9 ottobre 2013

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ANNO IX - N° 104 - MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Direttore Editoriale: Tommaso Di Domenico Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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di Nunzia Lattanzio* La storia racconta che nell’antica Grecia convivevano sia l’esaltazione dell’integrità etica dell’uomo, sia la difesa della naturalità del ‘vizio’ e dell’imperfezione dell’animo umano. Lo stesso Socrate, per bocca di Platone, ammetteva l’impossibilità di governare senza creare scontento nella popolazione e l’evenienza che, se troppe volte si tenta d’impedire che venga infranta la legge, è probabile che si resti soli. Pertanto, secondo lo stesso Socrate, il politico retto, che mira a riflettere le leggi, alla fine non può che incontrare rovine. Nel Molise, al Consigliere regionale è negato l’accesso agli atti, si strappano o si respingono lettere, si cerca di esautorare le funzioni e di controllare le sue azioni: la porta aperta o chiusa della stanza dell’eletto, il lavoro che svolge, il saluto che dona o nega e, finanche, per logica conseguenza, se questi respira e quanto respira. Sì, accade tutto ciò nelle stanze del potere quando si registrano fenomeni inspiegabili ed unici in Italia e

Sarà ‘Kratosmania’? forse nel mondo, a danno di una Terra buona e generosa che non merita tutto questo. L’attuale cumulo delle cariche in capo al consigliere Vincenzo Niro, che riveste contestualmente quella di capogruppo e quella di Presidente del Consiglio regionale, determina una sovrapposizione di ruoli che ingenera non pochi imbarazzi e che comunque appare inopportuno proprio alla luce delle specifiche funzioni di garanzia, terzietà ed imparzialità del Presidente dell’Assemblea che in tal modo ne risultano in re ipsa compromesse. Invero, appaiono altrettanto compromesse le prerogative statutariamente fissate dall’art. 15 nella parte in cui proprio l’Ufficio di presidenza dovrebbe garantire l’esercizio dei diritti dei consiglieri. Il gruppo Udeur Popolari che vanta due compo-

L’ango lo della tartaru ga Comitati di cittadini sempre più arrabbiati contro la casta molisana siriuniscono periodicamente presso la sede di via Genova per esercitarsi nellosport del lancio di frutta e ortaggi contro i poveri politici. Lagiustificazione? Ritengono eccessivi gli stipendi di oltre 10.000 euro al mese,più indennità e benefici vari, più il rimborso spese (compreso night efrigoriferi privati) e soprattutto più 2450 euro assegnati per i portaborse.Legittima, allora, l’indignazione di qualche politico contestato, che sidifende dicendo:“L’indennità è quanto mai giustificata, senza i portaborse chiraccoglierebbe gli ortaggi lanciati per trasformarli in minestrone? Questa èsana economia… e noi la difendiamo”

nenti interne è stato sino ad oggi gestito da una ‘individualità’ che procede in perfetta solitudine escludendo l’altra da qualsivoglia forma di coinvolgimento nella programmazione delle attività del gruppo stesso, nonché dalla pianificazione e dalla gestione delle risorse finanziarie ad esso spettanti; trattasi di importi oltretutto considerevoli, quantificabili dall’insediamento alla data odierna all’incirca in euro 80mila - rispetto ai quali l’altra (la componente esclusa) ha già per iscritto declinato ogni forma di responsabilità. Tali fatti, lungi dal rappresentare doglianze rilevanti sotto il profilo privatistico, assumono rilevanza sotto il profilo dell’inerenza con l’interesse pubblico e con la corretta gestione dei fondi dei gruppi consiliari. Vincenzo Niro, svolgendo contestualmente il ruolo di Pre-

L'Oscar del giorno lo asse- L’Oscar del giorno gniamo a Paolo Frattura. Lui, il governatore neo tesserato a Frattura del Pd, sta con Renzi ma non i con i renziani. Una posizione chiara, limpida. Da perfetto democristiano capace di far storcere il muso a Ruta e di far innervosire la Fanelli. Ruta, nella lettura della nota di don Paolino salta il primo rigo. Quel “Io sto con Renzi” non l’ha digerito. Allora avrà sorriso la renziana Micaela Fanelli che punta alla dirigenza del partito in Molise? Macché. Come fa una renziana a gradire l’appoggio a Renzi ma non a se stessa in quota Renzi? Come sono fortunati a sinistra. La libertà di pensiero e di azione permette ad uno stesso soggetto di essere anche l’alternativo di se stesso.

sidente del Consiglio regionale si pone, di fatto, nella impossibilità di espletare funzioni ed attività istituzionali riconducibili a quelle del gruppo stesso che registra, per sue esclusive determinazioni, un numero nutrito di collaboratori (circa 15) distribuiti in tre o quattro sedi periferiche. Cosa dire allora, sarà ‘kratosmanìa’, dispotismo, superficialità o altro? Comunque denominata, la questione risulta essere delicata, tanto delicata da far presupporre l’avvio di idonee iniziative utili a ripristinare la legalità violata, anche al fine di restituire decoro istituzionale e politico all’Assemblea regionale gravemente messe in discussione da comportamenti inaccettabili ed in ogni caso inidonei a garantire terzietà ed imparzialità, qualità che impongono ad ogni rappresentante istituzionale di essere tale nella sostanza ma anche nell’apparenza. In alternativa, se le leggi resteranno inosservate, non potranno che incontrarsi rovine, e l’amministratore retto guarderà lontano, in solitudine. *Consigliere regionale

Il Tapiro del giorno lo Il Tapiro del giorno diamo a Vittorino Facciolla. Tra gli agricoltori a Facciolla manifesta, ormai, la delusione che si riscontra per gli scarsi risultati fin qui raggiunti dall'assessore all'Agricoltura. Tanto che molti già rimpiangono il precedente titolare della delega. Almeno, dicono, qualcosina pure si muoveva. Ora, invece, il settore dell'agricoltura sta conoscendo l'assenza di qualsiasi reale programmazione in attesa di non si sa di quali tempi. Eppure il momento dovrebbe essere propizio per l'avvio di una nuova politica per il settore punto trainante della nostra economia.


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Ciò che doveva essere e non è stato Perché è fallita l’Azione 4.3.2.a del Por Molise destinata all’attivazione degli interventi mirati a trasformare la realtà produttiva del territorio in un Sistema d’imprese?

Alcuni anni fa, non molti, il Molise è stato destinatario della 1° Conferenza regionale sulle azioni a sostegno dello sviluppo e della competitività dei sistemi produttivi locali, promossa dall’Istituto per la Promozione Industriale (Ipi) e la Regione. Il cui scopo era come meglio utilizzare le risorse dell’Azione 4.3.2.a del Por Molise (di cui l’Ipi era soggetto attuatore) destinate all’attivazione degli interventi mirati a trasformare la realtà produttiva del territorio in un Sistema d’imprese; nonché all’adozione di politiche di aggregazione tra le imprese e la messa in rete delle potenzialità di ciascuna mediante la costituzione e l’utilizzo di centri di ser-

vizi comuni, al fine di realizzare programmi innovativi, realizzare intese collettive con importatori ed esportatori, e la messa a punto di strategie commerciali e/o produttive di filiera. Tiriamo fuori quell’incontro e i partecipanti, per ribadire la miriade di occasioni perdute e lo strame prodotto all’economia e al futuro del Molise. Nella Conferenza erano in ballo finanziamenti europei e i convenuti a quell’incontro dovevano unicamente accordarsi per spenderli. Probabilmente sono stati spesi; ma come altre decine di finanziamenti europei, non sono note le cifre e, soprattutto, non sono noti i destinatari. Noi insistiamo sul punto, in quanto, fatto un conto

grossolano, sono evaporati centinaia di milioni di euro, il Molise è sull’orlo della bancarotta e molti di quei protagonisti di cui diciamo sono ancora sulla breccia, ignari di tutto. A quella Conferenza regionale presero parte il rettore dell’Università Giovanni Cannata (padrone di casa, in quanto la conferenza s’è svolta presso l’università); il presidente della Giunta regionale del tempo, Angelo Michele Iorio, incaricato di illustrare i Por, i Pit e l’articolo 15 del decreto Berlusconi, nonché la destinazione delle risorse per la ripresa produttiva e lo sviluppo del Molise; il presidente dell’Ipi, Riccardo Gallo, per dire delle minacce e delle opportunità per lo sviluppo delle imprese italiane in un’economia che già allora stentava a crescere; Paolo Carnazza e Vincenzo Fedele dell’Ipi, sulle azioni integrate per favorire nel Molise l’evoluzione dall’Impresa al Sistema di imprese; il presidente dell’Unione delle Camere di Commercio del Molise, Paolo di Laura Frattura, sui punti di forza e di debolezza della realtà imprenditoriale molisana; il presidente dell’Assindustria, Molise Paolo Vacca, sui comparti chiave per l’industria molisana (agroindustria, meccanico, tessile ed edilizia); il presidente di Confcommercio commercio Molise, Paolo Spina, sulla struttura commerciale molisana e i nuovi fabbisogni distributivi; il presidente di Confcooperative Molise, Vinicio D’Ambrosio, sulla realtà significativa della cooperazione nelle attività produttive regionali; l’assessore regionale alle Attività produttive, Franco Giorgio Marinelli, sul concorso “Molise in filiere” e sull’iniziativa “Sportelli/Istituzioni in rete”; il vice direttore generale di Confindustria, Luigi Mastrobuono, sulle

politiche industriali e le pratiche di sviluppo locale e, a chiudere, per le conclusioni il Sottosegretario di Stato Giuseppe Galati. Questi organismi e questi uomini, sarebbero dovuti essere una concreta speranza per la crescita economica del Molise. Di Cannata si sa, regge ancora l’università; Michele Iorio è consigliere regionale di minoranza ma è sospeso dalla carica per gli effetti della legge Severino; Paolo Vacca crediamo continui ad essere a capo della impresa di famiglia; Paolo Spina era ed è il presidente di Confcommercio; Vinicio D’Ambrosio ha lasciato Confcooperative Molise per darsi alla saggistica con successo, in versione di critico e di fustigatore delle malefatte regionali; Franco Giorgio Marinelli è appena uscito dalla politica per tornare a frequentare i Tribunali in veste di avvocato; Luigi Mastrobuono è assurto a nuovo direttore generale di Confagricoltura; Giuseppe Galati è in Parlamento. E Frattura? Paolo di Laura Frattura, che nelle vicende economiche e programmatiche di ieri e di oggi è stato ed è protagonista, dal 27 febbraio 2013 è il presidente della giunta regionale del Molise. Ma sui punti di forza e di debolezza della realtà imprenditoriale molisana di cui ha parlato alla menzionata 1° Conferenza regionale, ad interrogarlo, non risponde. Non tanto a noi, che non ce ne importa, ma alla Solagrital, all’Ittierre, allo Zuccherificio del Molise e a quant’altri imprese, commercianti, artigiani che, ora come allora, pendono dalle sue labbra e dalle fantomatiche strategie commerciali e/o produttive di filiera di cui ha cianciato. Col risultato che sappiamo. Purtroppo. Dardo

Gam, la Regione non interviene di Alfonso Mainelli “Insomma, noi si affronta il tema per esprimere opinioni in merito alla iniqua decisione di trattenere in Solagrital 30 dipendenti che, non essendo transitati in GAM, adesso rischiano davvero il posto di lavoro, ma alla Regione Molise, proprietaria della srl GAM, cosa impedisce di assumere direttamente i 30 penalizzati ingiustamente?” E’ quanto afferma Alfonso Mainelli in un suo sfogo sul social network che pone domande al governo regionale cercando di avere risposte di fronte al silenzio assordante dell’intero centrosinistra e dei suoi massimo esponenti piazzati in Giunta regionale. “O si vuole tirare a

campare con qualche mese in più di cassa integrazione? – si domanda infatti Mainelli - E, comunque, non mi pare che il passaggio in GAM costituisca quel recupero della dignità del lavoro, considerando le intenzioni della Giunta regionale di dismettere la partecipazione societaria in spregio alla precisa volontà contraria già deliberata dal Consiglio. Detto in parole povere, carissimi dipendenti Solagrital e GAM, o vi svegliate veramente o vi tritano. Intanto, Tacchilei opera rispettando le norme che regolano la liquidazione coatta amministrativa. In assenza di manifestazioni di interesse che consentano il prosieguo dell’attività e il mantenimento della forza lavoro non può fare altro che

mettere i dipendenti in mobilità allo scadere della CIGS. Non vedo cosa centri il Ministero dello Sviluppo con una procedura compiutamente normata. Se vi è diritto ad un ulteriore periodo di CIGS non vedo come lo si possa negare ai dipendenti, a meno che, e io non ne ho conoscenza, non sussista una discrezionalità del Governo centrale in merito alle condizioni per il riconoscimento degli ammortizzatori sociali in una situazione quale quella della Solagrital. Resta piuttosto in piedi la questione della individuazione, a suo tempo effettuata, dei lavoratori che non transitavano in GAM. Era una procedura illegittima, se non sbaglio sanzionata anche da una Ordinanza del Tribunale di

Campobasso in funzione di Giudice del Lavoro. La Regione, pertanto, ha tutti i poteri per ristabilire il pieno diritto di dipendenti rimasti in carico ad un’azienda che era sotto la diretta responsabilità amministrativa e politica dell’ Ente. E sicuramente non è Tacchilei che deve agire in questo senso. Approfitto dell’occasione per ribadire all’ Assessore al Lavoro che il Presidente e la Giunta Regionale non hanno alcun potere di dismettere le quote di partecipazione societaria nella GAM, come ho già spiegato in un’altra nota. Anche su questa importante questione nessuno della Giunta o del Consiglio Regionale si esprime.


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3 9 ottobre 2013

Le indennità aumentano e i fondi ai gruppi lievitano

Petraroia se ci sei batti un colpo La rivoluzione del Molise di tutti: il governatore difende le scelte della coalizione accusando gli organi di informazione di dire falsità, il suo vice si rifugia nel silenzio assordante da vero uomo di sinistra Ormai è passato mezzo anno dalla vittoria del centrosinistra fratturiano. Ma di sinistra questo schieramento ha davvero poco e niente. Di certo però è abile a mentire sapendo di mentire. Pare farlo con grande professionalità il presidente della Regione. Soprattutto quando si tratta di soldi che vanno a finire direttamente nelle tasche degli eletti. Si vincono le elezioni cavalcando l’onda del taglio dei costi della politica e si finisce con l’aumentare le indennità al grido di “bugie” raccontati dai giornalisti. Insomma, le buste paga lievitano rispetto al passato dove, con il vecchio governo, il taglio sugli stipendi d’oro è stato del 20%. Oggi tagliando si è riusciti ad aumentare. E’ successo con le indennità ed è accaduto con i fondi ai gruppi regionali. Se si parla di questi argomenti, però, secondo il governatore “si mette in circolo un’informazione scorretta che alimenta in

maniera subdola l’indignazione dei nostri cittadini”. Secondo Frattura basta dire ai cittadini “abbiamo rispettato la legge” per mettere a tacere malumori da parte di persone che vivono con la metà della metà della metà di quanto ognuno di loro intasca mensilmente. “Il tema è serio” dice il presidente. E’ vero. Per fortuna almeno di questo si rende conto. Sarebbe anche il caso di dire ai cittadini molisani che sì, è stata rispettata la legge, scegliendo il massimo dell’opzione consentita dalla legge stessa. Invece il governatore continua a tacciare chi spiffera la verità per “immorali” che “raccontano bugie”. Ieri è stata la volta di Telemolise. Secondo Frattura gli organi di informazione devono sì controllare l’operato del governo ma non devono aizzare le piazze. Ma proprio perché anche i colleghi di Telemolise hanno raccontato il vero la piazza sta prendendo il sopravvento ed il plauso di febbraio verso i rifor-

matori si sta trasformando in un boomerang. Purtroppo per il centrosinistra, i numeri sono numeri. Due più due fa quattro. Ma al di là di Paolo Frattura che, in ogni caso, ha una storia personale che lo porta a guardare ai soldi pubblici per campare, la cosa che più impressiona è il silenzio doppiamente colpevole di Michele Petraroia. L’assessore al lavoro che pensa di poter risolvere il problema dell’assenza di occupazione tra tavoli tecnici, cassa integrazione e mobilità. Ma lui, in primis, vota gli aumenti, li intasca. Ed in maniera ecumenica si nasconde dietro parole che ricordano molto papa Francesco e molto meno un uomo delle istituzioni che dovrebbe governare, amministrare, risolvere. Un uomo di sinistra per definizione. Ma solo a parole. O forse ha perso la verve quando ha regalato la bandiera rossa al governatore? Tra il dire e il fare c’è di mezzo il coraggio.

Il coraggio di assumersi la responsabilità di dire ai molisani che è vera la lievitazione della busta paga, che il trucco è nella scelta dei 4.500 euro di rimborsi spesa (esentasse per giunta), e si deve avere il coraggio di difendere le proprie decisioni assunte con il voto favorevole. E’ questa la rivoluzione del centrosinistra? Al di là della difesa d’ufficio del governatore o del silenzio del suo vice, una cosa è certa: il popolo ha fatto il pieno. Almeno per il momento. E al di là delle indennità, qualcuno di sinistra potrebbe spiegare anche come ha fatto a lievitare anche il finanziamento ai gruppi regionali? Se la legge dice che spettano 5mila euro a componente di un gruppo più lo 0.05 moltiplicato per i numero degli abitanti diviso il numero dei consiglieri, come mai l’ultima divisione non c’è stata? Perché non si rimedia all’errore? Giovanna Ruggiero

Mentre i grillini regionali si occupano di giardinaggio a livello nazionale si occupano di cose serie

Profughi in Molise, i pentastellati “stranieri” interrogano il Governo Scoppia il caso nazionale: il villaggio non ha i requisiti dato anche il contesto socio economico CAMPOBASSO. L’accoglienza profughi in Molise, e in particolare nel villaggio di San Giuliano di Puglia, diventa un caso nazionale. Ad interessarsi della questione sono alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle e di certo non grazie ai loro colleghi di movimento qui in Molise più preoccupati a fare i giardinieri a Campobasso. Gli onorevoli Frusone, Rizzo, Corda, Basilio, Paolo Bernini, Alberti e Artini hanno presentato lo scorso 3 ottobre un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano in cui chiedono di valutare attentamente lo “smaltimento” di circa 1.000 profughi nel villaggio di San Giuliano di Puglia che ha, come popolazione, 1.100 abitanti. I profughi dovrebbero essere ospitati nel villaggio provvisorio di San Giuliano, nelle casette di legno costruite dopo il sisma del 2002 per intenderci. Ma la preoccupazione dei sindaci della zona è notevole. Cosa succederà se un piccolo comune dovrà ospitare lo stesso numero di persone che compongono la comunità molisana? Quali saranno le ripercussioni? A mettere i puntini sulle i sono stati appunto i grillini che evidenziano al ministro Alfano: “per attuare questo progetto il 12 settembre 2013 si è tenuta nel comune molisano, una riunione, convocata dal prefetto di Campobasso, a cui hanno partecipato il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, prefetto Pria, il direttore centrale dei servizi civili

per l'immigrazione e l'asilo, prefetto Scotto Lavina e i dirigenti competenti del dicastero dell'interno. Tra i soggetti invitati a partecipare la regione, la provincia e i rappresentanti nazionali e regionali dell'ANCI e dell'UPI, il questore, l'Agenzia regionale di protezione civile, i comandanti provinciali dei carabinieri, della Guardia di finanza, del corpo forestale dello Stato e dei vigili del fuoco, l'ASREM, i sindaci dei comuni limitrofi (Bonefro, Colletorto, Santa Croce di Magliano) nonché rappresentanti delle organizzazioni sindacali, della Caritas, del volontariato e dell'associazionismo cooperativo. Il progetto prevede la capacità di accogliere 800 persone nelle strutture prefabbricate utilizzate per i cittadini molisani dopo il terremoto del 2002. Tale scelta rischia – come denunciato da diverse associazioni – di rispondere, dato il contesto socioeconomico, ad esigenze di reclutamento di manodopera a basso costo da utilizzare nelle campagne piuttosto che alle esigenze di accoglienza dei richiedenti asilo che necessitano di protezione e servizi nel territorio adeguati alla loro condizione di soggetti vulnerabili – si legge ancora sul testo dell’interrogazione - lo status giuridico del centro appare alquanto aleatorio. Secondo diversi articoli riportati dalla stampa si parla di un centro hub, con un intreccio fra i vari status giuridici dei centri previsti dalla normativa (cda: centro di accoglienza, cara:

centro accoglienza per richiedenti asilo, Cie: centro di identificazione ed espulsione); sempre da fonti di stampa emerge che le persone rimarrebbero in questo centro per il tempo necessario ad espletare le pratiche. Questa dichiarazione farebbe ipotizzare l'uso di quel centro come CARA, ma non ci sono le condizioni perché possa essere un CARA, visto che questi sono centri dove ha sede la commissione territoriale per la valutazione della domanda d'asilo e ci vorrebbe un apposito decreto per istituirla; ulteriore contraddizione sullo status giuridico deriva dal fatto che, nel caso in cui lo straniero non dovesse avere l'accesso alla procedura d'asilo, sarebbe di fatto una persona in fase di espulsione, quindi il centro si trasformerebbe di in un centro di trattenimento ed espulsione (un CIE); quale sia l'effettivo status giuridico del centro che sorgerà nel comune di San Giuliano di Puglia; se il Governo non reputi inadeguato aprire un centro con una capacità di accoglienza tra le 800 e le 1000 persone in un paese come San Giuliano di Puglia che conta 1100 abitanti, peraltro privo dei servizi essenziali per accogliere e «proteggere» le condizioni delicate di un richiedente asilo; se non reputi in particolare che quella zona a fortissima economia agricola possa implementare il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura ed il caporalato, posto che, la sua vicinanza con il foggiano ed i suoi «ghetti» per esempio, può essere foriera di uno sviluppo di quel fenomeno di allargamento di zone franche che ben si conoscono (il «ghetto» di Rignano Garganico dista qualche decina di chilometri)”. red.pol.


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4 9 ottobre 2013

Da anni le associazioni chiedono una normativa in materia

Edilizia, regione senza una legge CAMPOBASSO. La materia delle opere pubbliche è stata interessata negli ultimi anni da profonde e radicali modificazioni, sia a livello comunitario che a livello nazionale, che hanno determinato una totale innovazione della disciplina di settore. Da qui, ora, la necessità di un'organica proposta di legge in materia anche in Molise. a sollecitarlo erano state, nei mesi passati, anche le associazioni di categoria per restituire vitalità al settore. Numerosi sono stati infatti gli interventi normativi attraverso i quali si è operato il ridisegno delle procedure finalizzate all’affidamento degli appalti pubblici, onde consentire di operare nell’ambito di regole certe, trasparenti e garanti dell’effettiva concorrenza fra imprese. L’attuazione dell’articolo 117 della

Costituzione rappresenta un’occasione notevole per definire un quadro normativo regionale esaustivo e coerente con le direttive comunitarie, con le norme costituzionali e con quelle della legislazione statale che continuano ad essere applicabili. Dal punto di vista della tecnica normativa, oggi, l’intendimento sarebbe quello di organizzare l’ordinamento normativo regionale in materia, analogamente a quanto avviene in sede nazionale, mediante una legge che enunci principi e che rinvii a disposizioni regolamentari per il completamento della disciplina. In termini generali, pertanto, l’obiettivo cui dovrebbe tendere la legge regionale sui lavori pubblici è quello di creare un quadro normativo di riferimento stabile,

definito e completo, nel rispetto delle peculiarità proprie delle Regioni e nell’ottica di un auspicabile contesto di maggior autonomia e responsabilità degli enti locali e della valorizzazione e della crescita di tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti nel processo di realizzazione di un’opera pubblica. Parallelamente a questo, l’obiettivo più rilevante che una nuova legge dovrebbe prefiggersi è quella di conseguire una più rapida conclusione delle opere attraverso forme di semplificazione e snellimento procedurale, che si rendono necessarie in quanto alcune procedure appaiono troppo onerose quando sono riferite alla maggior parte dei lavori che vengono realizzati dagli enti locali e che sono di entità tale da non giustificare, in termini di

costi-benefici, l’attivazione di tutti gli adempimenti attualmente previsti dalla disciplina statale. Tali forme di snellimento e semplificazione passano attraverso la previsione di un sistema di programmazione delle opere più flessibile di quello sancito dalla legge 109/94, di procedure di affidamento semplificate per le attività tecniche ed i lavori di minore importo, di semplificazione delle forme contrattuali, della conferenza di servizi per la valutazione dei progetti in un unico momento da parte di tutti i soggetti che devono esprimersi a riguardo, di procedure contributive meno rigide di quelle attualmente in vigore e di tutte le altre che dovranno esser più puntualmente definite nella relazione ai singoli articoli della proposta.

Aree interne, spopolamento in crescita Continua ad essere assente un'azione politica sul territorio CAMPOBASSO. L'assenza di una programmazione territoriale sta portando a un lento e graduale spopolamento delle aree interne. Trivento perde 100 residenti all'anno. Non da meno Riccia senza parlare dei centri più piccoli. E a chi interessa? Lo spopolamento delle aree marginali e in declino del territorio è una realtà allarmante, un vero e proprio fattore di rischio. Perdendo abitanti, le comunità locali di queste aree smarriscono la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, tradizioni millenarie, uniche, irripetibili finiscono per sempre, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio per effetto dello spopolamento e, parallelamente, cresce la congestione nei centri urbani e crescono i problemi di degrado ambientale.

La perdita di popolazione rappresenta, quindi, un grave rischio sotto tre principali punti di vista: socio-culturale: il calo demografico in alcuni contesti territoriali periferici, caratterizzati da profonde radici storiche e culturali, provoca la perdita di identità consolidate e di memoria, la disgregazione delle comunità e della propria socialità, la scomparsa di valori ed il senso di smarrimento; economico: l’economia della nostra provincia per millenni si è basata sulla produzione agricola ed artigianale svolta proprio nelle aree che attualmente sono state definite marginali e in declino, attività le cui conoscenze erano tramandate di generazione in generazione, svolte quindi sulla base di conoscenze empiriche; pertanto, lo spopolamento rappresenta la perdita dell’opportunità di proseguire tali attività e l’impossibilità di attuare processi di modernizzazione delle produzioni peculiari delle

aree interne, con la conseguente scomparsa di una notevole parte dell’economia locale; fisico e geologico: l’abbandono del presidio del territorio implica la perdita di interesse sia da parte della popolazione stessa rispetto alla corretta manutenzione del territorio, sia da parte delle pubbliche istituzioni, con conseguente accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico; inoltre, lo spopolamento delle aree interne provoca il riversarsi della popolazione principalmente nei centri urbani, con una conseguente forzata crescita dei centri urbani ed una pressione antropica e ambientale, con effetti di crescente disorganizzazione di governo del territorio. Enormi sono, quindi, i costi connessi all’emarginazione delle aree in declino. Lo spopolamento, oggi, deve essere inteso non solo come mero abbandono dei territori marginali, ma come una carenza di risorse e limite ai processi di qualificazione e sostenibilità territoriale. Qualcuno ha pensato a tutto questo? Sconsolatamente dobbiamo dire: nessuno.


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5 9 ottobre 2013

Ferrovie, si passi all'elettrificazione Urgente è un piano per la cantierizzazione dei lavori per rendere più veloci e puliti i collegamenti con Roma e Napoli. La Termoli chiusa fino a maggio 2014 di Giuseppe Di Iorio CAMPOBASSO. A Roma potremmo non arrivare proprio più con gli attuali locomotori a diesel delle ferrovie. Troppo inquinanti e con problemi di tenuta meccanica. Allora si passi alla previsione progettuale dell'elettrificazione della rete tra Campobasso e Roccaravindola. Se si vuole affrontare con serietà il problema del trasporto ferroviario in Molise é assolutamente inopportuno lanciare, invece, cortine fumogene, come il raddoppio della Termoli-Lesina proposta dall'assessore Nagni, per nascondere la situazione precaria delle nostre reti ferroviarie e l'assoluta inerzia del Governo centrale, competente in materia. Il Molise non ha bisogno di quel raddoppio ferroviario, ma piuttosto di una velocizzazione della sua rete ferroviaria, così come ha bisogno di elettrificare la linea per Roma e Napoli. Mentre per la Campobasso-Termoli se ne riparlerà a fine maggio 2014 quando termineranno i lavori (ormai trentennali) per ulteriori 4 milioni di euro. Ma a ciò non sembra siano interessati né il Governo del Paese, né quello regionale, per come è dimostrato dalle decisioni assunte sull'utilizzo dei Fondi Fas, che, anziché essere impiegati per colmare le carenze che si

registrano nel nostro sistema infrastrutturale, economico e dei servizi, saranno destinati a ripianare parte del deficit sanitario. Così come c'è la necessità di un programma di ammodernamento e di investimento per contribuire a creare moderne linee ferroviarie per il 21° secolo, migliorare i viaggi, tagliare le emissioni di anidride carbonica e di rilanciare l'economia. E parliamo della necessità della elettrificazione della rete ferroviaria Campobasso-Roccaravindola che consentirebbe di arrivare a Roma Termini in due ore e 20 minuti. Un investimento previsto di 150 milioni di euro anche perchè c'è la necessità di alzare alcune gallerie. Rispetto al motore diesel, i treni elettrici sono: più veloci;silenziosi; ecologici in quanto producono meno emissioni di CO2 e l'inquinamento atmosferico; maggiore affidabilità; più leggeri producono minor usura delle rotaie; più efficaci quindi minori costi per il trasporto di merci; disponibili più posti passeggeri,meno costosi da acquistare, gestire e mantenere. Tipicamente un treno collegato alla rete elettrica emette tra il 20% e 35% in meno di carbonio rispetto al treno diesel. E' questa la scommessa che deve accompagnare una competente programmazione regionale e nazionale.

L'intervento

Medicina del territorio o 'la Medicina della politica'? di Domenico Uliano* La Medicina del Territorio è stato detto più volte “ consentirà di eliminare l'eccesso di domande inappropriate, che pure esiste, e di erogare le prestazioni efficaci per garantire i livelli essenziali di assistenza. Per fare ciò il problema non può essere affrontato solo sul versante quantitativo della organizzazione dell'offerta, ma deve coniugare adeguate strategie di governo della domanda in base all'applicazione di rigorosi criteri sia di appropriatezza che di urgenza delle prestazioni.” Spostare dunque risorse dall’Ospedale al Territorio avrebbe dovuto consentire il raggiungimento di positivi obiettivi ,correlati alla velocità ed alla adeguatezza delle risposte sanitarie sempre più vicine al percorso di vita delle Persone. Da qui la strutturazione dei Distretti e l’attuale rete di strutture esistenti in Regione. Provando però a porci semplici domande , come ad esempio quale sia la lista di attesa per una visita specialistica o per una risonanza magnetica, ci si imbatte in un lungo peregrinare che può richiedere molti mesi di attesa se non la inutilità del referto specialistico, visto il lasso di tempo necessario per espletare la prestazione. Provare poi ad avere un presidio come ausilii, ortesi o protesi può significare essere soggetti a spostamenti tra un ufficio e l’altro in attesa della firma di un autorizzatore, spesso senza formazione specifica nel settore specialistico. Siamo cioè vincolati ad un sistema basato su una logica prescrittiva e autorizzativa vecchio e antiscientifico che valorizza più spesso le appartenenze che

le competenze. Un sistema morente nelle pastoie burocratiche, nelle disattenzioni , legato solo a sigle, inventate per coprire vuoti di percorsi, senza indicatori e con scarsi contenuti, spesso gestiti dai soliti noti che tra un Progetto e l’altro trovano sempre il modo di galleggiare beati. La Medicina del territorio invece , a livello nazionale, sta giustamente sempre piu’ affermandosi come parte determinante dei percorsi di cura, spesso iniziati a livello ospedaliero. In un recente incontro, a Budapest nel mese di maggio del 2011, i Ministri della sanità della Comunità Europea hanno ribadito l’interesse di tutte le nazioni della CE ad implementare i percorsi territoriali in ambito di ricerca della salute e di una migliore qualità di vita. In riabilitazione, ad esempio, Ospedale e territorio sono due entità operative ben diverse , ma che si devono integrare avendo come obiettivo comune il recupero migliore possibile dalle condizioni di disabilità ed il miglioramento conseguente della qualità di vita della persona disabile e dei caregivers, nonchè l’attenzione alle potenzialità di partecipazione. In pratica devono essere un continuum operativo per la presa in carico longitudinale della persona disabile, rappresentando in questo modo un modello operativo valido ed efficace per tutte le esigenze di presa in carico. L’ambito territoriale diventa il luogo privilegiato per l’intervento sulle componenti ambientali e sui fattori personali ( ICF). Infatti a completamento dei progetti riabilitativi individuali bisogna proseguire l’intervento finalizzato

alla realizzazione dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Tenendo presente che la Riabilitazione va quanto piu’ possibile avvicinata all’ambiente di vita della persona disabile proprio per consentire la massima partecipatività . La logica in cui bisognerebbe muoversi anche in Molise, assai diversa da quella perseguita sino ad ora , è una “logica di risposta sistemica ed unitaria alla complessità “ ovvero è il sistema sanitario che prende in carico il sistema persona . Questo diventa anche uno scenario utile a determinare una integrazione professionale tra le strutture pubbliche e private , in accordo con le cure primarie e con la rete specialistica territoriale, tenendo presente , come filosofia operativa, che una buona consegna al territorio di una persona stabilizzata, si ottiene iniziando a lavorare bene e con visione prospettica e predittiva degli esiti fin dal suo ingresso in Pronto Soccorso o nella Unità di degenza. Tutte le azioni devono essere improntate a sostituire gradualmente i concetti di prestazione e trattamento con quelli di processo, presa in carico , esito e misurazione dei risultati ottenuti, inserendo tutto all’interno di un percorso assistenziale integrato di continuità delle cure, basandosi sulla valutazione multidimensionale sanitaria e sociale, reale e non solo cartacea, centrata sulla persona e non sulla patologia ed avendo il progetto individuale di vita come fondamento per il percorso specifico . Abbiamo invece in essere situazioni che ad esempio per l’erogazione di un presidio , come ausili o addirittura di un banale catetere si arriva

a creare un attesa insostenibile , con la richiesta di acquisire ulteriori visite specialistiche, rispetto a problemi di salute perfettamente conosciuti e stabilizzati che aspettano solo una firma autorizzativa. Ed ancora si pone il tema di comprendere quali siano stati , in questi anni i criteri che hanno portato a costruire una rete territoriale di fornitori di prestazioni così disarmonica e soprattutto con quali criteri siano stati assegnati budget milionari a strutture nate ed accreditate in un sol colpo, mentre altre sono state tenute fuori da ogni contrattazione perché forse estranee al sistema, pur essendo nella condizione di ben erogare assistenza e di ben fornire risposte ai cittadini. La verità è che bisogna uscire da una logica prescrittiva e qualche volta vessatoria, ed entrare in un sistema di reale presa in carico dei bisogni. Il Distretto in questo senso dovrà rappresentare uno strumento in più di facilitazione e di raccordo con l'Ospedale e le altre Agenzie sociali, superando l’attuale impressione , che allo stato è sempre più una certezza, di essere diventato un luogo di incursione e spesso violento della politica, dove inserire consiglieri comunali o regionali trombati, famigliari ed amici nuovi o ex, ma rigorosamente fedelissimi del capo. E’ questo un tema vitale di cui si dovranno far carico necessariamente i futuri amministratori regionali, ponendo al centro del dibattito la legalità , ma soprattutto persone competenti e formate. *Segretario Nazionale Società Scientifica Simfer


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Campobasso

9 ottobre 2013

Affidamento servizio affissione manifesti, gara riaperta E’ chiamata a riunirsi di nuovo la Commissione che dovrà stabilire chi si occuperà del servizio affissione manifesti fino al 2016. La gara è stata indetta due anni fa e la Commissione nominata per l’espletamento della gara ha svolto normalmente il suo compito che si è concluso all’inizio del 2012 con l’aggiudicazione provvisoria del servizio. Nel frattempo, però, è andato a buon fine il ricorso presentato al Tar dalla società esclusa dalla gara per mancanza del requisito tecnico economico prescritto dal bando di gara e dal capitolato speciale. Lo scorso giugno il tribunale amministrativo ha accertato l’illegittimità dell’atto di esclusione dalla gara della società Punto Immagine e ha annullato il provvedimento determinando, di fatto, la riapertura della gara. Il Co-

mune, infatti, ritenendo di non dover procedere all’appello della sentenza ha deciso di riaprire la gara per riuscire finalmente ad affidare il servizio. La palla, quindi, passa di nuovo alla Commissione i cui componenti, rispetto a quella originaria, sono tutti riconfermati ad eccezione del presidente. La Commissione di gara, nominata nel dicembre del 2011, era presieduta dall’allora dirigente dell’Area 2, Paola Falcione che però, adesso, non svolge più l’incarico dirigenziale. Toccherà, quindi, a Rodolfo Cocozza dirigente pro tempore dell’Area 2, presiedere la Commissione che stabilirà a chi sarà assegnato il servizio che consiste nell’affissione materiale dei manifesti, nella deaffissione di quelli abusivi e nella manutenzione ordinaria degli impianti comunali.

Nuovo comantante 70° anniversario della morte alla Compagnia di monsignor Bologna, uomo di Pace carabinieri Domani la Santa Messa. Per la prima volta sarà esposta la reliquia del vescovo martire

BOJANO - Ha preso servizio in questi giorni il nuovo Comandante della Compagnia Carabinieri di Bojano, Tenente Michele De Chiara, nato ad Orbetello (GR) nel 1986, proveniente da Trapani ove ha comandato il Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia dal 2011 al settembre 2013. L’Ufficiale è laureato in Scienze Giuridiche ed ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola Ufficiali Carabinieri dal 2005 al 2010 al termine dei quali è stato destinato, come primo incarico, presso il 3° Battaglione Carabinieri Lombardia quale Comandante di Plotone.

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di Giuseppe Saluppo

CAMPOBASSO. Domani alle ore 18,30, sarà celebrata una Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Campobasso –Bojano, S.E. mons. GianCarlo Bregantini, nella Cattedrale della SS. Trinità di Campobasso in occasione del 70° anniversario della morte di Monsignor Secondo Bologna - 10 ottobre 1943 – in seguito ad un bombardamento alla città di Campobasso. L’esemplare figura di vescovo sarà ricordata con una Solenne Celebrazione Eucaristica alla quale parteciperà una delegazione di Cuneo, paese natio di mons. Bologna , costituita da tre sacerdoti: don Desiderio Gallo da Cuneo, don Maurizio Ribba parroco del Sacro Cuore di Cuneo, dove avvenne la consacrazione episcopale nel 1940, in continuità con i segni come quello del Sacro Cuore al presule tanto caro. L’icona del Sacro Cuore era posta al centro dello stemma episcopale di mons. Bologna, a conferma del ricorrente abbinamento della pietà mariana con la devozione del Sacro cuore.

L’ingresso del vescovo Bologna a Campobasso avvenne infatti, per continuità di segni, proprio nel piazzale della Chiesa del Sacro Cuore il 28 aprile 1940. L’altro sacerdote della delegazione cuneese è il parroco di Boves don Bruno Mondino, comune in provincia di Cuneo, simbolo della resistenza al nazismo, teatro di martiri civili e partigiani. Nell’eccidio per debellare i partigiani, persero la vita il parroco ed il vice-parroco di Boves. La celebrazione di giovedì sarà un momento denso di significato storico, spirituale e culturale dove non mancheranno momenti di memoria e di simbologia spirituale. Nell’occasione sarà infatti presentata pubblicamente a tutti i partecipanti e ai fedeli, per la prima volta in assoluto, il reliquiario contenente “l’amitto” il panno con cui suor Lucia Brunelli delle Piccole Discepole di Gesù, avvolse il capo per asciugare il sangue di monsignor Bologna dopo le ferite in seguito al bombardamento nel Seminario diocesano di via Maz-

zini, annesso all’episcopio, nella città di Campobasso. Dal 1943, dopo il funerale, l’amitto con diverse macchie di sangue, avvolto nel giornale “L’Osservatore Romano” conservato da suor Lucia Brunelli fu consegnato alla Presidente della Gioventù Femminile di Azione Cattolica Wanda di Lauro. Negli anni successivi la Presidente lo consegnò a don Giovanni Cerio che dopo qualche periodò lo fece conservare da don Armando Di Fabio, vicario generale della Curia il quale dopo la sua recente morte lo ha fatto consegnare definitivamente dai suoi familiari alla Curia per custodirlo nella cassaforte. Con il rito del “bacio”, alla fine della celebrazione eucaristica, la reliquia del vescovo Bologna , posta dentro una teca, sarà finalmente visibile a tutti. Il corpo di mons. Bologna rimasto nel cimitero di Campobasso fino al 10 ottobre 1964 fu collocato nella cappella del Sacro Cuore nella Cattedrale della Ss. Trinità di Campobasso insieme alla figura di Mons. Alberto Romita.

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Campobasso

9 ottobre 2013

La pessima, esteticamente, sistemazione di Piazza Savoia non è stata smantellata, ma solo “corretta”

Soprintendenza e Comune e il modo “comodo” di mettersi d’accordo Gli enti pubblici preferiscono rapporti di buon vicinato alla affermazione delle rispettive prerogative e la città capoluogo ha fatto il callo agli ecomostri edilizi, all’invasione di tabelloni pubblicitari nei punti panoramici, alle rotonde stradali mobili, all’insozzamento di cantonate e palazzi, alla distruzione di rare essenze arboree La contestata sistemazione di Piazza Savoia, con nuovi sensi di marcia e aiuole (?), ritenuta abusiva dalla Soprintendenza in quanto priva del preventivo prescritto parere, e realizzata in dispregio al benché minimo canone estetico compatibile con l’architettura della Piazza stessa e dell’attigua villa settecentesca De Capoa, è stata oggetto di un baratto. Il classico baratto all’italiana: una mano lava l’altra, ed entrambe fregano le leggi o il prossimo: la scelta è libera. Sta di fatto che la Soprintendenza e il Comune hanno trovato l’accordo togliendo l’orrida ringhiera che correva lungo il lato prospiciente Villa De Capoa perché in forte contrasto con la pregiata recinzione in ferro battuto di quest’ultima; via i mattoncini rossi che delimitano le aiuole (?); un ritocchino qua e là, e buonanotte al secchio. Siamo alle solite. Gli enti pubblici più che sottostare agli obblighi che gli appartengono preferiscono mantenere rapporti di buon vicinato. In genere i rispettivi capi e responsa-

Piazza Savoia

bili si conoscono, forse si frequentano ai Lions o al Rotary, vanno a cena (famiglie al seguito), per cui diventa difficile poi farsi “dispetti”. Sicché, l’invito al Comune di rimuovere il malfatto in Piazza Savoia (tracce sono rilevabili nella corrispondenza tra la Soprintendenza, la Regione Molise e il Comune), non è stato mai preso in considerazione. Nella corrispondenza intercorsa abbondano sofismi, cavilli, interpretazioni: il classico giochetto tanto caro e familiare alla burocrazia

che, come diciamo, ha portato poi alla conclusione più logica per loro, s’intende: mettersi d’accordo senza far rumore. Facciamo in modo, si sono detti, di aggiustare la faccenda. E il modo, come abbiamo fatto cenno, è stato il ritocchino: un leggero maquillage, una passata di belletto, quanto basta per dare all’occhio (disattento, molto disattento) dell’opinione pubblica campobassana l’impressione di aver messo a posto le cose. Un occhio, quello del pubblico campobassano che, grazie a

queste manovre di dubbio profilo, s’è abituato a tutto: agli ecomostri edilizi, all’invasione di tabelloni pubblicitari nei punti panoramici (a proposito, che ci fa ancora la struttura in ferro a forma di corne dirimpetto al palazzo ex Incis?), alle pseudo-rotonde stradali, all’insozzamento di cantonate e palazzi, alla distruzione di rare essenze arboree (morti 4 cedri del Libano in Villa dei cannoni). Sicché avendo tolto una ringhiera antiestetica e i mattoncini rossi che delimitavano le aiuole, sosti-

Volontari nell’Università

tuendoli con mattoncini grigi, tutto s’è appianato. Una colossale presa per i fondelli, che la giunta Di Bartolomeo ha avallato approvando il progetto di “riparazione” allestito dalla sezione dei vigili urbani (straordinariamente trasformati in vigili urbanisti!). Cose dell’altro mondo, avrebbe detto Totò. Cose, invece, di questo mondo campobassano zeppo di mezze figure e di mezze tacche abilitate a mettere mano all’esistente e di aggiungervi del loro. Qualora dovesse essere vero che l’accordo tra la Soprintendenza e il Comune sia stato raggiunto tenendo conto che il vincolo paesaggistico in base al quale la Soprintendenza aveva chiesto lo smantellamento della sistemazione di Piazza Savoia è inesistente, in quanto dichiarato ma mai reso amministrativamente e tecnicamente operante, saremmo alle comiche. Ovvero, come fare in modo di evitare alla Soprintendenza una brutta figura, e al Comune la spesa della rimessa in pristino della piazza. Dardo

Termosifoni accesi

Gli studenti salesiani dell'Unimol lanciano l'iniziativa CAMPOBASSO. I giovani hanno una grande forza e sarebbe bello mettere questa energia a disposizione dei più bisognosi”. E’ con queste parole che i confratelli salesiani nonché studenti dell’Università degli Studi del Molise, don Francesco e don Pasquale, hanno illustrato (durante la presentazione del corso di studi in Scienze della Comunicazione) l’iniziativa intitolata “UniVol, proposte di volontariato per universitari”. “Sono diversi i campi d’azione di questo progetto – spiegano i confratelli – si può ad esempio visitare i nostri fratelli detenuti in carcere e condividere con loro interessi e tempo libero, oppure preparare e condividere il pasto con le persone più povere e sole o ancora fare visita in ospedale ai bambini malati per donare loro un sorriso”. Non mancano campi creativi come musica e teatro: “Sul versante creativo – proseguono i due parroci – proponiamo di mettere su una band per suonare e creare eventi musicali di solidarietà oppure di apprendere il linguaggio del mimo e del clown per intrattenere, sorridere e pensare insieme”. Ma da dove nasce questa idea? “Ci piace immaginare

il volontariato – dicono ancora don Francesco e don Pasquale – come un terreno di incontro tra le diversità. Si condivide un tratto di strada tra volontari e con altri per entrare nel mistero della vita. Ci piace pensare che i giovani universitari vivano un’età piena di energie e che lo studio e lo svago non bastino a rendere felice il cuore e leggera la mente. Per questi due motivi proponiamo a tutti gli studenti di regalare un po’ della propria forza per aiutare chi dalla vita sta ricevendo di meno”. Per ulteriori informazioni ci si può recare il giovedì dalle 8.00 alle 12.00 presso l’ex facoltà di economia, II edificio polifunzionale di via De Sanctis a Campobasso, nell’aula Multiculturale (I° piano) o, in alternativa, il mercoledì dalle 18.00 alle 20.00 nella sala Enrico Fermi della Biblioteca d’Ateneo dove si svolgeranno gli incontri culturali della comunità. Gli incontri del progetto UniVol, invece, avranno inizio nella prima settimana di novembre e si svolgeranno sia nell’Aula Multiculturale (ex facoltà di Economia) che nel centro giovanile di piazza Cesare Battisti a Campobasso.

Il Comune di Campobasso fa sapere che gli impianti di riscaldamento possono essere attivati anche anteriormente alla data del 15 ottobre in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l’esercizio e comunque per non più di 7 ore al giorno e con una temperatura che non superi i 20 gradi senza alcuna autorizzazione da parte del Comune.


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Spettacolo

9 ottobre 2013

Musica senza confini I molisani Taraf de Gadjo stasera live a Roma al Parco della musica prima di Takadum orchestra di Charles N. Papa ROMA - La musica, quale collante universale, linguaggio del mondo, è sempre presente nella vita di ognuno. L’attesa al telefono, per entrare in banca, sul posto di lavoro, in auto, nei luoghi ad essa deputati. Non vi è momento della giornata, in cui non si ascolta musica per le più svariate ragioni. L’ascolto di essa poi, diventa ancor più interessante, se musicisti con l’abilità del mix e della commistione di stili, creano sonorità nuove, intriganti e accattivanti. Sicuramente in Molise i Taraf de Gadjo sono una band, un trio, che mescola i vari stili della tradizione rom, compresa tra Ungheria, Romania e Russia. La musica klezmer, che nasce per accompagnare feste di matrimonio, funerali o semplici episodi di vita quotidiana, e che prende vita all'interno delle comunità ebraiche dell'Europa orientale, è lo stile principale dei Taraf de Gadjo.

Il trio, è formato da: Domenico Mancini (violino), Giuseppe Moffa (chitarra e fisarmonica), Guerino Taresco (contrabbasso). Musica ancestrale dunque che si completa con venature gypsy jazz che esaltano la bravura dei musicisti. Dicono di loro: “Cercano di trasmettere la libertà che questa musica emana, la forza coinvolgente di questi ritmi così accattivanti e travolgenti, pieni di pathos, di vitalità e passione”. I Taraf de Gadjo saranno live questa sera all’auditorium Parco della Musica a Roma alle 21.00. Il trio si esibirà prima del concerto della Takadum orchestra, ensemble di percussioni e di violino, tromba, djembe, darbuka, daf, davul, doholla, tamburello, sajat. Un’orchestra che suona brani tradizionali, profondamente rivisitati ed adattati al gusto e alle caratteristiche di un’orchestra di percussioni che suona strumenti e ritmiche del Nord Africa e del Vicino Oriente. Ingresso euro 15,00.

LIBRI

House al Move club

CAMPOBASSO - Oggi alle 18.00 presso l’auditorium della Fondazione Cultura in via Milano, Carlo Freccero presenta il suo ultimo libro “Televisione”. L’autore è stato protagonista della televisione italiana come responsabile di strutture Rai e Mediaset. Ha vissuto il cosiddetto ‘editto bulgaro’, l’epurazione dal video di personaggi quali Luttazzi, Biagi, Santoro.

CAMPOBASSO - “We love house” è la serata del mercoledì al Move club. Oggi lo special guest è il dj argentino Ernesto Ferreyra. I resident del club sono Luca Basilico, Lucky Ortoni, Francesco Colombo, Mathew. Info 3931372401.

“Un piano per l’ Himalaya” E’ stata consegnata venerdì 4 ottobre) al Centro Pastorale di Godovari (Nepal) la tastiera che è stata possibile acquistare tramite i fondi raccolti dai Noflaizon nell’ambito di “Un ‘piano’ per l’Himalaya”, iniziativa nata da un’idea di Marco Banchelli,ciclista e ambasciatore di Pace. Il percorso di beneficenza, partito fattivamente nel dicembre 2011, ha quindi potuto vivere la sua pagina principale, quella che da ora in poi, grazie alle sue note, potrà anche attraverso la musica, contribuire a diffondere e far crescere una cultura di solidarietà e pace.

L’estate del 1943 nel nuovo romanzo di Adelchi Battista

Mercoledì al cinema CAMPOBASSO - Domani alle 18.00 all’auditorium della Fondazione Cultura in via Milano, Adelchi Battista presenta il nuovo romanzo “L’estate degli inganni”, il seguito storico del precedente “Io sono la guerra”. Il periodo è quello dell’estate 1943. Moderatore Pierpaolo Giannubilo, reading di Diego Florio, Marco Caldoro, Giorgio Careccia.

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di Giuseppe Saluppo

TERMOLI - Prosegue il “Mercoledì d’autore” presso ilcinema Sant’Antonio di Termoli. Oggi in programma “Infanzia clandestina”, diBenjamin Avila, premiato al Festival del Cinema di Toronto. due gli spettacoli, ore 18.30 e 21.00. Ingresso euro 5,00. Info 087584634.

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ISERNIA

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Isernia

9 ottobre 2013

Perdite idriche, verifica sui progetti Per il Pisu di Isernia diversi i Comuni interessati ISERNIA. Manca ormai poco alla conclusione dell’iter di verifica della fase progettuale per l’utilizzo dei fondi Fesr e Fsc da destinare al recupero delle perdite idriche e ai depuratori dei Comuni presenti su tutto il territorio regionale. Si sono svolti nella giornata di ieri gli incontri con i tecnici del Pai Medio Sannio ( che comprende i Comuni di Casalciprano, Castropignano, Fossalto, Molise, Pietracupa, S. Angelo Limosano, Salcito, Duronia, San Biase e Torella del Sannio) e del Pisu Isernia (che comprende i Comuni di Castelpizzuto, Carpinone, Macchia d’Isernia , Pesche e Pettoranello del Molise). “Il progetto cammina spedito – ha dichiarato con soddisfazione l’assessore Nagni - fino ad ora, da quanto abbiamo po-

tuto registrare, il 70 – 80% degli interventi programmati risultano in linea con quanto richiesto dal finanziamento originario. Attraverso il confronto continuo tra la struttura della Regione Molise e i tecnici degli enti locali - ha continuato - è stato possibile riequilibrare alcune situazioni procedendo alla rimodulazione delle richieste. Due gli obiettivi principali: da una parte, la riduzione delle perdite idriche che in regione sono ancora molto alte e, dall’altra, l’aumento del numero di abitanti equivalenti allacciati alla rete fognaria. Va precisato che alla Regione è affidato il compito di coordinare ma anche, e soprattutto, di monitorare e valutare la congruità dei progetti affinché siano privilegiate le opere primarie ed es-

senziali per le comunità. In particolare - ha sottolineato Nagni - sulla questione depurazione vanno sanate tutte quelle situazioni che non sono più socialmente e eticamente accettabili. Appare urgente e non più procrastinabile – ha spiegato la definizione del quadro degli interventi relativamente all’area dei comuni di Carpinone, Pesche e Pettoranello. Dovrà essere infatti prioritariamente avviata a soluzione la problematica relativa alla bonifica dell’impianto consortile esistente dove è stata rilevata la presenza di rifiuti altamente inquinanti con preoccupanti potenziali conseguenze per l’ambiente. Contestualmente dovranno essere risolti anche gli interventi infrastrutturali per un adeguato collettamento e

depurazione dei reflui dei tre comuni interessati. Detto questo – ha concluso l’assessore - siamo fiduciosi nell’esito positivo di questo lavoro integrato e, nel giro di

Per il presidente Mazzuto gli Enti costano poco e garantiscono servizi

“Chi vuole sciogliere le Province?” ISERNIA. E' fissata per questa mattina a Isernia la conferenza stampa del presidente della Provincia, Luigi Mazzuto, per l’illustrazione di dati significativi emersi in occasione dell’ultimo incontro promosso dall’Upi con i Presidenti delle Province eu-

ropee per discutere con le istituzioni degli stati partener dell’Italia dei provvedimenti del Governo contro le Province. “Rappresentanti di Governo e Parlamento continuano ad affermare che le Province vanno cancellate perché esistono solo in

Italia. E' falso – ha dichiarato il Presidente Luigi Mazzuto – e intendiamo dimostrarlo! In 19 Stati su 28 il governo del territorio è affidato a tre livelli istituzionali: Regioni, Province e Comuni. Solo gli stati più piccoli, come Cipro, Malta e Lussemburgo non hanno Province. E nel resto d’Europa alle Province è assegnata la gestione dei nostri stessi servizi, strade, scuole, ambiente, lavoro, sviluppo economico, e in più si occupano di assistenza sociale. Lo fanno con bilanci ben diversi dai nostri: le 408 Province tedesche nel 2011 hanno gestito 55 mld di euro, le 100 Province francesi 73 miliardi di euro, le 50 Province spagnole 16 miliardi. Nello stesso anno le 107 Province italiane avevano un bilancio che superava appena i 10 miliardi. E mentre noi pesiamo l’1,26% della spesa pubblica, le Province francesi ne rappresentano il 6,3%, quelle tedesche il 4,5% e quelle spagnole il 3,2%. Facciamo le stesse cose pesando meno sui bilanci dello Stato”. All’incontro con la stampa interverranno il Presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto e il Presidente del Consiglio Provinciale Lauro Cicchino.

Max Gazzè in concerto ad Isernia il 9 novembre Unica data per il Molise del “A Teatro Sotto Casa” all'Auditorium Unità d'Italia Isernia – Max Gazzè sarà in concerto ad Isernia all’Auditorium Unità d’Italia il prossimo 9 novembre per l’unica data in Molise del suo tour teatrale “A Teatro Sotto Casa”. Dopo lo straordinario successo del “Sotto Casa Tour” estivo, Max Gazzè reinventa ora il suo repertorio vestendolo di un nuovo abito, consono all'eleganza, all'intimità e alla bellezza dei più importanti teatri italiani. Partirà infatti il 7 novembre dal Teatro Cilea di Reggio Calabria, il tour teatrale “A Teatro Sotto Casa”. Affiancato dalla sua band storica e da un quartetto d’archi, Max rivisiterà il suo intero repertorio: dopo un set acustico, con arrangiamenti morbidi incentrati sulle sonorità delicate degli archi, ci sarà l’esplosione finale con tutti i pezzi storici, da “Cara Valentina” a “Una Musica può fare”, passando per “Il Timido Ubriaco” e “Il So-

lito Sesso”. Infaticabile e sorprendente come sempre, Max continua così la sua sperimentazione musicale, poetica ed artistica. Il 2013 è stato per il cantautore romano un anno di grazia: la partecipazione al Festival di Sanremo la successiva pubblicazione del nuovo album di inediti “Sotto Casa”, un trionfale tour estivo, ora l’approdo nei teatri, location particolarmente adatta al suo raffinato modo di fare musica. “Sotto casa” ha messo d’accordo critica e pubblico e ci riporta un Max Gazzè ironico e tagliente: dieci brani molto particolari, energetici, caratterizzati da armonie musicali più complesse rispetto ai suoi ultimi lavori, arricchiti dalla partecipazione dell’orchestra di Roma, testi spesso autobiografici, grazie anche alla presenza come autore del fratello e poeta Francesco.

I due pezzi presentati al Festival lo rappresentano al meglio: l’immediata ed orecchiabile “Sotto Casa” ed “I Tuoi Maledettissimi Impegni” che fotografa al meglio la complessità di cui si diceva in precedenza. Attualmente è in rotazione radiofonica il nuovo singolo “Buon compleanno”, uno dei pezzi più apprezzati dell’album, emozionante e toccante omaggio al tempo passato insieme ad una persona cara, una canzone che mette in risalto il lato più intimista di Max confermando così la sua abilità nel trattare i sentimenti in modo semplice ma mai banale. Il concerto di Isernia è organizzato da Euromusic Isernia ed Eventi e concerti live. Prevendite negli abituali punti vendita Ciaotickets, costo del biglietto 25.00 - 35.00 euro.

qualche settimana , avremo un quadro completo della situazione che permetterà di passare dalla fase progettuale a quella operativa di realizzazione delle opere”.

Mucca salvata dal Soccorso alpino L'animale era finito in un burrone. Intervenuti anche Vigili del fuoco e forestale CIVITANOVA. Situazione critica per un capo di bestiame di una azienda agricola del Comune di Civitanova del Sannio. La mucca, allontanatasi dalla mandria è precipitata in un burrone rimanendo ferita e bloccata in bilico sul precipizio. Sul posto sono accorsi gli uomini del Corpo Forestale dello Stato della stazione di Frosolone che, verificata la criticità della situazione a causa del luogo estremamente impervio, sono stati costretti ad allertare i tecnici specializzati del servizio regionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), gli unici in grado di operare in ambienti di questo tipo. I tecnici del CNSAS, grazie all’utilizzo di particolari tecniche alpinistiche, hanno consentito al medico veterinario dell’ ASREM di raggiungere l’animale ferito, permettendone la sedazione. Per l’espletamento dell’operazione di recupero è stato fatto intervenire un elicottero del Corpo dei Vigili del Fuoco che ha permesso l’evacuazione e la messa in sicurezza dell’ animale.


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Termoli

9 ottobre 2013

Guardia di Finanza: estate di controlli lungo la costa molisana TERMOLI - Servizi ad ampio raggio, nel periodo giugno-settembre, sono stati svolti dalla Sezione Operativa Navale di Termoli, in materia di polizia economico-finanziaria e polizia marittima. Lungo la costa, nei comuni di Petacciato, Montenero, Termoli e Campomarino, i Finanzieri hanno sottoposto a controllo 18 stabilimenti balneari, al fine di verificare il corretto adempimento delle disposizioni di Legge nel settore I.C.I.-I.M.U., relativi alle annualità pregresse, e canoni di concessione demaniale. Le attività hanno consentito di quantificare complessivamente tributi evasi per circa 250mila Euro e ben 7 casi di “omessa dichiarazione” nello specifico comparto impositivo. I verbali redatti, sono stati debitamente inoltrati ai Comuni

di competenza ed all’Ufficio Regionale Demanio Marittimo della Regione Molise, Enti preposti all’irrogazione delle sanzioni. 110 crociere operative hanno invece caratterizzato l’attività negli specchi d’acqua antistanti il litorale

molisano; nel corso delle stesse, 90 imbarcazioni sono state sottoposte a controllo. Ulteriori verbalizzazioni hanno quindi interessato il settore della pesca e delle Leggi sanitarie: 26 persone, risponderanno a vario titolo di sanzioni

Ancora polemiche sulla realizzazione della palazzina al Crocifisso TERMOLI – Non accenna a placarsi la polemica e richieste di chiarimenti sulla questione Blu Costruzioni che stà facendo realizzare una palazzina nelle vicinanze della chiesa del Crocifisso. Tra i tanti interrogativi posti ora è spuntato uno nuovo e lo hanno avanzato i Consiglieri comunali di opposizione: 10 frontespizi di tavole del programma di riqualificazione urbana “area del Crocifisso”. Sono privi di timbro e firma, allegate alla delibera del Consiglio comunale che ha approvato l’accordo di programma. Una carenza sulla documentazione, che invece è obbligatoria, scoperta dall’opposizione con Remo Di Giandopmernico in prima linea come primo firmatario di un documento pro-

tocollato luned’ scorso ed indirizzato al Presidente del Consiglio comunale Alberto Montano e ai Consiglieri di maggioranza. “Rimettiamo 10 frontespizi di tavole del programma di riqualificazione urbana “area del Crocifisso” – si legge nel documento -. Come si può facilmente notare sono tavole “anonime”, cioè senza firma e senza timbro di chi le ha fatte”. L’opposizione carica a testa bassa fiutando qualche irregolarità procedurale. Parrebbe proprio di si visto che lanciano la domanda che attende risposta: “è solo l’ultimo esempio, le tavole allegate alla delibera di Consiglio non hanno il timbro e nemmeno la firma, contrariamente a come dovrebbe essere e a come è accaduto finora?”.

che, nel minino, superano complessivamente l’importo di 35mila euro. Le connesse attività hanno consentito il sequestro di 500 Kg. di pescato (molluschi, crostacei, pesce) e 62 attrezzature minute utilizzate per la pesca. Controlli

serrati anche in materia di Legislazione sul lavoro: nel corso di 21 ispezioni eseguite sia a terra che a mare, a bordo di pescherecci, i Finanzieri hanno infatti individuato e verbalizzato 8 posizioni irregolari e/o in nero. 24 imbarcazioni, sono state invece oggetto di apposito monitoraggio, nell’ambito degli specifici controlli finalizzati al rilevamento della capacità reddituale dei relativi intestatari ed utilizzatori (c.d. “C.E.TE.” – Controllo Economico del Territorio). Tra le operazioni di soccorso che hanno caratterizzato il periodo estivo, una ha visto impegnati i militari nell’aiuto prestato a tre diportisti in difficoltà al largo di Termoli, che sono stati prontamente raggiunti da una Vedetta del Corpo e rimorchiati presso il porto adriatico.

Futuro dello Zuccherificio, presto un tavolo di lavoro TERMOLI – Si è tornati a parlare del futuro dello Zuccherificio del Molise in un incontro che si è tenuto tra i sindacati di categoria, lavoratori e gli assessori regionali Michele Petraroia e Vittorino Facciolla. Dalla riunione è emersa la possibilità da parte della Regione ad un confronto da tenersi ad un tavolo di lavoro coinvolgendo, oltre ai rappresentanti dei lavoratori, anche l’amministratore delegato Alfieri e il procuratore Feligini. Nel corso dell’incontro con i sindacati i due assessori regionali hanno espresso le perplessità sul futuro dell’azienda saccarifera ai quali hanno risposto i sindacati. “Abbiamo imprese che hanno somministrato gente dal nord e persone del posto, che hanno lavorato per anni allo Zuccherificio, che stanno a casa. Gli avventizi non hanno le giornate per poter chiedere la disoccupazione, non ci sono i modelli per fare la domanda delle semine. Ci chiediamo se c’è ancora interesse a proseguire perché le problematiche sono tante e differenti”. Interrogativi che potrebbero essere sciolti proprio durante i lavori del tavolo prospettato dai due assessori regionali e al quale potrebbe intervenire, oltre alle altre componenti, anche il governatore del Molise Paolo Di Laura Frattura.

Lungomare nord, Romeo Faletra confermato coordinatore inversione temporanea del senso unico di marcia molisano delle Misericordie

TERMOLI – La Polizia Municipale comunica che è stata emanata l’ordinanza con la quale si dispone, a far data da ieri e per tutta la durata dei lavori, che la circolazione dei veicoli di ogni ordine e grado sul lungomare Cristoforo Colombo sarà a senso unico di marcia in direzione “periferia – centro” nel tratto compreso tra la rotatoria di Via del Mare e la rotatoria di Via Magellano (Hotel Mistral), tramite una sola corsia utilizzabile, in conseguenza del restringimento parziale della carreggiata dovuto ai lavori di riqualificazione in corso.

TERMOLI - Romeo Faletra è stato confermato all’unanimità coordinatore delle Misericordie per il Molise. La nuova nomina è avvenuta al termine dell’assemblea regionale delle Confraternite di Misericordia del Molise, alla presenza del delegato della Confederazione il Consigliere Nazionale, Gianfranco Gilardi. La votazione si è tenuta nella sede di Termoli della Misericordia e vi hanno preso parte gli aventi diritto delle Misericordie del Molise di: Larino, Fortore, Petrella Tifernina, San Giuliano di Puglia e Termoli. In un comunicato stampa Faletra ha annunciato che presto sarà avviato un

nuovo coordinamento in provincia di Isernia. Faletra nel ringraziare i votanti per la fiducia accordatagli ricorda che “Le Misericordie del Molise sono l’organizzazione di assistenza e di promozione sociale ed umana articolata quasi su tutto il territorio regionale. Negli ultimi anni, pur nella difficoltà del momento di crisi economica continuiamo a crescere numericamente, infatti, molti sono le iscrizioni dei volontari nelle rispettive Misericordie molisane, pertanto, il nostro obiettivo ora e quello di moltiplicare le Misericordie nella nostra Regione. Le Misericordie molisane dispongono di

decine e decine di mezzi: ambulanze di ogni tipo, anche con rianimazione, mezzi per trasporto disabili per interventi nei servizi sociali, mezzi per pronto intervento di manovalanza, per protezione civile, moduli antincendio e tanto altro”. E i dati parlano chiaro sull’importanza di questa struttura: da gennaio a tutto il mese di settembre dell’anno in corso, le Misericordie sono state impegnatre in 2.744 casi di trasporti, dimissioni o dialisi, 3.087 emergenze e 118, cinquanta assistenze per manifestazioni varie, quarantasei presidi ospedalieri, 1.125 trasporti nei vari centri di riabilitazione.


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Termoli

9 ottobre 2013

Centro accoglienza profughi interrogazione del Movimento 5 Stelle SAN GIULIANO DI PUGLIA – Nei giorni scorsi si è parlato di istituire nel villaggio di prima accoglienza del centro bassomolisano un centro di accoglienza per 800 – 1000 persone che chiedono asilo politico.Voci che sono rimbalzate a livello nazionale che hanno catturato l’attenzione del movimento 5 Stelle i quali deputati hanno presentato una interrogazione parlamentare. Chiedono al Ministro dell’Integrazione e a quello dell’Interno se: “Il Governo non reputi inadeguato aprire un centro con una capacità di accoglienza tra le 800 e le 1000 persone in un paese come San Giuliano di Puglia che conta 1100 abitanti, peraltro privo dei servizi essenziali per accogliere e “proteggere” le condizioni delicate di un richiedente asilo” e se “quella zona a fortissima economia agricola possa implementare il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura ed il caporalato, posto che, la sua vicinanza con il foggiano ed i suoi ‘ghetti’ per esempio, può essere foriera di uno sviluppo di quel fenomeno di allargamento di zone fran-

che che ben si conoscono”. I firmatari del documento Luca Frusone, Gianluca Rizzo, Emanuela Corda, Tatiana Basilio, Paolo Bernini, Ferdinando Alberti e Massimo Artini, sono scettici perché: “Lo status giuridico del centro appare alquanto aleatorio. Si parla di un centro hub, con un intreccio fra i vari status giuridici dei centri previsti dalla normativa”. Gli onorevoli 5 Stelle ritengono che: “Nel caso in cui lo straniero non dovesse avere l’accesso alla procedura d’asilo, sarebbe di fatto una persona in fase di espulsione, quindi il centro si trasformerebbe di in un centro di trattenimento ed espulsione”. Anche Italo Di Sabato, referente regionale per l’Osservatorio sulla Repressione interviene sulla questione dicendosi contro l’istituzione del centro di accoglienza. “Non mi sembra casuale che si voglia collocare un centro così grande in contesto urbano così piccolo e privo di servizi, ma a vocazione agricola. Ritengo che sia un grave atto di irresponsabilità o, peggio, di consapevole spinta verso il lavoro nero e il caporalato

Collegamenti con il villaggio provvisorio: nessun ordine di interrompere il servizio navetta BONEFRO - E’con i fatti, quelli realmente tangibili, che affrontiamo il capitolo ricostruzione post sisma. In stretta sinergia e collaborazione con la Giunta regionale e l’Agenzia regionale di Protezione Civile, sto terminando gli incontri ricognitivi nei Comuni del cratere; verifico, quindi, di persona tutte le questioni ancora aperte, le vicende umane e burocratiche, le storie di chi reclama risposte, le necessità delle Amministrazioni. Oggi, più di ieri, posso realmente comprendere le domande di chi – a distanza di 11 anni dal terremoto del 2002 e a poco più di due settimane dall’ennesimo anniversario di quei giorni sciagurati – reclama, giustamente, risposte. I cittadini di Bonefro, chi vive ancora nel villaggio provvisorio, sono fra questi: la situazione che si trovano ad affrontare oggi – con la soppressione del bus navetta – è una delle conseguenze della fine del regime di straordinarietà ed emergenza che ha invece regolato, per dieci anni, le decisioni, gli atti e le attività dei Comuni ricadenti nel cratere sismico. In Molise non è più emergenza, almeno su carta. L’Agenzia regionale di Protezione Civile, accusata di non aver dato seguito alle richieste, non può contribuire in alcun modo per fronteggiare questa tipologia di spesa proprio perché l’emergenza è terminata. E’ bene chiarire che i fondi a disposizione, derivanti dalla delibera Cipe, sono finalizzati ad un solo, obbligato, obiettivo: concludere la ricostruzione. Naturalmente, è piena la consapevolezza che il problema - già oggetto di attenzione - esiste e che deve essere affrontato, in maniera condivisa, individuando percorsi e modalità che riguardino anche situazioni analoghe ancora in essere. Salvatore Ciocca

di una parte della forza lavoro migrante. Tutto questo con il diritto alla garanzia della protezione internazionale non ha nessun collegamento”. Contrarietà ha espresso anche l’associazione cattolica Pax Christi Molise: “Diciamo no a una forte concentrazione di persone, a

una militarizzazione del luogo, a un trattarli come animali rinchiusi in un circo. La nostra scelta umana prima che cristiana ci impone di rimetterci in discussione perché nessuno sia escluso, ma ad ognuno venga offerta l’opportunità di realizzarsi nel luogo dove meglio ritiene. La natura non ha frontiere”.

Adesione iniziativa bicentenario dell’Arma dei carabinieri SAN MARTINO IN PENSILIS - Il 5 giugno 2014 ricorrerà il bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, ricorrenza di profonda e significativa rilevanza storica per tutta la collettività nazionale che riconosce nell’Arma una delle istituzioni più solide del Paese, sicuro punto di riferimento per la tutela della legalità, per la prevenzione ed il contrasto alle criminalità di ogni specie, per la lotta ad ogni forma di terrorismo e corruzione di ogni genere. Per testimoniare l’attaccamento tra le comunità italiane e l’Arma dei Carabinieri, in occasione del 1° centenario fu eretto un monumento al Carabiniere nei Giardini Reali di Torino, realizzato con il contributo di

quasi tutti i comuni d’Italia, come attestato dalle delibere di adesione conservate nel museo Storico dell’Arma. In vista della celebrazione del bicentenario della fondazione, è intendimento dell’Arma realizzare un altro monumento che riprodurrà quello ormai celebre del Maestro Berti “I Carabinieri nella tormenta”, un’opera che ha segnato la storia d’Italia della quale sono stati fedeli protagonisti i Carabinieri, da collocare nei giardini di Via del Quirinale a Roma, significativamente intitolati al 150° dell’Unità d’Italia. L’iniziativa peraltro è patrocinata dall’ANCI e, pertanto, la Giunta municipale ha deliberato: “Di condividere pienamente e sostenere l’iniziativa”.

Pesca, chiamata d’imbarco per comandante ISOLE TREMITI – La Capitaneria di Porto di Termoli informa che il prossimo 11 ottobre alle ore 9, verrà effettuata una chiamata d’imbarco per marittimo italiano, in possesso del titolo di “Capobarca per la pesca costiera”, iscritto nel registro Pescatori, in regola con la vigente normativa sanitaria, disponibile d’ imbarcare in qualità di “comandante” settore pesca, sul motopesca “Nuova Ambra” iscritto al registro della delegaziione di spiaggia delle Isole Tremiti. Il marittimo interessato dovrà presentarsi presso l’ufficio della Capitaneria di Porto di Termoli. Sempre dalla Capitaneria comunicano che dal 21 settembre scorso i servizi della delegazione spiaggia delle Tremiti sono accentrati nella sede di Termoli. Saranno seguiti gli stessi orari di apertura al pubblico: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 12; martedì e giovedì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17.

L’erede di Dogi ed Ostrogoti URURI - Nicola Grimani (1790-1843): [Dhonikòli Dhonpaulùçit Gërmànavet] Nipote della nobildonna Domenica Maddalena Grimani, consorte di Giovanni Musacchio (discendente della Principessa Vlaika Kastriota nonché sesto sindaco di Ururi), “giocherà” un ruolo temerario e strategico nei drammatici avvenimenti dell'aprile 1818 (eliminazione della banda “Vardarelli”). L'albero genealogico del suo Casato registra “presenze parentali” di indubbia e straordinaria valenza storico-politica. Parentele con chi? Con il ....... Leone

di San Marco! Nelle vene di tre famosi Titolari del Potere Dogale Veneziano scorreva, difatti, sangue Grimani. I loro nomi? Antonio (LXXVI° Doge dal 1521 al 1523), Marino (LXXXIX° Doge dal 1595 al 1605) e Pietro (CXV° Doge dal 1741 al 1752). Stop alle sorprese? Non ancora. Ecco un ultimo “dettaglio”. Ci sovviene, in questo momento, una singolare testimonianza raccolta all'epoca del nostro lontano soggiorno in Gran Bretagna (anno 1970). Taulànd Ahmèt Kùpi (classe 1928), un eminente coraggioso intellettuale shqipë-

tàr e studioso di araldica in esilio politico a Londra, ci parlava di una più che verosimile ipotesi tendente ad individuare il Capostipite della Famiglia Grimani nella persona di un “certo” Giustino Ulpio Teodorico. Carneade, e costui? Era figlio della Principessa Matasunta (nipote del grande Teodorico, Re degli Ostrogoti e dei Romani dal 493 al 526) e del nobile illiro Germano (cugino in primo grado di Giustiniano il Grande, decimo Titolare dell'Impero Romano d'Oriente dal 527 al 5659). Tiberio Occhionero


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Sport

9 ottobre 2013

La presenza di tre sponsor non solleva la proprietà rossoblù da spese rilevanti.

Per vincere il campionato servono 200mila euro A tanto ammonta la cifra che verosimilmente dovrebbe uscire dalle casse della società di Falcione di Mauro Palladino Sulle maglie del Campobasso è comparsa la scritta La Molisana. Come negli anni della B. E’ chiaro che i termini del contratto siano cambiati: allora c’erano in ballo centinaia di milioni (di lire), oggi meno di 50 mila euro. A fare da cuscinetto tra l’azienda pastaia e la squadra con le maglie rossoblù è stato il sindaco Di Bartolomeo che si assicurò il si della ditta Ferro già in estate. In quell’occasione il primo cittadino del capoluogo riuscì a strappare un assenso ai Ferro anche in caso di eventuale ripescaggio in serie D. Aumentando la cifra dell’assegno. Per quel poco che ne sappiamo sembra che sia solo il Campobasso nel girone a poter sfoggiare sulle proprie divise il marchio di un’azienda tanto prestigiosa. La Molisana dopo l’acquisizione dei Ferro ha ripreso a guadagnare fette di mercato. Attestandosi ai primissimi posti tra le aziende alimentari del ramo. Finendo dietro alla De Cecco e a poche altre di alto target. Ben diverso invece è il discorso delle aziende che producono un prodotto più commerciale, a prezzi più contenuti. Va ricordato che la squadra che ha in

Giulio Perrucci il suo presidente “di servizio” si può vantare di essersi assicurata (tramite Falcione e Meo) anche la sponsorizzazione della Phlogas e, di recente, ha ricevuto anche il beneplacito della Banca Popolare delle Province Molisane. La stessa che ha fatto da tesoreria per

raccogliere i fondi versati in estate dai tifosi, al momento della rinascita. Sia ben chiaro: per fronteggiare un campionato di vertice non basteranno di certo i soldi provenienti dalle sponsorizzazioni. Tenendo conto anche dei costi che sono stati affrontati per il passaggio

della società dalla famiglia Lozzi alla nuova proprietà. Bisogna anche ricordare il pasticcio della Santeliana che è costato altri 10 mila euro, a perdere. Per questo alla gestione tecnica della squadra è il caso di aggiungerci altri 65 mila euro pagati per la successione. Facendo un po’ di previsioni economiche la stagione, così com’è stata impostata in casa rossoblù dovrebbe costare circa 200mila euro. Che una volta sarebbero serviti per reggere squadre di media classifica. Ma da quando i cordoni di tutte le borse si sono stretti ogni squadra si gestisce con budget ridotti. Anche se 200mila euro non sono da considerare cifra di poco conto. Campobasso forse è l’unica società che paga stipendi “veri”. Le altre, eccetto l’ambizioso Fornelli, si sono imposte di liquidare solo i “rimborsi”. Risparmiando anche sugli allenatori che per regolamento sono gli unici ad aver diritto a un contratto. Prendete la Santeliana: a Mario Cordone che tra l’altro gioca pure, lo remunera in maniera molto parca. Come era nell’aria, non a caso la squadra di Sant’Elia è stata sul punto di non iscriversi, proprio per mancanza di finanziatori.

Uno dei pochi amici molisani ricorda l’ex mister rossoblù che guidò i lupi nel 1984

Ecco perché fallì Giancarlo Cadè E’ stato un autentico leghista che non amava il sud con cui non ha mai legato Subentrò a Pasinato, il tecnico più amato, e rimpianse il Bologna che non l’aveva confermato Ho accolto con piacere l’invito da parte della Gazzetta del Molise di scrivere un breve ricordo di Giancarlo Cadè (morto qualche giorno fa, a 83 anni) che conobbi prima a Pescara e poi nella sua breve esperienza a Campobasso. Nella città abruzzese il mister bergamasco fece subito centro, portando i biancocelesti in Serie A per la prima volta nella loro storia. Io che in quei giorni, per ragioni di lavoro, abitavo a Montesilvano, durante il tempo libero (pomeriggio) ebbi modo di conoscere e poi frequentare Cadè, con il quale entrai ben presto in amicizia. Giancarlo era un uomo semplice, quanto ambizioso. Non ci misi molto a capire che era un maniaco del pallone. Quel senso di rincorsa della perfezione forse gli arrivò in seguito all’improvvisa notorietà che gli giunse con la vittoria che gli arrivò, alla guida del Verona, contro il Milan di Nereo Rocco che solo qualche giorno prima aveva vinto una coppa europea. E che arrivò anche stremato alla sfida del Bentegodi, dove i rossoneri furono battuti per 5-3, dopo aver subito le prime tre reti nella prima mezzora di gioco. Non c’è stato giorno che Cadè non abbia ricordato quel pomeriggio favoloso per lui e così nefasto per il Milan a cui sarebbe bastato anche il pareggio per fare lo spareggio

con la Juventus. Mentre i bianconeri vinsero a Roma, con un gol del solito Altafini, il Milan prendeva gol su gol e si lasciava superare in testa alla classifica. Lo scudetto fu appuntato sul petto della Signora e Cadè ricevette i ringraziamenti da parte dello stesso Giampiero Boniperti che in quegli anni era presidente della Signora del calcio italiano. A Pescara il mio amico Cadè fece veramente un miracolo: contro ogni aspettativa portò i biancocelesti in Serie A, mandando in tilt il traffico nel giorno della matematica promozione. Ho ritrovato Cadè a Campobasso nel 1984. Con gioia sono andato a trovarlo al Roxy, dove alloggiò nei primi giorni della sua permanenza molisana. Subentrò a Pasinato, il più amato degli allenatori rossoblù. Raccolse una eredità niente affatto semplice: vincere e convincere. Non gli riuscì né l’una né l’altra cosa: la squadra pur giocando bene faceva sempre qualche errore grossolano e le sconfitte seguirono altre sconfitte. Sino a che Molinari decise di mandarlo via, nonostante la dura resistenza di Piero Aggradi il direttore sportivo che lavorò con lui a Pescara, formando una affiatata coppia. Non manco di rispetto all’amico che non c’è più, tra l’altro anche più avanti di me negli anni, se svelo che Cadè a Campobasso venne di cattiva

voglia: aveva appena riportato il Bologna in B e si aspettava la riconferma. Che non arrivò. Così, per non rimanere fermo, accettò di scendere al Sud, terreno a lui poco gradito. Del Bologna e di Bologna città, invece, Cadè ebbe infiniti rimpianti. Nel rileggere il suo lungo curriculum di allenatore non è difficile scoprire quanto gli sia piaciuto galleggiare nelle zone nordiste. Al massimo si era spinto sino a Pescara e già gli era sembrato troppo. 150 chilometri più giù, sino al Molise gli sono sembrati eccessivi. Forse per questo non frequentò nessun molisano. Restando chiuso in albergo per tante ore, facendosi appena qualche passeggiata solitaria, tra gli alberi secolari della Villa Comunale. Toccò ad Aggradi comunicargli il licenziamento campobassano. Giusto il tempo di concordare con la segreteria rossoblù le modalità economiche e partire fu una sola cosa. Ricordo che lasciò il nostro capoluogo addirittura di sera. Faceva un gran freddo e il cielo non prometteva nulla di buono. Gli consigliai di aspettare la nascita del nuovo giorno. Non mi volle ascoltare. Mise in moto la sua auto tedesca e partì. Giancarlo era fatto così. Leghista prima di ogni altro. Forse per questo non ha mai trovato il feeling con la gente del sud. Domenico Cirelli


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