8 minute read
Fondi flagship in versione ESG
I gestori di fondi internazionali si stanno adattando alla domanda crescente di investimenti sostenibili. Si è assistito alle integrazioni di caratteristiche ESG in fondi di grande successo, ma non sono mancati anche lanci di nuovi prodotti.
Igestori di fondi stanno preparando la loro gamma di prodotti per nuove priorità strategiche, con la sostenibilità in primo piano. Società come M&G stanno attivamente adattando quante più strategie possibili per essere ESG, sostenibili o a impatto, ma lavorano anche per creare nuove soluzioni. “Per rispondere alla crescente domanda da parte dei clienti abbiamo sviluppato una gamma di strategie chiamata Planet+, che incorpora obiettivi ESG, di sostenibilità e/o di impatto specifici accanto agli obiettivi finanziari, molti dei quali esplicitamente legati agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La nostra ambizione è di accrescere questa gamma nel tempo, lanciando nuovi fondi o rafforzando le caratteristiche ESG e di sostenibilità delle nostre strategie esistenti, come più di recente è avvenuto con il fondo multi-asset sostenibile M&G (Lux) Sustainable Allocation Fund” spiega Andrea Orsi, country head
Italy and Greece, M&G.
E BlackRock è d’accordo: “La sostenibilità come pilastro della costruzione del portafoglio è già stata stabilita come priorità dai gestori di fondi e dai clienti. Abbiamo voluto offrire una soluzione in più a quegli investitori che vogliono fare un passo avanti nell’implementazione dei criteri ESG nel loro portafoglio”.
M&G ha recentemente lanciato la versione ESG del suo fondo di punta, M&G (Lux) Sustainable Optimal Income Fund. Entrambi i fondi seguono la stessa filosofia flessibile e orientata al valore, ma nel secondo la sostenibilità è al centro del processo di investimento.La società britannica ha anche lanciato l’M&G Sustainable European Credit Investment Fund e l’M&G Sustainable Total Return Credit Investment Fund come proposta di obbligazioni sostenibili, seguendo lo stesso approccio basato sul valore che sta dietro al forte track record dei suoi fondi di credito.
Questo è lo stesso punto di vista di BlackRock. “L’integrazione ESG si applica a tutte le nostre strategie, anche se il BSF ESG Euro Corporate Bond Fund e il BGF ESG Fixed Income Global Opportunities Fund hanno un obiettivo ESG esplicito”, spiegano dalla società di gestione statunitense. Sono fondi che vanno oltre l’integrazione ESG, per considerare l’impatto delle loro posizioni, applicando il loro BlackRock Externalities Framework. E non è una tendenza limitata alle azioni. Per esempio, Amundi ha recen-
LA CONTROPARTE ESG DI FONDI CON SUCCESSO CONSOLIDATO
SOCIETÀ FONDO RATING FUNDSPEOPLE 2022 CON INTEGRAZIONE ESG
Amundi First Eagle Amundi International Fund
20 si First Eagle Amundi Sustainable Value Fund 22
BlackRock BGF Euro Corporate Bond Fund si BSF ESG Euro Corporate Bond Fund 20 22 BGF Fixed Income Global Opportunities Fund si BGF ESG Fixed Income Global Opportunities Fund 20 22
BNY Mellon IM BNY Mellon Global Real Return si BNY Mellon Sustainable Global Real Return 20 22
BNY Mellon Global Dynamic Bond Fund BNY Mellon Sustainable Global Dynamic Bond Fund J.P. Morgan AM JPM Investment Funds Global Income Fund si 20 22 JPM Global Income Sustainable Jupiter AM Jupiter Dynamic Bond + Jupiter Dynamic Bond ESG 20 22
M&G (Lux) Optimal Income Fund si M&G (Lux) Sustainable Optimal Income Fund 20 22
M&G M&G European Credit Investment Fund si M&G Sustainable European Credit Investment Fund 20 22 M&G Total Return Credit Investment Fund si M&G Sustainable Total Return Credit Investment Fund 20 22
Pictet AM
Schroders Pictet Global Emerging Debt
Pictet Strategic Credit
Schroder ISF Global Equity
Schroder ISF Euro Corporate Bond
Schroder ISF European Large Cap
Schroder ISF Global Convertible Bond si Pictet- Sustainable Emerging Debt Blend 20 22
Pictet- Global Sustainable Credit (Rating FSP)
20 si 22 Schroder ISF Global Sustainable Growth
20 + Schroder ISF Sustainable Euro Credit 22
Schroder ISF European Sustainable Equity (Rating FSP)
20 si Schroder ISF Sustainable Convertible Bond 22
Fonte: Elaborazione propria di dati estratti da Morningstar Direct circa recenti lanci di fondi.
L’OBIETTIVO È QUELLO DI FORNIRE ALCLIENTE UNA SCELTA: L’OFFERTA PIÙ TRADIZIONALE COMBINATA A UN PLUS SOSTENIBILE
temente lanciato il First Eagle Amundi Sustainable Value Fund, controparte con integrazione ESG del First Eagle Amundi International Fund.
L’EVOLUZIONE
Per i grandi gestori di fondi si tratta di un’evoluzione naturale della loro gamma. Il J.P. Morgan Investment Funds- Global Income Fund è uno dei fondi più venduti di J.P. Morgan AM in Europa e una delle strategie di maggior successo dell’azienda a livello globale. “Poiché l’investimento sostenibile è stato a lungo una priorità aziendale di primo piano per noi, a cui dedichiamo una grande quantità di risorse, aveva senso lanciare una versione sostenibile di una strategia così riconosciuta mentre continuiamo a costruire la nostra gamma”, spiegano. Per molti gestori di fondi questa è una risposta rapida alla domanda del mercato di prodotti classificati come sostenibili secondo il nuovo regolamento, ma senza dover compromettere la filosofia o il processo di investimento. Questo è il caso del leggendario Jupiter Dynamic Bond, che rimane articolo 6, e la sua controparte sostenibile, il Jupiter Dynamic Bond ESG, lanciato di recente e classificato come articolo 8. “Jupiter in Italia è molto conosciuta e apprezzata anche grazie al famoso fondo obbligazionario flessibile Dynamic Bond, che ha raccolto un grande successo presso gli investitori professionali e retail; per questo motivo abbiamo deciso di non apportare alcun cambiamento” spiega Andrea Boggio, head of Continental Europe e head of Italy, Jupiter AM. Il responsabile prosegue spiegando che la società ha voluto, quindi lanciare un nuovo Dynamic Bond ESG “che promuove attivamente gli aspetti ambientali e sociali, comprese la transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 e la promozione di un’agenda positiva per gli stakeholder, rivolgendoci a quegli investitori che cercano una soluzione specificamente conforme all’articolo 8 SFDR”. Boggio sottolinea che l’asset allocation top-down e il profilo di rischio/rendimento restano allineati, “ma il Dynamic Bond ESG implementa più rigorosi criteri ESG, tra cui alcune esclusioni settoriali e di Paese, un lavoro costante di engagement e un’accurata ricerca qualitativa per determinare l’idoneità dei titoli per il portafoglio”.
Anche per gestori di fondi come Schroders, in molti casi sia i fondi flagship che i nuovi lanci sono articolo 8. “La differenza tra le due versioni è che le nuove hanno la sostenibilità come pilastro del processo d’investimento. In entrambi i casi, tuttavia, la classificazione come articolo 8 passa attraverso il vaglio di SustainEx, strumento proprietario in grado di misurare le esternalità generate da un portafoglio. Tale portafoglio potrà essere classificato come articolo 8 se e solo se la misurazione effettuata con SustainEx è superiore ad una determinata soglia” spiega Elena Bargossi, Senior Sales
MOLTI ASSET MANAGER HANNO IMBOCCATO LA STRADA DELLA SOSTENIBILITÀ GIÀ DA ANNI, PRIMA DELLA REGOLAMENTAZIONE
manager – Intermediary, Schroders. In altre strategie invece ci sono differenze più strutturali. Questo è il caso del Pictet-Sustainable Emerging Debt Blend rispetto al suo fondo gemello Pictet Global Emerging Debt. Nel primo caso, il peso del debito di un Paese dipende dal suo rating ESG, non dalla sua capitalizzazione. In altre parole, si dà più peso al debito del Paese di più alta qualità, al contrario degli indici tradizionali, dove lo si fa con il debito del Paese più indebitato.
“Si dovrebbe tenere a mente che le questioni ESG influenzano la traiettoria del credito del debito sovrano nel lungo termine, quindi bisogna guardare oltre il PIL”, spiegano gli esperti di Pictet AM. Per contro, Pictet Global Emerging Debt sovrapondera i titoli a basso rischio di sostenibilità e/o sottopondera quelli ad alto rischio di sostenibilità, ma non restringe il suo universo come fa il Pictet-Sustainable Emerging Debt Blend.
UN LUNGO PERCORSO
La tendenza ha subito un’accelerazione nell’ultimo anno, ma diversi asset manager lavorano da tempo. Per citarne alcuni, Schroder ISF Global Sustainable Growth, Schroder ISF Sustainable EURO Credit, Schroder ISF European Sustainable Equity e Schroder ISF Sustainable Convertible Bond, tutte versioni sostenibili dei bestseller della casa, hanno compiuto o stanno per compiere il loro terzo compleanno. “Questo dimostra che, in tempi non sospetti, abbiamo ideato la versione ESG perché credevamo che avesse davvero senso e non a seguito della pressione regolamentare esterna per avere fondi riconducibili a specifiche etichette di sostenibilità” aggiunge Bargossi.
BNY Mellon IM concorda. “Sempre più investitori cercano fondi in grado di coniugare i propri obiettivi finanziari con valori etici e ambientali. Per questa ragione abbiamo lanciato le versioni sostenibili di alcuni nostri fondi flagship ben noti sul mercato. Si tratta in realtà di un’evoluzione naturale, di un’aggiunta perfettamente complementare alla nostra gamma, perché da sempre i gestori di BNY Mellon Investment Management integrano i criteri ESG nei loro processi decisionali” spiega Stefania Paolo, country head Italia, BNY Mellon Investment Management.
Cosa cambia, allora? “Le versioni sostenibili dei fondi mirano espressamente a includere in portafoglio le società best-in-class dal punto vista delle performance ESG, e al tempo stesso applicano delle red lines, dei criteri di esclusione più rigidi per gli asset di alcuni settori controversi o non compatibili con i Sustainable Development Goal dell’ONU. Il risultato è un portafoglio che può contare sull’esperienza e il track record di strategie pluriennali, già messe alla prova in tutte le condizioni dei mercati; ma con un focus ancora maggiore sulla sostenibilità, che si concretizza nel fatto che alcuni titoli possono essere esclusi o sovrappesati, rispetto al portafoglio tradizionale, sulla base dei criteri ESG” conclude l’esperta.
L’OPINIONE DI
LOREDANA LA PACE Country Head Italy, Goldman Sachs Asset Management
RIMANERE INVESTITI CON UN APPROCCIO ATTIVO
La guerra tra Russia e Ucraina genera una forte incertezza nel contesto degli investimenti. Persino nei momenti migliori, fare market timing anticipando le variazioni di mercato è difficile anche per gli investitori più esperti e lo diviene ancor di più in un contesto di crisi. La prima cosa da tenere in considerazione per chi ha il vantaggio di avere un orizzonte d’investimento lungo, è quella di rimanere investiti e concentrarsi sul quadro generale. Ad esempio, l’S&P 500 ha registrato rendimenti positivi a cadenza giornaliera solo nel 54% delle volte tra il 1969 e il 2021, mentre, se si prolunga il periodo di investimento a tre o più anni, la percentuale aumenta progressivamente. Anche il modo in cui gli investitori mantengono i propri investimenti è importante. Negli ultimi dieci anni circa, i bassi tassi d’interesse e un’ondata crescente di stimoli monetari hanno favorito molte asset class, rendendo una semplice esposizione rialzista al mercato una strategia solida. Nella crisi attuale, tuttavia, con la stretta monetaria all’orizzonte e i mercati in una fase intermedia del ciclo economico, prevediamo una maggiore dispersione dei rendimenti tra le varie asset class, i settori e le aree geografiche e tra mercati sviluppati ed emergenti. In questo contesto, le strategie attive orientate all’alfa rivestiranno un’importanza cruciale.