Autodidatta, scrupoloso osservatore e abile disegnatore, ritrattista di successo dei membri della colonia tedesca residente nella Capitale, Renato Tomassi ha rappresentato la personalità che meglio di ogni altra ha incarnato la passione per la cultura secessionista mitteleuropea che contraddistinse la Roma del primo Novecento. Considerato il principale seguace romano dei tedeschi Otto Greiner e Sigmund Lipinsky, Tomassi prese da questi gli spunti per costruire, all’inizio del secolo, un linguaggio personale caratterizzato da tensione lineare e lucida capacità analitica del tutto originale; sebbene distante dai movimenti d’avanguardia, egli si dimostrò tuttavia un elemento importante di quel tessuto connettivo che, con lo sguardo rivoltò al di là delle Alpi, costituì uno dei terreni di elaborazione dei linguaggi più avanzati.