Parla Giuseppe Boccarello, direttore dell’Ufficio Scolastico regionale
Un docente per 11 alunni Nessun taglio in Molise CAMPOBASSO – Più soldi alle scuole private, mentre il governo taglia 8 miliardi e 134mila posti in tre anni. Il Parlamento non ci sta ed impegna l’Esecutivo ad aumentare i fondi agli istituti paritari nei prossimi mesi. Le questione del finanziamento alle scuole private, che vede impegnata sul campo anche la chiesa cattolica, ha generato un consenso trasversale alla Camera con trenta deputati del Pdl (tra cui Cicchitto e Cota, molto vicini al premier), della Lega e del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, memori dei ‘benefici’ di cui potrebbero godere lo Stato e le sue finanze. Gli strumenti per dar seguito a tutto ciò non mancano: buoni scuola per la copertura – in tutto o in parte – dei costi di iscrizione e frequenza nelle scuole paritarie e detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli in questi istituti, a scalare per i redditi più bassi. Misure, queste, che difficilmente possono trovare l’accordo di Tremonti che ha fatto andare su tutte le furie i vescovi per il taglio da 133,4 milioni, salvo poi ravvedersi “restituendone” 120. E all’appello mancano ancora 13,4 milioni,
Ci sono i numeri per un modello di istruzione abbastanza soddisfacente
ai quali le scuole private non intendono rinunciare. Il Molise, dal canto suo, non sembra neanche sfiorato da quest’ultimo problema ma, a ben vedere, lo è (e molto) da quello dei tagli Il direttore dell’Ufficio Scolastico regionale, Giuseppe Boccarello, si affretta però a precisare che “il taglio dei posti nasce direttamente dalla diminuzione degli alunni – 1687 in meno nella nostra regione – che ha provocato un numero elevato di insegnanti in esubero”. Direttore, qual è la situazione numerica in Molise?
“Voglio innanzitutto precisare che nessuna scuola sarà chiusa ed ogni alunno continuerà a frequentare la scuola che ha sempre frequentato, fatta salva la diversa volontà delle famiglie e l’ovvia presenza di un numero minimo di frequentanti. Il sindaco di Capracotta non può, per questo, chiedere di tenere aperta una scuola per uno o due alunni, perché 40 ne verrebbero a Campobasso. A fronte di 44.388 alunni censiti, il Ministero ha fornito una quota di 3.917 posti, pari ad un rapporto di un docente per 11 alunni, molto alto rispetto alla media nazionale ed equamente suddiviso tra le due province – 2.891 a Campobasso e 1.026 ad Isernia. Questi numeri consentono di poter organizzare un modello di scuola abbastanza soddisfacente per tutti”. Quali sono le realtà che presentano i temi più critici? “Campobasso, Isernia e Termoli non presentano particolari problemi, anche perché gli insegnanti in soprannumero continueranno ad operare nelle scuole. I problemi, semmai, esistono nei comuni montani, ma sembra ingeneroso scaricare tutti i problemi del precariato sul mondo della scuola che non può esserne l’ammortizzatore sociale”.
Il sindacato avrebbe potuto ottenere di più in sede ministeriale
Qualcuno, però, ha sollevato eccezioni. “Se qualche sindacato – la Cgil – avesse voluto tentare di ottenere di più, avrebbe potuto farlo in sede ministeriale di assegnazione posti, non certamente in sede periferica. Qui, concepire una deroga per una scuola, significa unicamente far subire ad un’altra scuola conseguenze inaccettabili. Per gli stessi motivi, l’eventuale basso numero di frequentanti e la necessità di assicurare corsi di studio ordinari in tutte le scuole della regione, potranno essere la causa fondante di ogni eventuale decurtazione relativa al doppio turno nella scuola dell’Infanzia, al tempo pieno nella scuola Primaria, al tempo prolungato nella scuola Secondaria di I grado e ai corsi serali nella scuola
Cassazione: medico rispetti il diritto di nascere sani
Regioni, meno ricorso al debito nel 2009
Il diritto a nascere sano appartiene alla vita di ognuno già nel momento in cui inizia il concepimento. Bambini nati con delle malformazioni provocate da farmaci somministrarti mentre la madre era in gravidanza, hanno diritto a chiedere un risarcimento così come i genitori. Lo stabilisce la sentenza n.10741 della Terza sezione Civile della Cassazione.
Regioni ed enti locali italiani nel 2009 si indebiteranno meno degli anni passati. Il ricorso al mercato sarà di circa 7 miliardi di euro. In linea, cioè, con il 2008,e molto meno dei 27 e 16 mld registrati rispettivamente nel 2006 e nel 2007. Lo stima Standard&Poor's nel Rapporto annuale sul debito di enti locali e regionali in Europa.
Secondaria di II grado”. La questione è invece diversa per le scuole private. “Non è, infatti, un problema nostro, anche perché ce ne sono poche e sono gestite da suore. È un problema che non ci tocca affatto”. Antonio Di Monaco
Il mondo scolastico non può essere l’ammortizzatore sociale dei precari
5 ANNO II - N° 107 MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2009