Jacob e Wilhelm Grimm Biancaneve
disegni di Francesca Dell’Orto testo integrale adattato dalla traduzione di Antonio Gramsci a cura di Angela Ricci
ISBN 979-12-221-0471-3
Prima edizione italiana settembre 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2028 2027 2026 2025 2024 © 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Titolo dell’edizione illustrata originale spagnola: Blancanieves © 2019 Editorial Luis Vives - Spagna
Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafički Zavod Hrvatske, Zagabria - Croazia nel mese di agosto 2024
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testo di Jacob e Wilhelm Grimm disegni di Francesca Dell’Orto
testo integrale adattato dalla traduzione di Antonio Gramsci
Una volta, si era nel cuore dell’inverno e i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina sedeva alla finestra incorniciata di ebano nero e cuciva. E mentre cuciva e guardava la neve, si punse con l’ago un dito e tre goccioline di sangue caddero sulla neve. Il rosso sulla candida neve appariva così bello che ella pensò: “Potessi avere un figlio bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno del cornicione!”
Poco dopo le nacque una figlioletta che era bianca come la neve, rossa come il sangue e nera di capelli come l’ebano e fu perciò chiamata Biancaneve. Ma appena nata la bambina, la regina morì.
Un anno dopo, il re prese un’altra moglie. Era una bella donna, ma superba e arrogante, e non poteva soffrire di essere superata in bellezza da nessuno. Ella possedeva uno specchio meraviglioso; quando vi si specchiava e si ammirava, diceva: «Specchietto, specchietto alla parete, chi è la più bella di tutta la terra?»
Lo specchio rispondeva:
«Signora, voi siete la più bella del mondo».
E la regina era contenta perché sapeva che lo specchio diceva la verità.
Intanto Biancaneve cresceva e diventava sempre più bella, e quando ebbe sette anni era bella come un giorno sereno e più bella della stessa regina.
Quando questa domandò una volta al suo specchio:
«Specchietto, specchietto alla parete, chi è la più bella di tutto il mondo?»
lo specchio rispose:
«Signora regina, voi siete la più bella qui, ma Biancaneve è mille volte più bella di voi!»
La regina inorridì e divenne gialla e verde per la gelosia.
Da quel momento, quando vedeva Biancaneve il cuore le si stringeva, tanto odiava la fanciulla. L’invidia e la boria crebbero come la gramigna nel suo cuore, sempre più grandi, tanto che non riusciva a trovar pace né di giorno, né di notte.
Chiamò un cacciatore e gli disse: «Porta via la bambina nella foresta; non la voglio più vedere dinanzi ai miei occhi. La devi ammazzare e portarmi come prova i suoi polmoni e il fegato».
Il cacciatore obbedì e condusse fuori Biancaneve, ma quando ebbe snudato il coltello da caccia e stava per trafiggerle il cuore innocente, Biancaneve scoppiò in pianto e disse: «Ahimè, caro cacciatore, lasciami vivere; io correrò nella parte più selvaggia della foresta e non tornerò più a casa».
E poiché ella era così bella, il cacciatore ne ebbe pietà e le disse: «Scappa, dunque, povera bambina», e pensò: “Le bestie selvagge non tarderanno a divorarti”. E tuttavia gli pareva che gli avessero levato una pietra dal cuore, perché non sarebbe riuscito a ucciderla. E quando da quelle parti spuntò fuori un cinghialetto, lo pugnalò, gli tolse i polmoni e il fegato e li consegnò alla regina. Il cuoco dovette cucinarli in salsa piccante e li servì a quella malvagia, che pensò fossero i polmoni e il fegato di Biancaneve.
Una volta, si era nel cuore dell’inverno e i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina sedeva alla finestra incorniciata di ebano nero e cuciva. E mentre cuciva e guardava la neve, si punse con l’ago un dito e tre goccioline di sangue caddero sulla neve. Il rosso sulla candida neve appariva così bello che ella pensò: “Potessi avere un figlio bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno del cornicione!”
Poco dopo le nacque una figlioletta che era bianca come la neve, rossa come il sangue e nera di capelli come l’ebano e fu perciò chiamata Biancaneve.
La fiaba integrale dei fratelli Grimm resa in tutta la sua forza e crudezza dalla storica traduzione di Antonio Gramsci e illustrata con preziosa eleganza dall’arte di Francesca Dell’Orto.
I disegni vestono i personaggi degli abiti più sontuosi, ma al contempo li mettono a nudo e ne svelano sottilmente gli eccessi e la vanità.