CASE DI IERI passato – presente e futuro
RETE DELLE GEO STORIE A SCALA LOCALE
Istituto Comprensivo di CARBONERA (TV) Rete di Storie a scala locale
Progetto INNOVASCUOLA
CASE DI IERI Amministrazione Comunale di Carbonera Associazione Clio’92
Classi 3 di CARBONERA e MIGNAGOLA Ins. Luisa Bordin, Paola Corazza, Manuela Grobbo, Giovannina Torresan
Anni scolastici 2008-2010
CASE DI IERI
CASE DI IERI I racconti dei testimoni: nonna Elsa Schiavinato, nonno Antonio Marcon e i nostri nonni
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Le fonti architettoniche
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Mappe e planimetrie di case coloniche
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Le fonti fotografiche: edifici, attivitĂ , persone
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Le fonti materiali: Il Museo dell’Uomo di Susegana VAI Le fonti scritte
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Il calendario dei lavori agricoli e dei proverbi
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I RACCONTI DEI TESTIMONI Nonna Elsa Schiavinato Nonno Antonio Marcon
LA TESTIMONIANZA DI NONNA ELSA Come viveva da bambina in una casa colonica (15 maggio 2009)
LA CASA DI NONNA ELSA La casa di nonna Elsa era una casa colonica.
La casa di nonna Elsa quando era bambina.
La casa di nonna Elsa oggi: è diventata un agriturismo.
LA CASA DI NONNA ELSA “La casa in cui abitavo da bambina esiste ancora, si trova in via Bianchini, ha circa 150 anni, era del conte Bianchini e noi gli pagavamo l’affitto con una parte degli animali e dei prodotti che coltivavamo. Davanti alla casa c’era un portico, all’esterno aveva due ferri per le viti che d’estate facevano ombra e producevano uva. Il portico serviva per svolgere dei lavori al riparo dal sole o dal freddo e dalla pioggia.
Nella mia casa c’era una grande cucina, vicino c’era la camera dei miei nonni e al primo piano c’erano le altre camere per dormire. Di sopra c’era il granaio che era grande e lì si conservavano i prodotti. Sopra la stalla c’era il fienile che aveva una botola. Non avevamo il bagno e si andava a lavarsi nella stalla, perché era calda. In casa non c’era l’acqua e si doveva andare a prenderla alla pompa usando i secchi.”
LA FAMIGLIA DI NONNA ELSA “Nella mia casa vivevano in due famiglie: la mia da 24 persone e l’altra da 22. Il nonno, il capo della famiglia, dirigeva il lavoro nei campi; la nonna organizzava il lavoro in casa aiutata da un’altra donna della famiglia. I miei genitori e gli zii lavoravano nei campi, in estate si alzavano alle quattro del mattino. In inverno nella stalla si lavorava: gli uomini costruivano attrezzi per lavorare, le donne cucivano o lavoravano a maglia. Io badavo ai fratellini e cuginetti, i ragazzi andavano a lavorare nei campi. Era bello vivere in una famiglia numerosa, perché tutti si aiutavano!”
I GIOCHI E LA SCUOLA DI NONNA ELSA “Tutti noi bambini della famiglia, ogni giorno giocavamo insieme nel cortile. Non c’erano tanti giocattoli ci si divertiva in tanti modi, per esempio si usava la scala del fienile per arrampicarsi e poi ci si lasciava cadere giù da un piolo.
Andando a scuola, ogni mattina percorrevamo quattro chilometri a piedi, le biciclette servivano ai grandi; lungo la strada si incontravano i compagni e ci si divertiva a giocare e chiacchierare.”
I CIBI DI NONNA ELSA
“Quando ero bambina, non c’erano i cibi di adesso. La polenta, si mangiava al mattino con il latte e alla sera. Il pane fatto in casa solo a mezzogiorno”.
“Nell’orto si coltivavano le verdure per mangiarle e per venderle. Si compravano solo: riso, zucchero e caffè e si pagava con le uova; questi cibi erano usati soprattutto per le persone ammalate.”
GLI ANIMALI DI NONNA ELSA
“Avevamo tanti animali,
nella stalla c’erano i buoi che servivano per fare i lavori più faticosi e le mucche che producevano il latte, nascevano anche dei vitellini. Un animale molto importante era il maiale. Si uccideva in inverno e con la sua carne si preparavano tanti cibi, non si buttava niente. Nel pollaio si allevavano: galline, pulcini, oche, tacchini, capponi e anatre.”
ALCUNE FOTOGRAFIE PER CAPIRE COM’ERANO GLI SPAZI NELLE CASE COLONICHE DI UN TEMPO
Il portico e le viti che crescono attaccate alla casa (foto Archivio FAST)
Una camera da letto (foto D. Coltro)
L’interno della cucina (foto D. Coltro)
Un granaio (foto privata)
ALCUNI ESEMPI DI FOTOGRAFIE PER CAPIRE COM’ERANO GLI SPAZI NELLE CASE COLONICHE DI UN TEMPO
La stalla
Il fienile
La pompa e la fontana
Una famiglia contadina -1930 circa (Foto Archivio FAST)
LA TESTIMONIANZA DI NONNO ANTONIO (16 aprile 2009) Nonno Antonio è venuto a trovarci e a raccontarci di com’è la vita del contadino oggi e com’era nel passato.
E dopo l’incontro…
IL PRESENTE DI NONNO ANTONIO
•Ha 74 anni e lavora ancora: anche nei giorni di festa. •Vive in una casa colonica costruita nel 1956. •Si sveglia alle 3 o alle 5 e non fa mai vacanze. •Ha 40 mucche che deve mungere ogni giorno con la mungitrice elettrica. •Ogni mucca fa 50 litri di latte al giorno. •Ha 50 galline e 2 maiali. •Coltiva 13 campi che danno 80 quintali di mais. •Ha 2 trattori. •Non ha alberi da frutta.
IL PASSATO DI NONNO ANTONIO
Faceva 3 chilometri per andare a scuola. Ai piedi portava zoccoli e non scarpe.
L’uva si vendemmiava a mano e si pigiava con i piedi.
A 7-8 anni faceva giĂ il contadino: prima di andare a scuola aiutava il papĂ per due o tre ore, anche nel pomeriggio, ma dopo aver finito i compiti.
Mangiava tanta polenta.
Le mucche servivano per lavorare nei campi e si mungevano a mano.
Non faceva mai vacanza.
Aveva 2-3 pecore per fare la lana e alcune galline, allevavano bachi da seta.
Viveva in una casa colonica che aveva tante stanze: la cucina, le stanze da letto, la cantina, il granaio, la stalla, il fienile, il gabinetto esterno, il pollaio e il porcile.
Nella sua casa non c’era il frigorifero, una buca sotto la fontana serviva per mantenere fresche le bottiglie. Nella casa non c’era riscaldamento, alla sera si scaldavano nella stalla delle mucche.
Dormiva su un letto di “foglie” di mais, per scaldare il letto si mettevano sotto le coperte 2 pietre scaldate sul camino e avvolte in una stoffa oppure si mettevano delle braci dentro una specie di piatto .
Faceva il bagno nella stalla dentro ad un grande secchio d’acqua calda e quando aveva finito sapeva di “puzza” di mucche.
Nella sua casa vivevano in due famiglie: la sua era di 7 persone.
DOPO L’INCONTRO‌ In seguito all’incontro con nonno Antonio abbiamo immaginato come potesse essere la sua casa colonica.
Andrea immagina una casa con tante stanze e tanti animali nella stalla.
Margherita immagina una casa con le colonne.
Vanessa immagina una casa enorme con gli animali nei recinti.
Erik immagina una casa normale con animali intorno.
Il nonno Lorenzo mi ha La cucina era molto grande con il In casa non c’era il raccontato che viveva in focolare con la catena per appendere televisore, e dopo cena si una casa singola (in un la pentola… sedevano tutti intorno al villaggio) nella sua casa I NONNI MI HANNO RACCONTATO fuoco ascoltavano i aveva: un pollaio e una CHE QUANDO ERANO BAMBINI… racconti dei loro nonni. stalla… I miei nonni di solito in La mia nonna, da piccola La nonna mi ha raccontato primavera lasciano gli abitava in campagna in una che viveva in una casa alta animali fuori e d’inverno casa colonica ed erano 11 vicino a un fiume... li mettevano dentro la fratelli. Lavoravano tutti e stalla… 13 nei campi... Il nonno mi ha raccontato che Il mio nonno Mario è La nonna alzata a si lavava sul abitava in una casa a schiera nato sul Montello, catino con l’acqua riscalda; costruita nel 1800, senza quando è diventato un colazione con polenta e latte… riscaldamento e aveva la stufa a po’ grande andava ad legna… aiutare il suo nonno sui L’ entrata era in un vicolo campi... molto stretto e al Mia nonna Valeria viveva in pomeriggio si sedevano Non avevano il bagno e allora si una casa di legno chiamata tutti fuori insieme ai vicini lavavano nella stalla perché era il “BARACCA” era composta di casa per chiacchierare. posto più caldo... I miei nonni quando erano di 3 cucine e 6 stanze da Al primo piano c’erano: la cucina, bambini allevavano mucche, letto, in questa casa una stanza, il portico usato per vivevano 20 persone. … capre, pecore… mettere gli attrezzi per lavorare la La mia nonna quando aveva 7 anni La mia nonna paterna, terra la piccola stalla… viveva a Sacile e c’era la guerra… abitava in campagna, in Il mio nonno abitava in un una grande casa colonica. palazzo appartenuto a un La nonna Adriana abitava in una Con lei vivevano 24 grande casa con altre 6 famiglie e conte… persone ... c’erano tanti bambini…
CERCANDO TRA LE MEMORIE DI FAMIGLIA
Abbiamo chiesto ai nostri genitori e ai nostri nonni di mostrarci alcune fotografie di quando erano bambini e dove si potessero vedere anche le loro case o i lavori che si facevano a quel tempo.
Queste che vedrete nel filmato 1 sono alcune di esse.
LE FONTI ARCHITETTONICHE
UNA FONTE ARCHITETTONICA: UNA CASA COLONICA A CARBONERA Siamo andati alla scoperta di case coloniche nel paese e ne abbiamo osservata una dall’esterno.
L’abbiamo anche disegnata per non dimenticarci com’è fatta.
ALCUNI SPAZI INTERNI DELLA CASA COLONICA
la cucina
la cucina economica la cappa del camino
la stalla
il fienile
il gabinetto esterno
GLI SPAZI ESTERNI ALLA CASA COLONICA 1
l’orto il pollaio il porcile
la fontana la concimaia la legnaia
L'orto era curato soprattutto dalle donne. Veniva circondato da una rete metallica per proteggerlo dagli animali domestici. In esso si coltivavano le erbe aromatiche e gli ortaggi che servivano per la famiglia contadina.
La fontana e l’abbeveratoio servivano per rifornire d’acqua la casa e gli animali.
Il pollaio offriva riparo agli animali da cortile (galline, oche, tacchini, anatre‌).
La concimaia era un’ampia vasca in cemento situata vicino alla stalla. In essa si raccoglieva lo sterco degli animali per la concimazione dei campi.
Il porcile era una baracca di legno rialzata da terra che serviva per allevare il maiale.
Nella legnaia si raccoglieva la legna necessaria per il focolare.
GLI SPAZI ESTERNI ALLA CASA COLONICA 2
I terreni circostanti la casa venivano coltivati dai contadini gran parte a cereali (frumento, mais) e una parte a foraggio (erba medica, colza, ‌) per gli animali. L’estensione dei terreni variava: potevano essere pochi campi o tanti campi.
ALLA SCOPERTA DI ALTRE CASE COLONICHE NEL TERRITORIO in compagnia di mamma o di papĂ
Durante l’inverno siamo andati a cercare e fotografare case coloniche sparse a Carbonera, nelle sue frazioni e nei comuni confinanti. Ne abbiamo trovate tantissime: alcune abbandonate e in pericolo di crollo; altre molto vecchie ma ancora abitate; altre ristrutturate e usate come abitazioni o anche con diverse funzioni.
Vediamo il filmato 2
LOCALIZZIAMO I COMUNI Questi sono i territori dei comuni nei quali siamo andati a fotografare le case coloniche che avete visto nel filmato. Sono tutti confinanti con Carbonera.
MASERADA
VILLORBA
BREDA DI PIAVE
CARBONERA
SILEA
Clicca sul sito della Provincia di Treviso e troverai delle interessanti cartine geografiche della nostra provincia. http://www.provincia.treviso.it/Engine/RAServePG.php/P/487610010316
Le case che abbiamo visto sono tutte molto vecchie. Secondo noi hanno almeno 100 anni. Sono state cioè costruite durante il secolo scorso e forse anche prima.
Come le case coloniche dei nostri nonni.
2000
1980
1960
1950
1940
1920
1900
LA LINEA DEL TEMPO DELLE CASE COLONICHE CHE ABBIAMO FOTOGRAFATO
MA COME SI FA A SAPERE CON CERTEZZA QUANDO È STATA COSTRUITA UNA CASA COLONICA? Bisogna chiederlo ai proprietari o cercare i documenti di quando è stata costruita.
Quando il proprietario non ha più i documenti si vanno a cercare nell’ufficio del Catasto.
Quando non ci sono più i proprietari o i documenti che dicono quando è stata costruita allora si osserva che aspetto ha la casa. La sua forma ci fa capire in quale periodo è stata costruita.
ALCUNE PLANIMETRIE PER VEDERE E COMPRENDERE COM’ERANO DIVISI GLI SPAZI NELLE CASE COLONICHE DI UN TEMPO
ALTRE PLANIMETRIE Colorandole si vede come sono distribuiti gli spazi nelle tipiche case coloniche
STALLA
RIC. ATTREZZI
CUCINA
FIENILE
PORTICO
TINELLO
GRANAIO
DEPOSITO
CAMERA
Coloriamo gli spazi in questo modo: gli spazi per le attività agricole e quelli abitativi.
SPAZI PER LE ATTIVITÀ AGRICOLE
SPAZI ABITATIVI
GLI SPAZI PER LE ATTIVITÀ AGRICOLE SONO MOLTO PIÙ ESTESI RISPETTO A QUELLI DOVE ABITAVA IL CONTADINO CON LA SUA FAMIGLIA.
GLI SPAZI NELLA CASA COLONICA: UN GIOCO PER METTERLI AL LORO POSTO Osserva i disegni e trascinali al loro posto sopra la sagoma della casa.
granaio
granaio
camera
Cantina
pozzo o fontana
fienile
camera
cucina
secchiaio
ricovero attrezzi
stalla
concimaia
gabinetto
LE FONTI FOTOGRAFICHE Edifici, attivitĂ , persone Archivio FAST -Treviso
LE FONTI FOTOGRAFICHE Abbiamo analizzato alcune fonti fotografiche tratte da libri e soprattutto avute dal FAST di Treviso. FAST è una sigla che vuol dire Foto Archivio Storico Treviso. Il FAST è un luogo in cui sono conservate centinaia di migliaia di fotografie scattate durante il secolo scorso. Sono quasi tutte in bianco e nero. Quelle che abbiamo osservato noi mostrano case coloniche e le attività svolte dai contadini almeno cinquant’anni fa.
Il FAST ha un sito internet. Clicca su questo indirizzo per visitarlo. http://www.fotostorica.it/Pagine/FAST/frame.htm
Foto Archivio FAST
Foto Archivio FAST
LETTURA DI UNA FONTE FOTOGRAFICA L’ARATURA -1Abbiamo analizzato alcune fonti fotografiche per capire meglio com’era la vita a quel tempo. Come questa, ad esempio.
Foto Archivio FAST
- Che tipo di fonte è? 2- Che titolo daresti a questa immagine? 3- Che tipo di costruzione noti sullo sfondo a sinistra? 4- In quale stagione siamo? Da cosa lo capisci? 5- Quante persone vedi? 6- Cosa stanno facendo? 7- Quale attrezzo usano per svolgere questo lavoro? Di che materiale è fatto? 8- Ci sono anche degli animali? Quali? 9- Che lavoro svolgono? 10- È necessario, secondo te, il loro aiuto per poter svolgere questo lavoro? Perché secondo te? 11- Quanto tempo ci voleva per svolgere questo lavoro? A-poche ore B-un giorno C-più giorni 12- Si usano ancora, oggi, gli animali per compiere questo lavoro? 13- Con quali mezzi viene eseguito adesso questo lavoro e quante persone servono ?
LA VENDEMMIA -2-
Foto Archivio FAST
1-Che tipo di fonte è? 2- Quando è stata scattata? A-è recente A-è del passato 3-Quante persone vedi? 4-Quali azioni stanno compiendo le diverse persone? la donna ….……………………………… il ragazzo .................................................... l'uomo col cappello ................................... l'uomo a destra .......................................... 5-Usano dei macchinari? sì no 6-Con quale energia funzionano? A- benzina B- elettricità C- acqua D- forza delle braccia 7-Sapresti dire di che materiale è fatto il macchinario? A-legno B-ferro C-plastica D-pietra 8-Cosa versano nella macchina? 9-In cosa si trasforma? 10-Si usa anche al giorno d’oggi? sì no 11-In quale periodo dell’anno si svolge questa attività?
LA TREBBIATURA -3-
Foto Archivio Coltro
1-In quale ambiente siamo ? A-nel cortile della casa colonica B-nel campo C-in una piazza D-nel vigneto 2-Quante persone sono impegnate in questo lavoro? 3-Quale lavoro stanno compiendo ? A- arando un campo B-seminando C- trebbiando D-ammucchiando il fieno 4-Quali attrezzi vengono usati ? A-trebbiatrice B-carro C-trattore D- aratro 5-In quale stagione si sta compiendo il lavoro ? A-primavera B-estate C-autunno D-inverno 6-Da questa attivitĂ quali prodotti si potranno ottenere ? A-frumento B-granoturco C-paglia D-fieno 7-Dove saranno riposti i prodotti ottenuti ? A-granaio B-stalla C-fienile D-pagliaio E-pollaio 8-A cosa serviranno i prodotti ottenuti?
LE FONTI MATERIALI al museo etnografico
IL MUSEO DELL’UOMO DI SUSEGANA Il museo è allestito in una una casa colonica. Contiene alcune migliaia di fonti materiali cioè oggetti e arredi che si usavano un tempo nelle case coloniche. Il Museo contiene anche molti oggetti e strumenti dei lavori di un tempo: sia agricoli sia artigianali.
Clicca qui per aprire il sito del Museo di Susegana http://www.itisconegliano.it/area_progetti/museo%20dell%27uomo/index.htm
CACCIA ALLE FONTI MATERIALI AL MUSEO DI SUSEGANA 14 maggio 2009
Quando eravamo in classe seconda siamo andati al Museo dell’Uomo a Susegana (TV) .
Le maestre hanno organizzato un gioco: LA CACCIA AGLI OGGETTI AL MUSEO.
CACCIA AL MUSEO
•Ci siamo divisi in cinque gruppi con una maestra ciascuno. •Il nostro compito era di cercare tre oggetti del museo.
La scheda della “caccia” al museo compilata da Erika.
•Quando averli trovati si dovevano osservare e poi compilare una scheda che chiedeva: in che stanza si trovavano, il materiale con cui erano fatti, a cosa servivano, come si chiamavano e, infine, disegnarli.
GLI OGGETTI DELLA “CACCIA” DA CERCARE NEL MUSEO
ALCUNI DEI VERI OGGETTI PRESENTI NEL MUSEO La madia
Lo scaldino
Il mastello
La “crigoea”
Lo sgranapannocchie
DA UNA CONVERSAZIONE IN CLASSE 2 dopo la visita al Museo di Susegana Maestra. - Tra gli oggetti che abbiamo cercato al museo ce n’era uno in camera da letto che abbiamo scoperto chiamarsi SPASSISO che è una parola dialettale: come si può tradurla in italiano? Alunno: Questo oggetto serviva per far camminare i bambini. A: Assomiglia un po’ al girello e un po’ al passeggino. A: Non è un passeggino e non è un girello, non si può tradurre. Maestra: Perché? A: Perché è un oggetto che non si usa più quindi non esiste la parola da dire in italiano. A: Ma perché quegli oggetti che non si usano più sono finiti al museo? A: Perché a chi li aveva non servivano più e invece di buttarli via li ha dati al museo. A: Perché così uno non si dimentica come sono fatti. A: Perché così li puoi andare a vedere. A: Perché così noi bambini possiamo vedere come sono fatti. Maestra: Gli oggetti che abbiamo visto al Museo, dunque, non esistono più? A: No, alcuni ci sono ancora, ma altri non esistono più. A: Ma quell’edificio a Susegana è un museo o una casa colonica? A: È tutte due le cose perché una volta era una casa colonica e poi i signori che ci abitavano hanno lasciato lì le cose come erano e successivamente hanno aggiunto tanti altri oggetti di una volta che oggi noi possiamo andare a vedere per sapere come erano fatti.
el spassiso
LE FONTI SCRITTE
LE FONTI SCRITTE
Dopo aver molto discusso, osservato case coloniche, visto fonti fotografiche e materiali al Museo abbiamo letto alcune fonti scritte. In queste fonti si descrivono com’erano fatte le case coloniche. Com’erano gli spazi e a cosa servivano.
IL RUSTICO NELLE CASE COLONICHE Affiancato e comunicante con l’abitazione si trovava il rustico costituito dalla STALLA e dal sovrastante FIENILE. Le sue dimensioni dipendevano dall'estensione dei terreni coltivati. Un tempo, infatti, il lavoro del contadino si svolgeva quasi solamente con l'aiuto degli animali perciò se i terreni da coltivare erano molti, il rustico poteva essere addirittura più grande dell'abitazione. L'interno della stalla accoglieva qualche cavallo, qualche mulo, ma soprattutto bovini. Addossata alla parete c’era la mangiatoia per contenere il foraggio; la lettiera fatta di foglie di cereali, paglia e strami gettati a terra serviva da giaciglio ed infine nel canale di scolo venivano raccolti gli escrementi degli animali. Sopra la stalla si trovava il FIENILE che attraverso un’apertura sul solaio poteva rifornire direttamente la stalla del foraggio. Illuminazione e ricambio d'aria avvenivano grazie a una serie di basse finestrelle chiuse da inferriate, che venivano accuratamente "tappate" in inverno (con sterco di mucche fino agli anni 30 del 1900) per non disperdere il calore tanto necessario per il buon mantenimento delle bestie. (Adattamento da LA CASA RURALE NEL VENETO, di Caterina Dezuanni e Carla Kirschner, 1994)
Era comunicante con…
IL RUSTICO
Era più grande dell’abitazione se..
perché sopra attraverso un’apertura… sotto
accoglieva
c’era addossata alla parete
che serviva per…
la lettiera era fatta di…
e serviva per…
nel canale di scolo…
le finestrelle con inferriate
Davano
venivano
in inverno…
IL FOCOLARE All’interno, la cucina, dominata dal FOCOLARE, costituiva il centro della casa e spesso per i più poveri era l’unico luogo abitabile. Al focolare si scaldava l’acqua per la levatrice quando nascevano i bambini in casa; si bruciavano al fuoco i santini portati in tasca per protezione, quando erano inservibili; davanti al focolare si passava la notte quando si vegliavano i morti. Davanti al focolare sedevano i fidanzati (morosi) sotto gli occhi attenti della madre della ragazza. Il fuoco era considerato sacro. Ai bambini era proibito giocare col fuoco e si diceva che la notte avrebbero fatto la pipì a letto, ma spesso essi disubbidivano e cercavano di far sprigionare le faville sul per la canna del camino perché si diceva che in cielo si sarebbero trasformate in stelle. La cenere del focolare era preziosa anche perché serviva per lavare la biancheria. Attorno al focolare si svolgeva a vita privata della famiglia e nei giorni freddi si mangiava seduti attorno ad esso. Ma la migliore soddisfazione per i giovani consisteva nel sedersi sul seggiolone del nonno (caregon) o sul ceppo (zocco) che fungeva da sedile accanto al fuoco. Finché la donna mescolava la polenta, i bambini, inginocchiati attorno alla pietra del focolare recitavano le preghiere della sera, e ricevevano le regole di una buona educazione. (Adattamento da: La famiglia contadina in Dino Coltro, LA TERRA E L’UOMO, 2007)
I MOLTI USI DEL FOCOLARE
Per scaldarsi.
I bambini non dovevano toccare le braci.
Scaldare l’acqua per l’ostetrica.
Bruciare i santini rovinati.
I bambini facevano sprigionare le faville perché si credeva che diventassero stelle.
Per raccogliere la cenere.
I fidanzati sotto il controllo della mamma.
Mangiare vicino al fuoco. Disegni di Agnese, Anna, Eleonora, Giada, Giorgia, Margherita, Matilde, Mattia, Paolo, Sara, Valeria.
Sedersi sul “caregon” del nonno.
Fare la polenta.
Recitare le preghiere.
LE CAMERE (…) L’unica stanza ammobiliata era quella dei genitori: un LETTO fatto di un pagliericcio di scartosse appoggiato su una tavola di legno o su reti di metallo coperto con lenzuola grosse e coperte grosse o piumini. Sopra il letto, appesa alla parete c’era sempre il quadro della Sacra Famiglia, (…) ai lati: comodini con VASO DA NOTTE, un LAVANDINO con BOCCALE, CATINO e SPECCHIO; l’ARMADIO; il CASSETTONE (comò) con specchiera; la CASSA DELLA DOTE della sposa; lo SCALDINO (la monega) o lo SCALDALETTO per il letto e l’ATTACCAPANNI. Nelle altre camere i letti erano tutti a due piazze (…). Su ognuno dormivano almeno in tre: maschi con maschi e femmine con femmine, a volte anche da lati opposti per starci in di più. Nelle case più povere le camere da letto servivano anche per conservare le riserve di cibo: sacchi di polenta, fagioli, zucche, patate (…). I bambini più piccoli dormivano nella culla in camera con i genitori e se qualcuno era ancora troppo piccolo e aveva ancora bisogno di essere accudito dalla mamma durante la notte si poteva anche farlo dormire dentro al primo cassetto del comò. D’inverno le camere erano fredde e l’unico modo per scaldarsi era di intiepidire il letto con la monega e la scaldina. Il compito di preparare le braci per gli scaldaletto era affidato alle ragazze. (riduzione e adattamento da: La famiglia contadina in Dino Coltro, LA TERRA E L’UOMO, Cierre Edizioni ’07)
ALCUNE CAMERE RAPPRESENTATE DAI BAMBINI
TRA LAVORI AGRICOLI E FONTI DELLA CULTURA POPOLARE Il calendario agricolo
I LAVORI AGRICOLI ATTRAVERSO IL CALENDARIO ed alcuni proverbi e modi di dire ritrovati anche nella memoria delle nostre famiglie
Molti proverbi e modi di dire nascono dalle attività che i contadini dovevano eseguire nel corso dell’anno.
Gennaio – La potatura Il pan e vin
Foto Archivio FAST Non potare tardi e semina presto. Gran freddo a gennaio, frumento in granaio. Gennaio ventoso, anno granoso Metà gennaio metà granaio. Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame. Un bon nevar, tanto frumento nel granar. 5 gennaio – Favile a levante, panoce tante Favile a ponente, panoce gnente. 6 gennaio – Epifania tutte le feste porta via. 17 gennaio – Sant’Antonio i dì se slonga un passo de demonio. 20 gennaio – San Sebastian co la viola in man.
Febbraio – La potatura della vigna
Foto Archivio FAST Con la luna di febbraio finisci la potatura. Se a febbraio vedi gli uccelli grassi aspettati un freddo che spacca i sassi. 2 febbraio – Se c’è il sole al dì della Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove o tira vento, nell’inverno semo dentro. 14 febbraio – San Valentin – Spunta l’erba par l’agnelin. San Valentin se briagan el grano e anche el picenin. San Valentin l’usso mena il cuin. 23 febbraio – A San Matia la neve la va via.
Gennaio – La potatura Il pan e vin
Foto Archivio FAST Non potare tardi e semina presto. Gran freddo a gennaio, frumento in granaio. Gennaio ventoso, anno granoso Metà gennaio metà granaio. Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame. Un bon nevar, tanto frumento nel granar. 5 gennaio – Favile a levante, panoce tante Favile a ponente, panoce gnente. 6 gennaio – Epifania tutte le feste porta via. 17 gennaio – Sant’Antonio i dì se slonga un passo de demonio. 20 gennaio – San Sebastian co la viola in man.
Febbraio – La potatura della vigna
Foto Archivio FAST Con la luna di febbraio finisci la potatura. Se a febbraio vedi gli uccelli grassi aspettati un freddo che spacca i sassi. 2 febbraio – Se c’è il sole al dì della Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove o tira vento, nell’inverno semo dentro. 14 febbraio – San Valentin – Spunta l’erba par l’agnelin. San Valentin se briagan el grano e anche el picenin. San Valentin l’usso mena il cuin. 23 febbraio – A San Matia la neve la va via.
Marzo – La zappatura La raccolta delle erbe
Foto Archivio FAST Dove non corre acqua ci vuole la zappa. Se piove sulle Palme non piove sulle uova. Oh quanto è dolce la primavera, aria pulita, aria vera. Marso suto e april bagnà, beato chi gà semenà. Voia o non voia Paqua vien co a foia. ‘Na rondine no fa primavera. Pasqua: ogni poeta abbusca e ogni morto de fame se ne casca. 21 marzo – San Benedetto la rondine sotto il tetto. 25 marzo – Per l’Annunziata la rondine è ritornata.
Aprile – La semina del granoturco
Foto Archivio privato Chi pianta in aprile cava in maggio. Aprile oggi goccia un barile. Aprile freddolino molto pane e molto vino Aprile piovoso maggio ventoso anno fruttuoso. Se d’april a potar vai molta acqua e poco vin berrai. Abbrile caccie u fiore e magge have l’onore. 12 aprile – De San Zen se mete i cavalieri nel fen. 25 aprile – de San Marco la polenta fora dal saco. de San Marco meza in tera e meza in saco. Se piove di San Marco ogni spiga ne fa un quarto.
Marzo – La zappatura La raccolta delle erbe
Foto Archivio FAST Dove non corre acqua ci vuole la zappa. Se piove sulle Palme non piove sulle uova. Oh quanto è dolce la primavera, aria pulita, aria vera. Marso suto e april bagnà, beato chi gà semenà. Voia o non voia Paqua vien co a foia. ‘Na rondine no fa primavera. Pasqua: ogni poeta abbusca e ogni morto de fame se ne casca. 21 marzo – San Benedetto la rondine sotto il tetto. 25 marzo – Per l’Annunziata la rondine è ritornata.
Aprile – La semina del granoturco
Foto Archivio privato Chi pianta in aprile cava in maggio. Aprile oggi goccia un barile. Aprile freddolino molto pane e molto vino Aprile piovoso maggio ventoso anno fruttuoso. Se d’april a potar vai molta acqua e poco vin berrai. Abbrile caccie u fiore e magge have l’onore. 12 aprile – De San Zen se mete i cavalieri nel fen. 25 aprile – de San Marco la polenta fora dal saco. de San Marco meza in tera e meza in saco. Se piove di San Marco ogni spiga ne fa un quarto.
Maggio – La fienagione
Foto Archivio FAST Non credere al fieno finché non è maggio. Abbondanza di fieno carestia di pane. Maggio asciutto gran per tutto. Maggio piovoso vino costoso. Maggio fresco e ventoso rende l’anno copioso. Se piove par la Sensa par quaranta dì no seno sensa. Se piove par la Sensa (l’Ascensione) tanta paia e poca semensa. 4 maggio – San Florian co’ la spiga in man.
Giugno – La mietitura del grano
Foto Archivio Coltro Giugno tonante raccolto abbondante. Giugno apre le porte alle giornate corte. I campi dà, secondo come se ga lavorà. 13 giugno – Sant’Antonio del segheto more la gamba del frumento. 23 giugno – La vigilia di San Giovanni piove tutti gli anni. 24giugno – Se piove a San Gioan piove tutto l‘an 29 giugno – Se piove ai Santi Paolo e Piero piove un mese intiero.
Maggio – La fienagione
Foto Archivio FAST Non credere al fieno finché non è maggio. Abbondanza di fieno carestia di pane. Maggio asciutto gran per tutto. Maggio piovoso vino costoso. Maggio fresco e ventoso rende l’anno copioso. Se piove par la Sensa par quaranta dì no seno sensa. Se piove par la Sensa (l’Ascensione) tanta paia e poca semensa. 4 maggio – San Florian co’ la spiga in man.
Giugno – La mietitura del grano
Foto Archivio Coltro Giugno tonante raccolto abbondante. Giugno apre le porte alle giornate corte. I campi dà, secondo come se ga lavorà. 13 giugno – Sant’Antonio del segheto more la gamba del frumento. 23 giugno – La vigilia di San Giovanni piove tutti gli anni. 24giugno – Se piove a San Gioan piove tutto l‘an 29 giugno – Se piove ai Santi Paolo e Piero piove un mese intiero.
Luglio – La trebbiatura del grano
Foto Archivio FAST Di luglio si miete e si batte. Luglio trebbiatore quanta grazia del Signore. Luglio con lo staio porta i chicchi nei granaio. A luglio il temporale dura poco e non fa male. El fruto no casca lontan da l’albero. 23 luglio – De Santa Madalena se taia l’avena. De Santa Madalena la nose l’è piena. 25 luglio - L’aqua de San Giacomo la fa miracoli. 26 luglio – e par Sant’Ana l’è ‘na mana.
Agosto – L’irrigazione dei campi La raccolta delle patate
Foto Archivio privato Il sole d’agosto inganna la massaia nell’orto. La prima pioggia d’agosto rinfresca il bosco. Agosto matura e settembre vendemmia. D’agosto l’uva fa il mosto. Agosto matura il grano (mais) e il mosto. Dalla figora (il fico) nasce la figorella. Aguste maneche o buste. 10 agosto – San Lorenzo de ‘a gran calura. 15 agosto – A la Madona se vien n’aqua l’è ancora bona.
Luglio – La trebbiatura del grano
Foto Archivio FAST Di luglio si miete e si batte. Luglio trebbiatore quanta grazia del Signore. Luglio con lo staio porta i chicchi nei granaio. A luglio il temporale dura poco e non fa male. El fruto no casca lontan da l’albero. 23 luglio – De Santa Madalena se taia l’avena. De Santa Madalena la nose l’è piena. 25 luglio - L’aqua de San Giacomo la fa miracoli. 26 luglio – e par Sant’Ana l’è ‘na mana.
Agosto – L’irrigazione dei campi La raccolta delle patate
Foto Archivio privato Il sole d’agosto inganna la massaia nell’orto. La prima pioggia d’agosto rinfresca il bosco. Agosto matura e settembre vendemmia. D’agosto l’uva fa il mosto. Agosto matura il grano (mais) e il mosto. Dalla figora (il fico) nasce la figorella. Aguste maneche o buste. 10 agosto – San Lorenzo de ‘a gran calura. 15 agosto – A la Madona se vien n’aqua l’è ancora bona.
Settembre – La raccolta del granoturco
Foto Archivio FAST Un settembre caldo e asciutto maturare fa ogni frutto. A settembre si mangia e non si spende. Se in settembre senti tuonare tini e botti puoi preparare. Se lavori tanto nei raccolti, riposerai d’inverno. 21 settembre – Par San Matio la giornada la va indrio. Da San Matio ‘l bon tempo l’è finio.
Ottobre – La vendemmia e la semina
Foto Archivio FAST Ramo corto vendemmia lunga. Chi semina raccoglie. Tute e tere ze bone par chi sa coltivarle. 4 ottobre – San Francesco ‘l gato ne ‘l zesto. A San Francesco dopo l’ caldo vien ‘l fresco. 9 ottobre – A San Domin (Dionigi) semena ‘l contadin. 28 ottobre – A San Simon la roba drento ‘l porton.
Settembre – La raccolta del granoturco
Foto Archivio FAST Un settembre caldo e asciutto maturare fa ogni frutto. A settembre si mangia e non si spende. Se in settembre senti tuonare tini e botti puoi preparare. Se lavori tanto nei raccolti, riposerai d’inverno. 21 settembre – Par San Matio la giornada la va indrio. Da San Matio ‘l bon tempo l’è finio.
Ottobre – La vendemmia e la semina
Foto Archivio FAST Ramo corto vendemmia lunga. Chi semina raccoglie. Tute e tere ze bone par chi sa coltivarle. 4 ottobre – San Francesco ‘l gato ne ‘l zesto. A San Francesco dopo l’ caldo vien ‘l fresco. 9 ottobre – A San Domin (Dionigi) semena ‘l contadin. 28 ottobre – A San Simon la roba drento ‘l porton.
Novembre – San Martino e il Filò
Foto Archivio FAST Nella botte piccola ci sta il vino nuovo. 1 novembre – Par i Santi a neve xe sui campi. 11 Novembre – a San Martin ogni mosto è vin. Sande Martine a mustè je fatte vine. a San Martino sta meglio il grano al campo che al mulino. A San Martin ch’l gran resta ‘l sia al molin. 30 novembre – San’Andrea viene disteso, arriva al 30 e finisce il mese.
Dicembre – L’uccisone del maiale
Foto Archivio FAST Cattivo inverno fa cattiva estate. Dicembre nevoso anno fruttuoso. 6 dicembre - Evviva el pan e vin, a pinsa soto el camin el porsel sora a toea viva viva san Nicoea. 13 dicembre – Santa Lucia ‘l freddo s’invia. - Da Santa Lucia a Nadal se slonga un piè de gal . Da Nadal a Pasqueta se slonga ‘n oreta. 25 dicembre – Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi.
Novembre – San Martino e il Filò
Foto Archivio FAST Nella botte piccola ci sta il vino nuovo. 1 novembre – Par i Santi a neve xe sui campi. 11 Novembre – a San Martin ogni mosto è vin. Sande Martine a mustè je fatte vine. a San Martino sta meglio il grano al campo che al mulino. A San Martin ch’l gran resta ‘l sia al molin. 30 novembre – San’Andrea viene disteso, arriva al 30 e finisce il mese.
Dicembre – L’uccisone del maiale
Foto Archivio FAST Cattivo inverno fa cattiva estate. Dicembre nevoso anno fruttuoso. 6 dicembre - Evviva el pan e vin, a pinsa soto el camin el porsel sora a toea viva viva san Nicoea. 13 dicembre – Santa Lucia ‘l freddo s’invia. - Da Santa Lucia a Nadal se slonga un piè de gal . Da Nadal a Pasqueta se slonga ‘n oreta. 25 dicembre – Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi.
QUALE FUTURO?
Scuola primaria
Parco giochi Sala giochi
Casa di riposo
Mensa per i poveri
Laboratorio di ricerche
Museo
Negozio di cibi biologici PROPOSTE PER IL FUTURO DELLE CASE COLONICHE ABBANDONATE
“Ospedale” per animali Case per abitarci e lavorarci
Asilo nido
Biblioteca
Municipio
Vivaio Giardino
Teatro
MUSEO
CENTRO DI RECUPERO PER UCCELLI BIBLIOTECA
ASILO NIDO
SCUOLA MANEGGIO
FATTORIA
CASA DI RIPOSO PARCO GIOCHI
VIVAIO
FIORERIA OSPEDALE PER ANIMALI
PER CONCLUDERE …
Quel che abbiamo imparato Quel che abbiamo capito
LA PAROLA AI BAMBINI di terza di Carbonera e Mignagola
RINGRAZIAMENTI Tutti gli alunni dei laboratori “Innovascuola” e “Storie a scala locale” Tutti i genitori degli alunni I nonni, per la pazienza di raccontarsi I docenti coinvolti nel progetto e l’ins. Fiorella Lupato La Dirigenza Scolastica L’Amministrazione Comunale Il Ministero dell’Innovazione Il personale ATA La Rete di Storie a scala locale L’Associazione Clio’92 (prof. Ivo Mattozzi, prof. Giuseppe Di Tonto, prof. ErnestoPerillo) Il prof. Mario Calidoni, la prof. Silvia Mascheroni Il prof. Luciano Caniato Nonna Elsa Schiavinato Nonno Antonio Marcon Nonna Giuseppina Meneghel La sig.ra Rosella Perinotto e il sig. Andrea Fiorotto Le aziende agricole Bisetto di Pezzan e Perissinotto di Mignagola Il FAST della Provincia di Treviso La Biblioteca Comunale di Carbonera La Biblioteca Comunale di Treviso Il Museo dell’Uomo di Susegana
GRAZIE e Arrivederci a settembre per la presentazione dei learning object
GRAZIE e Arrivederci a settembre per la presentazione dei learning object