Racconti sotto l'albero

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RAC C O NTI SOTT O L ALBERO

di Pier Domenico Baccalario, Luca Bianchini, Manlio Castagna, Davide Morosinotto e tanti altri disegni di Peppo Bianchessi

Andò così. Potete anche non crederci, e forse fareste bene a non farlo, io stesso fossi in voi non lo farei. Ma una sola cosa bisogna fare, a Natale: credere.

E questa è una storia di Natale anche se non ci sono persone che cantano davanti al caminetto. Mi sarebbe anche piaciuto ma è andata diversamente.

Tanto tempo fa, negli Anni Settanta, il mondo era diverso. Succedevano cose brutte e cose belle, come oggi, ovviamente. Però, oltre a fare le guerre e a fuggire dai dinosauri, la gente credeva.

Nel futuro.

Che una persona sola potesse fare la differenza. Che si potesse cambiare il mondo.

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

UAO

Christian Antonini, Pier Domenico Baccalario, Luca Bianchini, Andrea Tullio Canobbio, Manlio Castagna, Emma Cianchi, Azzurra D’Agostino, Giuseppe D’Anna, Igor De Amicis e Paola Luciani, Dimitri Galli Rohl, Gisella Laterza, Davide Morosinotto, Veruska Motta, Angelo Mozzillo, Andrea Pau Melis, Elena Peduzzi, Marco Pelliccioli, Marco Ponti Racconti sotto l’albero disegni di Peppo Bianchessi

ISBN 978-88-3624-831-5

Prima edizione italiana novembre 2022 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2026 2025 2024 2023 2022 © 2022 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Copyright © 2022 Book on a Tree Limited A story by Book on a Tree www.bookonatree.com

Per il racconto Natale würstel & maionese © 2022 Luca Bianchini Pubblicato in accordo con S&P Literary - Agenzia letteraria Sosia & Pistoia.

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Racconti sotto l’albero

di

Christian Antonini, Pier Domenico Baccalario, Luca Bianchini, Andrea Tullio Canobbio, Manlio Castagna, Emma Cianchi, Azzurra D’Agostino, Giuseppe D’Anna, Igor De Amicis e Paola Luciani, Dimitri Galli Rohl, Gisella Laterza, Davide Morosinotto, Veruska Motta, Angelo Mozzillo, Andrea Pau Melis, Elena Peduzzi, Marco Pelliccioli, Marco Ponti disegni di Peppo Bianchessi

Introduzione

Duecose abbiamo fatto: abbiamo sempre rac contato storie e abbiamo sempre segnato il tempo. Fin dall’antichità, da quando abbiamo acce so i primi fuochi per sconfiggere il gelo del mondo, le storie dei nostri amici e dei movimenti delle stelle ci hanno tenuto vivi e distinti dagli animali come esseri umani. La stessa parola con cui ancora oggi indichiamo una sfortuna, il disastro, altro non è che una distanza dalle stelle (dis-astrum).

Se però poi aggiungiamo che le nostre storie più antiche, quelle che ci siamo raccontati dall’una all’al tra generazione, e dunque, forse, le più importanti che abbiamo mai elaborato, sono tutte storie di ra gazzi per altri ragazzi, anche solo per il fatto che, fra i nostri antenati, ben pochi arrivavano a compiere vent’anni, possiamo serenamente dirci che certe sto-

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rie, che si raccontano in specifiche occasioni dell’an no, sono quelle che fondano la nostra attuale civiltà.

Quindi non è tutta colpa di Charles Dickens, di Scrooge e dei tre fantasmi, anche se Charles, che la scrisse in un bel momento in cui era a corto di ster line – e gli andò bene –, ci ha sicuramente messo del suo. Fra i grandi doni degli inglesi c’è quello di saper inventare – e imporre – i miti moderni. Ma l’atmosfe ra, la compassionevole melanconia del Natale e del dignitoso riscatto dei poveri è forse un’invenzione della comunità italiana di Londra, dove, all’avvicinarsi del Natale, le squallide casette di Eyre Street Hill vengono addobbate di luci, e tra vicini ci si organizza per mangiare insieme. Il principe Albert, il marito della regina Vittoria, ci aggiunge la tradizione tedesca degli addobbi e dell’albero di Natale; e il si gnor Henry Cole, primo direttore del Victorian and Albert Museum, nello stesso anno in cui viene pub blicata la storia di Dickens, il 1843, bussa alla porta dell’illustratore John Callcott Horsley e gli chiede di disegnare quello che diventerà il primo biglietto d’auguri natalizio della storia.

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Tutto quello che precede è un grande fiume di tra dizioni alimentato dalle più diverse sorgenti di riti e tradizioni. La festa è la nostra imprevedibile difesa contro la normalità: non è possibile essere sempre felici, né sempre tristi, non si può sempre soffrire, pensare, lavorare o oziare senza un motivo. Anche gli splendori più eterni, alla lunga, ci stufano. L’unico modo che abbiamo per risvegliare le persone è quel lo delle festività: momenti collettivi che ci forzano a considerare gli altri. In questo, e solo in questo, cioè nello sguardo degli altri e sugli altri, sta la loro magia.

Che quindi lo si chiami Christmas, Noël, Calendas o con il misteriosissimo nome di Yule, ancora in uso nel mondo scandinavo, che sia festeggiato nello stes so giorno in cui un tempo si rendeva omaggio al Sole Invitto, il 25 dicembre, o il 6, giorno di San Nicola, che si segua l’antico rituale pagano dei Dodici giorni, della Festa dei folli, di San Giorgio, che si giochi o meno alla Mosca cieca, senza sapere neppure da dove prenda origine; che diate la caccia a uno scricciolo ignorando che è ancora il re degli uccelli, anche se è stato spodestato dall’upupa, che mettiate o meno le candele, la paglia per terra, un ramo di vischio sul-

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la porta, che preferiate sedervi a tavola la sera della Vigilia o a mezzogiorno, ponendo in centro tavola il tacchino, l’anguilla, il mince pie o la torta di spezie, il liquore o il tradizionale panettone, che abbiate acco modato in forno un arrosto o una pagnotta su cui ave te inciso, con un coltello nuovo, una croce sulla crosta, che abbiate vegliato la notte prima, bruciato un ceppo nel camino tenendone alcuni tocchi per legare con il fumo e la fortuna le sorti dell’anno nuovo, disposto le lettere magiche che chiedono i doni sul davanzale della finestra – dove verranno sostituite nella notte con un rametto –, le abbiate spedite con un francobollo da pochi centesimi fino al Polo Nord, o bruciate nel camino, poco importa. Siete vivi. E siete svegli.

Qualcuno prega per il bambino nato questa notte, altri lo mettono in sella a un asino, vestito da vesco vo, e lo fanno tirare dal nero Nicodemo, che ha il compito di spaventare chiunque gli si avvicini. C’è chi si ricorda di quando Klaus si chiamava Nicola, e in Licia (l’attuale Turchia) regalò per tre volte tre sacchetti di monete d’oro al padre di tre fanciulle, per consentire loro di crescere e sposarsi, e diven ne, così, il primo a portare i doni alle bambine. C’è

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chi ha conosciuto di persona il commesso viaggiatore che abitava accanto al pubblicitario Haddon Sund blom, che nel 1931 gli fece il ritratto per conto della Coca-Cola, inventandosi il moderno Babbo Natale. E c’è anche chi non crede a nulla di quanto avete ap pena letto, eppure vaga, nei giorni prima, alla ricerca di un invito, perché sono giorni in cui la solitudine porta fantasmi. Anche perché un tempo, prima degli Elfi, prima dei regali impacchettati o dei vasi con tre figure chiuse dentro con un mazzo di rosmarino, quel personaggio bizzarro si accompagnava con il diavo lo Krampus, con san Pietro o con l’angelo Knecht Ruprecht, o, ancora, con la terribile Budelfrau o la strega di Bechtel.

Quale che sia la verità, di nuovo, poco importa: nel mondo delle storie, e delle storie per ragazzi, l’unica cosa che conta è che ci sia qualche amico che te le racconti, così come hanno fatto, nelle pagine che se guono, i miei.

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PIER DOMENICO BACCALARIO

am a o e fabbri a o er on o di arlo all i edi ore srl resso rafi a ene a s a rebasele e nel mese di febbraio 2022 on n ro esso di s am a e rile a ra er ifi a o 00 arbon ne ral in a ordo on 20 0

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This book is manufactured by Grafica Veneta S.p.A. with a printing and binding process certified 100% carbon neutral based on PAS 2060 BSI

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Stampato e fabbricato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di ottobre 2022 con un processo di stampa e rilegatura certificato 100% carbon neutral in accordo con PAS 2060 BSI

am a o e fabbri a o er on o di arlo all i edi ore srl resso rafi a ene a s a rebasele e nel mese di febbraio 2022 on n ro esso di s am a e rile a ra er ifi a o 00 arbon ne ral in a ordo on 20 0

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I racconti

Il banco dei sogni di Pier Domenico Baccalario

Babbo Natale non esiste di Davide Morosinotto Natale würstel & maionese di Luca Bianchini

L’albero di Natale di Emma Cianchi

Cose che si desiderano per Natale di Andrea Tullio Canobbio Era di nuovo Natale di Elena Peduzzi

And so this is Xmas (fog is over) di Andrea Pau Melis Notte di neve di Gisella Laterza

L’ufficio comunicazione di Veruska Motta

Il signor Vezio di Marco Pelliccioli

Il tizzone sul tetto di Azzurra D’Agostino

Cose da grandi di Angelo Mozzillo

Il piano della gioia di Fidelio Valt di Manlio Castagna Corri. Corri. Corri. di Igor De Amicis e Paola Luciani

La slitta sul radar di Christian Antonini

È il pensiero, che conta di Dimitri Galli Rohl

Un@ stori* di Natalə di Giuseppe D’Anna

Il più brutto e più bel Natale di tutti i tempi di Marco Ponti

Soltanto a Natale l’aria si riempie di qualcosa di speciale, che nessun altro momento dell’anno ha. C’è chi la chiama magia: ci si creda o no, in ogni caso è l’ingrediente segreto di storie sempre nuove e l’unica cosa che conta è che ci sia ancora qualcuno capace di farci emozionare con un racconto.

“Quale che sia la verità, poco importa: nel mondo delle storie, e delle storie per ragazzi, l’unica cosa che conta è che ci sia qualche amico che te le racconti. Così come hanno fatto, nelle pagine che seguono, i miei”.

Consigliato dai10ai 99 anni

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