Parla il professor Franco Palladino, candidato al Consiglio Comunale con l’MpA
La città torni ad essere un faro per lo sport
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Il palazzetto deve essere utilizzato anche per concerti ed assemblee nazionali di partiti e sindacati: bisogna investire sul merchandising
CAMPOBASSO – Sono oggi circa venti milioni i cittadini italiani che praticano con una certa costanza qualche attività motoria o sportiva. Si tratta di un rilevante fenomeno sociale, che tocca ogni segmento della collettività nazionale, e che non può essere liquidato come conseguenza di un uso ‘particolare’ del tempo libero. Al contrario, lo sport attivo sta diventando parte stabile del progetto di vita di giovani e anziani, uomini e donne, senza limiti di età, di condizione economica, di provenienza geografica, di cultura, di abilità. La possibilità di accedervi viene concepita in forma diversa dal passato: attività non più riservata a pochi, ma diritto di tutti. Ciò avviene mentre lo sport inteso come spettacolo vive una crisi profonda di valori. L’aggressività si sostituisce troppo spesso al fair-play; l’illegalità del doping – sia farmacologico che finanziario – e degli abusi si sostituisce alla lealtà sportiva. Il business dei diritti televisivi e della pubblicità impone poi regole spesso in contrasto con i principi fondanti dello sport, condizionando la vita degli atleti e soffocando la diffusione delle discipline meno considerate dal mercato delle sponsorizzazioni. Questo cortocircuito valoriale è denso di conseguenze: si è rotto il tradizionale legame fra il successo del campione e l’appetibilità della pratica sportiva. Nella disumanizzazione dell’evento e nella carenza di esempi qualificanti, si è dispersa la capacità dello sport di educare i giovani. Un traguardo certamente possibile, ma a condizione che cambi il quadro di riferimento. Oggi nessuna legge, nessun programma pubblico
riconosce e valorizza lo sport per tutti e per i suoi attori, gli Enti di Promozione Sportiva. I cittadini dello sport fanno tutto da soli e pagano tutto. Perché non attuare concretamente una legge quadro che riconosca e metta al centro lo sport dei cittadini e lo sport per tutti attraverso nuove politiche? Professor Franco Palladino, quali sono gli aspetti critici delle politiche sportive di questi anni a Campobasso? “Sostanzialmente, è evidente la mancanza di progetti a medio e lungo termine e ci sono stati casi su casi come il campo, la palestra, la piscina. Mancano progetti di più ampio respiro. Poi, le amministrazioni non hanno ascoltato le esigenze, decidendo solo sull’onda emotiva. Sul tema dell’impiantistica e delle risorse per le attività, Campobasso deve rappresentare un polo come capoluogo di regione. Non ci sono, invece, feste nazionali dello sport, né premi per la cultura, né nessun altro evento sportivo di respiro nazionale. Io proporrei incontri nazionali sullo sport Azzurro e Rosa, una giornata per i maschi e una per le femmine. Bisogna puntare sulla promozione sportiva, lavorare con i bambini, attraverso il gioco, gli aspetti ludici, le piazze, e il verde perché quello che c’è è in disuso ed è anche pericoloso”. Come imposterebbe concretamente la politica dello sport? “Bisogna che si siedano attorno ad un tavolo l’amministrazione e tutte le federazioni sportive che devono esporre le proprie esigenze. Il palazzetto dello sport non deve essere utilizzato solo per fare sport, ma può
essere utilizzato come un locale per i concerti, per le assemblee nazionali di sindacati e partiti: insomma, deve essere sfruttato per organizzare grossi eventi. Non esiste, poi, una palestra per la ginnastica artistica o una pedana elettronica per la scherma. È stato proposto l’allargamento della piscina, ma qui bisogna tirare le orecchie alla federazione che non ha preso parte alla decisione: nessuno si è opposto alla costruzione della piscina da 25 metri e poi tutto è andato a scatafascio. Lo stadio di Selva Piana non può essere utilizzato solo per venti volte all’anno, quindici per le partite di calcio di campionato ed altre cinque. Tutti gli impianti devono trasformarsi con attorno ristoranti, sale da gioco, negozi e concerti, come quello di Pino Daniele diversi anni fa, quando c’era voglia di fare qualcosa. Così ne guadagna il turismo e l’immagine della città. Poi, con gli incassi di questi eventi, si possono coprire le spese di gestione dell’impianto (luce, acqua, custode, manutenzione e così via)”. Una gestione pubblica o privata? “L’amministrazione può scegliere la tipologia che vuole: privata, pubblica, mista con il project financing. La gestione di privati sarebbe il modello migliore perché il privato ha anche altri interessi e tiene sicuramente allo stato di salute dell’impianto, visto che è la sua risorsa. Per l’amministrazione ciò è più complicato perché ha meno risorse”. Il problema degli spazi verdi in città è, forse, quello più impellente. E a risentirne maggior-
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mente sono i bambini. “La città ne soffre ed è mancato un progetto di ampio raggio di 10-15 anni. Si è investito su strade e auto, ma il problema riguarda proprio i bambini che hanno bisogno di spazi verdi e invece devono accontentarsi della palestra oppure della Villa Comunale che, opportunamente, potrebbe essere attrezzata per giochi, biciclette e quant’altro. Pensiamo, inoltre, a programmi specifici per le attività motorie con percorsi ginnici per gli anziani e i portatori di handicap, da realizzare a San Giovanni o nella Villa Comunale. Campobasso deve riacquistare il suo ruolo guida in queste politiche”. Ci sono, secondo lei, le risorse per realizzare tutto ciò? Oppure, come si potrebbe reperirle? “Le risorse ci sono, dipende dalla destinazione dei capitoli di spesa. Lo sport, nell’immaginario collettivo, si colloca all’ultimo posto, mentre fanno gola gli assessorati all’Urba-
Fabbisogno: -300 milioni rispetto a maggio 2008
Autovelox irregolari, sequestri in 70 comuni
Il fabbisogno del settore statale del mese di maggio 2009 e' risultato pari,in via provvisoria,a 7.600 milioni, informa il ministero dell'Economia. Il dato è inferiore di 300 milioni rispetto a quello del maggio 2008 che era pari a 7.937 milioni.
La guardia di finanza di Sala Consilina, nel salernitano, ha sequestrato, in oltre 70 comuni di diverse regioni italiane, apparati autovelox non conformi alle prescrizioni tecnico-amministrative. Il sequestro - secondo la Guardia di Finanza - prefigura l'annullamento di circa 82 mila verbali e l'accertamento di sanzioni irregolarmente contestate per circa 11 milioni di euro.
nistica e ai Lavori Pubblici. Lo sport è abbandonato a se stesso. Rimettendo, invece, lo sport ai primi posti potrebbe essere sostenuto di più e meglio”. Qualche società sportiva, Nuovo Campobasso Calcio in primis con il presidente Capone, si è lamentata per la lontananza delle istituzioni. Qual è la sua idea? “Il problema c’è ed esiste da sempre come dimostrano i casi di Rizzi, Berardo, Scasserra e Di Stefano. Uno dei due soggetti non ci vuole stare. L’amministrazione deve essere orgogliosa delle società sportive che portano in alto il nome di Campobasso e deve sponsorizzarle ed essere loro vicina. Negli ultimi dieci anni, il sindaco è andato una sola volta allo stadio in occasione di Italia-Irlanda del Nord. La presenza domenicale di un sindaco allo stadio dà un altro significato. Nelle altre città le amministrazioni sostengono le squadre locali. È un progetto che va liberalizzato, sostenuto e motivato. La serie B di una squadra di basket vale di più di una quarta serie di una squadra di calcio. Nel caso del Campobasso, basterebbe che l’amministrazione stanziasse 50mila euro e gestisse l’impianto sportivo, evitando alla proprietà della squadra i numerosi costi connessi. I ricavi sarebbero, naturalmente, della società”. Antonio Di Monaco
5 ANNO II - N° 124 MARTEDÌ 2 GIUGNO 2009