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Alberto Chiandetti (Fidelity
Portare avanti un’analisi fondamentale così da intercettare la traiettoria degli utili aziendali per capire dove saranno nei prossimi tre o cinque anni. È questo un punto fondante della strategia adottata da Alberto Chiandetti quando si tratta del FF Italy Fund che guarda da vicino le aziende italiane. Andare oltre, quindi, le singole crisi, a volte anche molto difficili da prevedere, per concentrarsi sui cambiamenti più strutturali, come ad esempio la sostenibilità, che avranno impatti a lungo termine.
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GESTORE, FIDELITY
LA CHIAVE È RINNOVARSI
“Non guardo in maniera rigida al growth o al value. Se penso a una azienda che cresce immagino un percorso duraturo, capace di generare ritorni”
U
no shock imprevedibile, in un contesto di generale ripresa, è qualcosa di difficile da gestire. Ed è proprio ciò che è accaduto solo pochi mesi fa con l’invasione, il 24 febbraio scorso, dell’Ucraina da parte della Russia.
“Il conflitto ha portato a una recrudescenza delle spinte inflattive. È bene però tenere a mente che non sono di per sé gli scambi con questi Paesi che possono danneggiare in maniera diretta l’insieme delle aziende quotate” spiega Alberto Chiandetti, gestore del FF Italy Fund di Fidelity.
Le attese sugli utili aziendali sono in questo momento sotto pressione da due fronti: il primo sui margini per la veloce impennata dei prezzi delle materie prime. Mosca è uno dei maggiori esportatori di petrolio e gas. Il secondo motivo è che una durata prolungata del conflitto avrebbe effetti sulla propensione a consumare o investire di privati e aziende.Il mix di bassa crescita e di inflazione in rialzo, come spesso si è detto in queste settimane, lascia presagire un rischio stagflazione. “Ci troviamo immersi in tutt’altro paradigma rispetto a soli pochi mesi fa. L’inflazione di inizio anno era legata alle commodities e ai colli di bottiglia della produzione e per questo, in qualche modo, secondo me risolvibile” spiega Chiandetti.
“Se c’è una cosa che un investitore fondamentale in equity come me guarda è che i prezzi di borsa seguono, nel lungo termine, gli utili aziendali. Nel breve tendono ad amplificare l’incertezza del momento. Il mercato oggi sta ancora facendo i calcoli con gli impatti di breve e lungo termine del conflitto e l’incertezza, da qui ai prossimi mesi, comporterà ancora volatilità. Come sempre accade però, in momenti come questo nascono opportunità” prosegue.
FOCUS ITALIA
La strategia che Chiandetti gestisce, con Rating FundsPeople 2022, ha il suo focus sull’Italia. “Come molti Paesi europei, siamo un Paese trasformatore, e soffriremo in questa fase. L’Italia è infatti molto legata a temi come il costo del gas, nonostante gli sforzi volti ad accelerare una transizione energetica che, anche complice la pandemia e i temi ESG, era sì avviata ma in una strada ancora lunga. Ora però è diventato un imperativo ridurre la dipendenza dai tubi del gas russi” ribadisce. Dal versante finanziario l’Italia è un Paese con un alto livello di debito pubblico, tuttavia la pandemia ha innescato un processo di aiuti fiscali a livello europeo. “Con il conflitto che spinge nuovi investimenti per l’indipendenza energetica e per la difesa, ritengo che la risposta arriverà ancora una volta a livello comunitario” commenta l’esperto.
In questo quadro, un altro elemento chiave è quello del PNRR. “Il Piano è nato come risposta a un problema sanitario, tuttavia il pacchetto stanziato andrà a finanziare anche l’efficientamento ambientale così che l’Italia possa finalmente tentare la strada dell’autosufficienza energetica” continua Chiandetti. Inoltre, il secondo punto che il gestore sottolinea è quello legato alla digitalizzazione di settori come la pubblica amministrazione o investimenti nel settore delle infrastrutture, che possano rendere il Paese più efficiente.
AZIONARIO ATTIVO
Il gestore definisce la sua una strategia azionaria attiva, spiegando che “ogni singola società risponde certamente a temi macro, ma sono le tematiche specifiche e strutturali di ogni azienda a essere focus nella ricerca di idee di investimento”. Chiandetti ribadisce che il mercato italiano non coincide con l’economia italiana: solo il 45% del fatturato delle aziende, meno della metà dunque, è legato all’economia italiana, il resto ha un respiro globale. “Quando compro una mid cap italiana non mi sto confrontando direttamente con il mercato italiano. Guardo invece alla capacità di un’azienda italiana di essere competitiva a livello globale, aziende capaci di imporsi in determinati settori e che risultano vincenti in determinate nicchie di mercato” prosegue il gestore di Fidelity. La strategia di Chiandetti guarda a lungo termine, tre o quattro anni, “i fondamentali sono il punto di forza e la mia strategia si fonda su un
IL PORTAFOGLIO È PER DUE TERZI INVESTITO IN AZIENDE IN CRESCITA, IL RESTO IN SOCIETÀ CHE POSSANO DARE OPPORTUNITÀ CICLICHE O DI RISTRUTTURAZIONE
rapporto diretto con le aziende, sfruttando l’expertise di Fidelity che è chiaramente globale e che può aiutarmi a intercettare trend settoriali che mi permettano di avvalorare le mie stime sui risultati futuri”.
Il gestore di Fidelity spiega inoltre che investe “in aziende capaci di rinnovarsi. Il cambiamento si può concretizzare in molti modi, non guardo dunque in maniera rigida al growth o al value, se penso a una azienda che cresce immagino un percorso duraturo, a lungo termine, capace di generare ritorni”. Per questo il portafoglio del gestore è molto concentrato e composto da un mix tra titoli di qualità e di crescita, “come si diceva prima, guardiamo ad aziende capaci di apportare un cambiamento positivo che si proietti verso il futuro, come entrare in una nuova area geografica o di presidiare una nuova nicchia di mercato”. Ecco dunque che il portafoglio è così suddiviso: circa due terzi del fondo in aziende in crescita, il resto invece è investito in titoli che possono dare opportunità cicliche o di ristrutturazione. Le mid e small cap Italiane pesano tra il 20 e il 40% del portafoglio “spesso è proprio tra questo tipo di aziende che si trovano grandi opportunità” prosegue Chiandetti.
SOSTENIBILITÀ INEVITABILE
Parte integrante dell’analisi fondamentale sono anche i fattori ESG. Il gestore spiega che questi costituiscono già di per sé elementi di rischio-opportunità imprescindibili da considerare quando si analizzano gli utili di una società o quando ci si approccia a un determinato settore. “Ad esempio oggi è bene monitorare le emissioni di carbonio prodotte poiché queste rappresentano un costo per le aziende e, di conseguenza, un rischio o un’opportunità per gli investitori” dice Chiandetti. Le aziende che l’FF Italy Fund, articolo 8 secondo l’SFDR, detiene in portafoglio confermano l’idea del gestore che “esista una correlazione tra chi guarda avanti, al futuro e quello che viene definito sostenibile, anche se è sempre necessaria una certa dose di equilibrio per raggiungere, nel tempo, gli obiettivi prefissati”.