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Movimenti dell’industria

CARLO TRABATTONI

Presidente, Assogestioni

Carlo Trabattoni, CEO di Generali Asset & Wealth Management, è stato nominato all’unanimità presidente di Assogestioni. Eletti anche i tre vicepresidenti: Saverio Perissinotto (Eurizon Capital SGR), Giovanni Sandri (BlackRock B.V. – Milan Branch) e Cinzia Tagliabue (Amundi SGR). Oltre a presidente e vicepresidenti, i componenti del Comitato di Presidenza sono Lucio De Gasperis (presidente del Collegio dei Revisori), Lorenzo Alfieri, Andrea Aliberti, Stefano Giuliani, Alessandro Melzi D’Eril.

DARIO CARRANO

Deputy Country Head per l’Italia, M&G Investments

Con l’obiettivo di dare ulteriore impulso alla crescita nel mercato italiano, M&G Investments ha nominato Dario Carrano alla carica di Deputy Country Head per l’Italia. Nel nuovo ruolo, Carrano riporterà a Andrea Orsi, Country Head of Italy & Greece, supportandolo nello sviluppo del business. Sarà inoltre responsabile della gestione e della crescita della clientela discretionary di M&G, con particolare riferimento a fund selector, fund buyer, portfolio manager e fondi di fondi.

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EVAN RUSSO

Amministratore Delegato, Lazard AM

Dopo più di 18 anni alla guida di Lazard AM, Ashish Bhutani ha deciso di andare in pensione e lasciare il ruolo di amministratore delegato a Evan Russo, CFO della società dal 2017. Russo diventerà operativo dal 1° giugno di quest’anno mentre Bhutani rimarrà presidente della parte di asset management e vicepresidente di Lazard fino alla fine del 2022 per garantire una transizione lineare.

MAURILIO MARIA PACE

Direttore Generale, Kairos Partners SGR

Kairos Partners SGR ha annunciato la nomina di Maurilio Maria Pace alla carica di direttore generale. Nella nuova veste, Pace riporterà all’AD Alberto Castelli affiancandolo nella definizione delle strategie di sviluppo del business. Il nuovo DG è stato nominato anche membro del Consiglio d’Amministrazione della SGR come consigliere delegato all’area commerciale.

ALI DIBADJ

CEO, Janus Henderson Group

Il CdA di Janus Henderson Group ha nominato Ali Dibadj CEO della società con effetto non oltre il 27 giugno 2022. Ali Dibadj succede a Dick Weil. Quest’ultimo si è ritirato dalla carica di AD e membro del CdA a partire dal 31 marzo. Il CdA ha quindi nominato il CFO Roger Thompson come CEO ad interim fino all’ingresso di Dibadj in JHG. Per permettere un ordinato passaggio di consegne, Weil opererà come consulente della società fino al 30 giugno prossimo.

BREVI

n Ivan Fogliata, Presidente, Südtirol Bank n Simone Taddei, Direttore commerciale, canale Private Banking, Credem e Banca Euromobiliare n Francesco Bardelli, Consigliere non indipendente e non esecutivo; Stefano Gentili, Vice Presidente, Cattolica Assicurazioni n Nicolas Besson, Direttore degli Investimenti, Reyl Intesa Sanpaolo n Kat Ferris, Head of Product Development per l’Europa e l’Asia, Capital Group n Stefan Kuhn, Head of ETF Distribution per l’Europa, Fidelity International n Chabi Nouri, Private Equity Partner, divisione Private Equity, Mirabaud AM n Oliver Morath, Advisory Board internazionale, Accelerando Associates n Fatima Hadj, Climate Investment Strategist; Laëtitia Tankwe Head of Sustainability Implementation & Assurance, HSBC Global AM n Silvia Della Foglia, Team coverage italiano, Tabula IM n Ann Miletti, Chief Diversity Officer; Sonya Rorie, Deputy Chief Diversity Officer, Allspring Global Investments

DAVID SMITH Senior Investment Director, Asian Equities, abrdn

Il futuro delle rinnovabili in India

Il settore delle energie rinnovabili in India prosegue il suo sviluppo e risulta sempre più promettente e ricco di opportunità. L’India è infatti uno dei maggiori produttori di energia rinnovabile a livello globale e la sua capacità installata da fonti rinnovabili è quadruplicata nel decennio fino al novembre 2020.

Una crescita sostenuta da politiche favorevoli del governo e dai flussi di capitali degli investitori globali, che nel paese vedono un sistema di regolamentazione stabile e favorevole.

Il Ministry of New and Renewable Energy dell’India ha recentemente comunicato che l’energia prodotta da fonti non fossili ammonta a 150 GW di capacità installata, ovvero il 40,1% della capacità totale, al di sopra dell’obiettivo che il paese si era prefissato alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di Parigi del 2015 (COP21). Alla luce dell’innalzamento degli obiettivi di capacità e decarbonizzazione del governo, l’ottimismo che circonda il settore indiano delle rinnovabili è palpabile.

Il primo ministro Modi ha inoltre annunciato un nuovo target di capacità di generazione di energia da fonti non fossili pari a 500 GW entro il 2030, stimando che entro lo stesso anno la nazione sarà in grado di soddisfare il 50% del proprio fabbisogno energetico con energie rinnovabili.

La solidità e la coerenza della politica energetica e dell’approccio normativo dell’India attirano diversi operatori di mercato fra cui le aziende di pubblica utilità, spingendo così al ribasso il costo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e rendendola più accessibile.

Il prezzo medio dell’elettricità di origine fotovoltaica indiana è sceso a 38 dollari per megawatt l’ora nel 2019 ed è più conveniente del 14% rispetto al costo dell’energia prodotta dal carbone, che tradizionalmente è la più economica in assoluto. Per questo motivo, oggi l’India vanta i costi di generazione di energia rinnovabile più bassi di tutti i paesi dell’area Asia-Pacifico.

UN POTENZIALE DI RENDIMENTO INTERESSANTE Fondamentalmente, in India, l’energia rinnovabile non dipende dai sussidi e, sebbene l’India abbia assistito a una CONSUMO PRO CAPITE DI ELETTRICITÀ IN VARI PAESI NEL 2016 E 2017

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Canada USA Australia Japan

Fonte: Central Electricity Authority. France Germany Korea

riduzione delle tariffe, i progetti che riguardano le energie rinnovabili offrono ancora rendimenti azionari interessanti.

La transizione energetica dell’India parte fra l’altro da un livello di consumo energetico ancora relativamente basso, che nel 2020 si attestava a 1.208 kWh per abitante, ma secondo le stime dell’azienda di utility NTPC salirà a 3.000 kWh pro capite entro il 2040. Il consumo pro capite di elettricità dell’India è meno della metà della media globale, mentre quello della Cina è circa quattro volte più alto e negli Stati Uniti è quasi 10 volte maggiore.

Queste stime lasciano presagire un’accelerazione della crescita dei consumi pro capite nazionali, ma sottolineano anche il potenziale di crescita della penetrazione delle energie rinnovabili nel mix energetico, che per il settore rappresenta un doppio effetto positivo.

Certo, per raggiungere gli obiettivi nazionali di capacità installata, l’India dovrà ammodernare la sua rete elettri-

UK Russia Italy South Africa Brazil China India World

ca, creando opportunità, per le società di trasmissione che gestiscono le linee elettriche trasportando energia rinnovabile dalle aree dove l’irraggiamento solare è più elevato a quelle dove la domanda di elettricità è maggiore.

In sostanza, gli investitori dovrebbero tenere presente che il settore delle energie rinnovabili indiano è una delle maggiori storie di successo globali degli ultimi anni, le cui prospettive si mantengono a nostro avviso molto positive. La coerenza e l’alta visibilità della politica energetica e del quadro normativo nazionale, unite all’elevato numero di società di buona qualità e a un ecosistema di operatori e servizi di supporto in costante espansione sono segni tangibili del forte potenziale di accelerazione della penetrazione delle energie rinnovabili.

Pertanto, anche se quando si parla di energie pulite si pensa subito alla Cina, consigliamo agli investitori che guardano alla decarbonizzazione di non trascurare il potenziale dell’India.

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