LA NOSTRA NUOVA FILIALE DI POLIGNANO NELLE PAGINE DI ECONOMIA DELLA GAZZETTA

Page 1

7PTKb3bfcKQy0SscJds06Rcc4j0UfhYnQ0zmngpNL5g=

FINANZA & SVILUPPO I VII

Martedì 9 aprile 2019

MONETA E SVILUPPO REALISMO E VELLEITÀ

S’infiamma il dibattito sulla teoria che punta sul deficit di bilancio per finanziare lo sviluppo

Recessione, crisi finanziaria o iperinflazione i rischi che si correrebbero se venisse applicata

SONAL DESAI. «LA MODERNA POLITICA MONETARIA È UN PERICOLOSO HUMUS INTELLETTUALE PER IL POPULISMO CHE VI PUÒ ATTINGERE PER DARE AL POPOLO TUTTO CIÒ CHE VUOLE»

Stampa moneta e spendi quanto vuoi Tanto i conti (poi) li paga Pantalone GIAMBATTISTA PEPI

S

i sta facendo un gran parlare della teoria della moneta moderna. Secondo i suoi sostenitori, gli Stati dotati di sovranità monetaria possono stampare e mettere in circolazione quanta moneta vogliono per aumentare la produzione, raggiungere la piena occupazione, soccorrere con aiuti la popolazione povera o indigente. Finanziare in deficit la crescita economica non sarebbe solo consentita, ma anche possibile e necessaria – dicono - incontrando un limite solo nell’inflazione che verrebbe tenuta sotto controllo attraverso la leva della tassazione, che verrebbe diminuita durante le fasi di recessione e aumentata in quelle di espansione. Quali potrebbero essere le conseguenze se questa teoria venisse applicata negli Stati con elevati deficit e debito come l’Italia ma privi di sovranità monetaria? F&S lo ha chiesto a Sonal Desai, responsabile degli investimenti nel reddito fisso della Franklin Templeton che segue da vicino l’appassionante dibattito che sta avvenendo negli Stati Uniti “culla” di questa teoria. Questa teoria – esordisce Desai – ha un fondamento di ragionevolezza, i problemi sorgono quando si deve applicarla. “Il fine giustifica i mezzi” diceva Machiavelli. Stephanie Kelton (professoressa di economia alla Stony Brook University n.d.r.) sostiene che se un governo opta per un deficit di bilancio significativo per investire in istruzione, infrastrutture, ricerca e sviluppo, può favorire la crescita nel lungo termine e quindi l’accumulo progressivo del debito non costituisce un problema. Ma i teorici della moneta moderna sostengono che il debito pubblico non conta. I suoi sostenitori, ad esem-

pio, fanno osservare che il Giappone ha un debito del 240% del Pil e affermano che ci insegna una lezione molto importante che, a loro avviso, non rappresenta un avvertimento. Negli ultimi 15 anni, i rapporti debito pubblico-Pil sono notevolmente aumentati nelle economie avanzate eccetto che in Germania. Dovremmo preoccuparcene?

Si. Volumi elevati di debito devono essere rinnovati e nuovi deficit devono essere rifinanziati. Ciò comporta un’ampia offerta di titoli di Stato, che possono andare a scapito degli investimenti privati. Oltre a maggiori spese governative per pagare gli interessi sul debito. I fautori della teoria sostengono che si può consentire un’ulteriore espansione del debito ed emettere altre obbligazioni. Qualora gli investitori siamo meno propensi a comprarli, la banca centrale può intervenire per finanziare il debito e giustificare ulteriori spese: istruzione e assistenza sanitaria universali gratuite, un

reddito garantito anche per chi non ha voglia di lavorare non devono più essere finanziati con imposte più elevate, ma emettendo maggiore debito, verosimilmente supportato da acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali. C’è l’esempio del Venezuela?

E’ vero, ma l’iniziativa non ha funzionato molto bene. Loro obiettano però che per gli Stati Uniti è diverso perché il Paese può stampare SONAL DESAI dollari senza fine essendo la valuta delle riserve globali e che il resto del mondo ne vorrà sempre di più. Se pensiamo che l’unico rischio potenziale di un’eccessiva spesa governativa sia un’inflazione alimentata dalla domanda, il solo limite alla spesa pubblica diventa l’im-

maginazione di un politico su come spendere di più. Si rischia così di liquidare il lato dell’offerta dell’economia e sottovalutare i danni che un’eccessiva spesa governativa può fare agli incentivi e all’allocazione delle risorse. Secondo noi, invece, il grande vantaggio di un vincolo di bilancio è che sollecita l’attenzione, costringe a pensare con impegno al modo migliore in cui spendere i capitali. È sotto questo aspetto che diventa pericolosa?

Sostenendo che il governo non abbia vincoli di bilancio, questa teoria diventa humus intellettuale per il populismo. Negli Stati Uniti e in Europa, i politici sono diventati sempre più inclini a offrire facili ri-

medi e soluzioni indolori: uscire dall’UE (Brexit); convincere l’UE a consentire maggiori spese, incluso il “reddito di cittadinanza” (Italia); escludere i lavoratori stranieri e far sì che il governo offra assistenza sanitaria e istruzioni gratuite per tutti (Stati Uniti). Le popolazioni sono a loro volta diventate più propense ad accettare candidati e proposte eterodosse. La paura di conseguenze negative si è dissolta di pari passo con il rispetto per gli esperti. L’allentamento quantitativo delle banche centrali non ha alimentato l’inflazione e la Brexit non ha provocato una recessione, di conseguenza chi può affermare che non si possa avere un reddito base universale e aprire la strada alla prosperità? Non vi è alcuna propensione a prendere in considerazione compromessi difficili e a convenire che il successo in un’economia globale maggiormente competitiva richiede scelte politiche difficili e riforme strutturali che favoriscano l’innovazione e la produttività.

Quali rischi comporta?

Due serie di rischi molto importanti come cittadini e investitori. Il primo è che l’indisponibilità a gestire scelte difficili in materia di istruzione, infrastrutture e spesa pubblica, rischia di indebolire il potenziale di crescita nel lungo termine delle economie avanzate, proprio nel momento in cui i progressi tecnologici possono aiutarci ad accrescere la produttività. Ciò avrebbe implicazioni dirette per le performance degliassetfinanziari e accentuerebbe le tensioni geopolitiche che sono già diventate una fonte significativa di volatilità del mercato. Il secondo è che, a mano a mano che politici ed elettori diventano compiacenti e pronti ad adottare politiche fuori dagli schemi, il rischio che qualcosa vada storto aumenta in misura esponenziale. Potrebbe trattarsi di una grossa crisi del debito sovrano, di una nuova crisi finanziaria, di un aumento dell’inflazione o di una recessione prolungata di un’economia primaria. (riproduzione riservata)

SABATO 13 APRILE ALLE 11.30 L’INAUGURAZIONE ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE COSIMO PALASCIANO, DEL CDA E DEI RAPPRESENTANTI DELLA CAPOGRUPPO CASSA CENTRALE BANCA

La BCC di Alberobello e Sammichele apre una filiale a Polignano a Mare Sarà uno strumento per sostenere lo sviluppo economico del territorio

F

are banca dimostrando concretamente la propria vicinanza a imprese e famiglie. E’ l’obiettivo della Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari che sabato prossimo 13 aprile inaugurerà la nuova filiale a Polignano a Mare, la dodicesima della banca di credito cooperativo già presente con otto filiali in Puglia (nelle province di Bari e Taranto) e tre in Basilicata (a Matera, Montescaglioso e Pisticci). Gli sportelli di via Vito Cosimo Basile, saranno operativi a partire da lunedì 15. Soci e clienti troveranno personale della banca con anni di esperienza nel settore e profonda conoscenza del territorio. La nuova filiale sarà

munita di area self con bancomat evoluto ma resterà attivo lo sportello virtuale di piazza Aldo Moro. Con la filiale di Polignano a Mare la Bcc si conferma banca di prossimità, sempre vicina alle esigenze del territorio, pronta ad accogliere le istanze delle realtà produttive della cittadina della costa adriatica, famosa per aver dato i natali a Domenico Modugno, da tempo affermatasi come una delle principali mete turistiche del Sud Italia per il mare azzurro e le bellezze paesaggistiche ma, soprattutto, per la laboriosità dei cittadini e l’intraprendenza e le capacità degli imprenditori.

L’obiettivo del Presidente Cosimo Palasciano e del Cda è rendere la banca uno strumento per lo sviluppo economico e sociale del territorio, mettendo a disposizione servizi, competenze e soprattutto risorse in modo da costituire un punto di riferimento affidabile per imprese, famiglie e professionisti. L’appuntamento con il taglio del nastro da parte del Presidente Palasciano e del Cda, alla presenza di massimi esponenti della Capogruppo Cassa Centrale Banca, presidenti e direttori generali delle Bcc pugliesi aderenti al Gruppo e rappresentanti delle istituzioni locali, è per sabato 13 aprile alle 11,30 in via Vito Cosimo Basile.

COSIMO PALASCIANO Presidente della BCC di Alberobello e Sammichele


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.