Millo & Cia - Avventure scout. L'ombra della sera

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UAO

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Camillo Acerbi, Emanuelle Caillat, Mauro Guidi Millo & Cia - Avventure scout. L’Ombra della sera disegni di Mauro Guidi colori di Juliette Acerbi assistenza e coordinamento di Anna Maria Baratelli

della stessa serie: Millo & Cia - Avventure Scout. Il mistero del palazzo maledetto Segui Millo & Cia anche su Instagram: @milloecia

ISBN 978-88-3624-759-2

Prima edizione ottobre 2022 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2026 2025 2024 2023 2022 © 2022 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Gallucci e il logo g sono marchi registrati

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Rotolito spa (Pioltello, MI) nel mese di settembre 2022

Se non riesci a procurarti un nostro titolo in libreria, ordinalo su: galluccieditore.com

Il marchio FSC® garantisce che questo volume è rea lizzato con carta proveniente da foreste gestite in ma niera corretta e responsabile e da altre fonti control late, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è

una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it

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L’Ombra della sera

si parte!

«LUUUPI LUPI LUPI!»

È bastato il richiamo di Akela, il nostro capo Branco, perché nel piazzale si scatenasse il caos: una corsa allegra e colorata di Lupette e Lupetti in uniforme che, come me, non vedevano l’o ra di partire per la formidabile Caccia naziona le “Scambia Tana”. Tre giorni interi da passare con gli scout, lontani da casa, addirittura in un’altra regione! Che bello!

Certo, io dico così perché ormai sono gran de. Ma forse i Cuccioli del primo anno che non avevano mai dormito fuori erano un po’ preoc cupati… E non solo loro! Anche Millo, il mio fratello gemello che Cucciolo non è, secondo me soffre ancora di nostalgia, ma non lo am

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metterebbe mai! E così mi sono divertita a pun zecchiarlo un po’: mentre correvamo insieme agli altri amici verso Akela, ho imitato la voce della mamma e gli ho urlato: «Millooo, tesorooo, non dimenticare di cambiarti le mutande!» Che ottima battuta, mi meritavo un otto e mezzo vista la sua faccia arrabbiata, anzi addirittura un bel nove visto che anche la sua amata Priya rideva con le lacrime agli occhi.

Mio fratello stava per saltarmi al collo, ma fortunatamente abbiamo raggiunto il cerchio dove ci aspettava Akela con tutti gli altri Vecchi Lupi: Chil l’avvoltoio, Kaa il pitone delle rocce e Bagheera la pantera nera che ci ha dato gli ul timi avvisi prima della partenza:

«…e ricordatevi che in Caccia si porta solo l’essenziale, quindi niente cellulare [mormorio da parte di tutti] e niente dolciumi [mormorio da parte di Gibo]. E non dimenticate di fare del vostro…»

«MEGLIO!» abbiamo gridato in coro. «E adesso correte a prendere gli zaini e salite tutti sul pullman! BIM BUM…»

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«CRAAAC!» abbiamo urlato fortissimo, spezzando con un ginocchio la liana immagina ria che ci teneva in cerchio.

Ci siamo avviati verso il pullman con lo zai no in spalla; anzi, alcuni con gli zaini, perché sia Pongo che Gibo ne avevano ben due a te sta: uno grande sulle spalle e uno, più piccolo, sul petto.

«In uno solo non ci stava tutto…» si sono giustificati entrambi, vedendo il nostro sguardo interrogativo.

«Ehi, ragazzi, mi raccomando: noi ci sediamo in fondo!» ci ha comunicato Orso.

«Certo, tutti negli ultimi sedili!» ha confer mato Millo.

«Ma io soffro di mal d’auto» ha piagnucolato Gibo. «Devo guardare la strada, altrimenti mi viene la nausea, come l’altra volta!»

«Gibo» gli ha spiegato Orso prendendolo a braccetto «l’altra volta ti è venuta la nausea perché durante il viaggio ti sei fatto fuori quat tro barrette di cioccolato, un sacchetto intero di caramelle e non so quante merendine. Ma og

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gi Bagheera è stata chiara: “niente dolciumi”. Quindi farai il bravo, giusto?»

«Parola di Lupetto» ha confermato Gibo. «Allora, tutti in fondo! Vado a dirlo a Pongo»

«E io lo dico a Patti e a Lula, e anche a Priya, ovviamente!» ho aggiunto facendo un sorriset to a mio fratello.

«Così ci saremo tutti!» ha concluso lui facendo finta di niente. «Peccato solo che non ci sia il no stro cagnolino Achab. Ma pare che sul pullman l’autista non voglia animali. A parte Cia, ovvia mente!» E tutti giù a ridere. Che nervoso!

Anche se era una battuta vecchia come il mondo, mio fratello si era vendicato. Uno pari, adesso potevamo partire.

Mentre il pullman lasciava il piazzale tra due ali di genitori che ci salutavano con qualche la crimuccia (ma io se fossi un genitore anziché piangere festeggerei, soprattutto quando parte Millo: tre giorni senza confusione, senza puzza di piedi, senza vestiti sporchi in giro per casa…), io e Patti abbiamo fatto la solita scommessa e

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questa volta ha vinto lei. Ci sono voluti solo tre dici secondi perché Pinolo, il Cucciolo preci sino, domandasse: «Akela, quanto manca?», e appena ventisette secondi perché Gibo annun ciasse: «Ragazzi, mi è venuto un po’ di appetito!» e prendesse a frugare dentro lo zainetto.

Lo abbiamo fulminato: «Gibo, avevi pro messo!»

Lui si è fermato un attimo, lo sguardo ama reggiato, quasi offeso: «Amici, ci conosciamo da tanti anni. Non penserete mica che un Lupetto leale come me possa tradire la parola data?»

Detto questo, scuotendo la testa, ha tirato fuori dallo zaino una tovaglia a quadretti bianca e rossa e vi ha poggiato sopra due fette di pancarré, un barattolo di maionese e un cartoccio di salame. Poi ha commentato: «Niente dolciumi, lo so, sarà dura!»

L’attività culinaria di Gibo è stata interrotta da un gracchiante «Uno-due-tre prova, prova microfono!» Di fianco all’autista era comparso un buffo signore con la barba lunga, la camicia bianca con distintivi dorati sulle spalle e un ber

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retto con la visiera tipo pilota di aereo. Stringe va il microfono in pugno e ci guardava da die tro un paio di occhialoni, cercando di attirare la nostra attenzione.

«Signore e signori, benvenuti a bordo! Qui è il vostro comandante Guido Lacaccia che vi par la. Sono da poco trascorse le due del pomerig gio di questo bellissimo sabato di inizio giugno, e sono qui per intrattenervi durante il viaggio»

«Avete notato? La voce del comandante Guido Lacaccia assomiglia a quella di Akela: che si ano parenti?» ha esclamato Pinolo dalle prime file. Ma nessuno gli ha dato retta.

«Prima di tutto, però, eccovi qualche infor mazione di sicurezza» ha proseguito il pilota. «Come avrete notato, questo mezzo di traspor to ultimo modello è dotato di comode cinture che dovrete allacciare, altrimenti potrebbe ro cadervi i pantaloni! Non è invece dotato di bagno, e nemmeno di latrina, ritirata o buglio lo, per cui siete pregati di tenerla stretta fino alla prossima sosta, prevista fra circa un’ora e mezza»

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«Un’ora e mezza? Ma, Bagheera, quanto manca?» si è lamentato ancora Pinolo.

«E adesso contiamoci per controllare se ci siamo tutti: partendo dal davanti fino a giù in fondo» ha ordinato Guido Lacaccia.

«Uno!» ha cominciato la Lupetta seduta in prima fila. «Due!» ha proseguito quella seduta al suo fianco. E così via, fino ad arrivare a noi.

«Trentacinque!» ha detto Gibo.

E Millo, che era l’ultimo: «Trentasei!»

«Asino che sei!» gli ho fatto il verso io.

Il pullman si è rovesciato dalle risate: evviva, due a uno per me!

«Bravi, vedo che siete capaci di contare. Ma ora vi darò qualche notizia: come sapete la nostra destinazione è la ridente cittadina di Vol terra» ha ripreso il comandante.

«Sarà anche ridente» ha mormorato Orso un po’ sconsolato «ma temo che ci annoieremo da morire. Cosa può mai succedere in un paesino di diecimila abitanti? Noi vogliamo l’avventura!»

«E chi lo sa?» ha commentato Lula. «A volte nei posti apparentemente più tranquilli si na

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scondono sorprese che non ti aspetti. Come succede con le persone…»

Lula è così, sembra con la testa tra le nuvole ma in verità la sa lunga.

«Come previsto dall’operazione “Scambia Tana”» ha continuato il comandante «a Volterra dormirete nella sede dei Lupetti i quali, a loro volta, alloggeranno nella vostra Tana. In questo modo potrete scoprire come vivono i Branchi di un’altra regione e, soprattutto, vi renderete conto che fate tutti parte di una grande Fami glia Felice! Passo e chiudo!»

E Chil l’avvoltoio ha preso la parola e la chi tarra: «Fratellini e Sorelline, lo sapete che io ho una zia che sta a Forlì e che quando va a ballare con il piede fa così?»

In un battibaleno tutto il pullman si è messo a cantare a squarciagola finché, tra zie che fan così, vecchie fattorie-ie-ie-o, buchi nel secchio e polli fritti di nome Giovanni, l’autista (che evi dentemente non ne poteva più!) ha rallentato e ha svoltato verso un’area di servizio sull’autostrada.

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«Come d’accordo, facciamo una breve pau sa pipì-merenda» ha annunciato Guido La caccia.

«Senza dolciumi» ha ricordato Bagheera. «Ringraziate e salutate il comandante, e scendete in ordine e in silenzio». Ma appena le por te del pullman si sono aperte, ci siamo riversati fuori come un torrente in piena urlando a più non posso.

«Avevo proprio bisogno di sgranchirmi le gambe!» ha esclamato Pongo stiracchiandosi.

«Ehm, Pongo…» gli ha sussurrato Priya con voce incerta «mi sa che anche il tuo zainetto ha voglia di sgranchirsi un po’…» E con gli occhi sbarrati ha indicato lo zaino che Pongo aveva appoggiato per terra e che aveva cominciato a muoversi da solo.

«MAGIA!» ha esclamato Pongo.

«BUGIA!» l’ha corretto Bagheera quando ci siamo accorti che dallo zaino sbucavano fuori due zampe pelose.

Pongo è diventato più rosso dei capelli di Lula e ha subito confessato: «Bagheera, mi dispia

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ce, ma non me la sono sentita di lasciare Achab a casa da solo… Quando ha visto che stavamo partendo senza di lui, si è messo a guaire per la tristezza…»

«Pongo, Pongo» gli ha risposto Bagheera tutta seria «ricordati che “solo con un cuore le ale farai strada nella Giungla”». Poi ha conclu so sorridente: «E sbrigati a liberare quel povero cagnolino!»

Pongo non se l’è fatto dire due volte, e subito la nostra mascotte si è messa ad abbaiare di felicità, correndoci attorno con quel suo stile sbilenco inconfondibile (zoppica da una zam pa, non per niente si chiama Achab come il ca pitano con la gamba di legno che dava la caccia a Moby Dick).

La sosta è stata davvero breve: dieci mi nuti dopo eravamo di nuovo a bordo. L’auti sta, vedendo Achab, ha protestato un po’, ma poi quando gli abbiamo promesso che avrem mo pulito da cima a fondo tutto il pullman, si è convinto e finalmente ha messo in moto.

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Questa volta è stato Akela a far partire la conta per l’appello.

«Uno!» ha cominciato indicando la Lupetta seduta in prima fila.

«Due!» ha proseguito quella seduta al suo fianco.

Finché è arrivato il turno di Millo. Mi stavo già preparando con la mia ottima ri ma “Asino che sei!”, ma Millo ha urlato: «Tren tacinque!»

«Trentacinque? Ma tu che sei l’ultimo, non dovresti essere il trentasei?» gli ho fatto, indispettita.

«Il trentacinque è Gibo» ha precisato Priya, che ha buona memoria.

E naturalmente aveva ragione. Se non fosse stato per un piccolo particolare: Gibo non c’era!

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Della stessa serie:

Camillo Acerbi, Emanuelle Caillat, Mauro Guidi MILLO & CIA - AVVENTURE SCOUT IL MISTERO DEL PALAZZO MALEDETTO

ISBN 978-88-3624-581-9

128 pagg. - euro 9,90

“Con Millo & Cia brividi, fifa e divertimento sono garantiti”

Rossana Sisti, Avvenire

“L’obiettivo era rappresentare due bambini reali e tutt’altro che perfetti in cui i coe tanei si potessero riconoscere”

Camillo Acerbi a Il Resto del Carlino

“Millo & Cia, storie avventurose e divertenti, che raccontano anche aspetti e valori del mondo scout”

L’Eco di Bergamo

“In Millo & Cia coraggio, collaborazione, lavoro di squadra, amicizia spingono i pro tagonisti all’azione e invitano il lettore a riscoprire quei valori che ci fanno stare bene con noi stessi e con il prossimo”

Viviana Filippini, Liberi di Scrivere

Millo e Cia sono in partenza insieme al Branco dei Lupetti per una Caccia di tre giorni nelle terre degli antichi Etruschi. Al loro arrivo, però, li aspetta una brutta sorpresa: qualcuno ha rubato nel museo l’Ombra della sera, una preziosissima statuetta in bronzo che ha più di 2200 anni! Ma per fortuna i due gemelli scout e gli amici della Banda hanno tutte le doti necessarie per indagare sul mistero: OCCHI CHE VEDONO NELL’OSCURITÀ,

ORECCHIE CHE ODONO IL VENTO DALLE TANE!

Sul muro del palazzo di fronte, nel fascio di luce di un lampio ne, all’improvviso si è proiettata un’ombra. Un’ombra allunga ta e deforme, con una specie di corno in testa. Ma la sagoma è svanita in un istante e non ho fatto neppure in tempo a chiama re i miei amici...

Camillo Acerbi, Emanuelle Caillat e Mauro Guidi sono stati a lungo capi scout e hanno collaborato per vent’anni alla redazione della rivista nazionale dei Lupetti, dove sono nati i fumetti di Millo & Cia.

Della stessa serie:

8ai 99 anni

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