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Parla Clemente Mastella, candidato alle Europee con l’Udeur

Una battaglia culturale: più sud in Europa

CAMPOBASSO – “Berlusconi ha pagato il debito? Farabutto chi lo dice”. Clemente Mastella rispondeva così lo scorso febbraio a chi sosteneva che, con l’alleanza Udeur-Pdl e quindi la sua candidatura alle Europee, il premier avesse pagato il debito al leader del Campanile per aver fatto cadere il governo Prodi. “Vadano a controllare i numeri del Senato e voglio proprio vedere se diranno ancora che sono stati io a far cadere il governo Prodi – aggiungeva – ma ce ne sarà per tutti questi sepolcri imbiancati nel mio libro che uscirà a giugno”. L’ex ministro della Giustizia pubblicherà infatti a giugno un libro in cui racconterà il complotto ordito, a suo parere, nei suoi confronti un anno fa quando dovette dimettersi da Guardasigilli. Ora, però, la preoccupazione è un’altra. Le Europee sono alle porte e rappresentano un test importante per il politico di Ceppaloni appena tornato in pista: “Abbiamo deciso di scendere in campo con la convinzione di poter vincere, altrimenti ce ne saremmo stati a casa. Il nostro ritorno non nasce da un sentimento di ripicca o vanità, ma dalla convinzione di poter rappresentare ancora qualcosa”.

Onorevole, come è stato il suo approccio nel Pdl in questi primi mesi? Ha trovato qualche malumore? “Non c’è stata nessuna forma di indifferenza, né di ostilità. Con le preferenze, ognuno può scegliere il candidato che desidera. A Strasburgo, inoltre, non avremo nessuna difficoltà visto che l’Udeur si è sempre collocato nel Partito Popolare Europeo, così come c’è il Pdl e la stessa Alleanza Nazionale che è confluita nel Pdl”. Amministrative in Molise. È possibile che a Campobasso il suo amico Di Bartolomeo possa imporsi al primo turno? “Io credo di sì. Sono venuto recentemente a Campobasso, ho visto Vincenzo Niro ed abbiamo svolto una bellissima manifestazione. Sul palco c’era anche il presidente Iorio. Abbiamo anche una lista validissima e quindi credo proprio che ci sarà il successo di Gino Di Bartolomeo”. Stesso discorso per la provincia di Isernia con Mazzuto? “Credo che qui avremo anche minori difficoltà e dovremmo vincere in maniera ancora più agevole”. Elezioni Europee: cosa prevede per l’Udeur? “Il risultato è quello che sarà. È come chiedere il raccolto al contadino dopo che ha seminato. Credo che tutto ciò arrivi dopo un periodo penoso, pesante ed impegnativo. Dovremo dare battaglia affinché il meridione sia considerato dall’Europa e l’Europa consideri il meridione. Tutto questo non è stato ancora percepito a livello culturale. Solo in questo modo, infatti, si può spe-

rare nella crescita di questa parte del Paese”. Quali sono, secondo lei, i principali problemi del meridione? “Le infrastrutture sono modeste. Il sud non è più la culla della civiltà, ma è diventato la culla del degrado. La mancanza di strade che taglino l’Appennino penalizza molto i nostri paesi e la qualità della vita che non è solo quella ambientalista, ma quella che ci hanno trasmesso i nostri nonni con un corretto stile di vita”. Allora è davvero così utile il tanto sbandierato ponte sullo Stretto di Messina? “Questo è un qualcosa che potrà arrivare più in là, anche se non ho nessuna difficoltà a ribadire l’utilità di questa infrastruttura”. Lei si è sempre battuto per le radici cristiane dell’Europa: come vede il possibile ingresso della Turchia nell’Unione? “È una battaglia irrinunciabile questa per le radici cristiane e rilancerò ancora una volta con forza questo tema”. Mastella, tra le altre cose, è un convinto sostenitore del Molisannio, come ha ribadito nella sua ultima visita a Campobasso. “Sì, sono sempre d’accordo. Questo può rappresentare un ottimo esempio di federalismo che supera quello fiscale e sarebbe un federalismo serio, soprattutto a livello culturale. Non ci sono dubbi che Campobasso ne sarebbe la città capoluogo”. Antonio Di Monaco

Le infrastrutture sono modeste e penalizzano la qualità della vita

Italia, acqua low cost Sos per fogne e depuratori

Taglio gas serra, la Cina apre: -40% entro il 2020

Quattro italiani su cento non hanno l'acqua corrente in casa. Quindici su cento non hanno gli scarichi collegati a una fogna. Trenta su cento non dispongono del servizio di depurazione. Non stiamo messi bene e l'Unione europea lo ha sottolineato aprendo un procedimento a carico dell'Italia per 300 casi di irregolarità. Lo afferma un rapporto di Federutility.

Dal ping pong tra Germania e Cina esce la formula magica: 40 per cento al 2020. E' la proposta di taglio delle emissioni serra che terrà banco fino a dicembre, quando a Copenhaghen si riunirà il vertice delle Nazioni Unite sul clima. Per la prima volta sul tavolo del negoziato c'è una cifra in linea con le preoccupazioni degli scienziati.

Il Molisannio rappresenta un ottimo esempio di federalismo serio

5 ANNO II - N° 123 DOMENICA 31 MAGGIO 2009


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