Bcc Alberobello e Sammichele di Bari - Un ottimo Bilancio

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Martedì 19 dicembre 2017

IPSE DIXIT CHARLES DICKENS (scrittore britannico) “Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno”

LA BANCA D’ITALIA IN UNO STUDIO RIVELA COME SONO CAMBIATI NEL TRIENNIO 2014-16 GLI ORIZZONTI DEGLI INVESTIMENTI FAMILIARI

Un portafoglio formato export Il risparmio va oltre confine Bond e azioni di Usa, Francia, Inghilterra e Germania GIAMBATTISTA PEPI Per decenni i risparmiatori italiani erano considerati in Europa tra gli investitori più tradizionalisti (sebbene non fossero i soli). Hanno amato e amano ancora oggi i titoli di Stato allettati più che dai tassi di interessi (oggi ai minimi storici) dal convincimento di metterli al sicuro, quasi in un forziere, poiché, nonostante l’indebitamento della Pubblica amministrazione stia salendo a livelli sempre più vertiginosi, l’Italia, come organizzazione statale, non rischia di fallire. Un atto di fiducia incondizionata verso lo stellone che, come un ferro di cavallo, ci proteggerebbe dalle congiunture più difficili e controverse, ma anche di audacia. Una fiducia incrollabile che i risparmiatori nostrani continuano a manifestare. Prova ne sia che nell’ultima asta dei Bot indetta dal Tesoro martedì scorso l’importo richiesto ha superato di oltre due volte quello offerto e due terzi della domanda proveniva dai risparmiatori di casa nostra. Ma il risparmiatore italiano sta cambiando, diciamo che si sta internazionalizzando. La conferma giunge dallo studio “Gli investimenti delle famiglie italiane attraverso i prodotti italiani del risparmio gestito” realizzato da Andrea Cardillo e Massimo Coletta e pubblicato nelle Questioni di economia e finanza della Banca d’Italia pochi giorni orsono. Nel triennio 2014-16 il controvalore dei prodotti del risparmio gestito nei portafogli delle famiglie italiane è aumentato del 12%, passando da 712 a quasi 800 miliardi di euro: i titoli di Stato italiani (42%) sono prevalenti, ma sta crescendo la componente delle obbligazioni e delle azioni estere, soprattutto di società francesi e statunitensi. E i fondi comuni esteri (soprattutto di diritto lussemburghese) aumentano a discapito di quelli di diritto italiano: a fine 2016 rappresentavano un quinto del portafoglio indiretto delle famiglie. “Questo lavoro” spiegano i due ricercatori “stima per la prima volta gli investimenti di portafoglio sottostanti i prodotti del risparmio gestito detenuti dalle famiglie nel triennio 2014-16, applicando il metodo del lookthrough: un metodo che “guarda attraverso” i prodotti finanziari intermediati per mostrare la destinazione finale del risparmio familiare e fornire informazioni più precise e circostanziate per la valutazione dei rischi a cui sono esposti gli investitori”. Quali sono allora le evidenze principali dell’indagine? Anzitutto la crescita delle quote e del valore dei fondi comuni di diritto italiano passata dai 159 miliardi del 2014 ai 185 del 2016. Ma attenzione: la ricomposizione del portafoglio vede l’esposizione verso l’estero crescere rapidamente portandosi oltre il 61%,

mentre i titoli del debito pubblico detenuti indirettamente tramite la partecipazione ai fondi comuni nostrani pur rappresentando ancora circa i due terzi degli investimenti delle famiglie, pesano meno e la forbice tra le nazionalità degli emittenti nel triennio si è ridotta da 10 a 3 punti percentuali. E’ interessante osservare che la componente domestica è ancora appannaggio dei titoli di Stato, e, in particolare dei BTP, mentre gli italiani sono restii ad acquistare titoli del debito estero (12%), ma preferiscono puntare su quelli emessi da banche e imprese (17%). Gli investimenti azionari esteri, che intercettano oltre l’80%, sono diretti prevalentemente verso società americane, inglese, francesi e tedesche quotate in Borsa. A fine 2016 la quota dei fondi italiani, sebbene in aumento, rimaneva trascurabile rispetto a quella dei fondi esteri, costituiti quasi interamente dai fondi di diritto lussemburghese e irlandese. “Nel complesso” commentano gli autori “la composizione del portafoglio dei fondi comuni italiani è prevalentemente orientata verso gli investimenti esteri ed è coerente con un mercato finanziario nostrano caratterizzato da uno spessore elevato del mercato dei capitali pubblici, da un mercato dei capitali privati poco sviluppato e da una ridotta capitalizzazione del mercato borsistico”.

Nel triennio considerato poi le risorse gestite dai fondi pensione per conto delle famiglie sono aumentate da 86 a 95 miliardi di euro; la loro incidenza sulla ricchezza finanziaria totale delle famiglie rimane contenuta. L’investimento indiretto delle famiglie in azioni ammonta al 20% del portafoglio; per il 90% è costituito da azioni di società estere. Oltre il 50% dei quali sono titoli emessi da società americane, francesi, tedesche e inglesi. Pressoché stabile l’investimento in fondi comuni, con un’incidenza del 12% sul portafoglio totale: ma le quote sono emesse quasi interamente da intermediari esteri che risiedono in Lussemburgo e in Irlanda. E nel confronto internazionale? E’ presto detto: dal 1995 al 2015 la quota di ricchezza investita dalle famiglie residenti nei paesi OCSE nelle forme di risparmio gestito è aumentata in media di 10 punti percentuali, dal 27 al 37%. Per le famiglie italiane la quota è salita dal 15 al 32%; l’aumento è inferiore solo a quello delle famiglie dei Paesi Bassi, della Polonia e del Belgio e pari a quello delle famiglie finlandesi. Rimane comunque basso il numero dei paesi OCSE in cui le famiglie detengono più della metà della ricchezza finanziaria investita negli strumenti del risparmio gestito. (riproduzione riservata)

LA BCC DI ALBEROBELLO E SAMMICHELE DI BARI PRONTA A CHIUDERE UN BILANCIO OTTIMO

Raccolta complessiva in 11 mesi a 440,3 milioni di euro Il Cet1 Ratio sale ancora al 22,23% (il 20,4% a fine 2016) La Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari si conferma una banca sempre più solida e affidabile. La conferma giunge dai dati relativi all’esercizio 2017 (al 1° dicembre e quindi non ancora definitivi) resi noti dal Cda che evidenziano un aumento della massa fiduciaria. In confronto al 31 dicembre 2016, la raccolta diretta ha raggiunto 384,5 milioni di euro, con un incremento di 13,2 milioni e la seconda si è attestata a 55,8 milioni (+4,2 milioni). La raccolta complessiva è passata dai 422,9 milioni di fine 2016 a 440,3 milioni negli undici mesi dell’anno che sta per concludersi, con un aumento di 17,3 milioni. La positiva performance testimonia chiaramente come sia cresciuta la fiducia di soci e clienti verso la Bcc di Alberobello e Sam-

michele. Il credito deliberato a imprese e famiglie fino a novembre ammonta a 58 milioni di euro. In crescita l’utile di esercizio che al 30 settembre è stato di 1,3 milioni di euro, 800mila euro in più rispetto al 31 dicembre 2016. Il CET 1 Ratio, indice di solidità degli istituti di credito, si conferma in ulteriore sensibile aumento: al 30 settembre 2017 ha raggiunto il 22,23%, contro il 20,4% del 31 dicembre 2016. Un indicatore di particolare rilevanza in considerazione che il CET 1 Ratio medio del sistema bancario italiano è dell’11%. La Bcc si avvia pertanto a chiudere un bilancio rassicurante per soci e clientela, con risultati che premiano il lavoro di risanamento iniziato il 1°

settembre 2014 dal Presidente Palasciano e dal Cda riconfermati da una larghissima maggioranza della compagine sociale circa otto mesi fa, dopo l’esito favorevole della visita ispettiva della Banca d’Italia. La storia della banca, iniziata 65 anni fa, il 15 novembre 1952, con la costituzione della Società cooperativa che diede vita alla Cassa Rurale di Alberobello, continua sempre al servizio di famiglie, imprese e professionisti e con un ulteriore impegno nel percorso di costituzione del gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca. Percorso che vede il Presidente Palasciano fra i 25 referenti del Comitato Guida in rappresentanza delle aree individuate in tutta Italia, nonché uno dei due in Puglia.

Da sinistra il direttore generale Vincenzo De Donato e il Presidente Cosimo Palasciano

CONGEDO DAI LETTORI Con questo numero Finanza&Sviluppo sospende le pubblicazioni per il periodo natalizio. Tornerà in edicola martedì 16 gennaio 2018. Buon Natale e Buon Anno ai lettori


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