Parla il candidato a sindaco di Campobasso per il Pd
Massa pronto a risalire le scale del Municipio CAMPOBASSO- Usato sicuro? Di questi tempi, ancora nel mezzo di una profonda crisi finanziaria, non sembra essere una soluzione così azzardata. In politica qualche dubbio rimane. Sì, perché l’Augusto (ovviamente) Massa campobassano, grazie alla vittoria nelle primarie del Pd ai danni di Annamaria Macchiarola, Rino Ziccardi e Luigi Di Nucci ha, di fatto, tenuto insieme le fila di un partito che ha rischiato di finire a brandelli dalle scorse Politiche (superato di netto dall’IdV anche in città) in avanti. L’ex sindaco del capoluogo correrà di nuovo per lo scranno più alto di palazzo San Giorgio e la sua candidatura, almeno agli inizi non è riuscita a mettere d’accordo proprio tutti. Il rischio, a questo punto, è che possa ripetersi “l’effetto-Rutelli”, il quale è stato superato al ballottaggio da Alemanno, e la cui investitura iniziale ha fatto storcere il naso a più di qualcuno del suo stesso schieramento e a nulla sono valse le due legislature in Campidoglio che portava in dote l’ex Margherita. Sarà così anche a Campobasso? Non è detto, anche perché in un eventuale secondo turno l’Augusto potrebbe far convergere tutti i “tronconi” del centrosinistra sul suo nome e respingere l’assalto del fuciliere Di Bartolomeo. Senatore, per quale motivo i cittadini dovrebbero sceglierla di nuovo alla guida del capoluogo di regione? “Ritengo di aver dato tanto in
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“Di Pietro? Pensa al successo personale e del suo partito” termini di proposte e amore per la città per raggiungere obiettivi importanti. Continuare su questa strada non significa ripetere l’esperienza precedente. Ora c’è una crisi economica che mette in difficoltà una regione debole come la nostra in cui non ci sono grandi riferimenti imprenditoriali, ad eccezione dell’agroalimentare che era anche un settore di punta della nostra città. Bisogna guardare avanti e creare le condizioni per uscirne dando slancio all’Università, alla ricerca e alla qualità che sono essenziali per qualsiasi amministrazione locale”. C’è, secondo lei, il rischio che
si possa ripetere l’esperienza di Rutelli a Roma dello scorso anno? “Prima di tutto c’è stata una grossa novità a livello pre-elettorale con le Primarie. Sono state Primarie vere e serie con una partecipazione consistente, a dimostrazione che le scelte non sono operate da singoli o da comandanti o generali. Diversamente, non avrei accettato la candidatura. C’è stata, invece, un’investitura diretta e popolare”. Come giudica lo scollamento di Di Pietro, che ha presentato un candidato alternativo, dal Pd? “Tutto ciò fa parte di una strategia: meno interesse per la città e più interesse per l’affermazione personale e del suo partito per le Europee. Bisogna, invece, dare risposte certe al popolo e ai
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“Slancio ad Università, ricerca e qualità”
cittadini e non ricordarsi di Campobasso, come fanno molti politici, solo in vista di scadenze elettorali”. Quale candidato (centrosinistra compreso) teme di più? “Bisogna fare una campagna elettorale collegata ai bisogni dei cittadini e le decisioni non devono essere prese in luoghi isolati, ma devono essere frutto di consigli e proposte e non di gruppi ristretti. Deve essere preso tutto ciò che di positivo è stato costruito come l’associazionismo, i comitati di quartiere, la casa per gli anziani e non ci deve essere l’idea di avere un uomo solo al comando. Le scelte di politica urbana, economica e di sviluppo, devono avere l’idea di un coinvolgimento molto ampio”. Quali potrebbero essere i primi tre punti del suo programma? “L’agenda politica è collegata alla crisi economica che sta interessando molte famiglie molisane e anche della nostra città,
Sudafrica, Zuma verso la presidenza
Europarlamento: sì a cure più facili all'estero
Jacob Zuma si avvia a diventare il nuovo presidente del Sud Africa. Secondo gli ultimi dati disponibili, il leader dell'African National Congress, il partito di Nelson Mandela, è al 64,30%, e dovrebbe certamente migliorare poiché mancano ancora i risultati delle zone rurali, dove normalmente riceve un plebiscito.
Il Parlamento europeo ha approvato con 297 sì, 120 no e 152 astenuti la proposta di direttiva che rende più facile per i pazienti europei farsi curare in un altro Paese dei Ventisette, garantendo che vengano adeguatamente rimborsati, come riconosciuto una sentenza della corte di giustizia Ue, finora non recepita nella legislazione comunitaria.
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“Stop all’idea di un uomo solo al comando” nonostante un elevato numero di dipendenti pubblici. Con più lavoro e occupazione e qualsiasi altra politica di sviluppo non bisogna più pensare a gruppi ristretti, ma ad una politica di partecipazione che coinvolga soggetti pubblici e privati”. Antonio Di Monaco
5 ANNO II - N° 92 VENERDÌ 24 APRILE 2009