I pirati della porta accanto. Alla conquista del parco

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REGGIE NAUS

Michael viene a sapere che i pirati vicini di casa vogliono riprendere il mare: oddio, no! Sarebbe la fine del divertimento. Bisogna escogitare un piano per farli restare… Forse un parco divertimenti a tema corsaro sarebbe un buon antidoto alla nostalgia degli arrembaggi? La trovata sembra perfetta… almeno finché il nonno non si lascia travolgere dall’entusiasmo e decide di conquistare il parco per essere proclamato re dei bucanieri!

REGGIE NAUS

«un tempo il nonno era il terrore dei sette mari» disse billy. «ma non potrà mica diventare re dei pirati in un parco divertimenti?» obiettò michael. «perché no?» chiese billy. «qui si sente a casa».

Consigliato dai ai anni

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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni

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Reggie Naus I pirati della porta accanto. Alla conquista del parco disegni di Mark Janssen traduzione dal nederlandese di Davide Trovò della stessa serie: I pirati della porta accanto ISBN: 978-88-3624-471-3 Prima edizione italiana maggio 2022 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2026 2025 2024 2023 2022 © 2022 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo dell’edizione originale olandese: De piraten van hiernaast. Zwaarden en zweefmolens Testo e disegni © Reggie Naus e Mark Janssen, Uitgeverij Ploegsma, 2012

This publication has been made possible with financial support from the Dutch Foundation for Literature. Gallucci e il logo

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Se non riesci a procurarti un nostro titolo in libreria, ordinalo su: g a l l u c c i e d i t o r e. c o m Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Rotomail Italia spa (Vignate, MI) nel mese di maggio 2022 Il marchio FSC® garantisce che questo volume è realizzato con carta proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e da altre fonti controllate, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.

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I pirati della porta accanto

disegni di Mark Janssen traduzione di Davide Trovò

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Lezioni di duello alla spada

Michael osservava via dei Gerani dal tetto dei vicini. Era un quartiere ordinato, dove tutte le case sembravano uguali: bene allineate in fila, con un giardinetto e un’aiuola davanti alla porta d’ingresso. Una soltanto faceva eccezione ed era proprio quella su cui si trovava lui. Era costruita con pezzi di vecchie navi e aveva una miriade di corde, scale e passerelle. Tutto intorno al curioso edificio correva un fossato. E in cima alla torre di vedetta una bandiera dei pirati ondeggiava al vento che dal mare soffiava sulla via. Era la casa della famiglia Spingarda, autentici pirati che si erano trasferiti in quel quartiere per bene. Michael andava spesso a trovarli, perché il figlio, Billy, era il suo migliore amico.

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«Sei pronto?» tuonò una voce. Michael si voltò e annuì. Il capitano Spingarda, padre di Billy, lo aspettava sopra il tetto piatto. Con una mano brandiva una lunga spada che scintillava alla luce del sole. Alle sue spalle, Billy assisteva alla scena seduto su un barile di legno. «Forza, Michael!» gridò. «Dagli una lama, Billy» disse il capitano Spingarda. Il giovane pirata annuì e lanciò la sua spada, che andò a conficcarsi proprio davanti ai piedi di Michael e rimase a vibrare con la punta nelle assi del tetto. «Afferrala e stai in guardia» disse il capitano. Scosso dai brividi, Michael estrasse la spada e alzò lo sguardo sull’avversario. Era il doppio di lui. «Non avrai mica paura?» gridò Billy dal suo barile. «Mi pare che le ginocchia ti facciano Giacomo Giacomo!» «Certo che no!» esclamò Michael. «È solo che il vento è frescolino».

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No, Michael non aveva paura: aveva una fifa blu! E la colpa era solo sua. Siccome provava una certa invidia per Billy, che non doveva mai andare a scuola e ogni giorno riceveva lezioni di duello alla spada dal padre, aveva chiesto al capitano Spingarda se era disposto a dare qualche lezione anche a lui. Il capitano aveva acconsentito, ma adesso che era giunto il momento, a Michael sembrava assai più spaventoso di quanto si era aspettato. La spada del capitano, vista da vicino, era piuttosto grande e affilata. Quella che Billy gli aveva prestato era molto più piccola. Non che Michael sarebbe riuscito a sollevare un simile spadone, eppure non gli sembrava giusto. «Ascolta bene» disse il capitano. «Perché l’ultima volta che ho dato una lezione di duello a un amico di Billy, non è stato attento. Ora quel ragazzino si ritrova una gamba di legno e una benda sull’occhio». Michael impallidì. «Sul serio?» I due pirati scoppiarono a ridere all’unisono. «Ma che burloni» bofonchiò Michael.

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«Adesso mi fiondo su di te a spada tratta» disse il capitano. «Mirerò alle costole» «Ma non fa male?» chiese Michael con voce tremante. Il capitano alzò le spalle. «Solo se vado a segno» rispose, dopodiché prese a menare l’arma di qua e di là per sciogliere i muscoli. Una folata di vento sferzò il viso di Michael. Il ragazzino fu spinto verso il bordo del tetto e per un attimo vide casa sua sotto di sé. Riprese subito posizione, allontanandosi il più possibile dal baratro. Il cuore gli batteva all’impazzata. «Perché dobbiamo duellare proprio sul tetto?» chiese. «Fa parte della lezione» spiegò il capitano. «Nei duelli alla spada bisogna sempre stare attenti a dove si mettono i piedi. Meglio che non ti dica quanti pirati hanno tirato le cuoia perché durante un duello sono scivolati su una buccia di banana o su un naso mozzato» «E se finisco di sotto?» obiettò Michael, sempre meno convinto a ogni secondo che passava. «Allora sarà il momento della lezione suc-

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cessiva» rispose il capitano Spingarda. Si avvicinò al bordo del tetto e indicò il fossato diversi metri più in basso, dove una pinna grigia sfilava pigramente nell’acqua. «Come domare gli squali». Il capitano riprese la posizione e puntò la spada dritto davanti a sé. «E ora…» «Avanti, Michael!» tifava Billy. «Dai una bella lezione a quel vecchio tricheco!» Michael sollevò l’arma con mani malferme. Sarà anche stata una spada per bambini, ma pesava un quintale. «Vecchio tricheco a me?» fece il capitano. «Ah! Vi faccio vedere io chi è il vecchio!» Con gli occhi sbarrati per la paura, Michael guardava il capitano Spingarda agitare la spada come una furia. La lama fendeva l’aria a una tale velocità che lui riusciva a malapena a seguirla. Il pirata gli balzò incontro con un rug­gito. Michael si scansò immediatamente e mollò la presa sulla spada. L’arma cadde per terra, rimbalzò oltre il bordo del tetto e svanì nel fossato con un tonfo.

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«Ehi!» proruppe Billy. «La mia spada!» «Ehm… è ora di cena!» esclamò Michael. «Mi sembra di aver sentito mamma che chiamava». Il capitano Spingarda lo guardò sorpreso. «Cena? Non credo proprio, giovanotto. Sono solo le quattro!» «Mi sembra comunque che mamma mi abbia chiamato» ripeté subito Michael e si avvicinò alla scala di corda appesa su un lato della casa. Era rosso come un peperone. «Va bene, allora» mormorò deluso il capitano. «Domani altra lezione?» Michael spinse le gambe oltre il bordo del tetto e cominciò a scendere. «Penso… ehm… penso che domani avrò troppo da fare». Si accorse che Billy lo guardava con un sorrisetto e si affrettò nella discesa. «Fermati almeno per una limonata!» gridò il capitano dall’alto. «D’accordo» disse Michael. Bere una limonata gli pareva molto meno pericoloso che duellare alla spada. Anche se quando c’era di

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mezzo la famiglia Spingarda non si poteva mai sapere. Poco dopo Michael e Billy erano seduti nel salotto dei pirati. Billy aveva ripescato la spada dal fossato e mamma Spingarda aveva versato loro un bicchierone di limonata fatta in casa. A Michael piaceva molto quella stanza, era piena zeppa di cose da ammirare! Le pareti erano fatte di assi e adornate con vecchie armi e ritratti di corsari famosi. Al soffitto era appesa una rete da pesca, il pavimento era disseminato di barili e c’era perfino un cannone. Nell’angolo, in un grande recipiente di vetro, nuotava Fred il polpo, l’animale da compagnia dei pirati. La bestia agitava i tentacoli oltre l’orlo della vasca, alla costante ricerca di qualcosa da pappare. Preferibilmente gatti, a quanto diceva il capitano Spingarda. Billy aveva preso dalla tavola una ciotola di arachidi e le lanciava una alla volta in direzione di Fred, che era capace di afferrarle al volo con grande destrezza.

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«Non è andata tanto bene, eh?» ridacchiò Billy. «Che cosa intendi?» chiese Michael. «Il duello alla spada» rispose Billy. «Se continui così, rimarrai per sempre un pirata fasullo». Michael arrossì di nuovo e bevve subito un sorso di limonata. Per fortuna in quell’istante entrò nella stanza il capitano Spingarda. «Brrr!» esclamò. «Mannaggia, che freddo. Adesso accendo il camino. Quand’è che arriva finalmente l’estate da queste parti?» «Ma…» rispose Michael. «Siamo già in estate!» Il capitano lo guardò interdetto. «Come-come?» Poi scosse la testa sconsolato. «Per mille fulmini, quanto mi mancano le isole tropicali! Laggiù i passeri schiattavano dal caldo» «Ma non c’erano passeri» intervenne la signora Spingarda dalla cucina. «Gli struzzi allora» disse il capitano. «Ma non è questo il punto. Se va avanti così, finirò per diventare bianco come un lenzuolo e allora

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tutti mi crederanno uno stramaledetto buono a nulla d’un terricolo. Un avvocato, un sindaco o roba del genere». Michael osservò i capelli lunghi del capitano e i suoi abiti neri da pirata tempestati di scintillanti bottoni d’argento. «Figuriamoci» rise. «Secondo me non lo penserebbe mai nessuno». Tuttavia il capitano Spingarda non rispose e uscì dalla stanza con un sospiro. «Che gli prende?» chiese Michael a Billy. «Ultimamente sembra molto mogio» «Nostalgia di casa» rispose l’amico. «Papà è un autentico lupo di mare. E i lupi di mare non resistono mai tanto a lungo sulla terraferma». Lanciò un’arachide a Fred. «Non mi stupirebbe se entro breve riprendessimo il largo». Michael ebbe un sussulto. I pirati ripartivano? Prima che si trasferissero nel quartiere, lui si annoiava a morte! «E per il nonno è ancora peggio» aggiunse la signora Spingarda, sedendosi vicino a loro. «Adesso passa tutte le notti sulla spiaggia ululando alla luna».

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Michael la guardò sorpreso. «Allora è il nonno che fa tutto quel baccano?» chiese. «Mio papà pensava che uno dei vicini avesse preso un nuovo cane». La signora Spingarda scrollò il capo. «I marinai non riescono a stare a lungo nello stesso posto. E per i pirati è ancora più difficile. Io qui mi trovo benissimo, ma Billy ha ragione. Non mi stupirei neanche io se entro breve traslocassimo di nuovo».

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Michael viene a sapere che i pirati vicini di casa vogliono riprendere il mare: oddio, no! Sarebbe la fine del divertimento. Bisogna escogitare un piano per farli restare… Forse un parco divertimenti a tema corsaro sarebbe un buon antidoto alla nostalgia degli arrembaggi? La trovata sembra perfetta… almeno finché il nonno non si lascia travolgere dall’entusiasmo e decide di conquistare il parco per essere proclamato re dei bucanieri!

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«un tempo il nonno era il terrore dei sette mari» disse billy. «ma non potrà mica diventare re dei pirati in un parco divertimenti?» obiettò michael. «perché no?» chiese billy. «qui si sente a casa».

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