Ginevra, rito abbreviato per i genitori
Omicidio Scala, gli indagati restano in carcere
CAMPOBASSO – Rischiano trenta anni di carcere. E’ questo l’amaro destino a cui vanno incontro Viktoria Yefimova e Antonio De Marco rinviati a giudizio per la morte della figlia. Esclusa la costituzione di parte civile del curatore ed accolto il rito abbreviato. A pag 04
TERMOLI – Sono rimasti in carcere Cito e Libutti il 24enne ed il 33enne accusati dell’omicidio volontario di Raffaele Scala. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Melfi che li ha interrogati nel penitenziario lucano. Ieri i funerali della vittima Servizi a pag 12
Buon Caffè
Ballerine Buon caffè ai politici molisani. Ballerine di terza e quarta fila, con le dovute eccezioni, che ogni giorno ci stupiscono sempre di più. Come Frattura il giovane a cui, circa un mese fa, intuendone i desideri sindacali, avevamo consigliato di andare, col cappello in mano, da Michelone. Non ci ha ascoltati ed è rimasto fregato. Di Bartolomeo, molto più furbescamente, col cappello in mano, non è andato solo da Iorio, ma anche dal cardinale Richelieu Vitagliano e dal senatore Ulisse Di Giacomo. A tutti e tre ha detto di voler fare il sindaco come ultimo desiderio di una vita politica in cui aveva provato di tutto e che voleva chiudere servendo la sua città.Ottima mossa, decisiva anche per smussare le incomprensioni avute con il senatore, che sembra arcigno e burbero ma poi, se lo si sa prendere, è un pezzo di pane. Bravo al vecchio Gino che sarà un osso duro per un centrosinistra dilaniato che, comunque, vuol vendere cara la pelle. Rimandato a settembre, invece, Frattura che, nonostante l’età, non più così fresca, ha perso il tram più importante della sua vita. Sì fa il presidente della Camera di Commercio e si occupa egregiamente di olio, pasta e caciocavalli, ma vuoi mettere a fare il sindaco di un capoluogo di regione…….. Un consiglio per lui, insieme al caffè, ci legga bene, ogni mattina, così non sbaglierà più.
ANNO II - N° 45 MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2009 DISTRIBUZIONE GRATUITA
Big Gino Re di Campobasso Frattura se la dà a gambe
Il forbiciastro
IL TAPIRO DEL GIORNO AD ANTONIO D’UVA Il Tapiro oggi, per una logica simmetrica a quella dell’Oscar, lo assegniamo ad Antonio D’Uva, anche lui, come Grande, fulminato, sulla via di Damasco da nostro Signore Michele Iorio. Con un pudore tutto diccì, D’Uva comunica di aver dato l’ultimatum a Di Fabio sull’urbanistica, ma anche le pietre sanno che l’oramai ex vicesindaco è pappa e ciccia con il grande capo, rimasto folgorato dalle sue doti canore, esibite con sapienza nei concerti di Capodanno. D’Uva cantava e Iorio godeva. Già lo immaginava come un corifeo alla sua corte. E così è stato. Canta Antonio, canta per lui. I cattivi, conoscendo le doti musicali del presidente (abile suonatore di pianola) già li vedono insieme. L’uno suona e l’altro canta. Un tapiro per D’Uva, ma come politico voltagabbana, non certo come cantante.
L’OSCAR DEL GIORNO A REMO GRANDE L’oscar , oggi, se lo guadagna, tutto intero, il novello cardinale Richelieu della politica molisana, ovvero Gianfranco Vitagliano. È lui, e solo lui, quello che ha convinto Remo Grande all’ennesimo giro di valzer della sua personalissima carriera politica. Oggi con te, domani con lui, dopodomani ancora con te. Remo Grande è un Grande interprete, di nome e di fatto del teatrino della politica molisana. Per carità, ce ne sono tanti, come lui e peggio di lui, ma nessuno, come Grande, riesce ad ottenere il massimo risalto sugli organi d’informazione ogni qualvolta cambia bandiera. Ieri ha salvato D’Ascanio, oggi lo affossa. Domani chissà. Conoscendolo, Vitagliano ci ha messo poco a convincerlo. Già sapeva che, alle tentazioni, Grande non sa resistere.
www.gazzettadelmolise.com 18.000 copie in omaggio