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ANNO IX - N° 86 - MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Direttore Editoriale: Tommaso Di Domenico Tel. e Fax 0874.698012 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno agli infermieri della ex Cattolica

L'Oscar del giorno lo assegniamo agli infermieri della ex Cattolica. Convinti che nessuno li difenda nè dal punto di vista istituzionale nè da quello ecclesiastico, si sono rivolti al Santo Padre. Non comprendono, tra l'altro, questo silenzio calato sui licenziamenti per 45 di essi quando sono stati formati tenendo presente che i malati vanno trattati come persone sofferenti e non come oggetti. Per questo e per altre motivazioni hanno chiesto a Papa Francesco di prendere a cuore la delicata situazione perchè non muoia in una cappa di silenzio.

Il Tapiro del giorno a Giancarlo Bregantini

Il Tapiro del giorno lo diamo a mons Giancarlo Bregantini. Non è stato sufficiente quello di ieri per sottolineare il suo silenzio rispetto a quello che accade alla ex Cattolica. Sotto il governo Iorio si fece promotore di una fiaccolata a Campobasso per difenderne le ragioni. Ora che in atto ci sono provvedimenti che rischiano, per davvero, di metterla in ginocchio non parla. Non si interessa della situazione che, fino a prova contraria, ha visto la posa della prima pietra da parte del Beato Giovanni Paolo II. Inezia anche questa?

REGIONE

Senza Statuto si rischia l’infrazione costituzionale A PAG. 2

ECONOMIA

REGIONE

Assindustria chiede un piano di settore

A rischio il bilancio delle Case popolari

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La mancata promulgazione del nuovo statuto regionale non trova alcuno appiglio giuridico e procedurale

Il presidente Frattura se ne frega anche dell’articolo 123 della Costituzione italiana Non avessero contezza, i consiglieri regionali, del valore dello statuto che pure hanno approvato in via definitiva il 20 dicembre 2012 (il 18 gennaio 2013 è stato apposto il sigillo definitivo sulla carta costituzionale del Molise da parte del Consiglio dei ministri), provvediamo noi, anche a beneficio del cittadino che ambisce ad essere tale, a ricordare il testo dell’articolo 123 della Costituzione italiana: Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Lo statuto regola l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali. Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi. Per tale legge non è richiesta l’apposizione del visto da parte del Commissario del Governo. Il Governo della Repubblica può promuovere la questione di legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale entro trenta giorni dalla loro pubblicazione. Lo statuto è sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio regionale. Lo statuto sottoposto a referendum non è promulgato se non è approvato dalla maggioranza dei voti validi.

Il magma sociale molisano in cui gli ordinamenti e le forme associative si mescolano e si confondo impedisce anche al più esigente degli esegeti della morale pubblica di distinguere il lecito dall’illecito, l’onesto intellettualmente dal disonesto

In ogni Regione, lo statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali. Dalla lettura emerge, senza alcuna possibilità di equivoco che la mancata promulgazione dello nuovo statuto della Regione Molise non trova alcuno appiglio giuridico e procedurale. Tutt’altro. Infatti, trascorsi tre mesi dall’approvazione e non essendo stato avviata alcuna richiesta di referendum popolare, né il governo della Repubblica ha promosso alcuna questione di legittimità costituzionale, niente e nessuno avrebbero impedito la promulgazione. Sicché, bellamente ignorato e misconosciuto dal presidente della Regione Molise, l’articolo 123 della Costituzione italiana pone più di una valutazione sul comporta-

mento omissivo del presidente Paolo di Laura Frattura, non avendo alcuno appiglio formale e/o sostanziale che gli permetta di tenere nel cassetto la carta costituzionale del Molise, tranne il suo personale interesse politico ad avvalersi della vecchia carta costituzionale per realizzare le sue manfrine nella gestione della maggioranza che lo sostiene. La ingiustificata e ingiustificabile decisione di non procedere alla promulgazione dello statuto, vieta ai molisani di conoscere della Regione la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento deliberati per meglio corrispondere all’interesse generale dei molisani. Siamo di fronte al dispregio del più elementare diritto democratico da parte di un personaggio che non manca giorno che non dimostri di consi-

derarsi al sopra del buonsenso comune e, cosa inammissibile, della legge. L’ostentazione del silenzio ad ogni sollecitazione presuppone che egli si ritenga intangibile. Al punto da negare (al colto e all’inclita) le motivazioni per cui non procede alla promulgazione, né in base a quale appiglio giuridico, politico, amministrativo ritenga di poterlo impunemente fare. Purtroppo il magma sociale molisano in cui gli ordinamenti giurisdizionali e le forme associative si mescolano e si confondo tra loro lo favorisce nell’esercizio delle prevaricazioni, e impedisce anche al più esigente degli esegeti della morale pubblica di distinguere il lecito dall’illecito. Di distinguere un onesto intellettualmente, da un disonesto. Dardo

Per Filoteo Di Sandro si tratta di "aprire una nuova stagione per il centrodestra"

Fratelli d’Italia, via al tesseramento CAMPOBASSO. Si è conclusa domenica a Roma la tradizionale festa di Atreju, da sempre luogo di incontro della destra italiana. Tra dibattiti e partecipazioni importanti è emersa la ferma volontà di ricostruire, proprio attorno alla giovane figura di Giorgia Meloni, una destra credibile e nuova, in grado di restituire la giusta dignità ai tanti delusi che gravitano in quell’orbita politica. Alla manifestazione hanno preso parte simpatizzanti e referenti territoriali del partito e si è deciso di proseguire sulla via dell’organizzazione territoriale del partito passando attraverso il radicamento territoriale ed il ri-

torno al tesseramento. Molti anche i simpatizzanti illustri, da Alemanno e Giulio Terzi, che insieme a Giorgia Meloni hanno dato il via all’Officina per l’Italia con lo scopo di porre fine alla diaspora della destra. "Atreju è stato un primo importante luogo di confronto pubblico per il nostro giovane partito che, nei pochi mesi che lo hanno visto affermarsi, ha dovuto affrontare già importanti impegni elettorali. Da gennaio ad oggi però, specie nelle consultazioni amministrative, Fratelli d’Italia ha saputo ritagliarsi il proprio spazio, grazie a scelte

coraggiose e coerenti, diventando un punto di riferimento per quanti, delusi dal PdL, sperano nella rinascita di una destra diversa". Così il responsabile regionale, Filoteo Di Sandro. "Per questo è necessario che adesso si proceda con la riorganizzazione del partito sul territorio, per restituire agli elettori del centrodestra quel luogo di aggregazione e confronto politico che solo il partito partecipato può consentire. Dagli incontri avuti con Giorgia Meloni e Fabio Rampelli – responsabile nazionale dell’organizzazione territoriale del Partito- si è deciso di aprire una vera e propria campagna per il tesseramento dei simpatizzanti, affinché si possa procedere alla successiva fase congressuale per la definizione dell’organigramma. Una nuova stagione per il centro-destra sta per cominciare anche in Molise, ma perché questo avvenga è importante il contributo di tutti coloro che, in questi anni, hanno subito un’eccessiva distanza da parte dei partiti. Fratelli d’Italia non sarà solo un cartello da sfoggiare in occasioni elettorali, sarà un’officina di idee, valori, cultura per affermare un nuovo modo di partecipazione politica"


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Veneziale va alla Finmolise ma il decreto Monti dice “no” Il “trombato” del Pd viene accontentato con la nomina di amministratore unico Il governo Frattura viola di nuovo le norme nazionali con la scusante: c’è il parere dell’Avvocatura CAMPOBASSO. L’Avvocatura dello Stato aveva dato parere favorevole alla nomina di Tamburro alla direzione dell’Agenzia di Protezione civile e il povero ex consigliere regionale ha dovuto mollare l’incarico. Prima ancora avevo dato l’ok alla non promulgazione dello Statuto regionale ed oggi si rischiano sanzioni tanto che lo stesso Roberto Ruta consiglia di promulgarlo. Oggi tocca a Carlo Veneziale. Il trombato del Pd, il primo dei non eletti su Isernia che aspetta da febbraio di entrare in Consiglio regionale come promessogli da Leva e Frattura, oggi forse ha capito che Scarabeo non darà mai le dimissioni, che la strada degli assessori sospesi e dei consiglieri supplenti è lunga, tortuosa e forse illegittima. Accetta così il ruolo di amministratore unico propostogli dal presidente Frattura. In fondo, a questo povero ragazzo, nipote del fu presidente della Giunta re-

gionale Marcello Veneziale, qualcosa si dovrà pur dare? E poi, se l’Avvocatura dello Stato dà parere favorevole, il gioco è fatto. Ma a quanto pare anche con la nomina di Carlo Veneziale il governo regionale ha violato le norme nazionali. Quali? Sempre le stesse. Il decreto 39 approvato proprio nel 2013. Per due ordini di motivi: il giovane Veneziale è stato amministratore comunale di Isernia fino al 28 maggio 2013 e perché ricopriva già il ruolo nel Cda di Finmolise srl. Eppure il decreto Monti parla di inconferibilità di incarichi “a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati” (articolo 4) e “a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della regione che conferisce l'incarico, ovvero nell'anno precedente siano stati componenti della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti della

medesima regione” (articolo 7). Assodato che il primo dei non eletti del Pd doveva essere premiato per il supporto dato alla coalizione del Molise di tutti pur non rientrando in Consiglio, assodato che un tempo questo genere di premiati venivano denominati trombati della politica e oggi invece è solo questione di meritocrazia, assodato che per l’ennesima volta Frattura, nel conferire incarichi, viola le norme nazionali, ci si chiede: quand’è che si decide di inserire la Regione Molise in uno Stato di diritto in cui le leggi devono essere rispettate? A meno che Frattura non intenda seguire la regola della moltiplicazione per cui il prodotto di due numeri negativi è sempre un numero positivo. Per cui date le due negazioni (del decreto Monti) il prodotto finale è la nomina di un soggetto. Nel caso in questione Carlo Veneziale. Irene Corsini

Monsignore ma lei non prova imbarazzo? D’Alete, il trombato per eccellenza Vedere i dipendenti della Fondazione Giovanni Paolo II scrivere direttamente a papa Francesco per cercare di salvare il salvabile nella struttura sanitaria di eccellenza a Campobasso lascia un attimo allibiti. Non tanto per il disperato tentativo dei dipendenti della ex Cattolica, quanto per il silenzio assurdo di chi veste abiti da monsignor allargando il suo sguardo alla società civile. Politica compresa. Come dimenticare il suo intervento sulla riforma Fornero? L’ambasciatore della natura evidentemente quando si tratta di commenti sul nazionale sembra più propenso a sbilanciarsi sugli organi di informazione. A livello regionale l’aria del torpore molisano evidentemente ha pervaso anche l’attivista monsignore. “Il nostro appello è questo: chiediamo ai nostri governatori di rivedere la distribuzione dei fondi finanziari per quanto riguarda la sanità, per migliorarne le finalità. Risulta, tuttavia, necessario riprendere con forza, in generale, il quadro strutturale dell'economia del Molise e intervenire concretamente

sul versante futuro della Cattolica. Tutto ovviamente nel rispetto dei diritti umani, come diritti sociali, diritti al lavoro e alla salute, investendo in maggior misura sulla capacità, quindi di impiegare risorse collettive a favore dello sviluppo sul territorio molisano". Sono state queste le parole pronunciate da Bregantini il giorno della fiaccolata pro Cattolica a settembre del 2010. Come mai oggi il monsignore tace? Cos’è cambiato in questi anni a parte il colore del governo regionale? Non è il caso di unire alla preghiera anche azioni concrete come ha già ampiamente dimostrato in passato? Aiutati che Dio ti aiuta ha il sapore di ciò che dice a Bibbia: nelle difficoltà non bisogna rimanere passivi pur confidando nell’aiuto di Dio. Pur rendendosi conto che stavolta i politici del centrosinistra non starebbero al suo fianco in caso di ritorno in piazza come nel 2010, in questo immobilismo non si prova imbarazzo nel restare inermi di fronte alla prospettiva di chiusura della Fondazione che si tradurrà non solo in licenziamenti ma anche nella mancanza di una struttura per i malati oncologici del Molise e d’intorni.

Forza Antonio Pardo, tu ce la puoi fare. Solo con te Paolo Frattura potrà avere la forza di effettuare una nomina che sia compatibile con la legge. Quel diavolo di decreto Monti sta effettivamente creando un serio imbarazzo a questo centrosinistra. Qualcuno potrebbe vedere D’Alete al vertice di Molise Acque come la solita manfrina. Il trombato eccellente, sì, ma non troppo a quanto pare. In fondo le sue posizioni di coerenza e dal pugno fermo lo hanno sempre portato su lidi prosperi, Ma si sa, stare sempre dalla parte giusta in qualche modo può portare guadagno. Fatto fuori da Palazzo Moffa nel 2011, l’anno successivo non ci ha neppure provato ad essere ricandidato. Però una cosa positiva l’ha fatta: ha presentato una lista. “Noi per il Molise”. Intendendo con quel noi appena 8 candidati su 12. Gli altri quattro furono esclusi dal Tar e dal Consiglio di Stato. Così il governo Frattura, piuttosto che premiare coloro che si sono candidati per portare acqua al mulino mettendoci la faccia, potrebbe far tornare in sella il trombato per eccellenza. E il nome di Piero Neri che pure circola negli ambienti politici per il vertice di Molise Acque? Forse è troppo ingombrante. Perché non pone in conflitto la nomina con il decreto Monti, perché si tratterebbe di un volto pulito e perché troppo vicino, politicamente, a Roberto Ruta. Ma anche D’Alete potrebbe essere vicino a Ruta, con una grande differenza: i trombati eccellenti di norma giurano fedeltà a chi comanda. Poco importa se politico o imprenditore. Soprattutto se a ricoprire certi ruoli si prediligono soggetti che non hanno mai timbrato un cartellino in vita loro. Da Picciano a D’Alete, scopriamo la differenza. gr


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La politica non riesce a dare al sistema una nuova forma

Nuclei industriali, nessuno vuole la legge

CAMPOBASSO. La globalizzazione e la crescente competitività dei mercati internazionali impone non solo alle imprese, ma anche alle strutture del territorio una sorta di riprogettazione. Un'evoluzione che da un lato assecondi i cambiamenti dell'economia e, dall'altro, dia risposte sempre più concrete ai bisogni dei soggetti che nel territorio stesso operano. In-

terlocutori naturali diventano, così, i Consorzi industriali che sono i primi ad essere chiamati a questa evoluzione. In Molise ne esistono ancora tre e appaiono, ormai da tempo, anacronistici. La loro costituzione, grazie a parlamentari accorti come Girolamo La Penna ma anche lo stesso Florindo D'Aimmo al quale si deve il

primo e unico Piano strategico di sviluppo, è stata a suo tempo una componente essenziale per l'industrializzazione e lo sviluppo economico di buona parte del Molise. Tale contributo ha permesso la realizzazione di infrastrutture, di servizi e l'individuazione di soluzioni logistiche a sostegno delle imprese. Oggi, però, va giocata una diversa partita. Una proposta potrebbe essere quella di trasformare l’attuale sistema consortile in agenzia di sviluppo capace di attrarre imprese e facilitare la crescita del territorio, evolvendo il concetto di insediamento pensando alla permanenza e al sistema e non solo all’occasione puntuale. Il sistema consortile attraversa una fase problematica nella quale i soci dovranno fare un esame di coscienza per capire come divenire più efficaci anche rivedendo la propria mission. Di sicuro, nel tempo, hanno svolto un ruolo importante ma ora i Consorzi non corrispondono più alle esigenze delle imprese, hanno un’attività limitata e non sono delle agenzie di sviluppo. Le tre strutture in piedi risultano piccole e hanno costi notevoli. Allora la soluzione è quella che siano accorpati, facendo sinergie e abbattendo i costi, così da diventare grandi per farsi più efficienti. Diventare enti importanti per garantire agilità nel fornire risposte e candidarsi a essere espressione dell’operatività sul territorio. E la Regione dovrà avere un ruolo importante, quello di evitare affollamento e sovrapposizioni di competenze. E' questa la sfida che si pone per garantire ai settori produttivi di potere contare su di una salda agenzia di sviluppo capace di fare ipotizzare una nuova fase di progresso.

L’intervento del Presidente Mauro Natale a valle delle analisi del Centro Studi di Confindustria

“Occorre ora reindustrializzare la regione” “Per agganciare i segnali della ripresa, dobbiamo reindustrializzare la regione e tornare al 26% del pil legato al manifatturiero”. Lo afferma in una nota inviata stamane alla stampa Mauro Natale, Presidente della Confindustria Molise. Una rapida premessa per lanciare immediatamente un messaggio concreto: “Serve reindustrializzare la regione perché solo dal potenziamento dell’attività industriale può arrivare la ripresa e la crescita del nostro territorio, in termini di ricchezza prodotta, diminuzione del carico fiscale e rilancio dell’occupazione. Questa è la strategia che stanno seguendo i Paesi e le regioni dell’Europa che crescono di più. Se aumentano le imprese, infatti, cresce la base imponibile (cioé la quantità di risorse da destinare ai servizi e allo stato sociale), si può ridurre il carico fiscale e può aumentare l’occupazione. “L’industria è il motore della crescita e su questo chiediamo al governo regionale un impegno forte, serio e im-

mediato. Abbiamo accolto positivamente la firma del “Contratto di sviluppo” voluto dalla regione (e in modo particolare dall’assessore Facciolla) per rilanciare il settore agroalimentare, ma bisogna andare oltre. Serve un “Piano di sviluppo” incentrato sul comparto manifatturiero: dal metalmeccanico, all’impiantistica industriale, dal chimico, al settore della componentistica, l’agroindustriale, il legno, il tessile e così via”. “Occorre puntare - aggiunge poi Mauro Natale - sull’attrattività di nuovi investimenti: pensare ad accordi fiscali per favorire quelli superiori ad una certa soglia, immaginare azioni di accompagnamento per l’acquisto di capannoni industriali in disuso, migliorare la competitività dei servizi resi all’interno dei nuclei industriali, abbattendone in primo luogo le tariffe. A proposito, che fine ha fatto la riforma - da noi industriali tanto richiesta - dei Nuclei industriali che puntava appunto a migliorarne l’efficacia e a ridurne i

costi? Molto bene l’azione di spending review messa in atto da questo governo, bene anche l’impegno a fuoriuscire dalla miriade di società partecipate, opportuna la semplificazione della goverenance negli enti strumentali della regione (in primo luogo la Finmolise, che ora deve diventare fondamentale per accompagnare i processi di crescita del sistema imprenditoriale molisano) e assolutamente corretta la scelta di non finanziare più iniziative che non siano di sviluppo per il territorio. “Chi mi ha preceduto al vertice di questa organizzazione - sottolinea Natale - si è molto impegnato per sollecitare il cambiamento in questa direzione. Ne riconosciamo oggi i primi segnali, ma occorrono tempi più stretti perché la fuoriuscita dalla crisi possa trovare una regione rinnovata e disponibile ad un processo di sviluppo incentrato sull’attività d’impresa in tutti i settori, anche quello della cultura e del turismo”.


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Una legge regionale prende applausi e peana ma renderà povero e inoperante l’Istituto autonomo delle case popolari

Per favorire strumentalmente il popolo degli inquilini è stato dimezzato il valore patrimoniale dello Iacp Applausi e peana alla legge regionale numero 12 del 25 luglio 2013: “Modifiche alla disciplina relativa all’alienazione e alla locazione degli alloggi di edilizia pubblica residenziale di cui alle leggi regionali del 4 agosto 1998 (n.12) , del 5 maggio 2005 (n.14) e del 7 luglio 2006 (n.17)”. Applausi e peana si levano dalla platea (interessata) degli inquilini delle case popolari e da quella maggiormente intessuta di populismo sociale della sinistra estrema cui fanno eco, con differenti gradazioni di tono, le forze politiche presenti a Palazzo Moffa che, all’unanimità, quella legge l’hanno varata. Ma mai legge regionale ha avuto in sé il seme del danno e della beffa come questa. Con il provvedimento assunto in un’evidente fase di euforia susseguente alla conquista del potere da parte della coalizione di centrosinistra e di oscuramento mentale della pattuglia orfana di Iorio del centrodestra, il valore del patrimonio abitativo dell’Istituto delle case popolari (Iacp) si riduce del 53 per cento: viatico, se permarrà in vita la legge e non saranno apportati i necessari correttivi, al default dell’ente, che della Regione è lo strumento operativo in materia di edilizia pubblica residenziale. Da una lettura appena appena attenta, c’è chi soleva l’illegittimità del provvedimento e, addirittura, chi paventa che rasenti l’illecito. Giudizi che poggiano sul presupposto che così permanendo la legge, si viene a determinare un notevole danno erariale. Non di meno c’è chi chiede su che basi tecniche e periziali un appartamento, mettiamo, del valore di 36 mila euro possa essere alienato a 17mila? Il danno erariale che ne consegue è del tutto evidente. Motivo per cui è comprensibile la preoccupazione degli apparati tecnici e amministrativi dello Iacp prontamente rappresentata ai vertici regionali con una lunga e articolata dimostrazione di quanto sia insostenibile l’incidenza della legge sull’esistenza dell’ente e della sua attività. E’ stato dimenticato che il fine ultimo della vendita e degli affitti delle case popolari è un modo diretto, ancorché disciplinato dalla legge, di raccogliere provviste

Chiaro il fine politico del provvedimento sul quale incombe però il rischio del procurato danno erariale

finanziarie da reinvestire in nuovi alloggi e non già quello di offrire condizioni di favore agli inquilini e ai possibili altri acquirenti. Dimezzando il valore patrimoniale dell’ente si dimezza anche la possibilità di costruire nuovi alloggi a fronte di una richiesta che cresce e si mostra impellente. Ma chi ha voluto la legge di cui stiamo parlando aveva per obiettivo voti e consensi, tant’è che si va spendendo in riunioni e incontri a magnificarsi e a magnificare gli effetti populisti della legge ( prendiamo il consigliere comunista Salvatore Ciocca: La nuova normativa, di cui sono stato il primo firmatario, ha modificato in maniera

sostanziale la disciplina della vendita e della locazione degli alloggi e rappresenta un primo e corposo nucleo di azioni messe in campo da questa amministrazione regionale a reale tutela delle fasce deboli della popolazione). Che poi lo Iacp da qui a qualche anno debba chiudere i battenti, reso povero e inoperante, qualcuno lo vada a dire a Ciocca e a quanti, con Ciocca, hanno approvato la legge. Applausi e peana, oggi, da chi ne trae vantaggi; fischi e pernacchie, domani, da chi non avrà mai una casa popolare da abitare e da acquistare. E’ il nuovo costume politico che avanza. Dardo

Va trovata una soluzione alla luce dei tagli dello Stato fatti alle Province

Soffrono anche i Centri per l'Impiego CAMPOBASSO. L'assessore Michele Petraroia ribadisce la volontà di cancellare l'Agenzia Molise Lavoro e, sulla sua proposta, è stato sentito in audizione in Prima Commissione. L’Assessore ha illustrato i contenuti del provvedimento che mira a riportare all’interno della struttura regionale l’attività svolta dall’Agenzia, soffermandosi sui benefici in termini di razionalizzazione, semplificazione e risparmio di spesa. La Regione potrebbe affidare ad un solo dirigente dell’Assessorato il coordinamento del servizio, con la possibilità di non nominare il Direttore Generale dell’Agenzia e di impegnare altri due dirigenti in differenti responsabilità all’interno dell’amministrazione. Sul futuro dei servizi per il lavoro e dei centri per l’impiego, è prioritario in questa fase accogliere l’istanza delle due Province che hanno problemi di bilancio e necessitano di un aiuto e di interventi a sostegno delle 54 unità a tempo indeter-

minato e dei 40 addetti a termine che collaborano presso gli sportelli del collocamento pubblico ed in attività di intermediazione, orientamento e promozione all’autoimpiego. Le Province si trovano in difficoltà a causa del taglio dei trasferimenti nazionali e per via delle ipotesi di soppressione adottate e/o in itinere, e sussiste il rischio che nei prossimi mesi possano interrompersi i servizi dei centri per l’impiego con ricadute disastrose per i disoccupati e per i giovani (Pacchetto Formazione Giovani, Fondi Europei, ecc.). Per scongiurare tale nefasta possibilità il Vice-Presidente della Giunta, giovedì mattina incontrerà prima una delegazione di operatori a termine dei servizi provinciali per il lavoro e alle 9.30 terrà una riunione con i dirigenti della struttura, i Presidenti delle Province e le organizzazioni sindacali, per affrontare la questione ed individuare congiuntamente una soluzione efficace, tempestiva e condivisa.


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Campobasso

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Farmacie comunali in perdita, Costruire Democrazia: ennesimo fallimento di Di Bartolomeo “Se le farmacie comunali sono in perdita non si tratta di fatalità, non è una questione di cattiva sorte ma di cattiva gestione”. Il gruppo consiliare Costruire Democrazia torna a denunciare l’inefficienza, la leggerezza, l’inerzia e l’incapacità del sindaco Gino Di Bartolomeo che in quattro anni e mezzo ha provocato solo danni. “E’ inutile che continui a fare proclami, è meglio che in questi ultimi sei mesi di mandato si concentri sul’ordinaria amministrazione perché finora ha solo rovinato la città”. Il capogruppo Michele Durante non ha dubbi, la perdita attuale delle farmacia dipende esclusivamente dall’inadempienza dell’amministrazione comunale. “Lo dimostrano in numeri: nel 2009 anno di ingresso dell’amministrazione Di Bartolomeo, i ricavi delle tre farmacie comunali erano di 4 milioni di euro, nel 2012 di 2 milioni e 800mila euro, un tracollo di un milione e 200mila euro dovuto esclusivamente alla gestione pessima di un settore che ha lo stesso valore degli altri e che invece è stato

completamente trascurato dall’amministrazione. Lo conferma il fatto – ha continuato Durante – che nel Piano triennale delle assunzioni non sono stati mai inseriti i farmacisti che sono dipendenti comunali a tutti gli effetti”. “Se le strutture non riescono ad avere profitti nei quartieri più popolosi del capoluogo dove, appunto, si trovano le farmacie – ha aggiunto Michele

Coralbo – vuol dire che l’amministrazione ha fallito”. Per i consiglieri, dunque, non vale l’equazione: farmacia in perdita, farmacie in vendita. La perdita non è casuale ma è dovuta alla mancanza di programmazione. "La situazione è a dir poco incresciosa – ha continuato Durante crollo dei ricavi, dipendenti allo stremo con una media di ferie non godute di 120 giorni pro capite,

sottodotazione dell'organico, mancanza di farmaci, code chilometriche ai banchi e un disservizio che i cittadini consumatori non accettano più. Questa è la cura somministrata dall'amministrazione Di Bartolomeo al settore delle farmacie, dal giorno in cui fu fatta la scelta di mettere in vendita una delle tre presenti sul territorio comunale. Da allora, nonostante le ripetute denunce di

ordine politico e gestionale fatte da me e dal mio gruppo consiliare, questo settore produttivo di grande valore per l'amministrazione ed erogatore di servizi per i cittadini è entrato in crisi, ed oggi è allo sfascio. Se non si cambia registro le farmacie comunali dovranno chiudere i battenti, una prospettiva inaccettabile che provocherà un danno incalcolabile per il Comune di Campobasso; il famoso bando di vendita per la farmacia di via Calabria - ha concluso Durante - è andato deserto e ci sono voluti sette mesi per elaborane un altro; per non parlare dei furti, l'ultimo dei quali per un valore di decine di migliaia di euro, passati nell'assoluto disinteresse dell'amministrazione che nel Piano di gestione non ha previsto somme per l’acquisto di attrezzature per potenziare i sistemi di sicurezza. Questi sono i risultati di una gestione politico amministrativa catastrofica, che sta causando danni enormi alle casse comunali e grossi disagi ai cittadini”. Teresa Manara

A San Giovanni in Galdo dal 17 settembre e, poi, in altri comuni del Fortore.

Nati per Leggere

Avvio operativo servizio Raccolta porta a porta

Importante manifestazione con l'associazione Biblioteche

In merito al servizio di Raccolta Differenziata dei Rifiuti per i cittadini dell'Unione dei Comuni del Tappino e del Comune di Riccia si comunica che il giorno 17 settembre 2013 (martedì) inizierà operativamente la raccolta porta a porta sul territorio del Comune di San Giovanni in Galdo e a seguire gli altri comuni interessati. Pertanto si invitano tutti i cittadini a seguire le indicazione fornite per il conferimento dei rifiuti. Si rende noto, inoltre, che è operativo il servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti sul territorio dei comuni aderenti in forma gratuita secondo quanto stabilito nel Regolamento di Esecuzione del servizio e nelle Norme Tecniche relative al conferimento degli ingombranti visionabile presso le sedi comunali o presso l'Unione dei Comuni e reperibile anche in formato elettronico sul sito dell'Unione. Si ricorda che ogni conferimento di rifiuti al di fuori del servizio è vietato e l'eventuale abbandono di rifiuti sul territorio dei comuni costituisce reato ed è sanzionabile. Per eventuali chiarimenti in merito al servizio si contatti il numero verde 800 029 644.

CAMPOBASSO. Il gruppo Nati per Leggere Molise invita all’appuntamento, presso lo spazio della Fondazione Molise Cultura (ex GIL), con la lettura ad alta voce, per passare pomeriggi da favola insieme ai libri e alle emozioni che solo la lettura ad alta voce sa regalare. Grazie alla collaborazione tra l’Associazione Italiana Biblioteche-AIB Sezione Molise, l’Associazione Culturale Pediatri Sezione Molise e la Fondazione Molise Cultura, per tutto l’inverno ogni mercoledì dalle 16:30 alle 18:00 ogni bambino avrà la sua storia. Si inizia oggi 18 Settembre con un primo incontro dedicato alle letture per i bambini da 0 a 3 anni per poi proseguire, il mercoledì successivo, con quelle dedicate ai bambini da 4 a 6 anni. Per le letture è gradita la prenotazione:0874-91348 / 0874-311700 Nati per leggere nasce dall’alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso l’Associazione Italiana Biblioteche- AIB (che associa oltre quattromila tra bibliotecari,

336 pagine € 19,90

di Giuseppe Saluppo

biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione) l’Associazione Culturale Pediatri (che riunisce circa tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali), e il Centro per la Salute del Bambino Onlus, che ha come fini statutari attività di formazione, ricerca e solidarietà per l’infanzia, con una particolare attenzione ai gruppi più svantaggiati. Le attività di lettura dell’AIB Molise sono cominciate nel 2003 con l’iniziativa “Un biberon di favole: la pappa che aiuta a crescere”, un ciclo di incontri con i pediatri ed esperti del mondo dell'infanzia rivolto ai genitori, ai nonni e agli educatori per comprendere l'importanza del racconto ad alta voce e per aiutare a migliorare la tecnica di lettura, in occasione della VI settimana della cultura 2004. Le attività riprendono nel maggio 2011 con il primo corso lettori volontari a Campobasso e le prima letture sono dell’estate, “Piccole letture”

presso la Biblioteca provinciale “P. Albino” di Campobasso; sempre a Campobasso, d’inverno presso la Libreria Mondadori e d’estate, con il patrocinio del Comune, nel Parco S. Giovanni e in Villa comunale “De Capoa”. Al Memofestival della Lettura “Francesca” a Torella del Sannio; “Piccole letture” sono state organizzate presso la Biblioteca della Fondazione Caradonio Di Blasio di Casacalenda e alla Biblioteca comunale “M. Romano” di Isernia, con appuntamenti estivi nella Villa comunale; presso il Centro Lettura a Fossalto e alla Libreria “La luna al guinzaglio” di Termoli. L’obiettivo dell’AIB Molise è di diffondere il progetto alle Biblioteche comunali, dove presenti, per aiutare le amministrazioni ad attivare le prime letture, la sezione, si è dotata di una piccola biblioteca circolante così da favorire il prestito ai piccoli lettori e ai loro genitori.

Dove acquistare il libro CAMPOBASSO - Via Normanno, 14 - presso La Gazze a del Molise dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00 / 13.00 e 16.00 / 20.00 Presso il Bar del Terminal Presso le Edicole di: Piazza della Repubblica - Via Scardocchia - Via Lombardia ISERNIA - Piazza della Repubblica - presso l’Edicola della Stazione TERMOLI - Via M. Pagano, 46 - Libreria Dolce Stil Novo


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Campobasso

18 settembre 2013

Antonio Battista capogruppo del Pd a Palazzo san Giorgio ha aperto il fronte della Fondazione Teatro Savoia.

Bisogna uscire senza esitazione dal guscio minimalista e occasionalista in cui s’è rintanata l’amministrazione in materia di attività culturali I primati della Regione Molise: la Fondazione Savoia ha chiuso i battenti, la Fondazione Molise Cultura ha dovuto spegnere il motore e l’Orchestra stabile del Molise sarà cancellata Cresce di numero e di qualità l’attenzione sul futuro del Teatro Savoia, di proprietà della Provincia di Campobasso, acquistato sotto la gestione amministrativa di Antonio Chieffo, per l’attuazione di una seria politica culturale. I primi anni di gestione diretta sono stati densi di iniziative e di buoni risultati. Poi l’occhio rapace della politica, anzi dei politicanti, ha cambiato l’indirizzo creando una apposita Fondazione i cui costi si sono rilevati nel tempo esorbitanti per le risorse provinciali. Ma la chiusura della Fondazione ha altre motivazioni, oltre quelle (non dette) di ordine finanziario. Sta di fatto che la Fondazione non è più e la Regione Molise ha assunto la regia del come potrà e dovrà essere il futuro. La storia dice che a farsi carico di questa incombenza ha cominciato Michele Iorio sul finire (purtroppo) della sua presidenza creando i presupposti perché la Fondazione Savoia interagisse con la Fondazione Molise Cultura. Il cambio della guardia ha generato e accelerato il disastro. La Fondazione Savoia ha chiuso i battenti e la Fondazione Molise Cultura ha dovuto spegnere il motore e il gioiello di famiglia, ossia l’Orchestra stabile, sarà svenduto, a detta del consigliere delegato ai problemi culturali Domenico Ioffredi, cognato di Frattura, che nei giorni scorsi s’è lasciato andare a questa dichiarazione: “La Fondazione Teatro Savoia confluirà nella Fondazione Molise Cultura. I lavoratori, fatti salvi i tempi tecnici dettati dalle procedure amministrative, saranno tutelati senza soluzione di continuità”. Con quale autorità e capacità di mantenere la promessa non si sa essendo la delega un puro atto interno della presidenza priva di rilievo esterno. Interrogativo dei lavoratori cui Ioffredi ha affermato che saranno tutelati senza soluzione di continuità. Ioffredi può dire ciò vuole, e ne ha dette di cose!, ma dovranno essere gli organi amministrativi a decidere. Sulla Fondazione Savoia e sulla Fondazione Molise Cultura non ancora hanno deciso nulla. Se la prendono comoda. Dicevamo dell’attenzione che cresce. Positiva, volitiva, quella del capogruppo del Pd a Palazzo san Giorgio, Antonio Battista. Che propone all’amministrazione

di uscire dal guscio minimalista e occasionalista in cui s’è rintanata in materia di attività culturali. Battista ritiene che sia questa l’occasione per rendersi un soggetto attivo, per non restare perennemente ai margini. Per creare invece sinergie e collaborazioni capaci di dare continuità ai cartelloni stagionali del Savoia, una diversa collocazione scenica alle potenzialità teatrali già espresse nel Festival del Teatro dell’Associazione il “Nostro quartiere S. Giovanni”, e per realizzare un miglior raccordo con il Teatro del Loto di Ferrazzano. Riunire forze, energie, potenzialità esperienze, risorse per un’aggregazione che sia stabilmente in condizione di promuovere e fare cultura e “acquisisca rilievo e considerazione anche rispetto alle potenzialità contenute in una strategia di sviluppo che deve coinvolgere la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, paesistico, delle tradizioni del capoluogo e del suo hinterland”. Per Battista starsene ciascun ente per proprio conto e ciascun ente con la riserva mentale di poter trarre vantaggi dalle situazioni per come si vengono realizzando, significa persistere in un atteggiamento senza respiro. Mentre tutto, anche i limiti imposti dalla crisi economica, invita a saldare idee, programmi, disponibilità per fare in modo che la crisi della Fondazione Teatro Savoia possa essere gestita con rinnovate motivazioni per una nuova stagione di crescita e sviluppo. Dardo

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La lettera.

Il teatro Savoia chiude di Edoardo Siravo Il direttore artistico del teatro Savoia di Campobasso M° Edoardo Siravo, all'indomani delle comunicazioni inerenti la stagione del Savoia, la Fondazione, i dipendenti e tutto il comparto teatrale, ha inteso comunicare agli organi di informazione quanto segue. “Come Direttore Artistico della Fondazione Savoia, vi comunico la chiusura della stessa entro il 30 Settembre 2013. Questa mia, per comunicare a tutti coloro che in questi anni hanno collaborato con noi o che, comunque, hanno inviato proposte di collaborazione, che dal 1 Ottobre 2013 il Teatro Savoia di Campobasso cesserà l'attività. Il motivo di tale chiusura dipende dalla sciagurato ed ipocrita tentativo di legge sul riordino delle Province (il Teatro Savoia è di proprietà della Provincia), che la politica nazionale, in questi anni, ha cercato di realizzare. Permettetemi un breve commento: tale tentativo è non solo anticostituzionale, tant'è vero che non si riesce a promulgare una legge in tal senso, ma va a colpire una delle poche Istituzioni economicamente sane della nostra Nazione (i nostri pagamenti puntuali ne sono testimonianza) che, per ovvii motivi, è bersagliata da coloro che, invece, cercano di mantenere i privilegi della casta riguardanti quelle istituzioni che in questi anni hanno svuotato l'economia italiana. Abbiamo cercato con tutte le nostre forze, assieme al Presidente della Provincia Rosario De Matteis, di contrastare e di opporci a questa situazione che però è diventata un dato di fatto dal momento in cui all'incertezza legislativa si è unito un progressivo e ben studiato svuotamento delle risorse economiche, a scapito di tutti i settori e delle iniziative che dalla Provincia dipendevano. Per quanto riguarda la Stagione Teatrale 2013/2014, ovviamente, allo stato attuale la situazione è bloccata, nonostante si stiano effettuando tentativi di trasferimento delle funzioni della Fondazione Savoia all'interno della Fondazione Regionale Molise Cultura. Ignoro i tempi in cui tale trasferimento potrà essere effettivo e se avrò comunque l'incarico di formulare la Stagione e, nel caso, con quali risorse economiche. Nel frattempo lascerò a disposizione, allegando le varie proposte ricevute, una bozza informale di stagione che era già stata da me formulata a suo tempo ed inoltre cercherò di tenervi informati delle decisioni future e della sorte del Teatro Savoia. Ringraziandovi per il lavoro svolto, vi invio i miei più cordiali saluti”.

CAMPOBASSO-NAPOLI

CAMPOBASSO-TERMOLI-PESCARA


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Spettacolo

18 settembre 2013

Due anni di tax credit, il cinema respira Garantiti 90 milioni di euro per il biennio 2014/15 dopo lo spauracchio della decurtazione. Ma gli spettatori sono in calo, anche in Molise Il governo finanzierà anche nei prossimi due anni la produzione cinematografica italiana: nel decreto per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo approvato dal Consiglio dei ministri è stato rinnovato il tax credit e saranno garantiti per il cinema 90 milioni di euro. Ad annunciarlo è il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray. Con questa mossa, sono state ritirate le minacce di sciopero e di manifestazioni eclatanti a Taormina e Venezia. Soddisfatte le associazioni di categoria e Riccardo Tozzi, presidente Anica (Era una questione di vita o di morte e siamo molto sollevati. Il ministro Bray ha fatto un gran lavoro), e Angelo Barbagallo presidente dei produttori (Ora si potrà riprendere, a partire da Venezia, quel percorso di confronto e collaborazione con l’Esecutivo, essenziale per definire una politica cinematografica all’altezza dei tempi). E’ passata così la paura dei tagli annunciati e ritirati dal Governo del Fare di Letta. L’ipotesi paventata (un taglio del 50%), avrebbe creato di fatto, un nugolo di disoccupati e ammazzato la creatività di registi e sceneggiatori. Resta però ora un dubbio: la tecnologia del digitale ormai impera, le sale hanno difficoltà all’adeguamento tecnico perchè costoso. Che succederà? Chi garantirà la sopravvivenza del cinema in Molise? In Molise il Maestoso ha due sale digitalizzate, ma deve essere completata tutta la struttura.

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di Giuseppe Saluppo

Nel capoluogo il Maestoso resta l’ultimo baluardo del grande schermo CAMPOBASSO - Il cinema è ancora in affanno. Nel corso degli anni, l’avvento di multisala e multiplex hanno minato la vita delle mono sala, oggi, sono tanti ad essere schiacciati dal calo di presenze. L’affluenza in Italia è calata, nel 2012, del 17%. In Molise le cose non vanno meglio. Il Multisala Maestoso, inugurato nel 1999, ha oggi 8 sale per un totale di 1.816 posti a sedere con un parcheggio molto ampio. Con il teatro Ariston chiuso dal 2005 (con una sala di 1.200 posti), il Maestoso resta l’unico riferimento per il grande cinema, anche se la sala più grande non arriva a 600 posti. L’affluenza in Italia è in forte calo, nel capoluogo, lo scarto rispetto all’anno precedente è minimo, attorno all’1%. La struttura di Colle della Api ha inaugurato due nuove sale pochi anni fa, ma nessun beneficio riguardo l’affluenza, che è rimasta intata, solo

spalmata su 8 anzichè 6 sale. Insomma, aumentando l’offerta non è aumentata la clientela. La digitalizzazione delle sale è in essere al Maestoso, che sino ad ora, si è adeguata alla tecnologia digitale nelle sale 2 e 3. La prossima sarà la sala 1. Una struttura come quella del Multiplex molisano, va tutelata e salvaguardata. La crisi che attanaglia le imprese, non può far cadere anche il cinema nel capoluogo, come già il teatro. Pertanto, chi ama il grande schermo, non può che andare al cinema, senza cadere nella tentazione dei film pirati, dei dvd tarocchi, di quelli che trovi nella rete, che vedi sul pc o sulla tv tv ma, in modo illegale. Il cinema è patrimonio di una società civile, come tutta la cultura ergo, non può essere abbandonato a sè stesso. Il messaggio è uno solo: andare a vedere un bel film nella sala della città. chp

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ISERNIA

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Isernia

18 settembre 2013

L’indiscrezione che circola nella provincia pentra accredita Frattura e Scarabeo tra gli ideatori per placare la protesta

Dalla difesa dell’ospedale alla direzione, il Comitato diventa onlus L’associazione nata per preservare il SS Rosario di Venafro potrebbe trasformarsi per gestire la nuova Rsa VENAFRO. “Il Santissimo ospedale rimarrà un vero ospedale con specializzazione Day Surgey (chirurgia di un giorno), reparto di Alzheimer, Medicina, Pronto soccorso h24, tutti gli ambulatori con circa 90 posti letto che in futuro potranno essere aumentati”. E’ questo il progetto che trova concordi il presidente della Regione Paolo Frattura e il Comitato per la difesa dell’ospedale di Venafro. Una questione, quella del SS Rosario, che spesso viene utilizzata come bacino di voti per i politici di turno. Il Comitato presieduto da Vaccone lotta da anni per resistere alla chiusura del nosocomio di Venafro. Le parole del vice presidente Franco Macerola però non tornano. La de-

scrizione di ciò che resterà del SS Rosario sembrano parole buttate al vento che non trovano riscontro negli atti della sanità molisana. Lì, nero su bianco, c’è scritto che l’ospedale verrà trasformato in una Rsa e, visto che non ci saranno i 4 reparti necessari per l’esistenza del pronto soccorso, ospiterà il primo soccorso. Alias: il 118. Insomma, la documentazione che la struttura commissariale – diretta da Frattura - discute con i tecnici di Roma descrive il futuro del SS Rosario come una struttura residenziale extra ospedaliera finalizzata a fornire accoglimento, prestazioni sanitarie e di recupero, tutela e trattamenti riabilitativi agli anziani in condizioni di non autosuffi-

cienza fisica e psichica, privi di supporto familiare e che consenta di erogare a domicilio gli

Timore per una fuga di gas A Civitanova del Sannio da un serbatoio di un distributore stradale ISERNIA. Tre squadre dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Isernia sono intervenute per una fuga di gas GPL da una flangia di un serbatoio di 30 metri cubi a servizio di un distributore stradale sulla SS 650 nel comune di Civitanova del Sannio. Dalla flangia oggetto della perdita era in atto un dispersione di GPL in fase liquida che si riversava in una limitrofa scarpata senza incontrare aree antropizzate. I Vigili del Fuoco muniti di esplosimetri hanno delimitato l'area oggetto dell'intervento effettuando poi un monitoraggio continuo della zona, e contemporaneamente, dopo aver interdetto, con l'ausilio del personale ANAS e dei Carabinieri, le zone limitrofe alla statale, si sono avvicinati al serbatoio schermandosi con getti di acqua nebulizzata, per ovvie ragioni di sicurezza. Una volta entrati nella "nuvola" di gas GPL hanno individuato la flangia da cui era in atto la perdita che a contatto con l'acqua si è autoridotta, infatti a causa del passaggio di stato da liquido a gassoso l'acqua congelava sulla flangia, successivamente si riusciva a manovrare i dispositivi di intercettazione d'emergenza riuscendo a bloccare definitivamente la fuoriuscita di prodotto. Sul posto in ausilio alle squadre intervenute oltre al Capo Turno e Funzionario di Guardia era presente anche il Comandante Provinciale.

interventi sanitari continui e l’assistenza necessaria. Qualcosa di diverso dunque dal-

l’ospedale. Chi dovrebbe gestire questa Rsa? In territorio pentro circola con insistenza una indiscrezione che, se fosse vera, aprirebbe a scenari raccapriccianti. Perché la guida della nuova struttura non più ospedale potrebbe essere gestita da una associazione onlus che altro non sarebbe se non una trasformazione del Comitato. Quindi, in altre parole, il Comitato si trasformerebbe in una onlus per gestire l’Rsa. Le malelingue dicono che la proposta sia stata sollevata proprio dai vertici regionali, Frattura con l’assenso di Scarabeo, e vista di buon occhio dal Comitato. Non resta che aspettare per vedere cosa accadrà. red.pol.

Fusa la campana per Castelpetroso I suoi rintocchi per l'elevazione a Basilica del Santuario Agnone. Si è svolta presso la sede della Pontificia Fonderia Marinelli ad Agnone la cerimonia di benedizione per la Fusione della campana “Vox fidei” che rintoccherà la Elevazione a Titolo di Basilica del Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (IS) il prossimo 21 settembre 2013. La colata è avvenuta alla presenza del Vicario Episcopale per il Santuario don Massimo Muccillo che, dopo avere recitato la preghiera di Benedizione del metallo liquefatto, lo ha asperso con l’acqua benedetta. La Campana destinata alla Basilica Minore di Castelpetroso ha un peso di 50 Kg ed il suo suono, La bemolle, va completare il concerto campanario inaugurato il 16 ottobre 1910. L’immagine principale riporta lo stemma della Basilica, uno scudo poggiato sulle chiavi decussate e sormontato dalla croce arcivescovile. Nelle immagini dello stemma vengono rievocate l’apparizione della Vergine Maria, rappresentata dalla stella a 8 punte alle due contadine Bibiana e Serafina ritratte in atteggiamento di stupore e il cuore addolorato trafitto dalle sette spade. Sulla campana compare inoltre lo stemma vescovile dell’arcivescovo di Campobasso – Bojano mons. GianCarlo Bregantini, la data “21 settembre 2013”, giorno dell’elevazione a Titolo di dignità di Basilica ed il motto di papa emerito Benedetto XVI e di papa Francesco a ricordo dell’Anno della Fede. Dietro la motivazione celebrativa c’è inoltre la memoria di Pasquale Marinelli “L’uomo che fondeva le Campane” di cui quest’anno ricorre il 10° anniversario della morte. La campana sarà esposta il 19 settembre 2013 al Santuario di Castelpetroso in occasione dell’avvio alle Celebrazioni per il 50° anniversario della Istituzione della regione Molise, alla presenza del Ministro per l’amministrazione Giampiero D’Alia e massime autorità regionali civili ed ecclesiastiche. Le prime campane del santuario, nel 1910, hanno un peso complessivo di sei quintali e sono state fuse ad opera della Fonderia Marinelli di Pasquale Marinelli di Agnone grazie alle raccolte di una pia zelatrice. Tuttora il completamento del concerto campanario, grazie alla generosità dei fedeli, rappresenta la devozione mariana del popolo molisano, un inno alla gioia nella Fede e nella fierezza di un popolo legato alla spiritualità, al lavoro, alla cultura.


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Termoli

18 settembre 2013

“Finito il tempo delle vacche grasse, levate la concessione al lido Tartaruga” Il presidente della Fiba Confesercenti chiede al Comune interventi certi TERMOLI. “E’ finito il tempo delle vacche grasse”. Non poteva essere più esplicito il presidente della Fiba-Confesercenti Pietro D’Andrea, che nella mattinata di oggi, ormai capo-balneatore ad honorem, visto il suo grado di trascinamento e la sua grinta proverbiale, incrociando lo sguardo del vice sindaco Enzo Ferrazzano, ha chiesto nell’incontro ospitato in sala consiliare interventi concreti, rapidi ed efficaci che evitino la ‘morte’ di decine di imprese turistiche, come quelle balneari, appunto, vessate da calamità naturali, crisi, concorrenza sleale e un carico fiscale da paura. Il titolare della Cala dei Longobardi Pio Rampa si è presentato in municipio con un notebook carico di foto che rappresentano visivamente il disastro avuto negli ultimi anni, tra nubifragi e trombe d’aria che gli sono co-

stati centinaia di migliaia di euro, altri lamentano opere pubbliche tardive che risolverebbero rischi e problematiche. Insomma, un mare magnum, ma tra tutti gli spunti offerti, uno è stato essenzialmente significativo, ‘extracorporativo’, quello

che ha visto lo stesso D’Andrea denunciare la gestione tutt’altro che associativa del lido ‘Tartaruga’, nato come concessione in uso al dopolavoro ferroviario e stabilimento balneare aperto a tutti. E se D’Andrea lo dice avrà buone ragioni, vista la sua con-

tiguità demaniale con il lido, tanto da chiederne ufficialmente una contestazione formale finalizzata alla eventuale revoca della concessione stessa. Un attacco a tutto tondo. “Non è possibile avere lidi che pagano fior di imposte ora a ri-

schio di revoca e chi, invece, abusa sapendo di abusare”. Insieme a lui anche il leader regionale del Sib-Confcommercio Massimo Balante. Ferrazzano, invece, aveva dalla sua parte della struttura, con cui cercare sintesi sulle esigenze degli operatori. Prima di entrare nel vivo sono state anche ufficializzate le tappe per la realizzazione del parcheggio che offrirà un servizio notevole riqualificando l’area che chi scrive chiama ‘spiaggia di cicoria’, a Rio Vivo, tra circolo della Vela e istituto Zooprofilattico. Nell'incontro illustrata anche l'istanza per la richiesta dello stato di calamità, anche se i tempi sul precedente nubifragio di due anni fa, poco fanno sperare in ristori per la tromba d'aria e i relativi danni del 25 giugno di quest'anno, a meno di compensazioni irrituali a cui sarebbero ammessi i richiedenti

Scazzottata in piazza Garibaldi, l'ennesimo Il pesce fresco torna sul molo, primi rientri e cassette litigio finisce con l'arrivo della volante ‘battute’ al mercato ittico

TERMOLI. Mattinata movimentata nei pressi di piazza Garibaldi dove, ieri mattina intorno alle 8.30, a seguito di offese verbali, due uomini sono passati alle mani e, finiti a terra, in scene da far west hanno continuato a darsele di santa ragione. A scatenare la lite sarebbe stato “uno sguardo di troppo”. A tentare di dividere i due uomini sono intervenuti diversi cittadini ma sedare gli animi non è stata cosa semplice; secondo alcuni, parrebbe che uno dei due fosse un netturbino della nostra città già noto alle forze dell’ordine. A intervenire una pattuglia della Polizia di stato alla cui vista l'uomo ha tentato di darsela a gambe facendosi spazio tra la folla ma dopo essere finito a terra è stato fermato dagli agenti.

TERMOLI. Dopo aver annunciato ieri la prima uscita in mare aperto al termine del fermo biologico da 45 giorni a questa parte, in tarda serata alla banchina degli ormeggi per i pescherecci c'è stato il rientro con la prima pescata di questa nuova stagione 'autunnale'. Le imbarcazioni si sono portate sul molo scaricando le centinaia di cassette di pesce fresco, agognato da ristoratori e commercianti, per finire soprattutto sulle nostre tavole, dopo un mese e mezzo di sospensione forzosa dell'attività. Così si è rinnovato il rito del mercato ittico, con l'asta 'telematica' stile borsa di Milano con le varie specie e qualità offerte a sorteggio dall'armatore di turno. Non affollatissimo il palchetto degli esercenti, che forse attendono il rientro di chi è andato a pescare più al largo per avere un'offerta migliore. Comunque l'importante era ricominciare.

Via Firenze e via Corsica: avviati stamane i lavori per lo spartitraffico e i lampioni TERMOLI. Come annunciato dal sindaco Di Brino e dall'assessore Sabella, nei giorni scorsi, hanno preso il via oggi i lavori in via Firenze. Oggetto dell'intervento è la sistemazione dello spartitraffico che, a causa di gesti incivili, è

diventato nel tempo una "meta di attraversamenti illeciti". "Sono compiaciuto per l'avvio dei lavori - ha affermato un residente stamane - perché finalmente si porrà fine a un'antipatica prassi di alcuni concittadini e rivedrò una

strada così trafficata nuovamente 'civile'". Entro fine settimana, quindi, via Firenze presenterà una staccionata, di circa 50 centimetri di altezza, a dividere i due sensi di marcia. Intanto, in fase di svolgimento,

sempre stamane, i lavori alla rotonda di via Corsica per la sistemazione degli ultimi due lampioni. A ciò avrà a seguire nei prossimi giorni la realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale.


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Termoli

18 settembre 2013

Sanità: risposta al Comitato civico Pro Vietri

Rossella Mammarella, consigliere comunale di opposizione LARINO- “Non posso non rimanere esterrefatta e sconcertata da tanta veemenza e, passatemi il termine, "maleducazione". A questi Signori, andrebbero spiegate nuovamente, e ben insegnate, le regole basilari per il rispetto della buona conversazione e della educazione verbale. Gli ideatori di cotanto elevato pensiero, che dimostrano invece una ferrea consistenza politica, ossia quella dell’arroganza e della prepotenza verbale, forse avrebbero fatto meglio a RILEGGERE attentamente ciò che IO ho redatto in maniera molto pacata, senza offendere nessuno, tantomeno il Comitato stesso. In questo scritto, che non riesco a definire diversamente, compaiono solo attacchi sul piano personale ed una violenza di parole, nei toni e nei modi, che è ingiustificata, inaccettabile e inammissibile...del tutto gratuita e inappropriata visto che il mio intervento, più che lecito e giammai banale (ricordo che nel giro di poco tempo dal mio comunicato stampa, ripreso anche da qualificate emittenti tv, un autorevole rappresentante regionale del PD, il capogruppo in Consiglio Regionale Francesco Totaro è giustamente intervenuto sulla questione esortando il Presidente della Regione a svolgere un incontro anche a Larino per discutere del futuro del Vietri. Altro che racconto di un’assemblea del PD di mezza estate! ). La sottoscritta, preciso, siede in consiglio comunale per vigilare sull’operato

della maggioranza essendo stata eletta nel ruolo di opposizione e non ha mai assunto connotati sgarbati che giustifichino tale volgarità. Pur volendo tralasciare il piano della forma e soffermandomi principalmente su quello del contenuto, non trovo nessuna importante precisazione in questo scritto se non l’ennesimo e superfluo riferimento all’operato del Comitato Pro Vietri, di cui non è stato messo in discussione l’impegno portato avanti negli anni precedenti, ma bensì ribadisco, trova invece ampio spazio una sterile e diffamatoria accusa sulla mia persona che giunge tra l’altro da una non ben designata figura che preferisce piuttosto celarsi dietro ad un nome collettivo, quello appunto del “Comitato civico”; basterebbe cotanto elevato segno di villania ad evitare una mia risposta, per il rifiuto di ascoltare chi non ha nemmeno il coraggio di assumersi la proprietà “intellettuale” delle baggianate che asserisce ma punta il dito contro la mia persona sollevando accuse infondate. Con tale risposta non esiste la possibilità di innescare nessun confronto politico poiché, se la capacità di osservazione e di critica devono essere conquistate attraverso la maleducazione e l’arroganza, siamo su un livello che non ha niente a che fare con il piano politico ma scade in quello delle chiacchiere e del pettegolezzo da strada. Se questa è la vecchia politica e il vecchio modo di intavolare confronti, sono ben lieta di essere “a digiuno” di questa “cultura” politica. Ritengo poi davvero singolare cercare di interloquire con un’amministrazione e per tutta risposta trovarmi a leggere uno scritto (che non saprei davvero definire perché, anche così, sminuisco la pratica dello scrivere che presume un pensiero, e una riflessione, aspetto carente in tal caso) di un Comitato Civico citato solo per evidenziare le assenze, in alcuni recenti sit-in, da parte di membri autorevoli che sembrano essersi totalmente defilati. Un comitato civico poi, in quanto tale, dovrebbe cercare sempre la massima aggregazione ed unità tra tutti ma invece, a quanto dimostra, forse in preda a deliri di onnipotenza pensa di possedere la golden share per tutto ciò che concerne la Sanità della nostra amata Larino. Del resto, nel ruolo che svolgo, non ho fatto altro che rivolgermi all’Assessore competente Palmieri e al Sindaco Notarangelo, con il solo scopo di stimolare un dibattito, oggigiorno non più rinvia-

bile, per informare i cittadini e l’opinione pubblica su quanto si sta facendo e su cosa sta accadendo a livello Regionale per quanto riguarda le sorti del Vietri. Ho semplicemente esortato l’Assessore, e insieme a lui la nuova Giunta, a darsi da fare e soprattutto a preferire la presenza in luoghi istituzionali più consoni, rispetto a quelle forme di protesta che regalano molta popolarità ma ritengo di fatto poco utili al fine della risoluzione di problemi di questa dimensione e rilevanza. Osservazione espressa come consigliere comunale ma soprattutto come cittadina, che si è sempre posta al servizio di questa collettività, e che non cerca nessuna ribalta politica ma, come ho sempre asserito, vede piuttosto nella politica il mezzo da utilizzare per poter migliorare le condizioni della comunità in cui ho scelto di vivere e lavorare con onestà intellettuale e di intenti. Trovo poi stupefacente che il mio impegno politico venga sminuito da persone che riportano con assoluta nonchalance frasi del tipo “al momento non ci sono atti ufficiali che possano inficiare le disposizioni sentenziate dal TAR”. Spero vivamente che questa frase resti ben scolpita nella mente di tutti i larinesi; a tempo debito probabilmente qualcuno rileggendola non potrà far altro che trarne le logiche conseguenze. Per concludere, esorto il Comitato ad esporsi in futuro utilizzando i nomi e cognomi di chi sottoscrive certe dichiarazioni, in toni e contenuti più adeguati, volti al rispetto della buona dialettica politica; invito inoltre, nuovamente, l’assessore Palmieri insieme alla Giunta, a darsi da fare per far sentire la propria voce e soprattutto ad informare tutti i cittadini, attraverso l’uso di mezzi e canali sicuramente più adeguati rispetto al solo social network che crea inevitabili disparità di genere, alimentando il “digital divide”. Per quanto riguarda poi l’incontro che si svolgerà molto presto con il Presidente della Regione, il Comitato Pro Vietri si metta pure l’anima in pace: i tre consiglieri comunali della lista “Esperienza è Rinnovamento” saranno presenti per offrire il proprio contributo e al contempo vigilare affinché si riesca a svolgere un dibattito serio, costruttivo e proficuo nell’interesse supremo della collettività. Il Consigliere Comunale di opposizione Rossella Mammarella


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Sport

18 settembre 2013

Completato l’organico con l’arrivo di un pallino del patron Edoardo Falcione.

Acquistato anche Carmine Guglielmi Il rifinitore arriva da Termoli, ma la sua miglior stagione l’ha fatta nel Trivento E così è arrivato anche Guglielmi. Che torna a casa, anche se con la maglia rossoblù non ha mai giocato. Ma siccome il rinforzo del Campobasso è di Mirabello si può dire senza timore che si tratti di un ritorno. Carmine Guglielmi è stato richiesto espressamente da Farina a cui servirebbe un trequartista. Anche se ai più sembra che alla squadra del capoluogo, infilata per la quarta volta in Eccellenza, starebbe bene un’altra punta. Viste le occasioni bruciate dai due attaccanti utilizzati dal mister nelle prime due uscite della squadra. Tanto con il Roseto che con la più modesta Santeliana il Campobasso ha prodotto parecchio gioco, ma non ha saputo concretizzare in rete. Si spera, dalle parti di Selva Piana, che le cose possano cambiare con l’arrivo di Guglielmi, il cui ingaggio non fa tremare i polsi. Ma considerando che il “comitato” ci ha messo un’intera estate per raccogliere circa 30 mila euro, sarebbe stato bene spenderli per la gestione quei soldi. Senza sbilanciarsi in un altro acquisto. Che male non farà, ma che po-

La formazione del Campobasso a Sant’Elia

teva anche essere risparmiato. Visto il livello bassino del campionato che ha nel Fornelli la formazione più autorevole per dare qualche fastidio al quella del capoluogo regionale. Va spiegato che Guglielmi arriva da Termoli dove ha giocato a go-gò, un po’ si e un po’ no; prima ancora è stato a Sambenedetto del Tronto apparendo e sparendo dalla formazione base; si ricorda invece la sua miglior stagione a Trivento, con Fal-

cione. Gli allenatori si sa come sono fatti: vorrebbero avere una rosa di prima grandezza. In modo da poter scegliere tra tante offerte e, magari, far ruotare più volte i giocatori. Per averli freschi e affamati di mettersi in mostra ogni volta che andranno in campo. Nelle prime due uscite tutto si può dire tranne che il Campobasso abbia rispettato il pronostico. Eccetto il risultato il resto

casa. Gli esperti del settore hanno dichiarato che appena il Campobasso avrà sciolto i muscoli sarà tutta un’altra musica. E qualcuno, spingendosi oltre, ha pronosticato solo vittorie per la formazione rossoblù. Se abbiamo capito bene la squadra di Farina dovrebbe vincerle tutte, mettendo insieme 90 punti. Raggiungendo un primato senza precedenti. Ma le parole sono parole, i fatti un’altra cosa. Meglio quindi andarci piano con i programmi da Guinnes. Nesè andato così suna squadra, sia così. Con il pur bene attrezRoseto, il seCarmine Guglielmi zata, è in grado condo tempo di mantenere è stato un sempre alta la crescendo dei concentrazione. giovanotti puIl Campobasso delle prime due gliesi; con la Santeliana, nel finale c’è stato uscite ha già fatto capire di esqualche affanno di troppo. Per sere il migliore del gruppo, anben due volte il portiere rosso- che se ha poi mancato alcuni blù ha dovuto ricorrere ai guan- facili appuntamenti con il gol. toni per respingere altrettanti Per supponenza, più che per de(M.P.) tiri da lontano della squadra di ficit tecnico.

Nel capoluogo pentro hanno potenziato la società e ora pensano a far punti pesanti per lasciare l’ultimo posto, in riva all’Adriatico permane il nervosismo per il cambio dell’allenatore.

Isernia e Termoli: i problemi non mancano Trillini ha pagato soprattutto la mancanza di gioco e le 5 pere subite in coppitalia di Mauro Palladino A Isernia sono convinti di potersi rimettere subito in verticale. A dar loro fiducia saranno state forse le continue immagine della Concordia che hanno fatto il giro del mondo. Arrivando anche nella città pentra, dove non c’è il mare, ma esiste un ottimo campo sportivo. Dove poter iniziare a vincere. Tanto per lasciare lo scomodo e imbarazzante ultimo posto in classifica. Peraltro solitario. E siccome si sa che aver amici al suol scema la pena, stare lì sotto, col saio addosso, come il poverello di Assisi non deve essere piaciuto non solo al mister e ai giocatori, non solo ai tifosi che non sono molti, ma esigenti, ma soprattutto alle autorità del posto. Che hanno chiesto e ottenuto soccorso per migliorare l’assetto societario. Noi che conosciamo bene il mondo isernino sap-

piamo che regna nella città capoluogo un forte orgoglio. Per questo ora si stanno perorando in tanti per non perdere la Serie D che non vale di certo la stessa valenza dell’Università che sta per essere spostata a Campobasso; neppure lontanamente si può paragonare alla Provincia che potrebbe sparire; ma ha il suo valore sociale e di immagine. A Termoli, intanto, Domenico Giacomarro ha ripreso il lavoro che aveva lasciato a fine campionato. Sul principio non gli era andato giù per come era stato trattato da Cesare che invece di manifestargli solidarietà e gratitudine lo ha spesso duramente criticato. Al punto che con il caldo dell’estate ognuno aveva seguito la sua strada. Giacomarro, forte del lusinghiero secondo posto, era convinto di potersi mettere sotto l’ombrellone ad aspettare la telefonata giusta per la guida di una nuova squadra. Ma il

telefono è rimasto muto. O, meglio, qualche chiamata pure c’è stata, ma senza certezze. Così si è messo una gamba sull’altra, ha cominciato a girarsi i pollici nervosamente e quando gli è stato appena prospettato di ritornato dalle parti del Castello Svevo è schizzato come una molla. E ha detto: “Accetto”. Deve aver passato la nottata a contare le pecore Sauro Trillini che a tutto avrebbe pensato tranne che gli potesse arrivare il licenziamento dopo aver vinto la prima partita, perdippiù con un ricco 3-0. Il mister di Ancona ha pagato non certo per come ha gestito il successo sul Giulianova, ma per quelle cinque pere incassate in coppitalia, manifestazione che vale quel che vale, ma che ha fatto saltare i nervi a Cesare. Il quale non è un profondo conoscitore di calcio, ma capisce di market, di immagine e di econo-

mia. Quindi se l’è legata al dito. E alla prima occasione ha preso la clamorosa decisione.Tornando in pratica sulle sue decisioni col bel sole. Giacomarro per la fretta di tornare a Termoli forse non si sarà portata la bacchetta magica. Per cui non sappiamo se magicamente rimetterà in sesto la squadra che anche con Trillini non è andata male, ma non ha avuto la mentalità della grande squadra. Non va dimenticato che il patron è un vincente e siccome non è un termolese (è nato a Isernia e vive a Campobasso) intende scolpire il suo nome per sempre nel cuore della gente di mare. E tutto ciò potrà avvenire solo se riuscirà a fare qualcosa di importantissimo. Il suo già lo ha fatto: ha portato la squadra dall’Eccellenza alla D e, come si ricordava, ha sfiorato al primo tentativo la D (Berardo ci ha messo tre anni).


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18 settembre 2013 Pagina redazionale singolarmente autogestita Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto

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