TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
ANNO X - N° 185 - SABATO 13 SETTEMBRE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.1919119 Fax: 0874.49441 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita
L’Oscar del giorno a Bibiana Chierchia
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Bibiana Chierchia. L'assessore comunale di Campobasso all'urbanistica ha portato in porto il risultato del rigetto dell'autorizzazione a costruire sull'area di Parco dei Pini. Questo, nonostante si sia vista correggere la delibera dalla sua stessa maggioranza e, poi, corretta nuovamente dall'opposizione del cosiddetto Polo civico che, addirittura, ne ha chiesto le dimissioni senza un perché. Sta di fatto che l'assessore all'urbanistica è riuscita a portare in porto un voto unanime sulla delibera.
Il Tapiro del giorno a Rosario De Matteis
Il Tapiro del giorno lo diamo a Rosario De Matteis. Promuove un convegno sull'autonomia regionale dimenticando di avere fatto parte di una maggioranza alla regione che, al pari di quella in essere oggi, non è riuscita a ridisegnare l'ossatura regionale. E, ancora, parla di autonomia mentre le strade provinciali sono praticamente impercorribili. C'è in tutto questo qualcosa che sfugge all'umana mente molisana. Non si può sempre giocare sugli equivoci politici dimenticando che di qualcuno sarà pure la colpa di quanto è accaduto.
GIORNALE SATIRICO
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TAaglio lto
13 settembre 2014
Esempio: la Regione Molise dispone di una società informatica in house, la Molise Dati, eppure, nel momento in cui ha ritenuto di dover introdurre il protocollo unico informatico, l’ha bellamente ignorata servendosi di una società esterna a due milioni di euro
Siamo sicuri di essere amministrati correttamente? In una realtà sociale, dove la contiguità tra i poteri è oggettivamente inevitabile, reciprocamente condizionata e condizionante, difficilmente vengono seguite e applicate le procedure di controllo, difficilmente i poteri che interagiscono si calpestano i piedi, difficilmente alle fonti dell’informazione è consentito arrivare alla verità, difficilmente l’opinione pubblica riesce ad esprimersi
La legge di stabilità 2013 (legge 24 dicembre 2012 numero 228), in primo luogo, prevede che le amministrazioni pubbliche possano conferire incarichi di consulenza in materia informatica solo in casi eccezionali in cui occorra provvedere alla soluzione di problemi specifici connessi al funzionamento dei sistemi informatici e che la violazione di tale disposizione sia valutabile ai fini della responsabilità amministrativa dei dirigenti (art. 1, comma 146). La Regione Molise dispone di una società informatica in house, la Molise Dati, eppure, nel momento in cui ha ritenuto di dover introdurre il protocollo unico informatico, l’ha bellamente ignorata servendosi di una società esterna. Da queste colonne abbiamo sollevato l’eccezione, ma la cosa è stata lasciata cadere, nonostante avesse risvolti, anche finanziari, ragguardevoli (lo scherzetto pare abbia sfiorato i due milioni di euro) e il programma installato, ancora oggi, non riesce a scorrere come dovrebbe. Tutto lascia supporre che l’incarico di consulenza non rientri tra i casi eccezionali per i quali la legge di stabilità sopra
L'intervento. di Antonio Tedeschi Circa un anno fa scelsi di lasciare il centro destra perchè ormai era diventato un covo di riciclati, di persone calate dall’alto, di faccendieri ed era soprattutto ormai lontana dalla gente e dai loro problemi. Decisi insieme a tanti amici e tanti molisani quasi 100.000 di appoggiare Paolo Frattura,diciamo che fu una scelta sofferta perchè lasciai un ruolo importante quale assessore alla Provincia di Isernia ma lo feci con quello spirito di cambiamento di cui tanto aveva bisogno il nostro territorio. Ricordo ancora l’entusiasmo di quel periodo dove si parlava di rilancio econo-
indicata prevede si possa ricorrere all’esterno. Eppure, come diciamo, e abbiamo detto e scritto, nonostante la Molise Dati sia una società della Regione Molise ed abbia professionalità consolidate nella materia che tratta, ha dovuto cedere il passo ad una concorrente esterna allorché la Regione ha deciso di installare il protocollo unico informatico. Programma, tra l’altro, che la Molise Dati aveva pronto da tempo, ma mai preso in considerazione dagli amministratori di Palazzo Vitale. Stando così le cose, ci sarebbero tutti gli estremi perché gli organi di controllo verificassero la sussistenza o meno delle condizioni per le quali la legge del 24 dicembre 2012, numero 228, consente, in via eccezionale, di servirsi di consulenze esterne, ovvero per la soluzione di problemi specifici. Naturalmente, essendo la Molise Dati una società della Regione, peraltro messa in castigo dal governo incarica, minacciata nella sua destinazione istituzionale, impoverita di personale e di risorse finanziarie, non poteva certo “prote-
stare”, come di fatto non ha protestato per la palese sopraffazione subita. Ma il collegio dei revisori dei Conti della Regione ha elementi necessari per andare a verificare se la procedura che ha portato alla installazione del protocollo unico informatico sia stata una procedura corretta e non in contrasto con le disposizioni di legge in vigore. Meglio ancora, potrebbe intervenire la Sezione della Corte dei Conti regionale cui il legislatore nazionale ha dato poteri e affidato compiti specifici di controllo semestrale sulle procedure amministrative e le spese dell’ente. Quei due milioni di euro per l’installazione del protocollo unico informatico dovranno stare da qualche parte in bilancio e, soprattutto, se e come giustificati. Ci sarà pur stato qualcuno che avrà dovuto mettere nero su bianco per dire e dimostrare che la Molise Dati non era nella condizione di fornire l’installazione e che la circostanza configurava un caso eccezionale motivo per cui era consentito alla Regione di ricorrere all’esterno. Il guaio è che in una piccola realtà come la nostra, dove la contiguità tra i poteri è oggettivamente inevitabile, reciprocamente condizionata e condizionante (il caso della nomina al nucleo di valutazione, a 80mila euro l’anno, della segretaria del già sindaco Pd di Foggia, Ciliberti, ancorché giudice del Tar Molise, è l’esplicazione di una condizione ambientale sostanzialmente malmostosa), bene, in una piccola realtà come la nostra, difficilmente vengono seguite e applicate le procedure di controllo, difficilmente i poteri che interagiscono si calpestano i piedi, difficilmente alle fonti dell’informazione è consentito arrivare alla verità, difficilmente l’opinione pubblica riesce ad esprimersi. L’attuale governance della Regione Molise è la quintessenza di un sistema politico-amministrativo preordinato all’esercizio del potere in chiave discriminatoria per un verso, favoristica per l’altro, autarchico e minatorio, contro cui, nonostante la cronaca abbia reso noti casi imputabili e perseguibili amministrativamente e penalmente, niente e nessuno è riuscito a scalfirne la sicumera e la prepotenza: quintessenza di un sistema politico-amministrativo bloccato dagli interessi reciproci che governa e garantisce. Molisani sempre più sudditi e sempre meno cittadini. Dardo
Pentito di avere votato per Frattura mico /sociale ,problemi reali e di programmi da mettere in atto per risollevare la nostra Regione. l bilancio ad un anno è haime desolante un Presidente insieme ai suoi soci di cordata che pensa solo ed esclusivamente non ai 90.000 disoccupati di questa bella terra ma ai propri interessi e oggi scrive prendendo in giro ancora una volta i molisani ,che lui è ultimo nella classifica dei presidenti di regione perchè sta effettuando scelte impopolari!!!
La domanda sorge spontanea,impopolari significa: chiudere la GAM ? Togliere soldi alle strutture Ospedaliere Pubbliche per darle ai privati? Costruire centrali biomasse per distruggere quel poco di economia derivante dalla raccolta del Tartufo? Lasciare a casa decine e decine di lavoratori dell’esattorie !si vuole puntare sul turismo e si da la delega ad un consigliere senza idee e senza soldi e potrei dirle altre e 100 cose ma non voglio avvilirvi ul-
teriormente. Qualche giorno fa sono stato ad una riunione politica del centro destra, o di quello che ne rimane, ribadisco ad alta voce queste cose,il nostro Molise ha bisogno , aldilà degli schieramenti, di persone “credibili e serie”, solo con questi principi e presupposti si puoi ripartire costruendo un ‘ alternativa che avvicini la gente e liberi davvero il Molise da questi personaggi, la nostra gente sa perfettamente chi sono a prescindere da dove si collocano! Infine voglio ribadire la mia vicinanza all’amico Martelli che ha dato prova di coraggio e dirgli che in questa regione non è solo e che siamo in tanti a pensarla come lui.
TAaglio lto
3 13 settembre 2014
L’ex pm di mani pulite in conferenza stampa cerca di difendere il governatore del Molise dal calo dell’indice di gradimento ma fornisce un assist per declassarlo
Di Pietro tenta di salvare Frattura, Romano riesce ad affossarlo CAMPOBASSO. “Frattura, tu non sai vendere ciò che sai fare come Renzi non sa fare ciò che sa vendere”. A parlare è Antonio Di Pietro che in conferenza stampa a Campobasso tenta di risollevare dal crollo del gradimento espresso in un sondaggio nazionale dalla popolazione regionale. Pronta arriva la risposta di Romano che centra il problema sull’assist del Tonino nazionale: “Forse ha ragione – dice il giovane ex consigliere regionale riferendosi alla dichiarazione dipietrista sul governatore del Molise altrimenti non avrebbe ceduto le quote della Civitas (centrale a biomasse di Campochiaro) al suo socio a titolo gratuito, né quelle della Bio.com (centrale a biogas a Termoli e beneficiaria di 265 mila euro della Regione, mai restituiti) a soli 800 euro (ottocento/00). Ad avercene di benefattori così!”. Così, quand’anche Di Pietro prova ad ad-
dossare alla comunicazione poco utilizzata (o utilizzata male) da Frattura per divulgare le pie opere del governo di centrosinistra, in realtà fornisce un assist micidiale agli avversari politici. Perché oltre a diffondere ciò che Frattura e i suoi non hanno fatto, pur sforzandosi di trovare qualcosa di buono in appena in un anno e mezzo di legislatura, ciò che balza agli occhi è solo la tutela di interesse imprenditoriali propri di Frattura, della sua giunta e dei suoi consiglieri regionali. Non poteva approfittarne Massimo Romano che, dal social network, ha ricordato il vero problema del Molise che un pm quale Antonio Di Pietro cerca di sviare fingendo di non vedere: il conflitto di interessi. A circondare Di Pietro sono in tre: il figliol prodigo Cristiano, vice presidente del Consiglio regionale che ha perso anche quel po’ di smalto che gli era rimasto
quanto meno per fornire lo spunto di un sorriso per le sue perle di saggezza, l’assessore Pierpaolo Nagni che, forse, di tanto in tanto durante la notte si chiederà “che ci faccio io in mezzo a questa banda di scalmanati?” (ps. a proposito, chissà come mai quel volpone democristiano di Nagni era assente il giorno in cui la Giunta di cui fa parte ha adottato la delibera per l’assunzione dell’ex segretaria di un giudice del Tar Molise con 80mila euro). E dulcis in fundo, a far compagnia al tavolo, c’era Carmelo Parpiglia meglio conosciuto nell’ambiente politico come “il calciatore”. E a proposito di comunicazione, in cui Di Pietro è maestro, qualcuno dovrebbe informare l’ex ministro che, proprio con Frattura presidente, il Molise è in preda alla peggiore della disperazione che possa impadronirsi di una società, ossia “il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.
Stando al parere degli amministratori, a Palazzo Moffa sarebbe giunto il tempo delle riforme
Ma che fase una e fase due, cerchiamo di sopravvivere E’ già tanto che il governo regionale riesca a tamponare le falle che si aprono nei settori dell’economia (industria, agricoltura, turismo, artigianato, commercio, servizi sociali eccetera), nei rapporti interpartitici (Pd-Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e il partenariato Alla Regione parlano di seconda fase del programma di governo regionale, come se la prima l’avessero realizzata. Stramberie della politica nostrana che riesce a far passare per ragionevoli anche le assurdità. Non sappiamo qualificare altrimenti questo tentativo di mistificazione da parte del governo regionale che del programma elettorale con cui ha convinto i molisani ha fatto perdere le tracce (tutti i governi sono affetti dallo stesso vizio, anche perché nessuno chiede loro conto). Governo che sopravvive a se stesso tamponando qua e là le falle che si aprono nei settori del’economia (industria, agricoltura, turismo, artigianato, commercio, servizi sociali eccetera), nei rapporti interpartitici (tensione costante tra Pd e Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e con il partenariato. Un governo affogato nella quotidianità che rigurgita problemi, insufficienze, inefficienze, urgenze e ... maldicenze! Vorrebbe far credere di aver sciolto i nodi del lavoro e dello
sviluppo, per cui sarebbe nella condizione di passare alla fase due: quella delle Riforme. Roba da manicomio. Anzi, da interdizione dai … pubblici uffici. Tant’è. Non ce lo stiamo inventando noi. Ci sono comunicati stampa che parlano in proposito. Come quello, appunto, che prefigura il governo regionale pronto per la fase due: le Riforme! Nelle intenzioni, lo sbaraccamento dei vecchi apparati (intanto cominciassero dalla la giunta, dalle commissioni, e dal consiglio regionali, quindi ponessero mano una volta per tutte alla riorganizzazione dei servizi e degli uffici regionali); lo snellimento delle procedure burocratiche; la cancellazione degli enti inutili; l’introduzione di Agenzie agili ed efficienti e della metodologia, in forma stabile, della programmazione. Ma per programmare occorrono i programmi. Che non ci sono. Magari accadesse. Ma non essendo mai stata data per avviata né per conclusa la fase uno, non possiamo prendere sul serio la fase due.
Stando ai fatti, stando cioè alla lettura pedissequa della realtà in cui si contano a migliaia i cassaintegrati, i giovani disoccupati, a migliaia le pale eoliche e i pannelli solari a deturpare i profili delle colline e a rubare terreno coltivato, la rete ospedaliera boccheggiante, il patrimonio storico-archeologico in abbandono, le industrie serrate e i negozi a serrande abbassate, è il caso di saltare le fasi (uno e due) e di mettere mano alla sopravvivenza. L’avessero dimenticato, ci premuriamo di ricordare al presidente della giunta e all’assessore alle politiche Sociali e del Lavoro che a sperare di sopravvivere sono i dipendenti della Molise Dati SpA, di Esattorie SpA, della Biblioteca Provinciale “P. Albino”, del Korai, in aggiunta a quelli di Gam, di Ittierre e dello Zuccherificio, dell’indotto metalmeccanico, dell’edilizia, del turismo, del commercio e delle imprese di vigilanza. Bastano, o ne occorrono altri di guai, per darvi una mossa? Dardo
A Riccia solo pochi ettari a vigna e nemmeno una cantina
Festa dell'uva, ma il vino locale? RICCIA. La “Sagra dell’Uva” di Riccia ha origini negli inizi degli anni trenta a testimonianza dell’impegno e del sacrificio di molti riccesi che, grazie ad essa, hanno raccontato di questa piacevole terra e della sua gente. L’origine della sagra cittadina si colloca, come già ricordato, agli inizi del 1930, quando, in conseguenza delle direttive del governo fascista, furono adottate misure af-
finché si svolgessero Feste dell’Uva in tutti i Comuni d’Italia, allo scopo di esaltare il lavoro dei campi e di valorizzarne il prodotto: “… in ogni città o grossa borgata dovrà formarsi un Comitato, sotto la guida del potestà, del quale facessero parte le autorità civili, militari ed i rappresentanti delle associazioni produttive e di partito”. La festa diventa subito spettacolo tra le strade del paese con giovani e giovanissime
che ballano con costumi folcloristici mostrando cesti pieni di uva e distribuendo dell’ottimo vino rosso autoctono, il cui vitigno, oggi, sembra quasi essere del tutto scomparso: "a saibell". Un vino così scuro da lasciare sulla bocca e nel bicchiere il rosso intenso e profumato del proprio carattere. Oggi, purtroppo, a Riccia solo pochissimi gli ettari di terreno coltivati a vigna come
nessuna azienda vinicola è stata mai attivata. Resta una Festa, così, che alle spalle non ha più nè il vitigno autoctono nè, tantomeno, una produzione vinicola. Resta una festa, piacevole, ma privata del suo originario spessore legato alla coltivazione della vigna. L'amministrazione comunale, nel tempo, si è posto il problema?
TAaglio lto
4 13 settembre 2014
Cgil, Cisl e Uil ripropongono con forza il tema diventato drammatico con il Molise
"Lavoro, la politica si svegli" L’intervento.
Caccia, ci risiamo
CAMPOBASSO. CGIL CISL e UIL hanno con forza posto come obiettivo principale, il tema del lavoro, consapevoli che gli anni della crisi hanno segnato in modo drammatico, l’assetto economico e sociale del Molise. E’ stata espressa in maniera chiara e forte in ogni iniziativa posta in essere dal sindacato confederale molisano la posizione su ogni singolo tema e su ogni singola vertenza aperta in regione. In Molise negli ultimi 6 anni si sono persi circa 20.000 posti di lavoro, ci sono i precari, i cassaintegrati, un giovane su due non lavora, in sintesi la situazione è drammatica.
"Il sindacato confederale a partire dalla sua piattaforma ha avviato il confronto con parti sociali e istituzioni e lo scorso 7 agosto il Molise ha sottoscritto l’intesa sul riconoscimento dell’area di crisi, tutti apparentemente soddisfatti e convinti di aver trovato uno degli strumenti necessari per affrontare una crisi di tale portata.. Dopo poco più di un mese però, leggiamo con sorpresa , alcune dichiarazioni di Confcooperative, per bocca del suo Presidente Domenico Calleo, sulla quasi inutilità di tale ratifica. Ricordiamo al Presidente di Confcooperative che la sua Associazione è tra le sigle che hanno dato vita all’intesa istituzionale,
e che l'abilità, dovrebbe essere, l’impegnarsi congiuntamente per ottenere il risultato di portare in Molise risorse aggiuntive per diversi milioni, e conseguenti investimenti produttivi. Inoltre ricordiamo che il sindacato non ha mai contrapposto area di crisi e cooperative ed ha fatto emergere alcune criticità del piano industriale come d’altra parte ha fatto Confcooperative, proprio perché il nostro interesse è salvaguardare il futuro occupazionale dei lavoratori della GAM e di tutta la filiera. A questo punto riteniamo doveroso che il presidente della regione informi tutti lavoratori e le lavoratrici della situazione che si sta delineando rispetto al futuro produttivo della GAM".
Lettera aperta al presidente Renzi sulla tassazione in busta paga Caro Matteo, Oggi ho ricevuto la mia busta paga: totale competenze: Eur 2945,73 totale ritenute: Eur 1053,32 netto a pagare: Eur 1892,00 Possiamo partire da questa situazione, che è la stessa per migliaia di lavoratori dipendenti, per capire cosa c'è che non va nel sistema fiscale del nostro Paese. Ossia: se io sto pagando Eur 1053,32 di tasse, e di conseguenza l'azienda, lo stiamo facendo entrambi per quella fetta molto grande d'Italia che le tasse le evade! Come deve barcamenarsi uno Stato che, non volendo farle pagare a tutti indistintamente, ha comunque la necessità di reperire quelle risorse minime per sostentarsi? Iper-tassando chi ha la ritenuta alla fonte. Oggi sentivo parlare del fatto che il Governo deve trovare 20 miliardi di Euro e Renzi sta chiedendo ai Ministri quanto possono risparmiare i propri dicasteri. Il problema è proprio questo: se continuiamo a parlare di risparmi piuttosto che di introiti, possiamo continuare a porci mille domande, a chiamare mille esperti di economia, a criticare Bruxelles per le sue imposizioni, ma il cerchio non lo quadreremo mai. Una cosa che proprio non mi sta nella testa è questa: noi italiani, che ci vantiamo di aver capito come si sta al mondo perché siamo più furbi degli altri, quanta furbizia abbiamo nel momento in cui, non facendo pagare le tasse ad una cospicua parte della popolazione, ci priviamo dei servizi necessari e creiamo enormi squilibri sociali? Dov'è tutto quel vantaggio culturale nei confronti degli altri popoli che poniamo a vessillo della
nostra italianità? C'è qualcosa che stride, non credete? Ciò che è evidentemente la soluzione a molti dei mali italiani -non solo della mia busta paga- sembra non essere visto da chi incarna la Legalità in quanto Istituzione. Si tratterà di andare contro lobbies che fino ad ora hanno avuto solo vantaggi dalle politiche statali? Pazienza, facciamolo, sarà il male minore. Si tratterà di andare contro determinati bacini elettorali? Pazienza, facciamolo, sarà il male minore. Vogliamo rimanere il popolo che, dinanzi ad una striscia continua sulla carreggiata, sorpassa indisturbato il veicolo antistante perché all'orizzonte sembra non si veda nessuno, e poi va a cinque all'ora se intravvede una volante della Polizia? Vogliamo rimanere il popolo che, se non visto, lascia che il proprio cane evacui per strada senza raccogliere le sue feci? Vogliamo rimanere il popolo che, sapendo di una sonnolenza momentanea della Guardia di Finanza, continua a non emettere scontrini fiscali o ricevute? In poche parole: vogliamo rimanere il popolo dell'"adesso ci provo" (a sviare dalle regole)? Molto triste la cosa se vogliamo destinarci ad una sorte del genere. Altrettanto triste se un Parlamento (prima ancora di un Governo, visto che è il Parlamento a legiferare) svia continuamente dal tema come se non fosse la causa di tutti i mali. E a tutte le partite IVA che si lamentano delle serrande abbassate, dico: non le abbassereste se pagaste le tasse anche voi, perché pagandole tutti, tutti arriveranno a pagarle meno. Se non si comincia a creare questo circolo virtuoso, possiamo mettere in scena tutti i Ballarò, tutti i Report, tutti i Virus di questo mondo, ma saremo sempre al punto di partenza. Una cittadina che si crede meno furba della norma, con orgoglio. Marialuisa Amato
Mi congratulo con l’intervento della Consigliera del movimento 5 stelle per la mozione presentata in consiglio per il ripristino del calendario venatorio 2014/2015 ( non come scritto sulla delibera di pre apertura ovvero 2013/2014) con particolare riferimento alla tutela dell’orso marsicano. Ma nonostante le sua ragioni tutte legittime e supportate da pareri autorevoli la mozione è stata respinta. Pazienza Consigliera , una battaglia persa ma purtroppo Lei è stata battuta non ieri ma il 02.09.2014 dalla giunta riunita appositamente in notturna che con delibera pirata ha di fatto annullato il parere della commissione espresso per il calendario venatorio, e la delibera della regione che approvava il calendario venatorio e che tra l’altro recepiva gli accordi per la tutela dell’orso marsicano. D’altronde Lei non chiedeva nulla di diverso da quello che la regione ha precedentemente deliberato. Però che mi frega, io faccio una nuova delibera senza annullare la precedente e il gioco è fatto. Si poteva fare? E stato fatto. Ma guardi se Lei va a leggere il documento a firma di Di Pietro pubblicato sui siti dagli AA.TT.CC prima del 3 settembre, egli, già preannunciava in maniera chiara le volontà di effettuare delibere ad hoc per stravolgere il calendario tant’è che esiste una diffida della lipu/enpa del 1 settembre protocollo n.4563-2014. Me la gravità risiede nel fatto che la delibera pirata e stata pubblicata sul Burm la mattina seguente all’incirca intorno alle undici ( con solerzia inusitata alle 0,24 del 2 settembre invece era sul sito dell’ATC 1 Campobasso: la domanda sorge spontanea quale è quella valida? E chi c’è dietro?). Le consiglio di leggerla , infatti poi è stata modificata e riscritta. Ma Le dirò di più le forze dell’ordine tutte nessuna esclusa non sono state rese partecipe con nessuna comunicazione che il 3 /09/14 si “pre-apriva” la caccia (forse è stato fatto in tarda mattinata) . Alla faccia del rispetto per persone che ogni giorno lavorano per la tutela del territorio. Allora io Le chiedo se può verificare la correttezza di questo iter “deliberatorio” perché come ha già annunciato il consigliere ve ne saranno altre. E se può mettervi freno anche nelle apposite sedi. Ho visto su youtube la replica del consigliere Di pietro: non merita un tapiro ma di più per le castronerie che ha detto. Ha fatto saltare il protocollo di intesa firmato a carattere nazionale( anche dalle associazioni venatorie) recepito dalla regione per la tutela dell’orso marsicano adducendo che per questo anno si deve derogare in mancanza di corsi non effettuati dalle province (la colpa è sempre di altri) per il brevetto di cane limiere. Consigliere i cani brevettati si comprano anche lo sa? Vaneggia di indicazioni dell’Ispra rispettate. Afferma che per l’orso non esiste pericolo perché i cani che ne avvertono l’odore scappano ( ma di che parla di cihuauha o yorkshire?) Poi parla di danni alle culture da parte dei cinghiali e per questo vanno abbattuti. Le do un suggerimento, gli autorevoli esponenti che Lei cita , sono fra quelli che non vogliono da anni nessun piano di gestione degli ungulati. In un ottica di risparmio regionale faccia in modo (e lo può fare lo ha già dimostrato) che i danni provocati dai suidi vanno pagati dai cacciatori così si ottengono due obbiettivi: la regione risparmia circa 800 mila euro di danni annui e avremo immediatamente il piano di gestione. Con quei soldini risparmiati si possono finanziare i corsi che Lei cita, si possono finanziare azioni a tutela del territorio e della fauna. Speriamo che il Parco nazionale si muova per vie legali e ha tanti appigli per farlo: solo se avesse la volontà. Se non lo fa può anche chiudere. Si potrebbe dire di più ma vista la sua solerzia nel mortificare la caccia non mancherà occasione. La saluto. Zed Ps. Il 3 settembre si è tenuto un convegno sull’utilizzo delle munizioni atossiche per la caccia agli ungulati. Il relatore persona degna di nota adduceva statistiche valide che riguardavano i danni che il piombo provoca nell’uomo. Tra i tanti si è visto che porta ad un abbassamento del quoziente intellettivo nelle popolazioni. Mi sorge un dubbio legittimo : passi questa ipotesi nei cacciatori ma nei politici? A già dimenticavo le cene a base di cacciagione.
TAaglio lto
5 13 settembre 2014
Lunedì 15 settembre la conferenza illustrativa delle azioni che saranno messe in campo a difesa dei diritti calpestati dei molisani
Gli “indignati” di nuovo all’attacco Di fronte all’ostentata indifferenza mostrata fin qui, azioni di protesta che per contenuto e portata valichino l’amorfa e devitalizzata informazione locale per diventare un elemento di giudizio della classe politica molisana dinanzi al Paese I cittadini indignati del Molise, passate le vacanze estive, hanno deciso di riprendere le “ostilità” con la macchina del rinvio, dell’insabbiamento, del tirare a campare che opera a pieno regime nelle stanze e nei corridoi di Palazzo Moffa. Lunedì 15 settembre, nel corso della conferenza stampa annunciata, diranno in dettaglio il programma che intendono realizzare per tenere costantemente sotto tiro il consiglio regionale e le commissioni per indurli a dare una risposta ai circa seimila cittadini che hanno sottoscritto da un capo all’altro del Molise la proposta di legge regionale di iniziativa popolare riguardante la “Riduzione dei costi della politica…”. Probabilmente, di fronte all’ostentata indifferenza mostrata fin qui, saranno adottati atteggiamenti e azioni eclatanti (non si esclude l’occupazione permanente del consiglio) o altra manifestazione di protesta che per contenuto e portata valichi l’amorfa e devitalizzata informazione locale per diventare un elemento di giudizio della classe politica molisana dinanzi al
Paese. La proposta di legge popolare – fa notare uno dei protagonisti dell’indignazione, Domenico Di Lisa accolta e riassunta dalla struttura dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, dal mese di gennaio giace insabbiata nei cassetti della Prima Commissione che in tal modo offende e calpesta la volontà dei circa seimila cittadini che l’hanno sottoscritta. Lo scossone che si profila all’orizzonte dovrebbe fare giustizia soprattutto della speciosità delle giustificazioni che vengono da Palazzo Moffa, notoriamente sede della inconcludenza, della verbosità e della mistificazione, tranne nei casi in cui c’è da preservare gli interessi personali, i diritti acquisiti, e tutte le altre formule che garantiscono al corpo consiliare di essere una casta offensiva dell’equità, della sobrietà e dell’equilibrio. I morsi della crisi sono sempre più dolorosi per migliaia di famiglie che non ricevono più reddito da lavoro; la politica economica portata avanti dal governo Frattura è fonte di continui e nuovi disoccupati
(contratti di servizio in essere bruscamente e immotivatamente interrotti), e là dove si apre la possibilità di una utilizzazione logica e funzionale delle unità lavorative (il caso del personale del Korai – società a partecipazione regionale), si perde tempo, si traccheggia, si rimane con le mani in mano, senza decidere e governare. I cittadini indignati del Molise
oltre a muovere e a spingere la proposta di legge che si pone come obiettivo la riduzione della spesa pubblica e, in particolare, della politica, si occuperanno anche degli altri gravi problemi che affondano nel pantano dell’inazione amministrativa e legislativa a Palazzo Moffa, e ai molisani che rimangono a guardare con scetticismo ciò che si va facendo e ci si
L’intevento.
Noi sindaci contrari allo scempio ambientale della Biomasse di Armandino D’Egidio* Sulla questione centrali a Biomasse respingiamo con assoluta fermezza le dichiarazioni, apparse nei giorni scorsi su alcuni organi di stampa, che hanno descritto ‘in silenzio’ i sindaci dell’area matesina. La nostra area è il polmone del Molise e sapremo ben conservarla come abbiamo sempre fatto, per la nostra generazione e per le generazioni future e non abbiamo nessun timore nell’esporre le nostre idee. Il nostro territorio lo ‘viviamo’ quotidianamente, sappiamo farlo vivere agli altri, tutelarlo ed amministrarlo. Ci sono delle potenzialità immense per la nostra economia. Non permetteremo di distruggere la nostra terra. Ci siamo attivati e ci stiamo muovendo per scongiurare quello che sarebbe un autentico scempio ambientale per tutta l’area del Matese e per salvaguardare una delle aree naturalistiche più importanti della regione. Abbiamo compiuto, presso gli organi di competenza,
tutti i passi necessari ed andremo avanti.Vorrei giusto ricordare qualche passaggio che ha contribuito a rendere unico nel suo genere questo territorio: nel 1997 è stata istituita l’Oasi WWF Guardiaregia – Campochiaro (nel 2010 istituita come Riserva Naturale Regionale). L’estensione di oltre 3mila ettari la rende una delle Oasi più grandi gestite dal Wwf, in cui sono presenti canyon, cascate e grotte; un territorio contraddistinto da siti di assoluto interesse. L’area del Matese è un museo a cielo aperto per i fossili presenti, per i reperti archeologici, per le falde acquifere (basti pensare alle sorgenti di Rio Freddo che forniscono acqua al 50% della popolazione molisana e buona parte della Campania). Invece delle centrali a biomasse, bisognerebbe pensare piuttosto a progetti per sviluppare un turismo sostenibile che potrebbe attrarre migliaia di visitatori. L’impianto oltretutto andrebbe a penalizzare le tante aziende che lavorano nel settore agroalimentare con il serio rischio
di ripercussioni negative sulla qualità delle produzioni (sono presenti allevamenti agricoli, avicoli, zootecnici, allevamenti di acqua dolce – trota e gamberi – e caseifici che esportano il prodotto in tutto il mondo).Infine non dimentichiamo che a due passi ci sono il sito archeologico di Altilia, le sorgenti del Biferno e la stazione sciistica di Campitello Matese. Che giovamento potrebbero trovare dall’eventuale costruzione di una centrale a biomasse? L’area del Matese è stata definita dal Ministero dell’Ambiente come ‘area prioritaria per la conservazione della biodiversità’ (dall’orso al lupo fino al camoscio appenninico) e rappresenta l’habitat ideale per la conservazione delle specie e anche della fauna presente che spazia a seconda delle altezze. Per questo continueremo a far sentire con forza la nostra voce per impedire quello che ho già definito un vero e proprio scempio ambientale”. *Vice sindaco di San Polo Matese
propone di fare, viene opportunamente ricordato che per effetto delle loro battaglie sociali il consiglio regionale è stato già costretto ad abrogare l’articolo 7 (indennità ai portaborse) e a rinunciare ai fondi per il funzionamento dei Gruppi consiliari. Purtroppo la memoria, in un corpo sociale devitalizzato, è la prima a cedere. Dardo
Apre lo sportello Europa Sottoscritta dalla Regione la convenzione con l'agenzia che si curerà delle operazioni CAMPOBASSO. Si è tenuta presso la sala della Giunta della Regione una riunione promossa dal delegato alla Programmazione- il consigliere Vincenzo Cotugno che, con il supporto della struttura regionale, ha illustrato la convenzione sottoscritta con l’Agenzia APRE per l’apertura dello sportello “Europa” presso la Regione e l’avvio di una nuova stagione in termini di accessi alle imprese molisane verso i finanziamenti diretti della Commissione Europea. Sono stati illustrati anche alcuni programmi comunitari di finanziamento diretti alle imprese e come la Regione può supportare ed accompagnare il mondo imprenditoriale regionale a cogliere tutte le opportunità europee, coinvolgendo anche istituzioni quali: Sace, Simest, Ice, BEI, garantendo una funzione di conoscenza, indirizzo ed orientamento senza richiedere oneri.Condivisone da parte dei numerosi intervenuti, che hanno anche fornito alcuni contributi. La prossima riunione operativa con tutte le associazioni imprenditoriali, l’Università, i sindacati, gli enti pubblici, etc. è stata concordata per il 3 ottobre presso la Sala del Parlamentino di Via Genova, nella quale l’attività di Apre potrà essere declinata in termini operativi e concreti, in modo da attivare un percorso virtuoso.
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Campobasso
13 settembre 2014
Lottizzazione parco dei Pini, il Consiglio dice no alla proposta di variante Coalizione civica: “La chiusura della vicenda non cancella l’incompetenza della maggioranza” Lavoro, riflessione e cura per la città hanno consentito all’amministrazione di mettere la parola fine ad una vicenda “vecchia” ma che doveva essere affrontata in fretta per la presenza di due ordinanze del Tar. Così l’assessore all’Urbanistica Bibiana Chierchia e il sindaco Antonio Battista hanno commentato il voto unanime del Consiglio comunale all’emendamento, portato in aula ieri mattina, frutto dell’accordo tra maggioranza e opposizione. Un documento con cui il Consiglio ha detto no alla proposta di variante alla lottizzazione parco dei Pini. “Un risultato difficile ma espressione di un lavoro accurato – ha aggiunto Chierchia - che ci ha permesso di portare a compimento un dovere che ci è stato imposto dal Tar ma che, allo stesso tempo, ha consentito all’amministrazione di anticipare le linee programmatiche che puntano a riqualificare il capoluogo partendo da ciò che già esiste preservano tutte le aree che costituiscono il pregio e il bello della città”. Il Tar, infatti, ha invitato l’amministrazione a esprimersi meglio sul diniego che, in effetti, l’assise aveva già dato lo scorso febbraio ma che non era stato motivato. Da qui il ricorso al Tar della società richiedente e le conseguenti ordinanze che hanno provocato la riapertura della vicenda parco dei Pini obbligando la neo amministrazione a riprendere in mano le carte della lottizzazione, ristudiare a fondo la questione e , in un certo senso, svolgere l’attività che in realtà spettava ad uno studio legale.
Maggioranza e opposizione trovano l’accordo mettendo al primo posto la cura della città “Abbiamo cercato di non creare precedenti – ha continuato l’assessore - affrontando tutti gli aspetti e mettendo a punto l’emendamento, votato all’unanimità, che costituisce un’integrazione alla delibera di febbraio 2014 e che rappresenterà la posizione del Comune nella prossima tappa dell’iter giudiziario a marzo del 2015”. “Non è una chiusura all’urbanistica – ha spiegato il primo cittadino - ma abbiamo il dovere di governare la città e gestire al meglio le situazioni già esistenti senza dimenticare il mondo dell’economia e dell’imprenditoria cittadina che ha il diritto di avere prospettive chiare e sapere con precisione dove si può investire”. L’emendamento approvato ieri in Consiglio è servito a specificare parte della
motivazione e del dispositivo della delibera dello scorso febbraio riguardante la proposta di variante con ampliamento della lottizzazione Parco dei Pini che prevedeva non solo nuove costruzioni, tra cui un plesso scolastico in sostituzione di quello di via Crispi, ma anche la realizzazione di centri commerciali. La proposta è stata nuovamente rigettata ma questa volta il Consiglio ha deliberato di “ dare corso alle ordinanze Tar Molise n.37/ 2014 e 47/2014 e rigettare definitivamente la proposta formulata dalla società “Parco dei Pini srl”, intendendo preservare in tal modo l’assetto urbanistico del comprensorio che risulta già attuato in applicazione del piano esistente e della collegata convezione di lottizzazione; di dichiarare il cessato interesse a localizzare un polo scolastico nel sito di ampliamento della lottizzazione; di prendere atto dell’avvenuta scadenza dei termini della convenzione urbanistica al 12/3/2010 e di dare atto che comunque non sussistono le condizioni perché si configuri l’applicabilità dell’istituto della proroga; di onerare gli organi competenti e, segnatamente, il sindaco e i dirigenti preposti agli uffici di urbanistica e tutela del patrimonio della definizione dei rapporti contrattuali in essere e della completa attuazione del Piano esecutivo, con la completa cessione delle aree e delle opere di urbanizzazione, come da convenzione, impiegando, ove necessiti, poteri autoritativi”. Teresa Manara
La Coalizione Civica a Palazzo San Giorgio (Michele Scasserra, Michele Coralbo, Francesco Pilone, Marialaura Cancellario, Alberto Tramontano ed Enrico Perretta), dopo il Consiglio comunale di ieri è tornata sul percorso che ha condotto all’approvazione del documento con il quale si è confermato il diniego alla variante della lottizzazione di Parco dei Pini, che prevedeva una colata di cemento pari a ottomila metri cubi. “Finalmente – hanno affermato i sei consiglieri comunali della Coalizione Civica – si è arrivati alla conclusione di una vicenda, che ha segnato il ‘modus operandi’ di una maggioranza spaventata e avvitata su se stessa. La presunta lottizzazione di Parco dei Pini, infatti, se da un lato scongiura l’ipotesi di nuove e disordinate colate di cemento, dall’altro, non cancella l’incompetenza e l’incertezza politica di una maggioranza troppo spesso vittima di iniziative private, che non hanno nulla a che vedere con l’interesse della città e della collettività”. Sul provvedimento approvato all’unanimità, per la Coalizione Civica: “È stato imbarazzante
vedere come un provvedimento presentato dall’assessore all’Urbanistica, Bibiana Chierchia, al consiglio comunale sia stato ritirato, per essere emendato dall’esecutivo e dalla stessa maggioranza nei dieci giorni successivi. Questo è già di per sé è sufficiente per sfiduciare l’assessore Chierchia, che evidentemente non riesce a trasmettere le dovute garanzie all’assise di Palazzo San Giorgio e alla Giunta. L’aggravante, inoltre, è il suo tentennamento di fronte alla lettera di uno studio legale, nonché da alcune questioni poste dall’opposizione civica, che hanno fatto traballare i presunti indirizzi politici”. Michele Scasserra e Michele Coralbo del ‘Polo Civico’, Francesco Pilone e Marialaura Cancellario di ‘Democrazia Popolare’, Alberto Tramontano di ‘Città Amica’ ed Enrico Perretta di Campobasso Nuova hanno concluso: “Se le premesse sono queste, non si preannunciano momenti positivi per poter parlare, nelle opportune sedi, di pianificazione urbanistica, sviluppo e progresso territoriale, economico, commerciale e sociale della nostra città”.
Multe per chi non rispetta la città e i concittadini Il il Comando di Polizia Municipale della Città di Campobasso raccoglie le numerose segnalazioni ricevute dagli utenti e rinsalda il controllo per contrastare l’indecoroso fenomeno
dei marciapiedi, delle strade e degli spazi pubblici ricoperti dagli escrementi degli animali. “Partono da oggi – spiega l’assessore Salvatore Colagiovanni - i con-
trolli a tappeto condotti da apposite pattuglie organizzate dal Comando di P.M. per verificare l’utilizzo di palette e sacchetti, e per controllare la regolare iscrizione all’anagrafe ca-
nina nonché l’applicazione del microchip. Lo scopo è quello di tornare ad avere una Città più bella, più pulita e più vivibile. Ma non solo!
Torneranno a essere serrati anche i controlli sulla regolarità delle soste negli spazi riservati agli invalidi, oltre che sulla regolarità dei permessi “blu” esposti sulle autovetture”.
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Campobasso
13 settembre 2014
Casa Pistilli, Cristofaro e Testa nel Cda dell’azienda di servizi alla persona Il sindaco Battista nomina i rappresentanti del Comune e sceglie due consiglieri mancati del Pd Angelo Cristofaro e Assunta Testa, sono loro i due neo rappresentanti del Comune in seno al Consiglio di amministrazione dell’ azienda di servizi alla persona “Don Carlo Pistilli”. La nomina è arrivata direttamente dal sindaco Antonio Battista che ha seguito le linee di indirizzo per la designazione e la revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni, approvate in Consiglio lo scorso 6 agosto anche se, in realtà, l’amministrazione s’era “portata avanti con il lavoro” e a giugno aveva già pubblicato l’avviso pubblico per ricevere le dichiarazioni di disponibilità a ricoprire la carica. Ebbene, Battista, dopo aver valutato i curricula, le capacità, le competenze e la correttezza amministrativa delle proposte pervenute, ha deciso di nominare Cristofaro e Testa considerandoli idonei, competenti e in grado di rappresentare gli interessi del Comune coerentemente con gli indirizzi formulati dal Consiglio comunale. Inoltre, non è un mistero che il sindaco conosce bene Cristofaro e Testa perché candidati nella lista del Pd alle amministrative di maggio, elezioni che hanno portato Battista a conquistare
la poltrona più importante di Palazzo San Giorgio. Le linee di indirizzo per la designazione e revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni, stabiliscono che i rappresentanti devono avere i requisiti per la nomina a consigliere comunale, essere di indiscussa probità e possedere una speci-
fica competenza, adeguata alle caratteristiche della carica che deve essere ricoperta. Al fine di assicurare le condizioni di pari opportunità, le nomine e le designazioni in ogni organismo debbono garantire un’ adeguata rappresentanza di genere, nel rispetto delle pari opportunità. Al sindaco viene attribuito ampio potere di scelta nelle nomine e designazioni, il primo cittadino deve improntare le proprie scelte ai principi di trasparenza e competenza tecnica e professionale, previa verifica della non sussistenza di conflitti di interesse. Ogni rappresentante nominato è tenuto ad inviare al sindaco una relazione annuale sull’attività svolta dall’organismo in cui è stato eletto e sulle iniziative assunte al suo interno. I nominati Cristofaro e Testa dovranno, in particolare, adoperarsi affinchè si giunga, nel più breve tempo possibile, all’attivazione della Rsa (Residenza sanitaria assistita) e della Rp (Residenza protetta) e favorire ogni iniziativa possibile di raccordo con altre realtà sociali già operanti sul territorio come i centri sociali per anziani. TeMa
Il tempo che sta intercorrendo dall’annullamento del primo bando per l’ideazione della sede regionale all’emanazione di un nuovo bando, rivisto e coretto con il contributo degli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri, sta diventando inquietante
Alla ricerca del bando perduto! In giro ci sono ancora i cultori dell’immobilismo e i cultori, peggio, dei fitti passivi, per i quali i tre milioni e passa di euro all’anno elargiti ai proprietari degli immobili e degli appartamenti in cui, da decenni, sono sistemati gli uffici e gli assessorati regionali, sono bruscolini Non vorremmo che quel poco entusiasmo salito dai recessi della Regione Molise per aver deciso di mettere a concorso la progettazione della sede regionale su parte del terreno dell’ex campo sportivo Romagnoli, avesse perso valore e vigore. Il tempo che sta intercorrendo dall’annullamento del primo bando, per manifesta inadeguatezza tecnica e procedurale, all’emanazione di un nuovo bando, rivisto e coretto con il contributo degli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri, sta diventando inquietante. Sta generando il sospetto di un ripensamento, di un tornare indietro al punto in cui della progettazione della sede regionale s’è parlato in termini dubitativi o, peggio, in termini affaristici. In giro ci sono ancora i cultori dell’immobilismo (“Lasciamo il mondo com’è”) e i cultori, peggio, dei fitti passivi, per i quali i tre milioni e
passa di euro che ogni anno vengono elargiti ai proprietari degli immobili e degli appartamenti in cui, da decenni, sono sistemati uffici e assessorati regionali, sono bruscolini e non ciò che sono, ovvero una enorme spesa pubblica ingiustificata e ingiustificabile alla luce del fatto che la Regione Molise dal 1985 dispone (in proprietà) del terreno corrispondente all’ex campo sportivo “Romagnoli”, pagato all’epoca oltre sei miliardi di lire all’amministrazione comunale, per la costruzione della sede. Il presidente Frattura aveva rotto l’incantesimo avviando, come abbiamo accennato, un giro d’orizzonte in Italia e in Europa alla ricerca delle idee migliori per realizzare una sede regionale dal costo contenuto e, possibilmente, dalla qualità architettonica, tale da connotare su livelli emblematici l’opera pubblica prevista su parte dell’ex Roma-
gnoli. Peccato che coloro che gli hanno dato una mano a redigere il bando gliela abbiano data in modo sbagliato. Quel bando pubblicato in primavera e fatto circolare anche in Europa, non rispondeva alla missione. Una figuraccia. Quel bando è stato annullato, ritirato, e rimesso in discussione, questa volta con il contributo diretto degli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri per fare in modo che nella nuova versione non ci fossero errori ed omissioni né ci fosse la possibilità che venissero sollevate critiche ed eccezioni tecniche e procedurali. Ciò detto, c’è da chiedere perché, dunque, il nuovo bando non venga pubblicato, rimesso in circolo e sostenuto con la dovuta convinzione dalla presidenza regionale. Gli atti amministrativi hanno una loro “anima”, una loro “vita”, una loro “incidenza” e una
loro “finalizzazione”, soprattutto in tempo di razionalizzazione (per legge) della spesa pubblica. Che si arrivi pertanto, finalmente, ad avere una sede regionale, sussistono tutte le ragioni perché non si perda tempo. Perché, innanzitutto, le risorse pubbliche non vadano più a rimpinguare i conti correnti dei proprietari (alcuni storici) degli immobili e degli appartamenti in cui sono sistemati gli uffici e gli assessorati regionali (ennesimo memorandum per la Sezione della Corte dei Conti). E la città capoluogo di regione possa vantare, come tutte le altre regioni italiane, una struttura pubblica riassuntiva delle esigenze logistiche dell’ente, delle esigenze urbanistiche e funzionali dell’area di sedime e delle aree urbane adiacenti e, in particolare, delle qualità culturali della città e di chi la abita. Dardo
Auguri A distanza di un mese ti riformuliamo gli auguri per i tuoi 18 anni. Ricordati sempre che hai una marcia in più...,ma... non dimenticare mai di rispettare stop e precedenze. Auguroni da tutta la troupe.
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Isernia
13 settembre 2014
I cittadini sottolineano lo stato di abbandono della struttura sanitaria venafrana
Ss. Rosario tra tagli e degrado Accoltellamento, si cerca una terza persona Gli uomini della Squadra mobile di Isernia sulle tracce dell'autrice del folle gesto
“Chiediamo –affermano moltiche tornino decoro e pulizia all’ingresso principale del nosocomio cittadino nell’interesse della struttura, della sua offerta di servizi e per il buon nome di quanti vi lavorano, dedicandosi quotidianamente per offrire prestazioni all’altezza delle attese”. Perché tale particolare richiesta ? “Da mesi, ossia dall’ultima delle tante manifestazioni di protesta inscenate dinanzi al SS Rosario per difenderne futuro ed operatività, –replicano gl’interlocutori- nessuno ha provveduto a rimuovere striscioni con scritte di vario tipo, lenzuola appese all’inferriata ed altro lì rimasto quale retaggio di sit/in e manifestazioni di protesta.
Possibile mai che a centinaia, soprattutto i dipendenti della struttura, entrano ed escono quotidianamente dall’ospedale e non pensano a portar via i resti delle datatissime proteste ? Perché tanto disinteresse o meglio tanto menefreghismo ? Il SS Rosario si difende anche tutelando la sua immagine esteriore, ossia mettendo ordine, pulizia e decoro all’esterno del complesso, oggi più che mai necessario sentite le voci di imminenti ulteriori contrazioni dei servizi del nosocomio”. La dura chiusa finale dei lettori : “O continua ad esserci qualcuno/a che si ostina a remare contro l’ospedale venafrano, piuttosto che adoperarsi per la sua difesa ?”.
ISERNIA. L’accoltellamento avvenuto nel pomeriggio di mercoledì verso le ore 17, ha dei risvolti clamorosi. Gli uomini della squadra mobile infatti, stanno ancora cercando l’autrice del gesto, sparita nel nulla dopo il fatto. La donna di etnia rom, dopo una discussione in strada, ha estratto un coltello e lo ha sferrato contro una coppia, colpendo prima la coppia poi il marito. Le urla hanno attratto l’attenzione dei passanti che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. I due sono stati trasportati in ospedale e ad avere la peggio è stata la moglie, ma i due non sono in pericolo di vita. Questi, sono gli stessi che solo due giorni fa sono stati aggrediti e accoltellati dal figlio con una
mannaia e la pista più seguita dalle forze dell’ordine in questi giorni, è quella di una faida tra famiglie. Sembra infatti, che la donna responsabile del secondo accoltellamento sia una nipote acquisita della coppia che si sarebbe voluta vendicare del fatto che, dopo la denuncia, il figlio responsabile della precedente aggressione, sia finito in carcere. La Squadra Mobile di Isernia sta cercando di ricostruire l’intera vicenda ma non senza problemi. Sono tante infatti le ostilità dei presenti a rivelare i particolari dell’aggressione e si ipotizza che la donna scomparsa si possa essere nascosta da altri parenti rom per far perdere le proprie tracce.
Malviventi rapinano la parrocchia Ladri senza scrupolo nella chiesa di San Simeone e Santa Maria di Loreto VENAFRO. Ladri senza scrupolo nei giorni scorsi hanno ripulito la parrocchia di San Simeone, Santa Maria di Loreto, e l’oratorio Giovanni Paolo II. La notizia si è saputa solo ieri quando, don Armando Galardi, si è recato dai Carabinieri
della Compagnia di Venafro per denunciare il fatto. Dalla scrivania e dai cassetti del prete sono spariti alcuni assegni e un televisore che serviva ad intrattenere i bambini che frequentano l’oratorio. I malviventi, che hanno anche provato ad
Torrente Rava, rischio altissimo Sono tanti i problemi legati alla mancata pulizia dell'alveo tra Venafro e Pozzilli VENAFRO. Tema caldissimo e di massima attualità di Pozzilli e Venafro, Comuni che chiudono il Molise ad ovest assieme a Sesto Campano : lo stato del torrente Rava ! Questo versa in condizioni pessime sia nel suo alveo che lungo gli argini per tutta una serie di gravissimi motivi. Innanzitutto il pluriennale ammassarsi, in territorio di Pozzilli, di tonnellate di materiale pietroso disceso dai monti dell’interno e mai rimosso, pietre che oggi riempiono del tutto l’altissimo letto torrente facendo aumentare la velocità e quindi la devastante pericolosità dell’acqua in caso di piene dell’autunno/inverno. Subito dopo l’abbondantissima e fitta vegetazione spontanea cresciuta a dismisura lungo gli ar-
gini del torrente sia a Pozzilli che in territorio di Venafro, anch’essa da anni non tagliata e mai rimossa, e tale da rappresentare un osta-
colo reale al deflusso delle acque in caso di piene. Le due cose da tempo stanno rovinando sonno, tranquillità e riposo di tantissima
gente di Pozzilli e Venafro, che hanno scritto dappertutto denunciando l’impossibile e pericoloso stato del Rava ma incredibilmente non hanno ricevuto né risposte, né rassicurazioni, né garanzie d’interventi immediati e tali da scongiurare i pericoli cui temono di andare incontro, ossia problemiper la loro incolumità e danni alle proprietà private, causa la pessima manutenzione del corso d’acqua in tema. A chi tocca pulire e tenere in ordine alveo ed argini del Rava, si staranno chiedendo in molti ? I compiti e quindi le responsabilità sono duplici : pulizia e manutenzione delle acque,ossia del letto del torrente, sono compiti dei Lavori Pubblici, mentre degli argini la
entrare in chiesa passando dalla porta che dall’oratorio porta in sacrestia senza successo, sembra cercassero una cassaforte. Gli inquirenti però non escludono che a compiere il fatto sia stato un tossicodipendente a caccia di soldi.
competenza è del Consorzio di Bonifica di Venafro. Tanto è assodato, per cui spetta a Lavori Pubblici e Consorzio di Bonifica intervenire e garantire sicurezza e tranquillità a tutti. Del resto la situazione è tanto delicata e tale da richiedere interventi della massima urgenza, come dimostrato anche da un recente fatto di cronaca, ossia il rinvenimento da parte di residenti lungo il Rava a Venafro di enormi e spaventosi serpenti sull’uscio di casa, animali che proliferano a piacimento nella boscaglia cresciuta a ridosso del corso d’acqua e che costringono intere famiglie a vivere tappate in casa per il timore di ritrovarsi con tali sgraditi ospiti all’interno delle quattro mura ! S’interverrà perciò a ripulire finalmente da pietrame e vegetazione il torrente di cui trattasi ? Nel frattempo il caldissimo tema è la massima attualità per Pozzilli e Venafro !
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Termoli
13 settembre 2014
“Castelmauro, strada disastrosa” Il sindaco Sticca denuncia la situazione che rischia di isolare il paese CASTELMAURO. Definirle buche è riduttivo. Sono voragini, squarci sull’asfalto che rendono insidiosa la circolazione di qualunque veicolo, e non solo delle motociclette e delle bici. Lì ci passano auto di lavoratori pendolari che ogni giorno si recano a Termoli, Larino e Campobasso. Ci passano gli scuolabus e gli autobus di linea. E non certo per provare l’ebbrezza delle “montagne russe”, ma perché è l’unica strada. L’unica strada che, da Castelmauro, porta a Termoli e quindi alla Bifernina per il capoluogo. E, dall’altro lato, a Civitacampomarano, a Castelbottaccio, allo svincolo per la Trignina. E’ l’unica strada ma tra poco potrebbe non essere più percorribile, col risultato di innescare uno stato di isolamento per diversi Comuni molisani, che già soffrono parecchio la distanza dai centri princi-
pali. Si chiama Strada Provinciale 163, è di competenza della Provincia, appunto, ed è ridotta talmente male che non sembra più nemmeno una strada. E’ stata inter-
"Su di me solo pregiudizi" L'ex segretario generale di Termoli, Petrosino, dice la sua su quanto accaduto TERMOLI. L’ex segretario generale del comune di Termoli Donato Petrosino non ci sta e sull’inchiesta che la Procura ha avviato sulla base dell’esposto presentato dall’opposizione di centrodestra, ma non solo, vuole precisare la sua posizione. “Con riferimento alla notizia di oggi, 12 settembre 2014, trasferita, per quanto consta, da un consigliere comunale di minoranza, secondo la quale qualche giorno fa io sarei stato ascoltato insieme ad altri presso la Procura della Repubblica, è mio interesse smentire nel modo più assoluto quanto riferito. Aggiungo ancora che ad oggi nessuna comunicazione di qualsivoglia natura è pervenuta al mio indirizzo. Non escludo, però, la ‘profezia’ ed aspetto che quanto (pre) anticipato possa accadere nei prossimi giorni in relazione ad attività giudiziaria che mi sembra allo stato dovuta dopo l’esposto presentato da alcuni consiglieri di minoranza sul caso. Ritengo, anzi, tale circostanza rientrare nella possibile normalità per ogni operatore che si relazioni con la pubblica amministrazione, specialmente se attraversata, come quella locale, da sentimenti ideolo-
gici antagonisti, virulenti, di immediata percezione, che esplodono ad ogni piccolo passo e fanno rumore. Con l’occasione intendo sottolineare la serenità di svolgimento del servizio che mi è stato affidato, che io mi impongo di portare avanti nonostante tutto nel rispetto dei patti contrattuali, i quali, mi preme qui ribadirlo a chiarimento di altri pregiudizi e pensieri trasversali trasferiti alla pubblica opinione, non mi precludono la possibilità di realizzare in piena autonomia professionale, senza preclusioni dunque o vincolo di dipendenza, anche di natura anagrafica, percorsi contrattuali con altre municipalità, stante la condizione di libero mercato prevista dal codice dei contratti. Per apprendere questi ultimi particolari non era necessario attendere chissà quale segreto rivelato, come qualcuno lascia intendere, preferendo, forse, il pensar male piuttosto che il far bene; sarebbe stato sufficiente scorrere il curriculum da me sottoscritto ‘in ogni pagina’ ed avrebbe appreso tutte le attività da me intraprese coram populo, non dovendo di questo dar conto ad altri se non ai miei limiti e, quindi, a me stesso”.
detta alle due ruote per ragioni di pubblica incolumità, anche se la segnaletica che dovrebbe avvertire del pericolo manca o forse è stata rimossa. Per svariate decine
di chilometri, da una parte e dall’altra rispetto a Castelmauro, si snoda secondo una mappa di frane, voragini, asfalto collassato. Il manto di bitume è squarciato in
più punti e gli ‘scalini’ superano i 10 centimetri. "Questa situazione – spiega il sindaco di Castelmauro Angelo Sticca – è la conseguenza di anni e anni di mancata manutenzione, che ha ridotto la strada a un colabrodo. Il pericolo esiste, è notevole, e soprattutto la notte. Ho sollecitato più volte la Provincia, ma a quanto pare mancano i fondi per un intervento risolutivo". E’ il paradosso del Molise, dove sono stati spesi milioni di euro per scuole post sisma in Comuni che non hanno più iscritti, e dove non ci sono due milioni di euro per mettere a posto l’unica strada di collegamento tra Castelmauro, Acquaviva, Palata, Civitacampomarano, Castelbottaccio. E non è un paradosso minimale, anche se le Istituzioni che gestiscono le risorse pubbliche hanno fatto finta – fino a ora – che il problema non esistesse.
"La Madonna mi ha detto di costruire la grotta" Il parroco di Montecilfone svela il perchè della realizzazione del manufatto MONTECILFONE. In molti, fedeli e non, stenteranno a crederci ma la notizia è apparsa già nel giornalino parrocchiale “Il campanile” e, a scanso di equivoci, cita testuali parole: “Il 16 agosto 2014, festa della Madonna Grande, il parroco a nome di un nascente Comitato cittadino informava la comunità parrocchiale: “Al bosco di Coriundoli desideriamo far sorgere una grotta mariana chiamata “La piccola Lourdes di Corundoli”. La piccola Lourdes nasce, infatti, dal desiderio e dalla volontà dei fedeli cristiani e di Padre Franco Pezzotta, parroco della Chiesa di San Giorgio martire in Montecilfone dal 1971. Recatosi con devoti per diverse volte a Lourdes in pellegrinaggio, udiva una voce interiore che gli suggeriva: “Tu mi devi riprodurre a Montecilfone, costruire a Corundoli una grotta simile a quella di Lourdes””. “Era la Sua, la voce della Madonna della Grotta di Massabielle”: ribadisce il testo risportato a pagina 27 dell’ultimo numero del giornale parrocchiale “Il campa-
nile”. E non è tardata la risposta di padre Franco che ha riportato sul suo giornalino: “Sì, o Santissima, o piissima, dolce vergine Maria. Madre beata, Immacolata, con la benedizione e con l’aiuto del popolo di Dio, io voglio! Ti riprodurrò a Corundoli uan grotta simile a quella di Lourdes””. Adesso il desiderio della Madonna sarà realizzato, almeno stando alle parole del giornalino. I lavori sono prossimi a partire e a Montecilfone ci sarà così “un altro ovile per le pecorelle in cerca di aiuto”, come specifica il parroco. “Anche a Corundoli, in Montecilfone, in provincia di Campobasso, brillerà l’arcobaleno di Lourdes; anche qui, ci sarà la famosa visione biblica: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto” (Apocalisse 12, 1-2)”. “Sarà un’opera della Divina Provvidenza – assicura il parroco
- e della carità e generosità dei fedeli, desiderata dalla Madonna che in tanti modi e con insistenza ha chiesto”. Ovviamente l’invito a far parte del nascente comitato è aperto a tutti e nell’articolo citato si precisa che (siamo a pagina 29): “è stata inviata tutta la documentazione al comune di Montecilfone: planimetria, la pianta prospettica, la relazione tecnica e geologica e la richiesta per ottenere la concessione di un suolo pubblico di proprietà del comune ai margini del bosco di Coriundoli per la realizzazione della Grotta all’aperto, salvaguardando e perseverando la bellezza dell’ambiente boschivo”. E conclude: “La Madonna di Lourdes benedice tutti i fondatori, i volontari e i benefattori che entreranno a far parte della storia della piccola Lourdes di Corundoli e saranno continuamente informati della amministrazione sulle entrate e sulle uscite di spese”. A questo punto non resta che aggiungere una sola cosa: “Amen!”
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Termoli
13 settembre 2014
“Perchè manca un istituto comprensivo?” A Termoli continua a non esserci una struttura pure prevista dalle indicazioni nazionali TERMOLI. Sorge spontanea come “bere un bicchier d’acqua”, la domanda della dirigente scolastica del terzo circolo via Stati Uniti Erminia Mastronardi che, incontrata al fine di dibattere sull’assetto delle scuole cittadine, tiene a evidenziare quella che per lei è una grave mancanza della nostra città: la presenza di un istituto comprensivo. “Noi ci stiamo occupando di un documento importantissimo: le indicazioni nazionali 2012, che è il pane quotidiano di tutta la scuola italiana oggi ed ha, come suo sfondo culturale e pedagogico, la costituzione di una scuola che si concepisce come un percorso verticale. Una scuola che parte da quella dell’infanzia e termina con la terza media.
Questo percorso ha come status normale quello dell’istituto comprensivo dove si stila una programmazione e si predispongono tappe che prendono il via dai campi d’esperienza e attraverso la scoperta delle discipline permettono ai piccoli ed appena adolescenti di arrivare alla terza media con più ricchezza culturale e formazione. Qui a Termoli, purtroppo, andiamo controcorrente perché non esistono istituti del genere nel nostro comune per volere degli enti locali e non certo degli enti scolastici che vorrebbero rispettare lo spirito del legislatore che ha previsto che le scuole di base siano organizzate così”. Una mancanza per la nostra città, quindi, ma perchè mancherebbe così tanto un istituto tanto importante?
Ingegneria clinica a Termoli Zucchero, campagna positiva
Un incontro al quale hanno preso parte i maggiori esponenti della biotecnica TERMOLI. C’era grande attesa stamani a Termoli per il workshop sull’ingegneria clinica. Un incontro ospitato dalla nuovaa struttura del circolo vela a cui hanno preso parte i maggiori esponenti nazionali di questa branca dell’ingegneria biomedica che si occupa della gestione sicura, appropriata ed economica delle tecnologie e delle apparecchiature in ambito clinico. Con questo si intende la valutazione, l’installazione, la manutenzione, l’adeguamento della strumentazione e delle attrezzature in uso nei servizi sanitari e la collaborazione con gli operatori sanitari nell’utilizzo di metodologie ingegneristiche per la soluzione di problemi clinici e gestionali. Inoltre il settore dell’ingegneria clinica comprende la progettazione e l’implementazione di sistemi informatici di gestione dell’informazione clinica, come i Pacs. Assenti i governatori di Abruzzo e Molise D’Alfonso e Frattura, così come il manager Asrem Fuiano, tra i rappresentanti istituzionali c’era il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca. Tra i saluti introduttivi anche il professor Giovanni Di Giandomenico, rettore dell’Università telematica Pegaso. I compiti dell’ingegnere clinico comprendono l’Health Technology Assessment, la pianifi-
cazione degli acquisti, la gestione informatizzata del parco tecnologico fino alla dismissione, l’ingegnerizzazione del processo manutentivo, la gestione della sicurezza e della qualità delle apparecchiature, la formazione del personale sanitario. A questi campi tradizionali negli anni se ne sono affiancati altri, quali la Gestione del rischio, l’ergonomia, la Telemedicina, la certificazione e l’accreditamento, il controllo di gestione. Nell’evento odierno sono stati presentati i risultati del Progetto Pilota First Response, implementato nella Regione Molise dal 2010 che, al Convegno Nazionale Associazione Italiana Ingegneri Clinici, che ha ottenuto il riconoscimento di “modello innovativo per il governo delle Tecnologie Biomediche”. In sostanza la sfida che la Regione Molise ha accettato nell’ottica di un contenimento della spesa sanitaria che non vada a discapito del livello delle prestazioni e della qualità per garantire la sicurezza di operatori e pazienti, anche grazie all’opera dell’ingegner Pasquale Bartollino. L’occasione odierna è stata utile anche per il debutto del neo direttore generale della Fondazione Giovanni Paolo II, Enrico Zampedri.
Una campagna quasi il doppio rispetto alle previsioni. Si pensa al futuro TERMOLI. Dal bollettino settimanale dell’Anb, una delle tre associazioni interprofessionali bieticole più importanti e rappresentative del bacino di coltivatori che fa capo allo Zuccherificio del Molise arriva la certificazione della discreta stagione saccarifera ormai agli sgoccioli. Nel numero edito l’8 settembre, dei tre bacini esistenti, rispetto al complesso Eridania-Sadam di San Quirico e alla Coprob di Minerbio Pontelongo, in contrada Pantano Basso il grado di polarizzazione media (la resa produttiva in termini di saccarosio) è stata del 16,71% in luogo del 14,27% e del 13,66%.Anche la tara media si è attestata su livelli più bassi, 8,11% contro 10,91 e 9,67%. Statistiche rilevate al 5 settembre scorso. Lo Zuccherificio del Molise sarà anche lo stabilimento che chiuderà prima, con la quota minore di semine primaverili. Il conferimento delle barbaietole cesserà domenica sera, 14 settembre ed entro il 17, salvo ulteriori ritardi per il maltempo, saranno anche spenti i due forni accesi tra seconda e terza decade di luglio. Una campagna quasi doppia rispetto alle previsioni, che toccherà i 54 giorni almeno, con un conferimento che sfiorerà i 3 milioni di quintali lordi, oltre 2,6 milioni netti e una produzione di almeno 30mila tonnellate di zucchero, frutto di una estensione di seminativi di radici pari a 5.400 ettari, con 9 tonnellate per ettaro di saccarosio a fronte della media di bietole ‘cavate’ pari a 53 tonnellate per ettaro.
La Soprintendenza torna a Termoli I tecnici erano stati trasferiti da due anni a Larino. Ora recuperata un'ala del Seminario TERMOLI. I tecnici della Soprintendenza trasferiti da due anni a Larino di ritorno presto a Termoli. Un anno e mezzo fa una ventina di tecnici abbandonarono i locali di via Oliviero per trasferirsi, lavorativamente parlando, a Larino.
La sede che accorpava le competenze architettonico-paessagistico-ambientale, quella storico-artistica e quella archeologica, era presente in città dal 1984, quindi ben 28 anni, dopo un primo trasloco da Guglionesi. Sedi diverse fino all’ufficio smobilitato e accorpato
alla sede di Larino, nell’edificio che fu di proprietà dell’Enel e che ora, invece, è patrimonio pubblico. Ma a distanza di due anni, incredibilmente (bontà loro, visti i disagi logistici subiti in questi mesi) i dipendenti torneranno a Termoli, in
un’ala del vecchio seminario, quella che affaccia su Pozzo dolce, sul retro di piazza Sant’Antonio. I lavori di ristrutturazione sono avviati e dovrebbero essere ultimati per permettere il ritorno in riva all’Adriatico, con vista mare, già dai primi mesi del 2015.
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Opinioni
13 settembre 2014
Il Molise resti Regione autonoma Luigi Petracca* Il 4 settembre u.s. ho avuto modo di leggere su “Il quotidiano del Molise” un articolo dal titolo “ Corte d’Appello, Di Giacomo: è salva”, il cui contenuto credo sia da segnalare a tutti i molisani che amano la propria terra e le proprie radici. Tale articolo - a parte la piacevole ma approssimativa notizia della probabilità che la Corte d’Appello di Campobasso sia per ora salva - riportava “ autografe” dichiarazioni del Sen. Di Giacomo , che costituivano un palese attacco all’attuale classe politica regionale, che non avrebbe creato condizioni di solidità economica ed occupazionale in grado di offrire una prospettiva per il futuro ed anzi non sarebbe riuscita a tutelare diritti fondamentali quali l’assistenza sanitaria,i livelli occupazionali, l’ambiente, la scuola e la famiglia. A conclusione di ulteriori, inquietanti dichiarazioni, il Sen. Di Giacomo confermava ogni adesione ad una nuova forma organizzativa del territorio, previo accorpamento delle Regioni piccole in macro aree,configurando tale ipotesi non già come mera opzione su cui ragionare, bensì come “…un dovere”. Trovo che proprio la lapidarietà di tale concetto costituisca l’aspetto inquietante delle dichiarazioni di un Senatote della Repubblica Italiana, che nel recente passato - e per molti anni - ha esercitato ruoli per nulla secondari sia a livello politico che istituzionale. Ricordo, ad esempio, che il Sen. Di Giacomo è stato per alcuni anni Assessore Regionale alla Sanità e censurare oggi i livelli assistenziali della Sanità molisana, attribuendone le responsabilità ad un’Amministrazione Regionale in carica da poco più di un anno, sembra a dir poco ingeneroso ed insostenibile. Inoltre, dalle dichiarazioni rilasciate dal Sen. Di Giacomo, non è dato comprendere la connessione organica esistente tra la inadeguatezza delle politiche Regionali e lo smantellamento dell’autonomia regionale del Molise, impegno assurto - nella dichiarazione del Sen. Di Giacomo - a rango di “ …dovere” cui assolvere in sede di ammodernamento della Carta Costituzionale. Intanto, sarebbe
corretto precisare che in Italia esistono almeno cinque o sei Regioni caratterizzate da inadeguatezza demografica e strutturale: pensiamo, oltre al Molise, all’Umbria, alla Basilicata, alle Marche, alla Valle d’Aosta ( riconosciuta persino come Regione a Statuto speciale, pur con i suoi 180.000 abitanti!); Regioni che non hanno certo realizzato livelli economici ed occupazionali di gran lunga superiori al Molise. Sono territori oggi in grandissime difficoltà come il Molise e, tuttavia, nessun rappresentante politico ne pone in discussione l’autonomia o la stessa legittimazione costituzionale. L’articolazione territoriale delle prerogative
di Governo delle popolazioni, con la connessa auto-determinazione condivisa, costituiscono fondamentali connotazioni delle democrazie moderne, che non possono essere in nessun caso cancellate da particolari contingenze storiche o da strumentali manipolazioni di parte. L’acuta intelligenza del Senatore Di Giacomo avrebbe dovuto indurlo -prima di avventurarsi in dichiarazioni, a mio parere, molto discutibili - a richiamare alla memoria l’insegnamento storico della grande battaglia Parlamentare, condotta negli anni cinquanta e nei primi anni sessanta dai nostri rappresentanti in Parlamento; persone di conclamata qualificazione politica e culturale ( cito per tutti gli Onorevoli La Penna, Sedati, Sammartino, Colitto, Camposarcuno, Vecchiarelli e tanti altri), che riuscirono a far prevalere lo spessore storico dei valori identitari delle popolazioni molisane: valori che convinsero l’intero Parlamento Italiano a deliberare a favore del riconoscimento del Molise come Regione autonoma. A conquistare tale orientamento favorevole del Parlamento non fu certo l’impegno a creare ” un’isola felice “ (anche perché di isole felici sul nostro pianeta credo non ne esistano!), bensì il riconoscimento della identità di un popolo, che aveva specifiche e profonde connotazioni socio-economiche e culturali, non reperibili nelle realtà territoriali limitrofe. Sono questi i valori che i molti detrattòri dell’autonomia molisana ( un plotone di pseudo politologi, al quale il Senatore Di Giacomo, per la verità, non appartiene) continuano a calpestare senza pudore, esplorando anche ignobili ipotesi annessionistiche a tutto vantaggio dell’Abruzzo o di altra Regione limitrofa. Consiglierei a tutti costoro di recarsi per qualche minuto in ritiro spirituale sulle tombe dei Padri storici del Molise e di rivolgere alla loro memoria le più vive scuse per le infelici esternazioni che cercano di diffondere e che, pur presentate come innocue espressioni di libertà di pensiero, in verità costituiscono un pericoloso detonatore, distruttivo della identità di popolo del Molise. *Coordinatore Regionale CONFEDIR
“Cultura Arbereshe in Tour” Il Comune di Campomarino, delegato a rappresentare come Comune capofila, i quattro Comuni di minoranza arbereshe del Molise – Campomarino, Portocannone, Ururi e Montecilfone- si è fatto promotore di un progetto volto a valorizzare e divulgare la cultura arbereshe al fine di preservare la propria identità etnica. Il progetto, finanziato totalmente dalla Regione Molise e denominato “cultura arbereshe in tour” è stato fortemente voluto dalle amministrazioni tutte ed in particolar modo da quella guidata dal Sindaco Dr. Francesco CAMMILLERI. Attraverso canti in lingua originale intervallati da lettura di poesie e brevi testi teatrali in lingua, l’ evento, che sarà proposto in diversi Comuni quali, Termoli, Larino e Campobasso oltre che Ururi e Montecilfone, come hanno dichiarato l’ Assessore alla Cultura del Comune di Ururi Dott.ssa Nadia Primiani ed il Consigliere delegato alla cultura del Comune di Campomarino Dott.ssa Cristina Fortunato:” ha lo scopo di rafforzare il legame tra i fratelli arbereshe e di rendere partecipi di tale cultura anche i conterranei regionali che fruiranno della manifestazione”. La prima tappa del tour è prevista a Termoli il 14 settembre alle ore 21.30 presso la suggestiva “Scalinata del Folklore”, dove sarà possibile assistere alla esibizione dei gruppi “Quifti”, “Yllazet te regjenda” e “Antonella Pelilli e Max Fuschetto”
Aiutaci a cresce, Corte d’Appello necessaria tanti i libri raccolti anche per i giornalisti Si è conclusa da qualche giorno con grande successo la seconda edizione dell’iniziativa “Aiutaci a crescere. Regalaci un libro!”. Il progetto, promosso nelle 169 librerie Giunti al Punto di tutta Italia ha avuto come obiettivo quello di raccogliere libri da destinare alle scuole di infanzia e primarie. Anche nella nostra città la partecipazione è stata alta, la libreria Giunti al Punto di Campobasso è infatti orgogliosa di comunicare che, grazie alla generosità e alla sensibilità dei clienti, sono stati raccolti 1.425 volumi i quali verranno distribuiti presto tra le scuole della città e della provincia. Un grazie sentito da parte degli organizzatori va alla biblioteca provinciale “P.Albino” che si è dimostrata sin da subito entusiasta dell’iniziativa e disponibile a dare una mano occupandosi della parte logistica, infatti i libri donati dai clienti durante il mese di agosto verranno portati alla biblioteca e da lì verranno poi distribuiti alle scuole che hanno aderito all’iniziativa. A tal proposito la libreria Giunti al Punto invita tutte le scuole presenti
sul territorio a dare la propria adesione entro il termine massimo del 15 novembre 2014, contattando direttamente la biblioteca provinciale. Gli ottimi risultati raggiunti sono il frutto della generosità dei cittadini campobassani e non solo, che hanno colto l’importanza dell’iniziativa e hanno contribuito a rendere le scuole migliori ma soprattutto hanno contribuito al futuro dei più piccoli. Un ringraziamento particolare da parte delle libraie va anche alle aziende locali che hanno condiviso a pieno il significato della raccolta e hanno contribuito in modo generoso: Erboristeria Pianeta Verde presso il centro commerciale “Centro del Molise”, Hair Mode Parrucchiera in via Monte S. Gabriele 8 , Foto Lampo in via Garibaldi 68, Essemme Tour in via S.Giovanni 9/E, Baby House in via IV Novembre, La fioreria in via IV Novembre, Kalout srl “Benetton” in via Mazzini, la loro adesione alla campagna è stato non solo sintomo di grande sensibilità per il sociale, ma anche un forte segnale per il proprio territorio.
di Cimino e Santimone* Come consiglieri nazionali abbiamo investito il Consiglio nazionale dell’Ordine, l’Ordine regionale del Molise, i parlamentari e il Ministero della Giustizia di un problematica tendente a mantenere la Corte d’Appello di Campobasso. Come organismo noi cerchiamo di mantenere una posizione equidistante dalle scelte, ma il taglio del tribunale di secondo grado di Campobasso è una mannaia per il Molise per due motivazioni: la prima pratica, la seconda giuridica. Per la prima, il Molise conta su 4 parlamentari, ben 3 avvocati, pertanto chi più di loro può capire la vastità del problema Corte d’Appello? Mi auguro che si presenti un emendamento per scongiurarne la soppressione in quelle regioni che ne sono prive. Solo così crediamo che il Molise possa salvarsi e mantenere un’autonomia. Qualora questo Parlamento approvasse la riforma Renzi, avremo dei gravissimi intoppi per il nostro normale lavoro. Immaginate la mattina i colleghi delle tv in auto o sul treno per Roma, Napoli o Ancona per seguire
i processi? A spese di chi? Manco poi avessimo bus e treni rapidi e puliti!!! Come farà un piccolo giornale, un on line, una radio, a parlare di un processo d’Appello che riguarda il Molise senza seguirlo? Ma al di là del processo, come faremo a parlare con i magistrati, avvocati, come potremo dare una informazione professionale? Semplice, si eviterà di farlo, si ridimensionerà la giudiziaria o si dovranno spendere risorse che non ci sono, per un tema delicato qual è quello giudiziario. Ed i colleghi giornalisti specializzati del settore, come faranno a studiare, prepararsi a dovere? Potranno ancora permettersi di occuparsi di giudiziaria? O dovranno scrivere d’altro, perdendo contatti…insomma, anche noi giornalisti abbiamo il dovere di farci sentire non come eco di altre categorie, ma come protagonisti di una pagina di lavoro che ci viene sottratta, di un torto che ci stanno facendo, di un atto contro la nostra professione. Veniamo alla seconda questione, più tecnica. La legge ordinistica prevede un collegio di 3 magistrati e 2 giornalisti (un professionista ed
un pubblicista) scelti nell’ambito di una rosa su indicazione dell’Ordine regionale di appartenenza della Corte d’Appello. L’Ordine del Molise aggiorna l’elenco e manda i nominativi al Tribunale Ordinario e alla Corte d’Appello. Questo consesso è utile solo per i procedimenti in seno ai giornalisti. Un processo che fa seguito alla fase amministrativa propria dell’Ordine regionale e del Nazionale come organo di appello. Proprio qualche anno fa questo collegio si riunì per un procedimento a carico di un collega che tra l’altro vinse ribaltando le sentenze ordinistiche. Ebbene, sciogliendosi la Corte d’Appello, verrà meno il collegio e di conseguenza i procedimenti dei giornalisti molisani da chi saranno valutati? Da giornalisti napoletani, romani, anconetani? E a che titolo? O saranno i rispettivi Ordini a riformulare ex novo tale organismo? Ed in che modo? E a carico di chi economicamente? Speriamo che i politici illuminati evitino ai giornalisti del Molise anche quest’altra umiliazione. *Consiglieri nazionali Odg