipi
design odyssey
gruppi di simmetria assiale
effetti 3D
rotatoria
texture progressione
traslatoria
72
73
logotipi
design odyssey
logo multisignificato
lettering
Il logo multisignificato contiene al suo interno un sole, una luna, una nuvola e il cielo, essendo pensato per un programma meteorologo. I colori sono ovviamente ripresi dagli elementi rappresentati nel logo,
mentre il font (Foco Black Regular) scelto per il nome con le sue forme curvilinee richiama quelle della nuvola.
palette
FFFFFF
74
D1D0D0
F5DE3F
75
2DB3E8
logotipi
design odyssey
scala di grigi
varianti cromatiche
F2F2F1
E0E0E0
A71B18
E65412
D1D0D0
B3B3B4
E62931
EE8415
BABAB9
9C9D9D
E45558
F29553
BAB677
BAB679
345797
248654
C3C3C2
A09E9E
E7BB1C
912C88
838484
616161
E9CA23
864B98
6E6E6E
4A4B4B
EFDC58
9760A5
BA78B9
BABA78
468654
457889
858484
6C6B6B
1E539D
269C37
464646
2D2C2E
53BFCD
70B137
303031
161717
7CCAE2
88BB55
BABA78
B67AB9
234543
458543
76
77
logotipi
design odyssey
deformazione
configurazioni
78
79
logotipi
design odyssey
gruppi di simmetria assiale
effetti 3D
rotatoria
texture progressione
traslatoria
80
81
logotipi
design odyssey
logo acronimo
lettering
Andrea Di Cristo Il logo acronimo è composto dalle iniziali del nome Andrea Di Cristo con una disposizione triangolare e in senso antiorario. Essendo pensato per uno studio grafico, i colori riprendono i quattro principali di
stampa: ciano, magenta, giallo e nero. Anche il font scelto (Helvetica Bold) richiama il mondo della grafica essendo uno dei più utilizzati.
palette
009FE3
82
E6007E
83
FDD416
logotipi
design odyssey
scala di grigi
varianti cromatiche
F2F2F1
E0E0E0
A71B18
E65412
D1D0D0
B3B3B4
E62931
EE8415
BABAB9
9C9D9D
E45558
F29553
C3C3C2
A09E9E
E7BB1C
912C88
838484
616161
E9CA23
864B98
6E6E6E
4A4B4B
EFDC58
9760A5
858484
6C6B6B
1E539D
269C37
464646
2D2C2E
53BFCD
70B137
303031
161717
7CCAE2
88BB55
84
85
logotipi
design odyssey
deformazione
configurazioni
86
87
logotipi
design odyssey
gruppi di simmetria assiale
effetti 3D
rotatoria
texture progressione
traslatoria
88
89
logotipi
design odyssey
logo significante
lettering
* Il logo significante ha la forma di una maschera, essendo pensato per una casa editrice di fumetti supereroistici. Il colore blu notte dà al logo un aspetto misterioso, mentre il font (Star Guard Regular) ha uno
stile comune a quello dei titoli dei fumetti a tema supereroi.
palette
232F5E
90
91
logotipi
design odyssey
scala di grigi
varianti cromatiche
D1D0D0
9C9D9D
E4161A
EC681B
6F6F6E
4B4B4B
FCDA16
A6529B
303132
161717
6CC6D9
6BB646
92
93
logotipi
design odyssey
deformazione
configurazioni
94
95
logotipi
design odyssey
gruppi di simmetria assiale
effetti 3D
rotatoria
texture progressione
traslatoria
96
97
imma gine coordi nata
La locuzione immagine coordinata appar-
l’altro. Questa coerenza si riferisce tradi-
tiene al mondo della comunicazione vi-
zionalmente a elementi di comunicazione
siva. Ha come oggetto la comunicazione
visiva quali, ad esempio, loghi, colori, ca-
di aziende, società, enti, associazioni e
ratteri tipografici, impaginazione e pre-
qualsiasi altra entità commerciale, sociale
sentazione grafica dei documenti, imposta-
o concettuale che abbia tra i suoi bisogni
zione della comunicazione commerciale e
quello di essere conosciuta da un determi-
promozionale.
nato pubblico. In quanto immagine, si riferisce alla percezione che l’ambiente, inteso come gruppo di potenziali destinatari del messaggio, ha delle rappresentazioni visive dell’entità in questione. L’immagine diventa coordinata quando i differenti fenomeni comunicativi risultano coerenti l’uno con
immagine coordinata
design odyssey
logo scelto
100
101
immagine coordinata
design odyssey
margini
varianti cormatiche
102
103
x
x x
immagine coordinata
design odyssey
biglietto da visita Il biglietto da visita è una tessera, tipicamente in cartoncino, con nome e cognome spesso integrati da una serie di altri dati personali organizzati in un layout artistico originale e personalizzato. Il formato del biglietto da visita usato in questo caso è 55 x 85 mm. Avendo lo stesso ingombro di una carta di credito, è il formato perfetto da inserire nel proprio portafoglio. In generale, a seconda del formato scelto, le informazioni da stampare saranno distribuite in modo diverso sulla superficie, con maggiore o minore densità. La carta è senza ombra di dubbio il materiale più scelto per realizzare il proprio biglietto da visita personalizzato. Solitamente per i biglietti classici si utilizza una grammatura di 350 gr/m. 2
griglia PATRICIA SWEET - CEO
55 cm
KNOXVILLE, TN 2883 WISEMAN STREET
TEL. -865-368-3345 MOB. -865-306-9204 spaceagency@mail.net
85 cm
104
105
immagine coordinata
design odyssey
carta intestata La carta intestata è quel particolare foglio di carta che fornisce immediatamente informazioni sia circa il soggetto al quale è indirizzata la lettera, sia circa il mittente. Si chiama “intestata” proprio perché in cima (in testa al foglio) è presente il logo o il design identificativo dell’azienda o del professionista e, nella parte restante del foglio, c’è tutto lo spazio vuoto che serve per contenere il testo di una lettera o un messaggio particolare. La carta intestata serve sia per comunicare con i propri clienti, sia per presentarsi ai potenziali, sia per inviare fatture e fax.
griglia Foglio secondario
Foglio principale
Space Agency Knoxville, TN 2883 Wiseman Street 865 368 3345 spaceagency@mail.net
Space Agency
106
Knoxville, TN
2883 Wiseman Street
865 368 3345
spaceagency@mail.net
107
immagine coordinata
design odyssey
busta da lettera La busta è un prodotto postale, generalmente fatta di carta ed eventualmente con l’aggiunta di un pannello trasparente o di uno spazio vuoto comunemente detto finestra. Un altro fattore che caratterizza una busta è la possibilità di avere una chiusura autoadesiva con protezione strip o meno. Talvolta la busta dispone di un sistema di apertura facilitata collocato in corrispondenza di uno dei due angoli della parte superiore. Il suo utilizzo principale riguarda l’invio di lettere o documenti sia essi per uso privato che commerciale. La busta è utilizzata per mantenere la riservatezza nei riguardi dei contenuti spediti. Il formato più usato è il DL, anche detto c6/5, che misura 11 x 22 cm e può contenere un foglio A4 piegato in tre parti.
griglia PATRICIA SWEET - CEO
11 cm
KNOXVILLE, TN 2883 WISEMAN STREET TEL. -865-368-3345 MOB. -865-306-9204
PATRICIA SWEET - CEO KNOXVILLE, TN 2883 WISEMAN STREET TEL. -865-368-3345 MOB. -865-306-9204
22 cm
108
109
immagine coordinata
design odyssey
poster
spilla
t-shirt
shopping bag
110
111
sche de le zioni
Relativamente alle varie lezioni teoriche, documentate dalle lezioni presenti su drive, selezionarne due (sui personaggi, i movimenti o temi trattati nelle lezioni) da approfondire in due diversi capitoli di ricerca che partano dal tema e arrivino a proporre due relazioni testuali/grafiche di approfondimento tematico, Si possono usare parte dei testi delle lezioni e delle immagini mostrate, solo se inserite nel contesto di un proprio testo.
schede lezioni
design odyssey
odissea nello spazio Per produrre 2001: Odissea nello spazio
e di mobili, a immaginare come avrebbero
Stanley Kubrick ha impiegato 4 anni di
potuto essere i loro oggetti qualche de-
lavoro con un grande dipartimento arti-
cennio più tardi, nel 2001 appunto. Questo
stico e molti specialisti (tra cui il con-
rende il film più famoso di Stanley Kubrick
sulente scientifico Frederick Ordway , lo
non solo un pezzo di storia del cinema ma
scenografo degli effetti speciali Joy Cuff ,
anche un importante manuale di design e
il supervisore degli effetti speciali Douglas
innovazione.
Trumbull e l’art-guru Harry Lange). Il film ha stabilito un nuovo standard della produzione cinematografica, rappresentando uno dei primi esempi di product placement strategico: il team di produzione di 2001: Odissea nello spazio ha invitato produttori e progettisti, ma anche designer d’interni
114
115
schede lezioni
design odyssey
Tra i pezzi di design più conosciuti presen-
magenta. In ogni caso, sono le indiscusse
ti nel film ci sono le Djinn chair. Progettate
protagoniste degli interni bianche di 2001:
da Olivier Mourgue per Airbone Internatio-
Odissea nello spazio.
nal nel 1965, sono diventate un’icona del
Insieme a loro, nella lobby bianchissima
design futuristico degli anni ’60. Realizza-
della Hilton Space Station di 2001: Odis-
te in tubolare d’acciaio rivestito con im-
sea nello spazio, i tavolini Tulip disegnati
bottitura in schiuma poliuretanica e rive-
da Eero Saarinen nel 1965 e le posate di
stito in tessuto jersey, le sedie nel film di
Arne Jacobsen.
Kubrick appaiono di un rosso vivido a causa dell’illuminazione, ma in realtà sono di una tonalità di rosa che vira leggermente
116
117
schede lezioni
Uno dei protagonisti del film è HAL 9000 (acronimo di Heuristic ALgorithmic), il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery. Per realizzarlo Kubrick e Arthur C. Clarke (autore dell’omonimo libro da cui è stato tratto il film) andarono in IBM, all’epoca la più grande azienda informatica del mondo, alla ricerca di disegni e progetti che potessero immaginare il futuro del personal computing.
Eliot Noyes, consulente di design industria-
nuove capsule lunari. Tra le aziende coinvol-
le di IBM, propose a Kubrick che “un com-
te da Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke an-
puter della complessità richiesta dalla son-
che Hamilton, brand di orologi statunitense,
da Discovery sarebbe un computer in cui
e John Bergey, uno sviluppatore di Hamilton
gli uomini potessero entrare, piuttosto che
noto per aver contribuito a inventare l’oro-
un oggetto attorno al quale
logio digitale, a cui chiesero
camminare”. Ma Kubrick vo-
di sviluppare un orologio di-
leva qualcosa di più piccolo,
gitale e un orologio da pol-
come un pannello di control-
so ibrido analogico/digitale
lo. “Le ipotesi di IBM erano
.Nel 1968, dopo l’uscita del
indietro rispetto ai tempi”,
film, Hamilton pubblicò un
scrive Piers Bizony nel libro
orologio completamente di-
The making of magic edito
verso ma bello per il pubbli-
da Taschen. “Le aziende riva-
co dell’epoca, Odyssee 2001,
li, come Motorola e Raythe-
scritto diversamente per evi-
on, stavano spingendo verso
denti ragioni di copyright e
la miniaturizzazione, caval-
40 anni dopo, nel 2006, pro-
cando l’esigenza della NASA di avere com-
pose l’X-01 rilettura in edizione limitata
puter abbastanza piccoli da adattarsi alle
dell’orologio originale del film.
119
design odyssey 2001: Odissea nello spazio è uscito al cinema un anno prima che l’Apollo 11 arrivasse sulla luna, e guardarlo 50 anni dopo dimostra chiaramente che non fu solo un viaggio nello spazio. Era una previsione accurata del futuro, che ancora oggi continua a influenzare designer e architetti.
120
121
schede lezioni
design odyssey
il futurismo Il futurismo è un movimento artistico e
pita come sola igiene del mondo. Al culto
culturale che nasce in Italia nei primi anni
dei sentimenti, dell’analisi interione, alla
del Novecento.
meditazione e al silenzio contrappongono
L’aspetto più vistoso di questo movimento
lo slancio vitale, aggressivo e prepotente, il
“rivoluzionario è il rifiuto totale dei valo-
chiasso, la luce abbagliante.
ri tradizionali dal passato, considerati dai
movimenti artistici come il futurismo sono
suoi esponenti espressione di ignoranza e
stati a lungo non studiati in Italia perché
di superstizione. I futuristi si fanno infatti
compromessi con il regime e la parte cul-
interpreti di una nuova concezione della
turale tra le due guerre è rimasta in ombra.
vita basata sulla fede nel futuro e nel pro-
Successivamente però si sono studiati e si
gresso tecnologico.
è capita la loro importanza in Italia ma
Gli artisti futuristi esaltano gli ideali del-
anche nel resto del mondo.
la velocità, del dinamismo, della forza materiale, della violenza, della guerra conce-
122
123
Fo rt
dichiarato nel Manifesto Ricostruzione
ne diversa da quella di tutte le altre sto-
futurista dell’universo del 1915 (a cura di
rie del design. In Italia il design è molto
Balla e Depero). I futuristi fondano labora-
vicino alle teorie e alle idee artistiche
tori artigianali, le case d’arte, dove produ-
sviluppatesi agli inizi del ‘900 e tutte, non
cono i loro oggetti.
una soltanto, influenzeranno lo sviluppo del
Nel 1925 all’Esposizione di Arti Decora-
design italiano. Alla nascita di una co-
tive di Parigi Balla e Depero espongono i
scienza del design in Italia dà un apporto
loro mobili futuristi è ottengono un buon
determinante il secondo Futurismo.
successo. La questione dell’immobilità
Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico
del mobile era stata sollevata da France-
Pranpolini iniziano a disegnare ambienti
sco Cangiullo che aveva scritto Il mobilio
espositivi, mobili, oggetti per la casa, ve-
futurista nel 1920, un manifesto dove si
stiti, libri e manifesti, al fine di «ricostru-
auspicava la realizzazione di «mobili a
ire l’universo rallegrandolo», così com’è
sorpresa parlanti e paroliberi»
un rt Fo
io ll Tu
124
M 28 az zo 19 tti co –B occale acentri
at o
93 8
L’identità del design italiano ha una origi-
De si r pe a ro – int Tavolino con
1
125
lla – Arredo o Ba 1 om 91 ac 8 Gi
alla – Vanity oB 19 m 18 co a i G
design odyssey
edia ros ro – S ae e p bl De u to a 1 un
0 93
Sedia verde eg ro – e p ia e ll D a o at
30 19
Fo rt un
Schede lezioni
Schede lezioni
design odyssey
rivela importante anche in campo fotografico. Il Manifesto della fotografia futurista verrà presentato solo nel 1930 ma già negli anni precedenti si può notare in gran parte dei quadri futuristi l’ispirazione all’analisi del movimento fatta dalle fotografie di ÉtienneJules
Anton Bragaglia - Lo schiaffo - 1911
Anton Bragaglia - Suonatore di violino - 1913
L’avanguardia futurista si
Questo modo di concepire la fotografia è molto più coerente con le idee futuriste poiché esalta sia la velocità che la simultaneità.
Marey, Eadweard Muybridge e già sul finire dell’Ottocento da Ernst Mach. Umberto Boccioni - Ritratto polifisiognomico - 1911
Anton Bragaglia - Salutando - 1911
Il fotografo e regista Anton
Questo modo di raffigurare
Giulio Bragaglia teorizza,
il movimento, l’affermarsi
opponendosi alla fotogra-
della fotografia con inqua-
fia tradizionale che riduce
dratura zenitale (dopo la
il movimento e la velocità
diffusione delle immagini
a staticità, fonda il foto-
scattate da palloni aero-
dinamismo: analizzare il
statici o aerei) aggiunta al
movimento nella sua conti-
paroliberismo rinnoveranno
nuità, l’esito del movimen-
il linguaggio della grafica
to è impresso su un unico
pubblicitaria.
fotogramma, con la tecnica della stroboscopia.
126
127
schede lezioni
Mai come ai tempi del Futurismo il connubio tra arti figurative e comunicazione pubblicitaria ebbe una produzione così proficua e innovativa. Dalla grafica pubblicitaria al packaging, dal personal branding al marketing del prodotto, la moderna visione dei futuristi rivoluzionò per sempre il modo di fare comunicazione in Italia.
‘L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria’
Così scrisse nei primi anni ‘30 Fortunato Depero, l’artista futurista che più di ogni altro contribuirà all’evoluzione della comunicazione pubblicitaria in Italia. La sua storica collaborazione con Davide Campari lo rese un vero e proprio simbolo della nuova cultura industriale.
128
design odyssey
Pittore, scultore, scenografo, costumista, designer e illustratore, Depero comprese, insieme a Campari, che il prodotto per affermarsi aveva bisogno di acquisire un’immediata riconoscibilità e come il consumatore moderno fosse un individuo distratto, la cui attenzione andava sollecitata.
Depero studiò lettering, immagini e illustrazioni dal forte impatto visivo per creare manifesti che attirassero subito l’attenzione dell’osservatore.
Nel 1932 si occupò anche di packaging, progettando il design dell’iconica bottiglietta del Campari a forma di calice rovesciato, confermandosi un precursore del marketing del prodotto e del branding come li conosciamo oggi.
131
ambi gue perce zioni
Le illusioni ottiche sono degli effetti ottici
In parole povere, quando la luce colpisce
che si verificano quando il nostro cervello
la retina, passa circa un decimo di secon-
tenta di percepire il futuro e quella perce-
do, prima che il cervello traduca il segnale
zione non corrisponde alla realtà.
percepito in informazione visiva del mondo
Il nostro inconscio cognitivo sulla base
circostante.
dell’esperienza, “scommette” che le cose stiano in un certo modo e quindi aggira l’incertezza facendoci cadere nella trappola dell’ illusione ottica. Il nostro cervello anticipa la vista di pochi millesimi di secondo e ci confonde con effetti ottici e immagini ambigue . In pratica sono immagini distorte dal cervello.
ambigue percezioni
design odyssey
le illusioni
Necker). L’illusione da distorsione riguarda,
ne, o un’interpretazione, che viene acqui-
per l’appunto, una distorsione percettiva
sita dal cervello. L’elaborazione top-down
per quanto riguarda dimensione, lunghez-
(letteralmente, dall’alto in basso) è guida-
za, posizione o curvatura di un oggetto o di
ta dal cervello, che “impone” una propria
uno stimolo.Il paradosso è quell’illusio-
interpretazione e dunque una certa “orga-
Esistono moltissime tipologie di illusio-
Le illusioni ottiche fisiologiche sono il ri-
ne ottica data dalla visione di un oggetto
nizzazione” agli stimoli. Spesso, nell’ela-
ni ottiche, e una chiara categorizzazione
sultato degli effetti di eccessive o insolite
impossibile, che non può esistere nel mon-
borazione del nostro mondo da parte del
è difficile da effettuare, soprattutto perché
stimolazioni sul cervello (o sugli occhi). Si
do reale. A volte può essere determinato da
cervello e del sistema visivo, questi due
a volte la natura dell’illusione non è com-
crede che ogni caratteristica di uno sti-
disaccordi cognitive. Un esempio è il trian-
tipi di elaborazioni si alternano e possono
prensibile fino in fondo. Un punto di rife-
molo segua un proprio percorso neurale,
golo di Penrose.La finzione è infine l’illu-
risultare in percezioni differenti.
rimento importante può essere la catego-
nelle prime fasi della processazione visiva.
sione che fa percepire una figura anche se
rizzazione di Richard Gregory, psicologo e
Un’attività particolarmente intensa o ripe-
non è presente nello stimolo.
neuroscienziato britannico. Secondo Gre-
titiva per quanto riguarda alcune caratte-
Per quanto riguarda l’interpretazione de-
gory, esistono tre principali classi di illu-
gli stimoli del nostro mondo, infine, è bene
sioni ottiche: quelle fisiche, quelle fisiolo-
tenere in mente che esistono due tipolo-
giche e quelle cognitive.
gie di elaborazioni, da parte del cervello.
Le illusioni ottiche fisiche dipendono da
L’elaborazione bottom-up (letteralmente,
fenomeni fisici del mondo. Ad esempio, in
dal basso in alto) è quella guidata dagli
condizioni di bassa umidità può accadere
stimoli che vanno a comporre un’immagi-
che una montagna ci appaia molto più vicina di quanto non sia in realtà. Dal momento che la foschia è un indizio che il nostro cervello utilizza per calcolare la percezio-
ristiche, o l’interazione con percorsi adia-
ne di profondità, possiamo essere “ingan-
centi, può causare uno squilibrio che altera
nati” quando questa è particolarmente poco
la percezione. Le illusioni ottiche cogniti-
presente. Un altro classico esempio di il-
ve, infine, sono causate da inferenze incon-
lusione ottica fisica è quello classicamente
sce di vario tipo che il cervello compie sul
descritto da Tolomeo: un bastone immerso a
mondo. Un esempio è la celebre illusione
metà nell’acqua appare piegato.
coniglio-papera: l’interpretazione ambigua dell’immagine ha la capacità di cambiare continuamente grazie alle nostre conoscenze sul mondo. Oltre a queste tre classi, e in ognuna di esse, esistono quattro tipi di illusioni: ambiguità, distorsioni, paradossi e finzione. L’ambiguità è quell’illusione ottica che può elicitare un cambio, uno “switch” tra un’interpretazione e l’altra (per esempio, appunto, l’illusione coniglio-papera o il cubo di
134
135
ambigue percezioni
design odyssey
compenetrazione M. C. Escher
Tematica fondamentale dell’arte esche-
che, nonostante i limiti fisici imposti dalle
riana è quella della compenetrazione tra
dimensioni del supporto, si dilatano ed
due mondi differenti. In altre parole Escher
evocano simultaneamente due mondi diffe-
spesso si divertì a esplorare le possibilità
renti.
della visione e a progettare composizioni Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è
e in largo in cerca di ispirazione.
stato un incisore e grafico olandese. È co-
Lascia l’Italia per andare in Svizzera nel
nosciuto soprattutto per le sue incisioni
1935 a causa dell’insopportabile clima
che hanno per oggetto immagini basate su
politico causato dal fascismo. Nell’inver-
curiose simmetrie che esplorano l’infinito,
no del 1944 il suo grande maestro e amico
paradossi matematici e prospettive (appa-
Samuel Jessurun de Mosquita muore con la
rentemente) impossibili. L’artista olandese
moglie e il figlio nel campo di concentra-
vive a Roma dal 1923 al 1935 con sua mo-
mento di Theresienstadt, in Rep. Ceca.
glie Jetta Umiker che sposa a Viareggio nel
Negli anni Quaranta Escher si trasferisce in
1924. È in Italia che nascono i suoi figli
Belgio e poi in Olanda. Da qui comincerà
George ed Arthur. Escher ricorderà i suoi
il suo periodo artistico più prolifico, in cui
anni in Italia come “I migliori anni della
abbandonerà la riproduzione della realtà
sua vita”. Escher approfitta del soggiorno
per rappresentare il suo mondo interiore.
italiano per percorrere la penisola in lungo
Giorno e notte
136
137
ambigue percezioni
design odyssey
solidi platonici
tassellatura
Escher fu un artista molto sensibile alle
poliedri caratterizzati da spigoli e angoli
La tassellatura è un’operazione per la qua-
complesso palaziale moresco in Spagna,
suggestioni mistiche emanate dai cristalli
tutti uguali, tradizionalmente considerati
le una superficie viene ricoperta da motivi
dove viene affascinato dalle piastrellature
e dai solidi platonici. I primi sono porzio-
la massima espressione di armonia e perfe-
ripetute con tutte le possibili variazioni.
che riproponevano ritmicamente il medesi-
ni di materia omogenea che rispondono a
zione.
In particolare Escher approfondisce questo
mo motivo ornamentale.
leggi geometriche costanti, I secondi sono
tema in segiuito a una visita all’Alhambra,
138
139
ambigue percezioni
design odyssey
mondi impossibili
infinito
Il nome di Escher è indissolubilmente le-
teoria della relatività, le quali conducono
Escher in alcune sue opere tenta di cogliere
dove un motivo ripetitivo viene sottopo-
gato a quello dei cosidetti “mondi impos-
all’assunzione di un continuo spazio-tem-
le dimensioni dell’infinito. Forte della pro-
sto a una costante riduzione radiale verso
sibili”. Si tratta di una formulazione arti-
porale in cui distanze e spazi temporali
pria esperienza con le tasselatuere, volle
l’esterno e si espande così fino a diventare
stica degli stravolgimenti attuati da Albert
variano al mutare del sistema di riferimen-
avvicinarsi alle profondità dell’infinito, sia
infinitamente piccolo.
Einstein con i suoi due postulati della
to.
filosofico che matematico, in composizioni
140
141
ambigue percezioni
design odyssey
immagine ibrida L’illusione ottica in questione non è nuova. È stata infatti realizza nel 2007 da un team di ricercatori dell’Mit, per studiare in che modo, e con quale velocità, il nostro cervello processa gli stimoli visivi. Fondamentalmente, l’immagine è formata dalla sovraimpressione di due parole, una delle quali (basic) è composta da molti più pixel e quindi più dettagliata, mentre l’altra (design) è estremamente sfocata. Per questo motivo guardando l’immagine da vicino riusciamo a cogliere di norma tutti i dettagli e ci appare la prima parola, mentre allontanandosi (o in caso di problemi di vista) l’immagine sfocata della seconda. All’Mit l’illusione ottica è stata utilizzata negli ultimi anni in una serie di esperimenti, che hanno permesso di scoprire quanto tempo impiega in media il cervello per cogliere i particolari di un’immagine.
142
143
ambigue percezioni
design odyssey
“bulge” Questo genere di illusione ottica basata sulla variazione della percezione sembra formare deformazioni curvilinee pur essendo costituito solo da quadrati di diverse dimensioni e colori. Questa illusione è stata ideata da Akiyoshi Kitaoka, professore di psicologia all’università di Ritsumeikan di Kyoto. Akiyoshi è inoltre specializzato in percezione visiva e illusioni visive basate sulle forme geometriche, luminosità, colore, illusioni di movimento e altri fenomeni visivi, come il completamento della Gestalt e la trasparenza percettiva. È diventato famoso grazie alla sua illusione di deriva periferica Rotating Snakes
144
145
ambigue percezioni
design odyssey
oggetto impossibile Un oggetto impossibile è un oggetto che non può essere costruito nella realtà tridimensionale perché in contrasto con le leggi della geometria, sebbene sia possibile disegnarne una rappresentazione bidimensionale. La percezione dell’immagine bidimensionale come oggetto verosimile rappresenta un paradosso ed è per questo una illusione ottica di tipo cognitivo. In realtà diversi oggetti impossibili possono essere approssimativamente costruiti in tre dimensioni impiegando qualche trucco prospettico, come in questo caso.
progetto
146
147
kiri gami
Il kirigami è una tecnica orientale di in-
Il kirigami viene solitamente realizzato
taglio e piegatura della carta per ottenere
eseguendo dapprima tutti i tagli neces-
forme tridimensionali a partire da un unico
sari, ottenendo in questo modo una base
foglio, senza asportare pezzi. Il significato
che viene quindi piegata e appiattita per
del termine deriva dal giapponese “kiru” =
ottenere il modello. I modelli sono solita-
tagliare e “kami” = carta).
mente simmetrici e possono rappresentare
Questa tecnica consente all’artista di enfa-
modelli geometrici, figurativi e strutture
tizzare la presentazione visuale dell’opera
architettoniche. I vari soggetti prendono
salvaguardando la semplicità e la pulizia
forma con l’apertura del foglio: si possono
delle linee. Il kirigami può essere con-
realizzare kirigami la cui apertura è di 90
siderato una variante dell’origami, anche
gradi e kirigami con apertura a 180 gradi,
se nell’origami il taglio della carta non è
ma anche a 360 gradi.
accettato dalla maggioranza dei moderni piegatori.
kirigami
design odyssey
esercizi Partendo da cartoncini bianchi di forma quadrata con dimensioni di 30X30 oppure 20x20 attraverso un programmato processo di tagli e piegature, si realizzino tre modelli tridimensionali dei quali uno evidenzi una simmetria bilaterale e uno una simmetria traslatoria . Il terzo preveda un doppio ribaltamento di uno dei semipiani. Di ogni esercizio A, Be C si realizzino m delli in cartoncino bianco F5. Si documentino tutti i modelli avendo cura che l’intero modello sia chiaramente visibile. Anche attraverso: diversi punti vista e diverse altezze di ripresa; variando luce e colore; proiez. di textures, effetti di ambiguità percettiva e simulazione di altri materiali; Si rappresentino sempre le sequenze di passaggio dal piano al volume. Di ogni modello deve essere prodotto anche il disegno sul piano. Questo dovrà indicare con linea continua i tagli, con tratteggio stretto la piega a monte e tratteggio più largo la piega a valle. Coloro che hanno maturato adeguate competenze informatiche possono anche opzionalmente realizzare una rappresentazione digitale del modello 3D e animazione.
150
151
kirigami
design odyssey
prima esercitazione (a)
varianti
taglio piega a valle piega a monte
152
153
kirigami
design odyssey
variante inventata 1
variante inventata 2
154
155
kirigami
design odyssey
prima esercitazione (b)
varianti
taglio piega a valle piega a monte
156
157
kirigami
design odyssey
variante inventata 1
variante inventata 2
158
159
kirigami
design odyssey
simmetria bilaterale
progetto taglio piega a valle piega a monte
160
161
A
design odyssey
162
163
kirigami
design odyssey
simmetria traslatoria
progetto taglio piega a valle piega a monte
164
165
A
design odyssey
166
167
kirigami
design odyssey
doppio ribaltamento
progetto taglio piega a valle piega a monte
168
169
A
design odyssey
170
171
kirigami
design odyssey
narrazioni Utilizzando la tecnica delle precedenti esercitazioni “Kirigami” (A+B), si costruscano due modelli che rappresentino due “città ideali” ispirandosi al libro “Le città invisibili” di Italo Calvino. Oppure (alternativa) la rappresentazione di un ambiente ispirato a due romanzi che verranno indicati dal docente. Le composizioni dovranno essere basate sulla tecnica del KIRIGAMI e i lavori andranno poi fotografati anche con l’ausilio di proiezioni ed illuminazione ad hoc. In questa esercitazione si privilegia l’aspetto scenico, si tratta di visualizzare fotograficamente delle architetture e degli spazi tridimensionali. In questa esercitazione non è importante vedere il KIRIGAMI nella sua interezza, tuttavia occorre allegare il disegno tecnico con l’indicazione delle varie pieghe. Le esercitazioni di “taglia e piega” hanno l’obiettivo di sviluppare un controllo cognitivo delle configurazioni spaziali. Abituare lo studente a concepire la forma come risultato di un processo logico. Nella fase teorica, saranno richiamati i temi della morfologia e della topologia. L’esercitazione “narrazioni” ha il fine di far riflettere lo studente sulle relazioni che si determinano tra forma e significato.
172
173
kirigami
design odyssey
Moriana L’uomo si trova di fronte tutt’a un tratto la
stati di serpentina, le ville tutte di vetro
città di Moriana, con le porte d’alabastro
come acquari dove nuotano le ombre delle
trasparenti alla luce del sole, le colonne
danzatrici dalle squame argentate sotto i
di corallo che sostengono i frontoni incro-
lampadari a forma di medusa.
progetto taglio piega a valle piega a monte
174
175
kirigami
design odyssey
178
179
kirigami
design odyssey
Olinda Ed ecco che diventa una città grandezza
fuori. Olinda non è certo la sola città a
naturale, racchiusa dentro la città di pri-
crescere in cerchi concentrici, come i tron-
ma: una nuova città che si fa largo in mez-
chi degli alberi che ogni anno aumentano
zo alla città di prima e la spinge verso il
d’un giro.
progetto taglio
piega a valle
piega a monte
180
181
kirigami
design odyssey
182
183
kirigami
design odyssey
184
185
sedu ta in legno
Si realizzi una seduta (panca) in cui il ma-
Il disegno tecnico dovrà prevedere:
teriale principale è il legno (aste o piani).
le proiezioni ortogonali, con prospetto e
La panca dovrà essere concepita per una
pianta quotati, proiezione assonometrica
produzione industriale, con montaggio che
con definizione dei particolari costruttivi,
potràessere fatto dall’acquirente. Le con-
esploso assonometrico che permetta di
nessioni tra le diverse componenti devono
comprendere le parti che costituiscono la
quindi permettere lo smontaggio e il mon-
composizione. L’esercitazione ha il fine,
taggio. L’esercitazione dovrà prevedere:
elaborando la proposta di un oggetto sem-
Studi con disegni a mano per la prima
plice e utilizzando un materiale tradizio-
definizione dell’idea, Disegni di studio per
nale, di sviluppare conoscenze relative alla
definire la forma nel suo insieme e i parti-
costruzione di oggetti, attraverso un uti-
colari, Realizzazione di modelli tridimen-
lizzo appropriato dei materiali, adeguate
sionali di studio, Disegni tecnici in scala e
soluzioni costruttive, corrette rappresenta-
quotati, Modello in scala o prototipo.
zioni grafiche.
seduta in legno
design odyssey
concept sia i cassetti che le sedute sono compo-
per essere composta da due parti princi-
nibili grazie a degli incastri a merlatura,
pali, speculari tra loro, che possono essere
rinforzati da resina. Anche lo schienale e
separati o assemblati in base all’esigneza.
i braccioli sono incollati al corpo princi-
Entrambi i lati della panchina hanno un
pale della panchina. La seduta è progettata
cassetto estraibile, La seduta infatti può
per essere sia da esterno che da interno,
diventare anche un mobile. inoltre i due
per questo il materiale di cui è composta
pezzi possono essere usati singolarmen-
è il legno di teak, materiale resistente agli
te come seduta. I pezzi che compongono
agenti atmosferici.
misure in centimetri vista frontale
vista laterale
180
92
88
La panchina da me realizzata è concepita
vista d’insieme
vista superiore
188
189
seduta il legno
design odyssey
esploso
schienale
cassetto
seduta
bracciolo
190
191
seduta in legno
design odyssey
schienale
bracciolo vista frontale
vista frontale
4
36
88
88
90
6
80
2
2
90
vista superiore
vista superiore
misure in centimetri
192
193
4
seduta in legno
design odyssey
seduta
cassetto vista laterale
88
44
vista superiore
vista laterale
88
36
88
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
4
36
4
2
4
88
80
4
vista superiore
6
2
misure in centimetri
194
195
2 22 2 2 22 2 2
seduta in legno
design odyssey
render
196
197
seduta in legno
design odyssey
modellino Il modellino della panchina è stato realizzato in legno in scala 1:4.
198
199
errori di pro getta zione
Osservando oggetti di uso comune individuare due errori di progettazione e impaginare la documentazione fotografica dell’errore, la relazione sull’errore progettuale e le indicazioni sulla sua risoluzione, la rappresentazione grafica della proposta migliorativa
errori di progettazione
design odyssey
borraccia L’errore progettuale di questa borraccia è nella chiusura in gomma. Quando la borraccia è aperta infatti la parte in gomma rimane rivolta verso l’alto, dando fastidio al volto di chi beve o costringendolo a tenere la chiusura verso il basso con la mano
soluzione Una soluzione al problema potrebbe essere quella di aggiungere un disco di un materiale magnetico nella parte esterna della chiusura, in modo da poterla mantenere bloccata attaccandola al corpo in metallo della borraccia.
202
203
errori di progettazione
design odyssey
pentolino L’utilizzo di questo pentolino può essere molto scomodo per una persona mancina, dato che il beccuccio si trova solo nella parte sinistra dell’ oggetto, costringendo chi lo utilizza a dover usare la mano destra per versare il contenuto con un movimento rotatorio in senso antiorario.
soluzione Per rendere più semplice l’utilizzo del pentolino per un mancino basterebbe aggiungere un altro beccuccio sul lato destro, speculare al beccuccio già presente. L’elemento aggiunto non intralcia in alcun modo l’utilizzo dell’oggetto per i destrorsi.
204
205
ar
ri
e ag
ord a carriag ’t aff e . Bu can t ,I y ou
’ll
lo ok
m
sh
sw
st y li
e n th o up t ee seat of a bicycle bu
f you. It w on’ love o t the b ea or lf
ilt
fo
rt w
al zy
o.
ra me your answe e v i rd ,g o. y s i I’m a D , ha sy i lf Da
c