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Calabriacity
il Corriere dei due mari Catanzaro - Lamezia Terme - Soverato
Anno 2 nr. 09
Marzo 2009
Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 11 marzo COPIA PROMOZIONALE GRATUITA
Diffusione 10.000 copie
Donne: risorse, diritti e prospettive in Calabria Lontane dai riflettori anche quando svolgono ruoli e funzioni di vertice
di Antonia Lanucara L’8 marzo 2009 coincide nel nostro Paese con gli stessi anni di Rita Levi Montalcini, la quale lavora ancora assiduamente e ci dice che il suo cervello funziona come quando era ragazza. Dice ancora la Rita che lei è solidale con le giovani donne del Continente africano che hanno un bisogno disperato di aiuto dall’Europa e dal mondo occidentale evoluto. Lei, coetanea di quel grande 8 marzo di cento anni fa nel quale morirono per un incendio moltissime donne, ritiene che servono meccanismi e trasformazioni radicali da attuare nel mondo occidentale per rendere poi all’Africa il “mal tolto”. Anche in Calabria in questi ultimi cento anni le donne nelle varie fasi hanno avuto l’opportunità di studiare ed in questo fine secolo ed inizio del terzo millennio, è dato confermato, che spesso hanno superato il genere maschile ottenendo voti alti e tempi sicuramente più brevi per raggiungere gli agognati diplomi e lauree. Noi pochissime donne che a vario titolo stiamo nelle istituzioni, sappiamo che la povertà delle donne calabresi è davvero un punto da mettere al centro della proposta politica istituzionale. Serve sicuramente un patto che sappia mettere assieme non solo volontà “parlate”, ma praticate in maniera solenne e fatte proprie dai Partiti, dai Sindacati, dall’Associazionismo solidale e dalle donne impegnate in Calabria a qualunque titolo. Questo 8 marzo a me dice che c’è una realtà femminile che è assai più pronta di quella maschile, ma ovviamente questo è noto ai calabresi di buona volontà. Occorre in questa crisi una vera volontà di cambiamento? segue a pag.2
L’altra metà del cielo Così, con questa sintesi perfetta, il "Grande Timoniere" Mao Tze-tung usava definire la donna. Non si trattava di un semplice slogan politico, ma era una definizione decisamente compiuta e realistica. Le donne viste come l’altra parte del cielo; come un universo a sé stante, che viaggia in parallelo con quello degli uomini ed ambedue stanno attorno alla terra e si mescolano ad essa. Solo apparentemente l’universo femminile è lontano, inspiegabile, inconoscibile nelle sue forme, nei suoi limiti, nelle sue risorse; è un universo misterioso e attraente insieme, esaltante e capace di intimorire. Non a caso tutte le cul-
ture hanno plasmato la propria immagine della donna, ne hanno definito significati, ruoli, compiti, spazi di movimento e d’azione. Amate, odiate, temute, cercate, allontanate, demonizzate, mitizzate, denigrate, venerate, usate, disprezzate, invocate, le donne sono spiriti eletti, dotate di una capacità unica di sentire e vivere la vita. Una società che non ha il buon senso di riconoscere e valorizzare il ruolo della donna, è una società destinata a soccombere tra il degrado e la corruzione. La Calabria, purtroppo, si trova in questa condizione. Franco Arcidiaco
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