Claudio Bassi - Quaderno fotografico

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CLAUDIO BASSI Quaderno fotografico

GALLERIA CERIBELLI L

U B R I N A

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D I T O R E



Questo libro è dedicato ad Adriana Simone Jacopo


Un ringraziamento particolare a Marco e Simona Bugionovi che con il loro apporto professionale hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro. Ringrazio Andrea Musicò Giordano Bufo


CLAUDIO BASSI Quaderno fotografico

Scritti di: TANO D’AMICO MARIO DONDERO

GALLERIA CERIBELLI



Claudio in piedi, con le braccia in alto che tendono la pellicola bagnata controluce, i suoi occhi la scorrono, la trapassano, controllano che sia stata esposta, sviluppata, fissata bene. Gesti in silenzio sì, momenti solenni da antico rito che si teme vada perduto, smarrito, dimenticato. “Che bella foto!”: in cinquant’anni solo poche volte mi è capitato di sentire Claudio rompere il silenzio con quelle parole. Da giovane balzavo accanto a lui e guardavo anch’io, ripercorrevo anch’io la pellicola, tentavo di capire, cercavo il fotogramma perfetto capace di turbare il rito. Erano i rulli dei maestri e sembrava di percepire la musica da dove erano partite le parole – “Che bella foto!” –, potevano essere fotogrammi di nuvole come di pietre, di corpi, di avvenimenti, di paesaggi, di occhi, di gesti, la musica era una, sempre righe, linee, angoli, macchie, chiari, scuri si componevano, si mischiavano, si bilanciavano, trovavano un equilibrio e lo perdevano, si cercavano, si respingevano, si muovevano, vivevano. Il giovane fotografo imparava e sentiva che quel pezzo di plastica trasparente macchiato di scuro sarebbe vissuto per sempre dentro di lui. Claudio è stato un maestro per i suoi coetanei e per quelli venuti dopo. Un giovane maestro a cui fotografi anziani celeberrimi e celebratissimi affidavano il loro lavoro, l’interpretazione del loro lavoro, la scelta dei loro fotogrammi. Chiedevano a quel giovane maestro, nato e cresciuto nel quartiere San Lorenzo a Roma, di rifinire, di levigare, di ordinare i reportage che gli spedivano da luoghi lontani e sperduti. Era Claudio che ricostruiva in camera oscura la luce violenta dei deserti australiani, la trasparenza del cielo d’Irlanda, le pupille dei bambini, lo sguardo dell’umiliato, la tracotanza del soddisfatto. Era una questione di luce e una questione di cuore, una questione tecnica e una questione di comprensione, freschezza e profondità, uno sguardo che tutto nota, tutto percorre, tutto accarezza, senza nulla turbare, spostare, forzare. Non usava l’esposimetro Claudio per le strade della sua San Lorenzo. Quella luce è stata sempre la sua. La luce in cui è nato, la luce che gli ha aperto gli occhi e lo ha appassionato alla vita. La luce che anima e custodisce questi lievi e delicati attimi, in cui la fatica di vivere sembra scompaia e rimanga per sempre la grazia delle creature. Tano D’Amico



Una vita per la fotografia Conosco Claudio Bassi fin dai lontani tempi della Telefoto, un laboratorio di fotografia sito in Via Mario dei Fiori a Roma, dove Claudio compì i suoi primi passi alla scuola prestigiosa di Silvio Cavalieri, emerito stampatore. Claudio stava decidendo se tentare la carriera del reporter o scegliere il lavoro della camera oscura. Se la camera oscura è diventata il suo regno, il luogo di predilezione in cui lui medita sui tempi di esposizione, la scelta delle emulsioni e sogna molte altre cose, è stato determinato, probabilmente, da una lunga serie di cause e di scelte, che solo Claudio conosce. La Telefoto Agency era allora un laboratorio quasi esclusivamente per professionisti e era diretta da due giovani donne, Carla Menegol e Madeleine Fischer, indimenticabili amiche. In camera oscura c’era Silvio Cavalieri, che era tra i più ricercati stampatori dell’epoca, e Claudio, fresco diplomato della scuola di fotografia Duca d’Aosta, era alla ricerca del suo primo lavoro, nel 1961. Aveva sedici anni. Entrò nel laboratorio. Gli dissero che proprio quel giorno avevano trovato un apprendista, ma, mentre se ne andava, Cavalieri uscì dalla camera oscura e gli chiese se voleva stare con lui, a spuntinare le foto. Da quel laboratorio Claudio non è più uscito, lavorando sulle fotografie che altri avevano scattato, spesso salvando immagini imperfette, che, grazie al suo lavoro rigoroso e appassionato, sono state salvate e rese al meglio, sulla carta disegnata dalla luce. Ma Claudio non ha mai abbandonato del tutto la sua iniziale seconda alternativa, e ha fotografato seguendo il cuore, quando quella che aveva eletto come sua scelta di lavoro gli lasciava il tempo per farlo. Le fotografie raccolte in questo volume rivelano il lato sconosciuto di Claudio, quello che molti famosi fotografi, che hanno ritirato per anni le splendide stampe del loro lavoro, hanno completamente ignorato. Claudio è un autentico “romano de Roma” ed è cresciuto nel quartiere di San Lorenzo, dove tuttora vive. Molte delle sue immagini sono notazioni di vita popolare in quel quartiere, ben conosciuto e molto amato. Alcune tra esse sono una testimonianza umanissima sul lavoro infantile, fin dagli inizi degli anni ’70, a cui risalgono i primi scatti qui presentati. Il lavoro è comunque l’asse principale di questo mosaico di immagini, che comprende anche ritratti intensi, come quello di un vecchio lavoratore con il volto segnato dalla fatica. Ma ci sono anche i momenti della festa e dello svago, e quelli della distrazione dalla fatica di vivere. Ci sono immagini di viaggio, a Brindisi, in Sardegna, in campagna. Le foto del carcere di Ventotene danno una disincantata visione della futilità della violenza nel reprimere il male. Non è assente neppure l’umorismo, che è un tratto saliente del carattere di Claudio. Quello che lui chiama “Quaderno fotografico” è una costruzione meditata. Una meditazione sulla vita umana, sulla sua durezza, la sua bellezza, la sua fatica, il suo desiderio spesso deluso, la sua allegria improvvisa. Non ci sono sentimentalismi né decorazioni, ma una calma “pietas” dello sguardo, che scopre il mondo e lo trova magnifico e terribile. Claudio ha stampato una quantità infinita di mie fotografie, spesso venendo a prenderle lui stesso, mentre passavo per Roma, alla stazione o al Castro Pretorio, mentre io ero pressato dai miei orari pressanti di reporter. Spesso ha reso accettabili mie fotografie intrise dalle imperfezioni che spesso caratterizzano gli scatti fugaci del fotogiornalismo, grazie alla sua immensa perizia tecnica e alla sua sensibilità professionale. Ha salvato centinaia di mie fotografie che, senza la sua cura e la sua vigilanza, sarebbero andate smarrite o non sarebbero mai arrivate ai giornali. Il suo lavoro oscuro e poco considerato, nella sua camera oscura, ha consentito la visione di milioni di foto straordinarie, di tutti i grandi fotografi che si sono avvicendati nel suo laboratorio. Sono felice di avere questa possibilità per manifestare a Claudio tutta la mia gratitudine per il lavoro immenso e nascosto che ha fatto. E, ancora di più, sono felice di scoprire in lui un collega, che ha amato gli esseri umani, il mondo e la fotografia con enorme intensità. Insomma, caro Claudio, il tuo quaderno è una bella prova in cui la macchina fotografica è un felice strumento per raccontare la vita, quella degli altri e la tua. Mario Dondero


Ăˆ DOMENICA 1977, Brindisi (sul traghetto)


IN POSA 1973, Roma


GHIACCIO BOLLENTE 1973, Roma (Via Porta Labicana)


CON I PIEDI IN TERRA 1977, Brindisi


LE MANI SUL VOLANTE 1973, Roma (via Tiburtina)


PERICOLI SUL LAVORO 1973, Roma (via dei Volsci)


CAMPO SPORTIVO IN INTERNO 1973, Roma (via dei Sabelli)


RAGAZZO DI BORGATA 1973, Roma (scalo San Lorenzo)


TOGLIERE LE CASTAGNE DAL FUOCO 1972, Roma (esterno stazione Termini)


DESTINI INCROCIATI 1973, Roma (via dei Latini)


APPRENDISTA 1973, Roma (via dei Latini)


VERSO IL CANTIERE 1976, Sardegna


PAUSA PRANZO 1974, Roma (largo Edoardo Talato)


IL CALZOLAIO 1974, Roma (via degli Apuli)


SI PUÒ FARE - SERGIO IL RESTAURATORE 1973, Roma (via dei Sabelli)


VINCENZO IL FALEGNAME 1992 , Roma


LIBERA USCITA 1974, Roma (al Colosseo)


SPAGO E CALAMITA 1973, Roma (fontana di Trevi)


PRIMA COMUNIONE - CORSA IN PISCINA 1988, Roma


IL MATRIMONIO 1988, Roma


EFFETTO GIORNO 1972, Roma (interno casa Romana)


VERSO LA PACE 1976, Orgosolo


PARCHEGGIO PARTIGIANO 1976, Orgosolo


TRAFFICO 1974, verso Spoleto


TURISTA PER CASO 1972, Castel Gandolfo


MANIFESTAZIONE 1972, Roma (stazione Termini)


IL CONTADINO 1974, verso Spoleto


IL VECCHIO E IL MARE 1977, Brindisi


IN ATTESA 1978, Santa Teresa di Gallura


L’OSTERIA 1972, Roma


R4 1976, Sardegna


4 AMICI 1976, Sardegna


ORDINE D’ARRIVO DOPO FOTO 1978, Roma (Capannelle)


BORSA E MERCATI 1990, Roma (San Cosimato)


SALA PRANZO 1976, Isola Ventotene (carcere Santo Stefano)


VENTOTENE, IL CARCERE 1976, Isola Ventotene (carcere Santo Stefano)


LA SCOMMESSA 1973, Roma (piazza dei Sanniti)


LA PARTITA È FINITA 1972, Roma (via Tiburtina al “Bar dei belli”)



BIOGRAFIA

Claudio Bassi nasce a Roma il 31.05.1945 dove frequenta la scuola statale Duca D’Aosta nella sezione di Fotografia. Nel 1961 lavora presso l’Agenzia Fotografica Telephoto dove incontra il gruppo di fotografi romani tra i quali Franco Pinna, Nicola e Antonio Sansone, Vittor Hugo Contino, Ermanno Rea, Glauco Cortini, Calogero Cascio, Tazio Secchiaroli, Mario Dondero e Sergio Strizzi. Nel 1963 collabora con Silvio Cavalieri alla creazione del laboratorio fotografico per professionisti in via Salaria 314. Nel 1969 dirige il lavoro di camera oscura per lo studio 35m/m. Nel 1970 inizia l’attività del laboratorio fotografico Bassi e Corsetti dove esegue lavoro di stampa per fotografi affermati tra i quali Vezio Sabatini, Sergio Strizzi, Mario Dondero, Tano D’Amico, Gianfranco Salis, Gianni Giansanti, Donata Pizzi, Gabriella Mercadini, Lorenzo Castore, Massimo Cappellani, Fabian Cevallos, Fausto Giaccone Slim, Marcello Melmelluzzi, Massimo Franchi, Paola Agosti, Laura Genga, Ada Masella, Angelo Ciuffoli, Romolo Paradisi, Mario Cozzi, Zeno Colantoni, Luisa Digaetano, Patrizia Nicolosi, Michelangelo Giuliani, Massimo Martini, Umberto Cicconi, Carlo Carino, Andrea Strianese, Assunta Servello, Donatello Brogioni, Catia Gabrielli, Giorgio Vasari, Franco Origlia, Francesco Garufi, Dario Bellini, Giorgio Piredda, Francesco Carbone, Simonetta Ramogida. Collabora con vari giornali: L’Espresso, La Repubblica, IL Manifesto, L’Aventi, Lotta Continua, Il Messaggero, La Stampa. Nella fotografia di scena stampa per vari registi: Franco Rosi, Elio Petri, Giuseppe Tornatore, Roberto Benigni, Matteo Garrone.



finito di stampare nel novembre 2014 dalle Castelli Bolis Poligrafiche, Cenate Sotto (Bg)


GALLERIA CERIBELLI Via San Tomaso, 86 - 24121 Bergamo dal martedĂŹ al sabato 10:00-12:30 - 16:00-19:30 Tel. 035 231332 www.galleriaceribelli.com info@galleriaceribelli.com


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