SPAZIO IBILE DISPON Per informazioni contattare la Redazione. ANNO XI - N° 2 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2014 www.almoleta.it
! i r u g u A
G
e-mail: redazione@almoleta.it oppure redazionealmoleta@gmail.com
LETTERA A BABBO NATALE
entilissimo Signor Babbo Natale, non Le scrivo da tempo: Le chiedo scusa di questa trascuratezza, ma sono certo che Ella avrà avuto il Suo gran daffare lo stesso. Un servizio postale sempre impegnato, quello del Suo paese, e forse avrà dovuto trattare con i sindacati degli impiegati e dei portalettere, avrà dovuto ricevere la dirigenza della FNEN (Federazione Natalizia Elfi e Nani), avrà dovuto subire gli attacchi degli animalisti a favore delle renne che, in effetti, in una sola notte riesce a far andare ben di corsa. Le ho sempre e solo scritto da grande, mai da bambino: a casa nostra a Natale si pregava Gesù Bambino (e poi Lo si seguiva nella crescita) e la lettera si scriveva alla Befana, che la mia Mamma maestra elementare raccontava di andare a incontrare all’upim, che allora si trovava in Corso Martiri (che da pochi anni aveva cambiato la denominazione di Corso Roma). Ne sono passati degli anni anche per me (per carità! Non voglio farLe concorrenza, ma nel mio piccolo me la cavo, e sono anche nonno). In questi anni, fra tanto altro, ci avevano raccontato che il Ventesimo Secolo, il secolo di due grandi guerre e delle dittature di ogni colore, sarebbe finito per sem-
pre: ci avevano raccontato che la Repubblica Italiana, la giovane Repubblica italiana “nata dall’antifascismo e dalla resistenza”, “fondata sul lavoro”, avrebbe garantito “pace lavoro libertà”; ci avevano raccontato che la “Costituzione” italiana era la più bella del mondo (e complimenti a quelli che se le sono lette tutte per fare i confronti!); ci avevano detto che la “Carta” era salvaguardata da un “garante super partes”... Quante, ce ne avevano dette! Le guerre continuano, con tecnologie sofisticatissime spesso vendute da storici “portatori di libertà”, che non sono esenti da errore, o con armi improprie, come l’euro e lo spread; la pace, il lavoro e la libertà non sono garantiti, almeno per gli italiani (e come l’Azzeccagarbugli dei “Promessi Sposi” hanno tirato fuori perfino il “latinorum”: “mare nostrum”, e hanno scomodato il latino pensando che dopo il ‘68 e la devastante onda lunga del ‘68 nella Scuola, fossimo così messi male da non capire nemmeno questo perfido sarcasmo): il “garante” è diventato “rottamatore”, e un sedicente “rottamatore” è divenuto “garante” di privilegi, caste, violazioni di diritti ottenuti in centocinquant’anni di Storia, perché “lo chiede l’Europa”, che non esiste se non come co-
Baunonno !
stosissimo invadente feroce esattore e gabelliere. Cortesissimo Signor Babbo Natale. Ecco! Tutto qui. Non Le chiedo niente per me: sono stato e sono una persona fortunata e felice (nonostante la presenza di alcuni pessimi “vicini” di casa o di altri pessimi “compagni” di viaggio). Augurare “pace prosperità progresso” è già stato fatto. Chiedere “giustizia e libertà” porta, con le sole parole, da nessuna parte. E allora, per favore, se ne ha abbastanza, distribuisca ai “pubblici amministratori”, a quelli che avrebbero “a cuore il bene comune”, ai “garanti e reggitori della res publica” che “socializzano le perdite e privatizzano i guadagni”, ai Dottori Dulcamara e Purgone dalle cure miracolose (per impoverire e affamare la gente onesta), ai garanti che non hanno garantito e ai rottamatori che non hanno rottamato, a tutti e ad ognuno, almeno un sacco e una sporta di vergogna: ma di quella buona, di prima qualità e di prima scelta, perché con quelli là è una gara dura, e non si preoccupi: pago io! Mi costerà sempre molto meno delle imposte feudali dell’ultima terna di governi “nominati”. Con ringraziamenti e Auguri per il 2015! M.Masotti
INFERNO: OTTAVO CERCHIO, TUTTO ESAURITO
L
e ultime settimane non sono state prive di colpi di scena. Quello che si sospettava da tempo, quello che si sperava non fosse vero e quello che i nostri politici ed amministratori giuravano e spergiuravano che erano tutte falsità, ebbene, tutto questo è emerso alla luce del sole e si è così potuto vedere chi (nomi, cognomi e tessera di partito) da anni lucrava sui nostri sacrifici e sulle disgrazie di tanti. Da molti anni i compagni dirigenti di cooperative (classificate oggi come “deviate”) si sono assicurati la complicità di politici amministratori che hanno elargito loro fondi pubblici per finanziare il proprio portafoglio ed in secondo luogo per poter comprare il voto (quello delle “sante” primarie così care ai sinistri) di povera gente dei campi profughi e delle periferie ridotte in miseria. Se poi i fondi si possono ottenere in base al numero di immigrati, rifugiati, clandestini e nomadi allora c’è chi può fare in modo di fare arrivare a Roma (e forse anche in altre città d’Italia) più persone possibile in quanto: tanti sfigati uguale a tanto danaro! Fiumi di danaro che fanno dire ai registi del malaffare che il business della droga è niente in confronto al business degli immigrati, clandestini, rifugiati, nomadi. Ma come è potuto capitare? Proprio loro, i sinistri, quelle delle cooperative pane e lavoro, i paladini del garantismo verso tutti, della solidarietà sociale, i crociati (scusate i falcemartellati) della guerra a tutte le ingiustizie sociali, quelli che si ritengono depositari
della morale con la M maiuscola, quelli che gridano in corteo di essere le uniche persone oneste, beh, proprio loro sono stati pescati con le mani nel sacco. Loro e quelli della malavita con cui hanno stabilito un patto di ferro nel quale venivano assegnati ruoli ben precisi: l’ex omicida redento che però manteneva tessera ed amicizie politiche si occupava di gestire una cooperativa sociale che raccoglieva i danari dai politici per poi distribuirli a suo piacere (forse anche agli stessi politici che glieli avevano dati) mentre i delinquenti professionisti si occupavano di minacce, intimidazioni ed altre specialità malavitose. La protezione totale di tale sodalizio era poi assicurata da più potenti cupole mafiose che per loro conto poi chiedevano altri benefici. Un giro vorticoso di danaro pubblico sottratto al bene comune e riversato su organizzazioni di partito, su persone fisiche e su delinquenti di ogni specie. Ed ora che sta venendo a gala il marcio e pare non sia ancora finita (le indagini proseguono) cosa ci viene detto? Ovviamente si sprecano i non sapevo, non conosco, non ricordo, non c’entro, non è mio compito, e l’affermazione del “NON POTEVANO NON SAPERE“ che in altri processi ha portato alla condanna di altri politici, bene, la stessa affermazione ora sembra non essere pronunciabile se viene indirizzata a chi gestisce o gestiva il potere economico. segue a pag.2
snc
VENDITA - ASSISTENZA INSTALLAZIONE COMPUTER
SERVIZI INTERNET VENDITA ADSL