Speciale Agricoltura

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Sabato 29 Maggio 2010

il Domani 17

SPECIALE AGRICOLTURA

Rapporto sull’agricoltura della regione Calabria Il peso dell’agricoltura in termini di occupazione e di reddito prodotto è pari a circa il doppio di quello medio nazionale; un calabrese su sette è conduttore di un’azienda agricola; una famiglia su quattro trae parte del suo reddito da un’attività indipendente in agricoltura. Nel 2008, il valore aggiuntodell’agricolturaaiprezzi di base ammonta a 1,8 miliardi di euro con un peso su quello nazionale del 5,7% e sul Pil ai prezzi di mercato calabrese del 6 %. Complessivamente, gli occupati nel settore agricolo risultano essere 74.000 unità, di cui 58.000 lavoratori dipendenti. Per quanto riguarda la presenza femminile, la stessa è quantificata in 33.000 unità. Le aziende agricole, zootecniche e forestali sono 196.484 e occupano una superficie totale di 914.448 ettari, il 61% della quale costituisce la superficie agricola utilizzabile (Sau). Il tessuto produttivo delle aziende agricole calabresi è caratterizzato da un forte e progressivo fenomeno di polverizzazione: la dimensione media della Sau nelle aziende calabresi è pari a 2,8 ettari, inferiore della metà a quella media nazionale (5,9 ettari) e 5-6 volte inferiore rispetto a quella di alcune regioni italiane (Lombardia 13,9; Emilia Romagna 10,3). Tuttavia, il 53,7% della superficie totale ricade nelle aziende che hanno più di 10 ettari di Sau. Le specificità più evidenti della composizione della produzione agricola regionale (anni 2003- 2004) riguardano il peso dell’olivicoltura (circa il 40% della produzione vendibile regionale secondo i dati del 2004) e dell’agrumicoltura (15%). Nettamente inferiore appare in Calabria il peso della cerealicoltura (3%), della zootecnia (11%), sia da carne (7%) che da latte (3%), e della vitivinicoltura (1%). Vale la pena rilevare an-

che quali sono i prodotti per i quali la Calabria assume una posizione di particolare importanza nella composizione della produzione italiana. Tra le colture erbacee, la produzione calabrese di leguminose da granella, quella di finocchi, la produzione di rape. Tra le colture arboree, in Calabria si produce più della metà delle clementine prodotte in Italia, più di un terzo delle arance, più di un quarto dei mandari-

Il tessuto produttivo delle aziende agricole calabresi è caratterizzato da un forte e progressivo fenomeno di polverizzazione: la dimensione media della Sau nelle aziende calabresi è pari a 2,8 ettari, inferiore della metà a quella media nazionale (5,9 ettari)

ni, la totalità dei bergamotti e dei cedri, e circa un quarto delle olive da mensa e dei fichi. In generale, la maggior parte della superficie calabresepresentaun’agricoltura non specializzata. Tuttavia, per alcune colture è possibile individuarespecializzazioniterritoriali. Colture specializzate sono presenti nella piana di Lamezia (ortofrutta, olivo e florovivaismo), nella piana di Sibari (agrumi, olivo e ortofrutta), nella Piana di Gioia Tauro (agrumi e olivo), nel crotonese (vite, ortaggi, cereali). La zootecnia è presente nella Sila, nel Monte Poro (bovini), nella Valle Crati, nel Basso e Alto Tirreno Cosentino (suini). Il trasporto delle merci agricole ad alimentari in Calabria avviene in gran parte su gomma sebbene registri un maggior ricorso all’intermodalità marittima rispetto alla media nazionale: il 16% delle imprese agroindustriali calabresi utilizza porti/interporti o nodi intermodali (contro il 12% nazionale); la media in termini di quantità di prodotto che sul totale transita da

un porto/interporto o nodo intermodale nella Regione (5%) è comunque inferiore a quella del totale delle regioni meridionali (-2 punti percentuali). Inoltre, la media di imprese che sul totale non gestisce prodotti in cassa mobile e/o container è comunque molto alta (il 70% delle imprese dell’agroindustria della Calabria non si approvvigiona e il 66% non consegna merci in cassa mobile e/o container). Per quanto riguar-

Tra le colture arboree, si produce più della metà delle clementine italiane, più di un terzo delle arance, più di un quarto dei mandarini, la totalità dei bergamotti e dei cedri e circa un quarto delle olive da mensa e dei fichi.

da la distanza media dei flussi in entrata ed uscita, la gran parte degli approvvigionamenti alle imprese agroindustriali proviene da distanzeinferioriai50chilometri; le unità locali dell’agroindustria della Calabria ricevono il 56% delle merci da questa distanza (pari alla percentuale media registrata a livello nazionale). Al contrario nella regione è più bassa l’incidenza delle consegne effettuate all’interno del raggio di 50 chilometri; queste ultime incidono per il 41% dei volumi complessivi (10 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale). Inoltre, la distanza media degli approvvigionamenti e delle consegne delle unità locali dell’agroindustria regionale è più elevata rispetto al totale Italia: rispettivamente pari a 356 chilometri (+121 chilometri rispetto alla media nazionale) e a 319 chilometri (+158 chilometri). Pertanto, l’incidenza sul fatturato dei costi di trasporto e logistica per l’agroalimentare in Calabria risulta molto elevata. Nel 2007 i costi di trasporto e logistica hanno inciso in media per il 42% sul fatturato (quasi il doppio di quanto emerso a livello nazionale +18 punti percentuali). Si registra un forte incremento dei costi di trasporto e logistica (+40%) e gli addetti del settore ritengono che tale tendenza non sia destinata per il futuro ad invertirsi. L’attività di ricerca e innovazione nel comparto agricolo ed agroindustriale in Calabria si caratterizza per un ampio e diffuso sistema di centri di ricerca. L’attività di ricerca e di sperimentazione è condotta per 1’80% nelle tre Università calabresi (in particolare nella Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria), nei 4 Istituti Sperimentali del Ministero delle Politiche Agricole


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