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coda e aspetti. Ma il problema prescinde dall’app: a volte mi è capitato di trovare un artista che suonava a dieci metri da me, perché i posti erano tutti occupati. Capita di mettersi in postazioni che non esistono». In quei casi nessuno chiama la polizia?

se. «La rete musicale del territorio soffre il fatto di rimanere ferma allo status di associazione» lamenta Maurizio Vitale, organizzatore di Kappa FuturFestival. «Bisogna aiutare le microimprese a competere: meno tasse e burocrazia, più servizi». Un problema a cui si allinea anche Daniele Citriniti di Offtopic, che parla della necessità di «riconoscere la musica come valore aggiunto». Per farlo, serve sostenere proprio quelle realtà che se ne occupano a livello territoriale. Infatti secondo lui «è più facile trovare un musicista piuttosto che un manager». Un problema quindi strutturale e culturale, che però sembra essere in via di miglioramento.

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«Io preferisco risolvere le cose da sola. Però tante volte ho incontrato gli agenti in borghese che controllavano che tutto fosse in regola con le prenotazioni». Al di là di queste problematiche, però, Torino resta una delle città preferite per gli artisti di strada. «È una bella piazza - secondo Ilaria - Torino ha una bella energia. Senti che c’è qualcosa sotto, non so come spiegarlo». In più, il centro è relativamente piccolo, quindi chi suona è esposto a centinaia di persone ogni giorno. «Farsi notare è un elemento centrale del busking. Se piaci capita che ti contattino per suonare a matrimoni o serate, è un ottimo trampolino di lancio» spiega Antoine. E la racconta come un’esperienza molto diversa dal concerto sul palco: «Il pubblico non è pagante, quindi ha un trasporto diverso. Se si ferma, è perché piaci davvero».

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