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il Corriere dei due mari Catanzaro - Lamezia Terme - Soverato

Anno 2 nr. 15

Giugno 2009

Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 9 Giugno COPIA PROMOZIONALE GRATUITA

Ideali e valori: legame tra le vecchie e le giovani generazioni Molti ideali non affascinano ormai più i giovani: il consumismo e la corsa al denaro hanno fatto piazza pulita di tutto questo In questo numero Armando Vitale

A famiglia e istituzioni il ruolo primario

"Fondamentale incentivare il valore della solidarietà tra i ragazzi"

di Franco Arcidiaco C’è un documento molto interessante la cui sola e attenta lettura fa comprendere chiaramente quanto i giovani siano importanti per la sopravvivenza e costruzione sana della società, quanto essi spesso si allontanino oggi dagli obiettivi che sono chiamati a raggiungere e quanto, nel contempo, il contesto sociale non sempre li aiuti a manifestare le loro inclinazioni. È la Dichiarazione universale dei diritti e doveri del giovane presentata nel 1993 durante il 1° Congresso Internazionale di Adolescentologia dalla Società italiana di adolescentologia proprio nella consapevolezza che i giovani rappresentano il futuro del globo. Tutto quanto sia il compito che ogni società del passato, presente e del futuro, richieda ai giovani e che loro stessi hanno diritto a reclamare da essa è racchiuso in dodici articoli. Ma attenzione, non vengono qui enunciati doveri che rappresentano costrizioni o forzature ma sono solamente elementi di comportamento che dovrebbero scaturire naturalmente da chi vive in una comunità sociale rispettando il prossimo e le sue aspirazioni positive per lo sviluppo sano della stessa. Scorrendo i punti della Dichiarazione si puntualizzano diversi aspetti di un’attualità estrema. Partiamo dai doveri. Tra di essi vengono espressi quelli relativi al mantenimento della propria salute e di quella degli altri, evitando comportamenti dannosi in tal senso così come quello, ancora più ampio del rispettare e difendere la vita, e il dovere di promuovere gli ideali di libertà, giustizia, fratellanza e pace universale attraverso nobili strumenti quali cooperazione, impegno affettivo, coraggio morale ed intellettuale e lavoro. Detto questo, la domanda da porsi è: chi tra i ragazzi di oggi pratica tutto questo? Ovviamente non è una domanda maliziosa che contiene una risposta del tutto negativa ma, sicuramente, ed è la realtà a parlare ogni giorno, gli episodi che lasciano pensare ad un mancato rispetto di questi intendimenti e propositi sono parecchi e piuttosto risaputi, soprattutto per quel che concerne l’ultimo punto, relativo nello specifico all’adoperarsi in favore di sentimenti come libertà, giustizia e pace. Ciò che oggi è particolarmente visibile nei nostri giovani,

» a pagina 5

Michele Punturieri

"Promuovere in misura crescente la cultura dell’integrazione" » a pagina 7

Alessandro Crupi

I giovani tra qualità inespresse e facili distrazioni » a pagina 9

infatti, è lo scarso attaccamento alle tematiche sociali e civili che, invece, agitavano tanto i cuori delle generazioni passate, che ne facevo spesso una ragione di vita. Il tempo oggi viene trascorso davanti al computer, la passione per la cultura storica, politica e civile si è notevolmente affievolita e in tutto questo chi, tra di loro, si dedica con particolare dedizione ed interesse a ciò non è sempre ben visto dai suoi coetanei, che hanno invece il pensiero rivolto ad altre frivolezze. Oggi, quindi, il giovane che si attiva concretamente per il miglioramento della società deve essere ancora più forte che nel passato in quanto deve resistere ad una serie di pregiudizi che lo possono investire a getto continuo e da cui si rischia di rimanere fagocitati. Ma ciò non è forse solo colpa delle nuove generazioni. Ci siamo chiesti se la società in cui vivo-

no li aiuta a fargli capire chiaramente il ruolo che essi hanno all’interno di essa o se, invece, non contribuisce a insediare nelle loro menti ulteriore confusione?. Il diritto allo studio, ad un’alimentazione sana per poter essere in grado di sviluppare positivamente la lucidità del pensiero e dell’azione e al lavoro, che nella dichiarazione vengono posti come baluardi imprescindibili, sono davvero garantiti o, perlomeno, si attuano strategie concrete per renderli reali? Va bene, dunque, stuzzicarli un po’ ad attivarsi, ad interessarsi ad altro rispetto a quanto facciano in prevalenza, a dare una direzione precisa alla loro vita, ma l’altro risvolto principale dello stesso problema è appunto quello della qualità del contesto sociale da cui ogni giorno ricevono input. Non è forse pensabile che anch’esso non li aiuta ad indirizzarli al meglio?


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