9 settembre 2014

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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 181 - MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.1919119 Fax: 0874.49441 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

L’Oscar del giorno a Sonia Iacovone

L'Oscar del giorno lo diamo a Sonia Iacovone. Anch’ella poliziotta, come il fratello Giuseppe morto a seguito di un inseguimento a Isernia, ha scritto una lettera indirizzata al premier Renzi, lettera in cui si dice pronta a restituire la medaglia che è solo “un pezzo di latta” senza valore visto che i poliziotti e tutte le forze dell’ordine non sono realmente tenuti nella giusta considerazione. "Sono passati molti mesi da allora, la mia famiglia attende uno straccio di giustizia posto che il principale imputato, nonostante nove testimoni e riscontri esaustivi, alla fine è stato assolto".

Il Tapiro del giorno a Pierluigi Lepore

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Pierluigi Lepore. Ancora una volta l'esponente politico di centrodestra è riuscito a farsi nominare coordinatore provinciale di Campobasso di Forza Italia. Iscritti e simpatizzanti si attendevano un cambio immediato del vertice del partito alla luce, anche, dei risultati non sicuramente lusinghieri ottenuti dal movimento nelle ultime amministrative. Ma era anche logica la sua sostituzione alla luce della necessità di un cambio radicale rispetto al passato. Ed invece ancora Lepore alla guida del partito a Campobasso.

GIORNALE SATIRICO

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9 settembre 2014

Il consigliere regionale Micone ha mosso le acque stagnanti, ma la classe politica molisana è capace unicamente a mantenersi in vita

Dal 3 giugno ad oggi nessuna scelta, nessuna decisione, nessuna prospettiva per i lavoratori della filiera avicola (Gam) Peraltro, appare molto strana la rassegnazione dei lavoratori ad essere tenuti per il bavero da gente che pratica il demagogismo come surrogato della propria attività ed esistenza Il vice presidente della giunta regionale, Michele Petraroia, e la giunta, con le spalle al muro. Ve li ha messi il consigliere d’opposizione (?) Salvatore Micone (Cogito, ergo sum) riprendendo e commentando ciò ch’è accaduto e sta accadendo intorno al destino degli oltre mille lavoratori (tra dipendenti dalla società e dell’indotto collaterale). Dal Consiglio regionale monotematico del 3 giugno scorso sulla situazione produttiva, economica ed occupazionale della Gam di Bojano ad oggi, non è stata mossa foglia. Le parole dette, gli interventi registrati in aula, gli impegni ipotizzati, gli altri annunciati, si sono miseramente volatilizzati. Un copione peraltro più volte recitato a Palazzo Moffa da una compagnia di guitti della politica, molti dei quali non hanno coscienza del perché si trovino in aula e per cosa fare. Altrimenti, da quella data ad oggi, un consiglio regionale responsabile, dinanzi all’inerzia del governo regionale, avrebbe preteso dei chiarimenti, rinnovato la volontà di uscire dalla indeterminatezza e di decidere in termini chiari e definitivi la sorte della Gam e dei lavoratori. Dal 3 giugno ad oggi, dice Micone, il nulla. Atteggiamento irresponsabile e inaccettabile. Come strana (e inaccettabile) appare peraltro la rassegnazione dei lavoratori ad essere tenuti per il bavero da gente che pratica il demagogismo come surrogato della

propria attività ed esistenza. Gente che promette, che molcisce gli animi esacerbati, che inganna. Prende tempo, sperando che le tensioni si allentino e i problemi si risolvano da soli. La mobilitazione dei lavoratori avrebbe potuto riaccendere la questione e tenerla sulla graticola. Ma non è stato, lasciando al singolo consigliere regionale l’onere e l’onore di porre di nuovo al centro dell’attenzione generale la Gam e i lavoratori in cassa integrazione (fino a quando?). Eppure, il 3 giugno nell’assemblea consiliare non sono mancati gli impegni e le promesse, fatti seguire dall’incontro (farsa?) di Frattura e Petraroia con i lavoratori della Gam. In quella circostanza – sottolinea e ribadisce il consigliere Micone - l'assessore Petraroia, oltre al suo pezzo forte (la cassa integrazione), aveva puntato sul riconoscimento dell'area di crisi del distretto industriale Boiano - Isernia – Venafro per il reperimento di risorse da destinare alla filiera avicola. In alternativa, presentando il piano industriale, il governo regionale si era detto pronto a dar vita a un progetto di socializzazione della Gam, fatto passare, ipocritamente e strumentalmente (giusto per superare l’imbarazzo e le tensioni), per già pianificato e di imminente realizzazione. Anche questa seconda scena della commedia tragicomica della Gam, al di là del fatto che non è stato mai chiarito chi, e con quali stru-

menti operativi, avrebbe gestito l’operazione, rimane fittiziamente e fintamente recitata. Sicché, a distanza di oltre tre mesi dalle eventuali strategie da mettere in campo dall'assessorato di Petraroia, non si hanno indizi né notizie. Se n’è reso conto alfine il consigliere Micone, e chiede spiegazioni. Ciò che in questo lungo lasso di tempo non è mai venuto meno, è il solito profluvio di annunci, di promesse, d’illusioni e di mistificazioni da parte di una classe politica capace unicamente a mantenersi in vita. Fregandosene del resto. Chissà se leggeremo mai che i lavoratori della Gam abbiano perso la pazienza. Dardo

L'intervento di Enzo Pontarelli Stiamo costituendo il comitato "salviamo il molise!", al quale già in queste ore stanno aderendo, oltre che privati cittadini, vari sindaci, ordini professionali ed associazioni, anche religiose, giornalisti, industriali e rappresentanti del mondo del lavoro, studenti. La paventata soppressione della corte di appello e con essa della procura generale, dei tribunali e delle procure di Isernia e Larino, del tribunale di sorveglianza e del tribunale e della procura dei minorenni, del Tar, della corte dei conti e della procura presso la corte dei conti, della commissione tributaria regionale e dell'avvocatura dello stato travolgerebbe anche numerosi altri importanti presìdi per la lotta alla criminalità quali i comandi regionali delle forze dell'ordine e magari (specie su Isernia) anche quelli provinciali, la prefettura e la stessa questura.

Salviamo il Molise! Un processo a catena che potrebbe portare anche alla soppressione di altri uffici organizzati su base regionale e magari (specie ad Isernia) anche quelli organizzati su base provinciale (inail, inps, ufficio del lavoro, ufficio del tesoro, agenzia delle entrate, catasto, corpo forestale, vigili del fuoco, motorizzazione civile, ecc.). Da quanto sopra scaturirebbe, a parte l'enorme disagio per la popolazione nel raggiungere luoghi lontani dove vengono delocalizzati gli uffici, anche il trasferimento di migliaia di nuclei familiari al fine di prestare servizio presso le nuove sedi di appartenenza, con conseguente ulteriore spopola-

mento dei nostri comuni e dunque delocalizzazione anche di enti ed uffici privati organizzati su base regionale e su base provinciale, quali le banche, le assicurazioni, i partiti ed i sindacati e gli stessi organi di informazione (le cui redazioni verrebbero a loro volta delocalizzate, quando non sparirebbero del tutto). Questo processo a catena comporterebbe dunque un danno disastroso per la nostra economia regionale, già colpita duramente dalla gravissima crisi economica ed occupazionale che stiamo vivendo da anni ed ancor più pesantemente in questo periodo (vedi chiusura esattorie, dello zuccherificio, della

Gam, dell'Itr, di Di Risio e degli altri). lo spopolamento causato dal trasferimento di migliaia di nuclei familiari determinerebbe infatti un pesante calo della domanda e quindi l'ulteriore chiusura di tanti esercizi commerciali e delle poche realtà industriali ancora allo stato presenti sul territorio, il blocco di un'edilizia già oggi allo stremo, ecc.. Per questi motivi, invitiamo ad una mobilitazione generale. Invitiamo tutti coloro i quali vogliano aderire al costituendo il comitato "salviamo il Molise!" a contattare il primo punto di contatto enzo pontarelli: enzo.pont@gmail.com .


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3 9 settembre 2014

Liquidati in piena crisi 43mila 758 euro al direttore amministrativo: favoritismi all’Asrem?

Sanità e soldi, le ferie non godute si pagano solo a Paglione CAMPOBASSO. Cosa succede all’Asrem? Si ha quasi l’impressione che si utilizzino due pesi e due misure nei confronti del trattamento economico verso i dirigenti medici. Chi è “il favorito” della settimana? Il dottor Giancarlo Paglione, direttore amministrativo dell’azienda sanitaria molisana e già direttore di Chirurgia generale nonché direttore del Dipartimento di Chirurgia. A lui, al dottor Paglione, sono stati liquidati 43mila 758 euro (virgola 37 centesimi) per ferie non godute. Dal provvedimento numero 253, firmato dal neo dg Fuiano lo scorso 28 agosto, si legge la cifra che il dottor Paglione, grande sostenitore di Frattura alle regionali 2013 (tanto che qualcuno mormorava che sarebbe stato scelto assessore regionale esterno alla Sanità dal neo governatore), ha ricevuto andando in pensione. Che c’è di

strano nel liquidare le ferie non godute ad un medico che va in pensione? Nulla. Se non fosse per il fatto che, da diverso tempo, la dirigente Asrem responsabile dell’istruttoria e che ha proposto l’atto di liquidazione (la dottoressa Loredana Paolozzi) ha emanato direttive (per conto dell’Asrem) in base alle quali si chiede ai primari della sanità pubblica di non avere più di 50 giorni di ferie arretrate. Il motivo? Sembra che nella sanità pubblica fosse ormai una prassi consolidata accumulare ferie per riscuotere, una volta andati in pensione, le somme dovute. Una “truffa”, se così si può dire, a cui l’Asrem ha cercato di mettere un freno proprio con le direttive a firma della dottoressa Loredana Paolozzi. In base a questi atti interni, il medico con un

"Caccia solo per gli intimi?" L'associazione venatoria migratoristi denuncia la delibera della Regione CAMPOBASSO. L'associazione venatoria ANUU migratoristi, in relazione alla delibera n°416 del 2014, intende prendere le dovute distanze. "Gli accordi presi in sede di consulta regionale alla presenza del Presidente Regionale detentore della delega, non erano questi. Dopo l'assegnazione della delega alla caccia al Dott.Cristiano Di Pietro qualche associazione venatoria in maniera egoistica ha pensato bene di avvicinare l'Assessore per indurlo delegittimando la restante parte del mondo venatorio, a deliberare in gran carriera la preapertura alla Tortora, avvenuta il 02/09/2014 alle 23.30. Questa operazione così organizzata, ha dato la possibilità esclusivamente a pochi privilegiati che ricevevano rassicurazioni nel momento in cui la giunta approvava la delibera. La delibera in questione tra l'altro fa riferimento alla stagione venatoria 2013/1014, stagione conclusasi ormai già da tempo quindi priva di validità ma la cosa più grave che in caso di contestazioni da parte degli addetti alla vigilanza venatoria ai cacciatori durante l'attività venatoria sarà complicato dimostrare il contrario. Per queste ragioni intendiamo prendere le distanze dalla delibera, provvedendo ad informare i propri soci delle possibili conseguenze che vanno incontro".

numero di giorni di ferie accumulate superiore a 50 avrebbe dovuto concordare con l’azienda un piano ferie per tornare alla normalità. Nell’ambiente si dice che, a quanto pare, tutti si sono adeguati tranne il dottor Paglione che si ritrova con 114 giorni di ferie non godute dal 2006 al 2009. Non per volontà propria, sia inteso. A testimoniare che le ferie non godute sono state causate da motivi di esigenza di servizio è stato il dottor La Floresta. Così il nuovo direttore Fuiano, rifacendosi alle leggi nazionali in vigore, ha liquidato le 43mila euro. Domanda: perché questa possibilità non è stata e non viene concessa anche agli altri medici con la motivazione che in pieno piano di rientro di rientro dal deficit sanitario (che i cittadini pagano profumatamente con l’aumento delle tasse) non è

possibile riscuotere al momento della pensione? Un interrogativo che gira nei corridoi del Cardarelli di Campobasso, del Veneziale di Isernia, del SS Rosario di Venafro, del San Timoteo di Termoli e al Caracciolo di Agnone che vedono, insieme ai cittadini, chiuse le sale operatorie per mancanza di personale medico e paramedico che devono godersi le ferie a causa dell’accumulo. giorug

Forza Italia si rinnova con volti angelici Pierluigi Lepore segue Patriciello e si riconferma alla guida della provincia di Campobasso CAMPOBASSO. Per un giornale con orientamento politico vicino al centrodestra è un disonore disquisire delle scelte politiche dettate da Roma. Così, ci si ritrova a parlare, in tema di Forza Italia, della riconferma di Pierluigi Lepore alla guida del partito nella provincia di Campobasso. Insomma, a Isernia abbiamo il fac totum di Patriciello (Ivan Forte), nel capoluogo c’è il grande Pierluigi Lepore. Facce nuove e mani pulite? Beh, qualche scheletro nell’armadio (neanche tanto nascosto) ci sarebbe. Lepore, ad esempio, è l’uomo condannato a dicembre 2013 dalla Corte dei Conti (e non da solo) a restituire 180mila euro perché tra il 2006 e il 2008, da presidente dell’Arsiam, avrebbe confezionato un contratto che portava l’indennità di posizione a 90mila euro annui, con un trattamento economico che raddoppiava rispetto a quello massimo stabilito dalla legge. E’ finita qui? No. Lo stesso Lepore è stato condannato per truffa a giugno 2014 dal tribunale di Campobasso perché avrebbe percepito rimborsi non dovuti sempre durante la sua presidenza all’Arsiam. Ma le protezioni romane garantiscono il mantenimento di posizioni politiche anche quando quelle scelte sono deleterie per il partito su base locale. E Lepore, si sa, è

amico dell’ex ministro Matteoli oggi senatore che presiede all’interno di Fi la commissione per selezionare le candidature per le prossime regionali (su scala nazionale) nonché di avviare le trattative con gli alleati. Non siamo in grado di capire quali siano stati i criteri di selezione per la scelta dei coordinatori provinciali. Certo è che se inviano in Molise un tal Rotondi come commissario, non ci si può aspettare che le scelte dei berlusconiani possano andare verso un rinnovamento del partito. In fondo il ricordo delle iniziative legislative di Rotondi hanno memoria corta. Dal 2006, quando entrò in Parlamento, lo si ricorda per la proposta di erigere una statua all’omonimo ignoto al centro di Piazza Plebiscito o per chiedere al regista statunitense Francis Ford Coppola un risarcimento miliardario per aver screditato il clan dei corleonesi con una maliziosa omonimia cinematografica. Oppure lo si ricorda come il “mitomane” che ha inventato il governo ombra. In attesa che anche lui, come tutte le ombre, svanisca nel nulla, il popolo di centrodestra deve fare i conti con le nomine di Forte e Lepore. E di questo si ringraziano i politici nazionali troppo occupati ad incassare e salvare il loro fondoschiena.


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4 9 settembre 2014

Contro le decisioni del governo, di nuovi tagli, la provocazione dell'ex senatore, Alfredo D'Ambrosio

"Vogliono sopprimere il Molise?

Dimissioni in massa" CAMPOBASSO. Dimissioni di massa, come soluzione estrema contro i tagli alla giustizia in Molise e contro la paventata perdita dell’autonomia regionale. Non rinuncia alla battaglia in difesa della sopravvivenza della Corte d’Appello di Campobasso, Alfredo D’Ambrosio. L’ex senatore, che già nelle scorse settimane aveva pubblicamente contestato il progetto di revisione della geografia giudiziaria del ministro della Giustizia Andrea Orlando, torna alla carica e sprona i politici locali ad essere pronti a tutto. Anche a lasciare la poltrona occupata, se necessario, per difendere il Molise, la cui autonomia pare seriamente a rischio a causa dei continui e persistenti tagli lineari. Nessuna rassicurazione concreta è infatti pervenuta nemmeno dall’incontro con il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, che ha semplicemente confermato il rinvio della discussione sui tagli alla giustizia in Consiglio dei ministri a data successiva al 13 settembre. “Occorre un’azione democratica e civile, ma forte – dichiara D’Ambrosio – Basta chiacchiere, uniamoci tutti in difesa della nostra autonomia. Non bisogna commettere l’errore, come sta accadendo in questi giorni, di dividersi e scaricare le responsabilità su questa o quella gestione amministrativa. La regione attraversa uno dei momenti più delicati e difficili della sua storia: dunque, l’appartenenza a un partito o a una coalizione su questioni che interessano il destino della regione non ha ragione di esistere. Dobbiamo essere – continua l’ex parlamentare – ora più che mai uniti nel fare blocco unico per coinvolgere i cittadini di tutta la regione in

un’azione congiunta capace di scongiurare, una volta per sempre, tagli e soppressioni di servizi”. D’Ambrosio pensa a un’azione coordinata e mirata, civile e pacifica, che comprenda politica, sindacati, associazioni, cittadini. “Nel Consiglio regionale ad hoc di fine agosto – afferma – bisognava già convocare i sindaci di tutti e 136 i comuni del Molise, così da trattare insieme i temi cruciali per la sopravvivenza della regione.

Per il sindacato Gilda il governo Renzi non ha mantenuto le promesse fatte

"Scuola col piede sbagliato" CAMPOBASSO. “Giù le mani dagli scatti di anzianità e no secco al potenziamento dei poteri dei presidi “. Così Michele Paduano, coordinatore regionale della Gilda degli Insegnanti, commenta a caldo il messaggio del presidente del Consiglio per il lancio del patto formativo “la buona scuola”. I motivi per cui Renzi parte con il piede sbagliato con il suo ´passo dopo passo´ – spiega Paduano – sono tre. Prima di tutto bocciamo il meccanismo degli scatti assegnati in base al merito e rivendichiamo il diritto alle progressioni di carriera legate all´anzianità di servizio. Inoltre contestiamo la possibilità che si vuole dare ai presidi di scegliere gli insegnanti più adatti alle loro scuole, perchè ciò significherebbe aumentare i poteri già fin troppo ampi esercitati dai dirigenti scolastici. E poi è assurdo chiedere agli studenti quali materie vogliono studiare: i programmi devono essere redatti a livello nazionale e non in base alle preferenze degli alunni ma ai curricula che servono per rendere competitivi gli studenti italiani”.

I sindaci devono essere impegnati a coinvolgere le popolazioni da loro amministrate, a tutti i livelli. In tal modo potrebbero scaturire iniziative da portare a Roma, quali petizioni, mobilitazioni pacifiche, ecc. Bisogna far sentire forte la nostra voce al ministro Guardasigilli il quale, evidentemente, pensa che una Corte d’Appello possa rimanere in essere soltanto su un territorio ad alto tasso di criminalità o con una popolazione particolarmente consistente. Peccato però che il numero di abitanti, con l’amministrazione della giustizia, non c’entri assolutamente nulla. Anzi – affonda l’ex senatore – poiché è cosa nota che il Molise ha un problema di numeri (ma conserva pur sempre la propria laboriosità e dignità) il governo centrale dovrebbe garantire aiuti di Stato, non fare ultimatum e iniziative volte a sopprimere quei pochi servizi che non sono ancora stati falcidiati”.Per questo, insiste ancora D’Ambrosio, “occorre essere decisi, extrema ratio, finanche a presentare le proprie dimissioni da qualsiasi carica pubblica, politica e amministrativa, in modo compatto. Credo inoltre sia giunto il momento che la Regione Molise istituisca un comitato permanente con personalità capaci di elaborare proposte e, di conseguenza, rimedi da adottare sui temi della giustizia e dell’occupazione. Non possiamo dimenticare, infatti, le gravi difficoltà dei lavoratori di Esattorie, Gam e Zuccherificio, solo per citarne alcuni. Solo in tal modo – conclude D’Ambrosio – potremo tirare fuori le idee migliori e dar vita a un progetto concreto ed effettivo di rilancio”.

"Ex Cattolica, buona la prima" La segretaria della Uil, Boccardo, ritiene positiva l'azione del Cda della struttura sanitaria CAMPOBASSO. La segreteria Regionale della Uil Molise guarda con fiducia al nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II e ritiene apprezzabile la nuova impostazione di lettura per il riequilibrio del Bilancio, chiedendo l’intervento del socio unico “Università Cattolica”, presenza fondamentale e utile al superamento delle difficoltà finanziarie. Iniziativa, questa, che sollecitiamo da tempo come Uil FPL con l’auspicio che venga perseguita al più presto. Ricordiamo, comunque, che i lavoratori stanno ancora sacrificando il proprio reddito a sostegno del risanamento economico della Fondazione, attraverso iniziative di solidarietà che toccano i salari di tutte le categorie dei lavoratori, anche quelle economicamente meno consistenti. Visto il convincente avvio, tuttavia, sin da subito ci aspettiamo azioni concrete da parte del Manage-

ment della struttura, partendo da un convinto rilancio della stessa, anche attraverso il rafforzamento delle attività di Alta Specializzazione, da rimettere al centro degli obiettivi e per tornare ad essere calamita di mobilità attiva e offrire un’adeguata risposta al malato, integrandosi con la sanità pubblica. Se tale direzione sarà imboccata, si contribuirà anche al risanamento generale della sanità Molisana, come noto penalizzata negli anni da sprechi e tagli alla spesa pubblica, partecipando anche ad un più complesso processo di rilancio economico e sociale di una Regione che potrebbe vantare importanti eccellenze in campo sanitario pubblico e privato. Tutto ciò però, non può accadere senza il coinvolgimento diretto dei lavoratori, vero motore della struttura, e senza la giusta valorizzazione delle professionalità interne e del loro prezioso lavoro.”


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5 9 settembre 2014

Se il 12 settembre il consiglio comunale approverà l’ampliamento della lottizzazione Parco dei Pini… Di una cosa saranno certi i campobassani: siano di destra o di sinistra, gli amministratori privi di sensibilità amministrativa e deficitari in cultura, riconoscono e si piegano solo al potere economico Tra il dire e il fare … con tutto ciò che segue. Ne dovrà prendere atto l’assessore all’urbanistica Bibiana Chierchia che al nostro giornale solo pochi giorni fa ha detto, con una punta di sotteso orgoglio, che un territorio che nel passato si è trovato a subire un’espansione disorganica e disordinata, deve necessariamente essere rivalutato e riorganizzato secondo scelte politiche che lo rispettino paesaggisticamente, urbanisticamente, socialmente. Le toccherà di pensare di non averle mai pronunciate quelle parole né di aver mai creduto al loro significato. Potrà accadere il 12 settembre nel momento in cui, come le tre classiche scimmiette sul comò (Non vedo - Non parlo,- Non sento) sarà costretta ad accettare che la lottizzazione Parco dei Pini venga riaperta e ampliata in disprezzo al fatto che si tratta di una lottizzazione ampiamente gratificata in passato (in vece delle villette a schiera è stato concesso fossero elevati palazzoni a sei/sette piani per risparmiare terreno che oggi diventa merce di scambio); di una lottizzazione tecnicamente e amministrativamente ampiamente conclusa; di una lottizzazione intorno alla quale ruotano notevoli interessi economici e, dobbiamo pensarlo, politici, se un consiglio comunale si presta ad assecondarli in nome di un potere discrezionale (dire sì o dire no) che farebbe aggio solamente a ciò che interessa ai nuovi costruttori e non alla collettività campobassana. Se ampliata, verranno costruiti altri volumi edilizi e tre strutture commerciali che andranno ad oscurare in eterno il più bel panorama di Campobasso: un emblema, una identità storica e culturale. In cambio di niente. Perché i terreni che dicono verrebbero dati in contropartita, sono superfici dovute a compenso dei nuovi volumi edilizi e commerciali, e il contributo finanziario che verrebbe elargito per la realizzazione di un campo polivalente non sarebbe altro che un’elemosina. Anzi, peggio. Una possibile copertura ad eventuali altre forme di dazioni sottobanco. Di fronte al paventato cedimento delle coscienze di quanti avendo votato contro l’ampliamento della lottizzazione anche recente-

mente, nel corso delle commissioni all’urbanistica dedicate alla questione, cambierebbero parere, non si può pensare altro. Se di contropartite si vuole parlare, ebbene sì, la contropartita proposta dai lottizzanti è tipica dei furbi e dei potenti alla dabbenaggine degli amministratori. Di questa lottizzazione e del modo scorretto e poco trasparente con cui potrebbe arriverà a centrare un ulteriore vantaggino economico sottraendo alla vista collettiva il profilo panoramico che partendo dal Castello Monforte scende verso le chiese romaniche di San Giorgio e San Bartolomeo, quindi include la torre di delicata Civerra e la parte più antica del borgo medioevale, ne abbiamo fatto una questione d’onore per i campobassani, nonché un dato di cronaca tra i peggiori che si possano annoverare nella disastrata storia urbanistica del capoluogo. Un bell’esordio per l’assessore Chierchia e la sua Campobasso “Citta Europea”, non c’è che dire! Comunque, l’assessore potrà vantarsi di un primato: mai nessuna costruzione ha avuto un effetto così ostruttivo e devastante del paesaggio quanto quello dei nuovi volumi edilizi e delle tre strutture commerciali su via 4 novembre. Il profilo panoramico appena descritto non lo vedremmo più dal punto migliore di osservazione; vedremmo le insegne di tre nuove strutture commerciali. In questa faccenda, spudoratamente, senza alcuna remora, gli amministratori comunali hanno messo in piedi la più volgare delle prese in giro ricorrendo a interpretazioni tecnicoamministrative di comodo, tra le più inique che si possano addebitare a chi amministrata il bene pubblico. In che modo? Presto detto. Dapprima, facendo finta di votare contro la riapertura della lottizzazione e il suo ampliamento stando attenti, però, a non motivare il diniego per rendere l’atto amministrativo facilmente attaccabile al Tar; quindi non costituendosi, anche qui deliberatamente, davanti al Tar al quale s’erano rivolti i lottizzatori per farsi dare ragione; quindi ancora, a più riprese, con accordi interpersonali dei lottizzatori e i loro assistenti tecnici e legali col sindaco Battista, come in precedenza li avevano presi col sindaco Di Bartolomeo, per arrivare ad aggirare gli ostacoli.

La lettera fatta arrivare sul filo di lana, e letta in consiglio, in cui i lottizzanti si dicono disposti ad evitare all’amministrazione l’ignominia del commissario ad acta e a dare in contropartita al Comune i migliori terreni dell’area lottizzata e da lottizzare, è frutto di un mettersi d’accordo, su quali basi, però, nessuno può sapere, ma solo immaginare. Allo stato delle cose, nel dare da parte dei lottizzanti e nel ricevere da parte del comune, non c’è alcun interesse pubblico da salvaguardare ancorché salvaguardato, ma solo interessi privati. I terreni che verrebbero dati all’amministrazione sono dovuti, e per giunta, nella loro migliore disponibilità possibile, altro che chiacchiere. Per legge. L’eventuale contributo di cui è fatto cenno nella missiva dei lottizzanti per la costruzione di un impianto polivalente, a sua volta sarebbe la prova di essere di fronte a un’evidente nefandezza tecnico-amministrativa mercificata. Di una cosa pertanto devono essere certi i campobassani: la discrezionalità che probabilmente verrà usata per concedere ai lottizzanti ciò che vogliono, senza alcun vantaggio per la collettività (se vantaggio ci sarà, lo trarranno i concedenti), toglierà per sempre la memoria di un paesaggio cittadino che chiunque lo ha potuto ammirare, vi ha riconosciuto la storia e il divenire della città. Che siano di destra o di sinistra, gli amministratori privi di sensibilità e deficitari in cultura conoscono e si piegano solo al potere economico. Comunque sarà conclusa, di certo la vicenda è miserevole. Dardo

L’intervento.

Tempo scaduto?... la Cina si allontana di Giovanni Venuto Tra 24 ore scade il tempo per partecipare alla Mission in CINA, ben 15 Aziende Molisane pronte ad esportare i loro prodotti nella Nazione più popolosa al MONDO e avida del vero MADE in ITALY, potrebbero veder VANIFICATA questa aspirazione che risolleverebbe l'economia di migliaia di famiglie, perché il Presidente della Giunta Regionale ancora NON ha nemmeno risposto alle email ufficiali giunte dalla Confinpresa Piemontese e alle continue mie sollecitazioni, in qualità di COORDINATORE della Mission, sia per telefono, per

email e anche con utilizzo dei Media Regionali. Siamo all'ULTIMA SPIAGGIA ripeto per 15 Aziende ed altre 14 che restano in attesa del report della Missione. INTANTO che le ore passano INSERISCO cosa scriveva un Quotidiano NAZIONALE nel 2012 a proposito del MOLISE... Desidero riportare alcuni passi :“I dati economici e sociali del Molise mostrano una economia stagnante con una bassa partecipazione alla forza lavoro, le donne hanno un ruolo secondario e moltissimo è tenuto a galla dalla spesa pubblica. I debiti delle amministrazioni pubbliche sono aumentati a vista d’occhio. La natura clientelare di

questa massa di denaro pubblico è evidenziata dalla concentrazione della spesa nel settore sanitario (di cui è nota la mala gestione legata a clan familiari generati dalla politica) e dalla scarsità di investimenti. Le poche imprese private hanno redditività prossima allo zero. Pertanto anche queste mostrano livelli di indebitamento in quasi costante crescita, anche perché il settore bancario pratica tassi sproporzionatamente alti rispetto al costo della provvista. Il settore tessile e dell’abbigliamento un tempo molto florido è quasi alla frutta . Resiste solo un po’ di turismo e il settore del

FOOD Tipico Molisano. In conclusione una società incagliata in una situazione insostenibile di assistenzialismo, bassa produttività, asfissia imprenditoriale e, in definitiva, di generalizzato declino”.Ai lettori è aperto ogni COMMENTO, ma anche un INVITO a NON incatenarsi ai Cancelli delle Fabbriche, perché sarebbero in pochi a soffrire, mentre chi vive al CALDO di POLTRONE molto redditizie utilizzando DENARO pubblico, beh! forse occorrerebbe farli sentiree vedere UNA FOLLA di Persone Affamate che da moltissimo tempo sono vicinissimi alla POVERTA' ASSOLUTA!


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Campobasso

9 settembre 2014

Giovani Giovanotti Giovinastri, dopo 21 anni torna l’evento che rilancia il livello culturale della città I “ragazzi” del ’93 danno la sveglia ai giovani per spingerli a prendere le redini della kermesse E’ iniziato ieri e proseguirà fino a venerdì Giovani Giovanotti Giovinastri, il contenitore di suoni, immagini, parole ed idee arricchito di nuove componenti: virtualità, multimedialità, interattività e multisensorialità. Due mostre, due concerti, quindici dj set, un dibattito, quattro proiezioni cinematografiche, dodici espositori (vinile fumetti artigianato riciclarte) e la performance “Il ritorno della balena”. Sono questi i numeri della manifestazione che dopo ventuno anni torna per dimostrare ai cittadini che si può mantenere alto il livello culturale del capoluogo anche senza soldi sostituendosi, momentaneamente, a chi sarebbe preposto a farlo. Ieri i “ragazzi” del ’93, ora affermati professionisti, hanno illustrato programma e intenti della kermesse nel corso di una conferenza stampa organizzata nella location che ospiterà gran parte degli eventi, l’ex Onmi di via Muricchio. “Mel ’93 la manifestazione ha lasciato il segno, ora però l’intento non è né nostalgico né autocelebrativo – ha spiegato Leopoldo Santovincenzo – vogliamo riaprire il capoluogo a nuovi scenari e immaginari per dimostrare che è un evento che si può fare e, soprattutto, si può rifare”. Ciò che ha spinto gli organizzatori a riproporre l’evento è stata l’esigenza di far conoscere alle nuove generazioni le potenzialità culturali della città e far sapere loro che è possibile organizzare eventi culturali e far emergere i talenti nostrani che troppo spesso restano all’angolo. “La manifestazione vuole essere

Sciopero Seac, domani i lavoratori incrociano le braccia Le organizzazioni sindacali preso atto del fallimento dell'ultimo incontro tra RSU dei lavoratori e ditta Seac trasporto pubblico urbano di Campobasso, incontro tenuto il 4 settembre , sono costrette a confermare lo sciopero proclamato per domani. Lo sciopero, il secondo per questa vertenza, avrà durata di 24 ore. La Cgil è certa che l'utenza comprenderà le ragioni dell'inevitabile protesta.

Istituto Pilla, l’apertura slitta al 15 Il sindaco Antonio Battista ha stabilito lo slittamento dell’apertura dell’istituto Pilla di via Veneto. Gli studenti della scuola superiore torneranno tra i banchi lunedì 15 mentre per i colleghi il suo della campanella scatterà domani. A spingere il primo cittadino a posticipare l’inizio delle attività scolastiche del Pilla è stata la nota della Provincia di Campobasso con cui sono stati richiesti quattro giorni per consentire all’impresa di completare i lavori di miglioramento sismico dell’edificio di via Veneto e alla dirigenza scolastica di poter rendere fruibili gli ambienti scolastici per la ripresa delle attività.

Leopoldo Santovincenzo, Gianclaudio Piedimonte, Mauro Minervini e Paolo Di Lallo

una sveglia per i ragazzi – hanno aggiunto Gianclaudio Piedimonte e Mauro Minervini – noi ci siamo ma d’ora in poi tocca ai giovani prendere l’iniziativa e ideare la manifestazione con il nostro sostegno scoprendo o riscoprendo gli spazi dell’Ex Onmi da oltre dieci anni al servizio della cultura ”. Tutti gli eventi sono gratuiti proprio perché l’obiettivo non è quello di avviare una macchina economica ma di produrre cultura. Tra le iniziative sta riscuotendo un enorme

successo “Io c’ero .. e tu?”, l’ invito lanciato su face book accolto da chi, negli anni ’93-’96, ha vissuto l’atmosfera fortemente creativa di Giovani Giovanotti Giovinastri. Tramite il gruppo creato su Fb, ogni giorno più numeroso, la mostra fotografica e documentale “IO C’ERO GGG ’93 ‘96” si è arricchita in pochi mesi dei contributi di tutti i giovani giovanotti e giovinastri che, in quegli anni ed in quei giorni, spostavano il proprio centro di aggregazione a Selva Piana, sede indiscussa della

kermesse. Tra cinema, musica live, esposizioni e dibattiti culturali, Giovani Giovanotti Giovinastri culminerà venerdì al Blue Note con “Il Ritorno della Balena” una performance che ripercorre metaforicamente un viaggio nella potenza dell’immaginazione. Mentre il programma di oggi prevede alle 18 l’inaugurazione della mostra “BAHP Beat Hippy Autonomi Punk” allestita nella Sala 1 della GIL in via Milano, 126 pannelli per ripercorrere le controculture e i movimenti che dagli anni Cinquanta hanno rivoluzionato il modo di vivere di ognuno.“Una mostra sulle controculture e i movimenti che a partire dagli anni Cinquanta hanno popolato la nostra vita, che hanno segnato il tempo e sognato di andare fuori dal tempo, che hanno stravolto il modo di vivere e quindi anche la politica, che hanno tentato di separarsi dalle separazioni per allargare l’area della coscienza e assaltare il cielo”. Questo il senso che il curatore, Marco Philopat, dà alla mostra, risultato di una lunga ricerca in infiniti archivi. Alle 21 nei locali dell’ex Onmi sarà proiettato il film Searching for Sugar Man e alle 22,30 il concerto di Erica Mou & Mirko Signorile. Un duo d’eccezione, Erica Mou ironica e sensuale, una delle più interessanti e non convenzionali cantautrici del panorama musicale italiano salirà sul palco di Giovani Giovanotti Giovinastri con il pianoforte di Mirko Signorile da anni attivo sulla scena jazz nazionale. Teresa Manara

Gambatesa, il sindaco replica ad Abiuso L’articolo a firma di Pasquale Abiuso, pubblicato sul sito “Gambatesa web” e apparso anche sulle pagine di un noto quotidiano locale, merita una breve replica, volta semplicemente a ristabilire la verità intorno ad una vicenda, che qualcuno sta cercando di trasformare in una semplice occasione per fare della sterile quanto becera polemica. E l’evidente strumentalizzazione politica di una così delicata questione si evince chiaramente dai toni, solo apparentemente pacati, ma in realtà carichi di risentimento e malessere post-elettorale. Essere ripetutamente indicata come “l’avvocato Sindaco”, per poi diventare la “Stella del Foro”, la dice lunga sullo stato d’animo del capogruppo della minoranza, dott. Pasquale Abiuso, oltre che sulla pochezza di argomenti che lo stesso mostra di avere nella materia oggetto di discussione. Ed invero alla fragilità delle argomentazioni si unisce una evidente mancanza di chiarezza in ordine alla soluzione da dare alle problematiche che ci occu-

pano: il nostro stigmatizza le pluriclassi, ma non è d’accordo neppure per l’accorpamento della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado di Gambatesa e Tufara. Vuole un polo scolastico da realizzare in una posizione strategica!. Di fronte a tale presa di posizione francamente mi trovo sprovvista di risposte concrete, non essendo ancora in grado di fare magie, anche se non mancherò di organizzarmi al fine di non scontentare nessuno dei miei concittadini. Ma come dicevo, non intendo entrare nel merito, ma semplicemente ripristinare la verità in ordine all’effettivo svolgimento dei fatti. Per questo, onde sgombrare il campo da ogni equivoco e scongiurare travisamenti di sorta, preciso che, all’esito della consultazione, non essendo stato possibile verificare la posizione dominante tra i genitori in ordine alla questione, a causa della presenza nell’urna di ben sette schede votate in più rispetto ai votanti, la prima ipotesi formulata è stata

proprio quella di ripeterla, con buona pace di tutti. Di fronte a tale proposta sono letteralmente insorti i sostenitori del fronte del “no all’accorpamento”, dichiaratisi platealmente contrari ad una nuova consultazione. Quanto alla prova di resistenza, poi, la stessa è stata correttamente effettuata al solo fine di verificare se vi fosse, comunque, una maggioranza, cosa non riscontrata. Nessuno ha, poi, mai affermato che, per effetto della prova di resistenza, avrebbero vinto i sostenitori del “sì all’accorpamento”. Pasquale Abiuso, dunque, o è male informato o è in malafede!. Vero è che la situazione di empasse venutasi così a creare ha giocoforza costretto l’amministrazione comunale ad assumersi la responsabilità di prendere una decisione, non più procrastinabile. E la decisione, infine, assunta (accorpare le scuole elementari e medie di Gambatesa e Tufara) non è stata assolutamente facile alla luce del clima venutosi a creare. Ad ogni

buon conto essa è scaturita da una attenta e lungimirante valutazione e muove unicamente dall’intento di salvaguardare la qualità della didattica e della formazione e di scongiurare, al contempo, il rischio di chiusura, entro breve, delle scuole medie sia di Tufara che di Gambatesa. E’ solo il caso di ricordare che l’anno prossimo avremo alle medie la stessa situazione che si presenta oggi a Tufara, vale a dire tre classi in una! Pertanto solo collaborando con l’unico paese a noi più vicino possiamo pensare di sopravvivere. Quanto all’accordo con Tufara, poi, preciso che la sua efficacia sarà limitata all’anno scolastico 2014/2015, riservandosi i due Enti di definire anno per anno l’organizzazione scolastica, tenendo conto del numero degli iscritti e della normativa vigente. Riteniamo, dunque, di avere fatto la scelta migliore nell’interesse di entrambe le comunità e soprattutto per i nostri bambini. Il Sindaco di Gambatesa Carmelina Genovese


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Campobasso

9 settembre 2014

La lottizzazione è scaduta e non può essere tacitamente rinnovata

No alla cementificazione di Parco dei Pini CAMPOBASSO. Sulla questione lottizzazione Parco dei Pini a Campobasso, non sembrano esserci dubbi per un no motivato da parte del Consiglio comunale. E riguarda l'efficacia temporale del piano di lottizzazione. Il privato: nella qualità di lottizzante che ha realizzato le opere di urbanizzazione di pertinenza nell’ambito di un piano di lottizzazione approvato oltre 30 anni prima, richiede il rilascio del permesso di costruire per la realizzazione di un edificio previsto dall’originario piano; a supporto della richiesta, sostiene il perdurare degli effetti dell’originario piano di lottizzazione nel caso di opere di urbanizzazione già realizzate e la mancata modifica delle previsioni del piano da parte di altri strumenti urbanistici successivi. Il Comune: nega il rilascio del permesso di costruire in quanto è venuto meno, per scadenza decennale, l’originario piano di lottizzazione. La risposta esatta: ha ragione il Comune, come ricordato dal Consiglio di Stato (sez. IV) nella recente sent. n. 2045 del 6 aprile 2012. Secondo i giudici, infatti, il piano di lottizzazione ha durata decennale per cui, decorso il relativo termine, esso perde di efficacia e non può più costituire valido presupposto per il rilascio di qualsivoglia titolo abilitativo alla edificazione di manufatti. Non vi sono dubbi, infatti, sulla durata decennale del piano di lottizzazione visto che, “se non fosse applicabile il termine decennale di efficacia dei piani particolareggiati, la relativa efficacia sarebbe quella, indeterminata, degli strumenti urbanistici generali, invece di quella decennale dello strumento urbanistico attuativo: il che costituirebbe di per sé motivo di incoerenza”. Inoltre, la fissazione di un termine risponde ad un preminente interesse pubblico, non soltanto per l’esecuzione delle opere di urbanizzazione, ma anche per l’edificazione dei lotti: secondo i giudici, infatti, “il disegno di fissazione di un termine di decadenza per le licenze prima, poi per le concessioni edilizie e poi, ancora, per i permessi di costruire, diretto ad assicurare l’effettività e l’attualità delle nuove previsioni urbanistiche, sarebbe incompleto alla

fonte se, prima del rilascio del titolo abilitativo, le lottizzazioni convenzionate avessero l’efficacia di condizionare a tempo indeterminato, con l’affidamento dei suoi titolari, la pianificazione urbanistica futura”. Infine, non può neppure essere ipotizzato una proroga tacita del termine di efficacia di una convenzione di lottizzazione, in conseguenza del rilascio di concessione edilizia da parte del Comune, ovvero in difetto di una espressa revoca della stessa convenzione o della modifica o della introduzione di un nuovo strumento urbanistico, poiché costituisce avviso pacifico in giurisprudenza che, in materia urbanistico-edilizia, l’amministrazione può correttamente manifestare la sua volontà soltanto mediante atti aventi la forma scritta e cioè, avuto presente il caso in esame, o con una nuova convenzione sempre che coerente con le previsioni urbanistiche del territorio comunale e con l’eventuale specifica qualità dei suoli, o con un riesame di quella scaduta, nell’esercizio, ovviamente, dei propri poteri discrezionali volti ad una nuova valutazione di tutti gli interessi in gioco.

La scheda

La sentenza del Consiglio di Stato Consiglio di Stato, sez. VI, sent. n. 200 del 20 gennaio 2003, secondo cui “le lottizzazioni approvate vanno considerate inefficaci dopo il decorso decennale previsto per la loro attuazione, sicché per produrre ulteriori effetti esse debbono essere nuovamente adottate dall’Amministrazione comunale attraverso uno strumento attuativo, previa eventuale valutazione, se necessaria, della situazione dei terzi interessati al rispetto degli obblighi derivanti dalla preesistente convenzione. Infatti, l’art.28 della predetta legge n.1150/1942, così come modificato dall’art.8 L. 6.8.1967, n.765, avendo dato un particolare rilievo al ruolo dei piani di lottizzazione (che costituiscono ormai

strumenti urbanistici specifici preordinati e normalmente alternativi rispetto ai piani particolareggiati), deve essere applicato in via analogica ai piani di lottizzazione medesimi, con la conseguenza che va riconosciuta anche ad essi l’applicabilità del termine massimo di validità decennale entro il quale devono essere attuati (art.16, comma 5, L. n.1150/1942) e decorso il quale divengono inefficaci per la parte inattuata (art.17, comma 1, della stessa legge), salvi gli allineamenti e le prescrizioni di zona nel rispetto sia dell’interesse pubblico per l’esecuzione delle opere di urbanizzazione (cui si riferisce l’art.28 cit.) che per quello volto alla edificazione dei lotti (cfr. Cons. St., Sez.IV, 3.11.1998,

Mensa Caritas, consiglieri di opposizione nel mirino dei cittadini Alcuni cittadini insorgono contro i consiglieri di opposizione di Campobasso. Magdalena Palladino scrive “Con profondo rammarico apprendo della polemica fra alcuni consiglieri d'opposizione e la Curia di Campobasso-Boiano circa le sorti della Mensa degli Angeli. Una polemica che definire sterile è dire poco.Concorderà forse con me nel rilevare che non si era mai presa fino ad ora un'iniziativa simile nella nostra città. Concorderà anche nel constatare che le povertà sono notevolmente aumentate, e non si annidano nelle solite frange extra-comunitarie. Basti entrare in una sede Caritas per rendersene conto. Questo a Campobasso come a Firenze come a Torino. Voler far finta di nulla, voler pretendere

di avere dinanzi agli occhi sempre la solita Campobasso, fatta di terziario, di gente benestante, di suv e simili, significa solo essere miopi. Montare una polemica sull'affitto della sede, sulla tassazione del volontariato, è da ciechi. Gli stessi che si sono lamentati per anni del livello di tassazione presente nel nostro Paese e che stanno contestando la presente amministrazione comunale su Tari e Tasi vogliono tassare il volontariato. Un po' di coerenza, cari signori! E' per questo che non siete credibili, e vi inviterei ad entrare in una qualunque Caritas per rendervi conto di come opera, di ciò di cui ha bisogno, e che potrebbe essere utile ad ognuno di noi un giorno o l'altro, in un periodo come questo in cui i

licenziamenti sono dietro l'angolo. Tornate con i piedi per terra, consiglieri Cancellario, Pilone e Coralbo, e contribuite anche voi a fare di Campobasso una città SOLIDALE, aspetto che a fatica si sta tentando di costruire grazie alla perseveranza di un presbitero che ha aperto gli occhi sulla nostra realtà socio-economica e che ce li sta facendo aprire. Finiamola di avere la presunzione di aver capito cosa c'è da fare per la nostra città: non è detto che l'essere campobassani ci doti di questa perspicacia. Guardiamo a come si è ridotta: se avessimo capito tutto, il suo stato dovrebbe essere tutt'altro che quello attuale! La carità non ha mai fatto del male a nessuno”.

n.1412; 25.7.2001, n.4073)”. In argomento ricordiamo anche la recente sent. n. 98 del 28 febbraio 2012 nella quali i giudici hanno ricordato che, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 17, comma 1, e 28, comma 9, L. n. 1150/1942, il piano di lottizzazione convenzionata, come tutti gli strumenti urbanistici di natura attuativa e/o esecutiva, ha efficacia decennale; continuano a rimanere fermi a tempo indeterminato l’obbligo di osservare nelle costruzioni di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti “gli allineamenti e le prescrizioni di zona, stabile dal piano stesso”, per cui tali prescrizioni dei piani attuativi continuano a rimanere efficaci anche dopo la scadenza del termine di 10 anni.

Freda lascia la run, al via stagione congressuale Il gruppo Run Molise è nato da poco più di due anni, quando in occasione delle votazioni per il CNSU 2013 ci venne chiesto di fornire il nostro apporto alla lista candidatasi nel collegio sud Italia. Candidammo O.Varricchio che registrò oltre 500 preferenze. Da allora, il gruppo Run Molise si è costantemente rinforzato fino all’ottimo risultato delle elezioni interne Unimol che ci ha visto conquistare gran parte delle posizioni di rilievo ed un numero notevole di rappresentanti nei vari dipartimenti. Premesso questo, io sottoscritto Freda Renato, coordinatore della Run Molise, rassegno le mie dimissioni avendo concluso il mio percorso all'interno del mondo accademico. Contestualmente, portata a conoscenza della mia decisione la coordinatrice nazionale Rebecca Ghio, si forma un Comitato Congressuale con il compito di curare l’indirizzo politico del gruppo, composto da O.Varricchio ( Direttivo Nazionale Run) Giorgia Palmieri ( Consigliere degli Studenti ) e Dario Lombardi ( Rapp. Facoltà Giurisprudenza) che provvede all'apertura della fase congressuale finalizzata all'elezione del nuovo coordinatore e del nuovo esecutivo.





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Isernia

9 settembre 2014

Il sindaco di Isernia replica alle dichiarazioni di Mazzuto sul Liceo classico

“Fascitelli, subito la verifica” ISERNIA. Riguardo alle “riflessioni” sul liceo classico esternate dal presidente della Provincia, Mazzuto, il sindaco di Isernia Luigi Brasiello ha inteso chiarire gli aspetti reali della questione. «Oc-

Donna scippata in centro L'anziana signora è stata bersaglio di una malvivente di etnia roma ISERNIA. Un’anziana signora è stata scippata in pieno centro cittadino da una malvivente. La signora, dopo essere uscita dal supermercato di pazza Giustino D’uva, si è fermata sulla panchina della piazza dove sorge la fontana dei due fiumi Gianocanense e San Giovenale in attesa del marito. Il tempo di una telefonata e un attimo di distrazione hanno fatto si che una donna di etnia rom, cogliendo l’anziana di sorpresa, rubasse due delle buste della spesa per poi darsi alla fuga riuscendo a scappare anche ai passanti accorsi sentendo le urla della signora. Questa, ha preferito non sporgere denuncia nonostante sia tornata a casa solo con quello che è riuscita a strappare dalle mani della ladra. Non è la prima volta che in questa piazza accadono casi del genere. Poco tempo fa infatti, dei malviventi hanno rubato una borsa all’interno di una macchina rompendone il finestrino, o altre volte sono sparite buste della spesa dai bagagliai delle vetture. Anche i commercianti della zona si dicono preoccupati da vandali e ladri chiedendo maggiori controlli, lamentandosi della pulizia e dei parcheggi irregolari che spesso paralizzano il traffico.

corre ricordare – ha detto Brasiello – che il Comune di Isernia, previo accordo preliminare con il presidente della Provincia, aveva espresso formale richiesta per alcune aule a piano terra dell’edificio

del liceo Fascitelli, al fine di poter ospitare 180 bambini della scuola materna San Giovanni Bosco, e il Comune, ovviamente, intendeva ac¬collarsi le spese per il completamento dei lavori nella porzione di edificio individuata. Purtroppo la richiesta non ha avuto seguito da parte della Provincia giacché, a quanto pare, sono sorti problemi tec¬nici in ordine alla sezionabilità della parte impiantistica». Brasiello interviene anche sullo stato di salute degli istituti scola¬stici di competenza del Comune, di cui Mazzuto chiede notizie. «Sono pronto ad una verifica, da parte della Provincia di Isernia, sullo stato delle scuole comunali, – ha dichiarato il sindaco – consa¬pevole che godono tutte di buona salute, tant’è che per ognuna di esse è stato rilasciato il relativo certificato di prevenzione incendi (ad esclusione dell’asilo nido e della materna ‘Ignazio Silone’ per le quali il CPI è in corso di rilascio) grazie anche alla collaborazione di due tecnici della Provincia, collaborazione che comunque è avvenuta a titolo oneroso».

Aliquota Tasi, a Isernia il massimo L'amministrazione comunale ha deciso di applicare tale tariffa per le casse vuote ISERNIA. Aliquota Tasi, l'amministrazione Brasiello batte tutti record, superando anche il capoluogo regionale che se l'era cavata con il 2,5 per mille per tutte le famiglie. Per la nuova tassa comunale sugli immobili. Isernia ha deciso di applicare l'aliquota del 3,3 per mille, la percentuale massima, ma – per fortuna – ci saranno le detrazioni che a Campobasso non ci sono. Il che significa che, fino a rendite catastali di seicento euro annui, ci... sarà una detrazione fissa di settanta euro. Per cui pagheranno il 3,3 per mille solo i

proprietari di appartamenti grandi o di lusso. Per fare un esempio, una casa con una rendita di 200 euro pagherà la metà di Campobasso, mentre oltre i 600 euro pagherà lo 0,8 per mille in più rispetto al capoluogo regionale. Fabia Onorato, consigliere di maggioranza a cui Brasiello affiderà il settore bilancio e finanze parla di una decisione obbligata visto lo stato delle finanze comunale e dei tagli ai trasferimenti della Stato. A Isernia il Governo ha tagliato sei milioni annui, mentre con la Tasi il Comune ne recupererà si e no tre milioni.

“Per non dimenticare” Sul bombardamento di Isernia del 10 settembre il filmato di Pasqualino Damiani ISERNIA. Ci sono eventi che segnano in modo indelebile la storia di ogni comunità. Nella storia d’Isernia ce ne sono stati tanti, da catastrofici eventi sismici a distruzioni perpetrate dalla violenze e ferocia umana. Di tutti questi eventi, anche assai lontani, permangono ancora le cicatrici nel territorio cittadino. In un certo senso essi hanno plasmato lo sviluppo e la forma urbanistica della città d’Isernia. E’ difficile però riconoscere oggi i motivi per cui certe strade, monumenti o palazzi cittadini sono distribuiti in modo apparentemente privo di spiegazioni architettonicamente od urbanisticamente logiche. La natura della condizione umana ed il desiderio di cancellare il ricordo della sua precarietà, spingono l’uomo a cancellare al più presto i segni di questi eventi, per rimarcare la supremazia intellettuale dell’uomo sulla forza distruttiva della natura o quella della parte più feroce ed irrazionale del suo comportamento. Il bisogno ricostruttivo prevale in queste circostanze sull’esigenze architettoniche od urbanistiche lasciando ai posteri solo i segni indiretti delle distruzioni. Se oggi chiedessimo ad un adolescente isernino che cosa accadde il 10 settembre 1943 o quale parte della città fu distrutta, è difficile che sappia darci grandi ragguagli o informazioni. Esse sarebbero comunque generiche e vaghe perchè la ricostruzione post-bellica ha cercato in tanti modi di nascondere la vergogna di quell’evento perpetrato da forze militari amiche e le cicatrici urbanistiche sullo sviluppo della città non sono tanto facilmente evidenti ad un giovane. Certamente 71 anni fa la spietata logica militare della forze cosiddette “Alleate” avrà accuratamente valutato e pianificato la distruzione delle vie ferroviarie di

comunicazione vicine alle difese naziste della linea Gustav. Tra queste linee di comunicazione saranno state prese in considerazione tutte quelle che collegavano il Tirreno con l’Adriatico, che proprio attorno ad Isernia si congiungevano. La distruzione del Ponte Ferroviario Cardarelli d’Isernia sarà apparsa militarmente una scelta necessaria ed utile ad isolare il nemico agli strateghi alleati. Certamente questa opzione doveva sembrare improbabile e inutile a chi governava la città d’Isernia in quegli anni. Probabilmente a ragione, chi conosceva il territorio non vedeva nell’interruzione della

linea ferroviaria che da Napoli conduceva in Abruzzo un fattore determinate per il successo militare e lo sfondamento delle difese naziste sui monti dell’Appennino. Queste diverse valutazioni portarono alla catastrofe di quel venerdì 10 settembre 1943, quando, alle 10,30, senza alcun preavviso alla popolazione impegnata nel mercato settimanale, una pioggia di bombe colpì la città d’Isernia attorno al ponte Cardarelli. La distruzione e la morte segnata da quegli ordigni è certamente ancora presente nei ricordi dei più anziani che vissero quei momenti e nello sviluppo urbanistico della

città attorno al ponte Cardarelli. Ma manca tra i più giovani la percezione di quella distruzione e dei segni permanenti che essa ha lasciato nella città. I soci del Rotary Club Isernia, Pasqualino Damiani e Giuseppe Pardini, vogliono stimolare, anche in chi non ha il ricordo, una riflessione sul significato di quell’evento per la città d’Isernia e come esso ha marcato lo sviluppo cittadino nel secolo trascorso. La forma scelta per rievocare il senso della distruzione di quell’evento è un racconto con immagini della città d’Isernia nel XX secolo con filmati d’archivio d’Isernia prima e dopo il 10 settembre 1943 raccolti da Pasquale Damiani e montati in una sorta di documentario che si spera possa imprimere anche nei più giovani il senso di quel triste evento. Tanti isernini hanno ascoltato le personali esperienze dei sopravvissuti al bombardamento del 10 settembre 1943. Il loro racconto individuale potrà essere meglio apprezzato nel contesto dell’immagini che saranno proiettate alle ore 19 nell’aula magna dell’Università del Molise. Il presidente del Rotary Club Isernia Cosimino Pallotta è perciò lieto di invitare tutti i cittadini d’Isernia all’evento “PER NON DIMENTICARE, riflessioni sul 10 settembre 2014″ che il Comune d’Isernia ha ritenuto di patrocinare tra quelli del settembre isernino insieme all’Università del Molise, che ha messo a disposizione spazi ed infrastrutture nella sede di via Mazzini. In un momento in cui venti di guerra e distruzione tornano a soffiare in Europa, il Rotary sente il bisogno di rievocare le conseguenze delle stupide scelte che furono compiute in quegli anni e le cicatrici inamovibili che hanno lasciato nel cuore di tanti esseri umani e della stessa città d’Isernia.


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Termoli

9 settembre 2014

“Incarichi incompatibili” I consiglieri del Movimento Cinque Stelle tornano sulla questione delle nomine TERMOLI. “Gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale sono incompatibili con la carica di componente della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione”. È quanto riporta la legge che, ad oggi, è richiamato all’attenzione di tutti attraverso il social facebook dopo l’inattesa e poco gradita paventata soppressione della materna e dell’asilo di via Montecarlo. E così, se il dubbio è stato lanciato da me (e respinto), in tutta fretta dal sindaco Sbrocca, nel pieno del primo consiglio comunale, oggi la notizia torna pubblica e si interllaccia con quanto accade in altri contesti nazionali dove, analoghe matasse, hanno avuto a sbrogliarsi in modi diversi. Il “causa-effetto” è servito e così, se è vero che una legge va rispettata, siamo andati a “pescare” analoghi casi in diversi comuni della nostra penisola e, ironia della sorte, sono tutti piombati nelle dimissioni del consigliere o incaricato d turno con singolari eventi a Nuoro e Sassari dove per poco non si è rischiata la caduta della Giunta. A questo punto sono cen-

tinaia e centinaia i consiglieri dei comuni d’Italia che “ballano sulla graticola” a pochi mesi dalla neo organizzazione amministrativa di molti di essi, con diversi già pronti a finire sotto la mannaia del decreto legislativo 39 del 2013, il noto testo anti-corruzione dell’ex ministro Severino che in un paio di righe del comma 3 dell’articolo 12, che stila una fila di incompatibilità tra dirigenti nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e nelle controllate con la carica di sindaco, assessore e consigliere regionale, provinciale o di un comune con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Due righette talmente intrise di contenuti che danno il via a scatenare un vero putiferio

tra chi ricopre incarichi dirigenziali in enti pubblici o di controllo pubblico che in diversi casi, e qui a Termoli c’è il ruolo del preside Maria Chimisso, sono dirigenti scolastici, ma esteso anche medici che lavorano nel settore pubblico (inquadrati per contratto tutti con la qualifica di dirigenti). Allora: la Chimisso può restare o deve dimettersi? Il dubbio resta ma analoghe situazioni hanno visto consegnare le dimissioni dagli stessi incarichi non solo nelle città citate ma anche a Bolzano e Falconara. … altra batosta: sarebbero ineleggibili anche i consiglieri (regionali e comunali) che si affiancano a funzioni esercitate nell’ambito del servizio sanitario. A Termoli l’amministrazione Sbrocca, ha avviato la sua avventura davvero male, pare stia attraversando una stanza con pavimenti di cristallo, ad ogni passo qualcosa si incrina o cede sotto il peso di decisioni immotivate, peregrine, e prive ogni tipo di rispetto verso la collettività, il suo stesso programma e soprattutto verso le norme. Noi come il faro che illumina il nostro mare, controlleremo passo dopo passo il suo operato, e se necessario terremo accesa quella luce che impedirà loro di distruggere quel po’ di buono che resta di una città sana e immeritevole di cotanta tracotanza

Erri De Luca alle Tremiti ISOLE TREMITI. Per il secondo anno consecutivo Erri De Luca, uno dei più grandi autori contemporanei del panorama letterario italiano, è tornato alle Isole Tremiti per un aperitivo che ha stregato il pubblico presente; circa 300 persone giunte appositamente nelle Diomedee per poter ascoltare lo scrittore, hanno avuto modo di affrontare con lui temi scottanti, come la destinazione ad uso carcerario delle Isole e il loro destino inevitabile di chiusura. Altri momenti piacevoli hanno intrattenuto il pubblico presente attraverso il racconto del suo rapporto con il mare e con le stesse Tremiti, alle quali è fortemente legato, tanto da aver già programmato per il prossimo anno un aperitivo letterario in barca. Il prossimo appuntamento è fissato sabato 13 settembre con l’italianista e scrittore Marcello Fois intervistato nell’occasione da un altro grande scrittore nonché amico delle Diomedee Sandro Bonvissuto.

La nuova realtà si occuperà di organizzare e gestire iniziative e corsi Sospesa la consulenza Al Porto Turistico Marina Sveva in programma l’apertura di un circolo nautico Inps

Proteste al Centro per l'impiego per la decisione assunta in questi giorni TERMOLI. Un servizio di consulenza dell’Inps svolto al centro per l’Impiego di via Corsica a Termoli è sparito d’incanto alla riprese dell’attività dopo le ferie agostane. Un giorno a settimana, il giovedì, da oltre sei anni a disposizione di un’utenza media di circa 100 persone al mese, che trovavano ciò che cercavano senza doversi dividere tra l’agenzia di Via Egadi (prima via Corsica, ma verso il centro) e l’edificio che rappresenta uno degli ultimi bastioni prima della statale 87. Stamani un gruppo di dipendenti di un’azienda importante del nucleo industriale è andata a chiedere lumi perché voleva avvalersi del servizio a cui sempre hanno fatto capo. Pensioni, ammortizzatori sociali come cassa integrazione e mobilità, sia previdenza che assistenza insomma. Un valore aggiunto che da giovedì scorso non trova più spazio, ma per quale ragione? Abbiamo contattato il direttore dell’agenzia di Termoli, il sempre cortese Enzo De Lucia, che ci ha risposto quasi in tempo reale come si è trattato di un problema di natura logistica che si sta superando e che da giovedì prossimo dovrebbe tornare attivo, vigileremo, altrimenti chiederemo spiegazioni direttamente al direttore del centro per l’Impiego Vecchiarelli.

Marina di Montenero di Bisaccia . La stagione estiva è ormai giunta al termine e il Porto Turistico Marina Sveva sta già pensando al futuro: tra i primi progetti da realizzare ha messo in cantiere la creazione di un circolo nautico, una realtà che sarà parte integrante della struttura e che si occuperà di organizzare e gestire iniziative importanti, corsi e in genere tutte le attività legate al mare. Tra le prime a essere avviate, e sicuramente una di quelle più a cuore alla proprietà, la nuova scuola di vela per bambini. Il progetto di creare un circolo nautico, realtà importante e preziosa per un porto come quello di Montenero, rientra nella filosofia del Marina Sveva che ha tra le sue priorità quella di offrire una vasta gamma di servizi di alta qualità, con l’obiettivo di diventare punto di attrazione e aggregazione per tutti gli appassionati del mare, non solo per i diportisti. La struttura può e vuole essere una risorsa per l’intero territorio, puntando a soddisfare i bisogni di grandi e piccoli. “Il circolo nautico diventa fulcro di attività che sono collegate al mare”, spiega Antonio Guidotti, coordinatore del progetto del circolo nautico, precisando che lo scopo è quello di avvicinare la gente alla cultura del mare, per favorirne una vera conoscenza e soprattutto il suo rispetto. “L’intenzione è quella di far di-

ventare il Porto un punto di aggregazione anche fuori stagione”, aggiunge. La proprietà si è già messa all’opera affinché il progetto del circolo nautico diventi una realtà concreta il prima possibile. Ovviamente serviranno tempi tecnici per organizzare il tutto nel migliore dei modi, al fine di mettere in campo una struttura funzionante ed efficiente. L’obiettivo è che sia operativa entro dicembre. La direzione e la gestione del circolo saranno interni al Marina Sveva. Questa nuova realtà avrà il vantaggio di poter usufruire degli ambienti di una struttura nuova e all’avanguardia, come pure degli spazi in spiaggia a diretto controllo del Porto, e potrà creare interessanti e proficue sinergie con le altre attività che si stanno insediando al Marina. Tra le prime iniziative che vedrà impegnato il circolo nautico ci sarà l’istituzione della scuola di vela per bambini: grazie all’affiliazione con l’Associazione Italiana Vela saranno possibili tutte le attività a essa collegate. L’intenzione di avviare quanto prima un corso di vela per i più piccoli nasce anche dal successo dell’iniziativa che si è svolta nella struttura sabato 23 agosto: “Mare senza età”, curata dalla Scuba Global Service. Una manifesta-

zione pensata per avvicinare i bambini al mare in modo consapevole, aiutandoli a comprenderne i rischi ma anche tutte le bellezze e i segreti. L’evento, primo nel suo genere nel territorio di Montenero, ha riscosso tanti apprezzamenti da parte dei presenti. Grande anche la soddisfazione della direzione del Porto: “È stata una bella manifestazione – ha commentato Italo Carfagnini, amministratore unico del Marina Sveva –: questo tipo di attività sono particolarmente importanti perché oltre a divertire hanno una valenza educativa, insegnano il rispetto e l’amore per il mare. Dobbiamo rivolgerci ai bambini se vogliamo garantirci un futuro migliore”. Il Porto Turistico Marina Sveva sito in località Costa Verde a Marina di Montenero di Bisaccia (CB) è adagiato su uno specchio d’acqua di 60.350 mq (profondità 2 ÷ 4 m) con una superficie costruita di 33.700 mq. Dispone di 7 pontili galleggianti dotati anche di finger e 446 posti barca, di cui ben 3 sono riservati a grandi yacht che possono arrivare fino a 35 metri. Numerosi i servizi offerti per i possessori di barca e non solo. Tra le peculiarità della struttura la grande attenzione all’eco-sostenibilità.


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Termoli

9 settembre 2014

“Salviamo i plessi Schweitzer e Nautico” Cittadinanzattiva lancia la petizione popolare contro la decisione del Comune di dismissione TERMOLI. “Salviamo i plessii Schweitzer e l’istituto tecnico Nautico”. Con questo titolo, che stavolta non appartiene a un articolo, la delegazione di CittadinanzAttiva, guidata dall’architetto Francesca Tripoli, ha ripreso proprio dallo scorso primo settembre l’articolo di Termolionline e lanciato una petizione per dare forza al movimento nascente che vorrebbe non si alienassero strutture così importanti per la città adriatica, Schweitzer e Nautico, appunto. L’amministrazione comunale di Termoli non ritiene più strategici i plessi della scuola media Schweitzer e dell’istituto tecnico Nautico e per Geometri Ugo Tiberio e li inserisce in un piano triennale di valorizzazione e alienazione dei beni immobiliari. Il primo attualmente ospita alcune classi della scuola media Oddo Bernacchia, che ne ha annesso le funzioni didattiche e amministrative dopo la perdita dell’autonomia; il secondo è chiuso dal dicembre 2008, quando sopralluoghi tecnici ne hanno consigliato

lo sgombero per questioni di sicurezza. Una idea che si basa sul contenuto della delibera commissariale n.177 del 5 giugno scorso con cui

è stato approvato lo schema del programma annuale e triennale 2014/2016 delle opere pubbliche, all’interno del quale per la prima annualità sono stati previsti pro-

Città da derattizzare A Termoli la gente chiede al Comune un intervento immediato TERMOLI. Se tre indizi fanno una prova, tre ratti o topi rinvenuti e avvistati in pochi giorni denotano un grosso problema per la città di Termoli. A denunciare pubblicamente lo sgradito ritrovamento una termolese doc, Lucia Antonetti. “Sono una termolese che ha girato parecchio e da tempo sono dovuta tornare ad abitare in questa

cittadina che non riconosco più! Per il degrado, la sporcizia e soprattutto non sopporto che non si faccia niente per debellare i numerosi topi che girano indisturbati per la città. Io me ne sono ritrovato uno morto sul gradino esterno del mio negozio ed ho la fobia per i roditori. Il sindaco ha detto che non è compito loro bensì dell’ Asrem.

L’Asrem certamente non risolve il problema mettendo quattro bustine ogni morte di papa. Noi cittadini purtroppo non siamo considerati per niente quando esponiamo dei problemi personali e per la comunità…” Derattizzazione profonda urgesi e daremmo un’occhiata anche alla rete fognaria, che ne dite?

venti per euro 11,634 milioni a titolo di dismissioni immobiliari per il finanziamento di opere pubbliche di pari importo (realizzazione del nuovo polo scolastico).

Via Magellano, torna il semaforo Da ieri ha ripreso a funzionare l'impianto nel pericoloso crocevia TERMOLI. Ieri mattina, dopo mesi in cui è stato spento a causa di un guasto, è tornato a funzionare il semaforo all’incrocio tra via Maratona, via Mascilongo e via Magellano. Penultimo baluardo della città dopo

Toponomastica da rivedere Per l'associazione si tratta di correggere alcune storture nei nomi TERMOLI. Quante volte abbiamo sentito parlare delle strade con la denominazione di Corso o Via? Beh, a Termoli solo il corso Nazionale non ha mai mutato la propria veste toponomastica, ma per secondo, terzo e via Mario Milano, c’è discrepanza tra il comune sentire e quanto riferito nelle iscrizioni lungo il centro storico. Ebbene, ma non è tutto.

Corso Umberto I o via Umberto I? Qualcuno ci dirà che non è di vitale importanza, ma occorre mettersi d’accordo, poiché a capo e a piedi della strada che attraversa in senso trasversale il centro, da piazza Garibaldi fino a via Carlo del Croix, di tabelle con diverse indicazioni ce ne sono due, una che la reca in un modo e una nell’altro. Quindi, armarsi di pazienza, verificare

Successivamente, il responsabile del servizio tecnico ha operato una prima ricognizione del patrimonio dell’ente, predisponendo un elenco di immobili suscettibili di valorizzazione e dismissione perché non più strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali, individuando proprio i due plessi scolastici. Anche se per quanto riguarda il Nautico dovrà esprimersi crediamo anche la Provincia, che vantava una convenzione per la definizione della proprietà dell’immobile. La bozza di Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari transiterà per la competente commissione consiliare e giungerà in consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Pacifico che il Nautico non costituirà problema per il trasloco delle classi, cosa diversa sarà per la Schweitzer, dove gli alunni sono ancora presenti nelle aule. Infine, sarà interessante vedere l’orientamento sulla destinazione urbanistica sulla riconversione degli edifici.

come sia stata chiamata in origine la strada e correggere. Non ci vuole molto, no? Già che ci siamo una controllatina anche al resto non guasterebbe, visto che dall’amico Antonio Smargiassi venimmo tempo fa a conoscenza di come anche su via da Capua e largo Bisceglie c’erano errori da sistemare nel rispetto delle storiche figure che dettero lustro alla Termoli di un tempo.

quello di piazza del Papa, dopo la messe di rotonde che hanno stravolto (ma positivamente) la viabilità di Termoli. Abbiamo anche raccolto alcuni pareri dei residenti proprio a proposito del ripristino dell’impianto. Una signora con aria soddisfatta ci dice, “era ora, meno male, io spesso evitavo di attraversare qui perché avevo una gran paura, specialmente chi arrivava dal mare e chi da via Maratona, passavano come dei pazzi senza preoccuparsi di nulla, ora per tornare a casa finalmente posso ripassare di qui”. Un signore che abita a pochi metri dal semaforo, “qui non sarebbe passato molto tempo e avremmo visto accadere incidenti seri, da quando non funzionava il semaforo era diventato qualcosa di davvero pericoloso questo crocevia



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Opinioni

9 settembre 2014

La Festa dell’Uva a Riccia dal Fascismo a oggi E’ ormai tutto pronto per l’attesissima “Festa dell’Uva” legata alla Madonna del Rosario e giunta ormai alla sua 83sima edizione. La festa, nacque nei primi anni trenta quando, il regime fascista predispose che la celebrazione fosse svolta in tutti i comuni d’Italia per valorizzare il vino e la fatica dei viticoltori. In origine la processione si teneva il 7 ottobre, in occasione del SS Rosario. Dalle uve locali si sceglievano i grappoli più belli portati in grandi ceste da ragazze in costume tipico mentre oggi, tutta la cerimonia gira intorno ai “carri dell’uva”, decorati con tralci e foglie di vite, sempre più grandi e particolari. La preparazione dei carri, parte da mesi prima conservando in se una tradizione tramandata di generazione in generazione, valori e spirito di competizione. I tre giorni di festa partiranno venerdì 12 settembre alle ore 17, con “Strade in festa” che vedrà coinvolta la zona sud del paese con mostre e il “Mercatino del baratto e dell’usato”. Alle ore 18 ci sarà lo spettacolo “Maitunat Vendemmiali” a cura dell’associazione culturale “I Maitunat” di

Gambatesa, alle ore 19 proiezione del dvd “Una comunità in posa” e alle ore 21 in piazza Municipio chiuderanno la giornata con un concerto il gruppo “3TTNIKA”.

Sabato 13 settembre alle ore 10 letture animate con famiglie e bambini delle scuole primarie. A seguire incontro Multimediale con il direttore artistico che quest’anno è Angelo Cavallo.

Le Pastorali per il turismo e lo sport Il tema delle due giornate mondiali del Creato Le pastorali diocesane del Turismo, Sport e Tempo Libero e del Lavoro, Giustizia e Pace dell’arcidiocesi di Campobasso – Bojano presenteranno in conferenza stampa le iniziative ed il programma per la Giornata mondiale del Turismo e del Creato. Mercoledì 10 settembre alle ore 11,00 presso la sala conferenze “A. Romita” del Palazzo Vescovile in via Mazzini, 76 a Campobasso si terrà la conferenza stampa presieduta dall’arcivescovo S.E. Mons. GianCarlo Bregantini e Presidente per la Commissione Giustizia , Lavoro, Pace e Salvaguardia del Creato della CEI. Il tema attualissimo delle due giornate Mondiali del Turismo e Creato “Turismo e sviluppo comunitario per la salute dei nostri paesi e del nostro territorio” e “Educare alla custodia del Creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città” richiama alla “custodia” del nostro Paese accogliente, vivibile e dignitoso recependo le esortazioni di papa Francesco durante la sua visita pastorale in Molise -5 luglio 2014 – ed estendendole a tutti i cristiani: «custodire la terra, perché dia frutto senza essere “sfruttata”. Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato». Il giardino è stato violato da un degrado esterno che “manifesta la corruzione interiore e dei valori fondativi della vita”. Esortazioni di scottante attualità: fondare la propria vita sulla semplicità, ritornando alla sobrietà dei nostri anziani significa ripensare ad un futuro che, proiettato verso nuovi spazi, custodisca e conservi il creato. Le due giornate saranno celebrate a Sant’Elena Sannita, comune molisano, dove di recente è stato inaugurato il primo Museo del Profumo per il Mezzogiorno d’Italia.

Roccaravindola, scontri tra profughi La rissa è scoppiata all'interno del centro di accoglienza. I cittadini ora hanno paura MONTAQUILA. La rissa al centro di accoglienza di Roccaravindola Alta è scoppiata, per futili motivi, attorno alle ore 19 di ieri. Stando al racconto di quanti hanno assistito alla scena, due profughi avrebbero iniziato a “suonarsele” dopo essersi insultati verbalmente. Si è temuto il peggio quando uno dei due, tre le grida disperate di una ragazza, è stato sollevato di peso come per essere scaraventato giù dal terrazzo della struttura. Per fortuna il suo aggressore ha poi desistito dal porre in essere l’insano gesto. Stando alla versione fornita da altri cittadini di Roccaravindola Alta, si sarebbe invece trattato di una sorta di “sceneggiata”, sviluppatasi a seguito di un banale litigio. Sta di fatto che al Centro di accoglienza di Roccaravindola Alta sono accorsi i Carabinieri di Venafro, che hanno riportato la calma. Tra i residenti del piccolo borgo, che pure si danno un gran da fare in favore dei profughi, inizia a serpeggiare della preoccupazione. In molti si chiedono quando ancora potrà perdurare questa situazione di “emergenza”, senza che accadano fatti di grave entità.

Dalle ore 21:30 in piazza Municipio ci saranno degustazioni di vino Tintilia e prodotti tipici molisani a cura dell’associazione “Gusto dei sensi”, lettura dei brani di Matteo Salvatore e il concerto

di Giuseppe “Spedino” Moffa e alle 22 ci sarà Pietra Montecorvino in concerto.Durante questa edizione sarà reso omaggio ad un grande poeta meridionale: Matteo Salvatore scomparso nel 2005 e considerato l’inventore di un nuovo stile di musica popolare. Infine, domenica 14 settembre, alle ore 15, ci sarà la tanto attesa sfilata dei carri per le vie della cittadina la sfilata sarà allietata da musiche e balli grazie alla presenza di quattro gruppi folkloristici e in serata la festa si chiuderà in piazza Municipio con il concerto di Antonio Infantino e i Tarantolati di Tricarico. Come per gli anni precedenti, anche quest’anno sarà possibile partecipare al concorso fotografico “Festa dell’Uva 2014” che è giunto alla terza edizione. Una novità introdotta quest’anno è un premio “musicale, ai carri, ossia l’offerta musicale migliore, e la possibilità del voto popolare tramite sms. Il 70% del giudizio sarà ad appannaggio della giuria tecnica il 30% del pubblico presente che potrà manifestare la propria preferenza

Tufara devota a San Giovanni Grande successo di pubblico al convegno sull’Eremita del Fortore Un santo di cui poco si sa. Almeno fuori dal circuito degli addetti ai lavori e degli abitanti di Tufara che gli sono particolarmente devoti. Come testimonia l’interesse suscitato dal convegno che si è svolto nel comune fortorino, grazie alla vivacità dei membri dell’associazione culturale A’ficurella (Tufaroli a Campobasso) che è ricaduto in occasione del 930° genetliaco di San Giovanni Eremita, nato proprio a Tufara nel 1084, morto a Foiano di Val Fortore (BN) nel 1170 e canonizzato secondo la pratica ecclesiastica della elevatio et translatio corporis il 28 agosto del 1221. Per la circostanza è stata data alla stampa e diffusa una miscellanea ai presenti, dal titolo: 930° anniversario della nascita di San Giovanni Eremita. Primo santo del Molise, cui hanno dato vita i diversi relatori nel corso dell’incontro i quali hanno illustrato, da par loro, la vita e l’opera del santo, la cui vicenda umana precede di circa un secolo sia quella di San Celestino V che quella di San Francesco d’Assisi. Orgoglioso per l’oggettivo piacevole riscontro avuto dal convegno, il presidente dell’associazione A Ficurella, il professor Enrico Di Pasquale, ha voluto manifestare tutta la vasta eco dell’iniziativa. Che ha rappresentato una straordinaria occasione di crescita per la cittadinanza tufarola, senza tralasciare gli effetti benefici che si sono allargati anche all’intera popolazione molisana che non si fa certamente scivolare di dosso i momenti culturali più significativi.. La gente, attraverso il convegno, ha avuto l’opportunità di venire a conoscenza della storia di San Giovanni, un santo che diverse circostanze, forse legate proprio al fatto di

essere un eremita, ha confinato ai margini della vulgata. Il simposio di Tufara si è giovato della partecipazione di storici, teologi, archeologi e biblici nelle persone di Gianfranco De Benedittis, Giuseppe Carozza, Donato D’Amico, Leonardo Lepore, Donato Castellucci, e l’arcivescovo di Lucera, monsignor Francesco Zerrillo che attraverso le loro puntuali relazioni hanno offerto al pubblico una rappresentazione a tutto tondo delle virtù umane e soprannaturali del santo di Tufara, la cui figura è stata così resa oggetto di riflessione e di approfondimento non solo per gli addetti ai lavori dal punto di vista agiografico, ma anche per coloro che si sono voluti avvicinare a lui dal punto di vista storico e culturale. Da segnalare come nel testo edito dall’Associazione siano stati inseriti i testi delle relazioni tenutesi nel corso del recente convegno di Tufara che potranno servire da sponda per costruire un punto di riferimento futuro sia per la memoria della manifestazione in sé che per avviare un ulteriore e proficuo percorso alla ricerca dell’eredità storica e spirituale di san Giovanni. L’opera ha significato un reale processo di civilizzazione dell’area fortorina, anche sotto la veste sociale: basterebbe pensare all’incidenza avuta sul territorio da quella che è da ritenersi la creatura più importante dell’Uomo di Dio: il monastero di Santa Maria del Gualdo, in località Mazzocca, le cui vestigia, sia pure in parte, rivivono nella chiesa rurale di San Giovanni, presso Forano, da poco elevata alla dignità di santuario diocesano sotto il titolo: Santa Maria del Gualdo e San Giovanni eremita.



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