23 giugno 2013

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ANNO IX - N° 20 - DOMENICA 23 GIUGNO 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Tel. e Fax 0874.698012 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno a Vincenzo Cotugno

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Cotugno. L'esponente di Rialzati Molise, che ha contribuito e non poco alla vittoria di Frattura, continua a restare al palo nonostante il successo ottenuto. Fino a questo momento è stato assai paziente nell'attesa e non è mai uscito dal seminato a livello dialettico nonostante le giuste attese e aspirazioni. L'Oscar, pertanto, se lo è pienamente meritato alla luce anche di quanto accade tutto intorno a livello politico dove le parole non sono più tali così come gli impegni sottoscritti.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore senza elezione potrebbe lasciare il posto proprio a chi un voto lo ha, pure, portato alla coalizione vincente. E' pur vero che c'è qualcuno che lo vorrebbe proiettato come candidato a sindaco alle prossime comunali di Campobasso e, dunque, il gesto di lasciare lo scranno assessorile lo farebbe solo in prossimità della data elettorale. Sta di fatto che la sua chiamata in Giunta ha già provocato non pochi sbandamenti anche in casa dell'Italia dei valori.

EDILIZIA

Le imprese sul baratro Mancano le commesse A PAG. 2

SANITA’

Liste di attesa, una brutta vicenda per il Molise A PAG. 5

CAMPOBASSO

Sui beni del Comune nessuno si fa avanti A PAG. 7


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TAaglio lto

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Le imprese rischiano di saltare in aria. Mancano le commesse.

Crisi, costruttori sul lastrico CAMPOBASSO. Zucchero, polli e vestiti. La Regione Molise si occupa solo di questo e intanto le aziende più piccole, quelle che danno vita alla vera economia locale, sono tenute fuori da qualsiasi discorso volto a trovare una soluzione. Così succede che, mentre, si cammina per strada, s’incontrano imprenditori che chiedono: “Scusi, lei che fa la giornalista, perché sui giornali si legge solo di Solagrital, Ittierre e Zuccherificio? Perché la Regione guarda solo in quella direzione?”. A parlare é un imprenditore edile che evidenzia: “E’ vero lì c’é un numero più alto di dipendenti, ma gli altri sul territorio, se messi insieme, non sono piccole e medie imprese. Eppure stanno tutte in concordato preventivo o tentano di evitare il fallimento pur avendo crediti”. Si aggiunge alla conversazione anche l’ex assessore Udeur del Comune di Campobasso Maria Grazia De Vincenzo. “Abbiamo avuto un incontro con la Regione con nessun risultato su propose da seguire. Adesso attraverso l’Ance sto organizzando un unione di diverse associazioni per dialogare con la struttura

regionale”. La maggior parte degli imprenditori hanno venduto i loro beni per pagare i dipendenti, dove ce l’hanno fatta. Ma non possono andare oltre. La Regione Molise, gioisce per i 15 milioni di fondi Fas per la ricostruzione. Ma questa gioia non é compresa tra le aziende. “E che ci fai con 15 milioni?” ci si chiede. Già, perché ciò che nessuno spiega é che i 346 milioni per la ricostruzione, se non vengono impegnati e spesi entro 3 anni, saranno persi dal Molise. Quindi, se il governo regionale si dovesse limitare a gioire per 15milioni annui senza insistere su un maggiore stanziamento da impegnare, entro il 2015, su 346milioni, se ne useranno appena 45. Certo, Ruta ha annunciato che forse si potrebbero avere altri 10 milioni, ma saranno comunque pochi rispetto alla cifra totale. Sembra che il presidente del Consiglio Vincenzo Niro si sia assunto un impegno, informale, a convocare un incontro per ascoltare e valutare proposte che la super associazione di imprenditori edili vorrebbero confrontare con la Regione Molise.

Il settore è inginocchio e troppe sono le chiusure di esercizi

Commercio, colpevoli ritardi

CAMPOBASSO. Sulla legge regionale approvata dal Consiglio regionale era stata la Confcommercio a denunciare le nuove aperture di strutture di grande distribuzione che venivano liberalizzate nella loro quasi totalità. “E questo quando nel Molise la Grande distribuzione ha già una presenza importante, per molti versi già ampiamente eccedente la domanda potenziale che il nostro territorio esprime – sosteneva Spina - E’chiaro che in base alle scelte della Regione il piccolo commerciante farà sempre più fatica a sopravvivere anche perché anche eventuali iniziative di supporto, come i centri commerciali naturali, vengono subordinati a complicazioni burocratiche e amministrative da renderli pressoché irrealizzabili”. I dati economici che sono stati pubblicati in questi giorni, dovrebbero portare la Regione Molise a pensare ad un cambio di strategia in materia di competitività che, fino ad oggi, è stata influenzata da fenomeni di concentrazione geografica delle innovazioni. In genere, si è teso a specializzarsi nel proprio ambito di sviluppo tecnologico specifico e ad attrarre attività nazionali ed estere con la stessa specializzazione produttiva. E' chiaro, che dinanzi ad una crisi tanto forte che ha messo in ginocchio le strutture produttive di sempre, il rischio è di trovarsi di fronte ad un crollo del sistema

industriale tradizionale. Non sarebbe male, a questo punto, pensare se legiferare in materia di innovazione o se mantenersi nell’ambito di quanto stabilito a livello statale. Di fatto a partire dal 1999, sono state promulgate oltre un centinaio di leggi regionali che hanno influenza sulla ricerca e l’innovazione in varie forme e con diversi strumenti. Il Consiglio regionale del Molise, però, non ha trovato il tempo per fare altrettanto. Ovvero di dotarsi di un apposito piano strategico o di dotarsi di uno strumento legislativo specifico, per il coordinamento organico di tutte le misure e gli interventi in materia di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. Eppure, questo, sarebbe il momento più opportuno in un quadro di politiche macroeconomiche dirette a stimolare la domanda aggregata in funzione anticiclica, per far sì che le nuove tecnologie portino a una maggiore occupazione con la necessità, però, di destinare le risorse in modo prioritario verso attività innovative finalizzate alla creazione di nuovi prodotti, accrescendo il sostegno pubblico e privato sia alla ricerca e sviluppo, sia alla progettazione e produzione sperimentale. Senza dimenticare, ancora, che la nostra è anche una realtà di piccoli artigiani e di commercianti. Per mantenere vivo questo tessuto produttivo e distributivo, vero antidoto contro l'omologazione e la globalizzazione al ribasso, è importante garantire servizi, assistenza, snellezza e disponibilità a venire incontro alle giuste esigenze dei due settori: per rilanciare il commercio prima di tutto serve meno burocrazia in fase di autorizzazione e più controlli in quella successiva, con una miglior organizzazione delle attività e degli esercizi sul territorio, la garanzia dell’equilibrio tra grande e piccola distribuzione attraverso piani del commercio non calati dall'alto ma concertati con le categorie e con le parti sociali e assicurare la permanenza e lo sviluppo degli esercizi di vicinato nelle periferie e nei paesi. Una sfida, quella dell'innovazione, che non può essere più rinviata.

"Scarabeo assessore inutile" Sul caso della Seida interviene il senatore Michele Iorio CAMPOBASSO. "Leggo con qualche stupore l’ultima uscita dell’Assessore Scarabeo impegnato a annunciare con grande clamore mediatico ai molisani delle iniziative estemporanee, illogiche e contraddittorie facendole passare per interventi di straordinaria importanza per il riordino dei conti della Regione e per il rilancio dello sviluppo dell’intero Molise". E' quanto sostiene il senatore Michele Iorio. "Scarabeo si vanta di aver chiuso l’agenzia SEIDA. Non so in verità se si è reso conto cosa sia SEIDA: si tratta infatti, o meglio si trattava, di una iniziativa che non aveva alcun costo per la Regione tendente ad ottenere per il Molise il riconoscimento, da parte della Commissione Europea, della titolarità di un progetto per lo sviluppo del Sud Europa. SEIDA per raggiungere la sua strategica mission avrebbe dovuto operare con altri organismi territoriali, sia italiani che di altri stati membri della UE. Tutto ciò, è bene ricordarlo, a costo “zero” per i cittadini molisani. Dunque non si scioglie alcun organismo, agenzia o struttura complessa e organizzazione costosa, si rinuncia invece inopinatamente all’opportunità offerta alla nostra regione di concorrere, a costo “zero”, a realizzare un grande progetto per lo sviluppo del Sud Europa, dell’Italia e quindi del Molise. Credo che la pratica degli annunci assolutamente inutili, demagogici e privi di un reale interesse per i vari strati della popolazione regionale alle prese, insieme al resto del Paese, con una difficile situazione economica, insieme alla denigrazione sistematica di tutto quello che è stato fatto in passato rischi di ridurre di molto la credibilità del governo regionale. A Scarabeo chiude Iorio - voglio solo dire che se continua così potrebbe diventare l’assessore più inutile degli ultimi trentenni".


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3 23 giugno 2013

Dall’incontro romano solo possibili ipotesi. I lavoratori delusi dal centrosinistra scrivono: viva Iorio. Petraroia favorevole al contratto agricolo

"Gam: dalla Regione solo chiacchiere" Frattura e compagni annunciano la salvezza ma il verbale smentisce

Comunicato stampa per esprimere soddisfazione. Parole di giubilo perché finalmente il governo Frattura, grazie al gioco di squadra con i parlamentare del Pd, è riuscito ad intravedere una strada per la salvezza della filiera avicola molisana: evviva, dunque, è la fine di un incubo. La salvezza è vicina. E invece no. A raccontare cosa sia successo due giorni fa al solito tavolo ci pensano le carte: in particolare il verbale del Ministero. Così si scopre che, dopo critiche decennali contro l’elargire fondi pubblici all’azienda attuato da Michele Iorio, per il momento l’alternativa é: la Regione deve elargire fondi pubblici. Dal verbale del ministero si legge che gli ammortizzatori sociali dopo il passaggio il nuovo passaggio da Gam a Solagrital. L’ipotesi che si vuol seguire per risollevare l’azienda è quella cooperativistica, già proposta in passato, neanche

a dirlo, dall’allora assessore alle Partecipate Gianfranco Vitagliano. Insomma, a quel accordo fatto si sostituisce il verbale con “pur lasciando aperte le trattative per la ricerca di u partner privato, si stanno valutando nuovi percorsi (ovviamente da verificare e definire nell’immediato futuro) e, in particolare, su un’iniziativa di Confcooperative é stata avanzata una ipotesi di percorso che prevede il salvataggio ed il rilancio dell’intiera filiera nelle logiche, innovative, del sistema cooperativistico”.L’idea prevede cioè di creare 4 cooperative: allevatori, trasformazione di prodotti agricoli, servizi trasporti e logistica, commercializzazione. “Le strutture in elenco potranno essere costituite con il capitale apportato dai lavoratori e potranno godere dei benefici di legge previste per le singole categorie di appartenenza”. Ed infine: “Il controllo delle fasi di realizzazione del piano industriale sarà assi-

curato da una sovrastruttura, un consorzio, in cui alcune risorse opportunamente qualificate monitoneranno attentamente i processi e coordineranno i piani di sviluppo ed investimento”. Questo dunque il piano di rilancio presentato. Intanto al Ministero dello Sviluppo economico il verbale vede scritto, nero su bianco: “Rimane confermato l’impegno da parte della Regione Molise a supportare il progetto di rilancio attraverso il coinvolgimento di un nuovo soggetto nonché assicurare piena disponibilità attraverso le previste misure regionali a favore di programmi d’investimento da parte di soggetti interessati”. Il Ministero si é impegnato da parte ad individuare possibili acquirenti. E l’accordo, siglato solo per chi vive in Molise, é: “Le parti dopo ampia ed approfondita discussione hanno concordato di rincontrarsi presso il Ministero al fine di verifi-

care lo stato di attuazione del percorso ipotizzato”. Ma in Regione sono tutti soddisfatti. Infatti dall’ufficio stampa di Frattura arriva la nota dal titolo “firmato l’accordo”. E mentre il presidente in chiusura afferma: abbiamo gettato “basi concrete, con elementi definiti, queste, sulle quali andremo avanti per mettere in campo la migliore soluzione utile al rilancio della nostra filiera avicola, importantissima per tutta l’economia regionale. Questo è il nostro obiettivo” sul social network, la delusione tra dei lavoratori é tanta: “la cosa bella è che l’attuale assessore venti anni fa ha fatto le barricate per non far applicare il contratto agricolo. Dopo anni che sono stati versati contributi per l’industria oggi facciamo festa per la cassa integrazione agricole e sono dovuti andare in massa a Roma per farci fare sto grande regalo. Mo la dico tutta: viva Iorio".

Il Pdl sottolinea la negatività della proposta formulata da Ruta.

"Progetto Gran manze, una class action" CAMPOBASSO. "Allora, facciamo un minimo di chiarezza. Una grande industria alimentare del Nord, la Granarolo, chiede di trasferire in Molise 12.000 mucche gravide per il periodo della gestazione. Prima domanda: perché non se le tengono al Nord, visto che non devono pascolare sui verdi prati molisani, ma essere rinchiuse in una mega stalla, dalle dimensioni enormi per questa Regione?". Lo sostiene il coordinatore regionale del Pdl, Ulisse Di Giacomo. "Seconda domanda: quale sarebbe il ritorno economico per questa Regione, a fronte di un inquinamento atmosferico e del suolo che non avrebbe precedenti in Molise? Terza domanda: il Molise dovrebbe diventare l'im-

mondezzaio dell'Italia dietro la promessa di improbabili investimenti della Granarolo sullo Zuccherificio del Molise e sulla GAM / Solagrital? Oppure dietro questa squallida vicenda si nasconde qualcos'altro? Aspettiamo le decisioni delle amministrazioni comunali che si sono dichiarate interessate al progetto, per avviare una " class action " contro chi si sarà reso responsabile di un attentato all'ambiente e alla salute dei molisani. Nel frattempo siamo certi che il Sottosegretario De Camillis, molto sensibile a questi temi, si muoverà con decisione a tutela del suo stesso territorio e contro questa scellerata idea".


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4 23 giugno 2013

In questi giorni è tornato di attualità il dibattito sul regionalismo.

Autonomi,a provare la seconda vita

di Giuseppe Di Iorio CAMPOBASSO. "Le piccole patrie" oggi hanno le potenzialità per tornare a giocare una vera partita sullo scacchiere sempre più in mano ad una depravata finanza. Tutto ciò ci impone di prendere atto che una fase storica si è conclusa e che diventa necessario attrezzarci per tempo al fine di dare vita ad una nuova, più difficile ed esaltante fase: quella della seconda autonomia. E' una

sfida importante per il Molise e per tutti i molisani, al di la delle appartenenze e di quant'altro se non vogliamo tornare ad essere la costola di qualche altra regione o, peggio, doverci sistematicamente presentarci col cappello in mano. E' pur vero che molti esempi non sono stati positivi, che quanto costruito nel corso dell'ultimo trentennio è stato mangiato ma è altrettanto vero che possiamo ricostruire un percorso. Una seconda autonomia, allora. L’avvento di questa deve assumere, per la nostra gente, il

significato di una vera e propria sfida: come fare sviluppo – per una piccola regione, fortemente caratterizzata dal suo particolarismo culturale e dalla sua natura di montagna (magnifica, ma anche impegnativa) - nell’epoca della globalizzazione? Bisognerà puntare essenzialmente a far uscire la nostra società da quella sorta di “impasse” economica (oggi aggravata dalla crisi mondiale) che l’ha caratterizzata in questi ultimi decenni tratteggiata come “benessere senza sviluppo”, pur senza voler minimamente sottostimare gli importanti traguardi raggiunti, che hanno consentito alla nostra comunità di ottenere quell’“égalité de chances” rispetto ad altre aree metropolitane più ricche della nostra. Come fare sviluppo, dunque? Aumentando la ricchezza prodotta, per continuare a garantire un elevato standard dei servizi offerti alla collettività. E ciò si potrà ragionevolmente ottenere puntando, in primo luogo, all’ottimizzazione di tutto il potenziale umano, territoriale, infrastrutturale, tecnico, economico, finanziario e culturale di cui attualmente disponiamo. E non è poca cosa. Sappiamo di non avere dalla nostra parte il conforto dei grandi numeri. Per realtà più consistenti la “qualità” diventa una ragionevole probabilità statistica: nel nostro caso deve diventare un progetto lucidamente elaborato e tenacemente perseguito, dove nulla può essere lasciato al caso o all’improvvisazione. E' la seconda autonomia la vera sfida che si impone alle forze politiche e a noi tutti per avere la speranza ancora di un domani.

"Una via molisana allo sviluppo" La proposta è della Coldiretti Molise lanciata con Campagna Amica CAMPOBASSO. "Come Coldiretti Molise abbiamo un progetto di rilancio dell’agroalimentare, che si interseca in quello nazionale di Coldiretti". Lo ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Vittorio Sallustio, in occasione della manifestazione Campagna Amica. "Siamo convinti che esiste una via italiana e molisana allo sviluppo, alternativa a quella fondata su grandi impianti, grandi capitali, distanze spesso irragionevoli fra luogo della produzione e luogo del consumo e che ha retto per quasi due secoli l’economia. Abbiamo presentato all’assessore regionale all’agricoltura, Vittorino Facciolla, una nostra piattaforma di proposte e progettualità per l’agricoltura molisana, auspichiamo di poter lavorare sinergicamente per la realizzazione di un sistema agroalimentare in cui la parte agricola abbia la giusta valenza. La revisione della Politica Agricola Comune (PAC) rappresenta sicuramente una importante opportunità per adeguare gli interventi in agricoltura alle mutate esigenze delle imprese agricole, privilegiando l’utilizzo delle risorse verso gli imprenditori professionali”.

Gam, la socializzazione d'impresa La Confcooperative rilancia il progetto a favore della filiera avicola CAMPOBASSO. Nel pomeriggio di venerdì 21 giugno 2013 Confcooperative Molise ha incontrato le parti interessate al Progetto di rilancio della Filiera avicola molisana. Nell’incontro sono stati definiti i punti di sviluppo per la risoluzione della problematica GAM SOLAGRITAL con la proposta del Progetto denominato socializzazione d'impresa della filiera avicola molisana. Hanno partecipato all’incontro la Regione Molise e la finanziaria regionale Finmolise che si sono dimostrati molto interessati all’iniziativa proposta.

Il modello cooperativo rappresenta uno strumento aggregativo ed ha una valenza concreta per il superamento della crisi avicola molisana Il piano industriale sarà sviluppato da un Tavolo Tecnico costituito da valide professionalità del movimento cooperativo e del settore avicolo. Per la presentazione del Progetto “socializzazione d'impresa della filiera avicola molisana” Confcooperative organizza una Conferenza Stampa per il giorno giovedì 27 giugno alle ore 16.00, presso la sede di Confcooperative Molise.


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5 23 giugno 2013

Tutti a guardare il Piano di rientro e nessuno ai guai veri della sanità.

Continua lo stillicidio delle liste d’attesa e la disorganizzazione territoriale Il muro del silenzio dell’Asrem si sta dimostrando più tetragono del muro di Berlino. Infatti, non crolla

Il male delle liste d’attesa. Sembra incurabile; anzi lo è. Diversamente si sarebbe dovuto avere un miglioramento dopo la sequenza impressionante di denunce di casi limite (mesi e mesi per un elettrocardiogramma; per una visita dall’endocrinologo in media dai quattro ai cinque mesi; per un’ecografia ortopedica non meno di tre). Tempi biblici, ai quali vengono sottomesse, al solito, le fasce sociali più deboli. Chi può, s’avvale delle strutture sanitarie private, anche non convenzionate. E’ il frutto di una accertata disorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali, complice la flebile risposta ai bisogni e alle necessità anche del personale che a sua volta difetta di numero e, spesso, di qualità. L’attenzione della gente sulla sanità è tutta obbligata dai media sul Piano di rientro dal deficit, mentre dalla cronaca giornalistica restano fuori i problemi veri, tra cui,

ribadiamo, l’abbattimento delle liste d’attesa e la riorganizzazione della medicina territoriale. E’ il caso che il sistema dell’informazione allenti, dunque, la presa sul deficit e sull’andirivieni di commissari e sub commissari, e si dedichi con maggiore impegno alle faccende della sanità regionale raccogliendo le doglianze, le preoccupazioni, le paure, talvolta i drammi di gente che in attesa di un esame, di un’indagine diagnostica ci lascia la pelle. Una situazione che s’aggrava di giorno in giorno favorita, lo ribadiamo, dalla disattenzione generale e dalla capacità del sistema sanitario a coprire le proprie magagne salvo quando, caso raro però, non si levi una voce dall’interno a farsi sentire. E dall’interno del sistema è tornata ad alzarsi la voce contro le liste d’attesa e le insufficienze organizzative dando anche conto del perché e del per come. Abbiamo letto, infatti, con attenzione, una delle cause e l’ostilità

che trova ad essere rimossa. E’ buona regola dove la sanità è gestita con criterio e senso di responsabilità che i responsabili dei vari poliambulatori ogni qualvolta che si formano ritardi esagerati nelle liste d’attesa trasmettono la richiesta all’Asrem regionale attraverso il responsabile di zona. L’Asrem provvede a pubblicare l’elenco di queste richieste e nell’arco di poche settimane gli stessi poliambulatori si avvalgono di specialisti ‘ingaggiati’ appositamente per aumentare il numero delle visite e quindi ridurre i tempi di attesa. Nel Molise invece le richieste dei poliambulatori si infrangono contro un muro di silenzio e finiscono nel nulla. Nella casistica delle richieste finite nel nulla c’è stato un tempo in cui i Distretti sanitari della provincia di Campobasso hanno chiesto ore di medicina specialistica ambulatoriale nella misura necessaria, poi responsabilmente ridotta in base alla verifica delle risorse finanziarie disponibili, comunque ore sufficienti a coprire almeno in parte i turni e a ridurre le liste d’attesa. Tutto inutile. Il muro del silenzio si sta dimostrando più tetragono del muro di Berlino. Infatti, non crolla. Per cui le liste s’ingrossano, i tempi d’attesa si dilatano, le necessità dei pazienti restano inevase, il malcontento si radica sempre più a fondo nella coscienza collettiva. Situazione cristallizzata sulla insensibilità di chi gestisce il sistema sanitario nel quale - diciamolo apertamente - in nessun Piano di rientro del disavanzo è scritto di tagliare i servizi agli utenti. Eppure accade. Ciò in quanto si preferisce stare dietro alle polemiche della politica, all’utilità o meno dei commissari ad acta, e alla fanfaluche dei tanti soloni che s’improvvisano maestri, e sono semplici apprendisti stregoni. Accade. Intanto non viene sciolto il nodo degli errori, le cui conseguenze ricadono solamente sulla pelle dei cittadini. Mentre taluni assurdi privilegi economici continuano ad essere elargiti; taluni atteggiamenti incoerenti con lo stato di salute della sanità e delle risorse finanziarie continuano a restare in piedi, contraltari insopportabili agli occhi di chi deve attendere mesi e mesi, e forse morire, prima di un elettrocardiogramma, di un’ecografia, di una visita dell’endocrinologo. Dardo

La lettera.

"Cooperative sociali senza soldi" I dipendenti dei centri da sei mesi senza stipendio richiamano l'attenzione della Regione Si fa sempre più insostenibile la situazione per gli operatori del comparto sanità della Cooperativa Cs.s. Ad oggi sono sei le mensilità arretrate non ancora percepite; gli operatori vanno avanti per inerzia, a proprie spese, anticipando i costi del carburante e facendosi carico di tutte quelle incombenze al fine di garantire la continuità del servizio, ma stare sei mesi senza retribuzione è davvero troppo e la situazione rischia di precipitare da un momento all'altro se la Cooperativa C.s.s. non correrà ai ripari. Innumerevoli nel corso degli anni gli incontri con i vertici della cooperativa, insieme ai sindacati e alle istituzioni, ma la problematica è rimasta sempre tale, se non peggiorata. Anche esponenti politici nazionali si sono occupati delle sorti della C.s.s che, nel solo Molise, è rappresentata da circa 150 lavoratori; si ricordano, ad es. le interrogazioni parlamentari di Di Pietro e Di Giuseppe del novembre 2012.Ma l’aspetto che ci preme sottolineare è quanto accaduto giusto un anno fa. Da parte dei vertici della Cooperativa a noi operatori fu

detto che se fosse stata effettuata una ricapitalizzazione della stessa sarebbero stati risolti tutti i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti degli stipendi: a ciascuno di noi lavoratori fu chiesto uno sforzo economico non indifferente, vale a dire l’acquisizione di quote per un importo pari a 5mila euro, attraverso delle trattenute in busta paga. Abbiamo sopportato anche questo ma i benefici della “strana” operazione sono stati del tutto disattesi, tant'è che ci troviamo ancora oggi alle prese con i problemi di sempre, ma con un ulteriore aggravio di costo della “ricapitalizzazione”: insomma “cornuti e mazziati”. Sappiamo benissimo che la morsa della crisi si fa sentire in tutto il settore della sanità molisana, ma siamo convinti di non esagerare quando sosteniamo che la nostra problematica è la più seria e non è più tollerabile che nessuno delle parti in causa faccia qualcosa, si tiri indietro, scaricandosi le responsabilità a vicenda. I colleghi di altre aziende in sofferenza, anche della sanità, al primo ritardo di una mensilità subito scendono in piazza o si

presentano davanti ai Palazzi regionali reclamando il dovuto, ma sfidiamo chiunque a lavorare con sei mensilità in arretrato, dopo aver anche sostenuto una ricapitalizzazione rivelatasi “farlocca” e anticipando spese ogni giorno, dato che assistenza sanitaria a domicilio significa giustappunto svegliarsi ogni mattina e andare presso le abitazioni delle persone e non aspettarle al caldo di un ospedale o di una clinica… Abbiamo tutti una famiglia, figli da crescere e far studiare, mutui da pagare ma siamo costretti a ricorrere a qualche risparmio o addirittura a chiedere prestiti per poter continuare a lavorare senza guadagnare. Ciò è intollerabile: siamo stanchi di essere presi in giro, siamo demoralizzati e demotivati: chiediamo che chi di dovere si impegni realmente e metta fine a tale ignobile situazione. Ad essere penalizzati siamo solo noi lavoratori, ma di certo questa situazione non fa onore a nessuno, poichè la dignità del lavoro è del tutto calpestata. Gli operatori della c.s.s. comparto sanità


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Campobasso

23 giugno 2013

Terminal, solo polemiche CAMPOBASSO. Non poche polemiche, ancora una volta, sulla questione Terminal degli autobus a Campobasso. A parte, ormai, l'aria di abbandono che si respira nell'area, resta la confusione. Possibile, che non ci sia nemmeno un quadro sinottico in grado di mettere a disposizione degli utenti orari e arrivi e, perchè no, in quale marciapiede? Può sembrare una banalità, ma non è così. In uno stato civile è proprio l'informazione che nasce dai dati a rendere degno di tale nome l'appartenenza a una comunità. Invece, tutti a chiedere dove è possibile prendere il pullman per una destinazione o dove arriva quello proveniente da altra. Un rincorrersi di domande in attesa di risposte. E per fortuna che c'è, almeno, il bar aperto che consente lo scambio di preziose informazioni nonchè garantire l'altrettanto civile utilizzo del bagno. Sono anni che ci si trova dinanzi a scene come quelle descritte

Nessuna soluzione definitiva per l'apertura della struttura

ma da altrettanto tempo nessuno mai si è peritato di prendere il toro per le corna. Ovvero, di capire come è possibile risolvere in via definitiva il contenzioso in atto che impedisce l'utilizzo pieno della struttura. Campobasso, eppure, è capoluogo di regione e, per questo, è crocevia di scambi ed ha neces-

sità assoluta di garantire i giusti e dovuti collegamenti. Il vivere civile, se si vuole, imporrebbe di potere utilizzare al meglio la struttura e, non di secondaria importanza, la sistemazione esterna dello stesso Terminal. Nei periodi scolastici i ragazzi sono costretti a vere e proprie gimkane tra le auto per cercare

Collezione Altobello, il ritorno in città La digitalizzazione dei cataloghi disponibile alla biblioteca Albino CAMPOBASSO. Giuseppe Altobello, uno dei naturalisti italiani più illustri vissuti a cavallo tra ‘800 e ‘900, era un molisano originario di Campobasso. In particolare il suo nome è intimamente legato a due specie di mammiferi della fauna appenninica tra le più preziose: il lupo appenninico e l’orso bruno marsicano. Altobello infatti le descrisse, nel 1921, come sottospecie endemiche, ovvero tipiche ed esclusive del nostro Appennino, dando loro il nome di Canis lupus italicus e Ursus arctos marsicanus. Buona parte dei testi e dei lavori che Altobello mise insieme durante la sua vita in una sua personale Collezione e biblioteca si rintraccia oggi nei fondi della Biblioteca Albino frutto, probabilmente, di una donazione della vedova di Altobello. Dopo la morte di Altobello, la vedova decide di tornare nella sua Emilia e procede alla vendita della Collezione faunistica del marito che viene acquistata da Alessandro Ghigi, nel frattempo divenuto rettore dell’Università di Bologna. La Collezione, originariamente destinata al Laboratorio di zoologia applicata alla caccia, fondato dal Ghigi nel

1934, viene poi divisa tra il Museo di zoologia dell’Università di Bologna e l’attuale Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) di Ozzano Emilia di cui oggi costituisce un’importante sezione delle ostensioni museali. Nell’ottica del recupero e della valorizzazione della figura di questo illustre studioso molisano, si è conclusa in questi giorni la prima fase di una importante collaborazione tra l’ISPRA di Ozzano Emilia, la Biblioteca Pasquale Albino e la Società di storia della fauna “Giuseppe Altobello”. Grazie all’iniziativa ed all’opera di raccordo di quest’ultima, l’Istituto emiliano ha dato in prestito i cataloghi originali della Collezione Altobello, e la Biblioteca Albino ha messo a disposizione i suoi tecnici e le proprie sofisticate attrezzature. Da questa collaborazione ne è sortita la digitalizzazione dei cataloghi che servirà a mettere in sicurezza gli originali e a fornire una copia per le esigenze di consultazione dei ricercatori. Questo è solo un primo passo cui ne seguiranno altri sempre nella prospettiva del recupero e della valorizzazione del nostro patrimonio storico-culturale.

di raggiungere i rispettivi istituti. Senza parlare, poi, quando piove. A nessun, in questi anni, è venuto in mente di cercare di dare un volto civile alle aree esterne dell'autostazione. Finanche il percorso pedonale è lì nella sua immobilità ad attendere non si sa quale miracolo. Che triste spettacolo per un ca-

poluogo di regione che non riesce a dare servizi a quanti si portano al suo interno. Che triste spettacolo quello che si offre dinanzi a chi pensa di trovare servizi e qualità della vita e, al contrario, si imbatte in un caos senza precedenti. La vicenda Terminal, purtroppo, è l'emblema della città di Campobasso.

Nuovo look per la statua di s.giovanni Avviate nella parrocchia del quartiere San Giovanni dei Gelsi, le celebrazioni per la festività del precursore del Cristo. Lunedì la processione in onore del santo La statua di San Giovanni Battista, che sfilerà in processione per le strade del quartiere S.Giovanni di Campobasso, nel tardo pomeriggio di lunedi 24 giugno, in occasione della festività del Santo, ha un nuovo look, o meglio è stata ripristinata l'originaria immagine, dopo un lungo restauro. E' stata la confraternita “Pia Unione S.Giovanni” ad accollarsi l'onere relativo alla pulitura, mediante rimozione dei depositi accumulatisi col tempo sulla statua e l'eliminazione di abrasioni e imperfezioni, dovute all'usura prodotta dal tempo. In collaborazione con i frati minori della provincia monastica di “San Michele Arcangelo”, custodi del Convento San Giovanni, la confraternita ha favorito, con il suo impegno finanziario, l'intervento da parte di una impresa specializzata in restauri, di fuori regione, suggerita dalla Soprintendenza archeologica ai beni ambientali, architettonici e storici del Molise, dopo l'appello promosso da padre Roberto Nesta, parroco e guardiano della struttura religiosa, insieme alla fraternità, e dopo una regolare gara. Prima di intraprendere le operazioni di pulitura vera e propria della statua, risalente al 1770, secondo il compianto studioso e storico, frate cappuccino p. Eduardo Di Iorio, la ditta Luigi De Turris, aggiudicataria dei lavori, così come previsto nel progetto esecutivo, ha condotto alcuni saggi allo

scopo di riconoscere i vari strati soprammessi e mettere a punto la metodologia migliore per la loro rimozione. La processione di lunedì, con il “vestito” nuovo del Santo, concluderà una tre giorni di festa, iniziata oggi, 22 giugno, in onore del precursore di Gesù Cristo, nobilitata, quest'anno, appunto dal prezioso restauro che ha restituito decoro e brillantezza all'immagine, realizzata da Francesco Saverio Paolo Di Zinno, autore delle più suggestive e conosciute “macchine viventi” de “I Misteri”, che sfilano per la città capoluogo di regione in occasione della ricorrenza del Corpus Domini. Il gruppo scultoreo, composto da San Giovanni e da un piccolo agnello poggiante su un libro, il Di Zinno, l'ha realizzato interamente in legno.Al termine della processione, che avrà inizio alle ore 18,00, ci sarà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Campobasso, Mons. Bregantini e concelebrata dal reverendo padre provinciale dei frati minori, padre Giuseppe Tomiri. Momenti di svago, con giochi, musica e luna park, hanno preso avvio nella giornata di oggi, unitamente a momenti di alta spiritualità, iniziati con il triduo riservato alla figura di Giovanni Battista, accompagnati dalla massiccia presenza della popolazione della città capoluogo, decisamente devota a San Giovanni.


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Campobasso

23 giugno 2013

In cassa altri 71mila euro dalla vendita di relitti stradali e piccoli lotti di terreno

Il mattatoio e l’auditorium non hanno trovato acquirenti (i possibili interessati aspettano che cali il prezzo a base d’asta) Il Servizio patrimonio, dati statistici alla mano, è l’unico un riferimento produttivo all’interno dell’organizzazione municipale E’ toccato ancora una volta al servizio patrimonio di Palazzo san Giorgio dare un apporto sostanziale al bilancio comunale intascando questa volta poco (appena 71 mila euro) dalla vendita di alcuni appezzamenti di terreno e di alcuni relitti stradali appartenenti al patrimonio disponibile dell’Amministrazione che il geometra (benemerito) Michele De Lisio sta andando a scovare e ad accatastare per poi metterli, come diciamo, in vendita. 71mila euro, pochi rispetto al ricavato della vendita di altri lotti da cui l’amministrazione negli ultimi anni ha incassato più di 5 milioni di euro. Merito incondizionato va dato alla struttura del servizio patrimonio che si sostanzia nella ricordata figura di De Lisio e in quella di Rosa D’Imperio e del dirigente Rodolfo Cocozza. Gente che lavora e produce, a differenza di un andazzo che libera chiacchiere, fumo e niente arrosto. Non lo dice il cronista, che pure ha elementi di valutazione per affermarlo. Lo dicono i dati statistici che il servizio patrimonio è un riferimento produttivo all’interno dell’organizzazione municipale , un esempio virtuoso di come il concetto di servizio pubblico debba essere svolto e interpretato. La messa all’incanto dei beni patrimoniali il cui utilizzo magari è precario per l’amministrazione ma utile per i possibili acquirenti viene a conclusione di un lavoro certosino di ricerca, di acquisizioni di notizie e documenti sto-

rici che la professionalità dei protagonisti riesce puntualmente a realizzare e a portare a termine. Il colpo grosso da mettere a segno comunque è la vendita del fabbricato (ex mattatoio ) e dell’area di pertinenza e l’annesso relitto stradale in Piazzale Palatucci (importo a base d’asta 1.460.000,00 euro), nonché la struttura da ultimare (non più ad auditorium a quanto pare) all’interno del complesso edilizio “La città nella città” edificato dalla Di Biase

Domani saranno ricevuti in Commissione mentre chiedono l'incontro con il Presidente

Fisiomedica, appello a Frattura CAMPOBASSO. I dipendenti dell’Istituto di Riabilitazione “Fisiomedica Loretana” di Toro, comunicano di aver ricevuto una convocazione per la seduta congiunta delle Commissioni consiliari Seconda e Quarta del 26/06/2016, ore 16,00 in cui si approfondirà l’attuale situazione dell’Istituto Fisiomedica Loretana con particolare riferimento agli aspetti finanziari e occupazionali. I dipendenti inoltre da lunedì 24 giugno 2013 dalle ore 10,00 alle ore 13,00 saranno nuovamente presenti ad oltranza in Campobasso, via Genova, davanti alla sede della Giunta Regionale del Molise, al fine di ottenere il già promesso incontro con il Presidente per una soluzione definitiva.

ORARI AUTOBUS

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Costruzioni, il cui importo a base d’sta è di 910.000,00 euro. Finora l’incanto per questi due lotti è andato deserto. Gli speculatori aspettano che calino gli importi. E’ un gioco noto e notoriamente praticato. Al quale l’amministrazione, giocoforza, è tenuta a sottostare. In attesa, comunque, di mettere a segno l’incanto e di rimpolpare il bilancio. Dardo

Finanza, 239 anni di attività Domani conferenza stampa sul consuntivo dei risultati ottenuti CAMPOBASSO. Il Comando Regionale Molise della Guardia di Finanza, nell’ambito della più ampia esigenza di contenimento della spesa pubblica, celebrerà la ricorrenza del 239° anniversario della fondazione del Corpo con una cerimonia a carattere

CAMPOBASSO-NAPOLI

esclusivamente interno. Quale preludio all’evento, lunedì 24 giugno 2013 – ore 10.30, presso la sede del Comando Regionale Molise in Campobasso - Piazzetta Palatucci, si terrà una conferenza stampa durante la quale verrà tracciato il consun-

tivo dei risultati operativi conseguiti dai Reparti della regione nel corso dei primi cinque mesi del 2013. Nell’occasione sarà altresì presentato il “Rapporto Annuale 2012” nel quale è compendiata l’intera attività del Corpo eseguita a livello nazionale.

CAMPOBASSO-TERMOLI-PESCARA



ANNO IX - N° 20 - DOMENICA 23 GIUGNO 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA

ISERNIA L’Oscar del giorno a Franco Valente

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Franco Valente. L'architetto venafrano ha posizionato il suo indice sul museo di Pietrabbondante che avrebbe dovuto rappresentare un punto importante per la piena valorizzazione dell'area archeologica sannita. Oggi resta incompleto e, forse, non vedrà mai più l'ultimazione. Un vero peccato per un'area che avrebbe la necessità di conoscere la piena valorizzazione storica e culturale così come avviene in altre parti d'Italia dove, al contrario, si riesce a fare occupazione e turismo.

Il Tapiro del giorno a Danilo Leva

Il Tapiro del giorno lo diamo a Danilo Leva. Il parlamentare del Pd preso com'è dall'incarico di coordinatore nazionale del settore giustizia, si è dimenticato del Comune di Isernia e della composizione della Giunta. Così diventa sempre più difficile uscire dall'impaccio dei nomi. Lo stesso potrebbe dirsi a livello regionale dove la discussione è incentrata tutto sul quinto assessore. Il Partito democratico, evidentemente, non riesce ad uscire fuori dalla logica dell'opposizione visto e considerato che ha difficoltà ad amministrare in maggioranza.

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Isernia

23 giugno 2013

Nicola Cosentino a Venafro? Arresti domiciliari a Venafro per l'ex sottosegretario CASERTA. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Orazio Rossi) ha concesso gli arresti domiciliari all'ex parlamentare ed ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino nell'ambito del processo in cui l'esponente del Pdl è imputato di riciclaggio e corruzione aggravati dall'aver favorito una associazione mafiosa. Il luogo prescelto sarebbe quello della città di Venafro. Cosentino resta tuttavia in carcere in base all'altra ordinanza di custodia di cui è destinatario con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica per i presunti rapporti con il clan dei Casalesi. Davanti al Tribunale che ha disposto i domiciliari è in corso da mesi il processo denominato «Il Principe e la ballerina», in cui Cosentino è coinvolto per avere, secondo l'accusa contestata dalla Dda di Napoli, chiesto finanziamenti per un centro commerciale a Casal di Principe (Caserta), poi non più realizzato. I giudici hanno accolto oggi la richiesta avanzata dal collegio di difesa, gli avvocati Stefano Montone, Agostino De Caro e Nando Letizio. A quanto si è appreso, la decisione è motivata con la circostanza che Cosentino non riveste più incarichi pubblici e con il tempo trascorso dalla presunta commissione del fatto. Alla prossima udienza deporrà in aula l'ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro.

Sant’Elena Sannita a Roma Il sindaco del piccolo centro con la comunità santelenese nella Capitale ISERNIA. Poco meno di trecento residenti, e molti lavorano altrove, ma soprattutto circa 1.500 persone, originarie del paese, che vivono a Roma. Partendo da questi numeri, il sindaco di Sant’Elena Sannita, l’avvocato Giuseppe Terriaca, accompagnato dall’assessore al Turismo, Mauro Ruberto, ha incontrato i vertici dell’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani della Capitale, per studiare congiuntamente una strategia per rivitalizzare i legami tra la comunità santelenese radicata soprattutto a Roma e a Napoli e il paese d’origine. L’incontro s’è svolto presso la sede dell’associazione, nel quartiere San Giovanni a Roma. L’avvocato Terriaca, sindaco di circa un anno, ha illustrato i suoi obiettivi a medio termine: lavorare innanzitutto per la coesione sociale, consapevole che l’unione sia una condizione indispensabile per raggiungere i risultati più proficui; puntare ad un coinvolgimento sempre più ampio dei santelenesi sparsi per l’Italia, specie di quelli che non tornano da molto tempo al paese d’origine; impegnarsi per l’apertura e la messa a regime del museo del profumo, di fatto già pronto come struttura, che non rappresenta soltanto un omaggio storico, culturale e professionale alla storia degli oltre cinque-

cento profumieri santelenesi che monopolizzano l’attività nell’Italia centrale, ma soprattutto potrebbe costituire il volano per favorire nuove iniziative, in particolare derivanti dall’indotto.Nel dettaglio, sul fronte del museo, dopo aver ottenuto 450mila euro di finanziamenti pubblici e 50mila euro di contributi da privati (molti provenienti da Roma), si sta lavorando per i fondi residui che serviranno a piccoli lavori di completamento, come il cancello, la recinzione, il sistema di allarme, l’attacco idrico e gli espositori. Sono stati, invece, già acquisiti e radicalmente ristrutturati due fabbricati, uno quale hall di ingresso e shop, l’altro (la storica “Casa del fascio”) su due piani, garantirà una meeting room per incontri tematici, l’area con i pannelli espositivi e la preziosa collezione di pezzi storici di profumi offerta dai fratelli Muzio. L’assessore Ruberto, imprenditore che vive a Roma, sta puntando molto al rilancio del cartellone estivo tramite l’acquisto di materiali da utilizzare durante tutte le stagioni estive, nonché il coinvolgimento diretto della comunità dei villeggianti. “Intendiamo offrire una festa continua per gran parte del mese di agosto: i risultati, in termini di presenze e di consensi, ci stanno dando ragione. Molti vivono

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di Giuseppe Saluppo

Sant’Elena d’estate come una sorta di villaggio turistico. E in tempi di crisi non è poco”.L’avvocato Donato Iannone, vicepresidente dell’associazione “Forche Caudine”, figlio di santelenesi, ha ricordato l’attenzione particolare che l’associazione riserva da sempre a Sant’Elena, teatro di diversi eventi promossi dall’associazione nei 25 anni di attività. Tra questi anche la presentazione, in una sorta di anteprima, del progetto del museo del profumo nel 2002 a Roma. Inoltre “Forche Caudine” ha raccolto una ricca rassegna stampa sull’attività dei profumieri che investe l’ultimo mezzo secolo e che oggi rappresenta prezioso materiale di documentazione su questa affascinante storia umana e professionale. Nel contempo lo stesso avvocato Iannone, che ha scritto la sua tesi di laurea proprio sul comune molisano, ha assicurato, per il bene di Sant’Elena, di impegnarsi per far sì che con l’amministrazione comunale si collabori in modo sempre più costante, promuovendo il coinvolgimento diretto della comunità santelenese a Roma.Uno dei prossimi atti, già messi in cantiere da “Forche Caudine”, è l’intitolazione di una strada romana a Sant’Elena Sannita.

Inaugurata la piastra storica Il Rotary di Isernia ha dato forma ad un progetto per il paleolitico

ISERNIA. Il Rotary Club di Isernia ha inaugurato oggi, presso la rotatoria di Viale dei Pentri (nei pressi del Centro Commerciale “In Piazza”), un’opera del M° Andrea Margiotta, realizzata in maiolica dall’Istituto d’Arte “G. Manuppella” di Isernia, nella quale il simbolo internazionale del Rotary è associato all’immagine dell’Elephans antiquus che popolava il sito di Isernia “La Pineta” 700.000 anni fa. L’iniziativa è nata a seguito del conferimento al Rotary Club di Isernia, da parte della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise, del simbolico titolo di “ambasciatore del Paleolitico di Isernia nel mondo”, in considerazione dell’impegno culturale profuso dal Club che negli ultimi anni ha concentrato la sua attenzione sul patrimonio culturale molisano, avvalendosi, dal 2010, della collaborazione e del sostegno tecnico scientifico del settore della valorizzazione della stessa Direzione Regionale. In più occasioni, ai soci ed agli ospiti nazionali ed internazionali è stato illustrato il ricco patrimonio culturale della regione e ci si è soffermati in particolare sullo spettacolare giacimento paleolitico di Isernia “La Pineta”, uno dei più importanti al mondo per estensione, stato di conservazione, numero di reperti ossei e litici e fondamentale punto di riferimento per lo studio del Quaternario e dell’homo erectus. L’interesse per i contenuti ed il successo riscosso a più riprese hanno dato il via a successivi ulteriori appuntamenti, sempre più focalizzati sul Paleolitico di Isernia, che ha registrato il vivo e stupito apprezzamento da parte di numerosi e qualificati ospiti, come consoli ed ambasciatori di Stati esteri, con i quali sono costanti i contatti al fine di elaborare progetti per una valorizzazione internazionale del sito. L’opera inaugurata oggi è stata donata dal Rotary Club di Isernia alla cittadinanza, per celebrare sia il sito paleolitico, sia il centenario dell’Istituto d’Arte ed è stata dedicata alla memoria dei giovani paleontologi Fabio Vianello, Martino Ferrari e Corinne Crovetto e al pilota Mario Marcucci, deceduti nel corso di una ricognizione aerea sul sito paleolitico, nell’imminente ventennale della loro scomparsa. Il Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali Ilaria Borletti Buitoni, invitata a partecipare all’evento, ha fatto pervenire un suo significativo messaggio di saluto.

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Termoli

23 giugno 2013

Progetto gran manze, Di Brino:“Prendo atto del cambio di decisione sull’individuazione dei nuovi siti TERMOLI – In merito alle comunicazioni rese alla stampa locale dall’Onorevole Roberto Ruta sul tema della nursery dedicata alle manze della società Granarolo, il sindaco Basso Antonio Di Brino rilascia la seguente dichiarazione. “Prendo atto – afferma Di Brino – del cambio di decisione che ha portato all’individuazione dei nuovi siti da destinare alla manze della Granarolo. Le dichiarazioni rese dall’Onorevole Ruta alla stampa, infatti, ci riferiscono che i terreni presi in considerazione per la nursery bovina non saranno più quelli di Pantano Basso, cioè dell’area dell’ex ente cellulosa tra Termoli e Campomarino, perché subito scartati per via della posizione al di sotto del livello del mare. Ciò evidenzia in maniera chiara che l’ipotesi era comunque stata avanzata, giustificando quindi la nostra forte presa di posizione. Il mio ambito di pertinenza nella difesa del territorio termina ai confini di Termoli,

ma sarei comunque molto curioso di conoscere ora le posizioni degli amministratori e dei cittadini dei comuni di Guglionesi, San Martino in Pensilis e Larino. Ovviamente non esprimo contrarietà all’ipotesi di queste nuove e possibili allocazioni, ma intendo ribadire che non abbasseremo la guardia sugli eventuali sviluppi di questa vicenda, soprattutto per ciò che concerne i risvolti in termini di inquinamento ambientale derivanti dai rifiuti liquidi e solidi prodotti dalle manze, oltre che dall’intenso traffico veicolare che vedrà coinvolto anche il nostro territorio. I dati diffusi da molti organismi internazionali, tra cui la Fao, ci suggeriscono di adottare questo prudente livello di attenzione. Prendiamo atto, quindi, della riflessione effettuata sia dal Governo regionale che dalla deputazione parlamentare, a conferma del fatto che le nostre perplessità sono servite ad aprire il dibattito sia sulla contrarietà a

Consiglio Comunale di Foggia per treni veloci e raddoppio Termoli – Ripalta

FOGGIA – Il Consiglio comunale, con un voto unanime, ha approvato un ordine del giorno sulle infrastrutture ferroviarie. L’assise, infatti, ha approvato all’unanimità un ordine del in cui si chiede, tra le altre cose, al Parlamento e al Governo nazionale di finanziare i lavori di ammodernamento e raddoppio della linea adriatica nella tratta Termoli – Ripalta, di programmare le strategie dei Corridoi puntando alla valorizzazione della dorsale adriatica, di scongiurare definitivamente l’ipotesi di un impiego della linea adriatica limitato al mero trasporto locale, di ripristinare i treni notturni a lunga percorrenza.

Al via il servizio navetta e trenino per i litorali TERMOLI – Un altro servizio per residenti e turisti presto entrerà in funzione. Ad illustrarlo è il vice sindaco Enzo Ferrazzano il quale ha annunciato che a breve e per l’intera estate entreranno in funzione il trenino e e una navetta. Entrambi i mezzi partiranno dal piazzale del Cimitero per raggiungere ogni 20 nimuti i litorali Cristoforo Colombo e Rio Vivo. Un servizio, specialmente quello del trenino, che tanto successo ha avuto la scorsa stagione. Un mezzo di locomozione apprezzato da anziani, famiglie intere e, in special modo, dai bambini.

questo tipo di insediamenti in prossimità di una città a vocazione turistica e nelle immediate vicinanze delle spiagge, che sulla necessità di procedere in futuro ad una programmazione concertata con le amministrazioni locali, specie per questo tipo di iniziative. Intendo confermare in questa occasione, in maniera molto coerente, la linea iniziale di tutela del territorio e dell’ambiente che questa Amministrazione ha adottato sin dal mo-

mento del suo insediamento: il territorio di Termoli, con gli stabilimenti chimici, la centrale a ciclo combinato e la centrale biomasse, ha già dato in termini di compromissione ambientale. Deve essere chiaro a tutti, e quindi anche al nuovo Governo regionale, che sul territorio di Termoli, finché ci sarò io come sindaco e finché ci sarà questa Amministrazione comunale, saremo sempre vigili e non consentiremo l’atterraggio di altre

aziende, attività o società che dovessero in qualche modo determinare un ulteriore danno ambientale alla città, a questo territorio e alla salute dei nostri concittadini. Queste mie affermazioni odierne, peraltro, trovano conferma in fatti concreti. Si ricorderà, infatti, la posizione contraria assunta in occasione della possibile realizzazione di un biodigestore proposto dall’Amministrazione Greco, l’azione determinata contro la paventata installazione del nucleare, la contrarietà all’eolico offshore, la battaglia condotta contro le trivellazioni in Adriatico, il parere negativo espresso per l’insediamento di una centrale di trasformazione di oli vegetali in biodiesel, sino alla contrarietà espressa per quest’ultima ipotesi di insediamento di una nursery per le manze in riva al mare. Questa è la nostra idea per Termoli: un’idea di città a vocazione assolutamente turistica e a misura d’uomo”.

Antonio Rezza alla giornata del rifugiato TERMOLI – La scalinata del Folklore ha ospitato, organizzata dal Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e Caritas, una serata di sensibilizzazione sulle problematiche dell’immigrazione. Ospite di eccezione l’attore e scrittore teatrale Antonio Rezza che con la sua esibizione ha calamitato il pubblico. “Abbiamo portato qui Antonio Rezza - ha detto Luca Scatena, coordinatore del progetto di accoglienza “Rifugio Sicuro” -, una cassa di risonanza per spiegare a dovere alla gente cosa è questa giornata. Noi come Caritas gestiamo un progetto, in partenariato tra i Comuni di Termoli e Ururi, che poggia su due strutture abitative: un centro collettivo che accoglie 15 donne sole con minori e un appartamento che ospita un nucleo familiare di immigrati. E’ un pro-

getto specifico per richiedenti o titolari di protezione umanitaria internazionale, quindi non “immigrati economici” ma perseguitati per motivi di razza, religione, sesso, politica e oltre, che non aveva altra scelta che fuggire, per evitare torture se non uccisione. Secondo la Convenzione di Ginevra, questi persone possono recarsi in uno dei Paesi aderenti e chiedere asilo. Lo Sprar consta di una rete nazionale di 151 progetti e 3000 posti di accoglienza e riesce così a dare tetto e opportunità a moltissimi rifugiati”. Il Progetto “Rifugio Sicuro” è compreso in questa rete nazionale ed è finanziato per l’80 per cento dal Ministero dell’Interno, e localmente cofinanziato attraverso la valorizzazione di beni e servizi della Caritas Diocesana di Termoli - Larino e del Comune di Termoli.

Nuovi soci per il Lions club Tifernus TERMOLI – In occasione dei festeggiamenti per il 17esimo del Club Lions Tifernus di Termoli, che ha visto la presenza di cento invivati, si è svolta la ce-

rimonia di accoglienza di nuovi soci: la professoressa Barbara Mammarella, la farmacista Maria Antonietta Labrozzi, il libero professionista Gioacchino Iannone e l’avvocato Antonio Liberatore. Presenti, oltre al presidente Livio Nibaldi, il presidente del consiglio dei governatori Enrico Pons, il governatore del distretto 108A Lello Di Vito, i presidenti di Circoscrizione e di Zona Michele Spadacini e Gianfranco De Gregorio.

Nuovo presidente al Rotary termolese TERMOLI – Tutto è pronto al Rotary termolese per il passaggio del martelletto al nuovo presidente del club, per l’anno 2013 – 2014, al dottor Antonio De Marinis che subenrerà ad Emilio Travaglini. La cerimonia si terrà il 28 giugno alle ore 20 nella sede del club. Durante la cerimonia il presidente uscente elencherà tutte le iniziative svolte durante l’anno di carica, mentre De Marinis dopo l’insediamento presenterà i suoi collaboratori e illustrerà il programma del suo mandato. Alla cerimonia interverranno diverse autorità e rotariani.


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Termoli

23 giugno 2013

Riportare alla ribalta politica la questione balneare

Cristiano Tomei

LITORALE - La missione ANCI – Sindacati ha riproposto in Europa la questione balneare italiana. Ora è necessario inserirla tra i punti cruciali dell’agenda Letta. Com’è possibile farlo? Alla domanda risponde Cristiano Tomei, coordinatore nazionale CNA Balneatori. “Senza nulla togliere a chi nel Governo ha competenza in materia e sarebbe fin d’ora in grado di svolgere il proprio ruolo, in questo momento sembra necessario individuare una mansione politico-istituzionale aggiuntiva, che riassuma in sé tutte le funzioni, per collegare, armonizzare, dare sintesi ed immediata autorevolezza in Italia e in Europa alle istanze di tutti i soggetti interes-

sati: Regioni, Comuni, imprese. Funzione innovativa, da affidare a una personalità autorevole, che conosca a fondo il problema e sia in grado di riportare efficacemente in primo piano le esigenze non più differibili di 30 mila piccoli imprenditori, che si svegliano ogni mattina per lavorare, per sopravvivere e per aiutare l’Italia a crescere, senza avere certezza del loro futuro. Un ruolo in grado di promuovere e coordinare senza ritardi – conclude Tomei - il tavolo di lavoro e in grado di riferire in modo diretto con il capo del Governo. Solo così, a mio avviso, la questione balneare può ritornare in primo piano nell’agenda politica italiana ed europea”.

Assemblea Nazionale Alleanza Cooperative italiane settore pesca ROMA - L’Alleanza delle Cooperative italiane settore pesca (AGCI Agrital, Federcoopesca-Confcooperative, Lega Pesca) organizza a Roma il prossimo 25 giugno, una Assemblea Nazionale dei gruppi dirigenti dal titolo: “Affrontare emergenze e priorità del settore ittico per ridare un futuro alla pesca italiana”. “La grave crisi strutturale e congiunturale che investe la filiera ittica – scrivono dall’Alleanza - richiede un momento di confronto tra gli attori della filiera ed i rappresentanti delle Istituzioni, in una fase decisiva in cui l'avviamento del secondo Programma Triennale e la trattativa sulla Riforma della Politica Comune della Pesca si sovrappongono e ridisegnano il futuro del settore”. Ai lavori sono stati invitati: il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, i Sottosegretari, la Direzione Generale della Pesca, le Commissioni Agricoltura dei due rami del Parlamento, gli Europarlamentari italiani della Commissione pesca del PE, gli Assessori regionali alla pesca, esponenti del mondo della ricerca, oltre ai rappresentanti del mondo associativo, sindacale, armatoriale.

Delegazione FAI visita Bonefro

Tappa molisana del Beach rugby

BONEFRO – Questa mattina la Delegazione Fai di Campobasso visiterà il centro bassomolisano. A fare da cicerone la storica Antonietta Santoianni che è anche volontaria Fai Campobasso. Saranno visitati l’ex convento e la “terra vecchia”, il borgo medievale e le sue porte, il castello, la chiesa madre e le fontane. Alla visità prenderanno parte il professor Gildo Giannotti, esperto di botanica, e la professoressa Nicolina Montagano, storica. Al termine della visita gli intervenuti si ritroveranno per una conviviale in un ristorante del posto.

CAMPOMARINO – Grande appuntamento con lo sport e divertimento questa mattina al lido Oasi per la tappa molisana del Magna Grecia, circuito di beach rugby che si svolge nel centro-sud. Un avvenimento che per la prima volta giunge in Molise grazie all’interessamento ed organizzazione dell’Asi Moliservice e dei giocatori del Cus Molise. Sono otto le squadre che si affronteranno: Bari, Monopoli, Cus Molise, Taranto, Nisida, Grifoni e Salento, più una formazione che si iscriverà all’ultimo momento. Le gare, della durata di 10 minuti ciascuna, per i gironi eliminatori si terranno in mattinata mentre nelle ore pomeridiane si svolgeranno semifinali e finale.

Progettazione strategica–sviluppo locale del territorio croato molisano ACQUAVIVA COLLECROCE – La Regione Molise ha approvato due progetti presentati dall’Amministrazione comunale sulla “Progettazione strategica – sviluppo locale del territorio croato molisano” e “La politica dell’accoglienza e Polo dei caffè letterari”, ha invitato la stessa Amministrazione ad inviare le progettazioni esecutive. La giunta municipale preso atto della richiesta ha deliberato di riapprovare il progetto esecutivo stilato da un esperto di sviluppo locale e tecnico di fiducia del Comune di Acquaviva.

Colonia estiva ad Aqualand diVasto ACQUAVIVA COLLECROCE – Anche per questa estate, nell’ambito degli interventi a favore dell’infanzia, l’Amministrazione comunale organizza la colonia estiva per bambini e ragazzi della scuola elementare e media, di età compresa tra i 6 e 14 anni. La colonia si terrà presso lo stabilimento Acqualand di Vasto a partire dal 1 luglio per un soggiorno di mezza giornata (dalle 9 alle 13) per una durata di due settimane. Il Comune farà fronte alla spesa di 10 euro e 50 centesimi giornalieri per ogni bambino edelle spese di trasporto con lo scuolabus comunale, mentre i genitori dovranno far fronte alla spesa d’ingresso alla struttura balneare. I ragazzi saranno accompagnati giornalmente da uno o più accompagnatori che svolgeranno il servizio di vigilanza.



Cultura

15 23 giugno 2013

Vincenzo Cuoco, la gloria del Molise La cittadina di Civitacampomarano, vanta due illustri figure del Risorgimento: Gabriele Pepe, patriota, soldato e scrittore, che nel 1826 sfidò e sconfisse in un celebre duello il poeta francese Lamartine, che aveva parlato dell’Italia in termini dispregiativi, definendola terra «del passato», «cumulo di rovine», dove «tutto è sopito» («terra dei morti» era l’epiteto preferito), e Vincenzo Cuoco. Cuoco e Pepe erano cugini di primo grado, quasi a voler ribadire quanto fossero cruciali i rapporti di parentela come strumenti di creazione e trasmissione delle idee (e non di rado delle azioni) nel corso del Risorgimento. Basti pensare, per esempio, ai legami di sangue che intercorrevano fra le tre principali famiglie patriottiche dell’Italia del Nord: i Manzoni, i d’Azeglio e i Balbo. Nel 1913 un’imponente statua in onore di Pepe fu inaugurata a Campobasso alla presenza del cugino del re. Ma a Vincenzo Cuoco non fu mai eretta una statua, benché Cuoco sia un protagonista della storia italiana ben più importante e interessante di Pepe. Lo stato liberale, in particolare nel 1913, si preoccupava più di celebrare le gesta militari che le conquiste intellettuali del Risorgimento. Cuoco era nato nel 1770 in una famiglia della ricca borghesia e aveva studiato giurisprudenza a Napoli, di cui frequentava l’élite intellettuale di una città rinomata tra i massimi centri europei del pensiero illuminista. Si era infiammato per gli ideali della Rivoluzione francese e nel 1799 aveva partecipato con entusiasmo alla nascita della repubblica liberale partenopea. Ma la sanguinosa repressione della rivoluzione napoletana, per mano dell’«Armata della Santa Fede» del Cardinal Ruffo, formata da contadini meridionali spalleggiati da folte schiere di lazzaroni, il proletariato urbano, impressionò vivamente Cuoco. Costretto all’esilio come punizione per il ruolo svolto nella Repubblica, nel 1801 fece stampare a Milano le sue riflessioni su quei tragici eventi nel Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799. Il problema principale nel 1799, secondo Cuoco, era stato il divario culturale e intellettuale tra i capi della rivoluzione e le masse. I primi erano esponenti colti delle dottrine progressiste, per lo più di ispirazione straniera, che propugnavano libertà, uguaglianza, istituzioni repubblicane e diritti dei cittadini, e vedevano nella Chiesa il loro principale nemico; i secondi abitavano ancora un mondo conservatore, in cui predominava la sottomissione alla Chiesa e al sovrano. Indubbiamente per Cuoco, come per molti altri intellettuali di estrazione provinciale nel Risorgimento, questa dicotomia tra l’élite e le masse si era già palesata durante gli anni giovanili, trascorsi nell’arido panorama, sia dal punto di vista culturale che materiale, di Civitacampomarano. Anzi, un potente stimolo verso la concezione dell’«Italia» nel Risorgimento nasceva spesso dal desiderio, da parte di intellettuali sradicati, di trovare una «casa » alternativa alla «piccola patria". Come dice Cuoco nel Saggio, coniando una frase destinata a riecheggiare nei dibattiti risorgimentali fino ad approdare nel ventesimo secolo: «La nostra rivoluzione,

essendo una rivoluzione passiva, l’unico mezzo di condurla a buon fine era quello di guadagnare l’opinione del popolo. Ma le vedute de’ patrioti e quelle del popolo non erano le stesse … La nazione napoletana si potea considerare come divisa in due popoli, diversi per due secoli di tempo e per due gradi di clima…Alcuni erano divenuti Francesi, altri Inglesi; e coloro che erano rimasti Napolitani, e componevano il massimo numero, erano ancora incolti. Così la coltura di pochi non aveva giovato alla nazione intera; e questa, a vicenda, quasi disprezzava una coltura che non l’era utile, e che non intendeva». Cuoco mette il dito su quello che sarebbe stato l’ostacolo principale dei patrioti italiani per tutto il Risorgimento (e sotto molti aspetti anche dopo il 1860): come convincere milioni di uomini comuni ad accogliere con entusiasmo i nuovi concetti astratti quali libertà, democrazia e nazione italiana, in particolare quando tale impegno si scontrava con la tenace opposizione della principale forza morale (e anche materiale) del Paese, ovvero la Chiesa. Cuoco, da bravo figlio dell’Illuminismo, riponeva le sue speranze nell’istruzione e nel 1803 fondò un quotidiano, Il giornale italiano, con lo scopo di contribuire a formare uno spirito nazionale ed educare gli italiani agli ideali dell’unità e dell’indipendenza. Gli italiani dovevano celebrare la passata grandezza, sosteneva Cuoco: studiare il loro Paese e smettere di pensare che tutto ciò che era di provenienza straniera fosse sempre migliore. E lo Stato doveva farsi carico

dell’istruzione pubblica e puntare a formare cittadini responsabili: occorreva trasformare i lazzaroni in italiani. In un altro tentativo di incoraggiare la diffusione degli ideali patriottici tra un pubblico più vasto, Cuoco si misurò con la letteratura e nel 1804-06 pubblicò un romanzo alquanto astruso e sconclusionato (anche se di grande successo) intitolato Platone in Italia. Il romanzo, redatto nella forma epistolare allora in voga, descrive le peregrinazioni immaginarie nella Magna Grecia del filosofo Platone in compagnia di un giovane discepolo, Cleobulo. Durante il viaggio, i due scoprono le tracce di un’altissima civiltà «italica», antecedente la conquista greca, dimostrando così che l’Italia è la culla dell’intera civiltà occidentale. L’idea di stimolare la nascita del patriottismo italiano magnificando la supremazia culturale della penisola avrebbe lasciato il segno nel Risorgimento, specie nell’opera di Vincenzo Gioberti, Del primato morale e civile degli italiani (1843). È interessante tuttavia osservare come sia Cuoco che Gioberti si sentissero obbligati ad attribuire le origini dell’Italia a una popolazione mitica (i Pelasgi, nel caso di Gioberti): evidentemente gli antichi romani non rappresentavano un esempio da emulare per un popolo che lottava per l’indipendenza e la libertà dall’oppressione straniera. Cuoco nutriva grandi speranze per l’impatto positivo del suo romanzo. Disse a Eugenio de Beauharnais, viceré del Regno d’Italia, che, nel ricordare ai suoi lettori le glorie trascorse dell’Italia, mirava a «formar la morale pubblica degl’italiani, ed ispirar loro quello spirito di unione, quell’amor di patria, quell’amor della milizia, che finora non hanno avuto». In seguito alla conquista del Sud da parte delle forze napoleoniche nel 1806, Cuoco fece ritorno a Napoli, dove occupò un certo numero di importanti incarichi pubblici nel governo di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. Non sorprende scoprire che un settore cui dedicò gran parte delle sue energie fu la scuola: nel 1809 stilò un Progetto per l’ordinamento della pubblica istruzione nel Regno di Napoli. Gli ultimi anni della vita di Cuoco furono dolorosi. Il crollo dell’ordine napoleonico nel 1814-15 e la restaurazione imposta in tutta Italia dagli Stati dell’ancien régime, fondati sull’alleanza fra trono e altare, furono causa di profonde delusioni. Cuoco si ritirò progressivamente dalla vita sociale e intellettuale e cadde in preda a una malattia nervosa che l’avrebbe portato alla morte nel 1823. A Vincenzo Cuoco spetta un posto di tutto rilievo nella storia del Risorgimento, soprattutto per la chiarezza con la quale indirizzò l’attenzione pubblica sul problema centrale dei patrioti del secolo XIX: come gettare un ponte tra le élite colte e le masse, e come portare queste ultime a credere in una comunità nazionale liberale e democratica. E forse il messaggio di Cuoco resta ancora valido ai nostri giorni.

Civitacampomarano, patria dello scrittore, ha dato i natali anche al patriota e soldato, Gabriele Pepe



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