LA LIBERTÀ DI POTER AFFERMARE CHE 2+2 FA 4.
1. Finanziamenti regionali ottenuti 2. Raccolta differenziata: progetti approvati e condivisi 3. Adeguamento sismico sulle scuole 4. Risparmio energetico: scuole e pubblica Illuminazione.
TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
ANNO X - N° 78 - GIOVEDÌ 3 APRILE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Direttore Editoriale: Tommaso Di Domenico Tel.: 0874.698012 Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita
Nicola CEFARATTI GIORNALE SATIRICO
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L’Oscar del giorno a Giulio Perrucci
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Giulio Perrucci. Il presidente del Campobasso calcio è riuscito ad ottenere una prima e significativa vittoria sul campo con la conquista della Coppa Italia dilettanti. Ora si attende la chiusura del Campionato per suggellare la brillante stagione. E sembra quasi passare in sordina il passaggio in Serie D del sodalizio rossoblu. Ha avuto il coraggio di restituire forza al progetto calcistico cittadino che sembrava destinato all'ennesima caduta. Oggi i risultati sono dalla sua parte e, naturalmente, con tutto il suo staff.
Il Tapiro del giorno a Danilo Leva
Il Tapiro del giorno lo diamo a Danilo Leva. Il parlamentare del Pd ha cliccato 'Mi piace' sulla pagina di Facebook di Massimo Romano il quale invitava il presidente Frattura a pensare a lavorare per la Regione. Poi, ha fatto un passo indietro, accorgendosi di quello che aveva combinato. Ma, ormai, la frittata era stata fatta. Ma quale Leva va preso per buono quello al quale piace il commento sarcastico su Frattura oppure quello che si è rimangiato il contenuto cliccato? In ogni caso sembra proprio il classico Giano bifronte.
Non irmptoa la psoizoine che ocucpaimo, il cerlvelo è comquune in gdrao di reiagre.
Se cambiare vuol dire chiarezza e futuro per la città, io ci sono! Nicola CEFARATTI
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3 aprile 2014
Fallito il progetto-programma del Korai (Centro di educazione ambientale)
La raccolta differenziata non decolla, chiediamoci perché
In causa devono essere chiamati i responsabili politici e tecnici della Regione, questo mastodonte inefficiente, inconcludente, divoratore di risorse finanziarie ed umane E’statisticamente provato: i molisani non sono adusi a sistemare ogni tipo di rifiuto solido urbano al posto giusto. Difatti, la cosiddetta raccolta “differenziata” la conoscono in pochi, e in pochi la praticano. Il che produce danni all’economia del servizio, e danni all’ambiente. Ce ne vuole per convincere la gente ad essere più attenta e più corretta in questa tendenza a non considerare i rifiuti roba da buttare via senza badare dove. Eppure, ormai, non c’è Comune che non abbia contenitori differenziati che indichino dove e come buttare i rifiuti. Ma se gli adulti sono scarsamente ricettivi e, soprattutto, restii - per apatia - a differenziare i rifiuti, probabilmente, i giovani, se opportunamente informati e sollecitati, potrebbero invertire la tendenza e diventare preziosi collaboratori nelle famiglie e nella società civile. Su questa ipotesi comportamentale, frutto di una corretta e seria informazione sul valore economico della raccolta differenziata e dei riflessi positivi che riporta sull’ambiente, manca una vera campagna promozionale, una task force mediatica capace d’incidere sui comportamenti singoli e collettivi, limitandosi, di tanto in tanto, a farne oggetto di cronaca. L’idea che creare dalla basso il cittadino modello del futuro prossimo venturo, quantomeno nella trattazione delle questioni ambientali, aveva trovato nel Korai (Centro di educazione ambientale) un punto di riferimento, uno strumento di promozione e di educazione civica. Ad iniziare dalle prime classi elementari. Una campagna di sensibilizzazione fatta con gli strumenti e le professionalità adatti a sollecitare l’interesse e la partecipazione dei ragazzi nella fase più ricettiva della loro vita, in cui da alunni si apprestano a diventare studenti della media e, quindi, psicologicamente più disposti ad apprendere e ad agire. Il messaggio che il progetto intendeva trasmettere era costruito sull’idea che praticare la raccolta differenziata è un gesto semplice, ma ricco di conseguenze utili e positive. Su questi due pilastri (la semplicità del gesto e la sua utilità) , si doveva andare avanti investendo in risorse e professionalità. Gli aspetti tecnici del progetto, gli esecutori del Korai, i destinatari, e la speranza che l’iniziativa fosse accolta e sostenuta, solo per un po’ sono stati al centro della cronaca locale.
Poi, come sappiamo, l’abisso. Nel quale sono finiti il Korai e le iniziative di cui era titolare. E ancora una volta devono essere chiamati in causa i responsabili politici e tecnici della Regione, questo mastodonte inefficiente, inconcludente, divoratore di risorse finanziarie ed umane. Presidio di qualunquismo, strumentalismo, e clientelismo. In grado di alimentare solo e sempre se stesso, lasciando per strada progetti, programmi e speranze di cambiamento. Per strada infatti gli operatori del Korai, quelli della Molise Dati (figli diretti), quelli della Protezione civile, in predicato di andarci quelli della FinMolise, e i lavoratori della Gam, dello Zuccherificio e delle altre aziende partecipate (figli adottivi). Una realtà avvilente, resa tale da personaggi inadatti a comprendere la delicatezza e le responsabilità di essere amministratori pubblici e, per quanto riguarda i regionali, finanche legislatori. Personaggi che cambiano disinvoltamente appartenenza, militanza, vicinanza, col solo obiettivo di rimanere a galla e di apparire. Sapendo di non poter essere. Mai. Dardo
Ipse dixit “Pinocchio” Frattura “Con la nomina a commissario, porteremo a termine gli adempimenti previsti dalla legge per ilrisanamento dei conti del servizio sanitario regionale. Assieme al commissario Basso condivideremo gli atti necessari a ribaltare il giudizio fortemente negativo che ancora oggi il Governo esprime nei confronti della Regione Molise. Dimostreremo di non essere contrari aprocessi di cambiamento, riqualificazione, riorganizzazione e razionalizzazione del servizio sanitario regionale, purché calibrati sull’interesse dei cittadini. Manterremo fede agli impegni presi per il Piano di rientro, senza produrre più tutti quegli “atti inidonei e insufficienti” che finora ci hanno sempre contestato i Ministeri dell’Economia e della Salute, come si legge nella delibera di nomina del Governo. Il Molise sarà capace non solo di risanare i conti, ma anche di offrire un servizio di qualità ai suoi abitanti, diventando un esempio di buone pratiche per il Paese”.
L'intervento
Quanto contribuisco gli spot elettorali alla crescita di campobasso? di Massimo Dalla Torre
Qualora ci sia ancora qualcuno che voglia prestare attenzione alle questioni politiche locali vorremo soffermarci su quello che sta accadendo in questi giorni in città. E’ cosa oramai acclarata che il 25 maggio siamo chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale. Organismo che nel bene e nel male ci rappresenta, anche se rappresentazioni simili sono la negazione della politica. Dicevamo, vorremo soffermarci con voi per fare qualche piccola considerazione, la quale, come sempre, non deve essere presa come la fustigazione alle “anime prave” come la definirebbe il padre della lingua italiana. Considerazioni che nascono inevitabilmente dallo stato di febbrile attesa che si respira in città per capire chi e quali sono le persone che per i futuri cinque anni porterà la nave “Campobasso” in porto. Un’attesa che non si
è fatta attendere, tant’è che da qualche settimana in città, ma soprattutto sui social-network e su alcuni giornali sono iniziate le prime convention elettorali. Inviti a firmare, a discutere e confrontarsi per affinare gli eventuali programmi che ci auguriamo daranno un significato all’azione politica che fino ad ora è stata alquanto fallimentare. Inviti che hanno fatto la loro comparsa finanche nelle aule di una scuola superiore cittadina che hanno scatenato le proteste dei genitori degli alunni. Fin qui nulla di strano, perché l’Italia secondo i dettami di legge e dei regolamenti è altamente garantista in materia di espressione di parola e di pensiero e soprattutto di propaganda elettorale. La cosa che incuriosisce invece, è il tempismo con cui sono iniziate “le ostilità” nonostante non è ancora scattata l’ora X, giacché se ben ricordiamo, si può dare avvio alla cosiddetta “corsa alla poltrona”, solo dopo la
presentazione ufficiale delle liste che, da quanto è dato sapere, sono ancora in alto mare. Liste che, solo domenica prossima quando il PD effettuerà le primarie per la scelta del candidato sindaco, potranno far delineare una specie di griglia dei partecipanti alla competizione politica. Siccome, siamo ansiosi di conoscere i retroscena della vexata quaestio, ancora una volta ricorriamo alla cultura e ai ricordi del periodo scolastico, quando si facevano le gite d’istruzione. Gite che avevano tra le tante mete gli scavi di Pompei. Luogo straordinario che, nella fissità della morte e dell’orrore, ha lasciato una traccia indelebile nella storia. Un’impronta che ci riporta alla notte del 21 agosto dell’79 A.C. quando il Vesuvio seppellì con un mare di lava, di ceneri e di lapilli quella che era una delle città più prolifiche dell’impero romano. Comunità che, manco a farla apposta, si apprestava, ad andare al voto per eleggere i
propri rappresentanti e che, nonostante sono passati oltre 2000 anni, da le spiegazioni a quanto accade oggi nel capoluogo Molisano. Tra le varie tappe che caratterizzano il tour della città che diede i natali a Poppea moglie di Nerone, almeno questo è quello che è riporta la cronaca del tempo, c’è né una che lascia esterrefatti, ci riferiamo a quella che conduce in via dell’Abbondanza, un tempo cuore pulsante della comunità romana. Luogo che permette al visitatore di poter leggere sui muri, una serie di scritte che gli archeologi e gli studiosi hanno definito l’archetipo dell’attuale propaganda politica. Scritte che sicuramente attraevano i cittadini dell’urbe campana soprattutto perché erano la sintesi dei vari incontri che i candidati effettuavano sia nel foro sia nei termopoli, proprio come accade oggi. E poi c’è chi dice che il vetusto non aiuta il presente. Cosa che sotto certi aspetti affascina ma che accentua ancora di più la curiosità che cercheremo di sintetizzare con una domanda: E’ proprio necessario mettere su un battage propagandistico simile per di essere premiati dall’elettore? A voi la risposta; perché noi non sappiamo darla.
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3 aprile 2014
Danilo Leva lancia la pietra e ritira la mano Prima attacca il governo Frattura poi mette mi piace a Romano e infine si tira indietro
Questa è la politica molisana. Il buon Danilo Leva da quando, grazie al sistema dei nominati, è finito a sedersi alla Camera dei deputati, era praticamente scomparso dalla scena politica regionale. Nel ruolo di segretario regionale del Pd non ha mai proferito parola sull’andamento del governo trasversale (Pd – parte di Forza Italia) che a febbraio 2013 ha portato sul trono della presidenza della Regione Paolo di Laura Frattura. Secondo indiscrezioni però, sempre Danilo Leva, era pronto a parlare per strada contro il suo stesso governo regionale. Quasi vergognandosi di essere stato complice e artefice di un tale misfatto per la sua terra. Ma è rimasto in silenzio. Fino a quando, causa primarie del Pd, è arrivato il momento di dire pubblicamente ciò che nei mesi passati sussurrava ufficiosamente. E’ iniziata così, per il segretario uscente non ricandidato alla segreteria perché perdente, una campagna mediatica che ha causato non pochi danni al governatore che ha tolto, a Leva e gli altri (Ruta compreso), la gestione del partito in Molise e quindi la possibilità di sedere ai tavoli che contano per gli indirizzi politici del governo regionale. A quel punto Leva se n’è uscito con dichiarazioni shock. Così si accorge che mentre il Molise delle aziende e dei lavoratori muore, il governatore continuava a ideare una cambiale politica, il quinto assessore, da pagare nei confronti di Rialzati Molise, il movimento civico dei cognati dell’europarlamentare di Forza Italia, Aldo Patriciello. “Non credo che questa modifica sia utile al Molise” tuonava Leva il 31 gennaio 2014, “sarebbe un grave errore”. E poi ancora, parlando dei renziani in Molise, ossia Frattura e compagnia cantando, li definiva “un’accozzaglia di ambiziosi – riferendosi di preciso a – Idv, comunisti e Patriciello. Hanno condizionato l’esito delle Primarie nella nostra regione. Ritengo questo modello fortemente diseducativo. Non rappresenta un partito aperto, ma semplicemente un non partito, un’accozzaglia di persone legate da banali ambizioni
di potere e non da una comunanza di valori. Sono un conservatore? No, semplicemente una persona seria”. Era dicembre 2013, subito dopo le primarie nazionali.Tralasciando la replica che all’epoca gli ha riservato il cognato di Patriciello,Vincenzo Cotugno consigliere regionale, con quel “quando gli serviva Patriciello andava bene”, oggi Danilo Leva torna al centro dell’interesse mediatico locale per un “mi piace” messo su facebook ad un post di Massimo Romano, tra i papabili alla carica di sindaco, esponente individuato dalle forze civiche locali su cui potrebbero, forse, convogliare le forze del centrodestra. E cosa scrive Romano? “Soprattutto – è la frase conclusiva del post - è un dovere civico, prim’ancora che politico, evitare che – Campobasso - si trasformi nel retrobottega di Frattura”. Apriti cielo. Danilo Leva mette mi piace, un online lo evidenzia, lui lo ritira. E’ stata tutta colpa del cellulare, “sono lontano anni luce da Massimo Romano e dalla sua virata nel centro-destra. Com'è noto da tempo non condivido le posizioni politiche di Massimo Romano”. Ma come, si chiederà chi segue il dibattito politico molisano, era talmente lontano da Romano da discutere la candidatura di quest’ultimo alla Regione facendo le scarpe a Frattura. E’ talmente lontano dalle posizioni di Massimo Romano da commentare, negli ultimi mesi, l’operato del suo governo regionale ponendosi sulle stesse posizioni dello stesso Massimo Romano. La differenza è che quelle verità Romano le ha raccontate ai cittadini in piena campagna elettorale. All’epoca, dunque, chi mentiva era lo schieramento di Leva? Ora, è comprensibile che il parlamentare del Pd può accettare che il suo segretario sieda con Berlusconi, che il suo segretario governi con il Nuovo Centrodestra a Roma,
che il suo governatore regni con Patriciello, ma è lontano anni luce dalle posizioni politiche di Massimo Romano. Solo una domanda: se il Comune di Campobasso dovesse finire, come la Regione Molise, nelle mani di Frattura e Patriciello (che intanto di norma dovrebbe teoricamente affiancare Gino Di Bartolomeo), quanti anni impiegherà Danilo Leva a ricommentare che si tratta di un’accozzaglia di persone legate da banali ambizioni di potere? altrimenti detto: retrobottega di Frattura? Giovanna Ruggiero
In Consiglio
Riforme costituzionali, il Molise vuole voce in capitolo. In aula approvato anche il rendiconto finanziario 2013
CAMPOBASSO. Indebolire il ruolo delle Regioni all’interno delle riforme costituzionali è un errore, sarebbe come tornare indietro di 60 anni. In fondo, se dal modello centralista si è passati a dare maggiore autonomia agli enti locali, il motivo principale è da ricercare nel fallimento della centralità dello Stato in tutti i settori della vita amministrativa. Su questo i consiglieri regionali concordano a prescindere dal colore politico. Anche perché “vi immaginate affidare il settore turismo allo Stato centrale? – chiede a tutti l’ex presidente della Regione Molise – sarebbe come consegnare la crescita delle città turistiche principali d’Italia allo Stato. Ma poi chi penserà al Molise? Chi si occuperà della crescita turistica di Termoli?” tanto per fare un esempio. Si è discusso di riforme costituzionali ieri in Consiglio regionale dove era assente il governatore Frattura per impegni istituzionali a Bruxelles. Niro ha riferito dei continui incontri tenuti dalla conferenza dei presidenti delle assemblee elettive e di quelli tenuti dalla conferenza stato-regioni per riflettere sulla bozza di riforma predisposta dal governo con un disegno di legge di modifica costituzionale che segna il superamento del bicameralismo perfetto. I due organismi hanno avuto – ha detto Niro – alcuni punti di vista diversi ma, alla fine, hanno trovato una sintesi con un documento condiviso. “Occorre riprendere il progetto di un federalismo responsabile e cooperativo, rafforzando i valori di sussidiarietà, dell’autonomia e del decentramento, rilanciando il ruolo delle regioni e dei comuni, e di chi li governa…nello stesso tempo, ed è ciò che emerge chiaramente nel documento di
cui darò lettura (documento della conferenza dei presidente delle assemblee legislative e della conferenza stato-regioni) – ha aggiunto Niro – occorre definire in modo coerente l’organizzazione dell’amministrazione dello stato alleggerendo i ministeri e le rispettive burocrazie in attuazione di un autentico processo federalistico. Con questo obiettivo, in occasione dell’assemblea plenaria dei presidente delle assemblee legislative, è stato stabilito di calendarizzare in tutti i consigli regionali italiani per la giornata di oggi, 2 aprile 2014, la discussione sul testo approvato dalla conferenza”. Le proposte della conferenza stato-regioni e quelle della conferenza dei consigli regionali sono state inserite in un unico documento, come detto, inviato al governo lo scorso 28 marzo, dopo aver superato gli iniziali punti di divergenza. “Le regioni – inizia il documento letto dal presidente Niro – valutata la bozza di disegno di legge costituzionale proposta dal governo, ritengono certamente positiva la scelta di trattare in un unico contesto di riforma e in un unico contesto normativo la trasformazione del senato e la riscrittura del titolo v. In questo spirito, le regioni intendono ribadire aspetti essenziali per il sistema regionale di cui la riforma deve tenere conto, garantendo la effettiva partecipazione dei territori alla legislazione nazionale. Il presente documento rappresenta le linee fondamentali che le istituzioni regionali intendono fornire come contributo al governo sulla proposta di riforma costituzionale. Si riservano nella fase successiva di declinarle in proposte puntuali”. Il documento, già inviato al governo contiene indicazioni sulla composizione del senato, sulle competenze del se-
nato, sulla sua organizzazione e sulla riforma del titolo v. Sull’argomento è stato presentato un ordine del giorno con il quale il consiglio regionale del Molise “impegna il presidente della giunta regionale ed il presidente del consiglio regionale a partecipare attivamente, nelle conferenze di rispettiva appartenenza, al lavoro di affinamento dei principi e criteri contenuti nel documento di lavoro richiamato (quello condiviso dalle conferenze) per una loro puntuale declinazione al fine di continuare un proficuo confronto con il governo in funzione del dibattito parlamentare”. Prima della votazione sì è sviluppato un ampio dibattito sulla problematica, a testimonianza del forte interesse che la stessa ha prodotto, alla quale hanno preso parte i consiglieri Parpiglia, Monaco, Manzo, Iorio, Ciocca, Federico, Di Nunzio, Cotugno e gli assessori Scarabeo e Petraroia. L’ordine del giorno è passato a maggioranza, con il voto contrario dell’assessore Petraroia (“la riforma della costituzione non si mette nelle mani del governo, la fa il parlamento. Dobbiamo approfondire la problematica”) e del consigliere di nunzio (“manco io condivido il documento, anche se le riforme devono andare avanti”) e con la astensione dei consiglieri Federico, manzo, ciocca e monaco che hanno affermato, tra l’altro, come questo parlamento, a seguito della pronuncia della corte costituzionale sulla legge elettorale dichiarata incostituzionale , non è legittimato a riformare la costituzione. Esaurito il dibattito, si è passati all’altro punto in agenda che ha visto ancora il presidente Niro in qualità di relatore. Niro ha illustrato il rendiconto finanziario del 2013 del consiglio regionale del Molise, chiuso con un avanzo di amministrazione di euro 307.485,42, ed ha chiesto la sua approvazione che l’assemblea ha votato, dopo un breve intervento del consigliere Federico, all’unanimità, con l’astensione dei consiglieri Iorio, Fusco Perrella, monaco, Federico e Manzo. Il presidente ha quindi dato appuntamento ai consiglieri al prossimo 9 aprile 2014, allorquando saranno all’esame dell’aula il bilancio di previsione e i vari documenti finanziari.
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3 aprile 2014
Esattorie e Molise Dati senza risposte
Prosegue la protesta dei dipendenti delle due strutture. Domani nuovo tavolo tecnico
Solagrital, si lavora per i cassintegrati
Il nuovo incontro si avrà l'8 aprile per un accertamento istruttorio
CAMPOBASSO. Continua la protesta dei dipendenti di Esattorie spa e di Molise Dati, che si sono dati appuntamento ieri mattina davanti alla sede del Consiglio regionale mentre era in corso la seduta monotematica dedicata ai costi della politica e al disegno di legge costituzionale che prevede l’abolizione delle Province. Risposte chiare sul loro futuro ancora non ce ne sono, sanno solo che bisogna attendere. Ma intanto la cassa integrazione per i lavoratori di Esattorie è scaduta il 31 marzo e, nonostante la richiesta di proroga per altri sei mesi (che probabilmente verrà concessa solo per altri novanta giorni), c’è chi, come hanno sostenuto Franco Spina di Filcams Cgil e Luigi Sansone di Fisac Cgil, da settembre nonostante la cig ancora non percepisce un euro. “I nostri politici do-
vrebbero dare l’esempio riducendo le loro indennità hanno detto – visto che non ci sono più i soldi pubblici per mantenere le aziende di proprietà della Regione mentre i lavoratori non sanno più come dar da mangiare alle proprie famiglie. Bisognerebbe convocare consigli straordinari concentrati solo sul tema lavoro e analizzare caso per caso per cercare una soluzione. Si deve tornare a investire più sul lavoro e meno sulle consulenze”. Per venerdì intanto è in programma un tavolo tecnico con alcuni amministratori locali la cui sede sarà individuata nelle prossime ore, mentre per metà mese si prospetta una manifestazione indetta dai sindacati che dovrebbe concentrare tutti i lavoratori coinvolti nelle numerose vertenze con la Regione che sono in corso di causa.
BOJANO. Su proposta dell’Assessore Regionale al Lavoro, Michele Petraroia, la vertenza SOLAGRITAL Scarl è stata aggiornata all’8 aprile per consentire alle parti un ulteriore accertamento istruttorio alternativo alla collocazione in mobilità di n.29 lavoratori che vedranno scadere gli ulteriori sei mesi di cassa integrazione straordinaria il 10 aprile prossimo. La normativa in vigore prevede 12 mesi di cassa straordinaria per i dipendenti di aziende fallite o in liquidazione coatta come la SOLAGRITAL e solo in via eccezionale può essere concesso un semestre aggiuntivo come accaduto per i lavoratori SOLAGRITAL che hanno beneficiato di 18 mesi di tutela del reddito ai quali possono sommarsi fino a 48 mesi di indennità di mobilità per chi ha superato 50 anni. Con l’aggiornamento della riunione è stata data la possibilità alle parti di verificare la sussistenza di qualsiasi altra e diversa ipotesi, fermo restando che prima della scadenza del termine della cassa integrazione saranno completate le procedure per garantire l’accesso al trattamento della mobilità per i lavoratori.
Due Tintilia tra i cinque vini molisani premiati a Verona
Due vini delle cantine Angelo D’Uva e uno rispettivamente delle Cantine Salvatore di Ururi, Antonio Valerio di Monteroduni e Di Majo Norante di Campomarino
Nel lungo elenco dei vincitori del 21° Concorso enologico Internazionale, considerato tra i più prestigiosi al mondo, che anticipa di qualche giorno l’apertura del Vinitaly di Verona, fra i tremila vini valutati degni della Gran menzione, ci sono anche cinque vini molisani, due della Cantina Angelo D’Uva di Larino (il Cabrnet Sauvignon “Gavio” 2012, Igt “Terre degli Osci” e il “Ricupo” 2011, Doc”Molise rosso”); uno delle cantine Salvatore di Pasquale Salvatore di Ururi, il “Rutilia” 2010, Doc “Tintilia
del Molise” e, ancora una Tintilia, la “Opilia” annata 2009, delle Cantine di Antonio Valerio di Monteroduni, in provincia di Isernia, e, dulcis in fundo, l’”Apianae” 2011, doc “Molise moscato”, delle Cantine Di Majo Norante di Campomarino. Congratulazioni per questo importante riconoscimento che premia le cinque aziende sopracitate e, con esse, la viticoltura molisana. Chissà se fa piacere all’assessore Facciolla!
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A detta di tutti: "I parchi del Molise: 3 aprile 2014
un'occasione di sviluppo"
Ma la Regione è presa dalla vergogna delle indennità dei consiglieri, dei portaborse, del quinto assessore e del letame delle 12mila giovani manze della Granarolo
Il territorio regionale annovera tre riserve naturali (Collemeluccio, Montedimezzo e Pesche), due aree protette (l’oasi di Guardiaregia e l’oasi di Casacalenda) e uno spicchio di Parco nazionale (Abruzzo, Lazio e Molise). All’apparenza sembra virtuoso, attento al valore ambientale e naturale, e fortemente impegnato a preservarlo e a valorizzarlo. All’apparenza. Perché nei fatti è ben altra musica. A girare lo sguardo intorno vediamo decine e decine di pali eolici sui crinali più interessanti dal punto di vista paesaggistico, centinaia di ettari di terreno boschivo andati in fumo, cave estrattive e discariche a cielo aperto. Inoltre, furtive e capziose forme di inquinamento hanno avvelenato il terreno, le acque e l’aria, rese possibili da una scarsa e insufficiente opera di prevenzione e controllo. L’espansione delle costruzioni in assenza di piani territoriali e di piani regolatori, avviene sotto il segno della speculazione, il cui danno maggiore è reso dalla sottrazione di aree di pregio ambientale, da un inurbamento selvaggio e, quindi, dall’abbassamento del livello della qualità della vita. Dinanzi ad un quadro complessivo di questa fatta, le tre riserve naturali, le due aree protette, e lo spicchio di Parco nazionale rappresentano poca cosa rispetto ad una reale volontà e capacità di considerare il territorio una risorsa e un’occasione di crescita. Dicono niente. Cioè non riescono a incentivare e a rafforzare l’idea del Parco del Matese, che per decenni è stata e rimane l’idea guida del progetto di salvaguardia e sviluppo del territorio
molisano in versione ambientalista, in versione turistica e in versione economica, di un’economia fondata su produzioni cosiddette di nicchia. Non riescono in quanto esse stesse non danno un’immagine dinamica alla gestione né coi numeri e le statistiche a dimostrare vantaggi economici. Probabilmente il difetto è nel manico, nella penuria di risorse, nella oggettiva difficoltà di contrastare il trend della speculazione e le sue molteplici forme e convenienze. Ma non per questo l’idea del Parco del Matese, che per ampiezza e per caratterizzazione assomma molte altre peculiarità e specificità rispetto alle riserve naturali, alle oasi e alla porzione del Parco nazionale che ci appartiene, la si può impunemente mettere in archivio. Ovvero, rinunciare aprioristicamente a creare occasioni di crescita e di sviluppo che sono proprie dei Parchi naturali di grande dimensione, ben strutturati, e a ridosso di grandi aree urbane. Ciò che preoccupa è l’indifferenza generale se non addirittura con qualche risentimento di troppo da parte dei molisani che, vivendo a ridosso del Parco, ritengono che verrebbero lesi i propri interessi. Preoccupa ugualmente l’episodicità con cui emergono e affondano, ciclicamente, la proposta del Parco del Matese e l’appeel turistico - ambientale - naturalistico del Molise, senza pervenire ad una determinazione. Da circa un ventennio nelle aule consiliari delle maggiori istituzioni locali e territoriali l’argomento è oggetto di discussione, per poi scomparire nel nulla.
Finora, con risultati pari alla loro modesta coscienza politica e personalità amministrativa, si sono cimentati sindacalisti, consiglieri regionali e qualche assessore di transito all’ambiente. Il cui lascito è una sequenza di proposte di legge e di frettolose retromarce. Qualche anno fa, sull’idea del Parco s’è spesa finanche l’Università del Molise protagonista, con il Consiglio regionale Unipol, di un convegno a Isernia dal titolo “I parchi del Molise: un’occasione di sviluppo“. La partecipazione scientifica al dibattito dava un contribuito sostanziale alo spessore del progetto, ma anche questa circostanza s’è dispersa nel nulla. Né ha avuto esito diverso l’iniziativa del consigliere consigliere regionale Riccardo Tamburro, prima che uscisse di scena per dar luogo alla maggioranza di centrosinistra che governa il Molise. Dal convegno ad oggi non s’è mossa foglia. Continuiamo pertanto a tenerci le tre riserve naturali, le due aree protette e lo spicchio di Parco nazionale in assoluta carenza di prospettive e d’iniziative. Frattanto proliferano i pali eolici, i boschi bruciano, le cave s’ingrandiscono, così le discariche e le furtive e capziose forme di inquinamento che sono sfuggite e sfuggono al controllo. E il Molise allegramente va verso la deriva del degrado ambientale, tutto preso e compreso nella vergogna delle indennità dei consiglieri regionali, dei portaborse, del quinto assessore. Dardo
Nessun provvedimento è stato ancora adottato dal governo regionale
Lavoro, drammi generazionali CAMPOBASSO. Cresce di giorno in giorno il numero dei cinquantenni senza lavoro. L'acuirsi della crisi economica e finanziaria e la chiusura di aziende, anche medio grandi e prestigiose, stanno ingrossando sempre più le fila dei lavoratori maturi disoccupati e senza pensione. Di questi lavoratori pero si parla troppo poco, quasi a volersene dimenticare. Forse, per chi comanda, tante persone senza lavoro che reclamano dignità e diritti, sono una spina nel fianco, una sorta di vergogna da nascondere per non sfigu-
rare davanti ai partner europei ed alla BCE. Basta pensare che non è stata nemmeno fatta una statistica recente dei cinquantenni senza lavoro: i dati preoccupanti si desumono dai tanti messaggi che i cinquantenni disoccupati lasciano nei siti e dalla concorrenza legata alla parola chiave aœtrovare lavoro a 50 anni, che in pochi mesi ha prodotto pagine web passate da poche migliaia a più di tre milioni. Attualmente siamo proprio all'emergenza, al dramma sociale, perchè molti di
questi cinquantenni si sono tolti la vita o pensano di farlo.Non si può lasciare senza futuro una generazione che ha costruito ed ha dato molto all'economia italiana. I cinquantenni, poi, sono anche i padri dei ventenni, di quell'altra generazione che fatica a trovare lavoro ed a crearsi un futuro. Fino a qualche anno fa erano proprio i padri cinquantenni a sostenere i figli, ma se nemmeno loro possono più farlo, si rischia un vero e proprio corto circuito sociale in cui nessuno potrà più aiutare
nessuno.Nella Riforma del Lavoro si e parlato spesso di misure per i giovani, ma le misure andrebbero prese a 360 gradi, comprendendo anche i meno giovani senza lavoro. La crisi va risolta sui tavoli del potere e non a scapito della vita delle persone. Questo e un concetto che non andrebbe mai dimenticato. E la Regione in tutto questo?
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Campobasso
3 aprile 2014
Sede dell’Istituto tecnico per geometri, in Via delle Frasche, lo stabile ex Antitracomatoso da anni al centro di diatribe amministrative
Decreto ingiuntivo del Comune alla Provincia per 137 canoni non pagati
Vero: prima o poi, i nodi vengono al pettine. Per scioglierli, spesso, è necessario ricorrere alla maniere forti. Nel caso che ci apprestiamo a dire, a un decreto ingiuntivo di pagamento. Del Comune di Campobasso nei confronti dell’Amministrazione provinciale. Per un importo niente da ridere: 438.497,27 euro. Che il Comune rivendica per le 137 mensilità del canone di 3.200,71 che l’amministrazione di Palazzo Magno ha omesso di corrispondere, in quanto locatario dello stabile in Via delle Frasche (Ex Antitracomatoso), in cui ha sede l’Istituto tecnico per geometri. Le ingiunzioni non sono mai gradite, soprattutto tra Enti che, storicamente, intrattengono buoni rapporti istituzionali. Ma di fronte all’entità della cifra, alla penuria di risorse finanziare per il Comune (male che affligge anche la Provincia, creditrice di milioni di euro dalla Regione: la classica catena di S. Antonio – ndr), e alla necessità di coprire i residui passivi in bilancio, l’avvocatura comunale non ha trovato altra via da percorrere. Al centro della querelle, ancora una volta, e di volte se ne contano parecchie, l’immobile di Via delle Frasche che nasce negli Anni ’70 per iniziativa dell’Ente provinciale antitracomatoso, per accogliere e curare gli affetti da tracoma. Infezione grave degli occhi, del tutto debellata nel nostro Paese. Una cattedrale nel deserto. Defunto l’Ente antitracomatoso, è re-
stata la struttura. Per alcuni anni lasciata vuota, poi l’Amministrazione provinciale ha pensato bene di sistemarvi gli alunni dell’Istituto tecnico per geometri (contratto di locazione 8815 del 13 luglio 1977). Nel 1978, per effetto del Decreto 833, la struttura fu trasferita al patrimonio comunale col vincolo di destinazione in favore dell’Unità sanitaria locale (Usl), ma siccome ormai aveva tutt’altra destinazione diversa da quella sanitaria, il Comune, contro il previsto punto di vista contrario dell’Usl, ritenne che fosse nel pieno diritto di esercitare in suo favore il titolo di proprietà, e quindi ad esigere il canone di fitto dalla Provincia. Su questo punto, cioè di chi fosse il proprietario dello stabile ex Antitracomatoso, è nato inevitabilmente un contrasto tra il Comune e la Usl, ma nel 2002 la questione è stata risolta con un atto di transazione tra le parti (frattanto l’Usl era scomparsa ed erano nate le Asl). La Provincia, imperterrita, ha continuato a utilizzare lo stabile di Via delle Frasche, ma guardandosi bene dal pagare il canine. Di fatto è rimasta a guardare, approfittando di capire di chi tra il Comune e la Asl fosse proprietario dell’Antitracomatoso. Dal 1990 non ha più provveduto al versamento dei canoni, dichiarandosi disponibile a farlo solo “previa individuazione del legittimo proprietario dell’immobile”. Dubbio sciolto, come abbiamo accennato, nel 2002, con la transazione tra Palazzo San Giorgio e l’Azienda sanitaria locale numero 3, ma non sufficiente per indurre la Provincia a pagare. La situazione, non sempre e non proprio lineare, si sta trascinando ancora, e per cercare di mettere un punto fermo, da Palazzo san Giorgio è stato deciso di farsi sentire. Col linguaggio dei decreti ingiuntivi. Non proprio una finezza. Si poteva usare il metodo della compensazione tra i canoni non pagati dalla Provincia e quelli che il Comune paga alla Provincia per la sede del Centro per l’impiego. Dardo
Rubano a casa del sindaco, refurtiva recuperata
A Busso in azione due ladri che riescono a sfuggire alla cattura ma abbandonano i valori BUSSO. In azione i Carabinieri della Stazione di Baranello che nelle prime ore di ieri mattina unitamente a quelli di Cerreto Sannita hanno recuperato l'intera refurtiva asportata in due abitazioni. Nella decorsa notte i malviventi si erano introdotti nelle abitazioni del Sindaco e del Vice Sindaco del Comune di Busso (CB), situate nella stessa strada ed attigue, asportando al primo alcuni oggetti di valore, mentre al secondo l'autovettura, una Mercedes classe "A" 180, che si trovava parcheggiata all'interno del cortile pertinente l'abitazione stessa. L'attivazione del piano di allertamento a cura della Centrale Operativa della Compagnia CC di Bojano, consentiva ad una pattuglia della Stazione CC di
Cerreto Sannita i cui territori sono contermini, durante un posto di blocco, di intercettare l'autovettura suddetta con a bordo i due malviventi, i quali alla loro vista arrestavano la corsa abbandonando il veicolo, per poi dileguarsi a piedi nella fitta vegetazione delle campagne circostanti. Nonostante le ricerche eseguite dai militari sia di Baranello nel frattempo giunti sul luogo che di Cerreto Sannita, i fuggitivi riuscivano a guadagnare la fuga.Sul posto giungevano anche i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Bojano, i quali hanno eseguito accurati rilievi sul veicolo necessari per le indagini in corso, tese alla identificazione degli autori. Sia l'autovettura che gli oggetti di valore venivano restituiti ai legittimi proprietari.
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di Giuseppe Saluppo
Pullman a fuoco, salvi i ragazzi
Solo tanto spavento per un gruppo di universitari di Urbino giunti a Campobasso per i campionati di calcio CAMPOBASSO. Un pullman che trasportava un gruppo di ragazzi universitari proveniente da Urbino è andato a fuoco mentre stava percorrendo ieri mattina la tangenziale che attraversa Campobasso, all’altezza del distributore Erg e dello sfascio Cipullo. L’autista ha immediatamente fermato il mezzo e i ragazzi sono stati costretti a scendere prima che l’incendio divampasse in tutto l’abitacolo. Determinante è stato anche l’intervento di un’auto civetta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Campobasso che si trovava
in zona: i militari hanno allertato i Vigili del Fuoco che sono arrivati sul posto con due autobotti e hanno regolato il traffico lungo la tangenziale. Il pullman è andato completamente distrutto, per fortuna senza conseguenze per i pas-
seggeri e per il conducente. I ragazzi stavano arrivando a Campobasso per giocare una partita di calcio a 11 relativa ai Campionati Nazionali Universitari che si stanno svolgendo presso le strutture del Cus Molise.
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Campobasso
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3 aprile 2014
VERSO IL VOTO
Comunali, il Governatore
e il Gladiatore tornano
a darsi battaglia
Grande successo per la Dieta Mediterranea e per il territorio molisano a Dublino
“Prodotti tipici e Dieta mediterranea” è l’iniziativa che la Camera di Commercio di Campobasso ha realizzato in Irlanda, il 24 e 25 Marzo, in collaborazione con la Flavour of Italy, l’azienda ormai nota per la sua consolidata esperienza nella valorizzazione delle produzioni tipiche italiane e regionali, in particolare quella molisana. Presenti all’evento il Presidente della Camera di Commercio di Campobasso Amodio De Angelis e l’Ambasciatore italiano in Irlanda, Giovanni Adorni Braccesi Chiassi, il quale ha espresso la sua ammirazione per la nostra regione, affermando: “ il Molise è una regione che va visitata, infatti, pur essendo poco conosciuta, è ricca di tradizioni eno-gastronomiche e di produzioni agroalimentari”. Il 24 Marzo è stata organizzata una Conferenza stampa, presso la Italian School of Coocking” della Flavour of Italy, a Dublino, con la presenza di giornalisti, importatori, esportatori e agenti di viaggio. Per l’occasione è stato presentato il nuovo DVD della Camera di Commercio di Campobasso,“Archivio della memoria della cucina italiana” oltre alla realizzazione di due ricette tipiche molisane e alla degustazione di prodotti tipici. È stato inoltre illustrato un itinerario eno-gastronomico da realizzare nel Molise. Il 25 Marzo, gli ospiti sono stati accolti presso il ristorante “Pinocchio” che si trova a Ranelagh, considerato il quartiere gourmet della capitale. “Due importanti giornate -dichiara il Presidente della Camera di Commercio di Campobasso Amodio De Angelis- che hanno dato la possibilità al nostro territorio di essere conosciuto anche all’estero attraverso il suo patrimonio eno-gastronomico, coinvolgendo tutti gli operatori del settore :produttori di materie prime, aziende agroalimentari, operatori della ristorazione. Molti dei presenti infatti, attratti dalla bellezza e dal gusto delle produzioni enogastronomiche, hanno espresso il desiderio di venire a visitare il Molise utilizzando uno dei tour proposti dalla Flavour of Italy travel. L’auspicio è quello di creare un network fra le diverse categorie economiche, imprese turistico-ricettive e di ristorazione, imprese agricole ed agriturismo, che tutte insieme possono rappresentare la forza vitale per il rilancio del turismo e del territorio molisano.“
Tornano in “guerra” il Governatore e il Gladiatore. Frattura twitta “Romano alleato del centrodestra? E gli inciuci e i trasversalismi adesso? La lotta al marcio? #massimiripensamenti”. Romano replica: “Invece di cazzeggiare su twitter, provi a governare, se ne è capace.” Ad accendere la miccia è il ritorno del leader di Costruire Democrazia Massimo Romano che vuole provare ad espugnare Palazzo San Giorgio attraverso una forte aggregazione civica. Romano ha spiegato che sta lavorando per “costruire una vera “Confederazione Civica” che aggreghi le migliori espressioni della società civile, perché Campobasso merita molto di più della inadeguatezza di un Di Bartolomeo e soprattutto è un dovere civico, prim’ancora che politico, evitare che si trasformi nel retrobottega di Frattura”. La posizione di Romano è chiara ma ad ispirare il twitt di Frattura è l’ipotesi che il progetto di Romano venga condiviso da una da parte del centrodestra. Non è un mistero infatti che i protagonisti della trattativa in corso nella coalizione di centrodestra siano Massimo Romano e Michele Scasserra. Entrambi rappresenterebbero una candidatura in grado di far confluire consensi da più parti ed entrambi potrebbero rappresentare un’altra terza via, dopo quella di Pino Saluppo, da contrapporre sia al sindaco uscente Gino Di Bartolomeo sia al candidato che vincerà le primarie del centrosinistra. Romano ha precisato che per restituire dignità alla politica e fiducia ai cittadini non servono investiture, personalismi o poltrone, tanto più in suo favore ma pare che, salvo ripensamenti, il cerchio si sia già chiuso su Romano e che Scasserra abbia deciso di sostenerlo senza candidarsi. tm
Il candidato sindaco delle liste civiche, Giuseppe Saluppo, rilancia la necessità di centrare l'obiettivo della ripresa economica CAMPOBASSO. Un dato è certo: Giuseppe Saluppo candidato sindaco delle liste civiche continua sulla strada intrapresa distinto e distante da quello che resta del centrosinistra e del centrodestra. Una politica tra la gente per un confronto continuo e serrato. "Oggi più che mai sono convinto - sottolinea Saluppo - che la città di Campobasso ha la necessità di uscire da inutili contrapposizioni e steccati per potere conoscere un programma d'azione con specifici punti. Mi riferisco, in particolare, a quelli per il rilancio del tessuto produttivo ed economico come il commercio, i servizi, l'edilizia. Ma anche il riconoscimento del marchio città di Campobasso per la pasta e la creazione del distretto della pasta. Dobbiamo avere il coraggio di riprendere argomenti che per troppo tempo sono finiti in naftalina e trovare le opportune soluzioni.
"Pensiamo ai problemi della città"
E' questa la priorità che vediamo ed è su questa che basiamo la nostra azione elettorale sul territorio. Ai cittadini stanchi e disillusi, lontani dalle sacrestie partitiche diciamo che possono guardare con fiducia al nostro programma e alla nostra volontà di restituire a Campobasso lo smalto necessario per ripartire. Certo - aggiunge il candidato sindaco Saluppo - ci sono altre questioni che vanno pure toccate
a partire dall'urbanistica fino al verde e allo sport. Essenziale, però, per ripartire è individuare tutte le possibili strade per garantire la fase della ripresa economica. Senza di questa non si va da nessuna parte. Campobasso, per potere tornare ad assicurare un futuro ai suoi giovani, deve avere il coraggio di strappare pagina, di uscire dalle segrete stanze, di volere guardare al domani".
TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
ISERNIA
ANNO X - N° 78 - GIOVEDÌ 3 APRILE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA
30.000 copie in omaggio
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Isernia
"Ma quanti incarichi" 3 aprile 2014
Franco Valente scrive al sindaco di Venafro sulle tante consulenze assegnate
VENAFRO. E' ancora Franco Valente a tornare a scrivere al sindaco di Venafro, Antonio Sorbo sulla questione degli incarichi. "Signor Sindaco, capisco che a Lei la correttezza professionale interessi poco. La politica è fatta di gesti che superano le normali regole del vivere civile, tuttavia devo esprimere le mie perplessità sul metodo di comportamento che sta caratterizzando la condotta della Sua Amministrazione nei confronti dei cittadini. Il potere amministrativo si gestisce per mezzo del proprio apparato burocratico e Lei fa bene a utilizzarlo. Non sono certamente le performances dei Suoi dipendenti a cambiare la mia vita, ma mi permetteranno di lasciare scritto, da qualche parte, alle future generazioni cosa sta accadendo a Venafro. Mi riferisco agli incarichi professionali che stanno prendendo una piega che sul piano deontologico (e mi fermo qui) stanno assumendo un aspetto che definirei grottesco. Più particolarmente, per il momento, ritengo di dover dire la mia sull’incarico per la progettazione della siste-
mazione della Piazza del Mercato. Non entro nel merito della miseria della parcella che, per quello che so, è stata ridotta a livelli di morti di fame, ma invece alla circostanza che il Suo Ufficio ha creato non pochi imbarazzi quando ha conferito l’incarico a un collega architetto. Imbarazzi non tanto a me, quanto piuttosto all’architetto collega che dovrà, credo, fare salti mortali per decidere di non condividere più il progetto che insieme avevamo elaborato. L’architetto collega insieme a me e ad altro tecnico venafrano aveva redatto il progetto definitivo che da anni è stato depositato al Comune di Venafro e per il quale il Suo Ufficio Tecnico l’anno scorso chiese anche la cosiddetta Relazione di Impatto ambientale che, tutti e tre, abbiamo regolarmente redatto e consegnato. Ciò non significa che esista alcun diritto da parte del gruppo di progettazione a vedersi riconosciute parcelle e incarichi. Conosco bene la norma e ribadisco che il problema non è di natura economica. Ovviamente non farò alcun ricorso perché, grazie a Dio, campo di altro, ma è increscioso sapere che gli incarichi vengano definiti sulla base dei rapporti che codesta Amministrazione ha con l’Amministrazione Provinciale di Isernia e con quella parte di Venafro che ha votato per la Sua maggioranza di destra. Lei fa benissimo a comportarsi in questo modo perché capisco le Sue necessità di sopravvivenza politica. So bene, per esperienza personale, che essere indifferente alla clientela elettorale non porta voti ed è giusto che Lei non si faccia prendere dall’idea di essere distaccato nella scelta dei professionisti per raggiungere gli obiettivi programmatici che sono alla base del Suo disegno politico. Le scorrettezze del Suo Ufficio sono un macigno che peseranno nella storia della città. In un primo momento ritenevo che si trattasse di incompetenza, ma poi mi sono reso conto che esiste un disegno astuto e sottile, di elevata professionalità, in cui le bramosie individuali si intrecciano con un sistema di clientele che fanno rimpiangere i tempi più cupi del passato.
"Ritorniamo al Montepulciano"
I sindaci di Monteroduni e di Colli a Volturno tornano a chiedere il vecchio marchio COLLI AL VOLTURNO/MONTERODUNI. Nell’attuale momento di degrado sociale ed economico non è certamente il Molise a salvarsi. Negli ultimi anni sono andati in crisi il settore manifatturiero, quello agro alimentare e quello agricolo. Per fortuna non tutto è negativo e nel nostro Molise possiamo dire che il settore vitivinicolo ancora regge alla ondata di recessione grazie ai produttori che offrono al mercato, sempre più difficile, prodotti di grande qualità e pregio. Ma questa lotta fin quando reggerà?E’ ora, quindi, che le istituzioni affianchino i produttori per combattere ad armi pari con le altre Regioni .Questo è il momento di riprendere la battaglia perduta qualche anno fa sul Montepulciano, denominazione che, dopo il ricorso vinto dalla Regione Abruzzo, non possiamo più proporre sulle etichette dei nostri vini. E pure il Montepulciano rappresenta la maggiore produzione di vino molisano e, storicamente, non ha nulla in meno di quella abruzzese. La perdita di tale denominazione ha prodotto, però, un calo delle vendite che a lungo andare potrebbe mettere in crisi l’intero settore. Ecco perché è ora che le Istituzioni tutte riprendano la battaglia per riottenere tale “marchio” . “Appena mi è stata proposta- così il Sindaco di Monteroduni Custode Russo - ho sposato subito la battaglia per riportare nel Molise la denominazione di Vino Montepulciano, e questo per due motivi: il primo è la mia storia culturale e lavorativa che mi porta a condividere con gli agricoltori i loro grandi problemi accentuatisi in questo ultimo periodo che ha visto, in particolar modo nella nostra provincia, la perdita di centinaia di
posti di lavoro; il secondo è che il territorio che rappresento, nella provincia di Isernia, è da sempre uno dei territori maggiormente vocati nella produzione di vino ed in special modo nel vino da uve di Montepulciano . Allora ben venga la mobilitazione delle istituzioni, che noi sollecitiamo affinché ripropongano questo problema e ci dichiariamo pronti ad affiancare i produttori in ogni iniziativa anche per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle iniziative che potrebbero, in questo campo, coinvolgere i giovani imprenditori”. A ribadire la posizione il Sindaco di Colli a Volturno. “L’argomento sul tavolo di lavoro non solo è affascinante in quanto il vino è legato alla vite ed alla vita, ma oggi lasciamo da parte il fascino del racconto e guardiamo alla realtà del mondo vitivinicolo molisano che va aiutato concretamente. E questa vicenda, del nome Montepulciano di cui non possiamo fregiarci sulle etichette delle nostre bottiglie, rappresenta, anche per i non addetti ai lavori, un punto cruciale per non mandare in crisi un settore che ancora “tira”. Noi sindaci abbiamo il dovere di sollevare la questione e di riproporla in Regione affinché si tentino nuove strade che ci portino a riottenere questa denominazione. Ricordiamo anche che nella nostra provincia è sorta una realtà vitivinicola, la cantina Valerio, che sta diffondendo i nostri prodotti ed il nostro nome in tutta l’Italia e nel mondo. Non perdiamo queste realtà ed insieme alle altre istituzioni ed ai produttori della provincia di Campobasso, altrettanto validi, riprendiamo nuovamente questa battaglia”.
"Rilanciamo il territorio"
L'assessore Scarabeo torna sulla questione di una minore autoreferenzialità regionale
ISERNIA. Forse si ha ragione quando si afferma che << le Regioni devono abbandonare quel tanto di autoreferenzialità e tendenza all'arroccamento che ha reso farraginoso il rapporto con l'amministrazione centrale >>. Sono d'accordo su una revisione di questo rapporto e quindi di accettare la sfida del cambiamento, - afferma l'Assessore regionale Massimiliano Scarabeo - cercando di capire cosa non funziona nelle Regioni italiane e come questi enti possono recuperare la loro piena funzionalità, riducendo i costi ed eliminando sprechi e inefficienze. Ma con la consapevolezza che va riformato anche l'intero sistema pubblico: a Regioni più efficienti deve corrispondere uno Stato più efficiente, attraverso una nuova sinergia fra i diversi livelli istituzionali e partendo dagli interessi reali dei cittadini. La crisi del regionalismo richiede una riflessione seria sulla riforma dello Stato e sull'articolazione dei poteri, e la proposta avanzata dal Governo sul titolo V è una base di discussione importante per definire un nuovo patto fra lo Stato e le Regioni. La riforma non può prescindere dall'avere al centro il cittadino e la tutela dei suoi interessi e dei suoi diritti perciò le stesse Regioni devono necessariamente mantenere, su alcune materie, la potestà legislativa e di intervento concorrente. La proposta di rivedere la legislazione tra lo Stato e le Regioni, fa diventare questa riforma una questione ancora più delicata, soprattutto se si pensa alla fragilità del sistema politico che, spesso, non riesce a risolvere i problemi reali del Paese. La burocrazia, i tanti, troppi passaggi istituzionali di leggi e provvedimenti storpiano il progresso dell'Italia,- continua l'Assessore - ma pensare di regolare le competenze oscurando un'interfaccia come le Regioni, limitandone, di fatto, alcune importanti funzioni, significa allungare la distanza che esiste tra le esigenze dei cittadini e le soluzioni che lo Stato riesce a trovare per risolvere i problemi. La politica ha molte colpe su quanto è accaduto ma, seppure molto spesso inadempiente, rappresenta il ponte tra i cittadini e chi li governa a livello centrale.
E' questo rapporto che deve essere ricostruito, è la fiducia non soltanto verso le istituzioni ma anche e soprattutto verso la politica stessa che deve diventare il perno su cui far ruotare la vita dello Stato. Riformare significa cambiare quello che non va bene o conformarlo alle situazioni che si sono evolute o involute nel tempo, ricercare le soluzioni più idonee a far fronte alle necessità, ai problemi che registriamo quotidianamente. Ma riformare non è necessariamente dare il classico colpo di spugna a qualcosa che se fatto funzionare non possa continuare a dare risultati. By-passare l'istituzione regionale, significa che si vuole far mancare il contatto diretto tra politica e cittadino, quello che verrebbe a mancare proprio nel rapporto tra quest'ultimo e gli amministratori locali, relazione, invece, che deve restare un punto di riferimento tra territorio e istituzioni. E' su questo compromesso che deve basarsi la scelta del Governo e del Parlamento su come meglio riformare il titolo V – garantendo la piena rappresentanza territoriale e allo stesso tempo, dare al cittadino, l'opportunità di rendersi partecipe della vita attiva della propria città e quindi dell'intera nazione. E' facile fare dichiarazioni che seguono la scia del momento, è più difficile assumersi la paternità di concetti che l'opinione pubblica non vuole sentirsi dire, anche se dobbiamo riflettere sul fatto che la soluzione spesso non è necessariamente dall'una o dall'altra parte: la verità, può stare nel mezzo e noi non la vediamo o non la vogliamo vedere. Forse sarebbe meglio parlare di ottimizzazione, che vuol dire trarre da un'azione, una decisione, il massimo dei vantaggi con il giusto sforzo e impegno attraverso le azioni di programma e di governo che l'istituzione regionale e la politica devono fare a vantaggio del proprio territorio di riferimento, - conclude l'Scarabeo - con l'oculatezza della gestione dei fondi a disposizione, eliminando sprechi e privilegi superflui, con l'obiettivo di raggiungere il massimo e il miglior risultato per tutti e con l'impegno a svolgere il ruolo di amministratore così come davvero deve essere".
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Termoli
3 aprile 2014
"L'ufficio del Giudice di pace non chiuderà" Il presidente dell'Ordine forense interviene sulla questione della struttura TERMOLI. Ora sì che possiamo considerare scongiurato il pericolo di una repentina chiusura dell’ufficio del giudice di Pace a Termoli, ma anche nei centri dell’hinterland, come Guglionesi, Palata e Casacalenda. Com’è noto una determinazione sull’appello interdistrettuale che richiamava provvedimenti dell’autunno 2012 avevano fissato il limite per il 3 aprile, cioè domani, per il trasferimento del personale dai presidi territoriali al Tribunale. Nonostante l’amministrazione comunale di Termoli avesse fatto pervenire richiesta per accollarsi oneri e spese di funzionamento e di personale, c’era il rischio concreto che con un trasferimento immediato e la mancata assegnazione e formazione del personale che doveva sostituire quello immatricolato al Ministero della Giustizia, anche se temporaneamente l’ufficio di via Corsica fosse costretto a chiudere i battenti. Ieri mattina a riguardo buone nuove sono state raccolte e divulgate dal presidente del consiglio dell’ordine forense di Larino Antonio De Michele agli associati del foro frentano. “Cari colleghi a seguito del colloquio col signor Presidente del Tribunale è emerso che il ruolo contenzioso
civile già attribuito alla dottoressa Cleonice Cordisco rimarrà congelato per tutto il mese di aprile e sarà assegnato, con decorrenza 29 aprile 2014, al giudice Di Nino, che prenderà possesso dell’ufficio in tale data.Il Presidente del Tribunale, con provvedimento in data odierna, ha espresso parere favorevole in ordine alle richieste di applicazione del personale, sia per quanto riguarda gli uffici dei Giudici di Pace di Casacalenda, Palata e Guglionesi, sia per quanto riguarda l’ufficio del Giudice di Pace di Termoli, che come è noto dovrebbe rimanere in funzione. Alla luce di quanto innanzi, deve ritenersi scongiurato il pericolo che sia l’ufficio del Giudice di Pace di Termoli che quelli soppressi di Casacalenda, Palata e Guglionesi, siano privi di personale già dal 4 aprile.Per tale ultima evenienza è necessario che il Commissario Prefettizio di Termoli metta in atto le opportune iniziative per individuare e consentire la formazione del personale che dovrà prendere il posto, presso l’ufficio di Termoli, di quello che, alla fine del periodo di applicazione, sarà definitivamente trasferito presso le sedi di destinazione”.
Polemiche sulle offerte per i matrimoni A Montecilfone il parroco lamenta le poche elargizioni per le cerimonie MONTECILFONE. Succede quello che non ti aspetti a Montecilfone, al punto che è bastato trovarsi tra le mani una copia del giornale parrocchiale per leggere di un un fedele che pone una semplice domanda al parroco: “perchè si paga per sposarsi in chiesa?” … e poi ritrovarsi la risposta che non ti aspetti … Come meglio ci si comporta in una società civile, ecco che la risposta del parroco, don Franco Pezzotta, non manca ad arrivare … “Caro Padre Franco – scrive il fedele – siamo una coppia di fidanzati che tra qualche mese coroneremo il nostro sogno sposandoci in chiesa. Volevamo chiederle, perchè si paga per sposarsi in chiesa? Secondo lei è corretto parlare di “tariffe”?. Ci scusi, non vogliamo fare polemica, ma ci sembra un po’ fuori luogo … Grazie”. Ed ecco la risposta del sacerdote. “Ti faccio alcune domande. Se a un matrimonio vuoi l’organo, il violinista, la cantante, chi li paga? Se adorni la chiesa di fiori, chi paga la fioraia? E se accendi una candela in chiesa, chi la compera quella candela? Per un matrimonio o per qualsiasi altro sacramento viene chiesta o si lascia un’offerta per la chiesa: ti pare una cosa strana? Non hai chiesto un servizio a persone diverse pagando? E poi: quanto costa un matrimonio per pagare il pranzo, le bomboniere, per mille altre cose superflue, solo per allietare la festa? Si paga il ristorante? Di chi è la chiesa? Chi sovviene alle necessità dell’edificio per la manutenzione, l’arredamento, le luci, il suono delle campane, il gas, aprire e chiudere l’edificio, per il decoro e la pulizia etc? Alla Chiesa, che celebra il matrimonio, talvolta a conti fatti si dà l’1 percento di tutte le spese fatte. E si ha da ridire? Non si tratta di pagare il sacerdote celebrante il servizio liturgico… Non dico che si debba pagare la benedizione e la grazia che santifica, sarebbe Sirmonia. Ma quanto viene dato attraverso il sacramento è impagabile!
Penso che forse neanche un ateo arriverebbe a pensare a tanto! Solo quelli che non danno mai niente e che hanno paura di mettere nelle mani di Dio qualcosa dei loro beni sollevano obiezioni! Ma quanto costa la messa? La messa non si “paga”, perchè il sacrificio di Gesù non ha prezzo. I sacramenti non si pagano… E’ lui, Gesù Cristo, che ha pagato il nostro riscatto dalla schiavitù del peccato. L’offerta è sempre in busta chiusa e privata. Per libera scelta non ho mai usato un tariffario, nessuno ha firmato cambiali o assegni, non ho chiesto mai di pagare la messa o i Sacramenti. Ho sempre detto: “Lasciate un’offerta per le necessità della chiesa, per le opere caritative, missionarie o per le famiglie bisognose”. Quanto date serve per i bisogni della parrocchia: bollette da saldare, tasse varie per la Chiesa, la Canonica, il centro della Comunità”. I sacerdoti sono sempre disposti a celebrare anche senza ricevere offerta, quando a richiederlo sono persone con poche possibilità economiche. Ma è possibile che si fanno tante spese e il sacerdote non meriti un’offerta per tutto ciò che svolge in Chiesa? Sappiate che sono pensionato e tutte le vostre offerte sono riservate e devolute per la vita parrocchiale. La Chiesa e gli altri edifici pastorali vanno incontro a delle spese che sono saldate con le offerte dei fedeli. L’offerta dovrebbe essere, quindi, un gesto di condivisione e di partecipazione per sostenere un ambiente che serve alla comunità. Non sarà bello, ma è la vita. Qui però devo fare due considerazioni. La prima è che è bene sposarsi nella Chiesa parrocchiale che si frequenta (o almeno si dovrebbe!) perchè ci si sposa davanti a Dio (che sta dappertutto) ma anche di fronte alla chiesa. E, fondamentalmente ma non esclusivamente, la chiesa-comunità è quella parrocchiale. La seconda osservazione, poi, è terra terra e qui mi ripeto per capirci: in certi matrimoni si spende una fortuna per fiori, fotografi, ristorante, musica, macchina speciale, trasporti etc, e poi si ha il braccetto corto solo per la Chiesa”.
"Molise Acque, e il concorso?"
Nessuna più notizia dopo il bando per dodici incarichi di diverso livello TERMOLI. Che succede negli enti sub-regionali del Molise? La coperta è sempre più corta e spesso sono persino a rischio i pagamenti degli stipendi. Numerosi gli esempi, come Molise Dati, i cui lavoratori sono in presidio di protesta davanti alla sede del Consiglio regionale. Ma c’è anche un altro ente che viene chiamato in causa da un giovane bassomolisano, che ha preso parte a una selezione dello scorso anno, proprio nel mese di marzo, quindici oltre dodici mesi fa e di cui non si sa più nulla. “Ho partecipato a un concorso per l’assegnazione di dodici incarichi per livelli diversi, aperto sia a diplomati che a laureati. Per prendervi parte ciascun partecipante – ci racconta l’aspirante candidato – ha versato su un conto corrente con bollettino postale l’importo di venti euro, spedendo poi ricevuta e domanda con raccomandata postale A/R”. Centinaia le domande che furono
presentate anche brevi mano nella sede dell’Azienda speciale, oltre i richiedenti via Posta. Tuttavia, la lamentela è la mancanza di notizie a riguardo. “Ad ossi sul sito di Molise Acque appare solo un laconico messaggio, pubblicato pochi giorni dopo la scadenza della data di presentazione delle domande, che evidenzia il lavoro di istruttoria per valutare ogni singola domanda al relativo concorso, ben sette erano le categorie in ballo, il cui esito doveva essere comunicato via web, ma nulla di tutto questo è avvenuto”. Legittime le domande del giovane che ha inteso prendere parte al bando. “Che fine ha fatto il concorso? Che fine hanno fatto le migliaia di euro che l’ente ha incassato solo per preparare il concorso? In un periodo di crisi nero come questo moltissime persone hanno messo mano al portafogli tirando fuori circa 20/25 euro fra versamento e raccomandata, quando per altri concorsi basta il versamento di 10 euro e la domanda via Pec gratuita”.
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Termoli
3 aprile 2014
Centrodestra, restano i dubbi
Bisogna ancora indicare il candidato che capeggerà la coalizione TERMOLI. Il candidato sindaco del centrodestra, o comunque, quello indicato da Forza Italia, quale partito potenziale di maggioranza relativa, non si deciderà prima della prossima settimana. Ha avuto natura interlocutoria l’incontro romano di ieri pomeriggio col commissario regionale Gianfranco Rotondi, alla presenza del segretario provinciale Pierluigi Lepore. In 4 si sono presentati per avanzare ambizioni legittime di candidatura: l’ultimo sindaco Basso Antonio Di Brino, l’assessore provinciale Rita Colaci, l’ex presidente del consiglio comunale Alberto Montano e il capogruppo uscente di Forza Italia Francesco
Roberti. Rotondi ha ascoltato ciascuno di loro, prendendo atto delle richieste e anche del quadro politico locale, di cui era all’oscuro poiché si era concentrato sul capoluogo. Per quello che si è saputo l’istruttoria necessiterà di un approfondimento, poiché la situazione di Termoli, con la caduta anticipata della giunta, non è considerata al 100% come quella di Campobasso, con l’amministrazione uscente a mandato pieno (almeno sino ad ora). La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, senz’altro più allargato, in cui si tireranno le somme verso le amministrative.
A lezione di uova Registro Tumori, bisogna operare di cioccolato L'associazione civica torna a rilanciare l'avvio della struttura Entusiasmo per i bambini della scuola d'infanzia Giovanni Paolo II
TERMOLI. Bella, simpatica e divertente iniziativa quella messa in atto tra l’istituto Alberghiero Federico di Svevia e la scuola dell’Infanzia “Giovanni Paolo II”- terzo Circolo di Via Cina. Il professor Maurizio Santillo dell’Ippsar è andato nella scuola dell’infanzia per mettere in atto la manifestazione “Un uovo di cioccolata a scuola” in pratica i piccoli alunni hanno potuto, grazie all’opera del professor Santilli, preparare e personalizzare il proprio Uovo di Pasqua; il professore ha mostrato loro con tanto di “Toque” (il cappello del cuoco o dello chef) come si assemblano le due parti dell’uovo di cioccolata prima “cotti” in formine apposite dopo averci messo la loro sorpresa personale. Iniziativa intelligente e come simpatica recepita con entusiasmo da parte della scuola dell’infanzia con tutte le maestre e la preside Mastronardi, intente a ringraziare personalmente la dirigente dell’istituto Alberghiero per la disponibilità che ha dato al professor Santilli. Noi, nell’essere presenti all’evento, ci siamo divertiti nel vedere questi piccoli chef all’opera. Un grazie anche alle maestre attuatrici del progetto: Angelina Varanese, Adele Testa, Luisa Di Giandomenico, Antonella Romaniello, Lucia Di Vito e Doriana Totaro.
TERMOLI. La salute dei cittadini è punto qualificante dei programmi di quasi tutti i candidati sindaco della città di Termoli, ma non solo: è centro degli obiettivi del governo regionale, di associazioni, movimenti civici, medici e quant’altro … eppure nulla vien fatto per essa; la constatazione di questa “triste” questione è radicata nella “foto di gruppo” che ieri è stata scattata all’Officina solare gallery dove decine di cittadini si sono dati appuntamento per trattare lo scottante tema del registro tumori. Per Marcella Stumpo “basta aspettare” e così, a nome di tutti i cittadini molisani, la professoressa e presidente della Fondazione “Milani”, in collaborazione con una quindicina di associazioni e movimenti, ha inteso consegnare alla stampa presente all’incontro un documento chiaro in cui si denuncia la “stanchezza per le decine di false partenze” e si chiede senza riserva alcuna “l’avvio dell’attività del registro tumori”. “Ci sono ancora ritardi, anche dopo
lo stanziamento dei 50 mila euro degli scorsi mesi – afferma la Stumpo – e così tra allestimenti, questioni software e quant’altro, l’attività è ferma in lungaggini di molti tipi. Chiediamo che tutto questo possa essere superato; abbiamo iniziato a richiedere l’istituzione del registro tumori nel 1995 e a quasi vent’anni ancora non vede l’avvio un qualcosa che, seppur avviato domani, darà i primi riscontri tra non prima di cinque anni. Non si può più stare fermi, soprattutto dopo i fatti di compromissione ambientale noti a tutti e colgo l’occasione della conferenza per chiedere, a nome delle realtà che rappresento, l’istituzione di una commissione di controllo e informazione formata di cittadini che sono addentro al tema, che non faranno le pulci a nessuno ma vorranno essere figure atta alla collaborazione. Non è possibile, in tal senso, che una volta avviata l’attività lo strumento del registro tumori diventi un qualcosa
a uso esclusivo della Regione”. “La politica in questi anni non ci ha fatto una bella figura”, ha sostenuto a gran voce Marcella Stumpo in avvio di assemblea, proprio mentre dinanzi a lei sedevano tre candidati sindaco nelle persone di Simone Coscia, Paolo Marinucci e Nick Di Michele. E così, nelle parole della stessa presidente della “Milani”, la gratitudine verso l’attività dei consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, grazie ai quali si è potuto dare avvio a questa prima fase, ormai in stand by, d’attività. Presente all’incontro anche Franco Novelli, referente regionale di Libera, che ha affermato: “Le sottoscritte associazioni, a nome delle migliaia di cittadini che da quasi vent’anni continuano a lottare per la difesa di una terra violentata e snaturata, e per il diritto alla salute, chiedono con forza che si dia immediatamente effettivo inizio ai lavori per la stesura del Registro Regionale dei Tumori, per la cui realizzazione ormai da quasi vent’anni in questa regione ci si batte senza sosta”. “In questi anni – prosegue Novelli – è mancata l’informazione sui temi, per questo, quello che dobbiamo avviare è una lotta per la verità e per il diritto all’informazione”. A margine della riunione resta la certezza dell’esigenza, condivisa da tutti, candidati sindaco compresi, di “cominciare a lavorare senza indugi” seguendo lo stile del “decidere insieme ai cittadini, in modo inclusivo e condiviso, perché non sia più vero come a Mestre, a Taranto, a Priolo e in tanti altri luoghi d’Italia, che diritto al lavoro e diritto alla vita sono principi tra loro inconciliabili”.
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Spettacolo
3 aprile 2014
La house è orfana Quando Frankie Knuckles si esibì in Molise, gran carisma e tanta umiltà di Charles N. Papa RIPALIMOSANI - A soli 59 anni Frankie Knuckles ha lasciato per sempre la pista da ballo (31 marzo). Il dj americano, quello che ha inventato la house music, se ne è andato per sempre, per diabete, quello che già lo aveva costretto all’amputazione di un piede. Nonostante la malattia e la menomazione, ha continuato sino alla fine a realizare i suoi set in giro per il mondo. La sua fama e la sua popolarità, negli anni, non hanno mai debordato oltre il buonsenso. Poteva atteggiarsi come una rockstar, e non lo ha mai fatto. Poteva chiedere qualunque somma a chi lo chiamava nel proprio locale, invece è rimasto sempre molto low profile. Knuckles, grazie al suo manager Joe Black, è stato anche in Molise, al Blue Note. Nel lontano 2003, in una fredda serata di gennaio (era il 3), con la sala piena e con tanti estimatori che hanno assistito non solo ad un set di un dj famoso, ma al gusto e alla delicatezza del sound. La scelta dei pezzi, fatta con gusto, e non per ingraziarsi la pista. Chi lo ha accompagnato nel 2003, ricorda la sua
grande disponibilità verso le persone, la sua dolcezza, l’atteggiamento da ‘uno di noi’, senza sguazzare nello showbiz estremo, di quello che crea star di plastica, vuote e banali, e Knucklese poteva atteggiarsi come voleva, ne aveva tutti i credits. La sua umiltà, quella che solo i grandi hanno, lo hanno reso un’icona nel mondo dei dancefloor di tutto il mondo. I suoi esordi, neanche ventenne, lo vedono passare dischi soul, niente di quello che doveva arrivare di lì a poco. Cresciuto in ambienti in cui valeva la persona e non quello che facevi, è rimasto così nel tempo, ecco dunque, che suonare , dal 2008 in poi, con una sedia in consolle, diventava un simbolo, quello che santificava il dj, che andava oltre la persona, che metteva al primo posto, gli spettatori, i clienti, che doveva soddisfare prima le esigenze degli astanti, e poi quelle del dj. In ultimo, un ricordo di chi scrive, è a Sanremo, nel 2006, quando con la troupe di “Screamtv”, intervistammo Knuckles alla discoteca Goa.
Chiude la stagione teatrale al Fulvio GUGLIONESI - Termina questa sera al cine teatro Fulvio, la stagione 2014. Il cartellone è iniziato il 24 gennaio con il testo di Flavio Brunetti e diretto da Stefano Sabelli “Frustalà”. In Tutto 6 gli spettacoli in programma. Questa sera il sesto ed ultimo: “Oreste” di Vittorio Alfieri con la regia di Ilario Grieco. Sul palco Paola Cerimele, Chiara Cavalieri, Raffaello Lombardi, Diego Florio, Giorgio Careccia.
336 pagine € 19,90
di Giuseppe Saluppo
Agenda CAMPOBASSO - Oggi dalle 19.30 aperitivo in musica al Plaza Cafè. Selezioni Massimo Petrarca. FERRAZZANO - Al bistrò del Loto stasera live di Jelly Roll band: Gandalf Slim, Giulio Ferri, Silvio Boron, Nick Di Lisio. TERMOLI - Domani al bar Panoramik, live del TrioVivo. Sul palco dalle 21.00 Vincenzo Limongi, Rino Menna, William Trivelli, Antonio Salvador Conte, Pietro Caruso. CAMPOBASSO - Domani al Don Giovanni alle 19.30 carmine Aceto presenta il romanzo “Le cose sbagliate”. Alle 21.30 Soul Vibes live. Sound: Natan, Jackie Brown, Domingos Mondego. CAMPOBASSO - Il venerdì al Cafè Prestige è “Aperitiv Night Show”. Cena dalle 21.00, discoa seguire. Play Pippo Venditti e Flavio Emme. CAMPOBASSO - Al Move la formula del venerdì prevede la cena dalle 20.30, a seguire discodance. Play Andrea barletta, raf, Falvio Emme, Alessio Campidoglio, Angelo Frezza. CAMPOBASSO - “Kiss the bliss” è il venerdì del Kamaloca. In consolle Andrea Palazzo, Mario Tallari. CAMPOBASSO - Live al Sei Torri domani. Rock vintage/psichdelico con Thee Elephant. ISERNIA - Sabato alle 22.30 alla birreria Antica fabbrica di ghiaccio, live di Chiara Izzi (foto), Nicola Corso, Marco Mancini.
Dove acquistare il libro
CAMPOBASSO - Via Normanno, 14 - presso La Gazze a del Molise dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00 / 13.00 e 16.00 / 20.00 Presso il Bar del Terminal Presso le Edicole di: Piazza della Repubblica - Via Scardocchia - Via Lombardia ISERNIA - Piazza della Repubblica - presso l’Edicola della Stazione TERMOLI - Via M. Pagano, 46 - Libreria Dolce Stil Novo
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Sport
3 aprile 2014
Nel primo tempo segna Minadeo su assist di Palumbo, nella ripresa vanno in rete Lazzarini e Vitelli, poi espulso. Ottima la prova del collettivo
Il Campobasso sul trono d’Italia
I lupi battono il Ponsacco nella finalissima della manifestazione tricolore: 3-2 il risultato finale Il Campobasso si laurea campione d’Italia, per quel che concerne le squadre di Eccellenza, e battendo il Ponsacco nella finale di Coppa Italia di Firenze mette in bacheca il secondo trofeo stagionale, dopo la coppa regionale, mentre per il ‘triplete’ occorre semplicemente aspettare domenica, quando i lupi metteranno definitivamente anche le mani sul massimo campionato molisano. Minadeo nel primo tempo su perfetto assist di testa di Palumbo, Lazzarini e Vitelli nella ripresa regalano il successo finale,
per quella che sarà una stagione che difficilmente avrà eguali negli anni futuri. Oltre cinquecento sono stati i supporter che hanno coperto i mille chilometri che dividono Campobasso da Firenze, tra andata e ritorno, nella giornata di ieri, solo per amore del Lupo. Un entusiasmo che non si viveva dalla stagione 2010/2011, la prima in Lega Pro dell’era Capone. La partita – Le due squadre si studiano e la prima vera occasione da rete c’è al minuto 13 con Cianci, che prova la conclusione, deviata in calcio d’angolo dall’estremo difensore Cappellini. Sugli sviluppi del corner ci prova Minadeo, che manda sul fondo. Sul fronte opposto, la risposta toscana c’è sul capovolgimento di fronte con la conclusione di Brega, ma la mira non è precisa. Al 21’ si vedono ancora i lupi con Cianci e ancora una volta il numero uno toscano devia in corner. Sugli sviluppi del tiro dalla bandierina, va alla conclusione Fazio, la palla viene murata dalla difesa avversaria, Palumbo interviene ai venti metri di testa e appoggia per capitan Minadeo, posizionato al centro dell’area di rigore. La retroguardia del Ponsacco sbaglia la trappola del fuorigioco e per Minadeo è un gioco da ragazzi trafiggere Cappellini, tra le proteste degli avversari che chiedevano l’offside. La risposta dei rossoblù c’è al 26’ con Lazzerini, che non inquadra la porta, mentre tre minuti dopo il tiro-cross di Tamperi è bloccato in presa aerea da Cattenari. Il finale di frazione è dei toscani e al minuto 39 ci prova ancora Tamperi, ma il pallone si spegne sul fondo. La ripresa si apre con il Ponsacco in avanti, alla ricerca del pareggio. Al 47’ è il turno di Granito, para Cattenari. I toscani spingono col piede sull’acceleratore e al minuto 61 Corradino ferma il gioco con un braccio al vertice dell’area di rigore. Il direttore di gara friulano, Nicola Donda, fischia la punizione e ammonisce il centrocampista rossoblù. Sul pallone si porta lo specialista Pieroni, che con una conclusione a giro sulla barriera trafigge Cattenari I lupi, però, non si scompongono e, riordinate le idee, vanno alla conclusione, senza fortuna, con Cianci, prima del raddoppio. Al 66’ c’è una ripartenza veloce dei lupi, Vitelli alla trequarti di campo tocca quel tanto che basta per lanciare a rete Lazzarini, che si presenta a tu per tu con Cappellini e con un diagonale lo
CAMPOBASSO - PONSACCO 3-2 Campobasso: Cattenari, Scudieri, Volpecina, Pignataro, Scampamorte, Minadeo, Corradino, Lazzarini (87’ Di Lallo), Cianci (74’ Mauriello), Palumbo (51’ Vitelli). A disp. Nunziata, Aniello, Palazzo, Santoro. All. Farina. Ponsacco: Cappellini, Lici, Giacovelli, Lazzerini, Barsotti (69’ La Bruna),Bortoletti, Tamperi, Doveri, Brega (78’ Balestri), Pieroni, Granito. A disp. Graffino, Lunardi, Agostini, Ciacci, Dinelli. All. Lazzini Reti: 22’ Minadeo, 62’ Pieroni, 66’ Lazzarini, 68’ Vitelli, 71' Granito Ammoniti: Giacovelli e Balestri (P); Corradino e Pignataro (C). Espulso: al 91’ Vitelli per gioco violento con palla lontana. Arbitro: Nicola Donda della sezione di Cormons (Paolo Rambelli di Faenza- Lorenzo Biasini di Cesena).
trafigge per la seconda volta. Trascorrono centoventi secondi (68’) e questa volta è Vitelli a essere lanciato a rete e trovarsi solo davanti al portiere avversario, che capitola per la terza volta. Il micidiale uno-due del Campobasso, però, non scoraggia il Ponsacco, che al 71’ accorcia le distanze. Granito trasforma in oro una palla vagante in area di rigore, anche approfittando di una uscita errata di Cattenari, successivamente rincuorato dal capitano Minadeo. Il Campobasso, a questo punto, si difende bene, mentre il Ponsacco prova ad affondare e va due volte vicino al clamoroso pareggio, ma prima Balestri, poi Granito, solo per poco, non inquadrano lo specchio della porta. A fine partita c’è la grande festa rossoblù: il Campobasso è sul trono d’Italia. L’entusiasmo è tornato, i lupi sono ritornati dopo l’ennesimo fallimento. Un vanto per tutta la città.
La Scuderia del Sole di Isernia impegnata ad Atina Gli allievi di Sara Battista di scena al concorso ippico nazionale di salto ostacoli Nuovo impegno fuori i confini regionali per i portacolori della Scuderia del Sole di Isernia. Dal 4 al 6 aprile, infatti, gli allievi di Sara Battista saranno di scena nella cittadina di Atina dove prenderanno parte al concorso ippico nazionale di salto ostacoli A 5* promosso ed organizzato dall’Associazione ippica Atina. Le prospettive per ben figurare ci sono tutte e le amazzoni e i cavalieri sono partiti con l’intenzione di rientrare tra i migliori in ogni singola categoria in gara.
Binomi al via suddivisi per patenti – Brevetto junior: Mariasole Coppola su Lukeluk; Lia Zullo su Uiterland Uit Noorden; Francesca di Nezza su Rubina 182; Ilenia di Castro su Rose du Paon. Brevetto senior: Valentina Curcio su Zahara; Simone Perrella su Orudek I grado: Angelo de Bellonia su Warusus e con Luna Rossa di Vallerano e Sara Battista su D'Artagnon.