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ANNO X - N° 14 - SABATO 18 GENNAIO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Direttore Editoriale: Tommaso Di Domenico Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno a Carlo Maria De Filippo

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Carlo Maria De Filippo direttore dell’U.O.C di Chirurgia Cardiaca e dei Grossi Vasi della Fondazione “Giovanni Paolo II. Ha organizzato per oggi, unitamente ad altri colleghi, il convegno: "Aneurisma aorta addominale: qual’ è il trattamento di prima scelta?" Oltre l'appuntamento, però, va sottolineata l'attività messa in essere nell'Unità diretta che rappresenta un fiore all'occhiello per il sistema sanitario molisano. Non aduso a mettersi in mostra, per i risultati raggiunti, l'Oscar lo merita appieno.

Il Tapiro del giorno a Nicola Cefaratti

Il Tapiro del giorno lo diamo a Nicola Cefaratti. L'ineffabile assessore al Comune di Campobasso si è espresso sulla questione del Master Plan come se l'avesse conosciuta solo oggi. Sbagliamo, o è da quattro anni e mezzo in Giunta? E in tutto questo periodo non si è accorto che il progetto era fermo? O, forse, preso dalla furia elettorale, per correre e surclassare Di Bartolomeo, ha ritenuto sposare la causa? Questa non è politica ma solo una corsa per cercare visibilità mantenendo, ancora in queste ore, la delega di assessore. Delegato, ricordiamo, di fiducia del Sindaco.

Lettera aperta al ministro Cancellieri

Tensione in Procura, tensione in Questura e tensione in Giunta regionale

di Tommaso Di Domenico Direttore editoriale Cosa succede nei piani alti della Giunta regionale? La risonanza mediatica avuta con l’articolo di Sergio Rizzo (Corriere della Sera) e il giorno dopo sul Fatto Quotidiano, relativa al questore di Campobasso indagato per favoreggiamento al presidente della Regione Paolo di Laura Frattura, a sua volta ipoteticamente coinvolto nell’inchiesta Biocom per aver intascato 265mila euro di fondi pubblici per costruire una centrale biogas a Termoli senza però realizzare l’opera, sta avendo ripercussioni che mettono in dubbio l’autorevolezza dell’autonomia della magistratura. Il procuratore capo Armando D’Alterio ha affiancato al pm che segue le indagini, Fabio Papa, il collega Nicola D’Angelo. Cosa c’è di strano? L’opportunità. Proprio ieri, in maniera del tutto casuale, sulla prima pagina di questo giornale è stata pubblicata una foto che ritrae in un momento conviviale il procuratore D’Angelo con l’avvocato della Bio.com, Salvatore Di Pardo, il suo

collega di studio legale Mariano Prencipe a tavola con il capo area di una banca nazionale (Carletto Marianeri) ed il proprietario del Cinema di Campobasso, Gilberto Serluca. Di certo non si mettono in dubbio le buone intenzioni della Procura, ma per la salvaguardia di un magistrato che deve non solo essere ma anche apparire imparziale, ci si chiede: il procuratore capo (che ha autorizzato il pm Papa a seguire le indagini sulla società del governatore del Molise) spostando il fascicolo dalle proprie mani a quelle di Papa (fascicolo che quindi non è mai stato archiviato), perché oggi decide di affiancare allo stesso Papa chi imparziale, in apparenza, potrebbe non sembrare? In fondo a testimonianza dell'imparzialità dello stesso Fabio Papa ci sono le inchieste su vari politici di spicco in Molise alcune delle quali, come per l'ex presidente Iorio o l'eurodeputato Patriciello entrambi di Forza Italia, conclusesi con una sentenza di colpevolezza. Se al tutto ci si aggiunge che sulla questione Bio.com è già indagato il vertice della Questura per favoreggiamento, i dubbi aumen-

tano. D'Altronde il senatore Di Giacomo ha già presentato un'interrogazione relativa ad una situazione anomala in Questura: la sorella del presidente della Regione è capo di Gabinetto del questore indagato. Se anche la Procura cade nello stesso vortice, come possono i cittadini avere fiducia negli organi deputati alla ricerca della verità? Nasce da qui l’esigenza di fare chiarezza da parte del Ministero di Grazia e Giustizia. Ecco perché si eleva una voce, in nome e per conto di un intero popolo, che si rivolge direttamente alla stessa Annamaria Cancellieri sensibile a questioni delicate sul tema. Cosa succede in Molise? Perché a Roma nessuno si occupa di questo cortocircuito che vede un intreccio tra politica e magistratura? Da notizie documentabili risulta che già ieri sia saltato un interrogatorio per volontà del procuratore D’Angelo. Perché? Al ministro Cancellieri si vuole far presente che, nonostante le piccole dimensioni del Molise, i molisani rientrano nella categoria del popolo italiano e quindi godono degli stessi diritti civili e politici. Non fateci pentire di essere italiani molisani.


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A Isernia nel 2007 un convegno di alto profilo tecnico-scientifico su “Un nuovo modello assistenziale da realizzarsi tra l’ospedale e il territorio”

Sette anni fa, sulla organizzazione della sanità, si sono dette cose che si vorrebbero dire oggi Siamo allo stesso punto, con l’aggravante di avere amministratori regionali in veste di dilettanti allo sbaraglio

Di appuntamenti mancati, la storia molisana ne conta a bizzeffe. Salviamone almeno uno, si dissero alcuni anni fa maggioranza e minoranza alla Regione Molise, volendo trattare del “Un nuovo modello assistenziale da realizzarsi tra l’ospedale e il territorio” in un convegno sollevato dal peso della diatriba politica e attestato su garantiti livelli scientifici, accademici e istituzionali, mercé il contributo sostanziale del Direttore generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, Filippo Palombo. La Regione Molise intendeva cucirsi addosso un abito su misura e per il quale si diceva disposta a spendere tesori di energia intellettuale per indurre le parti in causa a ragionare serenamente perché lo confezionassero. Accadeva poco prima che la crisi globale spandesse i suoi mortiferi effetti e il Piano sanitario regionale non ancora apriva la cataratta del debito pubblico. Per cercare di fare chiarezza sulla dicotomia che investe tutt’ora la salvaguardia della salute, ovvero se debba essere considerata un costo oppure un diritto, il professore incaricato del-

l'Università del Molise, Vincenzo Colalillo, il Direttore Assr, Aldo Ancona , e i rappresentanti della Regioni Campania (Angelo Motemarano), Abruzzo (Bernardo Mazzocca), Puglia (Alberto Tedesco) e Lazio (Augusto Battaglia), s’incontrarono a Isernia e si confrontarono a viso aperto sul ruolo delle Agenzie dei servizi sanitari regionali e sulle problematiche delle Regioni alle prese coi piani di rientro e il diritto alla salute. Al preside della Facoltà di medicina dell'Università del Molise, Giovanni Oriani, toccò di spiegare nel dettaglio il ruolo da svolgere per una sanità d'eccellenza. In quella circostanza fu discusso di tutto intorno ai cardini di una questione vasta e complessa, con implicazioni tecniche, scientifiche, economiche, sociali e culturali spesso avvilite dallo strumentalismo della lotta politica. La sanità, infatti, da sempre è il campo di battaglia di enormi interessi politici, professionali ed economici. Al di là delle riflessioni di merito basate su dati ed elementi tecnico-scientifici, in quell’occasione venne fuori la certezza che dovessero es-

sere posti dei margini invalicabili alla tendenza e alla tentazione di creare un sistema sanitario assecondando le richieste, i suggerimenti (fraudolenti) e le (false) opportunità che venivano di volta in volta avanzate. Sull’argomento ebbe un impatto sostanziale la critica tutt’altro che qualunquista di Domenico Di Lisa, che la questione l’aveva studiata da consigliere regionale di sinistra e la conosceva a menadito. Si fece portavoce infatti di un pensiero che nobilitava il Piano sanitario regionale qualora avesse rappresentato il primo vero atto di lungimiranza e di programmazione di un “ceto politico” che non riusciva a diventare “classe dirigente”. Le critiche e le analisi più sensate su come rimettere ordine al comparto sanità e ai servizi sanitari in quella circostanza vennero quindi da sinistra. Quella vera, non certo la sinistra accattona che per vincere ha imbarcato tutto il peggio possibile alla quale fanno gola gli exploit logorroici dei Pietraroia e la ferraglia ideologica di Danilo Leva. Di Lisa, al contrario, nelle sue analisi trasfuse l'auspicio che si fosse impiantato un Servizio sanitario regionale (Ssr) poggiato sul potenziamento e sul miglioramento della gamma e della qualità dei servizi sanitari, attraverso una seria riorganizzazione e razionalizzazione delle 6 strutture ospedaliere pubbliche, più il Neuromed, la Cattolica, e altre tre cliniche private convenzionate. Tradotto, voleva significare “servizi ospedalieri organizzati ed erogati da un unico presidio ospedaliero regionale di eccellenza (il Cardarelli) che avrebbe consentito di abbattere enormemente i costi e, però, tenuto conto della difficile tormentata orografia del territorio molisano, la infelice situazione della viabilità e dei trasporti, anche la presenza di tre presidi strategicamente dislocati nel territorio, opportunamente riconvertiti e specializzati". Sono trascorsi 7 anni da quel convegno, da quella analisi e da quella proposta a conferma della fissità dello sguardo della politica sulla sanità regionale. Siamo allo stesso punto, con l’aggravante di avere amministratori in veste di dilettanti allo sbaraglio. Quella presente al convegno d’Isernia era gente che, al di là della collocazione in maggioranza o all’opposizione, era determinata a intervenire con l’onestà dell’intelletto e la responsabilità di garantire l’interesse collettivo. Dardo

Trasporti, una politica del nulla

La disfatta del sistema generato dall'assenza di una programmazione CAMPOBASSO. La disfatta in corso del sistema del trasporto pubblico in Molise è una delle poche cose che destano ancora meraviglia in una regione oramai avvezza alla cattiva gestione del territorio, all’assenza di programmazione e alla mancanza di priorità nelle cose da fare a fronte di una congiuntura economica sfavorevole. Se ne sarà accorto l'assessore Nagni? Da politica-simbolo dell’efficienza programmatoria dell’ente regionale, il trasporto pubblico si è quasi d’improvviso trasformato, senza una spiegazione plausibile che non si nasconda dietro la coperta troppo corta della crisi, in un groviglio insolubile: riduzione delle corse, soppressione di linee ritenute “non essen-

ziali”, cronica carenza di manutenzione dei mezzi, di blocco di tutti i progetti, alcuni già finanziati, e persino dell’arresto insensato di cantieri già pienamente in corso. Con una illogica distinzione da tutte le altre regioni italiane, ma anche da tutte le altre nazioni europee, in Molise si è ritenuto sensato provare a riequilibrare i bilanci e i rendiconti in rosso agendo sul trasporto pubblico, come se si trattasse di un accessorio utile, ma non indispensabile. Il Rapporto della Fondazione Cittalia, tanto per citare una fonte indipendente, mette in evidenza come il rafforzare la mobilità di tipo pubblico sarebbe una

delle poche cose da fare in tempo di crisi, quando diventa necessario razionalizzare le risorse e ridurre i costi e le pressioni sulla società. Come, inevitabilmente, rileva Cittalia, infatti, il trasporto pubblico ha ricadute dirette sull’accessibilità ai servizi pubblici urbani, sulla qualità dell’ambiente, sull’efficienza e la competitività delle aree urbane, sulla qualità della vita dei cittadini, dei lavoratori, delle fasce più deboli. I costi sociali, in termini economici e ambientali, di una sua irrazionale riduzione, soprattutto nelle fasi di crisi, ricadranno sulla collettività in misura amplificata e sempre meno sostenibile. L'assenza di programmazione e l'attuale

confusione generata da chi è salito al potere in regione, sta trasferendo direttamente sui cittadini e sui pendolari, non solo il costo più elevato in termini economici per l’aumento costante delle tariffe, ma soprattutto il disagio e le difficoltà di ritrovarsi, quasi d’improvviso, in un territorio meno interconnesso, frammentato, dove persino il percorso casa-lavoro non pare più garantito. Un risultato sbalorditivo e in gran parte legato non tanto alla difficile congiuntura economica, quanto molto di più a politiche regionali mediocri e finalizzate, di concerto con il governo centrale, a non spendere danaro, per ora, in attesa di tempi migliori.


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Renzi tira le orecchie a Frattura, tutta colpa TAaglio lto

18 gennaio 2013

delle indennità “Un consigliere regionale non può prendere più di un parlamentare” tuona il segretario Pd ROMA. Direzione nazionale del Pd. Dalla sede del partito in via Sant’Andrea della Fratte a Roma Matteo Renzi chiarisce la sua posizione sugli stipendi dei consiglieri regionali. “Io ritengo che un consigliere regionale non possa prendere più di un parlamentare oppure il doppio o il triplo di un sindaco, credo che sia un errore nella percezione dei cittadini e quindi noi dobbiamo essere i primi a dire che un consigliere non può prendere più del sindaco del capoluogo di regione”. Parole sante? Dipende dai punti di vista. Perché se lo sguardo è rivolto al Molise, i renziani locali con a capo Paolo di Laura Frattura hanno già compiuto un’inversione di marcia sui soldi percepiti dagli eletti in Consiglio regionale. E come se non bastasse l’aumento delle indennità e la figuraccia rimediata, da Frattura e gli altri (con l’esclusione di qualcuno), per l’articolo 7, oggi ci si mette pure il segretario nazionale del Pd ha richiamare all’ordine i suoi. Ma lo sa Renzi che i suoi renziani molisani, dopo aver fatti due conti per stare meglio, hanno anche deciso di continuare sulla strada dell’aumento dell’esecutivo? La tirata di orecchie non è stata diretta, ma il segretario del Partito Democratico è al corrente che il suo uomo locale, nel ruolo di presidente di

Regione, applica una politica completamente opposta a quella dettata dalla linea nazionale? Chissà come si sarà sentita Micaela Fanelli, membro della direzione, ad ascoltare quelle parole rapportandole a quanto succede nel suo Molise. L’unico punto di congiunzione tra Renzi e Frattura sembra essere il dialogo con Forza Italia. Solo che Renzi parla con il leader Berlusconi, Frattura con l’alleato Patriciello. Renzi dialoga con una forza politica opposta per un accordo istituzionale volto alla formulazione di una nuova legge elettorale, Frattura per ampliare il suo esecutivo e mantenere stabile l’equilibrio in maggioranza. Perché in Molise le riforme sembrano interessare solo per raggiungere determinati obiettivi. I sondaggi del Pd sono amari: in 7 giorni perde l’1,5%. Se a livello nazionale ci si domanda: è finito l’effetto Renzi? In Molise la risposta appare più chiara: Renzi potrà anche avere buone idee per un recupero di gradimento del partito, ma se poi a livello locale la sua squadra opera all’inverso, come può pensare di vincere le elezioni politiche? Questo vale sia per le indennità sia per questioni amministrative. Si pensi ai trasporti pubblici locali. Sempre il renziano Frattura impone di mettere una

lapide su un’organizzazione del settore. Invece di affidare un bando di gara vinto secondo legge cosa fa? Annulla tutto. Eppure il sistema di funzionamento che si doveva applicare in Molise seguiva la falsariga del trasporto pubblico di Firenze, ossia la città dove Renzi riveste il ruolo di sindaco. Tornando alla questione delle indennità Renzi tuona: un consigliere regionale non può prendere più di un parlamentare o il triplo di un sindaco del capoluogo di Regione. E visto che in Molise accade proprio questo, chissà se alla prossima tornata elettorale ci saranno renziani che dal resto dell’Italia preferiranno correre per carica di consigliere a Palazzo Moffa piuttosto che da parlamentare per Montecitorio. giorug

Questore indagato Pd, il 16 febbraio “per colpa” di Frattura:

Procura e Questura in tilt D’Alterio affianca al pm Papa il collega D’Angelo che stoppa i primi interrogatori CAMPOBASSO. Sembra una storia di intrighi politici e giudiziari quella che ruota intorno all’indagine in corso su una società del governatore Frattura e nella quale è coinvolto anche il questore di Campobasso Giancarlo Pozzo. Una storia che rischia di mandare in tilt non solo gli uffici della Questura ma anche quelli della Procura di Campobasso. Proprio ieri infatti il procuratore capo D’Alterio ha affiancato al pm titolare dell’inchiesta, Fabio Papa, il collega Nicola D’Angelo che, secondo indiscrezioni, pare essere legato da amicizia proprio con l’avvocato del gover-

natore. Tale co-assegnazione, secondo quanto si apprende dagli uffici della Questura dove il clima è rovente a causa di una guerra in atto tra Digos (spodestata della titolarità delle indagini più delicate, soprattutto quelle politiche, a loro funzionali) e la Squadra Mobile (a cui il questore, senza il potere per farlo, ha affidato le indagini), avrebbe già fatto saltare interrogatori in programma nella giornata di ieri su iniziativa del pm D’Angelo. E mentre accade tutto questo in Procura è stata aperta una ulteriore inchiesta per fuga di notizie. A.c.

la scelta del segretario

L'area di Civati ha scelto come candidato Di Giglio. Le Primarie contestate dai Giovani democratici: "E' il solito votificio"

CAMPOBASSO. Primarie il 16 febbraio per il Partito democratico per la scelta del segretario regionale. Entro sabato 25 gennaio la presentazione delle candidature. Intanto, l’area degli elettori e dei simpatizzanti della mozione Civati, dopo una serie di incontri territoriali, ha deciso unanimemente di proporre a tutte le sensibilità del Partito Democratico del Molise come candidato alla segreteria regionale il nome di Michele Di Giglio (membro della direzione regionale e coordinatore della mozione Civati) "nella prospettiva del rinnovamento". In fermento, invece, le aree più forti come quelle che fanno a Cuperlo, con Ruta e Leva e di Renzi con Frattura e Fanelli che nei prossimi giorni dovranno calare la carta del rispettivo candidato. "Come al solito la ristrettezza dei tempi, imposta intenzionalmente dalle gerarchie, non aiuterà ad aprire una larga discussione sul futuro del partito sui territori, finendo per penalizzare ancora una volta la volontà di partecipazione espressa nei circoli, lasciati sempre più al loro destino". Così il commento di Daqvide Vitiello segretario dei Giovani Democratici. "Questa è la logica conseguenza della distanza incolmabile tra gruppi dirigenti e la base del Partito Democratico. La burocrazia esasperata e i giochi di potere vincono ancora sugli ideali e sui programmi. Tutto si risolverà nel solito, inutile e noioso votificio - chiude Vitiello - mascherato da aperta manifestazione della democrazia".


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Disponibile un finanziamento di 6 miliardi di euro in favore dei Paesi dell’Unione

Youth Guarantee programme:

progetto europeo per l’occpazione giovanile

Nell’incontro a Roma, l’assessore Petraroia ha parlato con vari esponenti ministeriali e del governo nazionale ai quali ha ribadito la necessità di adottare provvedimenti straordinari per reindustrializzare il distretto produttivo di Bojano, Isernia – Venafro Un finanziamento di sei miliardi di euro, a partire dal 2014, per sei anni (un miliardo all’anno), sono destinati a tutti i Paesi dell’UE per realizzare lo Youth Guarantee programme, che punta allo sviluppo di politiche attive per offrire ai giovani destinatari l’opportunità di un colloquio specializzato, preparato da percorsi di costruzione del curriculum vitae e di autovalutazione, che li aiuti a fare scelte di vita, ad entrare nel mercato del lavoro, ad essere incoraggiati attraverso interventi sistematici nei confronti dei cosiddetti ‘Neet’, giovani fra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano, né (apparentemente) hanno intenzione di farlo. Ne hanno parlato a Roma gli assessori regionali alle Politiche Sociali. Per il Molise, Michele Petraroia. Il quale a conclusione dei lavori ha dichiarato che, oltre a considerarlo un impegno istituzionale, l’incontro è servito a registrare ulteriormente il coordinamento di cui hanno necessità le Regioni per affrontare e gestire la nuova misura europea. Di-

scussi anche il Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, e la proposta di intesa quadro per i Fondi del ministero del Welfare. Soldi in prospettiva, dunque, e azioni tutte da capire e da fare con la messa a punto dello Youth Guarantee programme che, come non pochi progetti europei, se non capito o gestito male, potrebbe risolversi in una complicazione e non già in misura a favore della ripresa per l’occupazione giovanile. Comunque, prima di affrontare l’argomento Youth Guarantee programme, c’è stato un prologo sulle attività di comunicazione del Piano nazionale “Garanzia Giovani” nel corso del quale l’assessore alle Politiche sociali del Molise, nonché vicepresidente della giunta regionale, ha parlato con vari esponenti ministeriali e del Governo nazionale ai quali ha ribadito la necessità di adottare provvedimenti straordinari per reindustrializzare il distretto produttivo di Bojano, Isernia – Venafro per il supe-

ramento della crisi della Gam, dell’Ittierre, dell’ indotto metalmeccanico, del settore edilizio e delle numerose vertenze che attanagliano i lavoratori e le centinaia di famiglie, crisi che ha assunto le sembianze di un profondo dramma sociale di fronte al quale nessuno può rimanere inerte. Come gli capita spesso, a Roma, di incontrare casualmente gente importante, l’assessore Petraroia, sul finire della giornata, ha incrociato l’ambasciatore argentino

presso lo Stato italiano,Torquato Di Tella, originario di Capracotta. Quale migliore occasione per darsi anche la veste di presidente facente funzioni della Regione Molise? Difatti, ne ha assunto il ruolo, e ha invitato ufficialmente l’ambasciatore “per una due giorni in Molise”, in occasione dell’iniziativa che l’Associazione sociale e culturale “Padre Giuseppe Tedeschi” terrà il prossimo 2 febbraio. Dardo

Interventi a favore delle imprese femminili:

le istruzioni operative per prenotare

la garanzia diretta al fondo Pmi di Luigi Zappone*

Di questi tempi, sapere che c'è, anche qualche notizia buona da dare agli operatori del terziario e del mondo produttivo in genere, fa sempre piacere. Nella circostanza siamo a rappresentare, ai nostri lettori, che sono arrivate le "istruzioni operative per prenotare la garanzia diretta al fondo PMI per i finanziamenti stanziati a favore delle imprese femminile".Va subito detto che le risorse stanziate per le piccole e medie imprese femminili, per accedere a condizioni vantaggiose a 300 milioni di euro di credito garantito, ammontano a 20 milioni di euro e che, nella sezione speciale del fondo di garanzia PMI – che è operativo dal 14 gennaio scorso - «presidenza del consiglio dei ministri - dipartimento per le pari opportunità» sono disponibili i modelli di prenotazione. La modulistica, predisposta in formato Excel, svolge automaticamente i calcoli per la determinazione della fascia di appartenenza dell'impresa. Questo è quanto è quanto abbiamo avuto modo di leggere nella Circolare del Medio Credito Centrale del 14 gennaio 2014 n. 660 e che ci fa piacere divulgare; va anche aggiunto che, per la definizione delle voci relative al modello di valutazione, si deve fare riferimento alla scheda 6 bis del modulo di prenotazione. La disamina della citata Circolare, evidenzia, inoltre, che nel caso l'impresa risultasse in fascia 2 è obbligatorio compilare anche «scheda 7» della Richiesta di prenotazione. Qualora l'impresa fosse una start up (cioè costituita o avviata non oltre tre anni prima della richiesta di ammissione) dovrà compilare il modello di valutazione per operazioni presentate

con bilanci previsionali contenuto nella scheda 6.12 o 6.13 della richiesta di prenotazione (da scegliere in base all'importo dell'operazione). Si dovrà inoltre inviare un business plan utilizzando l'allegato 7 o 7 bis (sempre in base all'importo del finanziamento). Nell'esporre i contenuti della circolare e le modalità operative da attuare, non può farsi a meno di ricordare che, ai sensi dall'art. 2, comma 1, lettera a) della legge 215/1992 e successive modifiche e integrazioni, come riportato nella parte I delle Disposizioni operative del Fondo, le "imprese femminili" sono le società cooperative e le società di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne, le società di capitali le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne, nonché le imprese individuali gestite da donne. Rappresentiamo, ancora, che la Sezione speciale è istituita ai sensi del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, del 26 gennaio 2012 e della successiva Convenzione del 14 marzo 2013 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità, Ministero dello sviluppo economico e Ministero dell'economia e delle finanze. Ferme restando le percentuali massime di copertura del Fondo previste dalle Disposizioni operative in vigore, le risorse della Sezione speciale, pari a € 10.000.000, sono impiegate mediante interventi di compartecipazione alla copertura del rischio sulle operazioni ammissibili. Nell'ambito della Sezione speciale, una quota pari al 50% della dotazione è riservata alle

nuove imprese (Start up) di cui alla lettera ww) della parte I delle vigenti Disposizioni operative. Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 27 dicembre 2012 sono state, inoltre, integrate le Disposizioni Operative con i paragrafi "L" della Parte II e della Parte III, introducendo modalità semplificate di accesso al Fondo che prevedono la prenotazione della garanzia o della controgaranzia da parte dell'impresa beneficiaria. In particolare, le imprese ammissibili alla Sezione Speciale possono richiedere la prenotazione della garanzia mediante la presentazione dell'allegato 22 al Gestore, tramite posta (raccomandata A/R), fax (0647915005) o posta elettronica certificata ( bdmmcc@postacertificata.mcc.it).I criteri e modalità di accesso della Sezione speciale sono regolati dalla normativa ordinaria del Fondo di cui alle vigenti Disposizioni operative. In particolare sono ammissibili alla Sezione Speciale tutte le operazioni previste dalla medesime Disposizioni operative secondo i consueti criteri di valutazione economico-finanziaria. Ricordiamo infine che, ai sensi delle Disposizioni operative in vigore, alle operazioni a favore delle imprese femminili viene riconosciuta la priorità e di istruttoria e di delibera, l'esenzione dal versamento della commissione una tantum al Fondo e aliquote di copertura che nella maggior parte dei casi raggiungono l'80%. Le percentuali di copertura della garanzia e della controgaranzia sono riconosciute sulla base di una specifica tabella. La speranza e che, anche nella nostra realtà regionale, qualche impresa al femminile possa prenotare la garanzia per l'accesso al fondo dei finanziamenti stanziati per le PMI in rosa. *Presidente Confimpresa


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Il settore continua a brancolare nel buio nonostante risorse e posti da scoprire

Turismo, nessuna programmazione L'intervento

Un invito alle giovani generazioni a non abbandonare la propria terra di Michele Lucarelli*

CAMPOBASSO. La Giunta regionale ha tanto materiale su cui lavorare e su cui sviluppare una strategia che, una volta per tutte, metta il turismo al centro della crescita economica del Molise in sinergia con le risorse ambientali, paesaggistiche, culturali, tradizionali ed eno-gastromiche: validi ingredienti per una ragionevole e ragionata politica turistica ma non ha previsto nessun programma. Eppure i dati dicono che il Molise deve ripartire dal basso, lentamente, con pazienza, con giudizio, e con applicazione, massimizzando le strutture ricettive esistenti (alberghiere ed extralberghiere, gli impianti ludici e sportivi), creandone altre più moderne, e valorizzando le risorse naturali che tutt’ora permettono di sostenere l’assunto "Molise, scrigno di bellezze inedite". A questo progetto non devono mancare i soggetti istituzionali e territoriali, le componenti associative di categoria (operative e gestionali) con un solo obiettivo, però: puntare sulla originalità e sulla qualità dell'offerta turistica per competere in un mercato selettivo in cui sopravvivono ed hanno prospettive di crescita unicamente le realtà di assoluta peculiarità, con strutture e servizi di prim’ordine. Il Molise non è lontano da una rappresentazione di

tal fatta. Ma bisognerebbe sviluppare una strategia turistica liberata finalmente dal pressappochismo, dal dilettantismo, e dalla limitatezza culturale di quanti hanno trattato finora la materia, fallendo. Solo avendo coscienza e conoscenza delle strutture di cui il turismo molisano dispone e di come le utilizza, di ciò che ancora manca, del grado di professionalità espresso dai gestori, dell’analisi economica delle gestioni resa in termini statistici, sarà possibile impiantare una strategia turistica che abbia un senso pratico e una finalità certa. Diciamo questo per ribadire che non saranno, come non lo sono stati per il passato, i workshop a determinare ciò che davvero occorre al turismo per uscire dallo stato confusionale e di precarietà in cui attualmente si trova. I workshop sono stati e sarebbero di nuovo la dimostrazione di quanto sia stato inutile e sarebbe inutile perdersi nel mare delle chiacchiere degli imbonitori. Partire dalle certezze, anche se poche. Ultima notazione: fintanto la qualità, cui bisognerà tendere con tutte le forze, non sarà compagna del bello, il turismo molisano continuerà ad essere il cane che si morde la coda.

Come questa Gazzetta ha pubblicato, oggi, alla Piana dei Mulini, sono a convegno esperti scientifici, rappresentanti della cultura delle tradizio ni, giornalisti, allevatori, nell’ambito dell’assemblea nazionale dell’Albergo Diffuso. ll convegno mira a riportare l’attenzione sui pascoli e sul pastore, come custode di una risorsa dimenticata, ma con grandi potenzialità socioeconomiche da mantenere. Un’idea convincente che parte da lontano. Fin dal Medioevo i nostri territori erano ricchi di pascolitali da generare un’economia dell a pastorizia forte, fondamentale sostentamento delle nostre comunità. Il messaggio vuole essere chiaro, soprattutto p er sensibilizzare le giovani generazioni a non abbandonare la propria terra che ancora og gi può rivelarsi, per essi e per la nostra società, una grande opportunità. Nel contempo, ci si auspica che tale messaggio arrivi anche alle nostre aziende regionali, pe r crederci insieme e creare un sistema di produzione e di commercializzazione che diventi un punto di partenza per un’offerta t uristica di qualità. Diverse aziende agricole e di produzione artigianale saranno presenti con degustazioni delle eccellenze molisane.

Infrastrutture, nessun investimento

Sono anni che si parla della loro riorganizzazione ma non si trova il tempo per farla

CAMPOBASSO. Cinquemila posti di lavoro persi, mentre i mancati incassi dalla pubblica amministrazione sfiorano i 30 milioni di euro. Ecco perchè bisogna far ripartire il settore attraverso lo sblocco dei cantieri e il pagamento dei crediti vantati dalle aziende con gli enti locali: otto milioni di euro solo per gli imprenditori iscritti all’Associazione costruttori edili del Molise. Si tenterà, a breve, di fare partire almeno le opere già cantierate. La Regione deve cominciare a pensare seriamente a investire in infrastrutture. A partire dall'autostrada del Molise. Del resto l’edilizia è il settore più indicato per la ripresa economica

della nazione: è un settore anticiclico, ha un grande indotto, rappresenta una fetta importante del Pil, circa l’11% ed è il motore della green economy. Bisogna intervenire con urgenza sulle infrastrutture, anche per permettere di recuperare il gap del sud Italia rispetto al nord e della nostra nazione rispetto al resto dell’Europa. Ma la sola previsione della costruzione dell'autostrada non basta. Oggi l'Europa sta puntando sulla rete ferroviaria e il Molise risulta essere grande assente. Eppure è il tratto più corto di collegamento tra Adriatico e Tirreno. Perchè non sfruttare, allora, questo percorso e far vedere con un progetto reale e credibile che

il territorio è appetibile? Anche alla luce della crisi economica che ha coinvolto lo scenario mondiale, si profila un futuro per il nostro Paese in cui tra le linee guida da seguire vi sarà verosimilmente la necessità di programmare investimenti in infrastrutture e tecnologie e richiamare la sensibilità soprattutto delle istituzioni per pianificare, definire normative, sistemi di incentivazione e regole sempre più rivolte a favorire l'intermodalità e la crescita del trasporto ferroviario. E' anche questa una sfida che la Regione deve portare nelle sedi competenti anche scommettendoci finanziariamente di proprio. Del resto, è ancora bassissima la spesa dei fondi

europei che potrebbero trovare collocazione in tale genere di investimenti. Ecco perchè bisogna ripartire dagli investimenti in infrastrutture per sostenere la crescita economica. Occorre, dunque, riportare le infrastrutture al centro del programma per lo sviluppo della regione, tramite l’identificazione di 5 o 6 opere urgenti, che possano dare un impulso allo sviluppo ed allo stesso tempo influenzare positivamente l’immagine del nostro territorio. Altresì, è necessario chiarire e velocizzare il processo di autorizzazione per queste opere, definire un programma di finanziamento realistico, massimizzando il ricorso al settore privato, ove possibile.


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Campobasso

18 gennaio 2014

Province da cancellare, De Matteis convoca i senatori Il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis ha partecipato all’ufficio di presidenza dell’Upi convocata a Roma dal presidente Saitta. L’assemblea nel ribadire la negatività della riforma Delrio ha posto in essere tutte una serie di misure da attuare sul territorio prima che il testo vada in aula al Senato. La prima è appunto contattare i propri senatori in carica per approfondire l’argomento ed è per questo che il vertice di Palazzo Magno ha convocato ha convocato i senatori Roberto Ruta e Ulisse Di Giacomo lunedì alle 15,30 presso la sala consiliare dell’ente. Il presidente Saitta nel corso dell’assemblea ha evidenziato gli effetti negativi del Ddl Delrio che svuoterà le Province facendo nascere venti città metropolitane. “Questa grande rivoluzione che, cancellando le Province, doveva salvare il Paese è in realtà una piccola, banale ri-

forma, che non semplificherà nulla e renderà la vita impossibile ai cittadini e agli stessi sindaci; ma come si fa ad affermare che una riforma che spezzetta le funzioni oggi esercitate dalle Province tra Comuni, Unioni di Comuni, Comunità Montane, Città metropolitane, Regioni e Agenzie regionali, è una semplificazione? Certo quello che non si semplifica, anzi si rende caotica, è la vita dei

cittadini e delle imprese che non sapranno più chi li amministra. Il Parlamento e il Governo – ha aggiunto Saitta – si stanno prendendo la responsabilità di negare servizi essenziali: loro, che hanno tagliato risorse alle Province per un pregiudizio politico, sono responsabili delle strade sempre più dissestate e di scuole a rischio riapertura perché insicure. E siccome si continua a fare passare questa mediocre e inutile riforma come una grande rivoluzione, renderemo pubbliche le lettere che invieremo ai Parlamentari in cui metteremo nero su bianco, tutte le incongruenze di questo disegno di legge, che avrà come unico risultato l’interruzione di servizi pubblici essenziali cui i cittadini hanno diritto, a partire dalle scuole”.

La mia lettera a giornalisti e cittadini campobassani.

Arretrati Ici-Imu, l’ingiustizia delle finte aree residenziali di Carmine De Dona* Il territorio di Campobasso si estende intorno al colle sul quale domina il castello Monforte. Prima del 1969, anno in cui venne fatta la prima vera ed unica variante al Piano Regolatore Generale (PRG), la popolazione stanziava nel centro storico e nella zona Murattiana. Con la suddetta variante la classe politica dell’epoca, pressata dalla forte richiesta di abitazioni, non seppe resistere alla tentazione di consolidarsi al governo della città e, probabilmente, neanche di perseguire altri fini personali e relazionali. Questo totale disinteresse del bene pubblico portò all’adozione di una variante di PRG che riguardò soltanto una sezione del cerchio territoriale di Campobasso e fu attuata in modo da edificare le massime volumetrie possibili fino ai confini di altri comuni limitrofi (Ferrazzano e Campodipietra) generando quelli che poi verranno chiamati “quartieri dormitorio”. Il resto del territorio comunale, sia quello a ridosso del colle, in pieno centro urbano, sia quello che insiste distante da esso volutamente non venne regolamentato. Così nacque il disastro urbanistico di Campobasso. Tale disastro si sarebbe potuto evitare se le Amministrazioni che si sono succedute da allora ad oggi non avessero ereditato la sensibilità al tornaconto personale e l’insensibilità al bene pubblico: è palpitante di attualità l’ignobile vicenda degli avvisi di pagamento per ICI-IMU dei terreni ex- agricoli diventati fittiziamente residenziali e edificabili grazie all’irrazionalità della Perimetrazione Lucarini, costituita da 12 zone territoriali completamente diverse tra loro per: morfologia, estensione, presenza di servizi primari e secondari e contesti urbanistici nei quali sono inserite. Regolamentare tali zone così disomogenee con una legge che le considera uguali è, dunque, il presupposto per la creazione di disastri urbanistici e, di conseguenza, di ingiustizie sociali. Non solo. Anche la rimodulazione degli importi fiscali dovuti basata sulla tabella sinottica di valori tesa a renderli congrui tra loro rispecchiando le effettive prerogative all’edificazione dei suoli risulterà ingiusta.Tutte le tavole sinottiche ipotizzabili, infatti, saranno sbagliate perché sarebbero basate sul carico urbanistico delle diverse zone, cioè su un dato viziato da errore in quanto, come detto, non corrispondente alla realtà ter-

ritoriale. Questo è sotto gli occhi di tutti i cittadini: si continuerà ad edificare in zone ipercariche urbanisticamente (vedi rione S.Pietro e zone per le quali è stata richiesta la riqualificazione urbanistica a fini edificativi) e non si edificherà nelle zone dove, invece, c’è spazio reale ai fini edificativi. L’irragionevole Perimetrazione Lucarini è espressione di una volontà esterna al Consiglio Comunale ed è inserita in uno scenario urbanistico discendente da un PRG del 1969, che è stato continuamente violentato da altre leggi, a loro volta, non di diretta emanazione della volontà del Consiglio: isole industriali, accordi di programma, prusst e, ultimamente, piano casa.Tutte norme che in un contesto pianificato a dovere avrebbero apportato alla città bellezza, funzionalità e ricchezza redistribuita tra la popolazione, ma che, al contrario, hanno dato agli speculatori la possibilità di edificare a loro piacimento, facendoli arricchire impoverendo il resto della città. Le altre numerose edificazioni sono state realizzate da imprese o privati cittadini che hanno costruito lottizzazioni di villette o singole villette in zone fittiziamente agricole, quelle a ridosso del colle, o realmente agricole, quelle lontano da esso.Tutte costruzioni autorizzate da licenze rilasciate dal Comune nella piena consapevolezza che non sarebbero state e non potevano essere de-

stinate ad uso agricolo, ma abitativo. La responsabilità di questo volutamente falso abusivismo è totalmente del Comune che, dunque, se ne deve fare carico! Ciò sarà possibile soltanto se contestualmente si revoca la Lucarini e si procede a una veloce e seria pianificazione urbanistica. Dando quelle autorizzazioni il Comune, oltre che se stesso, ha danneggiato in diverso modo i cittadini che ne hanno usufruito: quelli che sono a ridosso del colle, infatti, pagano le imposte comunali come quelli che risiedono nel centro urbano, ma hanno dovuto edificare, assurdamente in pieno centro, con la legge agricola rispettandone i vincoli di altezza (massimo m. 7,5) e di volumetrie (con un indice di 0,003 per metro quadro), pagando alti costi per realizzare volumetrie che non potranno mai essere utilizzate a fini abitativi, e perciò invendibili, impegnando vaste aree di terreno che non potranno essere edificate, sopportando, oltre tutto, la superficialità di parte dell’informazione che farebbe credere che questi cittadini sono stati beneficiati dal pagamento di bassi importi per gli oneri di urbanizzazione; quelli lontani dal colle, che potevano contare su terreni realmente agricoli, si troveranno a pagare, per effetto della Lucarini, imposte onerosissime per gli appezzamenti al disotto dei 10000 metri quadri, che non saranno mai edificabili e non saranno mai assistiti dagli stessi servizi delle zone urbane per la loro localizzazione periferica; quelli periferici, proprietari di terreni con un'estensione di oltre 10000 metri quadri, che teoricamente dovrebbero essere beneficiati perché in aperta campagna potrebbero ancora costruire lottizzazioni di villette, che con gli ampliamenti previsti con il piano casa diventerebbero palazzine in zone periferiche dando origine a nuove aree urbane degradate, ma che in realtà difficilmente potranno godere di tali benefici in quanto tali costruzioni presenterebbero gli stessi costi di mano d’opera e di materiali, sopporterebbero alti oneri di urbanizzazione e sarebbero situate in zone periferiche risultando poco appetibili a livello commerciale. Perché siamo arrivati a questo punto? Perché la lobby dei potentati economici della città, traendo vantaggio da questa

Cinquemila famiglie imbufalite, al via le sottoscrizioni per fare fronte comune situazione, condiziona il Consiglio a non cambiare, a non regolamentare, a vessare i cittadini “iloti“ con la tassazione della legge Lucarini per ripianare i debiti di bilancio, senza peraltro dargli la possibilità di edificare.Al contempo, l’attività di lobbing è tesa ad avvantaggiare le seguenti restanti categorie della popolazione: la prima che, avendo già edificato abbondantemente in passato, adesso chiede le riqualificazioni urbanistiche a fini edificativi per aree che dovrebbero rimanere verdi perché ricadenti in zone dal carico urbanistico più che saturo; la seconda che, celandosi dietro la scusa di evitare nuove cementificazioni, vorrebbe abbattere l’esistente per ricostruirlo e tornare a speculare dove i “padri” specularono 40 anni fa, vendendo a prezzi altissimi perché non ci sarà concorrenza alla vendita; la terza che non vuole aumentare l’offerta di nuove abitazioni perché non le consentirebbe di vendere gli appartamenti già esistenti a prezzi anch’essi altissimi; la quarta che, ricevendo il canone di locazione da enti pubblici perpetuerà le rendite di posizione; infine, la quinta, la peggiore, quella degli sciacalli immobiliari che non aspettano altro che questa assurdità urbanistica diventi pienamente operativa.Tutto questo sarà reso possibile, con un altissimo costo per la collettività, se il Comune continuerà a fingere di non vedere che i carichi urbanistici delle varie zone della città sono artefatti. Ricalcolarli vorrebbe dire creare le premesse per l’adozione di un nuovo PRG che tutti dicono di volere a parole, ma nessuno lo vuole veramente. Se così non sarà il Consiglio continuerà ad essere quello che è sempre stato: il ratificatore di volontà esterne ad esso derivanti o da leggi nazionali e regionali che scavalcano il PRG o dalle pressioni dei gruppi di potere operanti in modo occulto a danno della collettività cittadina. Io credo che i cittadini che colpiti da quest’ingiustizia, ma anche quelli che vogliono una città diversa da quella che si prospetta, debbano trovare forme comuni di tutela per affrontare in maniera radicale la questione. L’idea è quella della costituzione di un’associazione, in modo da contarsi e fare pressione al fine di revocare una norma che lede economicamente e calpesta la dignità di un gran numero di cittadini. *Un cittadino


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Campobasso

18 gennaio 2014

Solo il capogruppo del Pd a Palazzo san Giorgio,Antonio Battista, ha sentito il bisogno di riflettere sulla nuova sede regionale e il master-plan.

Anni di inettitudini amministrative hanno azzerato la voglia e la capacità di credere e dibattere sulle idee e sui progetti di sviluppo Il capogruppo Pd a Palazzo san Giorgio, Antonio Battista, ha mostrato senza reticenze il sollievo di aver sentito dopo anni parole nuove in consiglio comunale, che aprivano probabilmente un capitolo anch’esso nuovo nel divenire della città capoluogo. Finora l’unico e il solo ad avvertire la necessità di mostrare di sentirsi sollevato dal peso, come egli stesso ha ammesso, “dopo anni di ottuse rinunce dell’Amministrazione comunale, dove una fallimentare e retrograda visione del consumo del territorio è stata intravista come l’unica possibilità per garantire vivacità economica alla città”. L’unico e il solo probabilmente a non avere scheletri nell’armadio politico né in quello amministrativo. Diversamente dalla posizione di chi – ad esempio – come il già sindaco Massa , sulla sede regionale e sul master-plan si porta sulle spalle anni di rinvii, di polemiche , di tentativo di dirottare altrove la costruzione di ciò che tutti sperano diventi un simbolo (urbanistico e architettonico) della Regione, tale da coprire i decenni che sono trascorsi, i fiumi di denaro che sono stati consumati e sciupati nel vortice delle locazioni, colpevolmente addebitabili alle amministrazioni comunali dall’85 ad oggi e alle giunte regionali dello stesso arco di tempo: una simbiosi di opportunisti strumentalisti, di modestissima levatura culturale, totalmente presi e com-

Eppure, sarebbe il modo per uscire dal qualunquismo culturale e amministrativo, comunale e regionale presi nell’interesse della prioria sopravvivenza politica. Battista è intervenuto per liberarsi di una complicità volontaria essendo stato amministratore di Campobasso anche negli anni in cui il Pd, sulla faccenda della sede regionale sul Romagnoli, ha dato il peggio di sé. Ricordiamo però che non ha mai omesso di considerare quella soluzione per ciò che s’è rivelata nel giorni scorsi allorché per bocca del presidente della giunta regionale, Frattura, e del consigliere regionale Cotugno, la questione è stata riaperta, riassunta, riproposta e – si spera – verrà portata a termine. Portata a termine in versione riveduta e cor-

Antonio Battista

retta rispetto alla prima idea progettuale di Paolo Portoghesi e delle idee che sarebbero venute dai maggiori studi professionali del mondo qualora il bando internazionale per la progettazione della sede fosse andato avanti. Accontentiamoci anche di poco, rispetto al niente. Che poco proprio del tutto non è, se il capogruppo del Pd a Palazzo san Giorgio ritiene che il solo aver parlato della sede e del master-plan, si sia tornati a discutere del consumo del territorio, di una nuova vivacità economica, e a un momento per ragionare in consiglio – Battista dice “in grande” – “per rilanciare le ambizioni della comunità, mortificate in

Sant’Antonio abate, il rito del fuoco Tantissima gente alla tradizionale festività rurale CAMPOBASSO. Tantissima gente a Sant'Antonio abate a Campobasso per la tradizionale benedizione degli animali e l'accensione del fuoco. Questo rito, a tutti gli effetti canonico, era caduto in disuso con il mutamento sociale che ha marcato le nostre campagne come in generale il mondo agricolo - e con la scomparsa dell’allevamento diffuso, per riaffacciarsi ultimamente, grazie anche a una sensibilità crescente verso il mondo animale. Anche l’uso del fuoco per la celebrazione può rispondere a diverse simbologie, riconducibili comunque al fatto che il santo è protettore di coloro che hanno a che fare con il fuoco e ne

sono afflitti (vedi il fuoco di Sant’Antonio e l’herpes zoster, per esempio).La diffusione dell’uso cerimoniale del fuoco, quindi, può caricarsi di caso in caso e di luogo in luogo, di significati connessi al santo o all’occasione calendariale: rimane fondamentale, nell’efficacia di questo operatore rituale, il suo rompere le tenebre, e in qualche caso rompere anche il freddo della notte invernale, per generare uno spazio imprevisto di condivisione e di socialità. Per le festività più importanti, la presenza di fuochi che si richiamano da una collina all’altra rendeva visibile la condivisione di un culto, disegnava, nella notte, una vera e propria geografia della devozione. L’altra connotazione interessante di queste festività è la coincidenza con l’inizio del Carnevale. Una stagione nella quale il mondo contadino riponeva le speranze di divertimento: balli e licenza alimentare, avrebbero in molti casi proprio a partire da Sant’Antonio, fatto la loro legittima comparsa nelle serate di veglia, fino allo scoccare del mercoledì delle ceneri.

questi anni, e pensare di recitare in futuro un ruolo da protagonista e di traino delle politiche economiche, delle politiche culturali, rispetto alle quali si sono abbandonate ogni velleità, pure quelle riconosciute dal territorio area vasta Molise Centrale”. Noi andremmo cauti rispetto ad un’attesa e a una convinzione del genere, fatti esperti dei decenni che ci son voluti per arrivare a capire che la sede regionale e la ritessitura di spazi urbani adiacenti equivalgono ad una sorta di volano, che però va avviato.Veramente andava avviato molti anni addietro, anni spesi in chiacchiere, in malversazioni amministrative e politiche, che, al di là del-

l’incidenza della crisi economica , hanno ridotto Campobasso e il Molise nello stato d’indigenza in cui sono. Battista ne condivide la responsabilità. Molto di più hanno da giustificare Massa e Di Bartolomeo che dei decenni passati sono stati assoluti protagonisti. Ha parlato Battista e non parlano gli altri. Brutto segno. Che denota in fondo come anche questo sussulto intorno alla nuova sede regionale e al master-plan non li entusiasmi più di tanto. Quasi si tratti del disbrigo di una pratica ammuffita e non già, come sommessamente e saggiamente rileva Battista, di un intervento che magari non trasformerà la città, più probabilmente la modificherà, dando certamente un impulso affinché capitali pubblici e capitali privati trovino motivo, certezze e sicurezze. Oggi smarrite. Riflessioni a caldo, che però potrebbero invogliare a riconsiderare da più angolazioni e con più punti di vista come rendere possibile e concretamente tangibile la nuova sede e il master-plan un’occasione e un’opportunità di sviluppo, crescita e progresso con un “accorto lavoro di concertazione e confronto sociale e politico dal quale scaturire altre proposte progettuali e programmi complessi”. Un modo per uscire dal qualunquismo culturale e amministrativo, comunale e regionale. Dardo

Campobasso: rinnovato il rito del fuoco di Sant’Antonio di Massimo Dalla Torre Anche quest’anno Campobasso ha onorato il 17 gennaio, giorno in cui ufficialmente entra il carnevale e si accedono i falò. I quali, si palesano attraverso la festa dedicata a Sant’Antonio Abate. Festa legata alla leggenda del santo che riportiamo dal sito della “Associazione Centro Storico” Il santo eremita tanti secoli fa viveva nel deserto insieme con un maialino che lo seguiva dappertutto; là, ogni giorno vinceva con i più svariati trucchi le tentazioni del diavolo. Ebbene, la leggenda dice che, allora non esisteva il fuoco sulla terra e gli uomini soffrivano un gran freddo. Dopo aver discusso a lungo, i governatori della terra inviarono una delegazione, dove viveva sant'Antonio per pregarlo di procurare il fuoco. Il vecchio santo, impietosito, si recò col suo fedele maialino all'inferno, dove le fiamme ardevano giorno e notte, bussando all'immenso portone. Quando i diavoli videro che il visitatore era il santo, il loro peggior nemico che non riuscivano a vincere, gli impedirono di entrare. Il maialino nel frattempo si era intrufolato rapidamente, nella città diabolica. La bestiolina cominciò a scorrazzare facendo danni dappertutto: dopo aver tentato inutilmente di catturarla, i diavoli si recarono da sant'Antonio pregandolo di scendere all'inferno per riprendersi il maialino. L'eremita, che non aspettava altro, si recò nel regno dei dannati con il suo inseparabile bastone a forma di tau. Durante il viaggio di risalita in com¬pagnia del maialino fece prendere fuoco al bastone sicché, giunto sulla terra, poté accendere una grande catasta di legna offrendo così il primo e so¬spirato fuoco all'umanità. E’ per questo che il vecchio santo della lunga barba bianca viene raffigurato di solito con il suo bastone a forma di tau, un maialino ai piedi e in mano la fiammella del fuoco. Ecco perché il giorno della festa gli uomini accendono dappertutto dei grandi falò”. Festa che nel capoluogo di regione trova la sua apoteosi non solo nella chiesa prospiciente una delle sei porte d’accesso alla città ma soprattutto sul sagrato dove si celebra l’accensione del fuoco e la benedizione degli animali, un tempo da cortile oggi da compagnia. Il rito dell'accensione dei fuochi invernali, si legge sempre nello stesso sito, si collega ad un rito pagano che si ripete da secoli e simboleggia la funzione purificatrice, gli effetti magici dell'allontanamento delle streghe, degli spiriti invernali, dei morti, delle malattie quale espressione dell’ardore delle passioni gesti propiziatori contro le tentazioni. In quest’ambito che si sviluppa la ricorrenza che affonda le radici nel lontano 1600 anche se gli studiosi e soprattutto i cultori della storia locale sono sicuri che e’ molto più antica. Manifestazione tra il sacro e il profano che rappresenta un tributo a quello che e’ la tradizione che vede annualmente raccogliere gente attorno al fuoco che, proprio perché tale, non si spegne con le prime luci dell’alba del 18 gennaio ma rimane acceso dentro a dimostrazione che la campobassanità che onora il santo sono radicate. Radici che riportano alla mente gestualità che oggi sono quasi del tutto scomparse perché l’incongruenza dell’attuale non permette assolutamente di apprezzarne la valenza e di conseguenza il significato che, proprio perché tale, si rinnova ogni qualvolta arriva questo giorno chiamando a raccolta non solo gli abitanti del quartiere ma l’intera comunità cittadina con la speranza che le fiamme purificatrici facciano svanire le contrarietà che rappresentano il lato deleterio della società odierna.



ANNO X - N째 14 - SABATO 18 GENNAIO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA

ISERNIA

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Isernia

18 gennaio 2014

Tartufai, passa il ricorso I giudici del Tar danno torto al Comune di San Pietro Avellana sul passaggio dei non residenti SAN PIERTRO AVELLANA. Il Tar Molise, ha accolto la domanda cautelare nel ricorso (nrg 369/2013) proposto dalle associazioni abruzzesi di cavatori di tartufi e raccoglitori di funghi, rappresentati e difesi dall’avvocato Massimo Romano, avverso l’ordinanza n. 15/2013 del sindaco di San Pietro Avellana, con cui era stato disposto un divieto di transito su talune strade comunali.I ricorrenti, sempre difesi dall’avv. Romano, avevano già ottenuto ben due decreti cautelari emessi dal Presidente del Tar Molise di sospensione del divieto, sul presupposto del danno grave ed irreparabile connesso al calendario per la raccolta stabilito dalla Regione Molise.Soddisfatto l’avvocato dei ricorrenti che su questa vicenda processuale incassa così, in due mesi, il terzo provvedimento giurisdizionale favorevole.“Il giudice amministrativo ha correttamente ravvisato sia il carattere elusivo dell’ordinanza n. 15 che è

stata emessa successivamente al primo decreto di sospensione reso su provvedimento del medesimo contenuto, nonché l’inidoneità dello strumento dell’ordinanza sindacale per finalità di tutela ambientale o di uso civico. La posizione dei ricorrenti è chiara: massima disponibilità verso tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte, a partire dal Comune e dal Corpo Forestale, per offrire la necessaria collaborazione in tema di tutela ambientale e rispetto della natura; ciò a condizione che siano questi gli obiettivi perseguiti in concreto e non, invece, surrettizie finalità volte ad impedire ai cavatori non residenti di godere del bosco e dei suoi prodotti sulla base dell’indirizzo di residenza. Cosa che oltre che illegittima è anche particolarmente sgradevole e spiacevole” – ha spiegato l’avv. Massimo Romano.Il merito della vicenda è fissato per giugno prossimo. Fino ad allora, il divieto resta sospeso.

VII° Edizione Premio Impresa Ambiente Alla Camera di commercio di Isernia la tradizionale cerimonia La Camera di Commercio di Isernia informa che sono aperte le candidature per la VII° edizione del Premio Impresa Ambiente, iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con Unioncamere e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, quale riconoscimento per le imprese in ambito ambientale.Il Premio nasce, pertanto, riferisce il Presidente Piersimoni, con l’obiettivo di dare un riconoscimento alle imprese, agli enti pubblici e privati italiani che abbiano dato un contributo innovativo a processi, sistemi, partenariati, tecnologie e prodotti in un’ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale. Il Premio Impresa Ambiente, inoltre, consentirà alle aziende premiate di partecipare all’European Business Awards for the Environment, promosso dalla Commissione Europea (DG Environment) per riconoscere e promuovere le organizzazioni che danno un reale contributo allo sviluppo sostenibileLe categorie alle quali è possibile partecipare sono quattro: “Miglior

Gestione”, “Miglior Prodotto”, “Miglior Processo/Tecnologia”, “Miglior Cooperazione Internazionale”.Vi è inoltre un “Premio Speciale Giovane Imprenditore”, riconoscimento riservato a titolari o dirigenti d’impresa under 40 in concorso per una delle altre categorie che si siano particolarmente distinti per capacità imprenditoriali, innovazione ed attività di ricerca nell’ambito dello sviluppo ecosostenibile.I vincitori per ogni singola categoria e le menzioni speciali saranno selezionati da una giuria composta da rappresentanti del mondo della ricerca, dell’impresa e delle istituzioni. I termini per la presentazione delle candidature sono fissati al 10 febbraio 2014.Le imprese vinci-

trici verranno premiate nel corso della cerimonia che si terrà a Roma nel mese di marzo 2014, e saranno ammesse di diritto all’European Business Awards for the Environment, rappresentando le eccellenze italiane.

Lettera aperta

TARSU - addizionale 10% ex ECA di Albino Iacovone* In questi giorni i contribuenti stanno ricevendo avvisi di pagamento della TARSU che, a quanto pare, continuano a contenere importi relativi all’” addizionale ex ECA”. Innanzitutto cos’è tale prelievo :E.c.a. è la sigla degli ex “enti comunali di assistenza”, istituiti con la legge n. 837 del 3 giugno 1937 in sostituzioni delle preesistenti “ Congregazioni di carità”. Gli Enti ECA sono stati soppressi di fatto già nel 1978, con il passaggio delle funzioni sanitarie alle Regioni. L’addizionale (nella misura del 2% sui tributi erariali) è stata istituita con il R.D.L. 2145 del 30 novembre 1937, convertito con la l. 614 del 1938, e spettava inizialmente agli enti Eca.Dopo la loro soppressione, l’addizionale – nel frattempo elevata sino al 10 % – è stata devoluta dalla legge n.549 del 28 dicembre 1995 ai Comuni,che potevano riscuoterla sul prelievo della tassa rifiuti.Il Regio Decreto consentiva il prelievo sui tributi riscossi tramite concessionario e ruolo, e in questi termini hanno continuato le disposizioni che nel tempo si sono succedute, in particolare la L. 549/1995 e il D.M. Finanze del 02.05.1996. Con il D.Lgs. n. 446 del 1997 il legislatore ha attribuito agli enti locali una specifica potestà regolamentare in materia di accertamento e di riscossione dei tributi locali e delle altre entrate proprie, introducendo la formula della riscossione diretta, che consente agli enti di procedere in autonomia senza l’intervento del concessionario.Fin qui la storia. Ora, stabilito che l’ addizionale era consentita riscuoterla tramite il Concessionario ( ex Esattorie) e il ruolo( titolo esecutivo), la domanda è se l’addizionale Eca sia dovuta anche per quei Comuni che hanno optato per la riscossione diretta e che trova, comunque, previsione nel regolamento in materia di accertamento e di riscossione dei tributi locali ( come il caso di Isernia ).Non serve, per non annoiare, richiamare dottrina e giurisprudenza che sembrano fortemente contrari, dal 2010,al prelievo della soppressa addizionale, è sufficiente far presente che :la legge istitutiva dell’addizionale, la n.614 del 25/04/1938, di conversione del R.D.L. 2145 datato 30 novembre 1937,è stata abrogata con la legge di semplificazione normativa n. 9 del 18 febbraio 2009 (Allegato 1 – voce 21996), con decorrenza 16/12/2009. Ad abundantiam tale abrogazione della quota dell’addizionale, pari al 10% in più della somma da pagare, si rinviene anche nel comma 46 dell’art. 14 del D.L. 201/2011 N° 201 nel senso che a decorrere dal 1/1/2013 sono soppressi tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti Urbani,sia di natura patrimoniale sia di natura Tributaria compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli Enti Comunali di assistenza ( ECA)A cascata, tutte le altre disposizioni che ad essa si sono richiamate sono ormai prive di senso, perché rinviano a una norma non più in vigore! In base a quale legge e regolamento il Comune di Isernia continua ad applicare tale addizionale ? Dagli Amministratori aspettiamo risposte e provvedimenti che escludano dalla TARSU ogni prelievo impositivo non previsto dalla normativa di riferimento. * Cittadino – contribuente del Comune di Isernia

Al via Letture Effervescenti Ospiti del liceo Majorana, Chiara Gamberale e Raffaele Cantone ISERNIA. Il Liceo scientifico statale Ettore Majorana di Isernia festeggia i dieci anni del progetto "Letture Effervescenti" con l'incontro "I libri nella mia vita". Interverranno Chiara Gamberale e Raffaele Cantone. L'incontro avrà luogo all'Auditorium Unità d'Italia, martedì 21 gennaio 2014 alle ore 9:30. Il progetto del Majorana di Isernia celebra il suo decimo anno di attività con numeri importanti per la diffusione della lettura e della cultura: 41 titoli proposti, 35 autori ed esperti incontrati, circa 2.500 studenti partecipanti, circa 3.500 libri letti.L'attività proposta agli studenti mira all'acquisizione della consapevolezza della necessità dei principi democratici, dell'importanza della partecipazione attiva nel microcosmo «scuola» e nel macrocosmo «società», dei ritorni positivi, nella propria esistenza, dell'amore per la Bellezza.


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Termoli

18 gennaio 2014

Parroco abusò di una minore, il Vescovo chiede perdono TERMOLI - Sulle notizie apparse su diversi organi di informazione sul comportamento di un presbitero della nostra diocesi con una minore che oggi ha 18 anni, la Diocesi di Termoli-Larino precisa quanto segue. La denuncia è sicuramente gravissima, ci addolora e ci sconcerta profondamente. Nel prendere atto della denuncia e della sua verosimiglianza, abbiamo usato tutta le rapidità e la determinazione necessarie sia nell’allontanare il presbitero dal luogo del proprio ministero, sia nel farci vicino alla minore che risultava profondamente scossa dall’esperienza vissuta. Il Vescovo, nei colloqui intercorsi con la minore e i familiari, ha in modi diversi e a più riprese, espresso il dolore e chiesto perdono per l’accaduto, ha cercato di salvaguardare la persona della minore esortandola, fin dal primo incontro, a esporre denuncia per l’accaduto invitandola a restare serena e a rimanere in tutte le attività parrocchiali e non, nelle quali era coinvolta, assistendola perché iniziasse un percorso di sostegno psicologico. Siamo in attesa della sentenza del Tribunale Ecclesiastico Diocesano che il Vescovo ha nominato per il caso. E di quella del procedimento civile, del quale ad oggi, solo grazie ai media, risulta

l’esistenza non essendo ancora pervenuto alcun avviso di reato, all’interessato. Tuttavia si tratta di due procedimenti separati e distinti e, nel rispetto dei modi e dei tempi di ciascuno di essi, confidiamo pienamente nel percorso della giustizia sia canonica che civile circa l’accertamento della verità e delle responsabilità. Ricordiamo che fino alla eventuale condanna c’è la presunzione d’innocenza. Il Vescovo ha agito in obbedienza alle linee guida: “chierici e minori” della CEI rese note il 225-2012 che sono una esplicitazione delle indicazioni della Congregazione della Dottrina della Fede del 15.07.2010. Ricevuta la notizia di possibili abusi in materia sessuale compiuti da un chierico della Diocesi di Termoli-Larino nei confronti di una minore, ha proceduto immediatamente per conoscere la verosimiglianza dell’accusa ascoltando le parti anche davanti a testimoni. Il Vescovo, in totale chiarezza di coscienza, è arrivato alla determinazione che sussistendo delle verosimiglianze circa le accuse, ha allontanato immediatamente dalla parrocchia e da ogni altra attività pastorale il chierico, proponendogli di vivere in una comunità di sostegno e accompagnamento, il tutto accettato dal chierico

e l’ha deferito direttamente alla Congregazione della Dottrina della Fede, secondo le norme. Il Vescovo nel frattempo è stato sempre disponibile ad ascoltare la ragazza e i suoi familiari, suggerendole subito di intraprendere iniziative giudiziarie presso la Procura della Repubblica, assicurando allo stesso tempo ogni cura nel trattare il caso secondo giustizia e impegnandosi ad offrire sostegno non solo spirituale e psicologico, nel rispetto della libertà della ragazza. La vicinanza e il sostegno sono stati calibrati in riferimento al bene globale della giovane, proponendo diverse forme di sostegno pertinenti al caso che la famiglia ha scelto, la-

sciando lo spazio anche ad altre possibilità, soprattutto quando la ragazza ha raggiunto la maggiore età. Verso il chierico c’è stata chiarezza, fermezza e applicazione delle norme, ma nello stesso tempo quella vicinanza e sostegno che ogni cittadino deve avere verso tutti, anche nei confronti di chi, eventualmente, commette atti gravissimi. Successivamente il Vescovo, dopo l’allontanamento, la restrizione dell’azione pastorale e l’invito a ricoverarsi in un luogo adatto per un cammino di penitenza e di revisione personale, ha sospeso “a divinis” il chierico, provvedimento grave che proibisce ogni azione di ministero sacerdo-

tale, compresa la celebrazione della santa Messa. Concludendo si riafferma con forza che nella vicenda il primo obiettivo è stato la protezione e il sostegno della persona e della dignità della ragazza e l’accertamento della verità. A questo riguardo riportiamo il pensiero del vescovo il quale dice: “Sono fortemente preoccupato perché non vorrei che da quanto accade in questi giorni venga ulteriormente vilipesa e offesa la persona e la dignità della ragazza che è da salvaguardare e rispettare in modo assoluto, senza riserve ed illazioni. Purtroppo alcune reazioni, amplificate dai media, che colgo qua e là, e che non condivido assolutamente e sono certamente esecrabili, accrescono questa mia preoccupazione. Voglia il Signore e la rettitudine delle persone che amano e servono la verità impedire questo. Io resto fiducioso che la piena verità sulla vicenda venga accertata dai procedimenti giudiziali in corso”. Il Vescovo anche questo pomeriggio, dalle ore 16 in poi, sarà nelle Chiesa parrocchiale di Portocannone a disposizione di ogni cittadino che voglia parlare con lui, anche perché avverte che, alle già gravi situazioni precedenti, ora il trauma coinvolge la stessa comunità della cittadina.

Aree occupate, nuovo sgombero Presentazione IX L’operazione ieri ad opera della polizia munucipale

stagione concertistica

TERMOLI – Il responsabile del Corpo di Polizia Municipale di Termoli, Capitano Alessandra Marchetti, informa che è stata effettuata un’operazione di sgombero di due siti sul territorio comunale. Le attività sono state condotte in maniera congiunta dal personale del locale Comando di Polizia Municipale, coordi-

TERMOLI – Questa mattina alle ore 10, presso la Torretta Belvedere, sede dell’Assessorato alla Cultura, si terrà la conferenza stampa di presentazione della IX stagione concertistica “Termoli Musica”, curata dall’associazione Onde Serene. Sanno presenti l’assessore comunale Michele Cocomazzi e il direttore artistico dell’associazione Onde Serene, il Maestro Giuseppe Nese.

nato dal Vicecomandante Marchetti, e da quello del Commissariato di Polizia di Termoli, coordinato dal dottor Lagrasta. Il primo intervento è stato compiuto presso il rudere “ex Petti” di Via Madonna delle Grazie, nei pressi di Piazza Giovanni Paolo II; ignoti si sono introdotti all’interno dello stabile, occupandolo abusivamente e depositando indumenti di varia natura, al chiaro fine di soggiornarvi. Operai del Comune di Termoli e della Teramo Ambiente hanno provveduto alla successiva bonifica e pulizia dell’area, chiudendo l’acceso allo stabile. Il secondo sgombero è stato compiuto su Viale Marinai d’Italia dove, dopo alcune segnalazioni, sono intervenuti gli agenti fermando due uomini ed una donna di nazionalità rumena. I tre soggetti senza fissa dimora, che stazionavano abitualmente sotto gli archi delle mura prospicienti il porto turistico, sono stati accompagnati presso il Commissariato per gli accertamenti di rito.

Linea Blu, rinviata trasmissione su Termoli La puntata della trasmissione televisiva "Linea Blu" dedicata a Termoli e presentata dalla giornalista e conduttrice Donatella Bianchi,

inizialmente prevista per oggi su RAI 1 alle ore 14,30 è stata posticipata a sabato 25 gennaio alla stessa ora e stessa rete.

Uecoop Molise: Fare rete per uscire dalla crisi BASSO MOLISE - “Fare rete per uscire dalla crisi” è questo il progetto ribadito dall’Assemblea regionale di UeCoop del Molise. All'Unione Europea delle Cooperative (UeCoop), che vede in Molise l’adesione di oltre 40 cooperative, hanno aderito, a livello nazionale, oltre quattromila cooperative che operano in tutte le Regioni ed in tutti e 14 i settori: dal lavoro al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura. All’incontro

hanno partecipato oltre alle Cooperative del Molise socie, il responsabile nazionale della Centrale delle Cooperative, Vincenzo Sette, ed il dirigente nazionale Piergiorgio Quarto. “Promossa dalla Coldiretti, UeCoop è nata per volontà di tanta gente che crede nel ruolo della cooperazione e nei valori forti di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità - ha sottolineato Vittorio Sallustio, presidente di Coldiretti

Molise -. L'Unione Europea delle Cooperative (UeCoop) mette al centro delle proprie azioni la persona ed i territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali, risorse uniche del nostro Paese, sul quale fondare una nuova stagione di crescita che coniughi Pil e qualità della vita". Lo stringente programma di impegni che vedrà impegnata UeCoop nei prossimi mesi è stato illustrato da Vincenzo Sette, che ha fatto

anche un’analisi delle problematiche della cooperazione nei singoli settori, dall’edilizia al sociale, così come dall’agroalimentare al ricreativo e lo sport, evidenziando come una criticità costante trasversale sono i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e la difficoltà di liquidità e di accesso al credito. Diversi sono stati i contributi di proposte ed idee espressi dalle cooperative molisane intervenute

all’assemblea. Piergiorgio Quarto, nel chiudere i lavori dell’Assemblea ha sottolineato che Ue.Coop persegue un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile ed alimenta una moderna forma della rappresentanza dove alla verticalità dei settori si sostituisce l'orizzontalità dei territori; una rappresentanza cooperativistica, dunque, meno corporativa ed egoista, più rivolta alla gente e capace di integrare il mondo sociale e produttivo.


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Termoli

18 gennaio 2014

Sessantenne arrestato per maltrattamenti ROTELLO - I Carabinieri della Stazione di Rotello unitamente a quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Larino, hanno arrestato M. T. 63enne del luogo, responsabile di maltrattamenti in famiglia lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, già censito per reati analoghi. Il sessantatreenne, per apparenti futili motivi ed in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche, aveva fisicamente aggredito la moglie e la figlia, quest’ultima invalida civile. Gli accertamenti eseguiti dai militari dell’Arma hanno permesso di stabilire che già in prece-

denti e recenti occasioni l’uomo aveva dato luogo a ripetute gravi intemperanze verbali nei confronti delle vittime, le quali nell’occasione venivano trasportate presso l’ospedale civile di Larino, dove i medici le riscontravano affette da lesioni giudicate con prognosi di 10 giorni. Nel corso dell’intervento M.T. si opponeva energicamente nei confronti dei militari, spintonandoli ma venendo subito bloccato. Per questi motivi i Carabinieri lo hanno arrestato e dopo le formalità di rito è stato associato presso la Casa Circondariale di Larino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Mini-Imu: a Guglionesi non si paga BASSO MOLISE - A seguito dell’informazione non corretta e alla confusione che regna in questi giorni per le numerose scadenze fiscali, il sindaco di Guglionesi Bartolomeo Antonacci chiarisce che nel centro bassomolisano non c’è da pagare la cosiddetta “Mini Imu” che per oltre 2500 Comuni scade il 24 gennaio prossimo. Il motivo per il quale

i guglionesani non pagheranno tale imposta sulla prima casa è che l’Amministrazione Comunale ha confermato per il 2013 l’aliquota del 4 per mille sulle prime case. “Nonostante questa conferma per l’Imu – dice il Sindaco - e nonostante a Guglionesi, nemmeno in questi anni difficili, l’Amministrazione non abbia aumentato l’aliquota della addizionale Irpef e tante altre tariffe, come sempre è stato rispettato pienamente il Patto di Stabilità. La necessità o le furbizie dei Comuni che hanno aumentato per il 2013 l’Imu sulla prima casa, purtroppo, danneggia i Comuni come il nostro. Infatti lo Stato si accolla il 60 per cento di quell’aumento e, di conseguenza, vengono a mancare quelle somme a tutti gli altri Comuni. Per questo motivo – conclude Antonacci - abbiamo aderito alla protesta dei cosi detti “Comuni virtuosi” chiedendo che lo Stato ripartisca quel notevole importo, in parti proporzionali, a tutti i Comuni”.

Il trittico della “Madonna delle Grazie” a Roma in restauro con il Vivarini GUGLIONESI - La Parrocchia di Santa Maria Maggiore di guglionesi e la Diocesi di Termoli Larino hanno aderito all’iniziativa promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il restauro del trittico cinquecentesco della Madonna delle Grazie tra i santi Sebastiano e Rocco conservato nell’insigne collegiata di Santa Maria Maggiore di Guglionesi. Grazie all’impegno professionale del soprintendente dott. Daniele Ferrara, dirigente della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici del Molise, il trittico del 1505, opera autografata da Michele Greco da Valona e “famulo” di Carlo Crivelli,sarà restaurato, gratuitamente dall’Istituto Superiore Centrale del Restauro di Roma. L’esclusiva opportunità culturale, riservata all’opera di Guglionesi, consentirà “lo studio e la divulgazione della conoscenza del patrimonio storicoartistico molisano dell’inizio del Cinquecento e delle sue relazioni con la produzione di altri

centri”, da quanto si apprende nella nota ministeriale. “Presso l’ISCR – scrive nella proposta di restauro il dott. Daniele Ferrara - dapprima con le indagini diagnostiche e gli interventi di restauro e poi con l’esposizione dei due trittici risanati, sarà possibile confrontare dal punto di vista tecnico e storico-artistico due opere significative del cosiddetto “Rinascimento adritatico”. Il muranese Vivarini guardò con interesse da Venezia alla tradizione bizantina e dalmata e fu attivo anche in altre regioni adriatiche; Michele Greco, invece, di formazione bizantina, fu influenzato nelle sue opere di Vasto e Guglionesi dalla pittura quattrocentesca veneziana (in particolare dallo stesso Vivarini) e marchigiana (specificamente da Carlo Crivelli e seguaci)”.Il trittico di Santa Maria delle Grazie di Guglionesi fu commissionato all'artista dalmata dall’antica congregazione di Sant’Adamo Abate (patrono della città fin dal 1102), come attestata dalla testimonianza

scritta sulla predella alla base dell’opera. L'opera fu realizzata “in honorem” di Santa Maria delle Grazie nel settembre del 1505 e finanziata con le “elemosine generali” della confraternita patronale. Il trittico della Madonna delle Grazie tra i santi Sebastiano e Rocco appartiene a uno straordinario patrimonio culturale delle comunità di Guglionesi e della Diocesi di Termoli-Larino, le quali dell'artista dalmata Michele Greco da Valona, esponente tra le due sponde del "Rinascimento adriatico", conservano altre due opere autografate nello stesso anno.

Politiche ambientali: dalla finanziaria 2014 solo una leggera pennellata BASSO MOLISE - "Come per tante altre politiche attese dal Paese – dichiara Augusto Cianfoni, segretario generale della Fai Cisl - anche le misure riguardanti la cura e la manutenzione dell'ambiente collinare e montano previste dalla Finanziaria 2014 confermano che questo Governo è affetto dalla sindrome del ‘tirare a campare’ e dello spennellamento dei problemi. "Peraltro è una magra consolazione – prosegue Cianfoni - che questa Legge Finanziaria, diversamente dai comportamenti dei governi degli ultimi trent'anni, comincia a interessarsi di questioni come il dissesto idrogeologico. Un Paese alla ricerca spasmodica – sottolinea il Segretario generale - di nuove e aggiuntive occasioni occupazionali per giovani, per cassintegrati e immigrati da sottrarre allo sfruttamento di tanti imprenditori disonesti non

può non varare un Piano straordinario pluriennale di risanamento dei mille territori fragili investendovi almeno due miliardi all'anno, spesa che sembra insostenibile ma che sarebbe comunque inferiore a quella che l'Italia sopporta ogni anno per il pronto soccorso e per riparare i danni da frane, alluvioni e incendi estivi dei boschi. "C'è anche da dire che il nostro Governo – conclude Cianfoni - deve urgentemente, riguardo alle politiche ambientali, fare due urgenti scelte: quella della riforma del Titolo V della Costituzione, riconsegnando allo Stato centrale la competenza di un Piano Nazionale per le politiche ambientali e quella di chiedere all'Europa una politica pluriennale per il restauro del Territorio, su cui investire congrue risorse, che produca economie nuove e una diffusa occupazione".

Edilizia: indetto il bando per l'assegnazione di alloggi SAN MARTINO IN PENSILIS - L'Amministrazione comunale informa i cittadini che è stato indetto il bando di concorso finalizzato alla formazione di una graduatoria generale per l'assegnazione in locazione semplice degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Le domande di partecipazione, redatte sui moduli dovranno essere presentate direttamente o con raccomandata A/R presso la sede del Comune di San Martino in Pensilis inderogabilmente entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del bando.

Rievocazione dei canti popolari di S.Antonio Abate e S.Sebastiano SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI - L'Associazione San Giacomo UnicaMente ha organizzato per oggi alle ore 18,30 uno spettacolo di piazza con le rievocazioni dei canti popolari di Sant'Antonio Abate, San Sebastiano, I mesi dell'anno e tanti altri. Durante la manifestazione si potranno degustare scrippelle calde e dell'ottimo vino locale e acquistare tanti oggetti carini presso gli stand degli espositori del Mercatino delle Pulci e del Libro usato. "



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18 gennaio 2013

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