Camminare per conoscere

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CAMMINARE PER CONOSCERE di Francesco Sulpizio La conoscenza del mondo naturale della montagna (non solo rocce e ghiacciai ma anche flora e fauna), lo studio delle montagne, la difesa e la conservazione del loro ambiente naturale, la pratica di escursionismo e alpinismo, sono gli scopi statutari del Club Alpino Italiano. L’escursionismo, ovvero il camminare in montagna, in collina, in pianura, in riva al mare, è un’attività sportiva per tutti, dai bambini di pochi anni fino alla terza età. Basta scegliere e modulare i percorsi sulla base delle proprie capacità e psichiche, con una premessa fondamentale: la soddisfazione di una gita non si misura con le ore di cammino o con la quota raggiunta. Ognuno deve seguire senza forzature le proprie inclinazioni ed esigenze, cercando le proprie soddisfazioni uniche e irripetibili: il tramonto, l’alba, il prato in fiore, l’albero secolare, il sommesso rumoreggiare del torrente, il fragore della cascata, la baita, passare la notte in un rifugio, avvicinarsi agli animali selvatici e fotografarli, il grandioso panorama di una vetta o la frescura un po’ cupa di una foresta, il sole accecante, la pioggia, una nevicata, il freddo, il caldo. Tuttavia, come ogni attività umana, l’andar per monti non è esente da rischi, a volte lievi, altre volte ben più seri, sempre in dipendenza del percorso scelto. Una mulattiera in collina è ovviamente qualcosa di molto diverso di uno stretto sentierino esposto a tremila metri di quota. In ogni caso, occorre sempre muoversi con criterio, prudenza e buon senso, rispettando regole e precauzioni molte volte semplici ed intuitive. ALCUNI CONSIGLI DA RICORDARE 1. Programmare l'escursione. Prima di partire, occorre programmare nel dettaglio la gita, sulla carta topografica e sulla guida, cercando di immaginarsi già il terreno e le eventuali difficoltà. Occorre cioè sapere con esattezza, per quanto banale possa apparire, dove si vuole andare.


2. Non partire mai da soli. Questa è la prima, intuitiva regola di sicurezza, anche se, a volte, un'escursione in solitaria può essere "cercata", come pure potrebbe derivare dalle circostanze. Comunque sia, si deve sempre segnalare la destinazione programmata ad altre persone, avendo ovviamente cura di non cambiare itinerario all'ultimo momento (eventualmente, fornire due possibili percorsi alternativi). 3. Curare l'equipaggiamento. In montagna, inutile dirlo, occorre andarci ben equipaggiati, sia per ciò che riguarda l'abbigliamento, sia per i materiali tecnici (piccozza, ramponi, scarponi adeguati…). Come principio generale, è bene portare più del necessario e magari non usarlo, piuttosto che meno e averne bisogno. Si potrebbe usare questo criterio: equipaggiarsi come se le difficoltà tecniche fossero il doppio di quelle ragionevolmente prevedibili. In questo modo lo zaino risulterà piuttosto pesante, è vero, come pure si porterà tutto questo equipaggiamento per trenta volte senza usarlo, ma la trentunesima volta, quando lo si userà, non sarà mai benedetto a sufficienza. E, senza retorica, potrebbe salvare da guai molto, molto seri. 4. Valutare le condizioni meteorologiche. Il tempo, in montagna, può fare la differenza tra una gita da favola e un'escursione da incubo. Occorre quindi ascoltare con attenzione i bollettini meteorologici, ormai sempre più precisi, e valutare, anche durante la gita, le effettive condizioni e l'evoluzione del tempo. 5. Valutare i rischi. Nel corso dell'escursione, occorre valutare i rischi presenti, specie in rapporto alle nostre capacità e a quelle dei nostri compagni. Attenzione, in particolare, ai percorsi protesi sul vuoto, ai passaggi di nevai, alle rocce facili da scalare ma difficili in discesa, alle ripide scorciatoie, e molto altro ancora. 6. Non sovrastimare le proprie capacità. Occorre, con onestà, tenere ben presente i propri limiti e quelli dei compagni di gita. Ricordare che, oltre ai limiti fisici, esistono i limiti psicologici: un percorso facile per qualcuno potrebbe risultare difficilissimo per altri, magari anche solo per l'esposizione, o per una scarsa attitudine a camminare su terreno friabile. 7. Sapere dove si è e dove si sta andando, in una parola: non perdersi. Per quanto molti sentieri siano segnalati, è bene non farci troppo affidamento. Occorre quindi disporre di una buona carta topografica, bussola e altimetro, in modo da sapere, sempre e in ogni momento, dove si è e dove si sta andando. In casi dubbi, o peggio con nebbia, non esitare a tornare indietro. 8. Curare l'alimentazione. Una lunga escursione è faticosa, per giunta in un ambiente per certi versi ostile all'organismo umano. E' quindi importante soprattutto bere con


regolarità, ma anche compiere brevi e regolari spuntini energetici e di facile digeribilità, ad esempio con frutti secchi, mele, formaggio, cioccolato… 9. Non confidare troppo nel telefono cellulare. Per molti, è diventato una sorta di amuleto: "Tanto, se capita qualcosa, chiamo il Soccorso Alpino con il telefonino". A prescindere da ogni considerazione di carattere etico e morale, il cellulare potrebbe non funzionare proprio quando se ne avrebbe più bisogno: il segnale potrebbe essere schermato da uno sperone roccioso, una valle incassata potrebbe non essere "coperta", il freddo potrebbe mettere fuori uso le batterie, una caduta potrebbe rompere il telefono… Si consiglia quindi di comportasi come se il telefono cellulare non esistesse, e di contare solo sulle proprie forze, senza commettere imprudenze o rischiare più del dovuto. Se poi, in caso di necessità, si potranno contattare i soccorsi con il telefonino, sarà tutto di guadagnato. 10. In caso di incidente, prima di tutto mantenere la calma. Prima di tutto, mantenere la calma e calmare il ferito, valutando le sue condizioni e cercando di mantenerlo al caldo. Se possibile, non lasciarlo solo. Se il telefonino funziona e "prende" il segnale, contattare il Soccorso Alpino, fornendo, con calma, tutte le indicazioni utili a rintracciare il luogo dove ci si trova. Se il telefonino non è utilizzabile, il componente più esperto e allenato del gruppo deve scendere a valle, in modo da allertare i soccorsi, non senza aver prima ben memorizzato il luogo dove si trova il ferito. 11. Rispettare la montagna. In montagna siamo solo ospiti. Comportiamoci quindi come tali, lasciando la montagna come era e, soprattutto, come vorremmo trovarla, senza sporcare, rovinare, abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo. Rispettare quindi la fauna e la flora. In una frase: "Non lasciamo tracce del nostro passaggio".

Sezione di Ortona


Elenco materiale occorrente per un trekking in montagna di più giorni ( 6 gg) con percorrenza di vie ferrate ZAINO:

COMPATTO, SPALLACCI IMBOTTITI, DOPPIO

FONDO, CINTURA VENTRALE E PETTORALE, COPRIZAINO INCORPORATO O APPLICABILE, TASCHE LATERALI A SCOMPARSA, CAPIENZA DA 30 A 50 LITRI

COME CARICARE LO ZAINO 1 – Oggetti di uso frequente 2 – Oggetti pesanti 3 – Oggetti di peso medio 4 – Oggetti leggeri

ABBIGLIAMENTO 1 – Scarponi alti con suola scolpita non usurata e preferibilmente Vibram, semirigidi, in goretex o nabuk e lacci di ricambio nello zaino; un numero in più della scarpa normale (utili le ghette in caso di pioggia o presenza di neve). 2 – Calzettoni specifici per trekking, alti e a struttura differenziata (è consigliabile indossare un calzino di cotone di colore bianco sotto il calzettone). Nello zaino 2 calzettoni e 2 calzini per cambio.


3 – Pantaloni, comodi per non impedire i movimenti, lunghi e in materiale idroassorbente (utile un sovra pantalone impermeabile in caso di pioggia). Nello zaino possibilmente un pantalone di ricambio. 4 – Intimo idroassorbente e termico (slip e maglietta); maglietta termica a manica lunga, micro pile, pile, giacchino windstopper. Nello zaino cambio necessario a secondo del proprio bisogno. Mettere la biancheria intima e i cambi in buste di nailon chiuse. 5 – Giacca a vento con cappuccio, impermeabile, preferibilmente in goretex. 6 – Berretto di pile, passamontagna, copricapo per il sole, guanti windstopper, sottoguanti, occhiali da sole, bastoncini da escursionismo. NELLO ZAINO: farmacia portatile e farmaci personali, bustine o pasticche di potassio e magnesio, crema idratante per il sole, stick labbra, borraccia, temperino, alcuni viveri di sostentamento, telo termico, occhiali da sole, macchina fotografica, torcia o pila frontale, 3/5 mt di cordino da 8mm, 2 moschettoni o 1 rinvio, sacco lenzuolo e tutto ciò che possa servire al fabbisogno personale.

ATTREZZATURA PER VIA FERRATA MARCHIO CE ED OMOLOGAZIONE UIAA:


casco, bandana, imbraco, kit da ferrata, 3/5 mt di cordino da 8mm, 2 moschettoni o n.1 rinvio, guanti da ferrata, ramponi o ramponcini per eventuali tratti ghiacciati.

Un consiglio: il peso dello zaino a pieno carico non dovrebbe superare i 15kg. Come calcolare questo peso? Pesarsi senza zaino e ripesarsi indossando lo zaino pieno.

LE SEGUENTI INDICAZIONI SONO STATE REDATTE SECONDO I PIU’ AGGIORNATI CRITERI DI SICUREZZA. SONO DA CONSIDERARSI COME INDICAZIONI DI MASSIMA E POSSONO ESSERE VARIATE A SECONDA DEI BISOGNI E CAPACITA’ DI OGNUNO. Francesco Sulpizio AE


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