José Arregi – Maurizio Busso
José María Vigil – Mary Judith RessQuale Dio, quale cristianesimo
La metamorfosi della fede nel XXI secolo
a cura di Claudia Fanti
postfazione di Paolo SCquizzato con i contributi di FranCo barbero – domeniCo baSile – FederiCo battiStutta alberto boSi – Paolo gamberini – FauSto grignani rita maglietta – emma martínez oCaña – enriCo Peyretti régine ringwald – gilberto Squizzato Santiago villamayor – Paolo zambaldi
I testi di José Arregi, Carmen Magallón, Mary Judith Ress, José María Vigil, Santiago Villamayor sono stati tradotti da Claudia Fanti.
© Il Segno dei Gabrielli editori 2022 Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it
ISBN 978-88-6099-502-5
Prima edizione ottobre 2022
In copertina opera di Maximino Cerezo Barredo (particolare) Stampa Mediagraf spa (Padova) ottobre 2022
Indice
Introduzione
IL NUOVO VOCABOLARIO POST-TEISTA
Claudia Fanti 11
L’universo come manifestazione del sacro 12
Ricomporre il divorzio tra mente e materia 16
Le nuove parole chiave 22
PRIMA PARTE 25
TRASFORMARSI O SCOMPARIRE 27 José Arregi 27
La sfida del cambiamento culturale per le religioni 28
Le religioni, costruzioni culturali in crisi profonda 29 Lasciare che si perda l’ispirazione originaria che ha dato luogo alle religioni? 30
Possono le religioni essere ancora fonte di ispirazione? 32
Dio oltre “Dio” 33
L’immagine “teista” di Dio non è più credibile 34
Ha ancora senso dire “Dio”? 37
Il Mistero più profondo della Realtà è personale? 38
L’Infinito è immanente o trascendente? 39
In fondo, la mistica di tutti i tempi non guarda oltre il teismo? 40
Gesù oltre il “figlio di Dio” 43
Oltre il dogma e la storia 43 Gesù è stato un uomo perfetto? 45
Può Gesù ispirarci ancora? 46
Conclusione aperta: quale cristianesimo per l’oggi? 48
LO SGUARDO DELLA SCIENZA: DAL RIDUZIONISMO FISICO ALLA COMPLESSITÀ Maurizio Busso 49
1. Del rigore, del mito, della speranza 49
2. Le scoperte ignorate dell’archeologia e gli errori da non ripetere 54
3. L’evoluzione della fisica moderna e il suo sguardo alla natura delle cose 57
3.1 La crisi della scienza classica 58
3.2. La rinascita: quanti, relatività ristretta, relatività generale 59
3.3 In sintesi. Un mondo bizzarro, quasi assurdo. Ma che funziona 64
4. Un cosmo incomprensibile, le due culture e qualche cautela 67
5. Un universo complesso e una scienza che si affaccia sul sacro 71
6. A pale blue dot: irrilevanza, mistero, empatia 74
APRIRE LA MATRIOSKA
Decostruire il teismo e continuare il cammino José María Vigil 77
Non si tratta di credere 78
Non esistono due piani 79
La Bibbia disseppellita 80
Theós allo scoperto 80
Siamo soli 81 Modernità. Fine della sottomissione 82
Nella società della conoscenza, senza credenze 83
Tempo assiale, un punto di non ritorno 84
I nuovi assiomi 86
Tornare alla Realtà, punto di partenza 86
Un nuovo racconto cosmologico 87 La Grande Storia 88
Onnidivinità? 88
Gesù di Nazaret 90
Un altro livello della matrioska 91
IL GRIDO DELL’ECOFEMMINISMO
Ricordiamoci chi siamo: figlie e figli della Madre Terra Mary Judith Ress 93
La storia di Con-spirando 94 Cos’è l’ecofemminismo? 95
Le fonti dell’ecofemminismo 96
Antiche tradizioni mistiche e sciamaniche 97 Donne attiviste 98
Il femminismo radicale 100
L’antropologia femminista: immagini della dea 101
La psicologia junghiana 101
Il corpo come fonte di saggezza 103 L’ecologia profonda 104
La nuova scienza 104
La cibernetica 105
La nuova cosmologia 105
Le cosmologie indigene 106
Sostenibilità economica / bioregionalismo/ comunità post-patriarcali 107 Tempi di ascolto 108
SECONDA PARTE 111
L’INCONTRO CON IL MISTERO
Franco Barbero 113
VERSO NUOVE, INEDITE IMMAGINI DI DIO
Domenico Basile 116
Lo spirito della modernità e la Chiesa cattolica 117
Teologia dogmatica e nuove immagini di Dio 117
Relatività e Relativismo 118
Contro il nichilismo 118
DIALOGO-DIALOGALE E CONVIVIALITÀ POST-TEISTA
Federico Battistutta 120 Premessa 120
Prima domanda: post-teismo e dialogo inter-religioso 121
Seconda domanda: post-teismo e dialogo inter-culturale 122
Addenda 1. Sull’ateismo 123
Terza domanda: post-teismo e dialogo inter-specie 125
Addenda 2. Sulla natura 127 Conclusione 128
PER NON CONFONDERE IL DITO CON LA LUNA, L’ESSENZIALE È “ALLENARE” L’ATTENZIONE
Alberto Bosi 129
Un nuovo rapporto con il tempo e lo spazio 130
Dall’uomo delle tribù all’uomo planetario, dal Dio tribale al Dio di tutti 130
Per una sintesi di scienza e spiritualità 131
VERSO UN’ALTRA FORMA DI CRISTIANESIMO 135
Paolo Gamberini 135 Incarnazione e secolarizzazione 135
Monismo relativo e un’altra forma di cristianesimo 138 Dio trans-personale e amore indifferente 140
SULLA SAPIENZA DELL’HOMO SAPIENS
Fausto Grignani 144
FRUTTO DI UNA BENEDIZIONE
Rita Maglietta 151
UNO IN TUTTO E TUTTO IN UNO
Emma Martínez Ocaña, Berta Muñoz Luque, Teresa Pacheco Vázquez in nome delle Mujeres en Camino 155 In cosa ci sta aiutando questo processo 156
GESÙ, IL PIÙ GRANDE POST-TEISTA
Enrico Peyretti 163 Anche Maradona! 163
Il più forte post-teista 164
In spirito e verità 164
Vita-che-dà-vita 165
Facciamo una civiltà dell’ascolto 166 Senza confini 167 Sono riconoscente 170
LA DIFFICILE RICEZIONE
DEI NUOVI PARADIGMI IN FRANCIA
Régine Ringwald 171
VIVERE, PER ASSOLUTA FIDUCIA, L’OBBEDIENZA AL MISTERO 176 Gilberto Squizzato 176
La difficile riscoperta del Gesù storico 178 Favolette consolatorie 180
Con Leopardi, non con Spinoza 182 Storia di un fallimento 184
Il coraggio di amare la vita 187
PER ORIENTARE L’EVOLUZIONE
VERSO IL REGNO
Santiago Villamayor 190
Noi creiamo il Dio che ci crea 190
«Non ti farai idolo né immagine alcuna» di Dio 191
I momenti principali del lasciare Dio per Dio 192
La liberazione degli oppressi 193
La città secolare 194
Nella crisalide post-religionale 194 Come uscire da questo mare di incertezza? 195
Costruire un racconto universale e una prassi eco-sociale 196
Guardandoci nel Gesù della fede 197
Nella Chiesa, con un piede dentro e uno fuori
Facendo speleologia
QUEL DIO CHE NON HA PIÙ RAGIONE D’ESISTERE Paolo Zambaldi
Spinoza: un possibile approccio
Postfazione
MISTICA, ULTIMA STAZIONE Paolo Scquizzato
PROFILO AUTORI E CONTRIBUTI
Il nuovo vocabolario post-teista
Claudia FantiConoscere Dio e vivere è la stessa cosa. Dio è la vita.
Lev Tolstoj
La cosa più bella che possiamo provare è il senso del mistero.
Albert Einstein
Quelli che seguono non sono i semplici Atti di un convegno né, del resto, quello a cui ci riferiamo è un convegno come tanti. Nelle vostre mani, infatti, trovate gli interventi rivisti, ri-meditati e am pliati pronunciati durante un evento inedito: il primo incontro in ternazionale legato al nuovo paradigma post-teista, organizzato il 2 aprile 2022, su piattaforma Zoom Webinar, da Gabrielli Editori, in collaborazione con Adista e Officina Adista, intorno al tema “Qua le Dio? Quale cristianesimo? La necessità di ripensare la fede”.
A rispondere ai due interrogativi sono il teologo basco José Ar regi, l’astrofisico Maurizio Busso, la teologa ecofemminista statu nitense-cilena Judith Ress, il presbitero clarettiano spagnolo-pa namense José María Vigil, insieme a teologi e teologhe, preti, rap presentanti di gruppi e comunità cristiane di base (Franco Barbero, Domenico Basile, Federico Battistutta, Alberto Bosi, Paolo Gamberini, Fausto Grignani, Rita Maglietta, Emma Martínez Ocaña, Enrico Peyretti, Régine Ringwald, Paolo Scquizzato, Gilberto Squizzato, Santiago Villamayor, Paolo Zambaldi). Con molte diverse sfumature (e persino alcuni punti chiaramente divergenti) ma con una comune convinzione: che, di fronte alla scelta tra un cambiamento radicale – attraverso una imprescindibile decostruzione dell’esistente – e l’arroccamento sulle posizioni tradizionali, è la prima alternativa l’unica che sembra capace di futuro. E l’unica su cui vale la pena scommettere, non solo riconoscendo
l’importanza di una ricerca spirituale svincolata da ogni pretesa di verità, ma anche andando in cerca di un nuovo significato dei termini “credere” e “Dio”.
L’universo come manifestazione del sacro
All’interno del paradigma post-teista, come è noto, con Dio non intendiamo più un essere dal potere soprannaturale e dai tratti antropomorfi e patriarcali, onnipotente e onnisciente, crea tore, signore e giudice, che interviene dall’esterno di questo mon do imperfetto e passeggero per compiere la sua divina volontà. Con tutto ciò che tale superamento comporta rispetto ai dogmi della tradizione cristiana.
E con Dio non intendiamo più nemmeno un padre amorevole e giusto che ascolta le nostre suppliche, viene in nostro soccorso e ci ricompenserà per il male che abbiamo sofferto in questa vita, per quanto dolorosa e persino traumatica possa risultarci questa rottura dell’adesione affettiva alla rassicurante figura di un dio personale e provvidente.
Dire Dio come persona sul modello di ciò che siamo noi appa re, infatti, nell’ambito del paradigma post-teista, una modalità di pensare antropomorfica: di Dio non possiamo dire nulla, né che è Padre, né che è Madre, né che è personale e neppure che è im personale. Già Margarita Porete affermava, nel XIII secolo, che «L’unico vero Dio è quello di cui non si può pensare nulla».
I rappresentanti e le rappresentanti del nuovo paradigma non si stancano di ripetere – questo sì – che la morte del dio teista non comporta affatto di per sé il passaggio all’ateismo. Ma – si doman dano – cosa si può dire rispetto alla realtà divina in cui in qual che modo vogliamo continuare a credere, per quanto in un modo diverso da quello tradizionale? E si può dire davvero qualcosa, considerando che, come ha scritto José Arregi, «“Dio”, come tut te le parole e più di qualsiasi altra, nasce dal Silenzio e conduce al Silenzio»?1 Domandare cosa sia realmente questo «indicibile
1 JoSé arregi, “Dio al di là di ‘dio’ o del teismo”, in Oltre Dio. In ascolto del
che ci abita»,2 secondo l’espressione di José María Vigil, non sarà chiedere troppo?
Sono interrogativi, questi, a cui sappiamo di poter dare solo ri sposte provvisorie e parziali. E non solo perché questa ricerca sta appena muovendo i primi passi – e dunque è inevitabile imbat tersi in nodi ancora da sciogliere e aspetti da chiarire – ma anche perché, e soprattutto perché, una volta decostruito il teismo, forse non abbiamo bisogno di ricostruire qualcosa che possa sempli cemente prenderne il posto. Forse non serve un nuovo punto di arrivo, ma solo accettare di trovarsi permanentemente in viaggio, in un cammino di ricerca spirituale destinato a non giungere da nessuna parte ma ad arricchirsi ad ogni passo.
E, di certo, quello che chiamiamo post-teismo o non teismo non intende porre «una camicia di forza all’esperienza del miste ro», ma, al contrario, mira alla più ampia «creatività spirituale», rifiutando ogni certezza dogmatica e rifuggendo «la coercizione di un’immagine imposta e fissa».3
L’aspetto forse più importante, tuttavia, è che attraverso que sto cammino di riflessione sul divino potrebbe anche passare la nostra salvezza come umanità. Perché è stato in buona parte pro prio a causa dell’immagine del Dio teista, con tutta la catena di dualismi che si è portata dietro, che ci siamo sentiti qualcosa di separato e di superiore rispetto alla natura, alle altre specie, alla comunità di vita, al cosmo, come se venissimo da fuori e da sopra anziché da dentro e da sotto.
Ed è così che abbiamo dimenticato – pagando per questo un prezzo altissimo – quanto tutto sia interrelato e interdipendente, e iniziato a remare contro quella che il teologo Matthew Fox de finisce la «legge morale dell’interconnessione»4 e il biologo Ru mistero senza nome, Gabrielli editori, S. Pietro in Cariano (VR), 2021, p. 100.
2 JoSé maría vigil, “Teologia non teista. Un approccio popolare al tema”, in “Adista Documenti” n. 9/2022, p. 15.
3 J. arregi, t. brun, g. gonzález, J.m. vigil, S. villamayor, “Per un cri stianesimo post-teista”, in “Adista Documenti” n. 35/2021, p. 5.
4 Cit. in “In principio era il dono. Alla riscoperta della spiritualità del crea to”, in “Adista” n. 31/2016, p. 2.
pert Sheldrake chiama «un habitus dell’universo».5 Perché è qui che va cercata la vera essenza dell’universo: nell’interconnessione, nell’interdipendenza, nella cooperazione (che non nega la compe tizione ma la oltrepassa).
Non è un caso che i quark, le più piccole componenti della materia finora conosciute, non possano essere isolati e si trovino sempre in gruppi di due o tre, mostrando, come sottolinea Diar muid O’Murchu, «un’elegante versatilità nell’esprimere la pro pria esistenza solo in relazione».6 E rivelando «in maniera affasci nante e strana come la vita nel nostro universo non si sviluppi a partire dall’isolamento, ma dalla capacità di relazionarsi».7
Né è meno significativo che, secondo la teoria della simbioge nesi della grande biologa statunitense Lynn Margulis, le cellule eucariotiche di cui sono fatti tutti i viventi non siano altro che il risultato dell’evoluzione di rapporti di simbiosi tra diversi tipi di batteri forgiati attraverso miliardi di anni di sforzo cooperativo, a dimostrazione del fatto che nel mondo creato tutto fiorisca attraverso alleanze simbiotiche.
E straordinario è il successo che la cooperazione, come ha mostrato il botanico Stefano Mancuso, ha ottenuto nel mon do delle piante – «maestre indiscusse del “mutuo appoggio”» – «dall’impollinazione alla difesa, dalla resistenza agli stress alla ricerca delle sostanze nutritive».8
Interconnessione e interdipendenza caratterizzano a tutti i li velli la vita sulla Terra, essa stessa vista, secondo la celebre teoria di Gaia di James Lovelock, come superorganismo vivente in gra do di auto-regolarsi e auto-rigenerarsi. Non per niente l’atmosfe ra, la chimica degli oceani, la struttura geologica del pianeta e la biosfera – la copertura vivente che lo avvolge, in tutte le sue stu pefacenti espressioni – sono tutte a tal punto interconnesse che possono essere comprese solo a partire dalle loro relazioni reci
5 Ibidem.
6 diarmuid o’murChu, Teología cuántica. Implicaciones espirituales de la nue va física, Abya Yala, Quito 2014, p. 103.
7 Ivi, p. 104.
8 SteFano manCuSo, La nazione delle piante, Laterza, Roma-Bari 2019, p. 134.
proche. Sono stati del resto i batteri che vivevano nei fondali del mare a dare inizio alla più importante rivoluzione del nostro pia neta, riuscendo a produrre dall’anidride carbonica e dall’acqua glucosio e ossigeno. Cosicché questo processo chimico di straor dinaria complessità e precisione ha portato, dopo milioni di anni, alla produzione di quell’abbondanza di ossigeno indispensabile per la vita sulla Terra: se noi oggi esistiamo, lo dobbiamo a quelle grandi colonie sottomarine di batteri.
Ma è l’intero cosmo, come sta sempre più dimostrando la ricer ca scientifica contemporanea, a rivelare una natura profondamen te olistica, interdipendente e creativa: non una grande macchina le cui componenti agiscono le une sulle altre in modo puramente meccanico – l’orologio-universo della scienza classica –, ma una rete di relazioni dinamiche in cui ogni parte riceve il suo signifi cato dal posto che occupa all’interno del tutto e co-evolve in un unico sistema auto-organizzato. Un’interdipendenza espressa, nel modo più vertiginoso e sconcertante, dal fenomeno dell’entangle ment quantistico, in base a cui un incontro avvenuto nel passato tra due particelle crea tra di esse una connessione tale che il com portamento di ciascuna delle due condizionerà in modo diretto e istantaneo quello dell’altra indipendentemente dalla distanza che le separa. Con risonanze per noi profondissime:
«Il mio amico Lee – scrive il fisico Carlo Rovelli – mi ha raccon tato che, quando da ragazzo ha studiato l’entanglement, ha poi passato ore sdraiato sul letto a guardare il soffitto, pensando che ciascun atomo del suo corpo aveva interagito in un qualche lon tano passato con tanti atomi dell’universo. Ciascun atomo del suo corpo doveva quindi essere allacciato con miliardi di altri atomi sparsi nella galassia... Si sentiva mescolato col cosmo».9
Sembrerà allora inevitabile guardare al cosmo come un organi smo vivente con la sua libertà e le sue dinamiche creative («Ecco tutta la storia in un rigo», ha scritto il cosmologo Brian Swimme: «Si prende l’idrogeno e lo si lascia tranquillo, e lui si tramuta in roseti, giraffe ed esseri umani»10). Un cosmo che il teologo ed eco
Carlo rovelli, Helgoland, Adelphi, Milano 2020, p. 102.
Cit. in leonardo boFF e mark hathaway, Il tao della liberazione, Fazi Edi
Thomas Berry definiva come «manifestazione suprema del sacro».11
tore, Roma 2014, p. 424.
thomaS berry, El mundo del encantamiento, RELaT n. 458, p. 4.