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Pallavolo, uno sport non solo da giocare

PALLAVOLO

UNO SPORT NON SOLO DA GIOCARE

Dopo aver arbitrato qualche partita è scattata la scintilla, così questa passione è diventata un vero e proprio hobby.

L

a pallavolo è uno sport meraviglioso. È veloce, emozionante, esplosivo. È un vero sport di squadra. Insomma avrebbe meritato nella mia vita molto ma molto più spazio di quello che effettivamente ha avuto, visto che non le ho riservato sufficiente attenzione quando ero ragazzo, privilegiando tennis, sci e vela. Però quell’istintivo impulso, quell’ammirazione per chi la pratica mi sono sempre rimasti, come anche quella spinta interiore che ti fa passare diverse ore sul campetto da beach volley in vacanza. Se ogni velleità di rimettermi a giocare seriamente è stata stroncata a ogni occasione che si è presentata dopo i 40 anni - e non credo di dover davvero spiegare il perché - il destino mi ha dato una grandissima chance di poter comunque contribuire in maniera attiva a questa fantastica disciplina. La fortuna vuole, infatti, che mia figlia Marianna si dedichi da

“Mi sono iscritto al corso FIPAV che prevede numerosissime ore di lezione sia teoriche che pratiche” alcuni anni seriamente alla pallavolo. Nelle serie giovanili, in alcuni campionati minori non è prevista la designazione di arbitri professionisti, per cui è capitato che mi sia stato chiesto, quasi per gioco, di arbitrare qualche partita. Ed è scattata immediatamente la scintilla. Non solo mi sono trovato a mio agio, ma ho capito che potevo rendere questa passione un vero e strutturatissimo hobby.

Vi sono sostanzialmente due modi per fare l’arbitro di pallavolo: essere “arbitro associato” legato a una squadra facendo un breve corso, per poter arbitrare alcune partite minori, oppure provare a diventare arbitro federale FIPAV, facendo un corso estremamente articolato e completo e sottoponendosi al relativo esame. Chiunque mi conosca ha già capito quale percorso ho scelto!

Così mi sono iscritto al corso FIPAV che prevede numerosissime ore di lezione, sia teorica che pratica, e dopo alcuni mesi ho sostenuto e passato il severo esame. La Federazione si è dimostrata essere una vera famiglia e un ambiente “sano” e cordiale, un aspetto per me molto importante. Quando si inizia questo percorso non si ha un’idea della quantità di nozioni che vanno assorbite e messe in pratica, in compenso il prestigio di vestire la divisa di arbitro federale è notevole.

Citando il Regolamento FIPAV, l’arbitro oltre a essere naturalmente imparziale e accurato, deve essere un efficiente organizzatore, ma anche un educatore, usando le regole per penalizzare la slealtà e ammonire la scortesia, e deve promuovere la spettacolarità del bel gioco e permettere agli atleti di fare ciò che essi sanno meglio fare: intrattenere il pubblico. Parole che mi hanno davvero ispirato.

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