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Riprendono le attività in presenza dell’Associazione Polizia Locale
Milano è memoria. Cerimonia per il 174° anniversario delle Cinque giornate di Milano
L'inter vento della Presidente del Consiglio Comunale Buscemi
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Buongiorno a tutte e tutti. È un onore trovarmi con qui con voi per la prima volta da presidente del Consiglio comunale di Milano. Oggi ricordiamo uno dei momenti più significativi della nostra storia cittadina e del Risorgimento italiano. Tutti conosciamo e riconosciamo nelle Cinque giornate di Milano il grande moto d'orgoglio del popolo milanese oppresso dall'occupazione austriaca. In quella ribellione ebbe un ruolo significativo anche l’allora Imperial Regio Collegio dei cadetti, che oggi conosciamo come Scuola militare Teulié. Se siamo qui, insieme ai suoi massimi rappresentanti, è perché i collegiali della scuola parteciparono attivamente alle Cinque Giornate sostenendo i rivoltosi milanesi, tanto da subire la punizione degli austriaci una volta rientrati in città. Per questo, a breve consegnerò la bandiera del Primo tricolore, che sventolò sulla guglia più alta del Duomo durante le Cinque giornate, alla Scuola militare "Teulié" che la riconsegnerà all’Amministrazione in occasione del giuramento degli Allievi del primo anno di corso. Senza voler accostare impropriamente momenti storici e vicende lontane, ciò di cui stiamo parlando e che celebriamo con solennità sono il coraggio e l’intraprendenza di chi si è ribellato all’invasore. Oggi, purtroppo, parole come occupazione, oppressione e liberazione non possono che evocare la triste attualità della guerra mossa dalla Russia contro l'Ucraina. Fino a poche settimane fa, illudendoci, mai avremmo pensato che in Europa si sarebbe combattuta una guerra come quella a cui stiamo assistendo. Mai avremmo pensato di rivedere così vicine a noi immagini di bambini, donne, case e ospedali bombardati. E invece ci siamo ricreduti. Tra poco saranno vent'anni dall'assedio di Sarajevo, quasi ottanta dalla fine del Secondo conflitto mondiale. Eppure, la guerra ritorna Europa. È incredibile quanto siano recidivi certi potenti, certi governi nel mondo, quanto la Storia sembri non aver insegnato nulla a chi si impone con la forza sugli altri, a chi sostituisce il dialogo, la politica, la diplomazia con la violenza, che è la via più veloce per risolvere certi problemi ma anche la più sbagliata. Quello che oggi festeggiamo è un evento storico di grande importanza, che ha segnato i moti di liberazione nazionale. Sembra scontato, ma dobbiamo essere consapevoli e grati per la fortuna che abbiamo di vivere in un Paese libero. Mi auguro che la politica, la diplomazia e la resistenza ucraina, possano presto restituire a quel popolo oppresso le stesse parole che stiamo usando qui oggi per celebrare il coraggio della nostra città insorta nel 1848: libertà, indipendenza e autodeterminazione.
Il giorno 13 aprile l’Associazione Polizia Locale ha indetto il primo incontro post pandemia per i propri iscritti. L’occasione è la possibilità di scambiarsi gli auguri di Pasqua, ma soprattutto di ritrovarsi per riorganizzare e riprendere tutte le attività che l’Associazione ha da sempre perseguito come scopo. Il Presidente Gianfranco Peletti ha fatto gli onori di casa, ed ha presentato anche gli ospiti che sono intervenuti. Il Cappellano del Corpo, Don Mario, ha sottolineato l’importanza di queste piccole comunità anche in rapporto al messaggio del Vangelo. Paolo Razzano, collaboratore dell’Assessore Granelli, ha portato i saluti e ha espresso la volontà dell’Amministrazione di trovare i modi migliori per una collaborazione che aiuti la crescita di questa Associazione. Il Dirigente della P.L. Gianluca Mirabelli, che ha offerto la piena disponibilità del Comando ad appoggiare ed incoraggiare le iniziative che verranno assunte dall’Associazione. Ha inoltre sottolineato i valori morali comuni che legano tutti coloro che hanno speso la propria vita lavorativa per decenni nella Polizia Locale di Milano, rilanciando l’impegno a diffon-
dere tra i nuovi assunti, che saranno diverse centinaia di uomini e donne, la stessa cultura che lega e forma la coscienza più profonda della città di Milano. Un impegno a non disperdere questo patrimonio dei Ghisa