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P E R I O D I C O DI INFORMAZIONE POLITICO-CULT U R A L E - D I S T R I BU Z I O N E G R AT U I TA
A N N O 2° - N° 2 - Nov.-Dic. 2005
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CAMBIARE PER VINCERE Nel vortice della battaglia politica quotidiana, all’interno dei differenti schieramenti di destra e di sinistra, sia a livello locale che a livello nazionale, ogni giorno vengono acquisite competenze ed attitudini che determinano in maniera palese i criteri di affermazione personale di questo o di quel rappresentante politico. Scontri intestini, epurazioni sotterranee forzature pubbliche regolano la partita del politico e ne determinano la vita o la morte pubblica. In questo mondo si è abili e riconosciuti valenti quando si dice bianco per dire nero, quando si fa in modo diverso da come si è detto di fare, quando si sanno travisare i fatti presentandoli in maniera strumentale, quando si sa parlare senza dire nulla o, quando ancora si sa travisare la realtà delle cose. Questo costume è presente in maniera dominante sia a destra che a sinistra e, a livello locale, è continuamente alimentato dai pessimi esempi della politica nazionale che ci vengono quotidianamente somministrati dai media. Destra e sinistra si azzuffano su tutto, le tasse, i redditi, le Lecciso, la politica estera, il Capo dello Stato, la Magistratura, l’alta velocità, il nucleare, i no global, i centri sociali, la par condicio, le quote rosa, ecc e poi, a livello locale, la rotonda, l’ICI, l’area del disagio, la viabilità, i cassonetti, le interpellanze, ecc, e in questa zuffa quotidiana viene... ...bruciato il meglio delle energie intellettuali di tutti, mentre la velocità di crescita economica della nostra società è praticamente nulla e mentre, anche di fronte ad un dato oggettivo come questo, non si fa altro che attribuire colpe o a promettere virtuosismi amministrativi di ogni genere. Il fatto è che non esiste in nessun schieramento politico, una visione di scenario al quale ispirarsi per mettere a punto una comune strategia, orientando le forze in un’unica direzione. Se i governi italiani o le amministrazioni locali durano al massimo 5 anni, oggi è necessario mettere in atto azioni economico- politiche che possano ricadere positivamente e sostanzialmente
su almeno 3 o 4 lustri, con una lungimiranza che se ne infischi delle clientele e delle necessità elettorali. La competizione internazionale ci obbliga a pensare in grande ed in lungo, sul breve termine non c’è gran che da fare. Gli anni sessanta sono passati, oggi non si può più improvvisare, abbiamo a che fare con mercati e tecnologie che si sono sviluppati a tassi di crescita vertiginosi e ci stanno (Italia ed Europa) velocemente relegando agli ultimi posti. La vacca da mungere dell’economia europea che era in grado di sopportare un crescente peso fiscale, oggi si sta rapidamente inaridendo. E’ tempo che tutti quelli a cui sta a cuore il futuro dei propri figli inizino a pensare a ciò che sarebbe necessario fare, tutti insieme, sia a livello nazionale che a livello locale, senza ascoltare troppo gli indottrinamenti politici degli esperti di partito, così numerosi da entrambe le parti e sempre pronti a spendersi in banalità e in ovvietà. Un tavolo di lavoro e di analisi intorno al quale iniziare a parlare senza colorazioni politiche con l’obiettivo di trovare e mettere in atto soluzioni efficienti e durature. Nulla impedirebbe poi che al di fuori di questo tavolo di lavoro (oggi è di moda il termine “bipartisan“) ognuno continuasse a mantenere le proprie visioni politiche ed etiche e che si adoperasse nell’impegno politico di oggi con una consapevolezza diversa delle priorità e dei veri bisogni della collettività. Le nostre risorse intellettuali sono equamente distribuite sia a destra che a sinistra, così come lo sono le pessime e disastrose qualità dei politicanti di mestiere, per cui è tempo che smettiamo tutti di rivendicare il primato della saggezza amministrativa, è tempo che sappiamo riconoscere le nostre reciproche qualità e sappiamo metterle al servizio della nostra comunità. Se riuscissimo a realizzare tutto ciò, se davvero riuscissimo a cambiare stile, allora, è probabile che anche i cinesi non rappresenterebbero più un problema per il futuro di tante nostre aziende. S. Benini
Abate Ghiotto
METTI UNA SERA A RESPIRARE ARIA... ...QUASI PULITA
Consultazione pubblica sul piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria
E’ quello che abbiamo appreso ascoltando le relazioni dell’Ass. Golinelli e dell’Arch. Magri sul tema del ”Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria”, avviato dalla Provincia di Ferrara, e che si pone come obbiettivo il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo. Ma allora come mai, chiedono alcuni residenti di Brazzolo, l’aria è maleodorante e siamo costretti a restare tappati in casa? Questo non è argomento della serata ma possiamo consolarci con altri dati abbastanza positivi che ci vengono comunicati: sono forniti da ARPA che provvede a rilevarli con centraline fisse, una di queste si trova a Gherardi, in territorio di Jolanda, e viene presa a riferimento perché rappresenta una zona meno inquinata delle altre. ARPA utilizza anche centraline mobili con le quali attua campagne di misurazione in tutta la Regione, degli inquinanti presenti nell’aria: monossido di carbonio, benzene, biossido di zolfo, biossido di azoto, polveri sottili PM10. L’abbiamo vista anche in Piazza a Copparo nell’Aprile 2004: le concentrazioni rilevate in quell’occasione sono molto basse, quasi come a Gherardi, meno
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che a Cento e a Ferrara. Per quanto riguarda le polveri sottili, PM10, facilmente assorbite dall’organismo, anche a Gherardi si sono verificati superamenti, se pur numericamente limitati. Se questo è un aspetto positivo non basta però a ritenerci al sicuro dai pericoli dell’inquinamento, poiché non possiamo innalzare barriere e ripararci dai territori limitrofi, Ferrara ad esempio, dove i valori stabiliti dalla Comunità europea sono stati e continuano ad essere superati. Il piano che sarà elaborato avrà quindi una valenza territoriale, vedrà cioè il coinvolgimento dei territori limitrofi e di tutti gli enti locali, le istituzioni, le categorie imprenditoriali: i maggiori inquinanti infatti si sono rivelati l’Industria e la Mobilità. Abbiamo capito che i rimedi proposti nel Piano dell’aria rappresenteranno un’inversione di rotta: combattere l’inquinamento alla fonte, non dopo che si è verificato. Il territorio andrà ri-progettato in funzione della qualità dell’aria: vie di comunicazione, espansioni urbanistiche e produttive, modalità di trasporto. E la CENTRALE TURBOGAS in via di costruzione a Ferrara, che ricaduta avrà sull’inquinamento dell’aria????? F. Orsini
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