Karl Brullov (1799 - 1852) DISEGNI E BOZZETTI
KARL BRULLOV (1799 - 1852) DISEGNI E BOZZETTI
a cura di
Teresa Sacchi Lodispoto
Roma - Galleria Berardi 25 settembre - 8 novembre 2014
Corso del Rinascimento, 9 - 00186 Roma Tel./fax +39 06 97606127 info@maestrionline.it - www.maestrionline.it
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
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DISEGNI E BOZZETTI
SOMMARIO
Pag.
7 - Presentazione Gianluca Berardi
Pag.
9 - Note per un catalogo romano di Karl Brullov Teresa Sacchi Lodispoto
Pag. 15 - Dell’attività artistica di Karl Brullov (1799-1852) e del destino della sua eredità Grigory Goldovsky
Pag. 23 - Karl Brullov e Angelo Tittoni Maria Elisa Tittoni
Pag. 27 - Catalogo Teresa Sacchi Lodispoto
Pag. 133 - Biografia Sabrina Spinazzè
Pag. 137 - Bibliografia essenziale
Pag. 139 - Abstract
KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
Presentazione
“Quando non compongo e non disegno io non vivo” Karl Brullov
Per la prima volta in Italia vengono presentati al pubblico in questa sede un album di disegni e alcuni bozzetti relativi all’ultimo periodo di Karl Brullov (1799 - 1852), provenienti dai diversi discendenti dei suoi amici romani, ai quali appartiene il nucleo più ampio di opere del maestro conservate al di fuori della Russia. Il “grande Karl” fu senza dubbio il maestro russo più innovativo e famoso della prima metà del XIX secolo e il suo ben noto quadro L’ultimo giorno di Pompei (1833, San Pietroburgo, Museo di Stato Russo), dopo aver trionfato a Roma, a Milano, a Parigi e a San Pietroburgo, gli donò una celebrità internazionale imperitura. Brullov fu un pittore dall’estrema audacia ideativa, capace di misurarsi con soggetti - e formati - sempre diversi, alimentati da una vena creativa inesauribile e da un talento tecnico fuori dall’ordinario. Da qui deriva quello che Grigory Goldovsky individua con grande lucidità: il “problema del non finito” come aspetto peculiare del procedimento artistico in Brullov. Il suo carattere passionale e irruento nel lavoro - come nella vita - lo portava a interessarsi più al processo ideativo che a quello realizzativo; sono poche le opere portate compiutamente a termine, mentre innumerevoli sono i disegni, gli studi, i bozzetti o le opere lasciate non finite, come se il lavoro di rifinitura lo annoiasse. Questo aspetto - che in sostanza sottolinea la preminenza della tumultuosa elaborazione ideativa rispetto al paziente lavoro di compimento dell’opera - va a evidenziare ancor di più l’importanza del materiale qui presentato, dove come in un antico palinsesto differenti iconografie si sovrappongono e si assiepano l’una su l’altra, seguendo la tempestosa passione creativa dell’autore. In particolare questi disegni e bozzetti sono documenti imprescindibili per studiare l’ultima fase di Karl Brullov, nella quale la serenità ritrovata grazie al soggiorno romano gli aveva portato - per citare il suo biografo Stasov “nuove e interessanti idee”. Nel presente catalogo - che di fatto costituisce il primo volume monografico in italiano sul grande maestro russo - i disegni sono stati accostati, laddove possibile, ai dipinti e ai bozzetti per permettere di comprendere a pieno quell‘incessante processo creativo che caratterizzava il lavoro dell’artista.
Gianluca Berardi
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
Fund “Atlanta Art”3 raccoglie studi di figure in costume realizzati nel corso degli anni Venti. Ciociare, monaci e pifferai sono ritratti nella loro antica e fiera bellezza, che Nikolaj Gogol’ descrive con la stessa toccante commozione dei pittori stranieri che operavano in quegli anni nella città eterna: “Prova a guardare un lampo nell’attimo preciso in cui erompe con immane fulgore da nubi nere come il carbone. Così sono gli occhi di Annunziata di Albano. Tutto in lei ricorda quei tempi antichi in cui brillavano gli scalpelli degli scultori e il marmo si animava (…). Di profilo emana un’incredibile nobiltà e rivela una bellezza di linee mai eguagliata da nessun pennello”4. Sono le caratteristiche attribuite in età romantica “a ceti sociali - anzi, a un unico ceto, il popolo - non ancora contaminati dalla modernità, e quei tratti nobili e severi si volevano accompagnati da un temperamento altrettanto nobile e austero, spesso violento, ma come per effetto di passioni anch’esse primigenie e ‘pure’”5. Brullov, che non può che esserne soggiogato, lavora a scene di genere rese con il nitore e la grazia dei grandi maestri del rinascimento e del classicismo barocco, venendo ad assumere una posizione di rilievo nell’ambito del cosiddetto “genere italiano” praticato dai pensionati dell’Accademia di belle arti russa6. La pratica costante del disegno accompagna, dunque, l’artista nella migliore tradizione accademica sin dai primi anni della sua formazione. Come sottolineato in questo catalogo nel saggio di Grigory Goldovsky sono attualmente noti venticinque album, che raccolgono studi e schizzi di Brullov7. Tale materiale permette di comprendere quanto il disegno in questo caso appartenesse tanto alla sfera dello studio dal vero quanto a quella dell’ideazione dell’opera, con-
Teresa Sacchi Lodispoto
Note per un catalogo romano di Karl Brullov
Il disegno costituisce la base e il fondamento di quella pittura di storia di cui il giovane Karl Brullov si preparava a diventare uno dei protagonisti quando, ventiduenne, intraprendeva in compagnia del fratello Alexander il viaggio che da San Pietroburgo lo avrebbe portato in Italia grazie al pensionato assegnatogli dalla Società di incoraggiamento degli artisti. Il lungo itinerario tocca Riga, Memel, Königsberg, Berlino, Dresda, Monaco, Venezia, Padova, Verona, Mantova, Bologna e Firenze per raggiungere la città eterna, dopo più di otto mesi, il 2 maggio 1823. L’antico e i grandi maestri del Rinascimento costituivano la chiave di volta della formazione di quella koinè di artisti, che avevano modo di studiare a Roma grazie al supporto delle accademie dei loro paesi di provenienza. “Nel mio studio ci sono: l’Apollo di Belvedere, Venere dei Medici, il Mercurio Vaticano, il Torso di Belvedere, il piede destro di Ercole e la testa di Aiace. Gradevole e utile combriccola!” scriveva l'artista in una lettera indirizzata ai suoi genitori1. Sono questi i giorni in cui lavora a un copia a grandezza naturale della Scuola d’Atene di Raffaello e trascorre ore nella cappella Sistina, studiando gli affreschi michelangioleschi2. A contatto con Roma nella sua interezza, giorno dopo giorno, prende forma e consapevolezza il carattere del giovane pittore di storia. Il cosiddetto Album italiano raccolto dalla famiglia Wittgenstein e recentemente acquistato dal Mutual Investment
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TERESA SACCHI LODISPOTO
bozzetti ad olio9. Si tratta di un materiale estremamente prezioso, che permette di seguire passo dopo passo il processo creativo delle opere realizzate da Brullov nei suoi ultimi anni di vita. Il suo ultimo viaggio, alla ricerca di un clima più adatto al suo cuore malato, lo conduce dapprima nell’isola di Madeira, dove viveva una piccola colonia russa, e poi nell’amata Roma, nei cui pressi la morte lo coglie il 23 giugno 1852. Per tale ragione si è scelto di catalogare in maniera cronologica le opere suddivise per nuclei tematici accompagnati, laddove possibile, dalle riproduzioni delle opere cui si riferiscono. Risalgono al primo periodo romano alcuni fogli, che dovevano già una volta aver seguito l’artista in viaggio durante il trasferimento a San Pietroburgo avvenuto nel 1835. Si tratta di scene di genere italiane (cat. nn. 1-2) e di alcuni studi per Il sacco di Roma di Genserico (183536, Mosca, Galleria Tretyakov) (cat. nn. 3-4, 44). Questi ultimi, in particolare, permettono di visualizzare la messa a punto dell’impianto compositivo di un’opera che doveva eguagliare per tema, complessità compositiva e pathos drammatico L’ultimo giorno di Pompei. Nel ricostruire il Foro romano saccheggiato nel 455 dai vandali guidati da Genserico, Brullov si basa sulle descrizioni fornite dagli storici ponendo in primo piano la menorah, portata a Roma da Tito dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Nei primi due fogli (cat. nn. 3-4) la scena si svolge sullo sfondo di un edificio templare, forse il Tempio della Pace dove secondo la tradizione veniva conservata la menorah. Il foglio n. 44 presenta, invece, una versione successiva, più prossima alla soluzione adottata nel dipinto finale, con uno spazio più aperto e dominato dal Tempio di Giove Capitolino.
cepita attraverso studi successivi. Si tratta di veri e propri appunti, che rendono visibile e tangibile il processo ideativo e creativo. Goldovsky ha infatti evidenziato che gli studi e bozzetti costituiscono un elemento peculiare dell’eredità artistica di Brullov: “They spontaneously and clearly manifest the painter’s disposition and offer an intriguing insight into his tense and proufound emotional life (…). Work on history compositions was always, for Brullov, a time of torturous searching, tense meditations and exhausting vigils, full of intellectual and emotional exertions”8. Conosciuto il successo con L’ultimo giorno di Pompei (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo), Brullov rientra nel 1835 in Russia passando per Grecia e Turchia attraverso Costantinopoli e Odessa. Gli anni a San Pietroburgo, dove ottiene una cattedra all’Accademia di belle arti, sono segnati dai numerosi ritratti, ma anche dagli incarichi pubblici come l’incompiuta decorazione della cattedrale di San Pietroburgo e l’impegnativo e non finito dipinto di storia Re Stefano di Polonia assedia Pskov nel 1581. L’intenso lavoro, portato avanti nella casa studio affacciata sul fiume Neva, è, tuttavia, San Pietroburgo interrotto dalla malattia sopraggiunta nel marzo del 1847. Percependo come prossima la fine dei suoi giorni, il 27 aprile 1849 l’artista intraprende, un ultimo viaggio verso la sua patria d’elezione. Lo accompagnano due allievi, Mikhail Zheleznov e Nikolai Lukashevich, e del suo bagaglio fanno certamente parte alcuni fogli su cui in passato ha tracciato schizzi e preso appunti. Una parte di questi fanno parte del corpus composto di cinquantotto disegni disposti su quarantadue fogli di album, che viene presentato in mostra insieme a tre fogli sparsi e tre
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NOTE PER UN CATALOGO ROMANO DI KARL BRULLOV
Di particolare interesse sono una serie di schizzi e studi a tema mitologico. A un bozzetto a olio per un dipinto mai realizzato raffigurante Diana ed Endimione (cat. n. 6) si riferisce con certezza uno studio per la testa di Diana (cat. n. 7) conservato nell’album. La composizione, con le figure dei due amanti abbracciati in un bosco, ricalca, in realtà, il motivo iconografico di Psiche risvegliata da Amore. Attraverso una serie di disegni (cat. nn. 8-11, 15, 16, 34, 50) è possibile seguire il processo creativo di Brullov, che sviluppa una composizione originale prendendo spunto da un motivo iconografico convenzionale. Anche gli studi (cat. nn. 38-42) per il Ritratto di Giulietta Tittoni in veste di Giovanna d’Arco (Roma, collezione privata) permettono di ripercorrere a distanza ravvicinata l’ideazione dell’opera. In un primo disegno (cat. n. 38) la figura della giovane è studiata eretta e poi riquadrata. Appare, dunque, evidente che Brullov aveva in un primo momento concepito un’opera a figura intera, che si era poi sviluppata nel dipinto finale in cui la fanciulla è ritratta a mezza figura. Due nuclei più consistenti di studi riguardano due importanti opere. Tra il 1850 e il 1851 Brullov lavora a La messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno di Pio IX, un dipinto dai toni velatamente polemici, probabilmente ispirato dalla frequentazione di Angelo Tittoni. La composizione, mai portata a termine, è nota da un bozzetto descritto da Stasov e recentemente comparso sul mercato10. Il secondo gruppo di studi è relativo al Ritratto di Anatoly Demidov, lasciato incompiuto nel 1835 e ripreso nel 1852. Si tratta pertanto di disegni dalla datazione incerta, che potrebbero essere stati rea-
lizzati tanto durante il primo quanto durante il secondo soggiorno italiano. Particolarmente rari e interessanti sono, infine, quei disegni, che documentano l’estrema produzione dell’artista. Testamento spirituale è il mai compiuto Il Tempo che distrugge tutto, in cui Brullov intende tornare in maniera definitiva sul tema della caducità delle cose umane, che aveva attraversato la sua produzione di pittore di storia da L’ultimo giorno di Pompei fino al progettato Napoleone e l’incendio di Mosca (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo). La pace del silenzio notturno segna Diana sulle alti della Notte, schizzata tra l’aprile e il maggio del 1852, quando ormai la morte appariva imminente e documentata nell’album da due piccoli schizzi (cat. nn. 53-54). Affaticato dalla malattia e ormai pronto all’estremo distacco, negli ultimi giorni della sua vita l’artista anelava a dormire all’ombra della piramide Cestia nella pace del cimitero acattolico di Testaccio nel cuore della città eterna che l’aveva accolto poco più che ventenne.
NOTE
1 P. Pardo, Il romanzo di un pittore russo nella Roma del primo Ottocento (I). Le due patrie, in “Lazio Ieri e Oggi”, XXXIV, 1998, 3, pp. 72-74, p. 73.
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V. V. Stasov, Poslednye dni K.P. Brullova i
TERESA SACCHI LODISPOTO - NOTE PER UN CATALOGO ROMANO DI KARL BRULLOV
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ostavshiesja v Rime poslednie ego proizvedenja [Gli ultimi giorni di K.P. Brullov e le sue ultime opera rimaste a Roma], in “Otechestvennye zapiski”, 84, 1852, 9 sezione VIII, pp. 17-34, p. 33.
Cfr. p. 17.
8
G. Goldovsky, The painting of Karl Brullov in the Collection of the Russian Museum, pp. 7-25, in G. Goldovsky, Y. Petrova, Karl Brullov 1799-1852. Painting Drawings and Watercolours from the collection of the Russian Museum, San Pietroburgo, State Russian Museum - Palace Editions, 1999, p. 16.
3
Znamenityj I neizvestnyj Karl Brjullov Brjullov [Karl Brjullov conosciuto e sconosciuto], catalogo della mostra a cura di E. Petrova, N. Solomatina (Gosudarstennyj Russkij Muzej), San Pietroburgo, Palace Editions, 2012
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I disegni, già conservati in un album, sono stati collocati su cartoncini, rispettando la disposizione originale, in occasione della mostra Proizvedenija russiskikh chudozhnikov iz muzeev i chastnykh kollektsij Italii [Opere di pittori russi da musei e collezioni private italiani], catalogo della mostra (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo), Venezia, Marsilio, 1991.
4
N. Gogol’, Roma, Palermo, Sellerio, 2000, p. 23. 5 L. Barroero, La ‘naturale’ nobiltà e bellezza del popolo romano, in Maestà di Roma da Napoleone all'Unità d'Italia. Universale ed eterna. Capitale delle Arti", catalogo della mostra (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna - Scuderie del Quirinale, 7 marzo 29 giugno 2003), Milano, Electa, pp. 207209, p. 207.
10
Karl Brullov. IZ ciastnikh kollektsii Moskvy i Sankt-Peterburga [Karl Brullov. Dalle collezioni private di Mosca e San Pietroburgo], catalogo della mostra a cura di G. Goldovsky (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo, 28 agosto 2013 - 31 marzo 2014), San Pietroburgo, Palace Editions, 2013
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E. V. Jajlenko, Il genere italiano nell’arte Russa della prima metà del XIX secolo, Pinakotheke, 16/17, 2003(2004), pp. 76-84.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
Grigory Goldovsky
composizioni monumentali. Di sua invenzione, e quindi una indubbia innovazione per la scuola russa, fu anche il cosiddetto “genere italiano” che diede luogo a numerosissimi imitatori che non furono mai in grado di raggiungere le vette del virtuosismo conquistate in questo particolare aspetto pittorico dal “grande Karl”. Come molti altri borsisti, Brullov era destinato a rivelare il proprio straordinario talento nel “paese delle alte ispirazioni”, in Italia, dove venne mandato dalla curatela della Società di incoraggiamento degli artisti e dove “giustificò in modo brillante tutte le aspettative”. Il famoso pittore trascorse in Italia quasi la metà della sua vita di artista: dal 1822 al 1835 in qualità di borsista della Società, in seguito dal 1850 al 1852 per riposo e cure, quando già era gravemente malato ma come un tempo attivo come artista. La vita del “grande Karl” si interruppe il 23 giugno 1852 nella tenuta romana di Manziana, nella casa dei “negozianti di campagna” Tittoni che Brullov conobbe nel 1851 e con i quali divenne molto intimo, tanto da andare a vivere nella loro casa romana e in seguito nella residenza di campagna di Manziana. Il fratello maggiore dei Tittoni, Angelo, divenne l’esecutore testamentario del pittore1. Per la stragrande maggioranza degli amanti dell’arte “il grande Karl” rimane innanzitutto l’autore della grandiosa tela L’ultimo giorno di Pompei (1833), un pezzo inestimabile della collezione del Museo Russo a San Pietroburgo. Tra l’altro l’eredità di Brullov pittore è enorme e svariata: nell’elenco più dettagliato delle sue opere si contano oltre trecento lavori di pittura e più di quattromila fogli di acquerelli e disegni a cavalletto2. Le maggiori collezioni delle opere
Dell’attività artistica di Karl Brullov (1799-1852) e del destino della sua eredità
Karl Pavlovich Brullov è l’unico tra i pittori classici russi del XIX secolo ad aver acquisito gloria a livello europeo durante la sua vita e fama mondiale dopo la morte. Le sue tele, gli acquerelli, i fogli dei disegni, sono conservati nei musei e nelle collezioni private di Russia, Italia, America. Pittore di grandioso talento, professionista di altissimo livello, dotato inoltre di qualità personali brillanti e attraenti come l’originalità del pensiero, la vasta istruzione, l’autonomia di giudizio e azione, l’indifferenza regale verso i beni materiali, i riconoscimenti ufficiali e gli onori, una insolita libertà di comportamento e l’infinita devozione per l’attività artistica, fu l’unico nella cerchia di compagni, amanti dell’arte, allievi a guadagnarsi il titolo di riconoscenza e ammirazione di “grande Karl”. L’unicità del “grande Karl” consiste nel fatto che fu l’unico tra i contemporanei e gli eredi più prossimi a creare una maniera individuale irripetibile, un proprio metodo artistico nel quale si univano in modo armonico i severi principi della scuola e il volo libero della fantasia. Karl Brullov non conobbe limiti dell’emploi accademico: con la stessa magnificenza incarnò complessi soggetti storici e religiosi, ritratti di gala e intimi, narrazioni mitologiche, allegoriche e letterarie. Con sorprendente portata e ampiezza si realizzò nella creazione di
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GRIGORY GOLDOVSKY
dell’artista si trovano nel Museo Russo a San Pietroburgo (dove sono conservati settantatré opere pittoriche e oltre un migliaio di fogli di grafica)3 alla Galleria Tretjakov a Mosca (circa cinquanta opere pittoriche e all’incirca duecento di grafica)4, circa quindici quadri, tra i quali alcuni di recente scoperta, e decine di acquerelli - ritratti e dipinti di genere - nelle collezioni private russe. La più grande collezione straniera di opere del “grande Karl” è a Roma, costituita ora dai discendenti degli amici ed esecutori testamentari di Brullov: in essa si trovano circa una decina di tele e ritratti ad acquerello di eccezionale qualità artistica ed un importante album di disegni, che il pittore teneva con sè nel corso degli ultimi anni, mesi e ore di vita. Molte centinaia, se non migliaia, di pubblicazioni uscite a partire dagli anni cinquanta dell’Ottocento fino ai nostri giorni sono state dedicate al “grande Karl”. Tra di essi vi sono memorie entusiastiche, ricordi veritieri e apocrifi, leggende, voci mondane e pettegolezzi. Brullov è un genio dell’epoca romantica che considera il pittore un tipo di personalità, un’unità di doti divine e qualità umane eccezionali, essendo egli stesso l’incarnazione di questo ideale etico. Non vi è né la necessità, né la possibilità di elencare qui persino le più importanti testimonianze: cercheremo solamente di delineare la personalità artistica di uno dei più dotati pittori europei della prima metà del XIX secolo. Brullov è uno dei maestri europei nei confronti dell’arte del quale deve essere posto il problema del “non finito”. È sorprendente, ma una dettagliata analisi permette di osservare che tra le sue opere pochissime possono essere
riconosciute come formalmente compiute. Per questo maestro, dotato di un temperamento artistico sfrenato, fu sempre più importante e attraente il processo del lavoro come realizzazione di uno slancio artistico ispirato, piuttosto che la dettagliata elaborazione del soggetto, l’azione poco creativa di dargli un aspetto finito nell’opera completata. I progetti artistici nella mente e nell’immaginazione dell’eccezionale maestro si moltiplicavano, coesistevano e si stratificavano simili a banchise ghiacciate nell’impetuosa piena di un fiume in primavera. Dopo essersi a lungo preparato all’atto creativo, dopo aver meditato a lungo le idee, scegliendo tra di esse quella più preziosa e attuale, il grande pittore si dedicava alla creazione con una furia travolgente. E con identica irreversibilità lasciava il lavoro quando il risultato dello slancio creativo, secondo lui, rifletteva in modo adeguato il suo proposito ideologico-estetico. La componente “artigianale” nell’integrità della sua natura artistica veniva presto relegata in secondo piano. Ma allo stesso tempo qualsiasi suo lavoro, in qualunque fase dell’esecuzione sia stato lasciato, appare compiuto, in quanto elaborato dettagliatamente dal punto di vista del proposito, dell’idea originaria. Nell’eredità artistica del “grande Karl” vi sono molti più bozzetti delle composizioni pensate su temi di storia o mitologia, compiute o incompiute, rispetto ai quadri completati. Spesso per la profondità del contenuto, per la forza della maniera artistica di realizzazione, per l’espressività compositiva e coloristica questi bozzetti appaiono agli occhi dello spettatore di oggi opere compiute, a sé stanti, di alto valore artistico. Involontariamente si pensa che fossero state pensate come tali; che l’autore
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DELL’ATTIVITÀ ARTISTICA DI KARL BRULLOV (1799-1852) E DEL DESTINO DELLA SUA EREDITÀ
non avesse intenzione di portarle ad un altro livello di elaborazione, a dargli altre dimensioni e che sia Brullov che i suoi contemporanei li chiamassero bozzetti solo in base alla tradizione accademica. Come qualsiasi pittore geniale Karl Brullov superò in modo consistente la propria epoca. È curioso che il famoso critico russo Vladimir Stasov, che fu inizialmente un fedele ammiratore di Brullov ma in seguito divenne un suo denunciatore, riteneva che il principale “difetto” dell’autore dell’Ultimo giorno di Pompei era l’eccezionale talento, lo rimproverava per il successo, per il riconoscimento ottenuto dai contemporanei, facendo in modo che gli altri pittori dell’epoca sbiadissero e non avessero la possibilità di mostrare il proprio dono5! Il “grande Karl” vedeva nel lavoro artistico una forma di vita, una sorte di necessità vitale, una condizione necessaria per l’esistenza. Secondo la testimonianza di Vladimir Stasov che riporta le parole di Angelo Tittoni, Brullov avrebbe detto: “Quando non compongo e non disegno io non vivo”6. Nella sua immaginazione rovistavano continuamente decine di idee diverse, che si accumulavano in numerosi studi sulle pagine degli album, con misure diverse e ad un diverso livello di elaborazione. Sottolineiamo che essi non rappresentano per forza del materiale preparato per una qualche concreta opera che occupava l’artista immediatamente, ma testimoniano l’incessante lavoro della sua fantasia creativa. Ecco perché la quantità di propositi di Brullov scoperti negli album o in singoli fogli supera di gran lunga il numero dei soggetti realizzati. Il volo creativo in questo geniale artista superava sempre il lavoro professionale
di routine. Questo tratto della sua personalità si rifletté anche nella sua eredità artistica: sono giunti fino a noi numerosi quaderni con disegni del “grande Karl”, originali annotazioni quotidiane nelle quali sono fissate sotto forma di bozzetti, più o meno dettagliati, le idee che accompagnarono il maestro in diversi periodi della sua vita. Ciascun album rappresenta un interessantissimo laboratorio artistico. Nell’elenco dettagliato e ad oggi più completo dei lavori di Brullov, redatto da Atzarkina, si contano ventitré di questi album: sedici si trovano al Museo Russo a San Pietroburgo, quattro alla Galleria Tretjakov a Mosca, uno nel Museo d’arte di Kharkov ed uno, facente parte della famosa collezione privata di Ilja Zilbershtein, è entrato al Museo delle collezioni personali del Museo statale delle arti figurative Pushkin7. Negli ultimi anni è stato reso noto al pubblico ancora un album che riporta sulla pagina del titolo una dedica dell’autore alla contessa Stefania Wittgenstein8. E, infine, il venticinquesimo album (tra quelli attualmente noti) oggi presentato in mostra. Propriamente in una collezione privata è conservato un quaderno inizialmente non brossurato, che il pittore riempiva giorno dopo giorno di disegni, fantasie grafiche, idee “di riserva” appena delineate, che abbozzavano la composizione e le proporzioni di un dipinto di possibile realizzazione. Di fatto si tratta di una raccolta di pezzi di carta di misure e formati diversi, riuniti secondo una logica e raccolti nei vari formati, legati insieme a comporre un album. A proposito, questa particolarità ha permesso nel 1990, grazie agli sforzi del dottor Clau-
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GRIGORY GOLDOVSKY
dio Poppi e della Galleria d’arte moderna di Bologna, di smontare l’insieme in fogli singoli, realizzarne il delicato restauro e presentarli in una mostra nelle sale del Museo Russo a San Pietroburgo9. E tuttavia si tratta di un quaderno, tenuto insieme non dalla brossatura ma da un’unità di idee che occuparono la mente dell’artista negli ultimi tre anni della sua vita terrena. Il presente album è particolarmente importante per caratterizzare il tardo periodo di attività di Brullov. In esso sono raccolti per lo più disegni degli anni 1849-1852. Anche se si possono incontrare tra gli altri bozzetti di composizioni di temi precedenti (L’invasione di Genserico a Roma, 1834-1835): ciò rappresenta un ulteriore motivo di riflessione sul grande maestro, pittore “per grazia di Dio”. Egli non si distaccava dai soggetti che lo turbavano, anche dopo averli incarnati sulla tela. Tra i disegni della seconda metà degli anni Trenta Quaranta degli album si trovano ancora disegni di L’ultimo giorno di Pompei (il quadro era stato terminato nel 1833). È sintomatico il fatto che nell’album insieme alle composizioni Diana e Endimione, Endimione e Morfeo, Monaci che salgono per una scala, Scena in costume rinascimentale sono presenti bozzetti dell’ultimo quadro realizzato in schizzo Il tempo che distrugge tutto e alcuni disegni per Il Golgota. Nel profondo della coscienza del “grande Karl” compaiono con evidenza alcuni motivi escatologici. Karl Pavlovich Brullov nel 1849 lasciò la Russia per curarsi all’estero dopo una lunga malattia (soffriva di una patologia incurabile - endocardite reumatica). In Spagna ed in Italia lavorò intensamente e in modo proficuo, per
questo si ha la sensazione che lontano dalla routine pietroburghese il “grande Karl” abbia trovato forze nuove. E i disegni dell’album ne sono la dimostrazione: le forze fisiche lo abbandonavano ma la fantasia, la percezione della vita, l’immaginazione artistica continuavano a resistere in modo consapevole e con tenacia. Dopo un periodo di riposo e cure nell’isola di Madeira, Brullov giunse a Roma nell’estate del 1850 in seguito agli importantissimi avvenimenti del Risorgimento: la riforma della chiesa cattolica, i moti rivoluzionari del 1848, la proclamazione della Repubblica Romana di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, la sua caduta e il ritorno a Roma di papa Pio IX. La “città eterna”, dove egli si sentiva come a casa, incoraggiava il grande artista. In lui si era risvegliato il pittore storico: evidentemente si era sentito obbligato a fissare alcune scene fatali della recente storia dell’amata Italia. Ma l’autore de L’ultimo giorno di Pompei non fece in tempo ad assistere agli avvenimenti che era intenzionato a rappresentare sulla tela. D’altronde questi non avevano ancora fatto in tempo ad entrare nella storia, il loro significato non risultava ancora abbastanza evidente. Molto probabilmente le impressioni sui successi e sugli insuccessi di quella nuova tappa della lotta per l’unità d’Italia erano giunte a Brullov attraverso le voci della gente: i racconti entusiasti di vecchi conoscenti, primi fra tutti la famiglia Tittoni. Per la rappresentazione su tela il pittore scelse due soggetti, forse pensando di dare vita ad un dittico. Il primo, Dimostrazione politica a Roma nel 1846, incarna l’esultanza popolare del 17 giugno del 1846 sulla piazza del Quirinale vicino al palazzo che fungeva da residenza
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DELL’ATTIVITÀ ARTISTICA DI KARL BRULLOV (1799-1852) E DEL DESTINO DELLA SUA EREDITÀ
del papa il giorno dopo l’insediamento di Pio IX al cui nome erano fondatamente legate le aspettative di riforme democratiche. Per questa scena sappiamo che Brullov creò tre piccoli bozzetti, uno dei quali è stato acquisito qualche tempo fa dal Museo Russo10. Il piccolissimo quadro colpisce per la sua monumentalità, il dinamismo della composizione, i precisi accenti dei toni della luce. In breve: colpisce per la sorprendente maestria con cui è stato eseguito. Guardandolo si crea un’involontaria impressione di presenza della folla, di un assembramento di gente, del boato della storia che viene riprodotta attraverso mezzi puramente pittorici. Come spesso accade con gli studi in forma di bozzetto del “grande Karl” non è possibile immaginare quale capolavoro sarebbe potuto nascere a partire da uno schizzo appena accennato se l’idea concepita fosse stata realizzata! Il secondo soggetto, che fu la base per il bozzetto ricordato con entusiasmo da Stasov nel 1852, è la Messa nella chiesa di Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno di papa Pio IX a Roma che oggi appartiene ad un collezionista di Mosca. Nell’album le riflessioni grafiche su questi temi, a volte toccate da guazzi colorati, sono inevitabilmente e abbondantemente presenti. Poiché per Brullov la vita e l’attività artistica sono una unità indivisibile, le opere da lui create sono di fatto pezzi della sua biografia, il grado della percezione della propria esistenza al mondo, episodi del destino! Difficilmente esiste almeno un altro pittore russo che abbia dipinto tanti autoritratti quanti ne creò con materiali e tecniche diverse il “grande Karl”. Nella pittura mondiale si può considerare un precursore Rembrandt Har-
mens van Rein. Non è un caso che l’autore dell’Ultimo giorno di Pompei considerasse il grande olandese “uno dei miei maestri più grandi e importanti”11. Come in Rembrandt l’aspirazione a fissare se stesso sulla tela in Brullov non ha nulla in comune con il narcisismo, l’autocompiacimento. Piuttosto: ciascun autoritratto è un atto di conoscenza di se stesso, uno sguardo dall’esterno, un’intuizione che va oltre i tratti esteriori del mondo interiore, della vita spirituale. E uno sguardo profetico sul futuro. In una collezione privata italiana è conservata la primissima immagine di Brullov tra quelle conosciute, datata 1823. L’ultima opera del pittore eseguita in Russia è un autoritratto degli anni 1848-1849. È infatti noto che il tardo Autoritratto era ritenuto l’opera di commiato di questo genio nazionale, il suo ultimo addio alla Russia, più volte riprodotta in copia12. E non per caso l’autore stesso lo ripeté almeno tre volte. Il tardo Autoritratto è uno dei pochi esempi nella storia dell’arte mondiale di scoperta massima, approfondita, stupefacente per la perfezione, dell’essenza della persona, la quintessenza del destino incarnato, della predestinazione, del superamento spirituale della debolezza del corpo. E insieme a tutto ciò non molte persone a Pietroburgo avvertirono questa opera del “grande Karl” come un messaggio di addio non solo alla patria ma anche alla vita. Un patrimonio inestimabile appartenente a una collezione privata è il bozzetto del grandioso quadro Il Tempo che distrugge tutto, la conclusione delle riflessioni di Brullov sui destini dell’umanità e del mondo. Alcuni schizzi di questo bozzetto si trovano sicuramente tra i disegni dell’album.
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GRIGORY GOLDOVSKY
A suo tempo Vladimir Stasov aveva constatato con amarezza che in Russia non si sarebbero mai potuti vedere gli ultimi lavori del “grande Karl”. Grazie a Dio la vita ha apportato delle modifiche a questo postulato pessimistico: una gran parte delle opere conservate in Italia è stata vista a San Pietroburgo nel 1991; oggi patrimonio della società, anche russa, è diventata una grande quantità di disegni. Mi permetto di sperare che in un giorno non lontano i proprietari di questi tesori, ai quali la Russia è riconoscente sia per la partecipazione al destino del genio russo sia per l’accurata conservazione della collezione delle sue opere, decidano di esporle nella patria del grande pittore.
Brullov. Zhizn i tvorchestvo [Karl Pavlovich Brullov. La vita e l’opera], Mosca, 1963, pp. 326-496. Vengono qui menzionati lavori la cui esistenza è nota da fonti letterarie e dei quali ad oggi non è ancora stata definite l’ubicazione. 3
O. Allenova, Karl Brullov. Galleria Tretjakov, Mosca, 1999. 4
Karl Brullov. IZ ciastnikh kollektsii Moskvy i Sankt-Peterburga [Karl Brullov. Dalle collezioni private di Mosca e San Pietroburgo], catalogo della mostra a cura di G. Goldovsky (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo, 28 agosto 2013 - 31 marzo 2014), San Pietroburgo, Palace Editions, 2013. 5
Per la prima volta l’intera collezione viene descritta in modo abbastanza dettagliato in I. Bocharov, J. Glushakova, Karl Brullov. Italjanskie nakhodki [KAl Brullov. Cose italiane ritrovate], Mosca, Znaiye Editore, 1984, p.18-63.
NOTE
1
M. E. Tittoni, Neobychajnaja druzhba Brullova s semejstvom Tittoni v Rime epokhi Pia IX [L’insolita amicizia di Brullov e della famiglia Tittoni a Roma all’epoca di Pio IX] in Proizvedenijz russiskikh chudozhnikov iz muzeev i chastnykh kollektsij Italii [Opere di pittori russi da musei e collezioni private italiani], catalogo della mostra (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo), Venezia, Marsilio, 1991, pp. 37-39; San Pietroburgo, Museo di Stato Russo, Dipartimento dei manoscritti, fondo 31, fascicolo 292, foglio 2. 2 E. N. Atzarkina, Karl Pavlovich
6
V.V. Stasov, Izbrannye sochinenija [Opere scelte], Mosca, 1952, p.38-41. 7
V.V. Stasov, Poslednye dni K.P. Brullova i ostavshiesja v Rime poslednie ego proizvedenja [Gli ultimi giorni di K.P. Brullov e le sue ultime opera rimaste a Roma], in “Otechestvennye zapiski”, 84, 1852, 9 sezione VIII, pp. 17-34, p. 27. 8 9
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E. Atzarkina, Karl Brullov, cit., p.480-487. Znamenityj I neizvestnyj Karl Brullov
DELL’ATTIVITÀ ARTISTICA DI KARL BRULLOV (1799-1852) E DEL DESTINO DELLA SUA EREDITÀ
11 Inv. -11598, olio su cartone, cm 19,2 x 26,7. Inizialmente proviene dalla famosa collezione di P.V. Delarov.
Brullov [Karl Brullov conosciuto e sconosciuto] catalogo della mostra a cura di E. Petrova, N. Solomatina, (Gosudarstennyj Russkij Muzej), San Pietroburgo, Palace Editions, 2012. L’album è stato acquisito presso i discendenti della proprietaria nel 1993 dalla banca “Stolichnyj”. Attualmente appartiene alla Atlanta Art Corporation.
12
V. V. Stasov, Poslednye dni K.P. Brullova, cit., p. 20. 13
E. N. Atzarkina, Karl Pavlovich Brullov, 364.
10
Proizvedenija " con "russiskikh" khudozhnikov, cit.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
Maria Elisa Tittoni
nelle quali avvenne la loro conoscenza che, per il ruolo svolto dai Tittoni durante la Repubblica Romana poteva essere considerata non gradita dal governo pontificio per un artista straniero. I Tittoni rappresentavano quella parte della borghesia romana, i mercanti di campagna, ovvero come precisa Stasov “commercianti all’ingrosso di prodotti agricoli e bestiame”, che avevano derivato la loro ricchezza dallo sfruttamento delle proprietà terriere della nobiltà prese in affitto, dalla vendita del grano favorita dal sistema doganale vigente e dall’allevamento del bestiame. Il loro peso economico non corrispondeva tuttavia ad un equivalente peso politico o ad un riconoscimento di diritti particolari anzi come rilevava Fiorella Bartoccini erano irretiti e mortificati dalla struttura cittadina3. Proprio da questo ambito sociale emersero quindi quegli elementi liberali dai quali prenderà vita l’opposizione al governo pontificio. Angelo Tittoni fu tra i primi ad aderire al movimento di liberazione nazionale partecipando in qualità di colonnello del battaglione universitario al corpo di spedizione sotto il comando del generale Durando, alleato dell’esercito piemontese contro gli austriaci nella prima guerra di indipendenza. Il battaglione si distinse soprattutto nella battaglia di Cornuda e nella difesa di Vicenza. Tornato a Roma, contribuì attivamente alla nascita della Repubblica costituendo il corpo militare dei cacciatori del Tevere. Eletto nel consiglio municipale fu chiamato a presiedere la commissione per l’approvvigionamento alimentare. La ben definita posizione sociale e politica di Angelo Tittoni rendeva dunque anomala la sua amicizia con Brullov; egli, infatti, non ap-
Karl Brullov e Angelo Tittoni
In una lettera a Maria Balabina scritta nell’aprile del 1838, al suo rientro a Roma dalla Svizzera, Gogol’ dichiarava “io qui ritrovai non già la mia patria, ma la patria dell’anima mia, vissuta qui prima di me, prima che io fossi venuto al mondo”1. Questi stessi sentimenti avevano dovuto animare Karl Brullov quando decise, lasciato nel 1849 Pietroburgo e ormai malato, di abbandonare l’isola di Madeira per ritornare a Roma. Nella città eterna fra il 1823 e il 1835 aveva vissuto quella felice stagione creativa culminata con il trionfale successo del suo grande dipinto L’ultimo giorno di Pompei (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo). Al suo arrivo nel 1850 egli ritrovò una Roma che, dopo aver vissuto le drammatiche giornate della Repubblica Romana, vedeva la restaurazione del potere pontificio. In un lungo articolo pubblicato nel 1852 nella rivista “Otecestvennye zapiski” il critico Vladimir Vassilievic Stasov rievoca questo ultimo soggiorno romano dell’artista e ne ricorda le opere eseguite in questi due ultimi anni di vita2. Nell’articolo Stasov sottolinea l’importanza del rapporto di amicizia che legò Brullov ad Angelo Tittoni fino alla sua morte nel 1852 sopraggiunta proprio nella casa dei Tittoni a Manziana dove si era recato per curarsi con le acque delle Terme di Stigliano allora di proprietà della famiglia. Stasov, tuttavia, non parla delle circostanze
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MARIA ELISA TITTONI
parteneva né all’aristocrazia, che vantava tradizioni secolari nei rapporti con gli artisti, né alla borghesia intellettuale che più facilmente poteva avere rapporti con la colonia straniera presente a Roma. Inoltre, Angelo Tittoni, dopo il ritorno a Roma da Gaeta di Pio IX aveva dovuto scontare un periodo nelle carceri di Castel Sant’Angelo, quindi, liberato grazie all’amnistia del 1850, conduceva una vita riservata. Tuttavia, i Tittoni, pur sottoposti ad un certo controllo da parte del governo, continuavano a partecipare ai movimenti liberali nazionali e nel 1860 sia Angelo sia il fratello Vincenzo dovettero prendere la via dell’esilio. Arrivando a Roma nel 1850 Brullov, ormai internazionalmente famoso, conobbe il giovane pittore milanese Luigi Galli. Questi divenne ben presto assiduo del suo studio probabilmente collaborando con il maestro come si evince dalle parole del critico Stasov e dalla successiva corrispondenza intercorsa fra il pittore e Angelo Tittoni dopo la morte di Brullov4. Galli aveva dovuto lasciare Roma proprio in ragione della sua partecipazione alla Repubblica Romana, ma nelle lettere inviate ad Angelo Tittoni le espressione che dedica al suo rapporto con Brullov confermano l’esistenza dell’intenso legame fra i due artisti, come quello che si può instaurare fra il discepolo e il maestro. È lecito, quindi, supporre che proprio Luigi Galli potrebbe essere stato il tramite fra il Tittoni e il pittore russo grazie alla partecipazione di entrambi alla difesa della Repubblica Romana. Galli, giunto a Roma nel 1845, nel 1849 prese parte ai combattimenti al Vascello e al Casino dei Quattro Venti contro le truppe francesi inviate dall’imperatore Napoleone III in aiuto
di Pio IX. A quegli stessi aspri e disperati scontri prendeva parte anche Angelo Tittoni e la memoria visiva della sua partecipazione si trova sul piazzale del Gianicolo nel busto che lo raffigura collocato nel 1902, ad opera di Ettore Ferrari. In questi ultimi anni romani Brullov intendeva eseguire due dipinti di storia contemporanea dedicati a degli avvenimenti a cui, peraltro, non aveva assistito: la manifestazione al Quirinale del 1846 in occasione dell’elezione al pontificato di Pio IX e la cerimonia a Santa Maria Maggiore per il ritorno di Pio IX da Gaeta nel 1849 di cui si conservano oltre a disegni preparatori i due bozzetti. Nella rievocazione di questi due episodi, cromaticamente ricco e mosso il primo quasi a riecheggiare il clima di speranze di quel momento, di più classico impianto il secondo, non dovevano essere stati estranei i ricordi dei due amici, Galli e Tittoni, che, in prima persona, li avevano vissuti. L’amichevole consuetudine e la qualità del rapporto fra Angelo Tittoni e Brullov, secondo la testimonianza di Stasov, era del tutto particolare: “Egli si sentì straordinariamente vicino a quest’uomo sin dal primo momento della loro conoscenza, lo legò a sé con quella forza straordinaria che sempre possedeva quando voleva conquistarsi l’affetto di qualcuno; nello stesso tempo avvertiva su di sé qualcosa come una forza magnetica del Tittoni, alla quale soggiacque sino al suo ultimo giorno di vita”5. Straordinario esito di questa intensa amicizia fu l’esecuzione dei ritratti di famiglia commissionati dal Tittoni che, in certo qual modo, potevano rispondere al desiderio non del tutto espresso di Angelo di imitare quel mecenati-
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KARL BRULLOV E ANGELO TITTONI
smo patrizio di cui Roma, ancora in un passato non troppo lontano, aveva dato esempi mirabili. Sono ritratti di notevole qualità privi di enfasi nei quali Brullov coglie appieno il tratto fondamentale dello strato sociale al quale appartenevano i Tittoni: la ricerca di uno stile di vita corrispondente al patriziato, unito all’orgoglio per la propria origine borghese. Come sottolineava Raffaele De Cesare: “i più ricchi borghesi romani non ricercavano simili unioni con l’aristocrazia andando fieri, a loro volta, delle proprie origini”6. Nei due anni intensi e febbrili trascorsi a Roma prima della morte Brullov, secondo Stasov, spazia dai ritratti alle composizioni, agli schizzi e ai disegni delle sue nuove e incessanti idee. Fra queste “nuove ed incessanti idee” emerge quello che può essere considerato quasi il suo testamento spirituale ovvero Il Tempo che distrugge tutto (Roma, collezione privata). Un turbine impetuoso che tutto abbatte sormontato dalla figura alata del tempo, frutto di un attento studio del Giudizio universale di Michelangelo, è considerato generalmente uno studio preparatorio per una più grandiosa composizione. Tuttavia, la drammatica completezza dell’opera unita al non finito tipico dei suoi ultimi lavori consente di avanzare la seducente ipotesi che essa rappresenti l’ultima testimonianza dell’amicizia che legava l’artista a Tittoni.
NOTE
1 cit. in Maria Elisa Tittoni, Scenari della Memoria Roma nella fotografia 1850-1900, Milano, Electa, 2002, p. 12.
2
V.V. Stasov, Poslednye dni K.P. Brullova i ostavshiesja v Rime poslednie ego proizvedenja [Gli ultimi giorni di K.P. Brullov e le sue ultime opera rimaste a Roma], in “Otechestvennye zapiski”, 84, 1852, 9 sezione VIII, pp. 17-34. 3
F. Bartoccini, La Roma dei romani, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1971. 4
Archivio Tittoni, lettere di Luigi Galli ad Angelo Tittoni. 5
VV. Stasov, Poslednye dni K.P. Brullova, cit., p. 18. 6
R. De Cesare, Roma e lo stato del Papa, I, Roma, Forzani, 1906, p. 107.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
CATALOGO a cura di Teresa Sacchi Lodispoto
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1827-33
A cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta dell’Ottocento, Brullov, stabilitosi a Roma nel maggio 1823, pratica il genere italiano, particolarmente apprezzato dai giovani pittori russi che, giunti in Italia con una delle borse di pensionato dell’Accademia di belle arti del loro paese, erano affascinati da modi di vivere insoliti ed attraenti. Frequenti sono in questi anni le scene di vita quotidiana e, in particolare, gli interni raffiguranti giovani madri con bambini.
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1. Madre e padre italiani seguono i primi passi del loro bambino matita su carta, mm 630 x 102 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 80 n. 39
2. Madre e padre italiani seguono i primi passi del loro bambino; Cane; Figure abbracciate matita su carta, mm 80 x 68 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 80 n. 40
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1827-33
Studi per Il sacco di Roma di Genserico
Il sacco di Roma di Genserico, 1835-36, Mosca, Galleria Tretyakov Copyright Galleria Tretyakov
Dopo il trionfo di L’ultimo giorno di Pompei (1833, San Pietroburgo, Museo di stato Russo), tra il 1835 e il 1836 Brullov torna sul tema della caducità della storia con una composizione storica, mai portata a termine, dai toni mossi e drammatici di ambientazione tardo-antica, raffigurante il trafugamento della menorah durante il sacco di Genserico del 455. Tre disegni in mostra (cat. nn. 3, 4, 44) appartengono a una prima fase progettuale dell’opera, in cui le figure sono collocate davanti a un edificio. Nella versione finale compaiono, invece, sullo sfondo, inquadrati dall’arco di Tito e da un edificio templare, il palazzo del Palatino e il tempio di Giove Capitolino in fiamme. Un ulteriore studio sul tema è presente nel verso del foglio n. 44.
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DISEGNI E BOZZETTI
3. Il sacco di Roma di Genserico matita su carta, mm 117 x 165 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 81 n. 42
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
4. Il sacco di Roma di Genserico (recto); Studi per Diana e Atteone (verso) matita su carta, mm 260 x 233 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 106 n. 93, p. 82 n. 44
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1849-1851
Studio per I cavallerizzi. Ritratto di Evgeny ed Emilia Myussar Nel corso del viaggio che lo condurrà a Roma, Brullov nel 1849 soggiorna a Madeira, dove viene in contatto con una piccola colonia russa di cui facevano parte Evgeny Myussar, all’epoca segretario del duca Massimiliano di Leuchtenberg e di sua moglie Maria Nikolaevna Romanova. I coniugi Myussar vengono ritratti in un dipinto intitolato I cavallerizzi. Sul verso del foglio, utilizzato nel 1849 per tracciare un rapido schizzo della composizione, compare uno studio per una Maddalena penitente commissionata da Angelo Tittoni e mai realizzata (Pardo 19982, pp. 109110). Un ulteriore studio sullo stesso tema è presente nel foglio n. 30.
I cavallerizzi. Ritratto di Evgeny ed Emilia Myussar, 1849, Mosca, Galleria Tretyakov Copyright Galleria Tretyakov
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DISEGNI E BOZZETTI
5. Evgeny ed Emilia Myussar a cavallo (recto); Maddalena penitente (verso) matita su carta, cm 235 x 235 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 89 n. 54 Un altro studio per una Maddalena penitente compare sul verso del foglio n. 33.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1849-1850
A partire dal 1849 Brullov torna diverse volte sul tema di Diana ed Endimione. Il soggetto è trattato sia in chiave idilliaca, come attestano alcuni dei disegni in mostra, sia in maniera più erotica. Gli studi analizzati in questa sede permettono di ricostruire il processo creativo di un’opera non realizzata avente per soggetto Diana, Endimione e Morfeo. Sei disegni presentano una figura femminile dormiente in un bosco baciata da un giovane alato secondo la consueta iconografia di Psiche, addormentata con il vaso vuoto che doveva contenere la bellezza di Proserpina, risvegliata da Amore. Un ulteriore disegno (San Pietroburgo 1991, p. 90 n. 57), costituisce un’evoluzione del soggetto originario in Diana, Endimione e Morfeo. La figura femminile appoggiata su un vaso è, infatti, trasformata in un giovinetto, sulle cui spalle posa la testa un figura femminile, baciato da una genio alato da identificarsi con Morfeo. Il bozzetto a olio e il disegno n. 7 si riferiscono, invece, a una composizione raffigurante i soli Diana ed Endimione. Ulteriori studi sul tema sono presenti nel fogli nn. 2, 4, 15, 16, 34, 50.
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DISEGNI E BOZZETTI
6. Diana ed Endimione olio su tela, cm 32 x 37 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 75
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
7. Diana abbraccia Endimione (recto); Allegoria della pace (verso) matita su carta, mm 175 x 132 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 105 n. 90
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
8. Amore e Psiche (recto); Amore e Psiche (verso) matita su carta, mm 288 x 232 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 92 n. 61
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
9. Amore e Psiche (recto); Figure femminili (verso) matita su carta, mm 280 x 230 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 91 n. 59
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
10. Studi per Amore e Psiche (recto); Studi per Amore e Psiche e per la figura di Psiche dormiente (verso) matita su carta, mm 284 x 237 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 92 n. 60
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
11. Studi per la figura di Amore; Cani; Donna in preghiera matita su carta, mm 265 x 194 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 91 n. 58 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 124
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DISEGNI E BOZZETTI
Diana ed Endimione particolare
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1850
Studio per il Ritratto di Alexander Ageevich Abaza Nel 1850 Brullov esegue il ritratto di Alexander Ageevich Abaza, futuro consigliere dello zar Alessandro II e tra il 1880 e il 1881 ministro delle finanze.
Ritratto di Alexander Ageevich Abaza, 1850, Riga, Museo nazionale d’arte lituana
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DISEGNI E BOZZETTI
12. Studio per il Ritratto di Alexander Ageevich Abaza matita su carta, mm 137 x 82 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 93 n. 63
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1850 circa
Studi per Dimostrazione politica a Roma nel 1846 Intorno al 1850, probabilmente anche stimolato dalle conversazioni con Angelo Tittoni, Brullov lavora a un dipinto non realizzato intitolato Dimostrazione politica a Roma nel 1846, di cui si conserva un bozzetto a olio presso il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. La sera del 17 giugno 1846 una grande folla si era radunata fuori dal palazzo del Quirinale per celebrare l’elezione di Pio IX. La cerimonia religiosa della prima benedizione papale si era trasformata in una dimostrazione politica per via delle aspettative di riforme legate al nuovo pontefice.
Dimostrazione politica a Roma nel 1846, bozzetto, 1850, San Pietroburgo, Museo di Stato Russo
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DISEGNI E BOZZETTI
13. Scena in costume rinascimentale; Militare a cavallo matita e inchiostro su carta, mm 275 x 205 iscrizione sul verso in russo: da Odessa, dall’Andreevskaya 5 versta del Liman vi è la nave per gli altri centri peloidoterapeutici in Crimea. Da Napoli parte una nave militare per Costantinopoli con frequenza ogni 8 giorni, la durata del viaggio da Costantinopoli a Odessa è di 36 ore con quarantena di 4 giorni a Odessa. Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 95 n. 66 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 51
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
14. Cavalli e figure a cavallo (recto); Cavalli e figure a cavallo (verso) matita su carta, mm 296 x 245 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 95 n. 67
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1850 - 1851
Studi per La messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno a Roma di Pio IX
Tra il 1850 e il 1851 Brullov lavora al dipinto La messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno a Roma di Pio IX, di cui si conserva un bozzetto recentemente comparso sul mercato (Golvdosky 2013, pp. 96-101), il cui tema è stato certamente ispirato, dall’amicizia con Angelo Tittoni. È questa un’opera di impegno, realizzata attraverso una serie di studi molto dettagliati. L’atteggiamento distaccato con cui i romani accolgono il pontefice al suo rientro a Roma da GaeLa messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno a Roma di Pio ta, dove si era rifugiato duIX, bozzetto, 1850 circa, collezione privata rante il periodo della Re(Sotheby's Picture Library / Cecil Beaton Studio Archive, Londra) pubblica Romana del 1849, è colto da Stasov (1852 cit. in San Pietroburgo 1991, p. 96): “è dipinto l’interno della basilica Santa Maria Maggiore; in lontananza si intravede il corteo di tutto clero romano all’ingresso della basilica e il pontefice sulla portantina. In questa chiesa il papa celebrò la prima messa al suo rientro da Gaeta dopo le sommosse politiche a Roma. Tutto il primo piano del quadro è occupato da donne inginocchiate: è presente tutta la popolazione romana, la nobildonna col cappello e il sorriso civettuolo, seminascosta dietro la poltrona dell’ufficiale francese, imbarazzato e tutto scuse per aver quasi schiacciato il ventaglio della signora, e le trasteverine con il velo in testa e la frascatana in conversazione con il monaco, e la albanese vestita di porpora e oro giratasi dall’altra parte perché il giovane abate le sta chiedendo qualcosa, e poi tutti i costumi variopinti delle borgate romane così contrastanti con gli abiti monotoni bianco-oro del clero e le divise sgargianti delle guardie del pontefice”.
Un ulteriore studio per il dipinto è presente nel recto del foglio n. 51. Il recto del foglio 25 contiene uno studio dell’interno della basilica di Santa Maria Maggiore.
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15. Studio per le figure dell’ufficiale e del monaco e delle donne inginocchiati; Studio di teste e figure femminili (recto); Studi per la figura dell’ufficiale; Due studi per Amore e Psiche (verso) matita su carta, mm 221 x 285 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 96 n. 68 Bibliografia: San Pietroburgo 2013, p. 103 nn. 81-82
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16. Studio per le figure dell’ufficiale e del monaco e delle donne inginocchiati; Napoleone Bonaparte (recto); Studio per le figure dell’ufficiale e del monaco e delle donne inginocchiati; Studii per Amore e Psiche; Cani (verso) matita su carta, mm 305 x 200 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 96 n. 69 Bibliografia: San Pietroburgo 2013, p. 103 nn. 83-84 Napoleone Bonaparte doveva essere il protagonista di un dipinto, raffigurante L’incendio del Cremlino, concepito da Brullov tra il 1850 e il 1852 (Goldovsky 1999, p. 30).
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17. Testa di donna con cappello tempera su carta, mm 142 x 116 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 97 n. 70 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, s.p.; San Pietroburgo 2013, p. 102 n. 78
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18. Giubba. Studio per la figura dell’ufficiale matita su carta, mm 130 x 60 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 97 n. 71
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
19. Studio della figura dell’ufficiale tempera su carta, mm 145 x 48 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 97 n. 72 Bibliografia: San Pietroburgo 2013 p. 102 n. 79
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DISEGNI E BOZZETTI
20. Giubba. Studio per la figura dell’ufficiale tempera su carta, mm 183 x 98 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 98 n. 73
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
21. Testa di ufficiale tempera su carta, mm 93 x 60 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 98 n. 75
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DISEGNI E BOZZETTI
22. Donna anziana in costume acquarello su carta, mm 140 x 92 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 98 n. 74
63
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1850 - 1852
Tra il 1850 e il 1851 Brullov lavora pi첫 volte con la stessa modella, che compare in due bozzetti a olio, in un disegno e al centro dello studio preparatorio del dipinto non realizzato La messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno a Roma di Pio IX.
23. Fanciulla nel bosco in costume di Albano olio su tela, cm 55 x 50 Esposizioni: San Pietroburgo, p. 57 n. 17 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, s.p.
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DISEGNI E BOZZETTI
24. Testa della fanciulla di Albano o la Trasteverina olio su tela, cm 46 x 37 Esposizioni: San Pietroburgo, p. 57 n. 19 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, s.p. Lo studio di testa per la Fanciulla nel bosco in costume di Albano è descritto da Stasov (1894 cit. in San Pietroburgo 1991) come testa di trasteverina.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
25. Studio per Fanciulla nel bosco in costume di Albano; Castel Sant’Angelo; Carretto; Due studi di Golgota (recto); Studi architettonici dell’interno della basilica di Santa Maria Maggiore (verso) matita su carta, mm 242 x 180 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 94 n. 64 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, s.p.
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1850 - 1851
Studi per Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno Nel periodo in cui è ospite della famiglia Tittoni, Brullov realizza l’ultima delle versioni del dipinto Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno, tema orientalista ispirato al viaggio compiuto in Grecia e Turchia del 1835 al seguito del conte Vladimir Orlov-Davydov. L’opera, di cui si presentano tre piccoli studi, già appartenuta alla figlia di Angelo Tittoni, Giulietta sposata Puricelli Guerra, è stata donata nel 1917 alla Galleria d’arte moderna di Milano. Un ulteriore studio sullo stesso tema è presente nel verso del foglio n. 45.
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DISEGNI E BOZZETTI
Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno, 1850-51, Milano, Galleria d’arte moderna Copyright Galleria d'arte moderna, Milano
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
26. Zampe di cavallo; Nettuno; Studio per Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno (recto); Zampe di cavallo (verso) matita su carta, mm 359 x 261 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 113 n. 108
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1831 - 1852
Studi per il Ritratto di Anatoly Demidov
Il conte Anatoly Demidov (San Pietroburgo 1813-Parigi 1870), che andava raccogliendo nella sua residenza fiorentina di San Donato un’importante collezione di respiro internazionale in cui comparivano tra gli altri Eugène Delacroix e JeanAuguste-Dominique Ingres, commissiona nel 1827 L’ultimo giorno di Pompei, opera che, presentata sei anni dopo, sancisce la consacrazione di Brullov. L’artista a partire dal 1831 lavora anche a un ritratto del suo mecenate, che è documentato da disegni preparatori e bozzetti, tra cui uno a olio su tela conservato presso il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. Il ricco erede di una famiglia di industriali minerari degli Urali, che sposerà la principessa Matilde Bonaparte e acquisirà il titolo di principe di San Donato, è ritratto in abiti da boiardo a cavallo circondato dai suoi cani. Il dipinto, attualmente conservato a Firenze presso la Galleria d’arte moderna di palazzo Ritratto di Anatoly Demidov, bozzetto, Pitti, era rimasto incompleto nel 1835 alla parcollezione privata tenza di Brullov per la Russia. Rientrato in Italia nel 1850, l’artista è incoraggiato da Demidov a lavorare al ritratto. Risale a questo periodo una seconda versione di dimensioni inferiori, portata a termine da Cherubino Cornienti dopo la morte dell’artista (Goldovsky 2013, p. 104 n. 85).
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DISEGNI E BOZZETTI
Ritratto di Anatoly Demidov, 1831, Firenze, Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
27. Zampe di cavallo; Cavallo a figura intera; Demidov a cavallo; Due studi per Flagellazione di Cristo (recto); Studi per Demidov a cavallo (verso) matita su carta, mm 280 x 240 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 83 n. 45
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DISEGNI E BOZZETTI
75
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
28. Demidov a cavallo; Zampe di cavallo e vegetazione (recto); Cavalli; Vegetazione (verso) matita su carta, mm 290 x 235 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 84 n. 46
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DISEGNI E BOZZETTI
77
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
29. Demidov a cavallo; Cavalli (recto); Demidov a cavallo (verso) matita su carta, mm 235 x 291 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 85 n. 47
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
30. Demidov a cavallo; Tre studi per I cavallerizzi; Cavalli (recto); Cavalli (verso) matita su carta, mm 262 x 210 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 87 n. 49
80
DISEGNI E BOZZETTI
81
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
31. Demidov a cavallo matita su carta, mm 250 x 232 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 87 n. 50
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Ritratto di Anatoly Demidov particolare del bozzetto
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
32. Muso di cane; Zampa e busto di cavallo; Cavaliere (recto); Cani; Zampa di cavallo; Cavaliere (verso) matita su carta, mm 296 x 230 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 88 n. 52
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
33. Musi e zampe di cane (recto); Maddalena penitente; Zampe di cavallo; Figura di Demidov (verso) matita su carta, mm 291 x 230 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 88 n. 53
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
34. Cani; Figure paludate (recto); Uomo dormiente (Endimione?); Peccatore con demonio; Due studi per Flagellazione di Cristo (verso) matita su carta, mm 300 x 256 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 89 n. 55
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DISEGNI E BOZZETTI
89
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
35. Zampe e corpo di cavallo (recto); Figura femminile seduta (verso) matita su carta, mm 267 x 163 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 113 n. 106
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1851
Studi per il Ritratto di Antonio Tittoni Nell’estate del 1851 Brullov, in segno di gratitudine per l’ospitalità accordatagli, esegue dei ritratti all’acquarello dei fratelli di Angelo Tittoni, Antonio, Vincenzo e Mariano. Antonio, in particolare, posa con in mano un fucile da caccia sullo sfondo delle colline che circondano Manziana.
Ritratto di Antonio Tittoni, 1851, collezione privata
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DISEGNI E BOZZETTI
36. Studio per il ritratto di Antonio Tittoni matita su carta azzurra, mm 94 x 73 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 99 n. 76
37. Studio per il ritratto di Antonio Tittoni matita su carta azzurra, mm 90 x 70 Esposizione: San Pietroburgo 1991, p. 99 n. 77 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 123
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1851 - 1852
Studi per il Ritratto di Giulietta Tittoni in veste di Giovanna d’Arco Stasov (1876 cit. in San Pietroburgo 1991 p. 101) riferisce che nell’autunno del 1851 Brullov inizia a lavorare al ritratto di Giulietta Tittoni, figlia all’epoca quattordicenne di Angelo. L’artista era rimasto particolarmente colpito dalla fanciulla, che aveva sopranominata Giovanna d’Arco e in tale veste aveva deciso di raffigurarla.
Ritratto di Giulietta Tittoni in veste di Giovanna d’Arco, 1851-52, collezione privata
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38. Giulietta Tittoni con corazza e cavallo a figura intera; Testa di cavallo matita su carta, mm 185 x 133 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 101 n. 80 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 83
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
39. Figura con corazza matita su carta, mm 84 x 70 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 101 n. 82
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DISEGNI E BOZZETTI
40. Testa di cavallo e briglie matita su carta, mm 170 x 185 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 101 n. 83
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
41. Studio Giulietta Tittoni in veste di Giovanna d’Arco; Testa di cavallo; Else di spada matita su carta, mm 207 x 157 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 101 n. 84
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DISEGNI E BOZZETTI
42. Sella matita su carta, mm 83 x 90 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 101 n. 81 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 83
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1851 - 1852
Studi per Eclissi solare o Il bacio di Diana e Apollo Stasov descrive il bozzetto a olio (ubicazione sconosciuta) per il dipinto mai realizzato all’epoca presente nella collezione Tittoni: “[si tratta di una] rappresentazione dell’eclissi solare dell’anno scorso: Apollo, il sole, è radioso come il sole splendente, con mantello corto color porpora sulle spalle, è avvolto in un cerchio di luce e viaggia su una biga di oro nel mezzo del cielo azzurro. La sua strada si incrocia con quella di sua sorella da volto pallido, Diana, la luna, la quale vola nei cieli azzurri sulla sua calesse veloce a cui sono attaccati due cervi scuri. Incrociatisi nel volo, la sorella abbraccia e bacia il suo radioso fratello; il corpo della dea per un attimo passa davanti al sole e nasconde dietro di se i raggi solari luminosi ...» (Stasov 1852 cit. in San Pietroburgo 1991, p. 105 n. 91). Uno studio a matita quasi definitivo è conservato nel Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco di Milano.
Eclissi solare o Il bacio di Diana e Apollo, 1851-52, Milano, Castello Sforzesco, Civico Gabinetto dei disegni Copyright Comune di Milano - tutti i diritti riservati
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DISEGNI E BOZZETTI
43. Studi per la figura di Diana matita su carta, mm 246 x 193 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 105 n. 91 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 53
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
44. Cervo e parte del carro di Diana (recto); Studi per Genserico e il sacco di Roma (verso) matita su carta, mm 265 x 234 Bibliografia: San Pietroburgo 1991, p. 106 n. 92
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
45. Testa e corpo di Diana (recto); Cavalli; Studio per Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno (verso) matita su carta, mm 344 x 258 iscrizione in alto: “via di Monte Magna, Napoli, primo piano, Casa [...]etto, palazzo Cera, via Gregoriana, N° 5, Roma”. Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 106 n. 93, p. 111 n. 101
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DISEGNI E BOZZETTI
105
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
46. Studio per il quadrante delle ore; Cervi (recto); Tre leoni; Tre studi di cimitero (verso) matita su carta, mm 272 x 228 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 107 n. 94, p. 111 n. 94
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DISEGNI E BOZZETTI
107
KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1851-1852
Studi per Helios scaccia Mercurio e Venere Somov (1876, cit. in San Pietroburgo 1991, p. 102 n. 85) menziona tra i dipinti presenti nella collezione Tittoni un’opera, oggi dispersa, raffigurante Helios scaccia Mercurio e Venere, cui si riferiscono alcuni degli studi in mostra.
47. Helios scaccia Mercurio e Venere (recto e verso) matita su carta, mm 247 x 236 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 102 n. 85
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
48. Helios scaccia Mercurio e Venere (recto); Helios; Gambe (verso) matita su carta, mm 280 x 192 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 102 n. 86
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
49. Figure volanti; Donna anziana seduta (recto); Testa di monaco; Due teste di Cristo (verso) matita su carta, mm 260 x 205 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 103 n. 87
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1851-1852
Studi per Il Tempo che distrugge tutto Brullov negli ultimi due anni della sua vita lavora a un’allegoria del tempo distruttore che considerava di capitale importanza, di cui si conserva un bozzetto a olio, descritto nel 1861 da Stasov: “il quadro è intitolato “Il tempo distruttore”. La parte centrale superiore del quadro è dominata dalla figura del Tempo rappresentato dall’anziano Saturno con la falce nelle mani. Con essa Saturno distrugge e getta nel fiume dell’oblio tutto ciò che vi sia di importante sulla faccia della terra. Tutto il quadro, da sopra a sotto, è pieno di gruppi di uomini e donne coinvolti in una vorticosa e precipitosa caduta, una vera e propria variopinta, sgargiante cascata umana. Brullov incluse in questi gruppi tutta la sua conoscenza della storia dell’umanità. I più vicini al Lete sono i legislatori e i precettori dell’antichità: Licurgo e Solone con delle tavole frantumate, Esopo, Platone; più in alto è rappresentata la poesia, impersonata dalle figure di Omero con la lira dalle corde rotte in mano, Pindaro, Virgilio, Dante, Petrarca, Ariosto; le religioni, partendo da quelle più antiche, fino ad arrivare alla più “giovane”, l’islam, più in alto vi sono i riformatori sovrastati dai filosofi e gli scienziati: al mezzo di questo gruppo spicca l’immagine di Newton con una corona di stelle e il pendolo in mano appoggiato sulla sfera armillare di Tolomeo, vicino a lui si riconoscono i volti di Gallileo, Copernico ed altri, contrastati dal lato opposto dagli uomini del potere: Alessandro Magno con l’Iliade e un reliquario di oro, poi alcuni imperatori dell’impero romano, sopra di loro Napoleone con la spada e la corona caduta dalla testa, più in alto il sibarita Sardanapalo in un disperato tentativo di aggrapparsi alle montagne, e in cima Antonio e Cleopatra stretti in abbraccio quale simbolo dell’amore e della bellezza, accompagnati da due figure allegoriche: la Libertà con un berretto frigio sulla lancia e il Despotismo che cerca di sopprimere la Liberta con tutto il proprio peso” (Stasov 1861 cit. in San Pietroburgo 1991, p. 108 n. 96).
114
DISEGNI E BOZZETTI
Il Tempo che distrugge tutto, bozzetto, 1851-52, collezione privata
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
50. Studi per la figura di Esopo; Parca Giunone dormiente con Ercole bambino; Cani; Studio di figura femminile sdraiata (recto); Studi per Amore e Psiche; Testa di cane (verso) matita su carta, mm 304 x 235 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 109 n. 96
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DISEGNI E BOZZETTI
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
51. Saturno distruttore; Studi di insieme; Testa femminile per La messa in Santa Maria Maggiore in occasione del ritorno a Roma di Pio IX matita su carta, mm 210 x 288 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 109 n. 97
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DISEGNI E BOZZETTI
52. Corpi cadenti matita su carta, mm 225 x 125 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 109 n. 98
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
1852
Studi per Diana sulle ali della Notte, opera non realizzata Tra l’aprile e il maggio 1852, poco tempo prima della sua morte, Brullov lavora a una composizione ispirata a una serena notte romana come descritto da Stasov: “sembrerebbe, avesse il presentimento della morte imminente: i suoi pensieri diventarono sempre più cupi e tristi, e a giudicare dagli schizzi e dalle discussioni di quell’epoca, «Diana sulle ali della notte» nel suo volo nel cielo romano sorvolando il cimitero in cui l’artista desiderava di trovare la pace eterna, esprimeva l’attesa di serenità e liberazione dalla sofferenza tanto agognati in seguito alla lunga e dolorosa malattia che a poco da li avrebbe posto fine alla sua esistenza sulla terra” (Stasov 1856, cit. in San Pietroburgo 1991, p. 110 n. 100). Il biografo sembrerebbe aver visto nello studio dell'artista due piccoli disegni preparatori e uno schizzo di maggiori dimensioni oggi disperso e da lui stesso riprodotto.
Diana sulle ali della Notte, bozzetto, ubicazione sconosciuta
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DISEGNI E BOZZETTI
53. Diana sulle ali della notte matita su carta, mm 95 x 83 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 110 n. 100
54. Diana sulle ali della notte matita su carta, mm 103 x 83 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 110 n. 99
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
Disegni vari
55. Cane matita su carta azzurra, mm 110 x 85
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DISEGNI E BOZZETTI
56. Combattimento di divinitĂ matita e inchiostro su carta, mm 142 x 180 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 114 n. 110
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
57. Due studi per Golgota matita su carta, mm 234 x 163 firmato sul verso Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 93 n. 62 Una crocifissione del 1850 è elencata da Somov (1876 p. 26 cit. in San Pietroburgo 1991) tra le opere di Angelo Tittoni.
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DISEGNI E BOZZETTI
58. Ritratto maschile matita su carta, mm 80 x 62 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 113 n. 109
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
59. Allegoria della pace matita su carta, mm 115 x 115 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 83 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 107 n. 95 Una prima idea della composizione sul verso del foglio n. 7.
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DISEGNI E BOZZETTI
60. Figura di ecclesiastico inginocchiato matita su carta, mm 137 x 82
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
61. Figure a cavallo; Testa maschile (recto); Cavallo (verso) matita su carta, mm 287 x 189 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 86 n. 49 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 123
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DISEGNI E BOZZETTI
62. Soldati addormentati matita, inchiostro e acquerello su carta, mm 280 x 220 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 111 n. 102 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 49
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KARL BRULLOV (1799 - 1852)
63. Soldato conteso tra angelo e demonio; Testa maschile in abiti medievali matita, inchiostro e acquerello su carta, mm 245 x 180 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 48 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 111 n. 103
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DISEGNI E BOZZETTI
64. Scena galante; Uomo seduto matita su carta, mm 240 x 210 Bibliografia: Bocharov - Glushakova 1984, p. 47 Esposizioni: San Pietroburgo 1991, p. 112 n. 105
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
BIOGRAFIA
Sabrina Spinazzè
vlovna Samòjlova, alla quale si lega sentimentalmente, il principe Gagarin e l’industriale e mecenate Anatoly Demidov. Lavora in Vaticano a una copia a grandezza naturale della Scuola d’Atene di Raffaello e realizza ritratti, dipinti a soggetto biblico, mitologico e di genere, ispirati a scene di vita popolare italiana. In quest’ambito notevole successo riscuote Mattino italiano, del 1823 (Kiel, Kunsthalle), che, esposto a San Pietroburgo - nel 1825 all’Accademia di belle arti e nel 1826 alla Società per l’incoraggiamento degli artisti - viene premiato dallo Zar Nicola I con un anello di diamante. Durante l’estate del 1827 visita per la prima volta gli scavi di Pompei e comincia una vasta tela a soggetto storico, L'ultimo giorno di Pompei (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo). Si lega ad Anatoly Demidov con un contratto che obbliga l’artista a terminare l’opera entro il 1830. Vi lavora per diversi anni, durante i quali continua la sua produzione ritrattistica, mitologica, storica e religiosa. Intanto, nel 1830, la copia della Scuola d’Atene è presentata all’Accademia di San Pietroburgo. Nel 1833, con tre anni di ritardo rispetto al contratto, conclude L’ultimo giorno di Pompei. L’opera, esposta nell’atelier dell’artista a via San Claudio, riscuote entusiastici consensi, e viene successivamente inviata all’Accademia di Brera a Milano (1833), al Salon parigino (1834), dove ottiene la medaglia d’oro, nonché all’Hermitage e all’Accademia di San Pietroburgo (1834). Anatoly Demidov decide di donare la tela allo zar, che a sua volta la dona all’Accademia di San Pietroburgo. L’ampio successo gli vale in Italia l’elezione a membro onorario delle accademie di Bologna Firenze, Parma, mentre in Russia è insignito dell’onorificenza dell’ordine
Nasce a San Pietroburgo il 12 dicembre del 1799 da famiglia ugonotta di origini francesi, da tempo radicata nel mondo dell’arte: sia il padre, Pavel Ivanovich Bruleau, che il nonno e il bisnonno erano attivi nella scultura decorativa. Giovanissimo nel 1809 viene ammesso, insieme al fratello maggiore Alexander, alla locale Accademia di belle arti, in cui frequenta i corsi di Andrej Ivanov, Aleksej Egorov e Vasily Šebùev. Nel 1821 si diploma con successo e il suo dipinto L’apparizione di Dio ad Abramo in forma di tre angeli alla quercia di Mambre (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo) viene premiato con la medaglia d’oro. Stabilisce lo studio con il fratello Alexander presso la cattedrale di Sant’Isacco e inizia a dedicarsi alla ritrattistica. Nel 1822 insieme al fratello, diplomato come architetto, ottiene una borsa di studio della Società di incoraggiamento degli artisti per il perfezionamento all’estero. In questa occasione, data la difficoltà per gli stranieri di accedere alle sovvenzioni pubbliche, russifica il cognome in Brullov. Dopo aver visitato Riga, Memel, Königsberg, Berlino e Dresda, all’inizio del 1823, a causa di una malattia del fratello, si ferma per quattro mesi a Monaco, dove realizza ritratti di membri del governo bavarese e frequenta i corsi dell’Accademia. Parte dunque alla volta dell’Italia: soggiorna a Venezia, Padova, Verona, Mantova e Bologna, giungendo infine il 2 maggio a Roma. Nella città papale prende uno studio al Quirinale e frequenta la comunità degli artisti, nobili e intellettuali russi, tra cui la contessa Julia Pà-
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SABRINA SPINAZZÈ
di Sant’Anna di terzo grado e del titolo di professore di secondo grado dell’Accademia. Intanto nel 1834 vive tra Milano e Como, presso la villa della contessa Samòjlova, dove prosegue nella sua attività di apprezzato ritrattista. Sono di questo periodo il ritratto della contessa insieme alla figlia adottiva Giovanna Pacini (Washington DC, Hillwood Museum), una serie di ritratti in costume a tema teatrale e musicale come Giuditta Pasta nella scena della pazzia della Anna Bolena di Donizetti (Milano, Museo del Teatro alla Scala), La cantante Fanny Tacchinardi Persiani (San Pietroburgo, Museo dell’Accademia), e un altro dipinto di soggetto storico, La morte di Ines de Castro, esposto a Brera nel 1834 (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo). Nel 1835 parte insieme al conte Vladimir Orlov-Davydov per un viaggio in Grecia e Turchia durante il quale esegue studi di paesaggio e scene di genere finalizzati all’illustrazione delle Note di viaggio del conte. Nel dicembre del 1835 torna nella madrepatria. Trascorre un periodo a Mosca realizzando ritratti, tra cui il Ritratto del conte Alexei Tolstoy (San Pietroburgo, Museo di Stato Russo). Rientra quindi nel maggio 1836 a San Pietroburgo, dove è accolto con celebrazioni in suo onore. Lo Zar lo invita a eseguire un quadro raffigurante la presa di Kazan, ma l’artista chiede invece di essere autorizzato a dipingere Re Stefano Batory di Polonia durante l’assedio di Pskov nel 1581. Si reca quindi a Pskov per studiare l’ambientazione della tela, alla quale lavorerà a lungo per poi lasciarla incompiuta nel 1843 (Mosca, Galleria Tretyakov). Fino al 1849 ha l’atelier all’interno dell’Accademia, dove tiene il corso di pittura storica. Disegna scene e costumi per l’opera Ruslan e Lyudmila
di Mikhail Glinka (1837) e prosegue nella produzione di ritratti di membri dell’aristocrazia russa e della famiglia imperiale, di quadri a tema storico (l’incompiuto Il sacco di Roma da parte di Genserico, 1835-36, Mosca, Galleria Tretyakov) e orientalista (La fontana di Bakhi Sarai, 1838-49, Mosca, Museo Puškin). Numerose anche le opere a soggetto religioso, tra cui una pala d’altare per la chiesa luterana dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo (1838), diversi lavori per la cattedrale di Kazan (1839), una pala d’altare per la Cattedrale della Trinità nel monastero di San Sergio a Strelna (1840), un Cristo risorto per la chiesa del Salvatore a Mosca (1843) e le decorazioni murali - non terminate - per la cattedrale di Sant’Isacco a San Pietroburgo, in cui è attivo insieme a Fyodor Bruni, Vasily Shebuyev e Alexei Markov(1843-1848). Nel gennaio 1839 sposa Emilia Timm, di Riga. Il matrimonio dura solo pochi mesi. Nel 1849, nonostante la salute precaria, insieme agli artisti Mikahail Zheleznov e Nikolai Lukashevich viaggia per la Polonia, la Prussia, il Belgio, l’Inghilterra e il Portogallo, giungendo fino a Madeira, dove frequenta la locale colonia russa. Appartiene a questo periodo Passeggiata, esposto nel 1850 all’Accademia di San Pietroburgo, un acquerello in cui ritrae se stesso insieme al duca Massimiliano di Leuchtenberg, il suo segretario Evgeny Myussar con la moglie, il principe e la principessa Bagration, Mikahail Zheleznov e Nikolai Lukashevich. Dopo aver attraversato la Spagna, nel 1850 decide di stabilirsi a Roma, nella speranza di trarre vantaggio per la sua salute dal clima più mite. È ospite dell’amico Angelo Tittoni, esponente dei movimenti risorgimentali, prima in
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BIOGRAFIA
via del Corso, poi nella casa di campagna di Manziana, da dove si reca frequentemente a Stigliano per le cure termali. Ritrae in questi anni i membri della famiglia Tittoni (tra cui Giulietta Tittoni in veste di Giovanna d’Arco, Roma, collezione privata), lo studioso orientalista Michelangelo Lanci (Mosca, Galleria Tretyakov), lavora a scene di genere, a un dipinto di soggetto orientalista, Secondo il comandamento di Allah la camicia viene cambiata una volta l’anno, noto in varie versioni, e all’allegoria Il Tem-
po che distrugge tutto (non realizzata). Nella sua ultima opera, Diana sulle ali della notte, esprime il sentimento della morte imminente ritraendo la notte attraverso le sembianze di una donna in volo su Roma con Diana, dea della luna, addormentata sulle sue ali, e, in basso, il cimitero acattolico di Testaccio, quasi a indicare il luogo dove poi sarebbe stato sepolto. Il 23 giugno 1852 si spegne a Manziana per un aneurisma aortico.
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
BIBLIOGRAFIA
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M. E. Tittoni Maestà di Roma da Napoleone all'Unità d'Italia. Universale ed eterna. Capitale delle Arti, catalogo della mostra (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna - Scuderie del Quirinale, 7 marzo - 29 giugno 2003), Milano, Electa, 2003, p. 246
P. Pardo, Il romanzo di un pittore russo nella Roma del primo Ottocento (I). Le due patrie, in “Lazio Ieri e Oggi”, XXXIV, 1998, 3, pp. 72-74
Znamenityj I neizvestnyj Karl Brullov Brullov [Karl Brullov conosciuto e sconosciuto] catalogo della mostra a cura di E. Petrova, N. Solomatina, (Gosudarstennyj Russkij Muzej), San Pietroburgo, Palace Editions, 2012
P. Pardo, Il romanzo di un pittore russo nella Roma del primo Ottocento (II). Una figura a tutto tondo, in “Lazio Ieri e Oggi”, XXXIV, 1998, 3, pp. 108-110 G. Goldovsky, Y. Petrova, Karl Brullov 17991852. Painting Drawings and Watercolours from the collection of the Russian Museum, Saint Petersburg, State Russian Museum - Palace Editions, 1999
Karl Brullov. IZ ciastnikh kollektsii Moskvy i Sankt-Peterburga [Karl Brullov. Dalle collezioni private di Mosca e San Pietroburgo], catalogo della mostra a cura di G. Goldovsky (San Pietroburgo, Museo Russo, 28 agosto 2013 - 31 marzo 2014), San Pietroburgo, Palace Editions, 2013
P. Cazzola, Karl Brullov, eccelso pittore russo a Roma nell’Ottocento, in Strenna dei Romanisti,
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KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI
Abstract
“When I am not composing and not drawing I am not living” Karl Brullov
For the first time in Italy, we are presenting to the public here an album of drawings and some sketches related to the last period of Karl Brullov (1799 - 1852), obtained from various descendants of his Roman friends, who own the biggest group of works by the master outside of Russia. The “Great Karl” was certainly the most innovative and famous Russian master of the first half of the Nineteenth century and, after his great success in Roma, Milan, Paris and Saint Petersburg, his famous picture The Last day of Pompeii (1833, Saint Petersburg, State Russian Museum) made him an everlasting international celebrity. Brullov was an extremely imaginative and daring painter who always tackled different subjects - and formats - with inexhaustible creative inspiration and extraordinary technical talent. This is what gave rise to what Grigory Goldovsky so aptly describes as “the problem of the unfinished” being a particular aspect of Brullov’s artistic method. His passionate and impetuous character in his work - like in his life - led him to become more interested in the conceptual process than in the actual execution; only a few of his works were really completed whereas he made countless drawings, studies and sketches, or left pictures unfinished, as if the work of finishing bored him. This aspect - which basically emphasises the pre-eminence of the turbulent conceptual process over the patient labour of completing the work - goes to show, even more. the importance of the material presented here, in which, like in an ancient palimpsest, different iconographies overlay each other and pile up on top of one another, swept along by the author’s stormy creative passion. In particular, these drawings and sketches are indispensable documents for studying the last phase of Karl Brullov, during which the serenity he found thanks to his stay in Rome brought him “new and interesting ideas” - to quote his biographer Stasov. In this catalogue - which is, in fact, the first monographic volume in Italian on the great Russian master - the drawings have, wherever possible, been placed alongside the paintings and the sketches, to allow a full understanding of that unceasing creative process that characterised the artist’s work. Gianluca Berardi
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Sartorio Mito e modernitĂ
La Galleria Berardi ricerca per l'acquisto opere di
Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 - 1932)
Catalogo generale
Michetti Prosegue la catalogazione delle opere di Francesco Paolo Michetti a cura dell'Archivio dell'Ottocento Romano.
Il comitato scientifico per l'esame delle opere è composto da Fabio Benzi, Gianluca Berardi, Teresa Sacchi Lodispoto, Sabrina Spinazzè.
Info: www.francescopaolomichetti.it
Con il patrocinio di Con il sostegno della
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI G. D’ANNUNZIO CHIETI PESCARA
In collaborazione con
CATALOGO GENERALE
UMBERTO PRENCIPE
Con il sostegno della
L'Archivio Umberto Prencipe ha iniziato la catalogazione delle opere del Maestro in vista della pubblicazione on-line del catalogo generale.
Info: www.umbertoprencipe.it
Archivio dell’Ottocento Romano
Studi e ricerche sulla produzione artistica romana del secondo Ottocento e del primo Novecento Raccolta di materiale archivistico e documentario Perizie di autenticitĂ e stime di valore su singole opere o intere collezioni Cura di testi monografici e cataloghi di mostre Progettazione e cura di eventi espositivi
www.ottocentoromano.it
KARL BRULLOV (1799 - 1852) - DISEGNI E BOZZETTI Finito di stampare nel mese di settembre 2014 da GraficArt, Formia
Corso del Rinascimento, 9 - 00186 Roma www.maestrionline.it D’ARCO EDIZIONI