Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, traduzione e adattamento di Alberto Manzi

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IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI Jules Verne

traduzione e adattamento di Alberto Manzi FR EN

Jules Verne

Il giro del mondo in 80 giorni a cura di Alberto Manzi disegni di Francesco Faccia

ISBN 979-12-221-0680-9

Prima edizione ottobre 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2028 2027 2026 2025 2024 © 2024 Gallucci – La Spiga

I Focus sono a cura di Roberto Galofaro

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Jules Verne

IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI

traduzione e adattamento di Alberto Manzi

disegni di Francesco Faccia

Phileas

Fogg

Anno 1872.

Al n. 7 di Saville Row, una silenziosa strada signorile, abitava Phileas Fogg, esq.1, uno dei soci più singolari del Reform Club di Londra.

Dicevano che rassomigliava a Byron, ad un Byron con baffi e favoriti, ad un Byron impassibile, che avrebbe potuto vivere mille anni senza invecchiare.

Ma chi fosse in verità questo Phileas Fogg nessuno lo sapeva.

Il suo nome non appariva sull’albo degli avvocati, né in quello dell’associazione degli armatori, né figurava tra i funzionari delle Banche; non era un industriale, né un negoziante, un mercante, un agricoltore; non faceva parte di nessuna associazione; non apparteneva a nessuna delle numerose società inglesi.

Tutto ciò che si sapeva era che Phileas Fogg era socio del Reform Club, e basta. Era ricco, ma nessuno sapeva come fosse riuscito a diventarlo.

1 Abbreviazione di esquire: scudiero, nobile, persona distinta per natali o per posizione sociale.

Probabilmente aveva viaggiato; ma da molti anni non si era mai mosso da Londra.

Non risultava, ai curiosi, che avesse moglie o figli e neppure parenti o amici.

Phileas Fogg viveva solo, nella sua casa al n. 7 di Saville Row. A servirlo bastava un solo domestico, più che sufficiente, d’altra parte, dato che faceva colazione al club, pranzava al club, in ore cronometricamente stabilite, sempre nella stessa sala, sempre alla stessa tavola, senza rivolgere la parola a nessuno, senza invitare nessuno. Rincasava solo per andare a letto, a mezzanotte precisa.

Il servizio, dunque, si riduceva a ben poca cosa, date le invariabili abitudini di mister Fogg, che pretendeva un’unica cosa: puntualità e regolarità eccezionali.

* * *

Proprio quel giorno, il 2 ottobre, Phileas Fogg aveva licenziato il vecchio servitore, colpevole di avergli portato, per la barba, acqua a 84 gradi invece che a 86. Ora, seduto rigidamente in poltrona, ne attendeva il successore, che doveva presentarsi alle undici e mezzo.

Alle undici e mezzo in punto mister Fogg doveva uscire, secondo il suo costume quotidiano, per recarsi al Reform Club.

In quel momento qualcuno bussò all’uscio del salottino.

«Il nuovo domestico» annunciò il vecchio servitore.

Nel salotto entrò un giovanotto d’una trentina d’anni.

«Siete francese e vi chiamate John?» domandò Fogg.

«Sono francese, ma mi chiamo Jean, se al signore non dispiace» rispose il nuovo venuto. «Jean Passepartout»

«Passepartout?»

«Sì, signore. È un soprannome che m’è stato affibbiato, data la mia capacità di trarmi d’impaccio in qualsiasi disavventura. Credo d’essere un giovane onesto. Nessuno si è potuto mai lamentare di me. E sì che ho fatto parecchi mestieri! Sono stato cantante girovago, cavallerizzo in un circo, equilibrista, insegnante di ginnastica. ho fatto parte dei pompieri di Parigi e… Per farla breve, signore, da cinque anni ho lasciato la Francia e, desiderando vivere in famiglia, faccio il domestico in Inghilterra. Sapendo che lei è l’uomo più preciso e sedentario del Regno Unito, son venuto ad offrirle i miei servizi, nella speranza di vivere tranquillo e in pace di dimenticare persino questo nome di Passepartout…»

«Passepartout mi va a genio» lo interruppe mister Fogg.

«Mi sono state date buone informazioni sul vostro conto. Conoscete le mie condizioni?»

«Sì, signore»

«Bene. Che ora fa il vostro orologio?»

«Le undici e venticinque» rispose Passepartout, levando dal taschino un enorme orologio d’argento.

«Ritarda» disse mr. Fogg.

PhILEAS FOGG

«Chiedo scusa al signore, ma è impossibile» «Ritarda di quattro minuti. Ma non importa: terrete conto della differenza. Dunque da questo momento, undici e ventinove del 2 ottobre 1872, mercoledì, voi siete al mio servizio».

Ciò detto, Phileas Fogg si alzò, prese il cappello e scomparve.

Passepartout udì la porta della strada chiudersi una prima volta: era il nuovo padrone che usciva. Poi l’udì

chiudersi una seconda volta: era il vecchio domestico che se ne andava.

Ora era solo in casa.

* * *

«Parola d’onore» mormorò fra sé Passepartout «il mio padrone nuovo somiglia più ad una macchina che ad un essere vivente. Meglio così!»

E, stropicciandosi le mani soddisfatto, cominciò a fare il giro della casa.

Jean, detto Passepartout, era un bravo ragazzo dalla fisionomia simpatica. Occhi azzurri, volto aperto, petto ampio, una muscolatura vigorosa e una forza erculea, sviluppatasi in seguito agli esercizi da lui compiuti nella prima giovinezza. I suoi capelli scuri erano un po’ ribelli, ma Passepartout conosceva un solo modo di pettinarli: tre colpi di pettine fitto, e basta.

Ma questo giovanotto pieno di vita, allegro, pronto allo scherzo, incapace di star zitto e sempre in attività, sarebbe stato quel domestico scrupolosamente preciso che occorreva a mister Fogg?

Dopo una giovinezza piena di avventure, Passepartout aspirava ora alla quiete, al riposo: per questo era venuto a servire in Inghilterra, nella patria dei gentlemen metodici e freddi. Ma in cinque anni era stato sempre sfortunato. In nessun posto gli era riuscito di mettere radici. In ogni

casa i padroni si erano rivelati fantasiosi, lunatici, amanti di avventure e di viaggi. Ma ora…

Ora era certo di aver trovato il suo ideale. Mr. Fogg conduceva una vita così regolare che sembrava un sogno. Non dormiva fuori casa, non viaggiava, non si assentava mai, parlava pochissimo. Per questo motivo, non appena aveva avuta notizia del posto, si era presentato a Phileas Fogg.

Ora si trovava nella nuova casa, come domestico dell’uomo più metodico del Regno Unito. Si stropicciò le mani e proseguì nel suo giro d’ispezione.

Guardò attentamente dappertutto, dalla cantina al solaio. E la casa linda, ordinata, severa, gli piacque.

Senza fatica trovò, al secondo piano, la camera che gli era destinata. Campanelli elettrici e tubi acustici la mettevano in comunicazione con le stanze di tutta la casa. Sul camino, un pendolo elettrico corrispondeva col pendolo della camera da letto di Phileas Fogg, e i due apparecchi segnavano nel medesimo istante il medesimo secondo.

Notò, affisso sotto il pendolo, il programma del servizio quotidiano. Vi era annotato ogni particolare dalle otto del mattino, ora regolamentare in cui Phileas Fogg si alzava, alle undici e mezzo, ora in cui usciva di casa per andare a far colazione al Reform Club. Il tè e i crostini imburrati alle otto e ventitré; l’acqua per la barba alle nove e trentasette e così di seguito. E, dalle undici e mezzo a

mezzanotte, ora in cui il metodico gentleman rientrava e andava a letto, tutto era previsto, regolato.

«È semplicemente meraviglioso» mormorò Passepartout. «Questo sì che fa per me! Andremo d’accordo, mr. Fogg e io. Un uomo casalingo e regolato, una vera macchina. E per la verità, non mi dispiace affatto di essere al servizio d’una macchina!»

E, ridendo, si mise al lavoro.

PhILEAS FOGG

Una collana di classici avvincenti e storie senza tempo con cui scoprire il piacere della lettura. Opere fondamentali, trame appassionanti, testi chiari e concisi per arricchire l’apprendimento scolastico. Collezionali tutti!

Il giro del mondo in 80 giorni

Il metodico, inflessibile Phileas Fogg ha scommesso che riuscirà a compiere un intero giro della Terra in 80 giorni esatti. L’unico imperativo è viaggiare sempre verso Est, con ogni mezzo possibile: in treno, su piroscafi, golette o navi mercantili, e persino su una slitta o a dorso di un elefante. Se dovesse fallire, oltre alla reputazione perderebbe anche tutto il suo patrimonio… Accompagnato dal pragmatico assistente Passepartout, Fogg vivrà avventure rocambolesche, rapimenti, scambi di persona, in un’incalzante corsa contro il tempo!

• Focus di approfondimento sulla vita e le opere di Jules Verne

• Ritratto di Alberto Manzi, il Maestro d’Italia

disegni di Francesco Faccia

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