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ANNO IX - N° 49 - SABATO 27 LUGLIO 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Direttore Editoriale: Tommaso Di Domenico Tel. e Fax 0874.698012 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno a Michele Coromano

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Michele Coromano. Il valente avvocato ha difeso le ragioni di Angelo Percopo dopo il suo defenestramento dalla direzione generale dell'Arsem. E' riuscito nell'intento di portare i giudici amministrativi a riconoscere il dolo per il manager ingiustamente allontanato dal suo posto da un commissario per giunta in fase di prorogatio. Giuridicamente è stato riconosciuto come l'azione non poteva essere messa in campo e, per questo, Percopo potrà tornare a guidare l'Asrem fino a giugno 2014.

Il Tapiro del giorno a Nico Romagnuolo

Il Tapiro del giorno lo diamo a Nico Romagnuolo. Dopo avere 'scalzato' Michele Iorio dal Consiglio regionale, l'ex sub commissario per la ricostruzione, non è riuscito a dire nulla sul lamento delle imprese per i mancati pagamenti per il post sisma. Conoscendo la materia e i fatti, invece, avrebbe dovuto dire la sua su quanto sta accadendo e su quanto chiedono le imprese, Al contrario è rimasto nel più rigoroso silenzio tanto da far paventare un suo avvicinamento alle posizioni della maggioranza oggi imperante in Regione.

REGIONE

Il presidente Frattura con 20 deleghe assessorili A PAG. 2

REGIONE

Sul Cosib, le strane vicende dei vertici A PAG. 3

CAMPOBASSO

Il parco auto in città è trai più vecchi d’Italia A PAG. 7


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27 luglio 2013

Frattura, come il Re Sole:

“Il Molise sono io” Non lo dice apertamente ma lo fa intendere chiaramente. Il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura pare non fidarsi dei suoi assessori, che gli sono stati imposti dalle logiche partitiche e non scelti da lui. Stando alla distruzione delle deleghe aggiornate di recente, l’8 luglio scorso, dei suoi collaboratori deve fidarsi molto poco e di se stesso in maniera spropositata. Addirittura irridente. Stentiamo a credere che un presidente di giunta regionale, che non sia una reincarnazione di Pico della Mirandola, possa reggere e svolgere attività e competenze quante se n’è attribuite (ben 20, oltre la titolarità della giunta), lasciando le briciole agli assessori, con la sola eccezione di Pierpaolo Nagni al quale ha dato i Lavori pubblici e le infrastrutture, l’Urbanistica e le politiche del territorio, le politiche abitative, la viabilità, i trasporti e l’impiantistica sportiva: m o l t e voci,

a ben vedere, ricadono nei Lavori pubblici, per cui sembra che gli abbia dato abbastanza, ma solo in apparenza. A Scarabeo, altro esempio significativo, poca roba e, peraltro, di limitatissima operatività. All’uomo di Venafro infatti sono andate le politiche dello sviluppo economico, le società partecipate, il marketing territoriale e l’internazionalizzazione delle imprese. Se a Petraroia venisse tolta la (vice)presidenza gli resterebbero la gestione del personale (una rogna), l’istruzione, l’università, la ricerca e l’innovazione (un eufemismo), le politiche sociali, la cooperazione, le politiche per l’occupazione (una chimera), la formazione professionale (un’aspirazione), i molisani nel mondo (un buon motivo per viaggiare) e i rapporti col consiglio regionale (una sperimentazione). A Facciolla, un piccolo riguardo: le politiche agricole ed agroalimentari, la programmazione forestale, lo sviluppo rurale, la pesca produttiva e la tutela dell’ambiente. Ma anche il trabocchetto di materie tra loro in possibile contraddizione e concorrenza. Non è ancora esploso il conflitto tra le migliaia di manze da allevare per conto della Granarolo nella piana di Larino, e la tutela dell’ambiente. Ma potrà esplodere e allora, delle due l’una: via libera alle manze, con il gravame di un inquinamento inconteni-

bile, o priorità ai valori ambientali del territorio? Stiamone certi: via libere alla manze, ai milioni di euro che circolano, alle utilizzazioni industriali dei liquami (altri milioni che circolano) e by-by all’ambiente. Questi gli assessori; queste le deleghe. Il presidente? Bè, lui è un super man, un novello Pico della Mirandola, un tuttologo e un tuttofare. Almeno crede di esserlo se, come abbiamo fatto cenno, nella ridistribuzione delle deleghe “al fine di rendere più efficace l’azione di governo”, oltre ai compiti istituzionali propri, e le materie esplicitamente non assegnate agli assessori, s’è attribuito la programmazione; le politiche comunitarie; la comunicazione istituzionale; il bilancio e le finanze; la sanità; le politiche giovanili, della famiglia e di parità; le politiche energetiche e sostenibili; le agenzie e le aziende speciali regionali; gli enti regionali e le fondazioni; le società in house; l’autorità di bacino; gli enti locali; la cooperazione internazionale; il turismo, la cultura, lo sport, la caccia, le politiche della pesca; il patrimonio, le riforme istituzionali, la ricostruzione e la protezione civile. Dalla storia passata, l’assolutismo di Luigi XIV: “La Francia sono io”; dalla storia coeva, l’assolutismo di Paolo di Laura Frattura: “Il Molise sono io”. Che Dio ce la mandi buona! Dardo

L'intervento

"Di Pietro tagli il suo stipendio più che parlare di Province" di Rosario De Matteis* Ho letto le dichiarazioni del consigliere regionale e parlo anche dopo un incontro tenutosi la settimana scorsa con lo stesso Antonio Di Pietro a Palata e mi vedo costretto a fare un intervento perché evidentemente la memoria non è un merito per tutti i monteneresi. Sinceramente, sentir parlare da Di Pietro di sprechi e di carrozzoni mi lascia perplesso, visto il grande lavoro politico che fece lo stesso Cristiano Di Pietro per salvare, da consigliere provinciale, la maggioranza retta da Nicola D’Ascanio. Come non mi pare che il Di Pietro senatore, poi eurodeputato, poi ministro abbia mai pensato di chiuderle o comunque di battersi ardentemente per questo. Resto assai perplesso nel ricordare a me stesso come sia vera la raccolta di firme dell’Idv,

firme autenticate quando la stessa Idv corse per la presidenza dell’ente candidandovi Pierpaolo Nagni e facendo una lista. Riesco con difficoltà a capire come possa un partito e i suoi leader, ritenere la provincia un ente inutile per poi candidarsi, farsi eleggere, salvarlo politicamente e contribuire a ciò che loro definiscono… spreco. Se il consigliere Di Pietro ne ha contezza, potrebbe agevolmente rendere noti gli utili percepiti come consigliere provinciale, le sue missioni, le sue indennità, i suoi rimorsi auto, pasti… che mi pare rappresentino il doppio della mia indennità (e sono il Presidente). Ma evidentemente Cristiano Di Pietro è troppo preso, insieme al padre, a non parlare dei veri tagli della casta e dei rimborsi per i finanziamenti ai partiti, quelle si che sono le spese faraoniche e non il gettone della Provincia. E su queste moli di denaro pubblico che si do-

vrebbe a mio avviso intervenire. Allora cari Di Pietro (padre e figlio), andiamo a tagliare seriamente le indennità dei parlamentari nazionali e regionali, tagliamo gli sprechi, quelli veri come i rimborsi elettorali, tagliamo le spese per ministri e sottosegretari, tagliamo i veri carrozzoni senza fare populismo e demagogia. Se poi le Province sono il concentrato della casta, se poi le Province sono la sede del superfluo, allora non vorrei essere costretto a sostenere che forse proprio le regioni più piccole necessitano di una rivisitazione. E visto che in Regione ci sono stato tanto tempo, ne ho contezza. *Presidente Provincia di Campobasso


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3 27 luglio 2013

Assessori autosospesi: i non eletti aspettano settembre Il centrosinistra prepara la diavoleria e qualcuno insiste: i costi devono restare invariati CAMPOBASSO. Gli assessori, in particolare quelli del Pd Scarabeo e Petraroia, di rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere non ne vogliono sentir parlare. Paolo Frattura, dal canto suo, deve mantenere la parola data ad alcuni candidati (Oreste Campopiano e Carlo Veneziale soprattutto) per farli entrare, come primi dei non eletti, a Palazzo Moffa. Con Carlo Veneziale, a dir la verità, l’impegno è duplice. Perché alla vigilia delle elezioni, quando già si intravedeva il primato per il successo di Scarabeo, la promessa al nipote dell’ex presidente della Giunta regionale del centrosinistra gli è stata fatta non sono da Frattura ma anche dal segretario del Pd Danilo Leva.

Come rispettare gli impegni pre elettorali presi? Attraverso l’inserimento nel nuovo Statuto, non ancora promulgato da Frattura, dell’istituto dell’auto sospensione. Ossia: coloro che ricoprono la carica di assessori devono auto sospendersi da quella di consiglieri. In questo modo subentrano, in supplenza, i primi dei non eletti. In fondo il Consiglio regionale ha già creato un precedente permettendo a Romagnuolo di sostituire Michele Iorio (sospeso per applicazione della legge). Anche se, in questo caso, a voler essere puntigliosi, non esiste nessuna legge che parli di supplenza in caso di sospensione. Tant’è che qualcuno ipotizza il reato di danno all’erario delle casse regionali per dover pagare

un consigliere in più. Ma il centrosinistra, che ha un’immaginazione fervida tanto da inventarne una più del diavolo purché si tratti di risolvere i problemi (di coalizione non certo dei cittadini), ha escogitato la trovata proprio non opponendosi all’ingresso di Romagnuolo. Questa sarà un’estate abbastanza silenziosa per la politica regionale. I giochi si riapriranno a settembre. Tra spiaggia e mare, nei prossimi giorni, al massimo ci saranno incontri e dialoghi per evitare che il tutto sfumi. Ma ad Isernia e Termoli si scalpita. E se il problema dell’ingresso in Consiglio non sarà risolto, a Paolo Frattura non basterà non rispondere a telefono ai suoi amici o farsi negare dalla sua segreteria. Ma su questo non c’è nessuna paura: al timone c’è sempre lui, Roberto Ruta che risolverà la questione. Purché si faccia tutto allo stesso prezzo di oggi perché i costi della politica, soprattutto dopo la pagliacciata dei tagli alle indennità, non devono aumentare.

La concertazione è la via di fuga della politica dai problemi

Chiacchiere vuole la sposa e s’addormenta! E’ finita con un sostanziale nulla di fatto la riunione del 25 luglio sulla collocazione del personale delle Comunità montane in liquidazione La montagna (Petraroia) ha partorito il topolino (il gruppo di lavoro incaricato di seguire l’evoluzione della vertenza del personale delle Comunità montane in fase di liquidazione). E’ finita così, con un sostanziale nulla di fatto, la riunione del 25 luglio con i segretari della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, i segretari generali delle Comunità montane, il dirigente responsabile del Servizio regionale Enti locali e un funzionario dell’Avvocatura regionale. Sicché per i circa 100 dipendenti (8 dei quali in servizio dallo scorso 16 maggio all’Assessorato al lavoro) tutto è ancora in predicato. Prioritariamente ai sindacalisti interessa che vengano pagati puntualmente, impegnati, come sono, nella gestione della fase liquidatoria. Cioè in un lavoro di cui nessuno conosce l’entità, la complessità, la realtà. La questione economica è stato l’argomento cardine trattato anche dai segretari generali (maggiore tempestività nel trasferimento dei fondi regionali per evitare ritardi nel pagamento degli stipendi) i quali poi hanno fatto intendere al (vice)presidente Petraroia che l’Unione di Comuni come possibile sbocco per la ricollocazione del personale non è una soluzione gradita. Chiacchiere, insomma. Come ormai si va registrando ad ogni incontro assembleare. Con l’aggravante che il (vice)presidente Petraroia è stato costretto ad ammettere di non avere idea della sorte che sarà del personale delle Comunità montane al punto di rimettersi agli interlocutori di giornata con questa ecumenica dichiarazione: “Il metodo della concertazione è fondamentale per non delegare solo alla politica scelte importanti che devono fare i conti con le la difficile situazione finanziaria che sta vivendo la nostra Regione

ciò che pensano i sindacati”. Amen. Siccome, però, come abbiamo scritto, a Petraroia tocca di affrontare decine di questioni fallimentari e decine di questioni scottanti sotto il profilo economico e amministrativo, dovesse concludere gli incontri con la stessa formula, sarebbe una vera iattura per tutti. Anche per lui stesso. Il rischio è in re ipsa (nelle cose). Il gruppo di lavoro incaricato di seguire l’evoluzione

della vertenza Comunità montante è composto da tre rappresentanti sindacali (di Cgil – Cisl – Uil), dai Segretari generali delle Comunità montane Pino Gallo, Giuseppe Murgolo e Angela Tommasone, e dai dirigenti della Regione Molise del Servizio enti locali, del Servizio avvocatura, del Servizio del personale e del Servizio politiche del lavoro. Un bel carrozzone. Dardo

GATTA CI COVA

Cos’hanno da dirsi Totaro e Patriciello? Avvistati davanti ad una tazzina di caffè. Ore 8.30 al Bar Centrale di Campobasso. Due esponenti politici, uno del Pdl l’altro del Pd. L’uno di turno a Bruxelles, l’altro a Campobasso. Si tratta di Aldo Patriciello e di Francesco Totaro. Un incontro casuale? Forse. Anche se alle 8.30 del mattino è difficile che un politico di Venafro e l’altro di San Martino in Pensilis s’incontrino casualmente in un bar di Campobasso per fare colazione insieme. E poi continuare le due chiacchiere in macchina dell’eurodeputato. Insomma, il buon Aldo, che un paio di giorni prima era a Roma con Iorio e Verdini per discutere, tra l’altro, della sua non scontata ricandidatura al Parlamento europeo potrebbe dialogare con una parte del Partito Democratico. Partito avversario ma con il quale l’eurodeputato fa carte grazie alla presenza del suo gruppo civico (Rialzati Molise) in maggioranza alla Regione. E allora la domanda: cos’avranno da dirsi a quattr’occhi Aldo Patriciello e Francesco Totaro?


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4 27 luglio 2013

Saltate le borse di studio per Medicina. E i fondi per la formazione?

Università, la Regione non colloquia

CAMPOBASSO. Che sta succedendo tra Regione e Università del Molise? In molti se lo chiedono visto e considerato che l'Ateneo cerca di stabilire un contatto con la Regione da mesi senza averlo. Il tutto ha compromesso l'erogazione delle borse di studio per la formazione specialistica in Medicina da destinare agli studenti che per il primo anno se le sono viste negare, nonostante Michele Petraroia abbia cercato di evitarlo. Anche perchè vengono negati 25 mila euro annui alla formazione. Negli ultimi tempi, i temi legati alla crisi del sistema universitario hanno attirato una crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica. Il dibattito è stato incentrato soprattutto sulle difficoltà finanziarie. Qualsiasi riforma del sistema dovrebbe partire da un‘analisi dello stato attuale. Qualsiasi discussione dovrebbe partire proprio da questa ricerca. L'università del Molise è in grado di competere sul mercato internazionale della ricerca e riesce a for-

mare, ogni anno, una nuova generazione di giovani di talento? Possiamo sperare di andare avanti così gestendo uno stato di crisi endemica oppure dobbiamo temere che, a breve, si possa verificare un vero e proprio collasso del sistema universitario regionale? Purtroppo la risposta è pessimistica, anche alla luce della crisi economica mondiale che renderà più acuti i vecchi problemi. È ragionevole pensare che i cittadini italiani potranno accettare che una parte crescente del reddito nazionale sia destinata alle università solo se queste saranno percepite come un vero e proprio “motore di sviluppo” e non come una “torre d’avorio” destinata ad ospitare una casta di professori autoreferenziali. Allora dovremmo chiederci se, aldilà della scarsità degli investimenti, l'università del Molise utilizzi in modo ottimale le risorse disponibili e soprattutto, se faccia del suo meglio per promuovere lo sviluppo culturale, economico e sociale del

Paese. In altre parole, va trovata una soluzione duratura ai problemi di sostenibilità finanziaria dell'università legandola ad una riforma del sistema che rivitalizzi il suo ruolo come risorsa per l’intera Regione. Anche perchè il problema reale è il possibile blocco delle attività. Tali comportamenti producono una grande viscosità del sistema e un affievolimento del senso di responsabilità. Se le decisioni sono il frutto di una trattativa diffusa, nessuno è veramente responsabile delle scelte operate. Questa è una grave limitazione, specialmente nei momenti di difficoltà quando sarebbe necessario assumere decisioni rapide e, soprattutto, in sintonia con una programmazione regionale. Ed è quello che è mancato, troppo spesso, all'Ateneo molisano. Ora, invece, c'è la necessità di riprendere seriamente tale discorso per legare l'università al territorio e alle scelte future del sistema.

I conti delle regioni: male il Molise Per i debiti commerciali la cifra è pari a 1,5 miliardi di euro pari a 4740 euro per ogni molisano Il tema dell’indebitamento regionale è stato più volte sfiorato negli ultimi anni nell’ambito dello scontro politico nel Consiglio regionale del Molise, così come nel corso di numerosi convegni ed altre occasioni di dibattito pubblico. Chiaramente la politica ha fatto la parte del pompiere, argomentando e dibattendo, spesso sotterrando dati e statistiche, anche per l’assenza nella regione di centri studi autorevoli ed autonomi dalla politica capaci di fornire i numeri di una emergenza che, invece, nella giornata di ieri è stata rappresentata da un articolo del quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore che disegna il rischio di un default sistemico delle regioni e dei comuni italiani. Ma se proprio i comuni erano stati oggetto di più profonda analisi per via della omogeneità dei loro bilanci, diverso è il sistema dei bilanci regionali. Così dall’articolo a firma di Gianni Trovati si viene a conoscere l’entità dei debiti finanziari delle regioni, rappresentati dai mutui e dalle emissioni che arrivano alla cifra di 42 miliardi di euro. In quest’ambito il Molise ha registrato tra il 2010 ed il 2011 un aumento dell’8,8%, pari a 394 milioni di euro, di cui il 25,1% è dovuto al debito sanitario. “Questa voce – spiega Il Sole 24 Ore rappresenta il debito "classico", quello che si ri-

trova nei conti consolidati che ogni anno il nostro Paese deve presentare a Bruxelles, e vale la pena di notare come la sanità, che pesa per 4/5 sui bilanci regionali, sia responsabile di una quota molto inferiore dell'indebitamento complessivo delle Regioni. Su questo panorama incombe però la parte non ancora finanziata dei piani di rientro che impegnano otto Regioni (il Piemonte e il Centro-Sud con l'eccezione della Basilicata), e che muoveranno cifre importanti.” Ma il passivo regionale è rappresentato anche dai debiti commerciali, ovvero le somme impegnate che non si sono ancora trasformate in pagamenti ai fornitori e che, tecnicamente, si chiamano residui passivi. La cifra delle regioni ammonterebbe a 68 miliardi di euro: per il Molise la cifra supera il miliardo di euro, a cui vanno aggiunti al 21 miliardi che sarebbero stato eliminati dai bilanci per eccesso di anzianità di cui 80 milioni per la nostra regione . Ebbene il passivo delle Regioni ammonterebbe, dunque, a 130,7 miliardi di euro, circa nove punti di prodotto interno lordo. In questa classifica di debito svetta il Molise con un passivo da 4.740,5 euro ad abitante per oltre un miliardo e mezzo di debito, seguito dal Lazio (4.005,3 euro a cittadino), Puglia (3.089,1) e Campania (2.674).

Specializzazioni mediche, il giusto ristoro Il tribunale di Campobasso ha riconosciuto valide le tesi dell'avvocato Iacovino CAMPOBASSO. Altra importante vittoria del Tribunale di Campobasso sulle specializzazioni mediche ottenuta dallo Studio Iacovino. Anche a seguito delle molte richieste, nelle ultime settimane si è creato un coordinamento dei medici specializzati, il quale ha ritenuto in gran numero di conferire mandato allo Studio Legale Iacovino & Associati. Lo stesso Studio sta procedendo a predisporre un ricorso collettivo per l’ottenimento delle retribuzioni legale al periodo di specializzazione di ciascun medico. Tanto a livello nazionale quanto a livello locale, nelle precedenti azioni già intraprese al medesimo scopo, i risultati raggiunti sono stati altamente positivi, consentendo a tanti medici di ricevere il giusto ristoro per le prestazioni a suo tempo fornite. Chiunque fosse interessato può contattare lo Studio Legale Iacovino & Associati, sito alla Via E. Berlinguer n. 1 (tel. 087469016).


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5 27 luglio 2013

Il Tar dà ragione al direttore dell'Asrem. Finirà la caccia alle streghe?

"Percopo va reintegrato" CAMPOBASSO. Angelo Percopo potrà tornare a guidare l'Asrem molisana. Lo hanno deciso i giudici del Tar Molise accogliendo il ricorso dell'ex manager il cui contratto è in scadenza a giugno 2014. Percopo era stato rimosso con provvedimento del commissario Filippo Basso ad aprile scorso al termine della procedura, avviata nei mesi scorsi, per la rimozione del manager scegliendo già il sostituto nella persona di Carmine Ruta. Sta di fatto che in questi mesi in piedi sono rimasti entrambi e la logica del commissariamento a tutti i costi ha finito con il determinare situazioni assai anomale. Eppure, proprio sotto la dirigenza Percopo il deficit sanitario è passato dagli 84 milioni lasciati in eredità da Sergio Florio ai 30 milioni attuali. Tra l'altro, l’ultimo piano di rientro varato dal commissario ad acta (che ha lasciato l’incarico il 30 aprile "ma dopo aver indicato con nomina fiduciaria il proprio sostituto) non è stato condiviso con l’Asrem."Ci siamo sforzati di proporre soluzioni, abbiamo avanzato proposte per gli ospedali minori, suggerito una sinergia pubblico-privato tra il Cardarelli e la Cattolica, come pure tra il Ss. Rosario e il Neuromed. Erano tutte ipotesi che meritavano di essere discusse. Basso e Rosato, invece, non hanno mai voluto sentire l’azienda per la stesura del piano. E i risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti", erano state le parole di Angelo Percopo prima

di lasciare. E proprio nella logica del ribaltonismo a tutti i costi, che il Piano sanitario proposto in queste ore vede la cancellazione della Fondazione Giovanni Paolo II e della Neuromed. Chi l’ha scritto evidentemente conosce poco la nostra regione, il territorio e i suoi problemi. Ecco perché le idee poste dall'allora manager non dovevano essere proprio valutate. Il ricorso al Tar del direttore generale si è basato anche sulla questione dell’assenza dei piani operativi che mancano sia nel 2011 che nel 2012: "Ditemi voi cosa avrei dovuto fare se questi atti mancavano?" Effettivamente il primo piano di rientro, quello del 2007-2009 prevedeva una serie di obiettivi per uscire dal disavanzo. Il successivo, quello 2009-2012 non fa altro che riprogrammare questi obiettivi che andavano perseguiti mediante i piani operativi. "Il 31 dicembre dell’anno scorso – aveva detto sempre Percopo - il piano si estinse, mentre quello operativo era scaduto nel 2010. Sarà compito del prossimo Presidente riprogrammarli, ma resta il fatto che l’Asrem non avrebbe potuto comunque agire". Con il significato che se il sistema sanitario regionale è al collasso le responsabilità politiche e tecniche ci sono, ma non quelle di chi ha gestito l’Asrem. Mentre i giudici del Tar hanno detto chiaramente che le mosse per 'cacciare' il direttore generale dell'Asrem sono state tutte sbagliate.

Il nuovo Piano non può essere il frutto di un commissario

Sanità, modificare il percorso CAMPOBASSO. Sanità, invece di pensare seriamente a ridefinirla si sta pensando a logiche di ripicche ed altro. Eppure sarebbe necessario un Piano di riorganizzazione con l'obiettivo generale dell’esplicitazione del percorso in atto di riorganizzazione e ammodernamento del Servizio sanitario regionale, nel rispetto del mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, diretto a favorire la riqualificazione delle risposte assistenziali garantite alle persone. E' questo che avrebbe dovuto fare la nuova maggioranza e non lasciarsi irretire da sterili polemiche, contrapposizioni inutili e beceri confronti. Nulla, invece, si è avuto. E così ci hanno pensato i funzionari di turno, i commissari Filippo Basso e Nicola Rosato, ad agire. Bisognava pensare a una generale riorganizzazione strutturale dei macrolivelli assistenziali (area dell’assistenza collettiva; area dell’assistenza sanitaria distrettuale; area dell’assistenza ospedaliera) e all'innovazione del Servizio sanitario regionale. In Molise la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera è in larga parte ancora frutto di scelte effettuate negli anni ’80 ed è stata solo in parte riordinata negli anni ’90 per tenere conto dell’evoluzione degli indirizzi tecnico-scientifici che hanno guidato lo sviluppo dell’assistenza ospedaliera nei paesi industrializzati. In carenza, poi, di un Piano sanitario regionale la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera si è altresì sviluppata in modo non organico ed equilibrato sul territorio. In particolare la distribuzione dei posti letto tra le varie CAMPOBASSO. "I dipendenti della Fisiomedica Loretana di Toro a tre mesi dall’inizio dello specialità presenta lacune ed esuberi non solo a livello restato di agitazione devono amaramente constatare che, nonostante la disponibilità e le promesse, gionale, ma soprattutto nelle singole aree territoriali. Ecco nulla è cambiato. Il secondo incontro presso l’Assessorato alle politiche per il lavoro non è stato, perchè diventa necessario procedere alla concreta realiza tutt’oggi, ancora fissato". Dopo le promesse ottenute al tavolo fissato dall'assessore Petraroia, zazione di una rete di strutture e presidi ospedalieri in oggi la Regione non sa come andare avanti in questa trattativa. grado di coniugare efficacia delle risposte assistenziali, Così non sono stati più registrati incontri chiarificatori mentre sul Piano operativo sanitario in accessibilità ai servizi in tutto il territorio regionale, effiitinere non sembrano esserci belle notizie per il Centro di riabilitazione di Toro. Evidentemente, cienza nell’impiego delle risorse. però, la politica non riesce a dire la verità a proprietà e lavoratori. Da qui una puntuale riorganizzazione della rete ospeEppure, sono anni che il Centro chiede di potere ottenere quel riconoscimento stabile per la daliera all’interno della Regione basata sull’esigenza di riabilitazione che gli possa consentire di lavorare serenamente. I lavoratori della Fisiomedica, prevedere la distribuzione regionale delle specialità cliintanto, chiedono "cortesemente, che abbia luogo il predetto secondo incontro risolutivo perloniche in base al rispettivo tasso atteso di ospedalizzazione meno delle problematiche legate agli arretrati stipendiali ed alla conservazione dei posti di lae al conseguente bacino potenziale di utenza, articolanvoro". Ci sarà risposta, almeno, a quanto si chiede? done l’attivazione sul territorio secondo il livello di diffusione da perseguire. Al contrario, è stato definito un Piano operativo, ancora non ufficializzato, che disegna un'altra sanità sul territorio non confacente ai reali bisogni dei molisani. Speriamo che ora sarà possibile modificare il percorso avviato.

Lavoratori timorosi per il futuro della struttura ma la Regione non dà risposte

"Perchè non si parla di Fisiomedica?"


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Campobasso

27 luglio 2013

Non potendo vantare opere pubbliche, servizi pubblici e investimenti, il sindaco Di Bartolomeo si contenta di vantare occupazione.

Lavoro a tempo pieno e parziale per il 2013, 2014 e 2015 a Palazzo san Giorgio Non potendo vantare opere pubbliche, servizi pubblici e investimenti, il sindaco Gino Di Bartolomeo si contenta di vantare posti di lavoro: a tempo indeterminato e a tempo determinato. Messo sull’avviso dal consigliere Michele Ambrosio, che ha avuto il merito di andare a scovare i riferimenti legislativi, le disponibilità in pianta organica e le risorse finanziarie, il primo cittadino non ha frapposto tempo ad assumere la deliberazione di giunta 146 del 18 luglio con all’oggetto il Programma triennale del fabbisogno di personale per gli anni 2013, 2014 e 2015. Una ricognizione che ha preteso l’impegno della struttura, una verifica minuziosa del Patto di stabilità interno, il richiamo lunghissimo di norme, decreti e leggi, e l’accertamento della spesa complessiva per il personale pari al 31,54 per cento, ben al di sotto del limite del 50 per cento previsto dalla norma, ha consentito di stabilire che il fabbisogno di personale per il 2013, e per i due anni successivi, deve contenersi in un dirigente dei servizi finanziari e tributari attraverso la procedura concorsuale in atto; da un istruttore contabile (part-time)

L’opera di pungolo e di stimolo del consigliere Michele Ambrosio ha dato l’avvio da assegnare al settore tributi; da un istruttore contabile (part-time) da assegnare al settore programmazione finanziaria attraverso lo scorrimento della graduatoria di un precedente concorso; da un istruttore tecnico (part-time) da assegnare al settore urbanistico ed edilizia attraverso lo scorrimento della graduatoria di un precedente concorso; da un istruttore tecnico (part-time) da assegnare ai Lavori pubblici mediante lo scorrimento della graduatoria di un precedente

Nasce "turismo-civitacampomarano.it" Il sito internet dedicato al "borgo" voluto dal sindaco Manuele

concorso e da un collaboratore di vigilanza urbana (cioè un vigile urbano) da assegnare al Comando di Polizia municipale attraverso l’attivazione della mobilità “qualora necessaria”. Il costo complessivo dell’operazione è 179.590 euro, pienamente compensata dalle unità andate in pensione. A tempo determinato, invece, sempre per il 2013, sono indicati 4 funzionari farmacisti e 4 vigili urbani. Stesse procedure per le assunzioni possibili nel 2014 e nel 2015. Per l’anno

prossimo, a tempo indeterminato, sono allertati 2 istruttori amministrativi (concorso pubblico in atto) e un istruttore direttivo (attraverso la mobilità), nonché, a tempo parziale, 4 funzionari farmacisti (a che servono se invece di incrementare il servizio farmaceutico, lo si vuole depauperare vendendo la farmacia di Via Calabria?). Il 2015, ad elezioni amministrative alle spalle, una sola assunzione a tempo indeterminato: un istruttore tecnico informativo attraverso un concorso pubblico e previo esperimento di mobilità. Ma è troppo di là da venire per meritare un commento. Diverse, e pertinenti, invece, sono le valutazioni sulle assunzioni 2013 e 2014 infarcite di vigili e farmacisti. Ovvero una buona immagine (per l’amministrazione) e un lotto produttivo sotto il profilo elettorale. Eppoi, quando di mezzo ci vanno il lavoro e l’occupazione, non è il caso di sottilizzare e/o di sofisticare. Il sindaco ne sa una più del diavolo. Per il consigliere Ambrosio che, come diciamo, ha mosso le acque, però ci sarebbero alcune aggiunte da fare e alcune valutazioni da considerare. Eccole. Per

L’intervento.

Molto rumore per nulla di Marilina Niro

"Civitacampomarano è un “Borgo impegnato in un percorso di qualità”. Il vero sviluppo si ottiene portando alla luce, e valorizzando, le autenticità locali". Così il sindaco Paolo Manuele. Proprio per questo motivo l’Amministrazione Comunale, nel 2011, ha deciso di entrare a far parte dell’Associazione Nazionale Borghi Autentici d’Italia, una Comunità costituita da 180 territori e Borghi che condividono progetti, idee e sviluppano percorsi comuni per valorizzare le rispettive tipicità. All’interno di questa rete, le singole specificità e peculiarità non divengono punti di divisione, bensì di unione e di sinergia. Civitacampomarano Borgo Autentico d' Italia. Un Borgo Autentico si distingue come luogo in cui, pur conservando le tradizioni e le culture, si rivolge uno sguardo ad un orizzonte più ampio verso l’innovazione e soprattutto verso uno sviluppo sostenibile. La vera sfida, quindi, è conciliare la conservazione delle identità con una crescita ed un cambiamento socio-economico. Il Progetto Borgo non è solo turismo, ma anche ambiente, energia, valorizzazione dell’artigianato e dei prodotti tipici, crescita sociale. Borghi Autentici è dunque un sistema di territori e Comunità legati tra loro, disseminati lungo l’Italia, ed impegnati costantemente a migliorare in generale la qualità di vita, per renderla più piacevole ai propri cittadini, ai visitatori e ai turisti considerati, in tale ottica, “Cittadini temporanei”. Si è intrapreso a tal fine un percorso affinché il Borgo venga qualificato e riqualificato, valorizzandone le preziose risorse e ricchezze presenti. "Ci si pone precise motivazioni strategiche per avviare progetti, iniziative ed azioni di sviluppo nell’identità, nel paesaggio, nella cultura produttiva, nel proprio modo di vivere, nella storia e nelle tradizioni dei luoghi. È una realtà che considera la comunità locale elemento decisivo del proprio sviluppo, luogo, contesto umano e culturale, sinonimi di buon vivere, gusto, tradizioni, di una dimensione sociale dolce; una comunità che si apre agli altri nella sua dimensione di “Comunità Ospitale”. Per questi motivi l'Amministrazione comunale ha intrapreso un cammino per far conoscere il nostro "borgo". Il sito internet realizzato - chiude Manuele - è un altro tassello per pubblicizzare il nostro territorio.it."

quanto è stato deciso con la delibera di giunta 146 andrebbero presi in considerazione gli ulteriori posti vacanti che si avranno a decorrere da giugno 2014 per la cessazione dagli incarichi dirigenziali dell’area III (Legale) dell’area V (Urbanistica/Edilizia) e della Polizia municipale, mentre per la riorganizzazione dei servizi sarebbe auspicabile una nuova e diversa articolazione che preveda la fusione delle aree dirigenziali Lavori pubblici/Urbanistica e avvocatura/risorse umane. Ciò facendo si ridurrebbe di 2 unità il numero complessivo della dirigenza e con le risorse economiche recuperate si creerebbero altri 6 posti lavoro part-time (a concorso). Tutto ciò per Ambrosio produrrebbe evidenti riflessi positivi in ordine all’organizzazione dell’ente, alla riduzione dei costi del personale, alla valorizzazione delle risorse umane, oltre alla possibilità di bandire nuovi concorsi e procedere a nuove assunzioni, dando risposte in termini di occupazione e di migliore funzionalità della macchina amministrativa con riguardo ai servizi da erogare ai cittadini. Dardo

Questa volta devo dare ragione al Sindaco Di Bartolomeo. L’ordinanza del Sindaco di Campobasso, atta a regolamentare le emissioni sonore notturne nel Centro Storico di Campobasso, è stata prodotta, come si legge sull’Ordinanza, dopo “ripetuti episodi di disturbo della quiete pubblica e delle occupazioni delle persone, riscontrate con formali proteste ed esposti da parte dei cittadini residenti, dovuti alle emissioni sonore provenienti dai locali ubicati in tale area …”. Il Comune di Campobasso impone ai locali pubblici del centro storico il divieto di produrre emissioni sonore, dalle ore 24 alla chiusura, a partire da sabato 27 luglio. Il Sindaco ha ragione, non perché lo dico io, ma perché lo dice la Legge. L’esigenza di tutelare il benessere pubblico dallo stress acustico urbano è garantita da una legge dello Stato (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 1991) che impone ai Comuni di suddividere il proprio territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d’uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.) stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili. Il Piano di Zonizzazione Acustica o, per meglio dire, la classificazione acustica del territorio è il risultato della suddivisione del territorio urbanizzato in aree acustiche omogenee. Per ciascuna area omogenea, definita in relazione alla sua destinazione d’uso, viene associata una delle sei classi previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997, recante “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”. La definizione delle classi acustiche e dei valori limite ad esse associati è la seguente: 1 aree particolarmente protette (Centri Storici) 2 aree prevalentemente residenziali, 3 aree di tipo misto. 4 aree di intensa attività umana, 5 aree prevalentemente industriali, 6 aree esclusivamente industriali. Gli esercenti dei locali del centro storico di Campobasso obiettano:“La città non è dei residenti del centro storico, noi offriamo un servizio a tutta la popolazione, anche da fuori. Questa città sarebbe un mortorio senza il nostro lavoro. Questa città non è una casa di riposo”. Che strani i residenti del Centro Storico, osano lamentarsi! E di che cosa? Delle urla, delle bottiglie di vetro che rotolano, delle risse, dei cori farneticanti, dei motorini che di notte sfrecciano in tutte le direzioni … ma sono ragazzi che hanno il diritto di riempire il vuoto generazionale. Se i protagonisti della

movida pensano che il vuoto diurno si possa colmare con la sfida del rumore notturno in cui vince chi emette più decibel, il problema è molto complesso. Il presidente Apem (Associazione Pubblici Esercizi Molise) dichiara “Un ennesimo duro colpo al nostro comparto che creerà grossi danni a coloro che hanno da poco intrapreso la strada, con seri rischi economici, della piccola impresa. Per il Comune le attività di bar, pub e ristoranti non servono a nulla.Vuol dire che l’occupazione, il lavoro, gli introiti fiscali ed amministrativi che queste aziende garantiscono, anche al Comune di Campobasso, sono niente rispetto alla necessità di trasformare la città in una grande casa di riposo, silenziosa e quieta”. Ha ragione, Campobasso non è un ospizio, ma è una città dinamica di cittadini che al mattino presto si recano al lavoro con mansioni di responsabilità, è una città di famiglie con bambini che hanno il diritto di essere sereni, di cittadini giovani che devono poter costruire il futuro anche allegramente, ma non irresponsabilmente, è una città di cittadini che hanno il diritto di non essere traumatizzati e stressati dalle notti selvagge del nostro centro storico. Io, cittadina e semplice consigliera, non voglio puntare l’indice, ma pretendo l’ordine pubblico. Sono convinta che Campobasso non sia una città che può chiudere alle 00.00, nè che possa essere militarizzata, ma che anzi debba poter avere una vita vivace, anche notturna. Vivace per l’allegria, la musica, la cultura, la socialità, che non sia fatta solo di ubriachezza e schiamazzi. Pretendo l’ordine pubblico. L’ordine pubblico e la sicurezza, di cui non possono farsi carico gli abitanti del centro storico, per quanto costretti a provarci, ma neanche i gestori dei locali ed i vigili urbani. L’ordine pubblico è di competenza del Questore che lo delega alle forze dell’ordine, come la tutela di tale sicurezza è affidata al Prefetto. Loro fanno il possibile e sono prontissimi a fare di più. Pretendo, in qualità di amministratrice comunale e di cittadina residente del Centro Storico, l’applicazione delle regole del vivere civile, ordine, sicurezza e salute pubblica. Schopenhauer scriveva:“Il chiasso è la più impertinente di tutte le interruzioni, poiché interrompe, anzi perfino spezza i nostri pensieri. Ma dove non vi è nulla da interrompere, il chiasso non sarà avvertito in modo particolare” (Parerga e paralipomena, 1851). In Comune c’è anche chi sente, ascolta, ode ed avverte il chiasso. Dal centro storico, Marilina Niro.


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Campobasso

27 luglio 2013

Da uno studio del ricercatore molisano Gianluca Iarocci dell’Ispra.

Campobasso è un contributore d’inquinamento Il parco veicolare campobassano è caratterizzato da una prevalenza di automobili di vecchia generazione E’ accertato. I settori delle industrie energetiche e dei trasporti contribuiscono a più di metà delle emissioni climalteranti, cioè che alterano il clima. Risulta in termini analitici e scientifici dall’Annuario dei Dati ambientali 2012 redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Annuario al quale, in veste di ricercatore, ha partecipato il molisano (di Campobasso) Gianluca Iarocci, autore, tra l’altro, di studi e resoconti di rilievo nel corso degli ultimi anni di attività. Si deve a lui (purtroppo per noi molisani) l’assegnazione di un primato poco confortante. Dall’analisi dei dati Aci riferiti al 2011 ri-

guardanti le autovetture in circolazione nei capoluoghi regionali italiani emerge che Campobasso, con Napoli, Potenza, Palermo, Perugia, Catanzaro, Cagliari, Bari, Trieste e Venezia è caratterizzato da una prevalenza di automobili di vecchia generazione di tipo Euro 0, Euro I, Euro II ed Euro III. Viceversa nei comuni Aosta, Trento, Firenze, Bologna, Milano, L’Aquila, Ancona, Roma, Torino e Genova lo sviluppo della motorizzazione è caratterizzato dal prevalere di autoveicoli conformi agli standard emissivi più recenti (Euro IV, Euro V ed Euro VI). Pertanto partecipiamo alle emissioni climalteranti e dovremmo fare qualcosa. Dallo

studio redatto dall’Ispra, presentato a Roma presso la Camera dei Deputati, in Italia nei prossimi anni ci dovrebbe essere un aumento del parco veicolare (autovetture, motocicli, trattori stradali e motrici, autobus, autocarri trasporto merci). Ciò consiglia di usare energia pulita e in minore quantità, di sviluppare infrastrutture moderne in modo da ri-

durre l’impatto negativo sull’ambiente e sui patrimoni naturali chiave quali l’acqua, la terra, e gli ecosistemi. Il richiamo di Iarocci alla poco confortante situazione del parco veicolare campobassano, in particolare, va considerato pertanto un utile suggerimento per attuare un progressivo miglioramento in direzione di un minore inquinamento.

Torna la Notte Bianca, l’amministrazione lancia l’evento con un mese e mezzo di anticipo.

Martedì la conferenza stampa della manifestazione che si terrà il 14 settembre Torna la notte bianca a Campobasso. Per la seconda volta l’amministrazione comunale affida l’organizzazione dell’evento alla ditta King Comunication che, per illustrare gli eventi in programma, terrà una conferenza stampa. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse per l’enorme distanza temporale che divide l’incontro con i giornalisti, fissato per martedì 30 luglio, e il giorno in cui si terrà la manifestazione e

cioè il 14 settembre. Con un mese e mezzo di anticipo King Comunication sente l’esigenza di presentare agli organi di informazione gli eventi che animeranno la manifestazione. Vabbè che ad agosto la città, in teoria, si svuota ma da qui a decidere di presentare l’evento con così tanto anticipo risulta un po’ forzato. In effetti, sarebbe bastato organizzare la conferenza stampa nei primi giorni di settembre e quindi a due settimane dall’evento per avere la certezza di presentare e diffondere il cartellone della manifestazione nei tempi giusti. Si potrà ribattere, ciascuno è libero di gestire il proprio lavoro come meglio crede ma, al di là della tempistica adottata, c’è ancora un’altra

ORARI AUTOBUS

AZIENDA TRASPORTI MOLISANA spa Tel. 0874.64744 - 0874.65050 - Fax 0874.629847 Per maggiori informazioni consultare il sito:www.atm-molise.it CAMPOBASSO-ROMA

cosa da evidenziare. L’evento non è mai passato al vaglio della Commissione Cultura di Palazzo San Giorgio che solitamente si occupa di analizzare e valutare le manifestazioni che si terranno in città. Evidentemente l’amministrazione si fida talmente tanto della professionalità della ditta King Comunication che ha ritenuto di non dover far passare il provvedimento in Commissione. Il punto è che, anche se si tratta della seconda edizione, non si tratta affatto di un evento rodato. L’anno scorso, infatti, molti ebbero da ridire sui metodi approssimativi utilizzati dalla ditta per proporre all’amministrazione l’organizzazione della notte bianca, anomalie che spinsero il capo-

CAMPOBASSO-NAPOLI

gruppo di Costruire Democrazia Michele Durante a chiedere delucidazioni all’amministrazione comunale. In più, il consigliere presentò anche un esposto al prefetto e al questore per conoscere le misure adottate in termini di sicurezza pubblica che, a suo avviso, lasciava molto a desiderare. Il consigliere non ha mai ricevuto risposte perché, evidentemente, nessuno ha ritenuto che fosse necessario rispondere ad un amministratore della città. A questo punto, visto che si è partiti con così largo anticipo, Durante si augura che non ci siano intoppi e che tutto venga organizzato in modo chiaro. Teresa Manara

CAMPOBASSO-TERMOLI-PESCARA



ANNO IX - N° 49 - SABATO 27 LUGLIO 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA

ISERNIA L’Oscar del giorno a Renato Sparacino L'Oscar del giorno lo assegniamo a Renato Sparacino. L'intraprendente sindaco di Scapoli sta lottando per la sopravvivenza dei piccoli paesi come il suo proprio mentre rilancia con forza il Festival delle Zampogne. IL Comune, infatti, è diventato nel tempo il punto di riferimento internazionale per questi strumenti. Andrebbe sicuramente aiutato e maggiormente sostenuto proprio per la valenza tradizionale e culturale della manifestazione. Noi proviamo a farlo da queste colonne perchè il tutto merita. Eccome.

Il Tapiro del giorno a Antonio Sorbo Il Tapiro del giorno lo diamo ad Antonio Sorbo. Il neo sindaco di Venafro, sulla questione dell'ospedale Ss Rosario non è apparso molto convincente così com'era stato nel recente passato. Infatti in precedenza era stato molto duro nei suoi interventi in Consiglio comunale nel ruolo di opposizione. Mentre oggi è apparso assai meno pungente e più accondiscendente rispetto ai tagli che sono in via di esecuzione con il nuovo piano operativo. Non sarebbe male, pertanto, che il sindaco si impegnasse maggiormente per la salvaguardia dell'ospedale.

30.000 copie in omaggio www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it


Speciale

10 27 luglio 2013

I L PROGRAMMA SABATO 27 LUGLIO ore 11.00 Piazza Martiri di Scapoli - Piazza Btg. Alpini Piemonte Italian Pipe Band - Banda Italiana di Cornamuse Scozzesi ore 12.00 Museo Internazionale della Zampogna "Pasquale Vecchione" Visita guidata ore 16.00 Sala Polifunzionale Laboratorio musicale - Presentazione del libro "Anima folk" del Prof. Luca Turchet - "Le Zampogne in Sicilia: tipologie, occasioni, repertori vocali e strumentali" a cura dell'etnomusicologo Giuseppe Giordano ore 17.30 Piazza Martiri di Scapoli - Piazza Btg. Alpini Piemonte Italian Pipe Band - Banda Italiana di Cornamuse Scozzesi ore 18.00 Museo Internazionale della Zampogna "Pasquale Vecchione" Stage sui tamburi a cornice a cura di Davide Torrente ore 19.30 Androne Palazzo Comunale Dimostrazione dal Legno ai Suoni "Come nasce una Zampogna" a cura del Maestro Artigiano Umberto Di Fiore ore 21.00 Piazza Martiri di Scapoli CONCERTO Intervento musicale dei rappresentanti delle diverse realtà territoriali presenti al Festival Italian Pipe Band - Banda Italiana di Cornamuse Scozzesi Domo Emigrantes Rondeau de Fauvel Cantine Riunite DOMENICA 28 LUGLIO Ore 10.00 Suoni in libertà Esibizione musicale per le vie e piazze cittadine di suonatori di Zampogne e ciaramelle - gruppi folkloristici ore 11.30 Sala polifunzionale Gruppo folk "Skarìa" di Deliceto (Puglia) e la Zampogna di Panni - repertorio devozionale ore 16.00 Piazza Martiri di Scapoli Gruppo folk "LA P'CC'NERA" di Forli del Sannio ore 17.00 Museo Internazionale della Zampogna "Pasquale Vecchione" Cerimonia di consegna di preziosi strumenti al Museo - Famiglia Casbarro Zampogna e ciaramella in Sol realizzata dal Primo Maestro Artigiano di Scapoli Benedetto Di Fiore - Mario Zuchegna Totara arcaica, Totara nuova e Totarotto di Montenero Val Cocchiara - Gioacchino Raffone Zampogna 2 palmi e mezzo vibonese ore 18.00 Museo Internazionale della Zampogna "Pasquale Vecchione" Workshop: "La Zampogna molisana e la Cornamusa scozzese: solo una lingua differente" a cura di Piero Ricci e Duilio Vigliotti ore 19.00 Androne Palazzo Comunale Dimostrazione dal Legno ai Suoni "Come nasce una Zampogna" a cura del Maestro Artigiano Umberto Di Fiore ore 21.00 Piazza Martiri di Scapoli CONCERTO Intervento musicale dei rappresentanti delle diverse realtà territoriali presenti al Festival Il Pipe Major Willie Cochrane e le celebri Cornamuse di Scozia AULI (Lettonia)

Sempre meglio

Scapoli E’ un successo che ha radici antiche ma che migliora nel tempo

Il sindaco di Scapoli, Renato Sparacino

Entra nel clou il XXXVII Festival internazionale della Zampogna di Scapoli

“La Zampogna dà fiato a tutta l’economia locale” La tradizionale festa molisana custodita all’ombra delle Mainarde si rinnova anche senza l’aiuto delle istituzioni. Il sindaco Renato Sparacino tuona ma ha già grandi progetti per il futuro Sindaco Sparacino, innanzitutto com'è stato il primo giorno del Festival? Come ogni vigilia l’affluenza è stata considerevole già dall’apertura della mostra mercato. Gli artigiani espongono quello che è il vero mercato della zampogna e delle ciaramelle, è la tradizione che dura da circa 40 anni. Oggi ci sarà un gruppo internazionale di cornamuse scozzesi e italiane pluripremiati e riconosciuti a livello mondiale. Dalla mattina si comincia con i suoni in libertà. Il paese diventa palcoscenico. Per tutte le strade del paese si esibiranno artisti che faranno da colonna sonora a tutta la giornata. In questo periodo di austerity quanto è difficile riconfermare i successi passati? Diciamo che dismetto la veste di lupo. Non ci piangiamo addosso e per salvare la manifestazione che è emblema della regione non ci vergogniamo di vendere qualche porchetta in più. Ora come ora, solo l’aspetto gastronomico sostiene la manifestazione. Abbiamo fatto tutto da noi riducendo le spese del 50%. Nonostante questo, il boom è quello di ogni hanno: alberghi e bed & breakfast pieni. Si prevedono le 40.000 presenze di sempre nell’arco dei 3 giorni, quello che merita la capitale mondiale della Zampogna. Purtroppo non si riesce a programmare in tempo senza fondi dalle istituzioni, bisogna prenotare i biglietti aerei un anno prima, si vive con il patema d’animo. Ma grazie alla Pro loco, braccio operativo del Comune e l’introito proveniente proprio dalla gastronomia e dai pernottamenti riusciamo comunque a mantenere viva la manifestazione, anche senza l’aiuto delle istituzioni. Sindaco, da dove arriva questa tradizione e dove sta andando?

E’ arrivato il week end più molisano ed allo stesso tempo internazionale della regione. Gli appuntamenti sono iniziati ieri ma da oggi la festa entra nel vivo. A Scapoli, nel Festival internazionale della Zampogna, c’è tutto: l’anima del Molise, la storia, la cultura. Ci sono i colori vivi dei posti e della gente che abita la pancia delle Mainarde. C’è qualcosa che somiglia molto alla casa dolce casa. Tutto il resto è musica, è un danzare di sorrisi e un saltare di risate a ritmo di suoni antichi e moderni che percorrono tutto il paese, si infilano nei vicoli più stretti, ti solleticano e ti cullano in un grosso abbraccio. L’abbraccio di Scapoli, dello strumento molisano per

Mi sento ambasciatore nel Mondo del Molise, e non me ne vergogno a dirlo. La Regione deve solo vergognarsi, non sono riusciti a far passare una legge di 2 articoli, che tuteli le 5 manifestazioni più importanti del Molise. Siamo stati insigniti nel 2012 con la bandiera arancione d’Europa, abbiamo installato vetrine espositive alla Regione, anche se non lo meritava. Ed anche a Bruxelles. La Zampogna di Scapoli è arrivata in Venezuela, in Argentina e in Brasile. L’anno prossimo, dopo la partecipazione alla scorsa edizione, avremo l’onore di avere niente meno che Hevia come direttore artistico. C’è un grosso progetto in collaborazione con il Moligal, che ingloba anche la Spagna e le Asturie per promuovere e valorizzare i tratturi. La Zampogna si unirà alla Gaita asturiana. Nella prima decade di gennaio istituiremo il premio ‘Zampogna d’oro’ che sarà rivolto a tutti coloro che si prodigheranno nel giornalismo come nella musica, fino alle istituzioni, a mantenere vive o recuperare le tradizioni locali. Tutto gira intorno alla Zampogna. Cosa rappresenta veramente questo strumento per il Molise e per Scapoli? Scapoli punta tutto sulla Zampogna. Sopravviviamo proprio grazie a questo, mentre i piccoli comuni vanno verso l’unione, noi ancora camminiamo e ‘suoniamo’ da soli. Non solo abbiamo istituito una scuola di musica popolare frequentata sia da bambini che da anziani. E’ il nostro vivaio della tradizione che si tramanda. Anche gli artigiani sono aumentati, ora ce ne sono ben cinque. Siamo fieri di avere un’onda d’urto di affluenza pari a quella dei Misteri di Campobasso. Tutto questo in un paesino di 1000 abitanti. Abbiamo questa forza, non ci abbattiamo, ci rimbocchiamo le maniche e diamo fiato alle Zampogne.

eccellenza, la Zampogna, e la sensazione di sentirsi liberi in un fine settimana di festa no stop. Le albe e i tramonti si incontrano più volte durante il festival che non smette di suonare dal palco o dai gradini della Chiesa, dal belvedere o lungo la strada che porta al lago di Castel San Vincenzo. Se c’è una festa che rappresenta a pieno la molisanità e allo stesso tempo l’accoglienza a chi viene da fuori, da tutto il mondo, è questa. Chi è del Molise e non è mai andato a Scapoli fa ancora in tempo a recuperare. E’ ancora in tempo per accogliere le sue origini e farsi accogliere in tutto quello che vuol dire Zampogna e Molise. joll


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Isernia

27 luglio 2013

Cosentino ai domiciliari a Venafro VENAFRO. Nicola Cosentino, in carcere a Secondigliano dallo scorso 15 marzo, è stato scarcerato ed andrà agli arresti domiciliari a Venafro, in una casa presa in affitto. Il deputato Pdl ,uomo forte del centro destra campano era stato arrestato, dopo un sofferto via libera della Camera dei deputati, per due inchieste: una per concorso esterno al clan dei casalesi e una per riciclaggio nell'ambito di una inchiesta su un voto di scambio camorra-politica per la realizzazione di un centro commerciale a Casal di Principe. Alla sua scarcerazione si erano opposti i pm della procura di Napoli. Il tribunale del Riesame aveva ribadito la necessità della carcerazione ma la Cassazione aveva bocciato la decisione e aveva disposto il reinvio degli atti perchè,a giudizio della Suprema Corte, le esigenze cautelari erano cessate. Cosentino aveva già ottenuto dal presidente Orazio Rossi, del collegio giudicante di Santa Maria Capua Vetere, il beneficio dei domiciliari. Ora la decisione dell'altro presidente di collegio giudicante, Giampaolo Gugliemo, che ha permesso a Cosentino di lasciare il carcere di Napoli per recarsi a Venafro come disposto da Rossi.

Isernia. “Appennino tesoro del Molise – No all’abbandono delle aree interne” è questo il testo dello striscione affisso dall’associazione di promozione sociale CasaPound Italia a Scapoli in occasione del Festival Internazionale della Zampogna, in programma questo fine settimana nel comune montano, collocato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Abbiamo voluto cogliere l’occasione di questo evento, che raduna migliaia di persone da ogni parte d’Italia e del mondo, per porre l’accento sullo stato di abbandono in cui versano le aree interne della nostra regione”. E’ quanto comunica in una nota Agostino Di Giacomo, responsabile isernino di CasaPound. “La catena dell’Appennino – continua Di Giacomo - con i suoi straordinari scenari naturali, rappresenta per la nostra regione un inestimabile patrimonio, di cui non è possibile ricordarsi solo per pochi giorni all’anno in occasione di eventi particolari, quali il Festival della Zampogna. In un momento in cui la crisi economica sta modificando i flussi del turismo, sarebbe bene

La notizia era già nell'aria da tempo e ora si è trasformata in realtà

Frammenti d’Antico, ufficializzato il programma BAGNOLI DEL TRIGNO – A poco più di 20 giorni dalla messa in scena della XIX edizione di Frammenti d’Antico l’organizzazione ha ufficializzato il programma dei vari eventi che animeranno tutto il pomeriggio e la notte inoltrata di domenica 18 agosto a Bagnoli del Trigno. La ricorrenza più attesa dai bagnolesi prenderà il via a partire dalle ore 18.00 dal Castello Sanfelice quando ci sarà la sfilata del corteo storico lungo le strade del paese guidata dal Duca, l’attore Ettore Bassi, e dalla Duchessa, Annalisa Ciarlante, Miss Molise 2012. Si proseguirà, poi, alle ore 19.00, in piazza Umberto I all’elezione dei due Sindaci con il sistema della fava e del fagiolo. Alle ore 20.00 nel rione Santa Ca-

terina si terrà la festa nel borgo con canti, balli, fuochi e fantasie, mercatino delle cose belle e particolari, si mangia e si beve in allegria. Alle 24.00 precise, invece, in piazza Olmo si sarà la discesa della fata tra luci, musiche e fuochi pirotecnici dal castello sino alla piazza sottostante. All’una meno un quarto, sempre in piazza Olmo, la serenata ala sposa. All’una precisa il momento cloù e più atteso con il diritto della prima notte e l’incendio del castello. Dalle ore 20.00 in poi, inoltre, in diverse zone del paese si susseguiranno tutta una serie di spettacoli musicali, teatrali e di sbandieratori che fungeranno da perfetto corollario all’evento clou dell’estate bagnolese.

“Appennino tesoro del Molise” Striscione di CasaPound contro l’abbandono delle aree interne in occasione del Festival della Zampogna di Scapoli che la Regione dedicasse maggior attenzione allo sviluppo delle aree montane. Migliorando le infrastrutture ed i servizi, facendo fronte alle gravi carenze specie nel settore dei trasporti pubblici che provocano costanti disagi per i residenti e rendono difficile l’afflusso nell’area di turisti, e sostenendo il potenziamento delle strutture ricettive già esistenti e la nascita di nuove, sarebbe possibile far fronte alla piaga endemica della disoccupazione che affigge la nostra terra, e si favorirebbe lo sviluppo di un turismo più sano, che miri al recupero del legame tra l’uomo e la Natura”. “Auspichiamo – conclude il responsabile CPI – che le diverse forze politiche provinciali e regionali possano aderire al nostro appello, che mira a sanare una situazione di disagio che la crisi sta contribuendo ad

aggravare, e che se risolta con interventi intelligenti e lungimiranti potrebbe aprire nuove prospettive di sviluppo all’economia del Molise. Da parte nostra, non cesseremo

il nostro impegno contro l’abbandono e per la valorizzazione di quelle aree che rappresentano del cuore stesso, geografico, culturale e storico, della nostra terra".

Neuromed si apre alle scuole VENAFRO. L’Istituto Neuromed, attraverso la sua Fondazione, ha avviato ieri mattina un percorso di lavoro per la realizzazione di un protocollo d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise. L’intento comune è quello di aprire le porte dell’Istituto di Ricerca di Pozzilli alle scuole e ai ragazzi, attraverso le attività svolte dalla Fondazione e per il tramite del Provveditorato molisano diretto da Ernesto Pellecchia. Alla riunione di questa mattina, che si è svolta negli uffici del Provveditorato in Via Gari-

Un Protocollo d'intesa firmato con l'Ufficio scolastico provinciale baldi a Campobasso, hanno partecipato il Direttore Usr della Provincia ci Campobasso e Vice direttore generale, Giuliana Petta, il Presidente della Fondazione Mario Pietracupa e il suo Vice in seno al Consiglio, Guido Cavaliere. Dal cordiale incontro è scaturita l’ampia condivisione tra i due interlocutori. La Dottoressa Giuliana Petta ha accolto con entusiasmo l’input del Pre-

sidente Pietracupa, fornendo nuovi elementi per intensificare il rapporto e il programma di attività che sarà perfezionato in successivi incontri e ufficializzato e presentato nel mese di settembre. In cantiere, nell’ottica della costruzione di un canale preferenziale tutto a vantaggio dei ragazzi, non solo le visite guidate delle scuole di ogni ordine e grado all’interno dell’Istituto,

ma anche pratiche esperienze di alternanza scuola lavoro, incontri di studio, stage, tirocini scientifici, nonché la possibilità di sviluppare un percorso didattico completo attraverso l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento. Tutti percorsi mirati che saranno validati dall’opera svolta su ampia scala da un Comitato scientifico didattico paritetico di prossima istituzione, che

schiererà al suo interno componenti del Miur e altri in rappresentanza dell’area scientifica del progetto. Molto soddisfatto il Presidente Mario Pietracupa: “Quello di oggi, in coerenza con quanto annunciato al momento del mio insediamento, è il primo importante passo lungo la strada del coinvolgimento totale dei giovani nelle attività di eccellenza che esprimono il nostro territorio. Puntiamo sulla proposizione di programmi mirati all’interno di un percorso divulgativo interessante e concreto”.


Termoli

12 27 luglio 2013

e n u m o C l e d i t t a f i , e h c i l b b u Opere p L'amministrazione ha illustrato i lavori di riqualificazione

TERMOLI. Cinque mesi e mezzo dopo l’avvio dei lavori di rifacimento dei marciapiedi e della pubblica illuminazione in via Duca degli Abruzzi, caso strano per gli appalti pubblici, la città di Termoli ha avuto consegnata in dote un’altra opera, in anticipo di almeno 3 settimane rispetto alla scadenza originaria. Un’area di grande passaggio, per la vicinanza con la stazione ferroviaria e con la sede adriatica dell’Università degli

studi del Molise, ma anche cuore pulsante con attività commerciali e uffici. Il vernissage è stato organizzato dall’amministrazione comunale Di Brino, anche se il sindaco era assente per essersi buscato una brutta bronchite. Quasi tutti gli assessori presenti alla conferenza stampa estemporanea in strada, col vice sindaco Ferrazzano, il titolare dei Lavori pubblici Sabella, Verini, Di Giorgi,

Sempre più auto rubate A Termoli i furti di veicoli stanno diventando un'ossessione TERMOLI. Furti d'auto a ripetizione a Termoli e su tutta la costa, ci dobbiamo ripetere, purtroppo. Una vera e propria piaga l'abbiamo definita ieri e oggi lo confermiamo. Non solo il lungomare nord foriero di sparizioni repentine di macchine, ma anche quel piazzale del porto che tanto vituperato vede la presenza di piazzisti abusivi di posteggi. A farne le spese, potremmo ironizzare come omessa vigilanza... ma è un sarcasmo di cattivo gusto per chi si è trovato di colpo a piedi, dei turisti provenienti dalla Svizzera, che erano giunti a Termoli in vacanza e avevano deciso di approfittare di quest'ultima settimana di luglio per andare alle Isole Tremiti. Giorni deliziosi climaticamente parlando per trascorrere un periodo di relax alle Diomedee, imbarcandosi nel traghetto che fa la spola tra Termoli e l'arcipelago dauno, ma sostando con la loro Bmw cabrio di valore proprio al porto. Purtroppo, al rientro, lo sbarco è stato funestato dalla scoperta che la loro automobile era stata portata via, non da un carro attrezzi, ma dai ladri e all'iniziale sgomento ha fatto seguito una rabbia viscerale, con denuncia alle forze dell'ordine, letteralmente oberati in questo periodo per i furti di autovetture, nelle macchine e non solo.

De Guglielmo, insieme al dirigente Belpulsi, al progettista Scapillati (con il rappresentante della ditta edile che ha portato a compimento i lavori) e lo staff della comunicazione con Del Grande e Tirelli. Tra i consiglieri solo Farina era presente. Grande la soddisfazione per l’ennesimo tassello inserito nel mosaico più ampio di una riqualificazione complessiva del centro cittadino, a cui si mira con il

progetto del Cipe e i fondi regionali per centro storico e lungomare nord. Un miglioramento notevole per la vivibilità urbana, la sicurezza e il decoro, visto che residenti e commercianti denunciavano da tempo e a più riprese l’incuria della zona, nemmeno illuminata in modo adeguato. E’ stato superato in surplace anche l’inghippo con le Ferrovie dello stato, che rivendicavano parte

dell’area come loro proprietà. Prossime tappe le inaugurazioni delle rotonde nella loro veste definitiva in via Corsica (vicino al ‘Punto’) e sul piazzale del porto. Non a caso, in avvio di conferenza stampa, nel salutare a nome del sindaco assente Ferrazzano ha ribadito come a dispetto delle chiacchiere strumentali e delle polemiche sterili la giunta si caratterizzi per essere una compagine governativa ‘del fare’.

Itt, condannata l’azienda TERMOLI. Un altro colpo degli avvocati Salemme e D'Adamo. Si sono chiuse ieri presso il Tribunale di Larino - Giudice del Lavoro – tre cause intentate per conto di lavoratori che hanno prestato la propria attività lavorativa per la Itt Iitalia Srl – azienda multinazionale nella produzione di pastiglie per freni - in forza di svariati contratti di somministrazione (lavoro interinale con Adecco) tra il 2009 e il 2011. Tali contratti erano motivati sempre da ragioni differenti, ma soprattutto generiche e, secondo la difesa dei ricorrenti, inesistenti in concreto. In particolare, oltre alle prospettazioni in diritto sulla forma dei contratti, i legali dei lavoratori hanno letteralmente smontato le allegazioni, le deposizioni dei testimoni e le produzioni documentali dell'azienda e, all'esito di processi caratterizzati da notevole complessità, hanno ottenuto dal giudice, Aldo Aceto, tre sentenze con le quali si ordina alla Itt Italia Srk - azienda utilizzatrice - la costituzione

Il giudice ha dato ragione a tre lavoratori

di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con effetto dalla scadenza dell'ultimo contratto, il risarcimento del danno, l'adempimento degli obblighi derivanti dalla sussistenza del rapporto di lavoro con ripristino del sinallagma contrattuale mediante assegnazione del ricorrente alle mansioni svolte ed al posto occupato alla cessazione dell'ultimo contratto non-

ché il pagamento delle spese legali. Tali sentenze, oltre a fissare dei punti fermi in giurisprudenza con riguardo alla materia del lavoro somministrato, rappresentano un'altra grande vittoria di tre lavoratori rimasti, dal 2011, privi di occupazione, a quanto pare, ingiustamente, ossia a causa dell'illegittimo comportamento di una florida Società multinazionale.


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Termoli

27 luglio 2013

Pubblici esercizi, è scontro con il Comune Il rispetto dell'occupazione del suolo pubblico crea polemiche TERMOLI. Polizia municipale sguinzagliata in città non solo contro parcheggiatori abusivi, ladri d'auto e d'appartamento e trasgressori del codice della strada. C'è anche una pattuglia amministrativa che verifica in giro per la città il rispetto delle normative e delle concessioni per l'occupazione del suolo pubblico. Bar e ristoranti con piccoli o grandi spazi di dehor all'esterno dei locali, ma le contestazioni non vengono viste di buon occhio dagli esercenti, che magari si aspettano trattamenti analoghi a quelli degli ultimi anni, ma così non è anche perché sono state apportate modifiche

sostanziali all'impianto normativo regolamentare. Per questa ragione, al di là di proteste sporadiche, chi si è mossa è la locale presidenza della Confcommercio, stavolta basata sulla segnalazione di alcuni gestori di attività di somministrazione della vecchia piazzetta mercato. “La Confcommercio di Termoli dà pieno sostegno agli associati che in maniera palesemente parziale si sono visti ridurre la superficie destinata al servizio di somministrazione all'esterno dei propri locali. E' incomprensibile come la stessa richiesta che tutti gli anni viene ripetuta, stavolta ha visto modificata la concessione solo a due delle attività della piazzetta, tra le altre cose senza che gli ignari esercenti fossero messi a conoscenza di questa modifica alle loro richieste. Altrettanto incomprensibile come fino ad oggi nessuno ha sollevato problemi in tal senso e tutto ad un tratto ci si ricorda di far rispettare quello che per la prima volta viene fatto rispettare e fino all'anno scorso è stato sempre concesso. Mi piacerebbe che

solo per un breve periodo gli amministratori comunali si trovassero nei panni degli esercenti le attività di somministrazione e del commercio in genere affinché capissero quanto è duro in questa precisa fase storica riuscire a sbarcare il lunario cercando con grandi fatiche e nella maggior parte dell'anno anche a rimetterci nella speranza di una buona stagione estiva che oramai è solo un lontano ricordo, pur rimanendo sempre solidali con l'impegno della creazioni di posti di lavoro che rappresentano una manna dal cielo per quei dipendenti che ancora riescono a trovare lavoro in questo settore, forse ancora per poco visto che l'amministrazione mostra poca attenzione a questo settore che da sempre è stato trainante per l'economia termolese, visto che la nostra città oltre all'enogastronomia come attrazione turistica offre poco quanto niente. Vorrei ricordare che tutta l'Italia tranne l'arco alpino e circondata dal mare, pertanto la nostra città tolta le bellezze oltre all'enogastronomia non offre granché a differenza di località di mare che vantano una solida esperienza e infrastrutture di ogni genere rivolte all'attività turistica. L'unica richiesta è quella di una comprensione maggiore visto che la mole di lavoro ultimamente si è ulteriormente ridotta, e questo è sotto gli occhi di tutti, qualche anno fa i locali in questione rimpiazzavano i tavoli fino alle 2 o alle 3 del mattino,oggi gli stessi locali alle 22 sono già vuoti”.

Sul Trigno una discarica abusiva La denuncia dall'associazione Ambiente Basso Molise TERMOLI. Non bastava l’inquinamento in atto nel fiume Trigno, centinaia di pneumatici, frigoriferi, plastica, vetro, polistirolo, legno, quintali di materiale di risulta e tantissimi rifiuti abbandonati a meno di 100 metri dalla foce del Trigno. Sembra non finire mai l’agonia del fiume Trigno. Uno spettacolo indecente soprattutto agli occhi dei molti camperisti che sostano nella zona. Nonostante il tratto di territorio della foce del Trigno è un habitat prioritario, cioè un Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C. IT 7228221 ), il comune di Montenero di Bisaccia continua a far finta che quel tratto di territorio non esiste. Gli habitat e le numerose specie di flora e fauna protette della foce del Trigno, e non solo quelli, meritano di essere tutelati nel miglior modo possibile esse, racchiudono un grande patrimonio di interesse turistico e naturalistico che va protetto e valorizzato. Abm con raccomandata 14785982796-7 ha invitato il sindaco di Montenero di Bisaccia, unico responsabile della salute pubblica, ad intervenire e bonificare la discarica abusiva. In Basso Molise il fenomeno delle discariche abusive è in costante crescita. Per debellare il fenomeno delle discariche abusive bastano pochi accorgimenti e pochi investimenti. Sono anni che Abm consiglia di acquistare fotocamere mimetiche, il cui costo è irrisorio. Questi strumenti, posizionati nelle aree più colpite dal fenomeno, garantiscono un monitoraggio costante dell’area e grazie ai rilevatori di movimento, riescono a fotografare la persona che commette il reato. Un metodo semplice e poco invasivo che potrebbe generare un’importante forza preventiva. Di certo i nostri amministratori non vogliono debellare il fenomeno delle discariche abusive


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Sport

27 luglio 2013

Dopo il dietro front romano da parte del padrone della Lazio in città hanno coniato un termine nuovo.

Se Lotito diventa “Lotirchio” C’è una corrente di pensiero che crede che il presidente della Lazio non abbia voluto spendersi per la nostra squadra Il giorno dopo il risveglio è ancora più doloroso. Lo si può paragonare a quello che avvertono i familiari e gli amici che hanno perduto una persona cara. Ti svegli e trovi la casa vuota, il letto in perfetto ordine, il silenzio, nella mente ritornano i ricordi. Questo abbiamo provato noi di provata fede rossoblù nel risvegliarci, dopo una notte anche un po’ agitata. Forse anche per colpa del caldo che, finalmente, sta facendo sentire i suoi piacevoli morsi. La città s’è spogliata, non solo in ossequio alla bella stagione: i cittadini sono fuggiti verso i luoghi di villeggiatura, fossero anche i loro paesi di origine che nella bella stagione tornano a vivere e a riempirsi di piacevoli rimpatriate. Mancando anche un bar dello

sport i pochi tifosi dal cuore malato hanno commentato con aria di sdegno ciò che è appena accaduto ai nostri colori. Lotito è diventato “Lotirchio”. Secondo una corrente di pensiero il padrone della Lazio dopo aver fatto credere di volerci stare ci ha ripensato, inventandosi una bella scusa. Dando la colpa a Giancarlo Abete che secondo la sua versione si sarebbe frapposto a un secondo ripescaggio nel giro di tre anni della nostra squadra, sia pur sotto altra denominazione. A voler ragionare con un minimo di raziocinio ci sembra solo una scusa quella trovata da Lotito per togliersi di torno Adelmo Berardo che negli ultimi giorni lo aveva letteralmente accerchiato con le sue telefonate e gli incontri ravvicinati. L’ultimo, come si ricordava nei giorni scorsi, avvenuto negli uffici della Figc, a Roma, in via Gregorio Allegri, dove lo stesso

Solo una scusa la versione di Abete che si sarebbe opposto al ripescaggio in Serie D

Lotito ha una stanza tutta sua. Se ci fossero stati i soldi da versare a fondo perduto, seguiti da quelli per l’iscrizione e la fideiussione siamo certi che il Palazzo avrebbe trovato il modo di inserire anche il nostro club tra i partecipanti al campionato di Serie D. Sia bene chiaro: l’impegno economico non si sarebbe certamente esaurito con il versamento di 350mila euro. Da quel momento bisognava fare la squadra e pagare tutti i costi della stagione che, stando al prestigio di Lotito, si sarebbe immaginata di primo piano. Magari come quella della Salernitana che, sotto la sua gestione, ha vinto due campionati di fila, tornando in Lega Pro, 1^ Divisione. Categoria più confacente al suo blasone, al suo pubblico e alla sua storia (ci sono state addirittura due presenze in A, in epoche diverse). I soldi, sempre colpa loro. Non ce ne sono. E chi li ha se li tiene stretti. Mettendoli al riparo da collassi e terremoti finanziari in qualche paradiso fiscale. Tra questi paperoni ci saranno certamente anche imprenditori (e professionisti) nostrani. Ma non ci si può far niente se uno decide di tenersi stretto il gruzzolo.

L’ANEDDOTO. Chi è ricco lo deve a sé stesso, a chi gli ha fatto lauti lasciti e soprattutto al lavoro e al saper fare. Ma un po’di merito deve riconoscerlo anche al territorio. Per questo vi raccontiamo un aneddoto. Anni fa un formidabile industriale molisano, di origine campana, decise di allargare i suoi interessi investendo in un opificio situato nella sua terra d’origine. Neppure il tempo di incominciare la produzione che ricevette un paio di visite da certi signori con le facce poco rassicuranti. Che senza preamboli iniziarono a chiedere il pizzo per la protezione. Dopo qualche mese il nostro industriale, sentendosi stretto dalla pressione della mala vita, decise di cedere la nuova azienda. Rimettendoci una cifra ragguardevole. Certamente, al suo rientro a casa, dove le sue aziende avevano continuato la produzione in perfetta tranquillità, avrà capito la differenza tra i bonario Molise e l’aria irrespirabile della Campania. (pi.pò.)

L’ex presidente rossoblù aveva tentato una mossa formidabile, ma è stato spiazzato nel finale. Siamo qui a prendere le difese di Adelmo Berardo. Il quale dopo essersi speso per cercare, con un colpo da maestro, di coinvolgere Claudio Lotito coi nostri colori, non solo si è ritrovato con le mani vuote, ma anche sommerso da ingiuste critiche, da parte di chi si è innamorato del romantico progetto dell’azionariato popolare. Che a oggi, approssimativamente, ha fruttato 20 mila euro. Somma che verosimilmente serve per i palloni, le divise e le tute di una stagione. Berardo mentre la base coraggiosamente si dava da fare, ha cercato, prima sottotraccia e poi allo scoperto, di convincere Lotito a stare con noi. Pur sapendo di imbattersi in un uomo pieno di spine. Dalla lingua tagliente. L’ex presidente rosso-

Grazie lo stesso Adelmo Berardo Al suo indirizzo sono giunte critiche gratuite e immotivate Meglio sarebbe stato ringraziarlo per il coraggio che avuto a mirare in alto, per rilanciare i nostri colori blù ci ha regalato alla fine degli anni Novanta e inizio del Terzo Millennio delle annate storiche. Forse più confacenti alla nostra realtà, rispetto a quelle opulente dell’era Falcione e Molinari. Berardo ci ha rimesso di suo. Quando entrò nel giro aveva un’azienda che bene o male aveva il suo bravo fatturato, i suoi mezzi e tutto ciò che gli occorreva. Era tra i piccoli costruttori che se la passava bene. Dopo aver dato tutto il possibile (e

qualche volta anche di più) alla nostra squadra s’è ritrovato con l’azienda squagliata, i mezzi venduti e sull’orlo del tracollo finanziario. Si racconta che i soldi della vendita di alcuni camion li abbia impiegati per pagare all’Avellino una parte del cartellino di Piccioni, ripreso a novembre, dopo la magica stagione in Serie D. Questo per far capire ciò che Adelmo è riuscito a fare per far primeggiare i nostri colori. Dai quali s’è

separato con immenso dolore, proprio mentre stava progettando di ripartire dalla D. Ma in extremis un “amico” lo tradì di brutto. Dopo aver fatto per suo conto un bonifico di 150 milioni in Lega prima della chiusura mattiniera della banca, alla riapertura lo annullò. Decretando la fine di tutto, con terza radiazione per i nostri colori. In questi anni Berardo si è dato alla politica regionale dove non riuscì a spuntarla quando veleggiava al timone

della nostra squadra. Ma in cuor suo ha sempre sognato di mettere a disposizione della nostra causa le sue competenze. Ma Capone, soffrendone la personalità, non l’ha mai voluto al fianco. Ora ci aveva riprovato. Con Lotito gli è andata male. Il bersaglio era di quelli che sollazzano. Ma in extremis il padrone della Lazio ha cambiato il suo nome: “Lotirchio”, al posto di Lotito. Così ad Adelmo non è rimasto che raccontare la versione purgata di come sono andati veramente i fatti. Lotito ci ha ripensato e ha trovato la pezza a colore. Così dicon tutti quelli che sanno sempre tutto. Noi diciamo, invece, Grazie Adelmo. La città ti deve essere ancora una volta riconoscente. (p.p.)


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