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OSSERVATORIO

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IL PUNTO

IL PUNTO

fUORICASA: la riPreSa È iniZiata

Nel primo trimestre 2021, ristorazione professionale a +23% rispetto al corrispondente periodo 2019

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Per il fuoricasa la ripresa è già qui. Lo dicono i dati relativi al commercio mondiale, e lo confermano le ultime survey sui comportamenti di consumatori e aziende del settore meccanico.

Dalla Ristorazione Professionale all’arte bianca, dal comparto Bar Macchine caffè Vending al Gelato Pasticceria e all’Arredo Tecnologia Tavola, per le diverse filiere dell’ospitalità professionale la ripresa è già cominciata dopo i difficili mesi dello scorso anno.

A sottolinearlo sono i dati di ExportPlanning, secondo cui già nel primo trimestre del 2021 il commercio mondiale

per il segmento della Ristorazione professionale ha fatto registrare un vero e proprio

“boom”, con un +22.8% in euro rispetto al primo trimestre 2020 e – dato ancora più significativo - un +23% rispet-

to al corrispondente periodo

2019).

In forte crescita anche il Made in Italy, che nello stesso segmento ha visto una forte risalita (+20.8% nei valori in

euro rispetto al corrispondente periodo 2020 e +7.5% rispetto all’analogo periodo

2019).

Ma non basta: stando all'ultimo sondaggio diffuso da Anima Confindustria (associazione che ha al suo interno vede la presenza delle aziende della filiera delle attrezzature per la ristorazione professionale) nella prima metà di luglio, due aziende su tre – all'interno di un campione eterogeneo e rappresentativo della quasi totalità dei settori di Anima – hanno dichiarato di prevedere una completa ripresa delle perdite subite nel 2020 entro la fine del 2021.

Anche per quanto riguarda i consumatori, sottolinea un recente rapporto della società di ricerche NPD Group, per

gli italiani la voglia di fuori casa è già esplosa, con il 41% dei consumatori che già frequenta Bar e Ristoranti come prima della pandemia, e il 53% che tornerà a farlo entro la fine dell’anno.

Per il periodo 2021-2024 poi, gli scambi mondiali (e l’export italiano) registreranno un forte segno più soprattutto nella Ristorazione professionale (+6.9% di crescita media annua nel periodo 2021-’24) e nella filiera di Pane Pizza Pasta.

Negli ultimi diciotto mesi il numero dei punti vendita delle principali catene di gelaterie cresce e passa da 1585 a 1593. Continua l’espansione nei mercati esteri, l’Europa aumenta il proprio peso mentre arretra il Medio Oriente

Osservatorio Sistema Gelato ha aggiornato l’analisi del saldo aperture/chiusure dei punti vendita delle principali catene di gelaterie italiane.

Le cinquanta catene prese in esame hanno raggiunto complessivamente 1593 pun-

ti vendita operativi, in leggera crescita

(+8) rispetto alla rilevazione datata febbraio 2020.

I punti vendita a gestione diretta e/o affiliati sul territorio nazionale ora sono 1186, i punti vendita all’estero 407 con un incidenza di quest’ultimi che passa dal

le Catene di gelaterie reggono alla PandeMia

34,1% al 34,3%.

Se nell’ultima analisi datata febbraio 2020 i Paesi a maggior crescita erano la Spagna, gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti, negli ultimi diciotto mesi sono cresciuti i punti vendita in Cina (+10), Romania (+4), Spagna (+3) ed Inghilterra (+3), con due new entry, la Slovacchia e la Repubblica ceca dove a Praga, Grom ha aperto un nuovo punto vendita. Per contro i Paesi con le maggiori chiusure sono stati Kuwait (-7), Qatar (-3), Emirati Arabi Uniti (-3) e Malesia (-3) , escono dal radar - non avendo più gelaterie affilate alle catene italiane - il Ghana ed il Guatemala.

Nel complesso il numero totale di Paesi esteri arriva a toccare le 65 nazioni, erano 56 nel 2019, a dimostrazione che il prodotto ed i format di gelateria italiana si stanno sempre più globalizzando.

L’Europa (esclusa l’Italia) si conferma prima destinazione per investimenti diretti e nuove affiliazioni crescendo del 12%, cresce anche l’Asia e l’Estremo Oriente (+10%), stabile l’Oceania, scendono le altre geografie in particolare il Medio Oriente.

Delle cinquanta catene analizzate oltre metà (27) hanno mantenuto invariato il saldo aperture/chiusure, quindici sono riuscite ad incrementare la propria rete e otto si sono ridimensionate razionalizzando il proprio network. Tra le principali catene che hanno incrementato il numero dei punti vendita si segnalano Venchi, La Romana e Cioccolati Italiani.

Si ritiene che nei prossimi mesi continuerà la razionalizzazione di alcune reti con chiusure dei punti vendita meno profittevoli, le catene faranno altresì interventi di adeguamento su immagine, offerta e metrature dei format. Con il nuovo anno, nelle geografie dove la ripresa economica sarà più forte, è attesa una ripresa tonica di nuove aperture.

fAIRTRADE

grande SPrint Per i Prodotti nel 2020

3 milioni di euro sono arrivati alle organizzazioni di contadini e lavoratori in Asia, Africa e America Latina

Èstato pubblicato il report annuale delle attività di Fairtrade Italia “La risposta di Fairtrade alle sfide del cambiamento”, una fotografia su come il circuito globale del commercio equosolidale certificato ha affrontato il 2020. 436 milioni di euro è quanto gli italiani hanno speso in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade nel nostro paese lo scorso anno. Oltre alla frutta fresca come banane e ananas, possono recare uno dei Marchi Fairtrade anche caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro.

Grazie alle vendite Fairtrade in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia Africa e America Latina hanno ricevuto più di 3 milioni di euro da utilizzare per il miglioramento tecnico e produttivo, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura; per la realizzazione di aule e strutture scolastiche, ambulatori o altro. Infatti per poter certificare i propri prodotti, le aziende che si servono dei Marchi Fairtrade si impegnano a corrispondere alle organizzazioni di produttori agricoli e non un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, la cui destinazione viene decisa collettivamente dai lavoratori.

LE VENDITE IN ITALIA

Nel canale GDO la presenza dei prodotti Fairtrade si è consolidata grazie al rapporto storico con Coop Italia che nel 2020 ha raddoppiato l’assortimento rispetto al biennio precedente. Inoltre le catene dei discount partner di Fairtrade hanno dimostrato molto dinamicità con un impegno crescente: Lidl, In’s Mercato e Aldi hanno inserito complessivamente decine di nuovi prodotti. Infine, altre insegne del settore retail stanno lavorando per estendere l'offerta, ampliando la gamma di prodotti e le possibilità di acquisto da parte dei consumatori.

A causa delle chiusure e delle norme di contenimento del contagio, il settore che ha sofferto di più è stato quello dei consumi fuori casa: bar, caffetterie e hotel, oppure delle mense scolastiche, degli uffici (con le banane).

«Il 2020 è stato un anno difficile per i consumatori e le aziende nel nostro Paese. Tuttavia i nostri partner hanno avuto il coraggio di scommettere ulteriormente su Fairtrade, ampliando in modo significativo la loro offerta di prodotti. Questo ci fa molto piacere e conferma come una proposta di forte valore sociale sia sempre più linea con le richieste di un numero crescente di cittadini, e un’opportunità per le imprese di sviluppare il proprio bu-

siness» ha dichiarato Thomas Zulian, Direttore commerciale di Fairtrade Italia.

IL BOOM DEL CACAO

Il 2020 ha visto una importante scesa in campo da parte di alcune catena della grande distribuzione a favore delle filiere del cacao. Il Marchio di Ingrediente Fairtrade, creato allo scopo di aumentare i volumi di materia prima venduta in origine per generare un maggiore impatto sugli agricoltori, ha permesso alle aziende di ampliare la gamma di prodotti certificati, e in modo particolare i discount hanno esteso l’utilizzo del marchio a decine di referenze. Complessivamente sono state vendute 8.000 tonnellate di fave di cacao a condizioni Fairtrade (+33%).

LE BANANE RESTANO ILPRIMOPRODOTTOPER VOLUMI

Dopo una crescita sempre costante negli ultimi 15 anni in termini di volumi, per la prima volta il 2020 ha registrato un -15% pari a 13.500 tonnellate di venduto. Le perdite registrate nel fuori casa non sono state controbilanciate dall’aumento delle vendite nel canale retail. Le prime proiezioni sul 2021 fanno comunque già sperare per l’anno in corso ad un ritorno ai valori pre-crisi.

UNA DOLCE SORPRESA: LO zUCCHERO

In linea con l’aumento generale a livello nazionale che si è registrato nel 2020, il consumo degli zuccheri di canna Fairtrade in Italia è cresciuto del 30% nel 2020 rispetto all’anno precedente ed ha raggiunto le 5.213 tonnellate, confermando la crescita costante che ha caratterizzato il quinquennio precedente (+70%).

«I risultati ottenuti nel 2020 ci rinforzano nel lavoro che stiamo facendo per sviluppare le filiere Fairtrade in Italia, e già i primi mesi del 2021 ci stanno dando dei segnali positivi. A nostro avviso, in questa fase in cui ci accingiamo a vedere la conclusione del periodo di pandemia, per ridisegnare i modelli di sviluppo economico e produttivo in una chiave di giustizia sociale e climatica è necessario ripartire dai principi siglati negli Obiettivi di sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.»

- ha dichiarato Paolo Pastore, Direttore generale di Fairtrade Italia.

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