5 settembre 2014

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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 178 - VENERDÌ 5 SETTEMBRE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno alla famiglia Ricci

L'Oscar del giorno lo assegniamo alla famiglia Ricci. Dal 2005 hanno preso in pugno le redini del quotidiano Primo Piano Molise proiettandolo ai vertici delle vendite dei giornali molisani. L'ultima ripartizione dei contributi fatta dalla regione Molise ha visto la proprietà contestare i criteri di riparto tanto che ha deciso di destinare la somma a beneficenza. Del resto, il loro impegno nel campo dell'editoria è lodevole e ha portato alla crescita dello stesso per gli impegni assunti e gli investimenti fatti. Sarebbe il caso che avesse ben altra considerazione.

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore regionale al Lavoro parla e scrive su tutte le questioni ma, fino a questo momento, non ha portato a nessun risultato pratico. Al contrario, da due anni è fermo il cosiddetto Piano giovani perchè non è stata composta la commissione e i 100 selezionati non possono proseguire. Così restano fermi oltre un milione e mezzo di euro che avrebbero potuto, invece, produrre i suoi effetti. Non farebbe bene, allora, ad occuparsi di fatti concreti invece di scrivere sempre?


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TAaglio lto

5 settembre 2014

Esternatore: professione politico-amministrativa per il successo e la notorietà

Giovani Petraroia crescono Il vice presidente della giunta regionale non è più il solo ad esternare a getto continuo. In Nicola Palumbo da Montenero di Bisaccia, membro dell’Assemblea nazionale del Pd (Laboratorio Politico per la Sinistra), ha un epigono intenzionato ad eguagliarlo e, se possibile, a superarlo C’è da rompersi la testa con Petraroia, Frattura, la giunta regionale, il partenariato, le forze sociali, il Patto per il lavoro, la Vertenza Molise per il riconoscimento dell’area di crisi del distretto industriale Boiano-Isernia-Venafro cui Francesco Totaro intende aggiungere l’area di crisi del Basso Molise. Insomma, un tourbillon pazzesco di documenti, comunicati stampa, dichiarazioni, e sollecitazioni all’unità delle forze e delle risorse per dare al Molise un minimo di speranza nel futuro. Il più dotato di inventiva in questo accrocco che abbiamo elencato è certamente Michele Petraroia. Si esercita in tutte le manifestazioni dell’animo pur di tenere desta l’attenzione su di sé, sui problemi che snocciola, sulle soluzioni che prefigura, sulle delusioni che inanella. Frattura in questo “entra ed esci” dalla cronaca ci fa la figura del fesso. Dopo aver fatto fuoco e fiamme per giungere finalmente alla sottoscrizione dell’intesa tra la Regione, le forze sociali e il partenariato economico allo scopo di fare pressione sul Governo di Roma per ottenere il riconoscimento di area di crisi del distretto industriale Boiano-Isernia-Venafro, a ridosso del Ferragosto, finalmente con il sole che scotta, ecco la doccia fredda di Petraroia sui pochi e timidi entusiasmi che aveva generato appena qualche giorno prima. Rifacendosi ad una notizia riportata sulle testate giornalistiche nazionali, il vice presidente della giunta regionale, di nuovo superando e sopravanzando il sempre più cupo e taciturno Frattura , ha messo in risalto che tra le 150 situazioni di crisi nazionali aperte presso il Ministero dello Sviluppo, non ci fosse il Molise. Apriti cielo! E via libera alla inveterata diatriba tra Nord e Sud: “Si am-

plifica il dramma occupazionale del Nord e si occulta quello del Mezzogiorno arrivando ad ignorare i 1.200 posti di lavoro a rischio tra Gam, Ittierre e l’indotto metalmeccanico tra Bojano, Isernia e Venafro, come a voler derubricare in un’Italia minore non degna di nota, i numeri che in proporzione al totale degli occupati sono tra i primi in assoluto a livello nazionale”. A seguire, di nuovo la stucchevole tiritera sull’unità d’intenti, detta da loro (Petraroia e compagni) che sono la quintessenza dei divisivi. Eccolo dunque all’opera: “Ciò deve indurre le parti sociali del Molise, il sistema delle autonomie locali, le associazioni imprenditoriali, la Regione, i parlamentari e le forze del terzo settore ad alzare il tiro nei confronti del Governo. L’intesa sul Lavoro e sul riconoscimento dell’area di crisi rappresenta il presupposto per ottenere il risultato”. Ma non dice che solo da qualche settimana l’intesa è stata raggiunta e trasmessa a Roma, peraltro senza la firma della delegazione parlamentare in quanto non resa partecipe. Le 150 situazioni di crisi nazionali cui fa riferimento evidentemente sono state elaborate con maggiore tempestività e coerenza. Per cui, resosi conto di come stanno le cose, contraddicendo la sopra invocata unità tra le parti, preso dalla sconforto, s’è lasciato andare a questa amara riflessione: “Non bisogna commettere l’errore di confondere la sottoscrizione dell’intesa sul Molise che non si arrende con il percorso, che si annuncia irto di ostacoli, per vedersi riconosciuta la situazione di crisi ai sensi dell’art. 27 della Legge 134/2012 con le relative risorse straordinarie necessarie ad invertire il trend e a sostenere gli investimenti per le imprese e per l’occupazione”.

Vallo a capire. Comunque, l’invito a non confondere l’intesa con l’oggettiva difficoltà ad avere il riconoscimento dell’area di crisi, va preso in seria considerazione. Ma Petraroia non è più solo ad esternare a getto continuo. In Nicola Palumbo da Montenero di Bisaccia, membro dell’Assemblea nazionale del Pd (Laboratorio Politico per la Sinistra), ha un epigono intenzionato ad eguagliarlo e, se possibile, a superarlo nell’agganciare fatti e notizie adattandoli “ad usum Delphini”. Palumbo lo abbiamo già segnalato in questa sua caratteristica, preannunciandolo per prossimi traguardi elettorali (lo vedremo certamente tra i candidati alle prossime regionali). Lo confermiamo, dando uno spaccato della sua verve politica e della sua tempestività a stare sui fatti. Eccolo sulla intesa “Il Molise che non s’arrende”, prendendosela con le classi dirigenti regionali, i rappresentanti del partenariato economico ed il mondo dell’associazionismo “che non si uniscono in una battaglia condivisa con il Governo per portare in Molise 200 milioni di euro, preferendo spaccarsi, dividersi e polemizzare su tutto nell’auspicio che il tentativo fallisca per chiedere le dimissioni della Giunta Regionale (ohibò, notizia da prima pagina per la Gazzetta del Molise! –ndr)”. Chiosa finale: “Se nel Molise non si supera questo approccio nichilista, dove si contrasta ogni iniziativa positiva con il solo gusto di impedire la soluzione dei problemi, non si andrà mai da nessuna parte”. Tutto vero, purtroppo. Intanto un consiglio al vice presidente della giunta regionale: “Si guardi le spalle; novelli Petraroia crescono!”. Dardo

Lo sostiene il consigliere regionale Micone per l'attesa di due anni

Piano integrato giovani Molise: un fallimento CAMPOBASSO. Il consigliere regionale Salvatore Micone interviene sullo stato dei lavori del Piano Integrato Giovani Molise, avviso pubblico approvato dalla Regione Molise nel mese di dicembre 2012. "L'avviso, spiega Micone, costituisce un'importante azione di politica attiva del lavoro, finalizzata all'inserimento lavorativo di 100 giovani laureati e diplomati disoccupati o inoccupati che non abbiano superato i 35 anni di età. L'azione è finanziata con risorse a valere sul Programma Obiettivo Giovani Regione Molise per un importo complessivo pari a €1.742.000,00, così suddiviso: Borse di studio per i tirocini per un importo pari ad € 300.000,00; Incentivi per assunzione e creazione d'impresa per un importo pari ad €1.400.000,00; Oneri per l'attuazione dei tirocini per un importo pari ad €42.000,00. Più di 2000 - puntualizza Micone - le domande pervenute agli sportelli della Regione Molise, da parte di giovani che, a distanza di due anni, sono ancora in attesa di sapere gli esiti della selezione. Presentate le domande, la procedura amministrativa si è

arenata con la nomina delle Commissioni che avrebbero dovuto procedere all'esame delle domande e alla redazione della relativa graduatoria. Le motivazioni di tale ritardo, già chieste ufficialmente con apposita interrogazione in Consiglio Regionale - sottolinea ancora Micone - restano ad oggi ignote, non avendo l'Assessore al Lavoro fornito risposta scritta esplicativa delle ragioni del mancato completamento dell'iter procedimentale. A nulla servono, puntualizza il Consigliere, giustificazioni legate ad inverosimili riorganizzazioni del servizio delle Politiche per l'Occupazione, a distanza di un anno e mezzo dall'insediamento presso l'Assessorato o ad improbabili difficoltà ad operare da parte delle Commissioni. Ritengo che in questo periodo storico ed economico critico anche per la nostra regione, sia dovere del Governo Regionale utilizzare in maniera congrua e celere le risorse destinate ad iniziative volte alla creazione di nuovi posti di lavoro. E’ assurdo lasciare i tanti ragazzi ad aspettare, non si sa chi e cosa visto che le risorse ci sono; tutto questo mi lascia molto perplesso e dispiaciuto per come si continuano ad ingannare i nostri giovani”, conclude infine Micone.


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3 5 settembre 2014

L’europarlamentare governa il Pd regionale e vuole conquistare le destre

Patriciello: il terminator del Molise CAMPOBASSO. Sta cercando di creare un regime di monopolio politico. E’ lui, l’europarlamentare di Forza Italia, il grande Aldo Patriciello. Da buon politico sa perfettamente che i molisani non consentiranno mai a lui o a qualche suo cognato illustre di reggere le redini della presidenza regionale. Perché Aldo fa paura ma non gode proprio di ottima reputazione. E non è una diffamazione. Patriciello ha distrutto quasi tutti i partiti che è riuscito a gestire. L’ultimo ricordo risale a Democrazia Europea, il partito politico d’ispirazione cattolica e centrista, fondato nel 2001 e guidato a livello nazionale da Sergio D’Antoni, ex segretario generale della Cisl. Patriciello è riuscito ad ottenerne la guida a livello regionale perchè la sua potenza economica gli permette sempre, in ogni momento, di accaparrarsi la simpatia degli esponenti romani. “Dove lo trovi un tipo che sborsa quattrini per finanziare un partito?” sarà la frase tipica che si pronuncia nelle segrete stanze di chi conta. Ma a livello politico, di impegno per il bene comune, per l’interesse collettivo, non viene a mente una sola azione di patricielliana memoria. Se non la propria elezione o quella dei suoi cognati pronti ad occupare posti strategici per delineare le scelte governative

nella direzione degli interessi di famiglia. Un esempio? La sanità, le cliniche private e le richieste accontentate oggi da Paolo Frattura. Si pensi alla clinica a Salcito: 600 euro al giorno per ogni posto letto e Frattura gliene ha regalati 40. Già, Frattura. Anche lui uomo di Patriciello mascherato da Pd. E non poteva essere diversamente visti gli affari imprenditoriali in comune tra il governatore del Molise e l’europarlamentare e famiglia. L’ingordigia è un vizio duro a demolire ed ecco che Aldo, politicamente parlando, ha succhiato sangue per anni da Forza Italia nascondendosi dietro al più politicamente credibile Michele Iorio per poi rifilare un bidone colossale all’intero schieramento di centrodestra. Oggi Patriciello è un elettrone che orbita intorno al nucleo Berlusconi con una peculiarità: più si avvicina a Forza Italia più è alta la certezza che in Molise quel partito non riprenderà forza e vigore. Patriciello prova a dimostrare la sua forza facendo nominare Ivan Forte, suo braccio destro, segretario provinciale di Forza Italia Molise nella provincia di Isernia sancendo, definitivamente, la morte del partito nella provincia pentra (eccezion fatta per i suoi fedelissimi che si avvicineranno da Rialzati Molise al partito di Berlusconi) perché poco credibile dal punto di vista politico.

Patriciello, con il suo gruppo, vuol essere in Molise maggioranza ed opposizione allo stesso tempo, non sapendo svolgere né un ruolo né l’altro: Forza Italia nel collegio elettorale delle Europee, alleato d’acciaio del centrosinistra in questo desolato e povero di consensi (per lui) Molise. Insieme a Frattura hanno applicato uno spoil sistem che neppure la peggiore Democrazia Cristiana ai tempi del Caf (l’accordo tra Craxi, Andreotti e Forlani) ha mai osato applicare. Come? Sostituendo alla Regione tutto ciò che si poteva, ed anche quello che non si poteva, con figure oscure ma in possesso di assegni elettorali che la nomenclatura deve onorare. In questo modo il politico non si è garantito gli stessi risultati elettorali raggiunti da Cutro a Platì, Rosarno, Polistena, Gioia Tauro, Spezzano Albanese, Crotone, San Severo, Caserta, Casal di Principe, Giugliano, Nola, San Giuseppe Vesuviano etc, ma ha mantenuto quella sufficienza di consensi molisani che si sommano con i paesi campani. Il tutto con il silenzio assenso del Partito Democratico, anche questo conquistato dai patricielliani (confluiti su Micaela Fanelli) con la mancata opposizione del senatore Ruta e dei suoi. E visto l’andamento amministrativo della Regione Molise, il sospetto che anche la politica molisana stia andando verso l’abisso inizia a diventare una certezza.

Il Segretario Regionale della UIL-RUA, Cutillo, pone l’accento sulla centralità delle istituzioni culturali per la regione

“Il Molise riparte se valorizza la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’alta formazione” CAMPOBASSO. Andrea Cutillo, segretario regionale della Uil Ricerca Università ed Afam commenta, con amarezza, la notizia circa il mancato rinnovo del contratto per i pubblici dipendenti: “Il governo ha gelato le legittime aspettative dei lavoratori del pubblico impiego con l’annuncio del blocco delle retribuzioni fino a tutto il 2015. Le rassicurazioni del Ministro Madia, rispetto ai timori delle Organizzazioni Sindacali, purtroppo si sono rivelate illusorie. Ancora una volta a pagare il prezzo più alto della crisi sono i dipendenti pubblici i cui stipendi sono fermi al palo dal 2010, mentre ancora nulla di concreto, per esempio, viene fatto per una seria lotta all’evasione fiscale”. Ritornando su tematiche più squisitamente regionali, Cutillo sottolinea il ruolo determinante che Ricerca ed Università rivestono per il Molise: ”Siamo convinti che Ricerca, l’Università e l’AFAM possano dare un importante contributo alla crescita della nostra Regione, attraverso la valorizzazione di proposte e progetti in tema di ricerca, sviluppo tecnologico ed alta formazione. Questo perché se Cultura, Ricerca e Innovazione, sono a livello nazionale le chiavi per dare risposte risolutive a problemi di forte urgenza sociale come la disoccupazione, il precariato ed il disagio sociale, questo vale ancor di più per la Regione Molise, una realtà territoriale in cui il mondo imprenditoriale, le piccole e medie imprese, l'organiz-

zazione dei servizi pubblici, la stessa pubblica amministrazione esprimono una domanda di innovazione e di competitività la cui risposta può venire soprattutto da una più stretta collaborazione e sinergia con le strutture pubbliche di ricerca.” “A mio avviso- prosegue Cutillo- le potenzialità di questi settori non sono state finora completamente utilizzate nelle politiche per lo sviluppo dei servizi del Molise. L’importante patrimonio di risorse umane specializzate ed altamente formate presenti nell’Università e negli Enti di Ricerca potrebbero ridurre i costi di gestione dei servizi e migliorare la qualità degli stessi.” Ciò può avvenire anche con un oculato e razionale utilizzo dei fondi europei:“bisogna essere pronti e in grado di accedere a queste risorse e utilizzarle per promuovere un reale sviluppo della Regione, evitando la loro dispersione e il loro sottoutilizzo e contrastando una eventuale gestione non in linea con le esigenze del territorio”. Cutillo conclude il proprio intervento con una considerazione sul valore del lavoro e del sindacato:“Oggi più che mai non possiamo tralasciare il valore del lavoro rispetto al disvalore del profitto da raggiungere a tutti i costi e con ogni mezzo. Ed è per questo motivo che si riscopre il valore del Sindacato, osteggiato tanto dai governi di destra che di sinistra, come unico baluardo in difesa di un modello sociale fondato sul lavoro, sulla dignità del lavoratore, e sulla solidarietà”.


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4 5 settembre 2014

La soppressione della Corte d'Appello comporterà una serie di squassi nel sistema

"Chiuderanno altri 11 uffici giudiziari" CAMPOBASSO. Presso il Tribunale di Campobasso il presidente dell’Associazione nazionale magistrati della sezione distrettuale del Molise, Enzo Di Giacomo, il pm Nicola D’Angelo e il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Demetrio Rivellino hanno incontrato gli organi di stampa dopo l’incontro con il Sottosegretario Cosimo Ferri. “ Il Disegno Governativo di legge delega di soppressione di alcune Corti d’Appello e Tribunali si propone in due obiettivi: incrementare l’efficienza e risparmiare la spesa. Ma la realtà non è questa, in quanto il disegno di legge delega non è in grado di perseguire nè l’uno nè l’altro obiettivo. Abbiamo studiato delle proposte concrete per migliorare l’efficienza del processo civile, proposte cioè volte a ridurre drasticamente i tempi della giustizia, abbiamo studiato tra l’altro un meccanismo in grado di giungere alla pubblicazione delle sentenze civili definitive entro 1 anno. L’importanza delle proposte è che l’Italia da un paese lumaca potrebbe diventare il primo paese in Europa per i temi di giustizia; l’attuazione di una importante riforma strutturale, come chiede l’Europa; si darebbe una scossa all’economia che attirerebbe capitali stranieri e non farebbe fuggire i nostri”, questo il preambolo del Presidente Di Giacomo.Ma la questione è ben più grave di quanto l’opinione pubblica potrebbe pensare, la possibile soppressione che riguarda la Corte D’appello di Campobasso creerebbe un effetto a catena e verrebbero soppressi conseguenzialmente 11 uffici giudiziali.Enzo Di Giacomo continua: “La soppressione delle Corti d’Appello e dei Tribunali intanto non avverrà ( nè potrebbe avvenire) per Decreto – Legge, ma con Legge Delega e lo Schema governativo del Disegno di Legge è già pronto. Al momento la cosa importante è che non sia stato portato nel CdM del 29 agosto, nè verrà portato nel CdM del 13 settembre, ma esiste il concreto pericolo che lo stesso venga portato in un successivo CdM anche in tempi assai ravvici-

nati. In tale eventualità la Corte d’Appello di Campobasso sarà la prima a saltare, insieme ai Tribunali di Isernia e Larino. Certo la soppressione diventerà operativa dopo che il Parlamento avrà approvato il Disegno di Legge governativo conferendo la Delega al Governo e dopo che il Governo avrà emanato la Legge Delegata. Sarebbe un colpo durissimo, una catastrofe per la già povera economia della nostra regione). Nicola D’Angelo pone l’attenzione proprio sull’effetto a catena che la soppressione della Corte d’Appello causerebbe. “L’organizzazione degli uffici giudiziari è su basi distrettuali e circondariali, il distretto è la Corte d’Appello e il circondariale il Tribunale, se viene meno il distretto tutti gli uffici distrettuali automaticamente verrebbero a mancare, non parliamo di conseguenze future ma automatiche. Non esisterebbe più il Tribunale per i minorenni, ad esempio un processo si dovrebbe svolgere, probabilmente secondo una delle ipotesi avanzate all’Aquila o ad Ancona, non esisterebbero più le aliquote di polizia giudiziaria che stanno presso la Procura dei minori, non esisterebbe più la Procura distrettuale Antimafia, sul piano interno organizzativo la Procura distrettuale che ha sede presso la procura che sta in Corte d’Appello si ridurrà a tre o quattro unità di personale. Ancora la Procura distrettuale Antimafia di Campobasso ha strettamente legati gli uffici di polizia Giudiziale che automaticamente verrebbero meno. Il ROS dei Carabinieri esiste a Campobasso perchè c’è la Procura Antimafia, lo SCO presso la Squadra Mobile esiste perchè c’è la Procura Antimafia, il CIGO della Guardia di Finanza a sua volta verrebbe soppresso, parliamo non di soli magistrati ma venendo meno la DDa di Campobasso verrebbero soppressi anche questi settori, mancanza di lavoro per centinaia di uomini delle forze dell’ordine e la sicurezza per la Regione. Stessa cosa si può dire per i Tribunali re al

Procura di Larino e il Tribunale di Isernia. Questa riforma così come è strutturata riduce da 11 Uffici Giudiziali e 2, rimarrebbe solo il Tribunale e la Procura di Campobasso con l’eliminazione di una serie di articolazioni“.

Anche il Wwf contro il provvedimento adottato dalla Regione Molise "Potenzialmente abbattibili dai cacciatori 60 mila tortore" CAMPOBASSO. "Colpo di mano della Giunta Regionale del Molise, dove si lavora alacremente anche di notte per consentire ai cacciatori di esercitare la loro “passione”. lle 00,30 del 3 settembre 2014 una delibera di giunta viene partorita per anticipare la apertura della caccia al 3 settembre 2014!". Lo sostiene il Wwf Molise. "Questo è un ennesimo regalo ai cacciatori. Pubblicare delibere all’ultimo momento è una prassi comune nella Regione Molise. Infatti, anche il calendario venatorio è stato pubblicato il 25 agostoa ridosso della apertura, invece che il 15 giugno come previsto dalla normativa. Dopo appena sette giorni è già stato modificato, impedendo di fatto ogni possibile ricorso e ledendo gli interessi dei soggetti diffusi previsti dalla legge 241/90. La stagione venatoria dovrebbe aprirsi regolaramente dalla terza domenica di settembre ovvero il 21, ma visto che la legge consente la cosiddetta “pre-apertura”, non è venuta meno la possibilità di abbattere legalmente 60.000 tortore nelle giornate del 3, 6 e 7 settembre 2014. Anche se si tratta di una stima teorica, non esistono elementi certi e concreti per stabilire quanto sia lontana dalla realtà e quante tortore siano presenti nel territorio regionale. Infatti, anche se nella delibera è scritto: “relativamente alla specie Tortora “il prelievo venatorio risulta sostanzialmente praticabile solo ricorrendo alla cosiddetta “pre-apertura” secondo quanto previsto dalla legge 157/92, art.18, comma

"Caccia, lo scandalo delle aperture anticipate" 2” e “tuttavia visto lo stato di conservazione della specie, tale facoltà dovrebbe essere limitata a tre giornate fisse nel periodo 1-20 settembre, con un carniere giornaliero e stagionale non superiore rispettivamente a 5 e 20 capi per cacciatore e nella forma esclusiva dell’appostamento” non esistono, a tutt’oggi, studi e censimenti sul numero delle tortore presenti in Molise. Studi che permetterebbero di programmare un prelievo sostenibile della specie, onde evitare di stabilire numeriche non hanno nessuna giustificazione scientifica e tecnica. Peraltro, nella delibera si legge testualmente “Nelle giornate 3, 6 e 7 settembre 2014 è consentito, solo ai cacciatori residenti in Molise, il prelievo venatorio da appostamento temporaneo di esemplari di fauna appartenenti alle specie Tortora” e inoltre “Per la specie Tortora è previsto un prelievo giornaliero massimo di 5 capi per un totale di 20 capi per tutto il periodo di pre-apertura.” Ci si chiede, se le giornate sono tre e il numero capi è di 5 al giorno come ma il numero massimo di capi da poter abbattere è 20 e non 15?

Non entriamo nel merito a quale specie di tortora si riferisca la delibera. Infatti, si parla genericamente di specie di “tortora” senza specificare se si riferisce a Tortora selvatica (Streptopeliaturtur) o a Tortora dal collare (Streptopeliadecaocto). Stanchezze notturne a parte, la caccia ai primi di settembre è di gravissimo danno e impatto per gli animali selvatici e per questo il WWF da anni chiede che non venga più praticata. La tarda estate è un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie e molti giovani esemplari non sono ancora autonomi; si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora specie protette migratrici, che sono così oggetto di sicuro disturbo ed anche di danno diretto (uccisionia ccidentali o dolose); in particolare per gli anatidi, il mondo scientifico chiede da anni il divieto della pre-apertura della caccia, perché non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il “prelievo” si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio. Inoltre gli adulti in buona parte non hanno ancora completato la muta delle penne e hanno

quindi difficoltà di volo (infatti nelle anatre la muta è sincrona, cioè perdono tutte le penne del volo insieme e restano inetti al volo per alcuni giorni). Non a caso le Direttive europee per la tutela della fauna selvatica, anche recepite dalle leggi italiane (legge 157/1992 , che è ancora l’unica legge italiana per la tutela della fauna selvatica, e legge 96/2010 art 42 ) , limitano o vietano del tutto la caccia nei periodi più delicati per la fauna selvatica (migrazione, riproduzione, etc.). Nonostante questo, anche quest'anno la pre-apertura è diventata la regola: sitratta dell'ennesimaconferma di come la caccia venga gestita sulla base non dei dati scientifici e normativi, ma in base alle richieste dei cacciatori. La Penisola italiana, ricorda il WWF, è un importantissimo “corridoio biologico”, una sorta di autostrada attraversata ogni anno da oltre due miliardi di uccelli migratori che si s postano tra l’Africa, l’Europa e l’Asia per riprodursi e svernare. Purtroppo ogni anno milioni di animali, compresi molti appartenenti a specie protette, trovano la morte nei nostri cieli e in quelli degli altri Paesi del Mediterraneo, dopo viaggi che durano anche migliaia di chilometri. Tutto ciò senza considerare la piaga del bracconaggio e delle tante altre forme di caccia illegale, che incidono pesantemente sulla fauna. Il WWF continuerà a vigilare con decine di avvocati e centinaia di guardie volontarie, anche ricorrendo ai tribunali italiani ed europei.


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5 5 settembre 2014

L'insediamento del rinnovato Consiglio di amministrazione un primo passo

Ex Cattolica, nuovi spiragli? Tocca, però, alla Regione Molise definire una diversa programmazione

CAMPOBASSO. Rose e viole per la Fondazione Giovanni Paolo II dopo le prese di posizione della Regione dei mesi scorsi? Se lo augurano tutti anche se bisogna restare a guardare quali gli intendimenti regionali nei confronti della struttura sanitaria. Intanto, si è tenuta la prima riunione del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso. La Fondazione gestisce l’omonima struttura ospedaliera voluta dalla Università Cattolica del Sacro Cuore ed operativa in Molise

ormai dal 2002. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, che si è insediato il 1 agosto 2014, ha come Presidente il Direttore Generale del Policlinico “Gemelli” di Roma, Dott. Maurizio Guizzardi, ed è composto da tre importanti rappresentanti dell’Università Cattolica (il Pro-Rettore Prof. Stefano Baraldi, il Preside della Facoltà di Medicina Prof. Rocco Bellantone e il consigliere di amministrazione dott. Giovanni Raimondi) e da un membro che, come da statuto, deve essere indicato dalla Regione Molise. All’incontro del Consiglio di Amministrazione ha partecipato anche l’ing. Enrico Zampedri, nuovo Direttore Generale della Fondazione. Nella riunione sono stati esaminati i dati di attività della struttura ospedaliera e le principali criticità che richiedono un intervento urgente e quelle che richiedono il coinvolgimento dell’Università Cattolica quale ente fondatore. In particolare è stato dato mandato al Direttore Generale di individuare gli ambiti di attività che possono beneficiare di un rinnovato collegamento con il Policlinico “Gemelli” di Roma, come è stato nei primi anni di attività della struttura, e di predisporre un piano di interventi per raggiungere l’obiettivo imprescindibile del pareggio di bilancio. Alle ore 12.00 Il nuovo Consiglio di Amministrazione al completo ha incontrato, presso la Curia di Campobasso Bojano, i Vescovi del Molise. A fare gli onori di casa, l’Arcivescovo Metropolita di Campobasso Bojano, Mons. GianCarlo Bregantini, da sempre molto vicino alla Fondazione, erano presenti anche il Vescovo di Termoli Larino, Mons. Gianfranco De Luca, il Vescovo di Trivento, Mons. Domenico Angelo Scotti, e il Vicario Generale della Diocesi

I Molisani non sono disposti ad essere azzerati di Massimo Dalla Torre Dopo la Corte di Appello ora tocca al Corpo Forestale dello Stato. Questa la sentenza che è stata annunciata e che in queste ore sta risvegliando dal lungo letargo chi siede nelle stanze dei bottoni. Realtà che lentamente si sta cercando si svuotare perché considerata un “palla al piede” di un sistema le cui linee guida passano per azioni che portano ad una sola volontà: annientamento. Un annientamento che indica come regioni poco propositive, cosa assolutamente non vera, devono essere azzerate o private dei propri gangli vitali. Un annientamento che la dice lunga come il Paese è ostaggio di personaggi, nessuno escluso, che pensano di cambiare le cose, senza sapere che se si vuole salvare quel poco di buono che è stato realizzato necessita mantenere gli assetti e soprattutto le realtà come sono, anche se quest’ultime possono sembrare “zavorra” che poi zavorra non è; ecco perché ci fa specie la levatura di scudi arrivata solo all’ultimo momento. Una resistenza, a nostro modesto giudizio, passiva che non produce nulla, se non ad aggravare la situazione che porta inequivocabilmente a fare una considerazione drammatica: inadeguatezza al governo da parte di chi occupa i palazzi del potere. Inadeguatezza che ha nuovamente illuso i molisani ignari di quello che poteva accadere e sta accadendo. Inadeguatezza di chi ha elevato la bandiera dell’innovazione, senza sapere che il cambiamento deve esserci, nelle azioni, esternazioni, indignazioni e prese di posizione. Cambio di una classe politica che in dialetto sono chiamati “tira seggie” cui è servita la “pappa” senza alcuno sforzo. Cam-

bio di chi è abituato a prendere a non restituire ma soprattutto a distruggere. Questa è l’analisi dei fatti che stanno mettendo a soqquadro il sistema Molise. Fatti che, nell’assurdità della questione, vede inutili riunioni condite con ordini del giorno buoni solo a riempire le pagine dei giornali o le cronache dei tg locali. Fatti che indicano come la volontà di distruggerci si sta concretizzando senza che ci sia alcuna soluzione positiva a nostro favore. Fatti che si palesano soprattutto se si pensa che il Molise, ma anche altre realtà del Meridione, sono state prese a mo di bersaglio cui scagliare i dardi che lentamente ci hanno condotto alla morte morale e materiale. Condizione non accettabile perché non siamo disposti a soccombere. Condizione figlia di una cultura che non ci appartiene, che ci ha relegati al ruolo di “servi della gleba” di una signoria che ha quale connotato: poca comprensione delle esigenze e asservita al “selfie” che impazza sui social network. Una condanna che è definitiva senza alcuna possibilità né di appello né tanto meno di revisione del processo. Un verdetto favorito dalle illusioni di chi ha creduto di poter far parte del “cerchio magico” che avrebbe salvaguardato i privilegi riservati “ai soliti noti”. Verdetto con una non difesa, quella di adesso è “d’ufficio”, che costringe ad assistere allo svuotamento totale di quello che è il Molise. Regione che a breve potrebbe tornare a essere appendice di un qualcosa che ci azzittirà grazie all’uso di mezzi e materiali che dissolvono quel poco di buono e di positivo che ancora esiste.

di Isernia Venafro, Mons. Claudio Palumbo. Ai Vescovi Molisani è stato confermato il rinnovato impegno dell’Università Cattolica per il sostegno della istituzione. I Presuli hanno espresso parole di apprezzamento e confermato il loro sostegno a un’opera di grande importanza per la cura, la ricerca e la didattica della Regione e di grande valore sociale e occupazionale. Con i Vescovi è stato anche ricordato come troppo spesso si considera la Fondazione solo come un soggetto privato, dimenticando che opera senza scopo di lucro, traendo le proprie origini nell’impegno della Chiesa Cattolica per la cura degli ammalati e la vicinanza ai loro famigliari. Nel pomeriggio c’è stato inoltre un importante incontro con il Presidente della Regione Molise, Arch. Paolo di Laura Frattura, al quale anche è stato ribadito l’impegno dell’Università Cattolica per il rilancio della istituzione e confermata la piena disponibilità del nuovo Consiglio di Amministrazione a valutare con la Regione i progetti di integrazione della struttura nel contesto del sistema sanitario regionale, dialogando con la massima disponibilità con tutti i soggetti interessati.

"Nessuna autosufficienza, e i fondi? Il consigliere regionale Monaco:" Non possono pagare sempre i più deboli” CAMPOBASSO. “La vicenda della esclusione di alcuni pazienti dal Programma Attuativo per la non autosufficienza non mi convince per niente e voglio vederci chiaro” - è quanto afferma il consigliere regionale Filippo Monaco che ha appreso dagli organi di informazione l’avvio del ricorso da parte di cinque pazienti esclusi dal fondo di sussidio economico per la non autosufficienza. “Vi sono persone affette da gravi disabilità che si ritrovano a non esser state ammesse al finanziamento e le ragioni addotte, se verificate e pertanto risultassero veritiere, mi lasciano sconcertato se non esterrefatto. Ho bisogno di capire quali siano stati i criteri reali dell’assegnazione dei finanziamenti e perché persone affette da disabilità quali il Parkinson o l’Alzheimer si ritrovino senza alcun sussidio. E’ per questo che ho interrogato direttamente l’Assessore alle Politiche Sociali proprio per sapere, oltre ai criteri con cui si è provveduto alla compilazione della graduatoria, se è vero che talune domande siano state escluse a priori - adducendo motivazioni diverse come la non corretta compilazione della domanda – semplicemente perché la copertura finanziaria non avrebbe permesso di soddisfare tutte le richieste.” “Ho chiesto all’Assessore Petraroia anche che la struttura competente renda pubblici, ai pazienti e familiari che lo richiedono, le motivazioni della esclusione con relativa presa visione degli atti contenuti nella domanda così come inviati alla struttura competente, per ovviare al dubbio – così come riportato da fonti giornalistiche- che chi, per conto terzi, abbia inviato la domanda l’abbia fatto escludendo documenti e atti che il paziente avrebbe invece fornito”. “Non è possibile che siano sempre i più deboli a pagare. Coloro che hanno più bisogno delle istituzioni al loro fianco non devono sentirsi emarginati ed esclusi dalla società, quando ci sono già le loro disabilità invalidanti a chiuderli in un mondo asociale. Io sono al loro fianco, e mi batterò perché i loro diritti vengano riconosciuti, in nome soprattutto della trasparenza e della onestà”.


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Campobasso

5 settembre 2014

Lottizzazione Parco dei Pini, Lello Bucci fa chiarezza Il consigliere comunale del Pd e componente della commissione urbanistica Lello Bucci in merito alla seduta del consiglio comunale di Campobasso dell’altro ieri avente ad oggetto, tra l’altro, la lottizzazione “Parco dei Pini” sente l’esigenze di fare alcune precisazioni con obbiettività e cognizione di causa e non al solo scopo di fare la solita e stucchevole passarella sui mass-media. “La vicenda ha la sua origine durante l’amministrazione “Di Bartolomeo” ove il consiglio comunale adottò una delibera che non consentiva le richieste di ampliamento fatte dalla ditta costruttrice. Delibera condivisibile ma che forse andava maggiormente motivata. Sta di fatto che dopo poco la ditta fece ricorso al TAR deducendo anche una incompetenza del Consiglio comunale a favore della Giunta. Qui iniziano i problemi poiché l’ex amministrazione comunale decise di non costituirsi, rinunciando di fatto ad una difesa. Il Tar in sede cautelare ordinò al Comune di riesaminare la vicenda entro il 9 settembre. Ed eccoci al consiglio comunale di ieri. Il movimento cinque stelle presenta un atto, a metà fra un emendamento ed una nuova delibera, in cui si dichiara certo che la competenza in materia è della Giunta e non del Consiglio. Contestualmente anche l’ex sindaco Di Bartolomeo presenta una documentazione composta da sentenze di TAR e CDS che avrebbero potuto contribuire a chiarire la vicenda. Altro fatto è che la ditta, sapendo ovviamente che il Consiglio aveva in discussione la delibera su cui essa era interessata, ha inviato una nota nella quale proponeva all’amministrazione , in cambio di una soluzione favorevole ad essa Ditta della vicenda, di rinunciare al giudizio e di cedere alcuni terreni in loco. Di fronte a tutti questi elementi nuovi la maggioranza ha chiesto

una sospensione per esaminare le varie questioni. Si è iniziato soprattutto dall’aspetto della competenza per poi passare alla nota inviata dalla ditta. Ques’ultima, pur se pervenuta sul filo di lana è stata meritevole di essere considerata in quanto un’amministrazione attenta al bene comune deve sempre valutare se in una proposta vi è un vantaggio per la collettività oppure no. La discussione in maggioranza è stata ricca di contenuti, non sempre coincidenti ma tutti tesi

a non esporre il Comune ad errori e a ulteriori spese in un giudizio in cui, si ribadisce, non ci si è costituiti, non per decisione dell’attuale amministrazione. Volendo essere sicuri delle posizioni da prendere in aula, da prendere anche con eventuali pareri scritti dell’avvocatura, dell’urbanistica e di tutti gli altri soggetti competenti in materia, si è proposto un aggiornamento al giorno dodici ritenendo che in tale data la decisone sarebbe stata scevra da errori e condizionamenti.Tale proposta approvata con i voti della maggioranza non va ad aggirare l’ordine del TAR di decidere entro il nove settembre poiché la discussione non è chiusa ma solo sospesa, tanto che il consiglio è solamente aggiornato .Riconoscendo a tutti i principi democratici di manifestare il proprio pensiero, come il diritto delle opposizioni di stimolare la maggioranza, si stigmatizzano tutti gli atteggiamenti presi al solo scopo di avere pubblicità sulle reti locali e sui giornali, mettendo al primo posto dell’ azione amministrativa il proprio apparire, magari usando metodi eclatanti e rissosi che si pensa possano fare più presa sulla collettività. Nel caso specifico probabilmente si è sputato fango sulla maggioranza senza sapere quale sarà la decisione in consiglio e senza conoscere quale sarà l’esito della vicenda ( rectius: senza cognizione di causa!) La maggioranza ha aggiornato soprattutto per esaminare una proposta pervenuta da un gruppo di opposizione e una documentazione prodotta in Consiglio dall’ex Sindaco Di Bartolomeo. Cmq al di là delle chiacchiere inutili, la maggioranza farà anch’essa una conferenza stampa dopo il consiglio di venerdì 12, spiegando le proprie posizioni , su dati obbiettivi e documentati e soprattutto dopo la decisone consiliare”.

"Ottomila mc di cemento" a Parco dei Pini, il M5S non si arrende Presentata ieri mattina da parte del MoVimento 5 Stelle una diffida nei confronti dei componenti del Consiglio comunale, del sindaco e della Giunta, degli uffici tecnici delle struttura (e per conoscenza alla Corte dei Conti perché si indaghi su eventuali profili di danno erariale) affinché ognuno provveda a quanto di competenza per bloccare la realizzazione del polo commerciale nella zona Parco dei Pini. “Un'Amministrazione (con la A maiuscola, appunto) - commenta il consigliere Luca Praitano - garantisce i diritti dei singoli cittadini ma, soprattutto, tutela gli interessi della collettività. Non si lascia "portare a spasso" da un'impresa e da uno studio legale. Se poi il sindaco Battista, la sua Giunta e la maggioranza in Consiglio vogliono 3 palazzine commerciali nella succitata zona se ne assumano la responsabilità attraverso gli atti amministrativi necessari. A noi sembra che si stia invece facilitando il commissariamento che esautorerebbe il Comune di Campobasso da ogni decisione a riguardo. La politica non può sempre scappare e decidere di non decidere.

Tasi e Tari, come e quando si paga “C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria… anzi di antico” Tasi alle stelle

Nella seduta del 3 settembre 2014 il Consiglio comunale di Campobasso ha approvato le proposte di deliberazioni riguardanti la TA.S.I. e la TA.RI. che la “legge di stabilità” 27.12.2013, n.147 ha introdotto a decorrere dal 1° gennaio 2014. E’ stato un atto dovuto per adeguare i tributi locali alla citata riforma tributaria rispettando i termini di legge (i Comuni più virtuosi lo hanno deliberato nel corso del primo semestre dell’anno 2014). L’aliquota TA.S.I. (Tassa sui Servizi Indivisibili) è stata fissata al 2,5 per mille ed il gettito verrà utilizzato per coprire, seppur non integralmente, i costi dei servizi indivisibili (viabilità e segnaletica, illuminazione pubblica, manutenzione rete idrica e degli impianti di depurazione, verde pubblico, ecc.) che non beneficiano più dei trasferimenti da parte dello Stato. La struttura comunale preposta ha reso noto che per tutte le rendite catastali il cui valore supera €. 450,00 l’importo da versare sarà inferiore a quello dell’IMU precedentemente in vigore sulla prima abitazione. Non è stato utilizzato l’ulteriore possibile incremento dello 0,8 per mille. Per il 2015 la TASI andrà rimodulata in modo da favorire le fasce più deboli. Per la TA.RI. (Tassa sui Rifiuti) l’importo da versare è mediamente inferiore del 10-12% rispetto a

quello versato per la TA.RES. (in vigore lo scorso anno) sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche, ad eccezione di un numero limitatissimo di utenze non domestiche per le quali ci sarà un aumento del 7-8 %. Questa Amministrazione, subentrata da circa due mesi e mezzo, è fortemente intenzionata a combattere ogni forma di evasione tributaria in modo tale che “paghiamo tutti e paghiamo meno”. Dal 12 settembre 2014 si potrà consultare il sito web www.comune.campobasso.it per avere ulteriori informazioni e/o per calcolare gli importi da versare utilizzando il programma di simulazione presente sul sito stesso. Per ogni ulteriore informazione ci si potrà rivolgere agli uffici comunali di Piazza Cuoco n22. (lun-merc-ven ore 10,30/12,00 e mart-giov ore 16,00/17,30). Date da ricordare: - Per la TASI il versamento ha luogo in unica soluzione entro il 16 dicembre 2014 mediante F24. - Per la TARI l’acconto per il 2014 è pari al 75% dell’importo corrisposto a titolo di TARES nel 2013 e può essere versato in tre rate di uguale importo aventi scadenza rispettivamente il 30 settembre, il 30 ottobre e il 30 novembre 2014; è tuttavia consentito il pagamento in unica soluzione entro la scadenza del 30 settembre 2014.

di Massimo Dalla Torre “Aria nuova non senza sorprese”. Questo è il commento che facciamo a quanto approvato nella seduta del Consiglio Comunale di Palazzo San Giorgio che ha portato le aliquote massime della Tasi. Nome che non è assolutamente quello di un supereroe dei fumetti targati Manga. Nome che da un giorno riecheggia e assilla la mente dei Campobassani che, ancora una volta sono stati gabbati da chi preannunciava cambiamenti. I quali, ci sono stati si ma a sfavore della collettività che vede un ulteriore aggravamento delle spese che svuotano ancora di più il portafoglio alquanto vuoto per le numerose gabbelle che si è costretti a pagare. Aria nuova che sotto mentite spoglie ha colto di sorpresa chi ha inneggiato al cambiamento che oggi condanna senza alcuna possibilità di appello. Aria nuova che dopo aver spirato e sotto certi aspetti “spazzato” quello che era obsoleto e stantio, vede una levata di scudi all’indirizzo della maggioranza che governa il Palazzo di città. Aria che in barba alle promesse fatte in campagna elettorale pone una lunga serie d’interrogativi soprattutto perché chi ha promesso una svolta, si è dimostrato poco credi-

bile e soprattutto inaffidabile. Aria che allo stato attuale ammorba e di conseguenza costringe molti a fare il mea culpa nei riguardi di chi si è presentato sotto le mentite spoglie di difensore della collettività. Un’innovazione che maschera problemi irrisolti che hanno un unico mittente, il cittadino contribuente e non certamente chi ha pensato bene di gravare di altre tasse i Campobassani. I quali, sorpresi più che mai hanno iniziato a fare i conti con la speranza di essere in grado di poter pagare quanto loro richiesto, senza alcuna possibilità di dilazione. Campobassani che hanno appreso la notizia con molto sconcerto soprattutto perché hanno sperato che qualcosa fosse cambiato. Un non cambiamento specialmente per quanto riguarda la parte economico/finanziaria legata a doppio filo a quanto si deve al Comune che denota come la volontà di tartassare non è passata assolutamente in second’ordine, anzi è rincarata tanto da far gridare allo scandalo. Un grido che ha riempito le prime pagine della stampa locale che, non hanno perso tempo a dare voce alle opposizioni, compreso qualche esponente di maggioranza. I quali, hanno stigmatizzato quanto accaduto e mosso critiche aspre al go-

verno cittadino. Prese di posizione che stanno riecheggiando a trecentosessanta gradi, tant’è che i problemi della città momentaneamente sono stati accantonati. Necessità di incamerare liquidi? Prova di forza? Oppure atti dovuti? Non è ancora dato saperlo. Unica certezza che la città è in subbuglio e gli echi dei fatti non hanno tardato ad arrivare conditi con epiteti che, per correttezza non riportiamo. Molti hanno intravvisto in questa nuova manovra poca accortezza, altri dilettantismo amministrativo, altri ancora hanno detto che non pagheranno e aspettano armati le cartelle esattoriali. Insomma un “guazzabuglio” che fa pendere il piatto della bilancia a sfavore di chi regge le sorti di Campobasso e dei Campobassani che hanno chiosato molto prosaicamente il tutto dicendo: stavamo meglio quando stavamo peggio. Affermazione che ci sentiamo di avvallare perché se prima le cose non trovavano la cosiddetta quadratura del cerchio, oggi, visto i risultati, nessuna figura geometrica potrà dare la soluzione affinché i conti personali, non certamente di quelli che occupano gli scranni del Comune, non si tingano ancora di più di rosso.


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Campobasso

5 settembre 2014

Un decreto ingiuntivo del responsabile del servizio statistica Lea Fosca D’Ambrosio e la sospensione cautelativa degli atti amministrativi in autotutela del dirigente Antonio Calise hanno fatto esplodere un caso a Palazzo san Giorgio

Sarà che chi troppo vuole, nulla stringe?

Soldi dell’Istat dati in assenza di regole che stabiliscano criteri di distribuzione e che dimostrino che le attività di rilevazione siano svolte in orario diverso da quello d’ufficio al centro della querelle Soldi concessi con determinazioni dirigenziali e poi (a posteriori) sospesi per problemi di legittimità. Quindi da discutere e valutare. Saranno discussi davanti al giudice del tribunale e, quindi, valutati. Comunque, questioni antipatiche all’interno di un’amministrazione pubblica. In questo caso tra l’istruttrice direttiva amministrativa del servizio statistica Lea Fosca D’Ambrosio e il dirigente del settore avvocatura, Antonio Calise, di Palazzo san Giorgio. In discussione la legittimità della pretesa di 8.454,32 euro che la D’Ambrosio rivendica per il lavoro di rilevazione dei prezzi al consumo dei beni e servizi sul territorio cittadino, svolto per conto dell’Istat (Istituto nazionale di statistica). Per vederseli assegnati, la D’Ambrosio ha fatto ricorso a un decreto ingiuntivo cui, però, immediatamente è seguita l’opposizione di Calise “per acquisire informazioni in merito alle attività effettivamente svolte da ciascuno dei dipendenti del servizio statistica e per introdurre (finalmente, diciamo noi - ndr) criteri di distribuzione dei compensi”. Si dà il caso, infatti, che da tempo immemorabile al servizio statistica arrivano soldi dall’Istat che gli addetti al rilevamento poi si spartiscono, ma in assenza di regole predeterminate. Come sia possibile che la

rimessa dell’Istat non passi per la ragioneria è già di per sé un arcano. Che poi venga detto che il lavoro per conto dell’Istat venga svolto con lo straordinario, senza alcuna autorizzazione o verifica, è un altro arcano. Quella che s’è consolidata è una tacita accettazione, favorita dal disinteresse dell’amministrazione a metterci il naso e dall’abilità di trovare la maniera di accontentare un po’ tutti, facendo scorrere così bene le cose da non muovere l’attenzione né il controllo del dirigente. Il quale, infatti, come abbiamo detto, in prima battuta non ha sollevato alcuna eccezione alla richiesta degli ottomila e passa euro della D’Ambrosio di cui 4,655,98 relativi al primo semestre 2012 e 3.798,34 al secondo, sottoscrivendo le relative determinazioni di pagamento. Il meccanismo s’è inceppato nel momento in cui la D’Ambrosio ha ritenuto di attribuirsi il 73 per cento dei compensi lasciando le briciole agli altri. Che però non hanno affatto gradito sollevando una e più questioni di legittimità e di opportunità che all’avvocato Calise sono servite per annullare in autotutela le determinazioni da lui stesso firmate in favore della D’Ambrosio. La sospensione cautelativa fa leva, infatti, sulle pretese degli altri dipendenti per il lavoro svolto e

non tenuto in considerazione; sulla necessità di verificare se il lavoro per l’Istat è stato svolto o meno come straordinario (e se autorizzato) e, ancora una volta, sulla indilazionabilità di criteri chiari e trasparenti di distribuzione dei compensi. La diatriba, come si evince, mette in luce aspetti sconfortanti su come si lavora a Palazzo san Giorgio e come il lavoro possa essere facilmente (e indimostrabilmente) fatto passare per straordinario, anche in assenza di specifiche autorizzazioni a svolgerlo. Compromessi e sott’intesi come questi appena accennati probabilmente sono consuetudine e formano una rete di reciproci interessi che difficilmente vengono a galla. Infatti, se non si fosse rotto l’incantesimo della tacita ripartizione dei compensi, non sarebbe venuta a galla nemmeno la faccenda D’Ambrosio - Calise. Considerazione finale. Per il futuro, indipendentemente dalla conclusione giudiziaria della vicenda, sarà giocoforza che il prosciutto che fodera gli occhi degli amministratori e dei dirigenti qualcuno dovrà pure rimuoverlo. Perché finalmente ci si veda chiaro. E chissà quant’altre situazioni del genere ci sono all’interno del Palazzo! Dardo

Alunni di Gambatesa ‘depositati’ a Tufara Il sindaco di Gambatesa, prima impone elezioni per una libera scelta e poi, all’esito del risultato, decide Lei per l’accorpamento a Tufara A partire da settembre, diversi sono gli Istituti scolastici della regione Molise destinati ad essere "riassorbiti" da altri. Cambia la geografia scolastica del territorio, e anche Gambatesa rischia di smantellare le scuole. Gambatesa, quindi, rischia l’accorpamento delle scuole con la vicina Tufara, non per mancanza di edifici scolastici a norma di sicurezza o di servizi, ma per mancanza di alunni. Lo spopolamento non aiuta a mantenere in vita strutture scolastiche nelle nostre realtà. Le conseguenze del piano di dimensionamento hanno ricadute negative a livello economico-sociale. Suscita preoccupazione la paventata e inopportuna possibilità di far frequentare ai nostri figli una scuola che abbia pluriclassi; perché ogni alunno ha un suo ritmo di sviluppo e la didattica deve adeguarsi a questo ritmo poiché nella stessa classe ci sono scolari con capacità e tempi di apprendimento diversi. L’altra ipotesi, quella di accorpare le classi delle scuole medie di Gambatesa a quelle di Tufara e, viceversa, di accorpare le classi di scuola primaria di Tufara a quelle di Gambatesa non ha convinto più di mezzo paese. Inoltre, va ricordato che tre anni fa l’attuale sindaco, quand’era componente del Consiglio d’Istituto, stigmatizzava l’atteggiamento dell’ex sindaco che voleva adottare la stessa scelta. E’cambiato qualcosa ? sono maturati altri interessi, o si è semplicemente resa conto che non vi sono altre possibilità ? L’attuale sindaco, negli ultimi mesi, ha convocato diverse volte i genitori degli alunni, comunicando loro puntualmente che occorreva votare se scegliere di andare o meno a Tufara. In sostanza, insisteva per far assumere ai soli genitori le responsabilità sottraendosi alle proprie che gli competono in quanto amministratore. Nel frattempo il Provveditorato, già da tempo, aveva iscritto d’ufficio gli alunni di entrambi i paesi presso il plesso di Gambatesa. Oltretutto, i genitori di Tufara sono determinati a iscrivere i propri figli in altre scuole, a meno che non si giunga ad un accordo: le medie a Tufara e le elementari a Gambatesa. A Tufara motivano che non vogliono perdere le scuole. A Gambatesa argomentano che qui le scuole sono più sicure e vi sono tutti i servizi. Giovedì 28 agosto, il Sindaco convoca i genitori di Gambatesa e comunica che tutti i genitori voteranno il giorno dopo, venerdì 29 agosto. Chiaramente, in maniera affrettata e senza le adeguate comunicazioni, così come senza un minimo di preparazione anche per stabilire e pubblicare le regole per lo svolgimento delle elezioni. Però, quando si chiude il seggio e si procede alla conta delle schede, ce ne sono sette in più.Vince il fronte del NO, cioè per non andare a Tufara e rimanere a Gambatesa: 39 schede no, 33 si. La cosa non sta più bene a chi ha votato si, che chiede addirittura un annullamento di comodo. Il sindaco, giustamente, afferma che ora non si può più annullare, ma, ricordandosi di essere una stella del foro invoca un principio giuridico che risolve tutto, la “prova della resistenza”. Il sindaco afferma di dover escludere le 7 schede in più, per cui avrebbe vinto il si per un solo voto. Scusa Avvocato Sindaco, sulla base di che cosa la prova di resistenza andrebbe a escludere 7 voti solo al no ? Di fronte alla confusione, sostiene che non ha vinto nessuno e che avrebbe deciso Lei con la sua maggioranza. In realtà, ha deciso con alcune mamme motivate ad andare a Tufara. Allora, non era doveroso tornare a votare, semmai con maggiore serietà? Si pensava fosse scongiurata così l’ipotesi che aveva preso forma dell’accorpamento delle classi delle medie e delle elementari tra le scuole di Gambatesa e Tufara: un’opzione a cui più della metà dei genitori dei ragazzi si è opposta attraverso le cosiddette elezioni. Esprimiamo la 'totale condivisione' delle motivazioni che portano a scongiurare la proposta di accorpamento che creerebbe gravi problemi di sicurezza e inizierebbe un percorso di ridimensionamento che porterebbe inevitabilmente al definitivo smantellamento. Bisogna scongiurare, ugualmente, l'avvio di un nuovo periodo, quello del ‘pendolarismo dei piccoli scolari’. E non era ancora scongiurata, però, l’ipotesi ‘pluriclasse’ I-III media, rimasta in piedi, anzi, sembrava l’unica possibile. E così, in vista dell’anno scolastico 2014-2015, fino ad oggi 3 settembre non sappiamo ancora, per la scuola di Gambatesa, se si va ufficializzando la pluriclasse I-III media con legittime preoccupazioni da parte dei genitori degli alunni o se ancora si esperisce qualche tentativo, questa volta d’imperio, da parte del Sindaco per portare le medie a Tufara. Siamo rimasti in attesa che il Sindaco si ritirasse per decidere ! Un colpo di scena, pare, sia avvenuto. Il sindaco, ieri sera si è riunito con la sua maggioranza e, dietro la spinta di alcune mamme, ha deciso per l’accorpamento a Tufara. Il numero uno di “Gambatesa partecipa” ci ha fatto partecipare ad una farsa, ha insistito per le elezioni, che sono state vinte da chi non voleva andare a Tufara, e ora decide Lei. Ma aveva già deciso da tempo. Insomma, si è fatto credere alle mamme che si va a Tufara per un anno e poi si torna definitivamente a Gambatesa. Chi paga le conseguenze di questo politica sono bambini e famiglie. Scuola non significa esistenza dell’edificio scolastico o campanile, ma efficienza e qualità del servizio scolastico, perché i veri utenti della scuola sono i bambini, i cittadini del futuro. Per questo occorrono collaborazione e disponibilità al dialogo, per il raggiungimento del bene comune. L’unica e inderogabile soluzione condivisa è quella che porta alla qualità del servizio scolastico. Nel caso specifico, a dire della maggior parte dei genitori, si potrebbe risolvere creando un polo didattico per raccogliere in un luogo strategico studenti della nostra area, dove far frequentare ai propri figli corsi di studio regolari e non pluriclassi. C’è notevole apprensione tra i genitori delle scuole di Gambatesa e di Tufara. E perciò si stanno organizzando diverse iniziative con l’obiettivo di scongiurare in extremis l’accorpamento e le pluriclassi: entrambe le ipotesi, infatti, rappresentano un notevole danno per l’interscambio didattico ed educativo dei nostri ragazzi. Se viene confermata la decisione del Sindaco, siamo davanti ad un atto di prepotenza e arroganza che fa moltiplicare i disagi. Intanto, i genitori inascoltati si vanno organizzando e si mobilitano, preparando tutte le iniziative per scongiurare scelte che vanno contro gli interessi degli studenti. Pasquale Abiuso Capogruppo opposizione Comune Gambatesa



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Isernia

5 settembre 2014

I malviventi sono entrati all'interno dell'istituto. Bottino: 20mila euro

Assaltata la Banca Toscana Scoperti due truffatori Malintenzionati cercavano di raggirare un anziano. Carabinieri sulle loro tracce

VENAFRO. Eludendo i sistemi di allarme, i malviventi sono penetrati all’interno della banca forzando un ingresso secondario. Con il fare preciso ed efficace dei “professionisti”, hanno fatto “saltare” il cassone blindato del bancomat e, avvalendosi della fiamma ossidrica, hanno prelevato il “forziere” contenente le banconote. Stimato in circa 20mila

euro il bottino. La banda, probabilmente proveniente dalla limitrofa Campania, ha agito col favore delle ombre, prima dell’alba, probabilmente attorno alle quattro. Immediata la reazione dei Carabinieri della Compagnia di Venafro, che starebbero già vagliando le immagini riprese dalle telecamere. Non è da escludere che i malviventi pos-

Parte il corso di tombolo A promuovere le attività il centro turistico Acli di Isernia ISERNIA. Il Centro Turistico Acli di Isernia lancia le prossime attività di carattere culturale fissate nei mesi di ottobre e novembre prossimi. A ottobre si terrà “Dimmi come parli e ti dirò chi sei”. Ogni mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 16.00 presso la sede del Centro Turistico Acli di Piazza Celestino V a Isernia è in programma un corso di articolazione e dizione italiana. La prima si occupa essenzialmente della ‘chiarezza’ nella pronuncia delle parole, la seconda della ‘correttezza’ di questa pronuncia. In cinque appuntamenti (mercoledì 1, 8, 15, 22 e 29 ottobre 2014) saranno spiegate le regole basilari del parlare correttamente l’Italiano. “Il parlare è un’arte, – ha dichiarato il presidente del Cta Barbara Avicolli – saper parlare correttamente aiuta in ogni ambito della quotidianità di ciascuno di noi. A volte trascuriamo quest’aspetto e non consideriamo che, con la semplice applicazione di poche regole di articolazione e dizione, potremmo ottenere un risultato di maggiore efficacia e impatto su quanti ci ascoltano. Il corso è, infatti, aperto a tutti. A partire dall’età di 10 anni, chiunque può parteciparvi. Consigliamo, infatti, ai geni-

tori di frequentare il corso assieme ai figli, per attivare in famiglia la pratica del parlare correttamente”. Il corso di tombolo, invece, si terrà nel mese di novembre. Sempre previsto il mercoledì alle ore 15.00 in p.zza Celestino V, n.33, il percorso formativo include l’apprendimento delle seguenti lavorazioni: la trina di base, la legatura, la coppia esterna, la mezza coppia, l’abb’rrite e il fiore. “La remota origine e la delicata lavorazione delle trine a tombolo – ha spiegato ancora il presidente del Cta – sono i fattori essenziali che contribuiscono a far conoscere e stimare ancora oggi questa preziosa arte. Per diversi anni il tombolo è stato anche parte del percorso didattico degli allievi dell’istituto artistico della città. Oggi, però, soltanto poche donne isernine sono in grado di lavorarlo. Ecco perché diviene necessario mettere in campo iniziative che promuovano la pregiata lavorazione. Il Cta, sempre attivo nell’ambito della valorizzazione delle attività produttive locali e tipiche, consapevole del potenziale di quest’arte, organizza un percorso formativo nel quale la tradizionale lavorazione al tombolo possa essere insegnata e divulgata”.

sano essere assicurati alla giustizia in tempi brevi. Ingenti i danni cagionati alla sede della Banca Toscana, che non è nelle condizioni di fornire alcun servizio alla clientela. “Chi ha necessità di effettuare operazioni fanno sapere dall’Istituto di credito, può rivolgersi alla filiale di Isernia del Monte dei Paschi di Siena”.

VENAFRO. In due, ben vestiti e dai modi cordiali, stavano cercando di raggirare un anziano di Venafro con la solita tecnica: “Siamo amici di vostro figlio. Ci ha mandati lui perché ci deve dei soldi…”. Questa volta, però, ai due truffatori è andata male, perché alcuni passanti, insospettiti dall’insolita scena, si sono fatti avanti con aria decisa. Temendo il peggio, gli imbroglioni hanno acceso il motore della loro vettura e si sono dati alla fuga per le vie del centro storico. Scampati al linciaggio, i truffatori dovranno ora fare i conti con i Carabinieri della Compagnia di Venafro, ai quali è stato segnalata la loro descrizione, il tipo di vettura ed anche la targa. I Militari sarebbero già sulle tracce dei malviventi. Potrebbe trattarsi degli stessi truffatori che negli ultimi tempi hanno raggirato altri anziani della città.

Si aprono gli archivi A Capracotta mostra dei documenti originali conservati al Banco di Napoli CAPRACOTTA. Ancora un evento di natura culturale, nell’ambito dei festeggiamenti del centenario dello Sci Club di Capracotta, il Comitato “Capracotta 2014”, lo Sci Club ed il Comune di Capracotta, con la preziosa collaborazione della Fondazione del Banco di Napoli, hanno organizzato una esposizione di documentazione storica bancaria riprodotta su carta antichizzata, i cui originali sono custoditi nell’archivio Storico del Banco di Napoli – Fondazione. I documenti che saranno esposti riguarderanno i Comuni di Agnone, Boiano, Campomarino, Casacalenda, Isernia, Larino, Morrone, Ururi e Venafro. Inoltre sarà esposto materiale sul “Riscatto schiavi molisani” e sull’acquisto del feudo di Capracotta 1617 – 1674. Altra documentazione riguarderà uomini illustri: Giuseppe Maria Galanti,

economista, storico, politico (Santa Croce del Sannio 1743 – Napoli 1806) Cosimo De Horatiis, medico, scienziato e letterato (Caccavone, odierna Poggio Sannita 1771 – Napoli 1850) Giuseppe Zurlo, Ministro dell’Interno (Baranello 1759 – Napoli 1828) L’esposizione sarà allestita nella sala museo della “Civiltà Contadina, Arti e Mestieri”, nel Palazzo Baronale di Capracotta,

in Piazza Falconi, sarà inaugurata venerdì 5 settembre 2014, alle ore 16,30 e resterà aperta fino al 9 settembre 2014. Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti il Prof. Daniele Marrama, Presidente della Fondazione Banco di Napoli, il Direttore dell’Archivio Storico Dr. Eduardo Nappi, il Direttore della Fondazione Dr. Aldo Pace ed alcuni componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione.


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Termoli

5 settembre 2014

“Assessore, le bugie hanno gambe corte” Il consigliere Di Brino replica sulla questione asilo di Via Montecarlo a Chimisso TERMOLI. Non c’è dubbio, la questione dell’asilo di via Montecarlo è proprio la polemica del mese, non della settimana. Dopo la replica del vice sindaco con delega agli Affari sociali e all’Istruzione, Maria Chimisso (peraltro lei stessa capo d’istituto) l’ex sindaco Basso Antonio Di Brino, chiamato in causa come precursore del ridimensionamento dell’offerta scolastica in quella struttura ha voluto fare chiarezza dal suo punto di vista. “Non vorrei possa passare come una questione personale con la professoressa Maria Chimisso, ma sento il dovere di fare alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni dell’assessore alle politiche scolastiche, nonché vicesindaco, pubblicate alcuni giorni fa sulla vicenda della soppressione delle sezioni alla scuola Madonna delle Grazie di via Montecarlo. Negli articoli di stampa l’assessore ritenendo che fosse ora di fare chiarezza, dichiarava: ‘la decisione di istituire una sola sezione di piccoli presso la scuola di Via Montecarlo, unanimemente assunta dalla Giunta Comunale, non è nuova.

Il Basso Molise su Dove Reportage del mensile d'informazione turistica sull'area regionale TERMOLI. Il mensile d’informazione turistica del Corriere della Sera, nel numero di settembre, tra i tanti servizi belli e interessanti che ha pubblicato, ci offre un ampio reportage correlato di tante foto sul Molise relativo alle camminate sui tratturi. L’articolista spiega nel pezzo, con dovizia di particolari, i percorsi e gli itinerari con relative tradizioni culturali e culinarie della nostra regione, con risvolti particolari rivolti al Bassomolise. L’Autore dell’articolo, inoltre, descrive quasi come stesse scrivendo una poesia quello che lui “ha toccato con mano” stando qualche giorno nella nostra Regione per realizzare l’approfondimento.

Il corposo e dettagliato servizio, inoltre, restituisce alla nostra regione i meriti che molti altri un po’ troppo superficialmente tolgono con i soliti luoghi comuni; ecco, leggendo le pagine del mensile, si può intuire quanto questa nostra piccolissima regione possa nascondere dei tesori inestimabili che altri sicuramente c’invidiamo. L’unica pecca che abbiano è che noi il nostro prodotto pur bello non sappiamo venderlo affatto, mentre altri sì e molto; per accorgerci del tesoro che abbiamo in mano dobbiamo aspettare che altri, come questo giornalista del mensile “Dove”, ce lo venga a raccontare in diretta.

Già nel 2012 la Giunta Di Brino aveva previsto per l’anno educativo 2012/2013 una sola sezione di piccoli e aveva individuato i criteri di ammissione’. Purtroppo, per l’assessore, dalla lettura del dispositivo della delibera numero 73 del 12-03-2012 approvata dalla mia Giunta ed avente ad oggetto: Scuola d’infanzia comunale Madonna delle Grazie – via Montecarlo anno scolastico 2012/2013 – Provvedimenti – , risulta quanto segue: ‘DELIBERA Di istituire per l’anno scolastico 2012/2013 n. 2 sezioni piccoli per la scuola dell’Infanzia Comunale; Di ammettere per l’anno scolastico 2012/2013 tutti coloro che hanno fatto richiesta entro il 20 febbraio 2012 ed accogliere, ulteriori domande, fino al numero massimo di posti disponibili. Da quanto riportato si evince senza ombra di dubbio che l’assessore non abbia detto il vero, o meglio abbia dichiarato il falso; peccato però che le bugie abbiano le gambe corte e diventino ancor più sgradevoli se raccontate da rappresentanti politici ed istituzionali”.

Consorzio, all’asta i terreni I piani di dismissione e valorizzazione per recuperare fondi TERMOLI. I piani di dismissione e valorizzazione dei patrimoni immobiliari dei vari enti non sono obiettivi di pertinenza solo della pubblica amministrazione, ma anche di quei soggetti come i consorzi di Bonifica, che per competenza debbono provvedere alla gestione dei bacini, all’erogazione dell’acqua irrigua e alla manutenzione delle strade consortili. La carenza di risorse, specie con la crisi decennale dell’agricoltura, ha ridotto sensibilmente anche le entrate, con le quote da parte degli associati ad assottigliarsi e sempre meno finanziamenti da parte dello stato per opere di carattere infrastrutturale. Da qui la decisione del consorzio di Bonifica Trigno e Biferno di Termoli di cedere una delle proprietà, con cui finanziarie evidentemente le attività dell’ente di via Cairoli e

magari anche rimpinguare le casse per far fronte alle spese di funzionamento. Il presidente Giorgio Manes ha così fatto preparare un bando ad hoc e la cosa che attira la nostra curiosità è che l’immobile in questione si trovi fuori regione, a San Salvo. Evidentemente si tratta di eredità del passato, quando la competenza territoriale probabilmente andava oltre quelli che sono

gli attuali confini. Un lotto da 4 particelle e 13.660 metri quadrati, per un valore commerciale stimato in 890mila euro, dunque un importo considerevole. L’offerta scadrà al 30 settembre prossimo a mezzogiorno e l’asta pubblica avrà luogo il primo ottobre. Chiunque vorrà prendervi parte dovrà versare una cauzione pari al 10% della somma a baste d’asta, cioè 89mila euro.


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Termoli

5 settembre 2014

“Renzi distrugge il Molise” Seminario domani a Termoli per discutere su di una serie di questioni TERMOLI. Il recente decreto Renzi denominato ”Sblocca Italia” si presenta come il colpo mortale al territorio, alla tutela della salute ed alla lotta all’inquinamento. In nome del debito e dei vincoli europei Renzi svende il nostro territorio ai corrotti, alle banche, alle multinazionali ed alla criminalità organizzata, immolandolo all “crescita” infinita che tutti i migliori economisti hanno ormai sconfessato, a danno della vita e del futuro dei giovani. Addio bene comune “mare pulito” molisano! Si introduce la libertà di prospezione e di ricerca di idrocarburi, con buona pace della subsidenza che, nel caso di estrazioni “sperimentali” in mezzo al mare, deve essere accertata a posteriori : se si verifica una subsidenza, ci si deve fermare ; se non emerge un fenomeno del genere, i programmi sperimentali, della durata di 5 anni, possono essere prolungati di altri 5. Addio lotta all’eolico selvaggio: semplificazioni in materia di paesaggi tutelati (art.18 e 19): con la scusa della piccola dimensione gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili non sono più soggetti alla autorizzazione paesaggistica. Si tratta di una norma incostituzionale, atteso che, come è noto, la tutela del paesaggio prevale su ogni altro interesse, ancorché economico: distruggere un paesaggio tutelato è facile, basta davvero poco e il nostro Bel Paese ha subito fin troppe manomissioni senza che ad esse si debbano aggiungere quelle facilitate da Renzi (che del resto detesta le Soprintendenze). Ritorna in grande spolvero il silenzio assenso, fonte di ogni possi-

bile corruttela, molto apprezzato dai mascalzoni di ogni risma che non rischiano nulla, non dovendo firmare nessun atto amministrativo, dato che è sufficiente fare passare un po’ di tempo e ogni intervento viene automaticamente autorizzato con il semplice espediente di porre la richiesta in fondo alla pila di quelle depositate. Addio lotta all’interramento di rifiuti nocivi e pericolosi! Desta enorme preoccupazione l’articolo riguardante le terre e rocce di scavo (art.12) . Viene consentito di celare nelle terre provenienti da scavi ogni tipo di velenoso inquinante. Il fatto che il riutilizzo di terre e rocce di scavo in interventi infrastrutturali anche lontani consenta di non considerarle più rifiuto

desta ogni tipo di preoccupazione : nessuno avrà più il diritto di controllare un materiale che non è più rifiuto, nessuno dovrà più tracciarlo e potrà essere portato ovunque. Le conseguenze sono facilmente immaginabili. I Casalesi ringraziano sentitamente. Addio alla tutela dell’aria e alla raccolta e riciclaggio di rifiuti! Forza con gli inceneritori (art.15). I sindaci impegnati a ridurre i rifiuti nel loro territorio e conseguentemente, se dotati di inceneritore, intenzionati a ridurre progressivamente le quantità da incenerire vedono le loro politiche andare in fumo : il governo farà un suo piano nazionale e definirà gli inceneritori esistenti ( e quelli previsti ) strategici; quindi dovranno funzionare a

pieno regime, mandando in soffitta ogni proposito di azione virtuosa. Ai cittadini che si impegnano a fare riciclo e raccolta differenziata viene dimostrato che i loro sforzi sono vani, i loro polmoni continueranno ad essere inquinati per i rifiuti che vengono da fuori, distruggendo in un sol colpo il principio della autosufficienza territoriale alla base di ogni pianificazione in materia di rifiuti. Questa breve analisi puntuale delle norme del famigerato decreto, la cui approvazione – se dovesse avvenire – darebbe un colpo mortale all’integrità fisica, all’identità culturale, alla vivibilità e alla bellezza dell’Italia, ci porta a dire che più che di “Sblocca Italia” dovremmo parlare di “Svendi Italia”.

Ci chiediamo ancora una volta come potrà essere firmato dal Capo dello Stato un decreto del genere, del tutto privo dei necessari requisiti di necessità ed urgenza e contenente materie del tutto disomogenee. Ormai è prassi: questo Governo opera solo attraverso decreti legge che hanno carattere ordinamentale, sottrae materie di competenza parlamentare alla discussione e approva ogni provvedimento facendo ricorso alla fiducia, introducendo così di fatto la più grave riforma costituzionale, trasformando le camere in semplici ratificatrici delle decisioni dell’esecutivo. In più, come se non bastasse, introduce norme in contrasto con la Costituzione. Dopo aver chiuso gli ospedali, scuole, i tribunali, Corte d’Appello, inquinato il territorio, abbandonata ogni politica di valorizzazione turistica basata sul bellezze del mare, dei fiumi, delle colline e delle montagne con conseguente valorizzazione dei borghi e delle comunità in via di estinzione, l’Italia sarà colonizzata dalle potenze senza scrupoli e vedrà la morte definitiva di ogni barlume di democrazia degli Enti Locali. Il territorio, bene comune per eccellenza, memoria della storia, della tradizione e dell’identità di coloro che lo hanno plasmato e reso valore, sarà sottratto a chi vuole farlo vivere per le future generazioni. Ma questo Renzi l’aveva detto? E Frattura? E Sbrocca? Noi da che parte stiamo? Anche di questo parleremo a Termoli, al seminario del debito che si terrà sabato 6 settembre dalle 15,00 alle 17,00 nella sala convegni del Sacro Cuore in via Argentina

Via Biferno di nome e di fatto Furti al Palazzetto dello sport Ogni volta che piove la strada si allaga. "Il Comune ci ignora"

A Campomarino proseguono le azioni di ignoti malviventi

TERMOLI. Una nostra lettrice ci porta a conoscenza del fatto che in Via Biferno e vie adiacenti, zona San Pietro, basta uno scroscio di acqua e le strade suddette diventano fiumi di acqua che portano sulla carreggiata, insieme alla stessa acqua piovana, di tutto di più tra pietre, terra e detriti vari che vengono direttamente dalla stradine laterali sprovviste di asfalto. Una situazione incresciosa e non da città vivibile. Per non parlare dello stato del manto stradale, che non è esclusiva solo di

CAMPOMARINO. Al palazzetto dello sport di Campomarino si interessano forse più i malviventi delle associazioni sportive. Battute a parte, ancora una incursione ladresca da parte di malviventi stavolta interessati a mettere le mani sulle componenti in rame e sui cavi elettrici dell’impianto che

via Biferno, davvero precario, ma di diverse arterie cittadine sarebbe bene che siano presi provvedimenti; alcune di queste strade, infatti, come anche abbiamo visto in via Biferno hanno dei punti dove il manto è sollevato per via delle radici degli alberi che, non avendo vie di sfogo, “escono all’aperto” con tutte le conseguenze del caso. Noi le segnaliamo grazie anche a voi lettori che ci date delle indicazioni poi, se qualcuno vorrà potrà agire di conseguenza, non potrà che farci piacere.

sorge in paese. Il furto dell’oro rosso è stato denunciato alla stazione carabinieri, che sta indagando. Secondo indiscrezioni il bottino dovrebbe essere stato ingente, coi malintenzionati capaci di intrufolarsi all’interno del palasport distante qualche centinaio di metri dal municipio e razziare il mate-

riale elettrico, sempre più ricercato. Secondo alcune indiscrezioni, sembra che i ladri abbiano tagliato la rete di recinzione, ancora non si sa la stima del danno ma tra quello che hanno distrutto 1015 giorni fa con un atto vandalico e quello ultimo il bilancio è davvero nefasto.



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Opinioni

5 settembre 2014

Il messaggio per la Giornata del Creato Il messaggio per la IX giornata del Creato dal tema “Educare alla custodia del creato,per la salute dei nostri paesi e delle nostre città” nasce dalla redazione delle due Commissioni Episcopali della CEI: quella per il Lavoro, Giustizia, Pace e Creato, guidata dall’arcivescovo di Campobasso –Bojano S.E. mons. GianCarlo Bregantini e quella per l’Ecumenismo e il Dialogo, guidata da S.E. mons. Mansueto Bianchi. In Molise la giornata sarà Celebrata sabato 13 Settembre in unione con la Giornata Mondiale per il Turismo. Citando nell’incipit Osea, i vescovi italiani intendono richiamare l’attenzione su un problema grave e gravoso per l’umanità. La nostra terra non ha armonia, vessata e distrutta dai consumismi imperanti che ne hanno distrutto il delicato e osmotico equilibrio. Il cerchio della vita è spezzato e il giardino affidato da Dio all’uomo, affinché ne fosse custode responsabile è devastato dagli egoismi umani. Il messaggio per la nona giornata per la custodia del creato che si celebra il 1° settembre recepisce le esortazioni di papa Francesco e le estende a tutti i cristiani. Il giardino è stato violato da un degrado esterno che “manifesta la corruzione interiore e dei valori fondativi della vita”. A voler significare che la corsa sfrenata verso la bellezza e il benessere ci hanno fatto dimenticare il senso dell’armonia e della misura, della cultura e della sapienza antica ,

dirottando tutti gli interessi dell’essere umano verso un appagamento solo epidermico e superficiale dei propri piaceri bestiali. Eppure religioni e filosofie, da sempre, hanno ammonito il genere umano invitandolo ed esortandolo a perseguire vie di perfezione interiore, in cui la parola comunità sostituisse il termine egoismo. I vescovi denunciano apertamente la sete del profitto che spinge l’uomo ad azioni di violenza contro il territorio in cui abitiamo. I nuovi messaggeri di morti, astuti e subdoli mafiosi, agiscono su terreni dell’ecomafia che fanno, almeno in apparenza, poco rumore, ma che di certo condannano a morte migliaia di persone. Ecco allora il richiamo al senso di responsabilità che deve penetrare nel cittadino, giungendo a formare, soprattutto nelle nuove generazioni, “una adeguata coscienza della gravità del problema”. In questa estate, ribadiscono i presuli, anche se storditi dai frastuoni di discoteche o di luoghi di divertimento, abbiamo assistito, inermi, a manifestazioni spaventosi di questo disastro ecosistemico: bombe d’acqua, escursioni termiche spaventose, interi territori messi in ginocchio. Pur prestando i primi soccorsi, la comunità nazionale ed internazionale non si interroga debitamente sulle cause di tali fenomeni, di sicuro ascrivibili ed imputabili ad un comportamento inquinante da parte della razza umana, l’unica sul pianeta terra che in una manciata di anni, sta

riuscendo a distruggere un’opera creativa di milioni di anni. Ecco dunque l’esortazione alla fondazione di una ” vera cultura preventiva”, che potrebbe almeno iniziare, anche se con grave ritardo, a proporre elementi di discussione critica su questa violazione abnorme del giardino di Dio. Anche se cresce la coscienza ecologica, ammettono i vescovi, bisogna scegliere tra una industrializzazione selvaggia e la garanzia di un ambiente sostenibile, in un dissidio che coinvolge i potenti della terra. I vescovi esortano la chiesa locale ad un impegno concreto verso questi tre impegni: “la coscienza di un impegno culturale; la denuncia davanti ai disastri; la rete di speranza nel futuro.” L’educazione ad

Il premio Fasolino Al terzo anno la manifestazione letteraria con il concorso giornalistico sportivo CAMPOBASSO – Per il terzo anno consecutivo si rinnova l’appuntamento con il concorso giornalistico sportivo denominato “Premio Pietro Fasolino”. I principi fondanti dell’iniziativa rimangono sempre gli stessi, promuovere e diffondere la cultura sportiva intesa a 360 gradi e l’approfondimento verso tutte quelle discipline sportive che non sempre riescono a trovare il giusto e meritato spazio sugli organi d’informazione locali, ma tante sono le novità previste per l’edizione targata 2014. “Se siamo arrivati alla terza edizione il merito è soprattutto di coloro che hanno sposato in pieno la mia idea e di chi, anno dopo anno, mi ha dato consigli utili affinché il Premio Fasolino potesse crescere e migliorare. E’ d’obbligo da parte mia ringraziare di cuore tutti gli Enti patrocinanti che per il terzo anno consecutivo hanno voluto legare il proprio nome a quella che a tutti gli effetti è un’iniziativa culturale/sportiva. Un grazie anche a tutti i colleghi Direttori Responsabili di testate giornalistiche che hanno rinnovato la loro partnership con il concorso per ospitare in una visita formativa i vincitori delle cinque categorie in gara presso le loro redazioni. Non posso che essere grato ai due sponsor di questa edizione che contribuiranno a donare ai partecipanti e ai migliori di ogni categoria un piccolo ma significativo premio. Rinnovata stima e rispetto anche nei confronti di tutti i membri della Giuria tecnica che hanno confermato con entusiasmo anche per quest’anno la loro adesione all’iniziativa. Da tre anni la Giuria è sempre la medesima, questo è anche un segno di forza dell’iniziativa! L’idea nata tre anni fa era quella di creare qualcosa che potesse diventare patrimonio di tutti gli sportivi della Regione Molise che non sono legati esclusivamente al calcio e al calcio a 5. Ebbene le premesse sono state mantenute e grazie al supporto e all’apporto di diverse persone il Premio Fasolino si sta guadagnando, pian piano, un posto di tutto rispetto. Di questo non posso che esserne fiero. Le novità di quest’anno sono il frutto di quei tanti consigli che ho ricevuto in questi tre anni che hanno permesso al Premio Fasolino di poter aggiungere in ogni edizione qualcosa di diverso e di significativo. Ma partiamo con ordine: l’iscrizione e gli articoli dovranno essere spediti esclusivamente via email entro il 31 gennaio 2015 all’indirizzo venditti.stefano@hotmail.it; a tutti i partecipanti, non solo ai vincitori, sarà data l’opportunità di prendere parte ad uno o più allenamenti presso diverse società sportive della Regione Molise con le quali è stato instaurato un protocollo d’intesa. Lo scopo è quello di far conoscere tutti gli sport praticati sul territorio molisano. A questo proposito non posso che ringraziare anche tutti i presidenti di società e di federazioni che hanno accolto di buon grado il mio invito. Inoltre tutti i partecipanti potranno prendere parte ad un corso teorico sui principi fondamentali della navigazione e sulle tecniche basilari del windsurf. Il corso sarà gratuito. Data e sede del corso saranno concordate durante la premiazione; saranno consegnati due premi speciali, due menzioni speciali a due esponenti illustri dello sport molisano e della molisanità in Italia e nel Mondo. L’idea di assegnare queste due menzioni speciali è nata dal fatto che alcuni degli sportivi più illustri e più famosi, tutt’ora in attività, non solo sul territorio italiano ma anche e soprattutto in Europa e nel Mondo sono del tutto sconosciuti ai più in Molise. Ebbene nel solco dei principi fondanti del concorso si è deciso a partire da quest’anno di assegnare queste menzioni d’onore, per così dire. Mi auguro che anche quest’anno la partecipazione sia numerose come nelle passate edizioni – ha dichiarato l’organizzatore il giornalista campobassano Stefano Venditti –“.

essere custodi del creato passa attraverso una “conversione ecologica” che, deve condurre ad apprezzare la vera bellezza e lo stupore dinanzi alle sue meraviglie. E’ la sfida nei confronti di una società epidermica ed anestetizzata che non confida e non si affida ai veri valori ma che è diventata sempre più vittima di stereotipi dettati dagli organismi di controllo sociale e mediatico: Internet e i nuovi media. Contro una economia dello sfruttamento è il tempo di costruire una capacità lavorativa che non violi e sfrutti la terra ma che ne valorizzi le potenzialità: chiaro è il riferimento alla rete che si deve creare tra il rispetto dell’ambiente, l’agricoltura, il turismo e il benessere sociale. Il monito è all’unità che oggi è

sinergia, capacità di fare rete. Il male, si legge tra le righe del messaggio, si serve della divisione per colpire e ferire a morte i figli di Dio e il luogo creato per loro dal Dio dell’Amore. Avere il coraggio di prendere posizione, di denunciare il male provocato da chi senza coscienza ed egoisticamente tende a violare l’armonia del creato. La coscienza del cristiano impone un nuovo e sempre più fervente impegno nel sociale, avendo il coraggio di essere “sentinella” in ogni momento, segnalando le piccole grandi violazioni a cui sottoponiamo l’ambiente. Insomma i vescovi esortano a far leva sulla responsabilità sociale della persona umana che deve essere “rete”. Sintomatico è l’invito a cambiare stile di vita, cambiamento testimoniato costantemente dall’operato di Francesco che riafferma con forza la dignità di un cristianesimo vissuto nell’impegno. I vescovi concludono il messaggio affidandolo ai giovani, sentinelle vigili ed efficaci. Esortazioni di scottante attualità: fondare la propria vita sulla semplicità, ritornando alla sobrietà dei nostri anziani significa ripensare ad un futuro che, proiettato verso nuovi spazi, custodisca e conservi il creato. Un messaggio importante da diffondere e discutere, prima che sia troppo tardi, per avere il coraggio di iniziare un cammino di conversione verso la vera bellezza che è armonia tra gli uomini nel giardino creato dal Padre.

“Dieta Mediterranea e sport: quando la crisi economica minaccia uno stile di vita” Se ne è parlato nel corso di un convegno sullo sport. A moderare il seminario il professor Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed. “Studiare gli stili di vita ed in questo caso la Dieta mediterranea – ha spiegato de Gaetano – presuppone un approccio multidisciplinare. L’attuale sistema sanitario nazionale è impostato sulla malattia, impiegando solo il 4% delle risorse in prevenzione, ma non sul mantenimento dello stato di salute. Il nostro programma di ricerca, Moli-sani, è pensato per potenziare la salute e prevenire le ricerche. Bisogna coinvolgere – ha poi detto de Gaetano – l’individuo nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano e nella prevenzione delle malattie; per questo è bene conoscere i fattori di rischio e le migliori pratiche per preservare il nostro organismo dalle malattie. Ed è proprio per questo – ha concluso de Gaetano - che vogliamo discutere di questi temi con dei ragazzi che domani saranno i gestori della nostra società; proprio perché la salute non è un problema del Ministero dedicato bensì di coloro che si occuperanno di gestire la società”. L’essenzialità di predisporre un costante monitoraggio delle condizioni socio economiche di un Paese al fine di realizzare adeguati programmi di salute è stato sottolineato dalla sottoressa Licia Iacoviello, Capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale dell’IRCCS Neuromed, che ha illustrato la relazione di dipendenza tra l’alimentazione, l’attività fisica e la salute tramite i risultati prodotti dallo studio Moli-sani. “I determinanti socio economici sono considerati indici di progresso di un paese – ha detto Iacoviello che ha poi illustrato i fattori di rischio e di protezione per la salute e l’importanza della Dieta mediterranea diventata patrimonio immateriale dell’umanità. I fattori di protezione quali l’attività fisica e la Dieta mediterranea – ha spiegato Iacoviello - incidono non solo sulla salute ma anche sulla spesa sanitaria di una nazione in quanto riducono il rischio di ammalarsi e di

morte; purtroppo solo il 30% della popolazione segue un livello minimo di attività fisica che non è sufficiente a garantire il mantenimento dello stato di salute. Se poi all’attività fisica, moderata o intensa, aggiungiamo la giusta alimentazione possiamo davvero prevenire l’insorgenza di numerose malattie cardiovascolari, oncologiche. La Dieta mediterranea – ha continuato Iacoviello risulta essere la migliore con le sue cinque porzioni di frutta e verdura a giorno, il consumo di pesce e la riduzione di grassi e carne”. Purtroppo però la crisi economica, che ha allontanato i cittadini dai cibi freschi e sani verso i cibi supercalorici perché meno costosi, ha condizionato fortemente le abitudini alimentari e di vita. La dottoressa Marialaura Bonaccio, ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale, ha illustrato il rapporto costo-benefici dell’adesione alla Dieta mediterranea. “La salute si muove oggi per fasce di reddito – ha detto Bonaccio – in questo contesto le abitudini di vita risultano essere migliori nelle fasce alte della società vale a dire nei ceti più agiati economicamente. Questo è il profondo divario che ha tracciato la crisi economica a causa della quale oggi il costo del cibo fresco, della frutta, della verdura e delle sane abitudini di vita hanno lasciato il posto a quelle più economiche e meno salutari. Nonostante la Dieta mediterranea sia nata dalle fasce più povere della società, ed in particolare dal Sud Italia, oggi viene seguita prevalentemente dalla fasce più ricche indipendentemente dal grado di istruzione. Dai dati raccolti - ha continuato Bonaccio – si evince che nel 2005 solo 34% della popolazione seguiva una dieta alimentare equilibrata per arrivare nel 2007 ad un picco negativo del 19%. Questo porta non solo ad avere una popolazione più a rischio ma anche a costi sanitari sempre più alti per il Paese. Oggi il livello di ricchezza influisce sull’alimentazione e, lo abbiamo visto anche in Molise, l’aumento della povertà può produrre seri rischi per la salute”.



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