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C O P PA RO - L A P I A Z Z A D E I M O LÉ TA
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P E R I O D I C O DI INFORMAZIONE POLITICO-CULT U R A L E - D I S T R I BU Z I O N E G R AT U I TA
A N N O 1° - N° 5 - Mag.-Giu. 2005
LO “TZUNAMI” ECONOMICO di Sergio Benini
Il campanello d’allarme è già suonato da un pezzo, l’economia del nostro paese sta velocemente declinando: fabbriche che licenziano, investimenti che calano, gravi difficoltà generali di interi comparti economici che chiedono aiuto. Insieme a noi italiani, a distanza ravvicinata, anche gli altri paesi europei, sia pure maggiormente tutelati da strutture economiche più solide e meno attaccabili dalla concorrenza della nostra. I guai di oggi sono però, la conseguenza degli errori di ieri. Governi di destra, di centro e di sinistra non hanno mai compreso a fondo le interrelazioni esistenti tra le economie internazionali. Presi da battaglie interne di tutti contro tutti alla spasmodica ricerca di una poltrona, non ci si è accorti che la struttura economica dell’economia italiana basata su prodotti a basso valore aggiunto (calzature, tessile, ceramiche, mobile, meccanica elementare) e per giunta protetti da barriere doganali, prima o poi sarebbe stata
messa in crisi dalle economie emergenti e dalla internazionalizzazione dei mercati. Ed ecco che tutti scoprono il pericolo cinese, oggi, ignorando che da più di venti anni l’economia asiatica si muove con tassi di crescita tra il 9% e il 12% (in
Italia come in Europa da 1,5% al 2,5%) dimenticando che più si proteggono i settori economici più li si indebolisce e trascurando, nei fatti, le variabili strategiche su cui avremmo dovuto puntare per essere oggi competitivi.
Alla fine degli anni cinquanta i governi francese ed inglese in un vortice di critiche interne vararono il progetto del Concorde, l’aereo supersonico in grado di raggiungere gli Stati Uniti in meno di 4 ore. L’ultimo volo di questo aereo, effettuato nel 2004, ha posto termine a questo prodotto che tuttavia rimane ancora ineguagliato. In questi quaranta anni sulla scia del Concorde è cresciuta l’industria aeronautica europea (consorzio Airbus) fino a costituire l’unica alternativa alla supremazia americana della Boeing e tanto da superarla decisamente con i nuovi prodotti lanciati sul mercato in questi giorni(A380). Se governanti illuminati non avessero affrontato l’impopolarità delle loro decisioni in quegli anni, oggi l’Europa non avrebbe questo mercato, sarebbe Usa-dipendente e non disporrebbe di stabili e sicuri posti di ……continua a pag. 2
COPPARO: L’INCUBATORE
GLI ARTIGIANI: UNA FORZA DEL TERRITORIO di Paolo Govoni Aderisco volentieri alla richiesta di intervenire nel dibattito aperto dal vostro periodico sulle questioni che riguardano l’economia e lo sviluppo, a nome della CNA, Associazione che rappresenta una parte importante del sistema dell'artigianato e delle piccole e medie imprese. La CNA è, attualmente, una organizzazione leader nella realtà provinciale, per dimensioni e radicamento nel mondo delle imprese, ma credo, anche per lo sforzo del suo gruppo dirigente teso a contribuire alla definizione delle scelte strategiche per lo sviluppo economico e dell’insieme della comunità locale, affrancato da ogni spirito particolaristico e corporativo, senza, per questo, rinunciare a dare voce sempre alle esigenze degli imprenditori. Le imprese rappresentano, non solo una
componente protagonista della struttura economica e produttiva del nostro territorio, ma anche un indispensabile soggetto della coesione sociale, sono a pieno titolo parte di questa nostra collettività, contribuiscono a mantenerne elevato il tenore della vita e, soprattutto, a rafforzare l’identità e la qualità delle relazioni civili e sociali, in virtù dei valori di libertà, laboriosità e solidarietà che sanno esprimere. Di tutto questo c’è ancora più bisogno oggi. La fase attuale, caratterizzata da un disagio del sistema produttivo ed economico e da una sostanziale stagnazione della domanda interna, che persiste ormai da un periodo abbastanza lungo di tempo, richiede a tutti noi - organizzazioni imprenditoriali, sindacati, istituzioni, forze sociali - uno sforzo del tutto nuovo e straordinario di
coesione e impegno attorno ad alcune direttrici di sviluppo, superando vecchi steccati e divisioni, proprio nell’interesse del nostro territorio e dei giovani, in primo luogo (e questo è un tema che sta particolarmente a cuore della nostra Associazione), cui abbiamo il dovere di assicurare un futuro degno. Il punto è, infatti, che oggi siamo in presenza di una fase, nella quale tendenze congiunturali negative si combinano a cambiamenti profondi, di carattere strutturale, dei mercati e dell’economia, in seguito ai processi di globalizzazione. Questo sta cambiando in modo radicale i termini della competizione, con forti rischi di emarginazione di quei sistemi territoriali che non sapranno adeguarsi alle nuove condizioni innovandosi profondamente ma, soprattut-
O R T O P E D I A S A N I TA R I A
to, presentandosi come, appunto, sistemi omogenei e coesi di fronte alle nuove, selettive condizioni dei mercati. Per altro verso, è indispensabile porre mano rapidamente, nell’interesse del Paese, a politiche finanziarie e di controllo della spesa pubblica rigorose, a scelte forti di rilancio del sistema economico e produttivo, fondate su processi di ricerca e innovazione e su un sostanziale alleggerimento dei costi che gravano sulle imprese. La situazione richiede rigore e responsabilità a tutti noi, ma in particolare a coloro che detengono ruoli importanti di governo, sia nazionale, che locale. Le più recenti ricerche statistiche confermano la serietà della situazione. L'indagine Sole 24 Ore - Banca d’Italia di fine aprile, ……continua a pag. 2
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ECONOMIA L O C A L E
LO “TZUNAMI” ECONOMICO (…) lavoro che oggi tale comparto garantisce. L'esempio del Concorde ci deve far riflettere sul nostro modo, troppo” naif”, di affrontare i problemi, nella assurda convinzione che alla fine ce la caveremo comunque, in quanto gli italiani, si sa, sono geniali. Questa spavalda convinzione porta i giocatori (governanti, imprenditori, sindacalisti) a cercare di guardare solo ed esclusivamente il presente, senza analizzare a fondo gli altri scenari economici intorno a noi. E così quando i nostri amministratori locali lanciano segnali rassicuranti sullo stato dell’economia locale (“l’occupazione è a livelli frizionali “??!? Oppure “l’incubatore del tessile”, oppure ancora “il sistema Copparo”, oppure “fare sistema”), non capiscono che stanno dicendo eresie economiche, vogliono far credere che tutto è sotto controllo e non si vergognano nemmeno quando ci dicono che, se crisi c’è,
questa è sicuramente colpa del governo Berlusconi. L’incompetenza economica di tali signori è tale (e se non è incompetenza allora è malafede!) che non esiste un solo atto della loro gestione che cerchi di affrontare i problemi per quello che sono, parlando con chiarezza e cercando di prendere le decisioni più efficaci. Non sono in grado, questi signori, di dire agli imprenditori locali che alcuni settori economici sono ormai indifendibili ed altri lo diventeranno presto, per cui è necessario predisporre un piano d’azione che miri, dapprima alla sopravvivenza, e poi al rilancio degli stessi. Per fare alcuni esempi, non tutti sanno che, negli ultimi 5 anni, ad esempio, sono state chiuse ben 13000 aziende del settore tessile, pari all’11% di tutte le imprese tessili italiane e che negli ultimi 2 anni si sono persi 40000 posti di lavoro, con prospettive ormai disastrose per
GLI ARTIGIANI: UNA FORZA DEL TERRITORIO (…) realizzata con la collaborazione di un ampio gruppo di aziende, mette in rilievo che la gran parte degli imprenditori (60%) giudicano invariata la situazione e poco probabile un miglioramento nel breve periodo, con una maggiore quota di pessimisti nell’area del Nord Est e del Mezzogiorno. Quanto all’Emilia Romagna, è stata resa pubblica proprio a met à aprile la rilevazione congiunturale di Cna, riferita all’andamento di un consistente campione di aziende “eccellenti” nei primi tre mesi del primo trimestre 2005, che evidenzia addirittura un peggioramento delle previsioni economiche delle imprese per i prossimi mesi. Questa perdita di fiducia rappresenta un ulteriore segnale di preoccupazione, proprio perchè, al di là dei dati di tendenza e degli indicatori statistici, le imprese costituiscono il motore primario di una possibile rimessa in moto dell’economia. Tra le criticità indicate dalle piccole e medie imprese Cna del territorio regionale, al primo posto viene indicata, sicuramente, la debolezza della domanda interna (43,3%), particolarmente avvertita dal comparto dei servizi (44,8%); al secondo posto, lo scenario competitivo internazionale (38,5%) e, immediatamente dopo, l’eccessivo costo del lavoro (37,5%). Subisce inoltre un rallentamento il seppur limitato aumento delle esportazioni, registrato a fine 2004, che le imprese attribuiscono, in misura equivalente, allo sfavorevole cambio monetario, alla concorrenza sleale e, appunto, all’elevato costo del lavoro. Della stagnazione economica fanno le spese soprattutto le aziende contoterziste, con un netto calo del fatturato rispetto al precedente trimestre. E’ questo un dato
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che tocca particolarmente la nostra provincia e il territorio copparese, a causa della marcata diffusione di questo tipo di impresa. Proprio settori come il tessile - abbigliamento appaiono, infatti, profondamente
COPPARO: L’INCUBATORE
interessati da una crisi, che sta destando allarme per i suoi effetti di ulteriore grave depauperamento produttivo e perdita di posti di lavoro. In proposito, la CNA, tra le prime organizzazioni imprenditoriali ferraresi, ha indicato le linee di una possibile ripresa e qualificazione di un settore, che ha rappresentato tradizionalmente un caposaldo produttivo e occupazionale nella nostra provincia, sulle quali ha sollecitato un confronto con le istituzioni e i sindacati dei lavoratori. Per tornare al quadro economico più generale, diversamente dal campione regionale, in provincia di Ferrara, si sono aggiunti, negli ultimi mesi, anche parziali segnali negativi sul fronte dell’occupazione nelle piccole imprese. Dall’osservazione periodica di circa mille imprese con dipendenti della CNA ferrarese risultava, fino all’ultima parte dello scorso anno, una sostanziale tenuta dell’occupazione, seppure leggermente al ribasso. In pratica, le aziende arti-
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il prossimo triennio. Nel confronto tra i vari paesi che stanno minacciando l’economia italiana, i paesi dell’est Europa dove il costo di un’ora di lavoro è di circa 3 euro, e con una tassazione sui redditi di impresa che va da un 2,5% ad un 28% degli utili, fanno da contraltare alla Cina, dove il costo di un’ora lavoro è di 1,4 euro e la tassazione sui redditi d’impresa è del 25% con varie esenzioni per le Joint Venture con stranieri. Entrambi poi, Paesi dell’est e Cina, non faticano a competere con l’Italia, dove il costo di un’ora di lavoro è di 21 euro e dove la tassazione sul reddito d’impresa può arrivare al 60/65 %; davvero uno scenario che induce grande preoccupazione in tutti, tranne che nel nostro sindaco, che descrive alla pubblica opinione l’economia locale come rassicurante e la disoccupazione come “frizionale???!!”, salvo poi rimanere sostanzialmente impotente di fronte a casi di crisi aziendale come quelli del maglificio Benini, e delle aziende Pontini senza
contare le tante altre che verranno. Oggi è necessario più che mai che gli imprenditori analizzino globalmente lo scenario in cui si trovano ad operare e valutino, senza esitazione, ogni possibilità di apportare un radicale riassetto alla loro impresa, decidendo ciò che conviene continuare a produrre in patria e ciò che, invece, conviene comprare internazionalmente, individuando per questo fine, gli strumenti più adeguati. In seconda battuta, poi, questi imprenditori dovranno innovare e posizionarsi ad un livello qualitativamente più elevato di quello attuale per non subire una diretta concorrenza. Per questi due principi generali sono necessarie competenze di internazionalizzazione da un lato, e una struttura finanziaria più solida e permanente dall'altra, mentre per entrambi i principi dovrebbe mobilitarsi, come organo istituzionale, la municipalità copparese o dei comuni del mandamento ….ovviamente se sapessero di cosa stiamo parlando! Sergio Benini
giane e le piccole e medie imprese locali hanno fin qui messo a frutto tutte le loro risorse per salvaguardare il capitale di forza lavoro alle proprie dipendenze, anche a causa della persistente difficoltà di reperimento di figure specializzate, idonee alle specifiche necessità delle imprese. Da inizio anno, le difficoltà di tenuta sono aumentate: a febbraio 2005, si è registrato un 0,5%, trasformatosi, a fine marzo in un 1,51%. I settori più penalizzati sono stati, come già si diceva per altri aspetti, il tessile - abbigliamento gli impianti e il legno arredamento. E tuttavia, malgrado le difficoltà, le imprese si stanno attrezzando per essere più competitive e adeguarsi alle nuove esigenze di mercato. Il ricorso al credito agevolato, tramite il Centro Servizi per il credito alle imprese della Cna, testimonia che le piccole imprese ferraresi continuano a destinare risorse agli investimenti pur in presenza di una situazione che, spesso, ne mette a dura prova riserve e capacità finanziarie, con un 55% di richieste di finanziamento destinate a questo capitolo, rispetto a un pur considerevole 45% di fidejussioni per esigenze di liquidità aziendale. Per questo la CNA ha posto al centro della propria iniziativa il tema della coesione e dell'impegno delle forze economiche e delle istituzioni locali sui temi dello sviluppo e della competitività del sistema territoriale ferrarese. E’ stato presentato, proprio nei giorni scorsi, il documento unitario, sottoscritto da un ampio e rappresentativo gruppo di Associazioni imprenditoriali ferraresi e dai sindacati dei lavoratori, cui la CNA ha contribuito con convinzione e forte impegno. Siamo di fronte a una indubbia novità positiva perchè, per la prima volta, la quasi totalità delle forze economiche e produttive dei diversi comparti dell’economia provin-
ciale e i sindacati dei lavoratori dipendenti si ritrovano attorno alcune fondamentali linee programmatiche per il rilancio della competitività territoriale, lo sviluppo e l’occupazione, che propongono al più ampio e approfondito confronto con le istituzioni locali, l’università, la Camera di commercio, l’Agenzia di sviluppo e le banche locali. L’intento è quello di contribuire alla definizione di un progetto condiviso di sviluppo tra tutti i protagonisti della società e dell’economia provinciale. Ora attendiamo che ai segnali di attenzione, manifestati in occasione della presentazione del documento unitario, corrispondano le disponibilità e gli impegni concreti. Le risposte non potranno che essere, di fronte ad un quadro di questa natura, che di elevato profilo e ispirate alla esigenza di fare presto, rispondendo alle aspettative delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini ferraresi. Paolo Govoni Presidente provinciale CNA Ferrara
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C U LT U R A E P O L I T I C A
UN PICCOLO PENSIERO SUI REFERENDUM Il 12 e 13 Giugno tutti i cittadini aventi diritto al voto saranno chiamati ad esprimere, attraverso lo strumento del referendum abrogativo, la loro posizione relativamente ad alcune disposizioni normative della cosiddetta legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), meglio conosciuta come legge sulla fecondazione artificiale. Il comitato promotore del referendum aveva richiesto che venisse sottoposta a referendum abrogativo l'intera legge sulla fecondazione artificiale, ma la Corte Costituzionale, che è l’organo istituzionale che verifica l’ammissibilità o meno dei quesiti sottoposti a referendum, ha bocciato tale ipotesi, ammettendo di contro quattro referendum di abrogazione parziale di alcune norme della legge. I referendum sulla legge per la fecondazione artificiale, al di là degli schieramenti politici, costituiscono un’occasione per tutti di far crescere la propria consapevolezza su temi etici, morali, religiosi e filosofici importantissimi, quali lo stabilire l’inizio della vita umana quali siano i limiti della scienza, la misura degli interventi dello Stato nella vita delle persone, ecc.. Se davvero vogliamo raggiungere questo consapevolezza sarebbe opportuno conoscere l’intero contenuto della legge, o, almeno, cosa contengono i quattro quesiti sottoposti a referendum. E ’ pertanto un dovere per ognuno di noi informarsi su queste tematiche così importanti, come è anche un dovere maturare una decisione di voto o di non voto che sia frutto di una profonda riflessione personale e che rimanga il più possibile incontaminata da influenze esterne. Invito tutti, quindi, a mettere in disparte i diffusi luoghi comuni della contrapposizione tra laici e cattolici, tra progressisti e conservatori, tra illuminati e retrogradi, tra maschilisti e femministe, tra essere di destra e di sinistra, la verità questa volta sta dentro di noi e solamente in noi in quanto genere umano, infatti, al di là di ogni appartenenza politica o credo religioso, quello che deve prevalere in noi è la nostra concezione di cosa è un uomo e cosa vuol dire essere uomo. Solamente così potremmo esprimere la nostra opinione sui quesiti referendari, che, qualunque essa sia, se è frutto di un percorso di vera riflessione interiore, è e sarà sempre e comunque rispettabile, come sempre rispettato dovrà essere colui che l’ha maturata, in qualunque modo la pensi, perchè significa che ha speso
le proprie capacità ed il proprio tempo a ragionare sul concetto di essere uomo e di quali siano i diritti fondamentali ed insopprimibili della persona. Quindi, cari lettori di “Al Moléta” fate lo sforzo di conoscere i quesiti referendari, discutetene con le altre persone, accaloratevi anche nella discussione, difendete le vostre idee, ma rispettate sempre il vostro interlocutore che la pensa diversamente da voi, perchè in quel momento entrambi state parlando di cosa è un uomo, della difesa dei suoi diritti. In poche parole state parlando di vita e di democrazia, ovvero dei più alti valori della nostra esistenza e della nostra società, di cui dobbiamo sempre farci parte attiva e protagonista, perchè la vita non si subisce, mai, la si vive, sempre! Ritornando ai quattro quesiti referendari tre sono le possibilità di esprimere la propria opinione: l’astensione dal voto: infatti nel referendum è prevista l'ipotesi che se il numero dei votanti non dovesse raggiungere almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto, la consultazione non è ritenuta valida, per cui nessun effetto può esplicare sulle norme sottoposte a referendum che rimangono pienamente in vigore; chi si reca a votare, invece, dovrà contrassegnare con una croce l’apposito spazio dove c’è scritto NO se vuole mantenere in vigore le disposizioni di legge così come sono attualmente; mentre dovrà essere contrassegnato, sempre con una croce, lo spazio dove c’è scritto SI se si vogliono abrogare le norme sottoposte a requisito referendario, che non troveranno più applicazione nel nostro ordinamento. Si ricorda inoltre che anche chi si reca ai seggi per votare può dichiarare di rifiutare una o più schede e votare solamente per il o i referendum da lui prescelti, e che l’espressione di voto può essere diversa per ognuna delle schede. I quattro quesiti sono i seguenti: PRIMO QUESITO (scheda celeste) - Limite alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni (abrogazione parziale) - Il primo quesito punta ad eliminare il divieto di ricerca sull’embrione che la legge oggi impedisce in tutte le sue forme, quindi le disposizioni normative oggi in vigore vietano le ricerche e gli esperimenti sugli embrioni ma solamente consentendoli su altri elementi cellulari, non di derivazione embrionali.
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LO STRANO CASO DI GIOVANNINO GUA R E S C H I
I SUOI PERSONAGGI Strano caso quello di Giovanni Guareschi; i letterati non hanno mai voluto riconoscerlo come tale, e in un certo senso avevano ragione, perchè Guareschi non veniva dalla letteratura e il suo vocabolario era composto al massimo di mille parole, ma con quelle mille parole ha creato un ambiente e dei personaggi che, sebbene legati ad
un piccolo pezzo di terra quale è il nostro, sono stati riconosciuti, amati, adottati in tutto il mondo e tradotti in tutte le lingue, compresa la più universale del ventesimo secolo, il cinema, fino a diventare vere e proprie maschere del prete e del comunista. Una vita accompagnata dai paradossi la sua. Paradosso numero uno: dopo due anni di campo di concentramento nazista passò per un fascista. Paradosso numero due:dopo avere appoggiato alla grande De Gasperi, finì in galera per altri due anni, per una querela dello stesso Alcide De Gasperi, che si disse pronto a concedere la grazia se il condannato l’avesse chiesta. Guareschi non la chiese, scontò la pena e uscì dalla prigione a testa alta, ma fisicamente provato. Durante la detenzione fu bersagliato dalle critiche più ingiuste e vigliacche; se errore aveva commesso, era comunque in buona fede e ne aveva portato le conseguenze da vero uomo. Paradosso numero tre: fu proprio grazie a Guareschi, anticomunista al cento per cento, se il comunismo acquisì un volto umano e, a volte persino simpatico agli occhi dei borghesi, dei moderati, dei cattolici. Fu lui a rendere simpatico ai benpensanti un compagno “doc” come il mitico Peppone, padano per giunta, in un’epoca in cui erano ancora freschi gli eccidi comunisti del triangolo rosso, l’asservimento al comunismo mondiale e staliniano, l’odio verso i nemici di classe. Guareschi, come papa Roncalli poi, condannò l’errore ma lasciò sempre la porta socchiusa agli erranti, come la sagrestia di Don Camillo, perchè il filo conduttore che legava Don Camillo, Peppone, e Giovannino Guareschi era il populismo nazionale, il temperamento italiano, la generosità contro l’egoi-
....IERI COME OGGI smo e l’avidità, la stessa passione che portò Guareschi a realizzare un film, poi bloccato dai pregiudizi degli intellettuali di sinistra, con il populista rosso Pasolini. Guareschi fu il primo, involontario celebrante del compromesso storico, il primo esempio di letteratura popolare per cattocomunisti, lui, anticomunista, conservatore e piuttosto allergico ai compromessi, ma Guareschi poteva permetterselo perchè non suonava il piffero per nessuno. Restò un uomo libero, soprattutto quando finì in catene. Aveva capito, all’indomani delle elezioni quarantottesche, che “era finita l’Italia provvisoria”, che infatti restò invischiata in una rassicurante palude demoscristiana, la quale assicurò all’Italia la libertà in cambio della dignità, la tranquillità in cambio dell’efficienza, e il benessere a prezzo della sovranità nazionale. La democrazia restò bloccata, anche la libertà restò sotto tutela americana. Ma, meglio loro dei garibaldini di Stalin. Era stata dura la campagna guareschiana per il ‘48, e a fine battaglia, come sempre accade ai galantuomini che rispettano i vinti, e in fondo amano le sconfitte, Guareschi non si fece prendere dall’insopportabile ghigno del vincitore, ma scese in lui la compassione e la tenerezza per i “frontagni” che aspettavano ancora increduli, la notizia della loro vittoria dagli altoparlanti della piazza; “io sono un sentimentale scriveva Guareschi - e ho provato tanta pena, e pensavo ai naufraghi che si stringono attorno all’albero, al centro della zattera. Poi ho pensato che se avesse vinto il Fronte, io probabilmente avrei penzolato, appeso al collo, alla cima di quell’albero, e allora ho provato minor pena”. Da vero populista, Guareschi criticò la Costituzione che andò in vigore proprio nel 1948: notava che la Carta tutelava il paesaggio ma non la dignità dell’Italia, ma quando si passò dalla carta ai fatti, la sperequazione cessò, nel senso che non fu tutelato neanche il paesaggio. Oggi ci resta da leggere (o da rileggere) un grande libro di letteratura popolare, ben scritto, carico di sapori, di vita e di morte, di allegria e di lutto e ci resta da ricordare con nostalgia l’autore, soprattutto perchè difese a viso aperto, con divertita e accorata umanità, una libertà difficile per gli uomini liberi come lui. Guareschi fu un sessantottino per la pelle, nel senso che in quell’anno, il ‘68, altri persero la dignità, lui perse la vita. D.T.
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UN PICCOLO PENSIERO SUI REFERENDUM
Chi è cuparés Al sa benìssim che in frarés Al Moléta l è un ch al ròda uténsil taiént Com: curtié e fòrbas par tuta la zént. Ecco al nom dal giurnalìn Ch al vòl èssar taiént e birichìn Pèrò sémpar int la vrità Cl è tant difizzil ch la viéna cuntà. Zcurén dal nòstar cmùn Ch al n è brìsa ad mén a nissùn Guarnà da un zzéntar sinistra Che da ssant ànn al l aminìstra Al n a fàt dil bèli e dil brùti Còsa fàr, òmàn a sén tùti A n as pòl brìsa sémpar ciapàragh Na qualch vòlta as pòl sbagliàragh. In sti giòràn chì, tant par dìr quèl, è carsù un sàcar balzèl l è l ICI, par fàras capìr na tàssa comunàl fra il tanti in zìr par giustificàrs, i rèsponsàbil i va digànd ch l è còlpa dal guèran a Roma, quél grànd, ch l à taià i aiùt ai Cmùn senza guardàr in fàza a nissùn par putér diminuìr al grànd débit che an vién mai a finìr e al pésa in maniéra èsagerà su ogni italiàn d inquo e ach gnirà.
Si è conclusa il 31 Marzo la sottoscrizione lanciata dalla Redazione de: ”Al Moléta” in collaborazione con il Club F.I. “Aucuparium” in favore della Casa Protetta di Copparo. R ivolgiamo un sincero ringraziamento ai cittadini che hanno risposto al nostro appello, al Direttore della filiale locale della BANCA POPOLARE DI RAV E N NA; i loro contributi ci hanno permesso di realizzare il nostro obiettivo. È stata raggiunta la somma di euro 1000,00 con la quale abbiamo acquistato 3 carrozzine deambulanti che una nostra Delegazione ha consegnato agli ospiti della Casa Protetta. H A N N O C O N T R I BU I TO : II Colleghi di Pirani Antonella Galleran Pietro e Marani Barbara Romanini Rita Nicola ed Enea Padovani Chinaglia Francesco Eleonora Padovani Albergo Rist. ”Da Giuseppe” Residence “La Marchesella” F otoottica Stabellini La Copparese gomme Ghirardelli Iliano Canetti Pierino Pietro e Giuliana Manzoli Sergio Baglioni V inicio Canella Bruna Bruni
4 Con vivo piacere comunichiamo che la nostra iniziativa a favore della Casa Protetta ha ottenuto l’elogio dell’Associazione dei Comuni. La Redazione-Club F. I .
CHIESA DI SAN LORENZO
pèrciò gén bràv al centro-sinistra che lu ben al sa com ass aminìstra!!!!!!!!! Ulisse
Dott. GIUSBERTO PELLIZZOLA - per l’impegno profuso nel reperire i fondi per il restauro della Chiesa di GRADIZZA PIEVE DI SAN VENANZIO - per la sua funzione divulgativa di arte locale
GRADIZZA Una comunità in fermento
Attorno alla Chiesa, trascurata e bisognosa di intervento strutturale, un giovane ha dato vita ad un progetto lodevole destinato ad avere successo. In un momento in cui la difficoltà ad instaurare rapporti di amicizia e solidarietà è generalizzata, Vincenzo Bandiera, collaboratore del Rev. Don Antonio, Parroco di Sabbioncello e Gradizza, ha messo a disposizione il suo tempo libero ed ha chiamato a raccolta giovani e famiglie per favorire l’incontro e la nascita di nuovi sodalizi attraverso raduni settimanali. Il primo di questi, affollatissimo da persone di ogni età, ha avuto luogo nel pomeriggio di Sabato 15 Aprile, presso i locali attigui alla Chiesa e sede del gruppo locale della Protezione Civile; si ripeterà ogni Sabato seguente. Auguriamo successo a questa iniziativa ed invitiamo tutti a sostenerla anche materialmente. La Redazione
Abate Ghiotto
“BILE” - Il battagliero che tiene alta l’operosità dei dipendenti comunali
……e chi Scende I L SINDACO - per come sta conducendo “l’affare Melotti” Ass. CUSINAT T I - per i lavori ………infiniti al Parco Curiel e lo stato di degrado delle strade di COCCANILE. Cons. SANTOLINI - per avere riflettuto ben 4 mesi prima di convocare la commissione POLITICHE DEL W E L FA R E da lui presieduta. A R E A S p a - per camuffare l’aumento della TIA ha pensato di rendere quadrimestrale il pagamento, anzichè semestrale come nel 2004: 3 bollette anzichè 2. Meditate gente, meditate!!!
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SECONDO QUESITO (scheda arancione) - Norme sui limiti del numero di embrioni da impiantare (abrogazione parziale) - Il quesito riguarda ‘accesso alla procreazione medicalmente assistita, previsto dalla legge attuale soltanto per le coppie sterili, e propone di abrogare il divieto di impiantare più di tre embrioni nell'utero materno, limite voluto dall'attuale legge, e difeso dal comitato per il NO, per ovviare al problema della destinazione ed eliminazione degli embrioni non impiantati. Secondo i promotori del referendum ciò costituisce invece un limite al successo delle tecniche di fecondazione assistita. T E R Z O Q U E S I TO (scheda grigia) Norme sulla finalità e sui diritti dei soggetti coinvolti (abrogazione parziale) - La norma attuale equipara i diritti del concepito a quelli della madre e delle persone già nate. Per concepito s'intende l'ovulo già fecondato ancora prima che si formi l'embrione. E’ forse il quesito più importante dal punto di vista etico, i promotori temono che il mantenimento dell'attuale normativa possa avere poi effetti sulla legge dell'aborto, mentre i difensori della legge dichiarano che il riconoscimento di diritti al concepito significa determinare il momento dell'origine della vita fin dal primo atto del concepimento. Q U A R TO Q U E S I TO (scheda rosa) Divieto di fecondazione eterologa (abrogazione del divieto) Si vuole togliere il divieto di fecondazione eterologa, realizzata cioè con gli spermatozoi o l'ovulo di un uomo o di una donna diversi dai futuri genitori. Per i fautori del No ciò significa che comunque il figlio nato attraverso la fecondazione assistita deve essere geneticamente sempre figlio di entrambi. Per i promotori e fautori del Si, il ricorso alla fecondazione eterologa è necessario per le coppie con problemi di sterilità per le quali non esistono altre cure. Avv. Riccardo Ziosi
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