PRIMO PIANO Filiera corta per il vero
Made in Italy
Quotidiano del mattino Registrazione al Tribunale di Campobasso n°3/08 del 21/03/2008 DIRETTORE RESPONSABILE Angelo Santagostino A.I. COMMUNICATION SEDE LEGALE via Gorizia, 42 86100 Campobasso
CAMPOBASSO – Somiglia molto alla truffaldina catena di Sant’Antonio, dove tra passaggi e intermediazioni è difficile risalire al primo mungitore che ha raccolto il latte, venduto poi alle industrie italiane che spacciano per made in Italy i formaggi che ogni giorno vengono portati sulle nostre tavole. Un rapporto diretto tra agricoltori e consumatori garantirebbe non solo un prezzo più contenuto, ma la sicurezza di consumare prodotti di certa provenienza. Tutto questo nel nostro Paese non avviene. Una denuncia forte arriva da Coldiretti Molise, che ieri mattina ha organizzato a piazza Municipio la tradizionale ‘Campagna amica’ con le scuole della provincia che hanno aderito, e soprattutto la realizzazione di una cagliata, oltre che degustazioni e assaggi di latticini freschi. La tendenza di molte, moltissime aziende casearie è quella di acquistare latte straniero (tre miliardi di litri vengono importati ogni anno). Si tratta di una strategia miope che asseconda la speculazione economica della grande distribuzione non riconoscendo, di fatto, il valore al prodotto locale. Si gioca al ribasso delle materie prime, si usano i semilavorati, paste condensate che con una ulteriore lavorazione in loco diventano latticini freschi, e il consumatore in tutto questo non ci guadagna, anzi semmai ci perde qualcosa nel gusto e nella qualità.
In Molise il trend è identico. Il solo modo per essere sicuri che un formaggio sia stato realmente prodotto con latte molisano è acquistarlo dalle aziende agricole che oltre alla trasformazione hanno al loro interno sia la stalla che il caseificio. In piazza, oltre ai gazebo con le tipicità molisane in vetrina, c’erano anche direttore e presidente di Coldiretti. De Serio avvisa: “Occorre combattere le speculazioni nelle filiere dell’agroalimentare per garantire una alimentazione migliore ai nostri figli. Basti pensare che nella filiera del latte si possono avere fino a 7 passaggi dal produttore al consumatore. Su 100 che paga il consumatore, il 25% è il valore del latte ed il
75% va al resto della filiera. Discorso identico per quella della carne, con 9 passaggi e un 60% del costo finale che si disperde nei passaggi. Così non ci guadagna nessuno, né gli allevatori che oggi chiedono il giusto riconoscimento al proprio lavoro e tantomeno il consumatore finale, che non sa cosa mangia”. Nella denuncia Coldiretti chiede anche una certificazione di filiera per il caciocavallo, ciò significa che anche le istituzioni politiche possono e devono svolgere un ruolo importante in questa valorizzazione del ridotto tipico che in un discorso più ampio fa bene anche alla biodiversità. AD
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STAMPA: Tipografia Poligrafica Ruggiero Avellino
Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita GIORNALE SATIRICO
2 ANNO II - N° 107 MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2009
L’Unhcr al Governo: riammettere i respinti ROMA - L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha scritto al governo italiano esprimendo "grave preoccupazione" per il rinvio in Libia di migranti intercettati o soccorsi in mare chiedendo di "riammettere quelle persone rinviate dall'Italia ed identificate dall'Unhcr quali individui che cercano protezione internazionale".
Enti locali, scende l’indebitamento ROMA - Secondo la stima di Standard&Poor's Regioni ed enti locali italiani nel 2009 si indebiteranno meno degli anni passati. Il ricorso al mercato sarà di circa 7 miliardi di euro, in linea con il 2008 e molto meno dei 27 e 16 miliardi registrati rispettivamente nel 2006 e nel 2007, con una possibile leggera decrescita dello stock di debito a fine anno.