“L’umido opprimente della foresta bra siliana, la scoperta dei resti dei grandi animali estinti, le cavalcate nella pampa con i gauchos a caccia di guanachi, l’incontro con le tartarughe delle isole Galápagos, l’eruzione del vulcano Osorno, lo spaventoso terremoto di Concepción, la bellezza delle spiagge dell’isola di Tahiti. Sempre insieme a Charles, tra uno scalo e l’altro del brigantino Beagle”.
UAO
Universale d’Avventure e d’Osservazioni
L’acronimo (Science, Technology, Engineering and Mathematics) indica l’insieme dei saperi cruciali per l’innovazione e lo sviluppo. Chiamiamo libri STEM i testi di narrativa o non-fiction pensati per accrescere le conoscenze dei ragazzi in queste discipline e per abbattere lo steccato che in Italia ancora separa la cultura scientifica e quella umanistica.
L’avventura di Darwin testi di Sergio Rossi e Sara Cristofori disegni di Sara Cristofori
ISBN 978-88-3624-719-6
Prima edizione novembre 2022 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2026 2025 2024 2023 2022
© 2022 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Crediti Citazioni a p. 13 e a p. 23: Genesi, 1, 11 e Genesi, 1, 21 dalla Bibbia nella versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana © 2008
Pubblicato in accordo con Grandi & Associati, Milano Gallucci e il logo sono marchi registrati
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Sergio Rossi e Sara Cristofori
L’avventura di Darwin
disegni di Sara Cristofori
A Raffaella, che mi dice sempre che parlo da solo. Sergio
A Giorgio Carnevali e alle sue nipoti, Anita e Caterina.
Sara
Malgrado i personaggi di questo romanzo siano inglesi, e quindi usassero il sistema metrico imperiale britannico –con le unità di misura espresse in piedi, pollici, miglia, ecce tera –, per non appesantire la lettura abbiamo preferito in dicare le misure nel nostro sistema metrico decimale.
Per completezza, questa è la tabella di conversione:
1 cm = 0,3937 pollici
1 m = 39,37 pollici o 3,2808 piedi
1 km = 0, 62137 miglia terrestri
New York City, 15 aprile 1860, pomeriggio
Entrato nel palazzo dell’“Harper’s New Monthly Ma gazine”, Alan sentì un crampo allo stomaco, e sorrise. Era lo stesso che aveva provato la prima volta che aveva varcato quella soglia. All’epoca aveva trentasette anni, una moglie indiana di nome Auda, qualche articolo di viaggio e un paio di racconti pubblicati ma, per vivere, doveva necessariamente alternare il lavoro di scrittore a quello di cameriere nel ristorante dei fratelli Iceland in Ludlow Street. Una sera, dopo l’ennesimo turno in sala, aveva inviato alla redazione di “Harper’s” alcuni suoi scritti, più per scommessa con sé stesso che per convinzione. Pochi giorni dopo era arrivata la rispo sta di Fletcher Harper, fondatore e anche editore della rivista insieme ai suoi tre fratelli. Aveva apprezzato il suo stile che definì grezzo ma potente. C’era da lavorar-
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ci, ovvio, però era proprio quello che stava cercando per il mensile. E dunque, se era davvero interessato a collaborare con “Harper’s”, era invitato ad andare a parlarne in redazione al numero 82 di Cliff Street. Prima dell’incontro, Alan aveva vagato ore per New York. In preda a sentimenti contrastanti, alternava l’eu foria per l’opportunità al terrore di deludere le aspettative di Fletcher. In fondo era solo uno dei tanti im migrati che si erano trasferiti negli Stati Uniti in cerca di fortuna, un ex marinaio inglese autodidatta e senza alcuno studio regolare alle spalle, che si era messo in te sta di diventare scrittore solo perché aveva letto qualche libro e scoperto che era molto meno faticoso di qual siasi altro lavoro. Poi, quando il portiere dello stabile gli aveva indicato a quale piano recarsi, la paura si era trasformata in quel crampo allo stomaco che lo avrebbe accompagnato fino all’uscita. Solo allora era subentrata la felicità per il primo incarico: andare subito a Framin gham, Massachusetts, per intervistare il poeta e filosofo Henry David Thoreau che aveva tenuto il suo primo di scorso contro la schiavitù.
Da allora, in quei sei anni, erano passati un numero imprecisato di articoli, quattro viaggi da un lato all’al tro del Pacifico, tre libri di racconti, due figlie, qualche
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abito su misura, un paio di traslochi in appartamen ti sempre più grandi e un terzo in corso, un romanzo quasi finito che lo stesso Fletcher gli aveva commissio nato. Eppure, nonostante tutti quei successi, ogni vol ta che bussava alla porta del suo editore quel crampo tornava.
E ne era contento, perché il giorno in cui non lo avrebbe più sentito sarebbe stato anche il suo ultimo giorno da scrittore. Ma, a giudicare dall’intensità del dolore, quel giorno non era ancora arrivato.
Aprì la porta dell’ufficio di Fletcher Harper e una nuvola di fumo ne approfittò per espandersi nel corri doio, seguita dalla voce dell’editore.
«Alan, vecchia lenza! A che punto sei con la prima stesura del romanzo? Tutto il mondo aspetta il prossimo libro del grande Alan Monroe Head!»
Da buon figlio di mercante, Fletcher Harper andava sempre dritto al punto. Era questo che Alan apprezza va di più di lui, insieme alla sua mentalità aperta e alla disponibilità ad ascoltare chiunque, di qualsiasi prove nienza o formazione scolastica, purché avesse una buo na idea da pubblicare. Lui ne era la prova vivente. Tutto il contrario della sua esperienza nella natia Inghilterra, dove era possibile scommettere sul destino di ogni in
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fante sin dalla nascita in base al ceto di appartenenza. Anche se erano passati molti anni e molti successi, Alan ancora si offendeva nel ricordare il modo sprezzante con cui gli editori inglesi avevano rifiutato i suoi scrit ti quando avevano scoperto la sua mancanza di istru zione e di accento posh tipico dell’aristocrazia terriera. Proprio quegli stessi editori che, adesso, gli offrivano compensi sempre più alti per un suo racconto, anche di poche pagine.
Alan si sistemò nella sedia davanti alla scrivania dell’editore. «Ho quasi finito. Se tutto va bene in un paio di settimane te lo faccio leggere»
«Ottimo! Magari ti piacerebbe avere ancora un po’ di tempo per finirlo con calma…»
L’ultima volta che Fletcher aveva esordito con quella frase, Alan era finito a sguazzare nelle paludi della Flo rida, nella terza guerra tra i Seminole e il governo statu nitense, rischiando in più di un’occasione di diventare pasto per gli alligatori.
«Dove mi vuoi mandare stavolta?»
«In vacanza nella tua Inghilterra. Da quanto non ci vai?»
Il crampo allo stomaco aumentò.
«Da sempre. Sai che preferisco le terre più a Ovest»
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«Anch’io. Però adesso, nel regno di Sua Maestà, è uscito questo…»
Solo allora Alan si accorse del grosso libro che Fletcher gli stava porgendo. E, quando lesse il nome in copertina, trattenne un respiro.
«Questo Charles Darwin sta facendo molto parlare di sé con la sua teoria… come si chiama, ah sì, evolu zione, o una cosa del genere. L’ha sviluppata in questo trattato, Sull’origine delle specie. Un libro straordinario, a quanto mi dicono! Sembra che molti accademici stia no impazzendo per costui. Tuttavia molti brani sono in comprensibili, almeno per me!»
Fletcher afferrò una delle tante strisce di carta che uscivano dalle pagine e la usò per accendersi un sigaro marca Juan Lopez, la sua grande passione. Ne offrì uno ad Alan che ancora sorrideva al pensiero della vacanza lavorativa pensata dall’editore.
«Ho promesso ad Auda di smettere»
«Tua moglie ha ragione, come sempre. Dovrei smettere anch’io. Comunque, tornando a noi, mi sto segnando quello che non capisco, che è un po’ tutto il libro in real tà, ma non importa. Puoi prenderlo se vuoi, tanto ho già deciso di pubblicarlo negli Stati Uniti. Però vorrei che tu andassi in Inghilterra a intervistare Darwin per Harper’s.
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In modo da incuriosire il nostro pubblico e… Ma mi stai ascoltando, vecchia lenza?»
No. La vecchia lenza non lo ascoltava da un po’ perché era impegnata a pescare altrove. Più precisamente nel mezzo dell’Atlantico, su un brigantino a bordo del qua le aveva oltrepassato per la prima volta l’equatore insieme a Charles Darwin. E poi, l’umido opprimente della foresta brasiliana, la scoperta dei resti dei grandi animali estinti, le cavalcate nella pampa con i gauchos a cac cia di guanachi, l’incontro con le tartarughe delle isole Galápagos, la visione dell’eruzione del vulcano Osorno, il terrore provato durante lo spaventoso terremoto di Concepción, la bellezza delle spiagge dell’isola di Tahiti. Sempre insieme a Charles, tra uno scalo e l’altro del brigantino Beagle. E con loro il comandante FitzRoy, il medico Bynoe e Syms Covington, l’altro mozzo. Quanto tempo era passato da allora? Troppo, a giudicare dai segni che gli anni gli avevano lasciato addosso. O forse troppo poco a giudicare dall’intensità del ricordo, chi può dirlo. Di certo c’era solo che Charles ce l’aveva fat ta. Tutto quello che aveva scoperto durante il loro lun go viaggio aveva trovato una spiegazione che, a quanto pare, era raccontata nel libro che aveva di fronte.
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Afferrò Sull’origine delle specie e questo lo fece tor nare nell’ufficio del suo editore.
«Scusami Fletcher, è che… rileggere il nome di Charles mi ha…»
La punta del sigaro si illuminò, come gli occhi di Harper.
«Charles? Vuoi dire… Darwin? Lo conosci? Davvero tu conosci questo Charles Darwin!?»
«Sì, ma è stato tanto tempo fa… Hai mai letto il suo Viaggio di un naturalista intorno al mondo…»
«Certo che no, sai che non ho mai tempo per leggere»
«Beh, non importa, io ero con lui a bordo della stessa nave e…»
«Fantastico! Sai che vuol dire, vecchia lenza? Ma certo che lo sai! Che non scriverai più un articolo, ma un libro, e che libro! Devi subito partire per l’Inghilterra e no, non dirmi che devi finire il tuo romanzo e aiutare tua moglie con il trasloco. Il primo lo finirai a bordo della nave che ti porterà in Europa, mentre per il secondo ti mando una squadra di uomini che si occuperà di tutto. Ma tu, Alan Monroe Head» l’editore gli puntò addosso la punta accesa del suo Juan Lopez «tu... tu devi anda re in Inghilterra, intervistare questo Darwin, raccontare tutto di lui come solo tu sai fare in un libro che venderà
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migliaia e migliaia di copie! Hai carta bianca per tutto. E te lo dico subito: non mi aspetto un rifiuto, vecchia lenza, sei l’unico che può farlo!»
Alan sentì di nuovo il crampo allo stomaco, fortissimo. Chiuse gli occhi.
Li riaprì.
«Sai una cosa, Fletcher? Penso che accetterò quel sigaro».
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Sergio Rossi ha tre amori: le storie, le scienze e i fumetti. Dopo la laurea in Fi sica ha deciso di riunirli lavorando nell’e ditoria: traduce graphic novel, collabora con giornali e periodici, si occupa di libri scolastici e scrive romanzi e racconti. Ha d iretto alcuni marchi editoriali e ha vinto il premio Andersen per il miglior fumetto e il premio Dosi per la divulgazione scientifica.
Sara Cristofori vive nel Regno Unito, ma è nata e cresciuta in Italia. Ha lavorato come designer di abbigliamento per bimbi e si è occupata anche di merchandising, marketing e grafica. Negli ultimi anni si è dedicata alla scrittura e all’illustrazione di libri per bambini e ragazzi. Ha due grandi passioni: la storia e l’etologia.
Nel 1859 viene pubblicato L’origine delle specie di Charles Darwin. Il libro suscita grande scalpore perché vi è esposta una teoria rivoluzionaria: l’evoluzionismo. Alan M. Head, giornalista e scrittore affermato, è incaricato di intervistare l’autore. Nella sua mente esplode una folla di ricordi che lo riporta ai suoi 15 anni, quando si era imbarcato sul brigantino Beagle insieme al celebre naturalista e aveva annotato sul suo diario le avventure vissute in quell’incredibile viaggio intorno al mondo che ha cambiato la Storia.
«Si immagina che cosa potrebbe succedere se Darwin applicasse la sua teoria alla specie umana? Magari dimostrando che non esistono le razze... Oppure, bestemmia suprema per molti, che le donne sono pari all’uomo?»
Consigliato dagli11 ai99anni