Scultura a Urbino ai Tempi del coronavirus

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Accademia di Belle Arti di Urbino - Corso di Scultura

Scultura ad Urbino ai Tempi del coronavirus


Accademia di Belle Arti di Urbino Progetto Arte/Natura Corso di Scultura Prof. Giancarlo Lepore Testi: Prof. Simone Ciglia, Prof. ssa Donata Ricci

Anno accademico 2019-20 - secondo semestre giugno 2020

ringraziamenti Tutor: Marika Ricchi, Dorotea Tocco Coordinatore Scultura: Prof. Pino Mascia


Centro Orto Botanico UniversitĂ degli studi di Urbino Carlo Bo

giugno 2020 mostra virtuale

Scultura ad Urbino ai tempi del coronavirus


Prof. Giancarlo Lepore Corso di Scultura Il lavoro svolto con gli studenti in questo anno accademico è stato segnato da un andamento assolutamente atipico. L'emergenza sanitaria del Covid-19, sopravvenuta all'inizio del secondo semestre, ci ha costretti a sviluppare strategie di formazione fuori dagli schemi. L'insegnamento della Scultura è di solito legato alla frequentazione del laboratorio e all'interno di questo vengono integrate le fasi di sviluppo teorico. In questo caso è avvenuto un ribaltamento per cui sono stati predisposti percorsi di simulazione per coinvolgere in un atelier virtuale gli studenti in quarantena in luoghi diversi e distanti, senza possibilità di confronto diretto né col professore e tantomeno con i colleghi.


Chiarita subito la modalità di docenza in emergenza non sappiamo bene come, ma siamo riusciti a concertare un'azione di gruppo. Le sfide da accettare: lavorare al di fuori delle proprie abitudini, adattare le idee a materiali semplici da recuperare, concentrarsi sul senso e significato del proprio intervento. Videoconferenze, confronto, passo dopo passo, dimenticando le operazioni consuete e scoprendo spazi, attrezzature, materiali di fortuna; di fronte ad esercizi che per forza di cose rischiavano di rimanere sospesi in una atmosfera irreale, abbiamo tutti dimostrato grande disponibilità ed elasticità operativa. Forse in questo impegno abbiamo coinvolto la nostra parte migliore per non cedere alla preoccupazione, la paura e la tensione causati dal brutto momento. Abbiamo dato vita ad un blog per documentare il cantiere dei lavori in corso, abbiamo sfruttato i social per scambiarci opinioni e tenerci al corrente anche al di fuori della piattaforma virtuale predisposta dall'Accademia. Ed ora vogliamo concludere i nostri sforzi con questa presentazione virtuale di una mostra che è diventata impossibile da realizzare dal vivo, rimanendo fedeli agli impegni che avevamo preso. Un filo continuo collega gli interventi dei partecipanti, la preoccupazione per lo scollamento dalla nostra radice di esseri umani persi in un difficile equilibrio con l'ambiente in cui viviamo.


PROF. SIMONE CIGLIA Corso di Storia dell'Arte Contemporanea

La natura della crisi Appunti sul Progetto Scultura ad Urbino ai Tempi del coronavirus Non sembra ancora possibile, nel momento in cui si scrive, uscire dalle strettoie della cronaca per ogni ipotesi critica che voglia misurarsi con le implicazioni che l'emergenza sanitaria dettata dall'epidemia di Covid-19 ha avuto sulla sfera estetica. Fra i numerosi profili che questa situazione senza precedenti ha ridefinito, uno dei piĂš evidenti ha interessato la natura, che ha riaffermato con voce potente la propria presenza negli spazi abbandonati dall'uomo.Â


Il risveglio della natura è stato uno dei tropi ricorrenti nella retorica che ha accompagnato questo momento storico: le immagini delle piante che crescono indisturbate sul selciato delle città, degli sconfinamenti urbani degli animali, dei cieli tersi da emissioni, delle acque di fiumi e mari tornate limpide, saranno forse la parte più conciliante del corredo iconografico di questa crisi globale. È sembrato quindi particolarmente risonante per gli studenti del corso di scultura dell'Accademia di Urbino tenuto dal Prof. Lepore il percorso di studio intrapreso che, in continuità con lo scorso anno, indagava le complesse relazioni intrattenute dall'arte contemporanea con le questioni ambientali. Questa linea d'investigazione risponde alla crescente attenzione che nel corso degli ultimi anni ha investito l'arte ambientale, cui corrisponde un parallelo settore di studi critici in espansione. Le circostanze sopraggiunte hanno impedito la realizzazione del progetto nella forma prevista, con l'esposizione presso l'Orto botanico di Urbino per il quale pure gli interventi erano stati concepiti in maniera site-specific. L'elaborazione ha quindi seguito la traiettoria di ogni iniziativa culturale spostandosi nei territori virtuali, senza tuttavia perdere del tutto la propria vocazione e necessità. È appunto in questa fase conclusiva che si è svolto l'incontro con chi scrive, invitato a una riflessione condensata in queste brevi note.


Verso una nuova prossemica L'emergenza sanitaria ha determinato un integrale ripensamento delle modalità di lavoro da parte degli studenti, incidendo in maniera particolare nella reperibilità dei materiali: la scelta si è quindi indirizzata verso una necessaria economia di mezzi. Nonostante l'urgenza della realtà che premeva dall'esterno, pochi fra i partecipanti hanno scelto di affrontare esplicitamente l'attualità. Chi ha voluto farlo, ha cercato di declinare nella fisicità della scultura soprattutto la nuova prossemica imposta dalle circostanze. Così Catuscia Bucci registra nelle proprie installazioni il nuovo vocabolario dettato dalla pandemia, composto di separazione, disagio e imprigionamento. Anche Victoria Osei mette in scena lo stesso distanziamento sociale per le sue sculture, che rileggono la tradizione della maschere africane traducendola con materiali effimeri come il cartone. Ricostruzione della natura La parte maggiore degli studenti ha preferito restare aderente all'argomento del corso, indirizzandosi verso l'imperativo della ricostruzione della natura che ha animato parte rilevante dell'opera di un artista come Pino Pascali, riferimento imprescindibile per questo orizzonte di pratiche.


Se lo scultore poverista ha orientato il proprio lavoro nella riproposizione di brani naturali all'interno degli spazi espositivi attraverso materiali tratti dalla civiltà dei consumi, cinquant'anni dopo la dialettica fra naturale e artificiale continua a fondare una parte importante dei progetti in mostra. Un materiale emblematico dell'urbanizzazione - il cemento - è utilizzato da Tommaso Sartini per una costruzione formale che evoca l'universo animale (il bruco), in apparente continuità con la poetica di Pascali. Questa dialettica è interpretata nei termini di una stratificazione temporale nel lavoro di Michele Cotelli, che parte da elementi trovati (tronchi d'albero) per combinarli con una varietà di materiali industriali. Una diversa lettura della relazione naturale/artificiale è offerta nella proposta di Nadia Latessa e Adrian Grigoras Joita, basata sull'inserimento di oggetti quotidiani (come una scarpa o il pezzo di una macchinetta da caffè) nel contesto ambientale, a indicare l'opera di riappropriazione da parte della natura. Analogamente, Giulia Fraticelli trasforma uno pneumatico in una dimora vegetale, concepita come riflessione sulla ciclicità della natura. L'inserimento di materiali nel contesto ambientale è la strada scelta anche da Margherita Di Spirito, che insiste nella relazione con il corpo umano. La lezione dell'arte italiana degli anni Sessanta del Novecento che, in particolare nell'ambito di tendenze come l'Arte Povera,


ha ridefinito la questione del rapporto fra arte e natura, non sembra aver perso di attualità nel discorso in esame. Dalla radice di Giuseppe Penone sembrano gemmare una serie di lavori che trovano nell'albero l'elemento fondante: Asia Peruta, ad esempio, ne duplica la corteccia con un rivestimento di bottiglie di plastica, proseguendo il ragionamento sull'artificialità; Lisa Talozzi considera il tronco come supporto su cui installare fotografie di dettagli naturali, oggetto di riscoperta proprio in virtù degli ultimi eventi. Un altro, più esiguo, gruppo di partecipanti predilige un approccio quasi mimetico alla natura, operando tramite materiali e processi organici: così Simone Leanza si serve di gusci d'uova come habitat per la crescita di piante; Serena Polimanti utilizza invece parti di una palma (Chamaerops humilis) per realizzare un'installazione concepita come filtro per la visione; Luca Gasperoni crea all’interno di un terrario un piccolo ecosistema per una specie di rana (Dendrobates) in cui include una riproduzione miniaturizzata di un tempio maya, ribadendo la continuità fra natura e cultura. "secondo il cilindro, la sfera e il cono" Il celebre adagio cézanniano che vuole la natura sottoposta al filtro della geometria ("Trattare la natura secondo il cilindro, la sfera e il cono") introduce un altro nucleo di opere che indaga il mondo naturale attraverso lo sguardo di discipline - come la geometria -


capaci di rivelarne le strutture nascoste. In un lavoro realizzato in maniera collaborativa da Alice Da Rold e Nicolas Demetriou, una serie di sculture - la cui forma è ricavata dai solidi platonici scandisce il tronco di un albero (riproposto anche qui come elemento di supporto), stabilendo un dialogo fra la perfezione geometrica e la variabilità naturale. Nicola Sebastiani ricava la forma di un cristallo da un tronco intagliato, mettendo in atto un processo di trasmutazione di materiali che trova il suo completamento con il concorso del suono. La dimensione acustica è evocata anche nel titolo della scultura di Daniele Donadio, la cui regolarità geometrica è rotta dall'impiego di materiali di origine naturale. La cultura della natura Un'ulteriore opzione praticata da un altro gruppo di studenti riguarda aspetti culturali, partecipando al dibattito secolare fra natura e cultura che in tempi recenti ha visto un progressivo abbandono della storica impostazione fondata sulla dicotomica in favore di una più complessa interazione. Ana Maria Dinu, ad esempio, evoca l'usanza di offerta agli alberi - ricorrente in numerose culture e tempi storici - per allestire sulle piante i gioielli da lei realizzati, che nascono da materiali naturali come conchiglie. Anche Simona Adina Dunca fa riferimento al bagaglio iconologico


di un elemento naturale - la nuvola, simbolo di fertilitĂ presso diverse culture - per costruire una scultura in cui questo è messo in contrasto con i coltelli che ne discendono come pioggia, comunicando un messaggio ecologista. Spesso l'appello a significati culturali viene svolto attingendo a elementi autobiografici. Ivana Yang cita l'usanza giapponese di regalare gru di carta come auspicio di guarigione. Ăˆ invece un simbolismo personale quello stabilito da Sofia Ortiz, che costruisce il proprio lavoro su un manicheismo nel quale la pianta in crescita è associata al concetto di dare, cui si contrappone il prendere. A un mondo leggendario e fantastico sembra ispirarsi Lara Pitarch Querol per plasmare le sue creature antropomorfe che abitano l'ambiente come guardiani della natura.



Prof. Donata Ricci

Prefetto Orto Botanico Urbino

L’Istituzione dell’Orto Botanico a supporto indispensabile della ricerca e dell’insegnamento risale al 1809 ad opera del grande botanico friulano Giovanni de Brignoli; fu realizzato nel “Grande Orto” del Convento di San Francesco. L’Orto si stende per circa 2.200 mq su un’area inclinata suddivisa in tre terrazzamenti. Nel primo, adibito ad arboreto, è presente in posizione centrale la grande serra per il ricovero e la coltivazione di piante che necessitano un riparo invernale, voluta e realizzata dal de Brignoli. Nel retro di essa si possono osservare alcuni grandi alberi, tra cui un leccio (Quercus ilex), un acero (Acer pseudo-platanus), un frassino (Fraxinus excelsior), un tasso (Taxus baccata), ecc. Sono presenti altre due piccole serre, una collezione di piante tintorie, due vasche con specie acquatiche, e un settore organizzato in tredici aiuole, dedicato alle piante medicinali e aromatiche (Orto dei Semplici).


Il secondo e terzo terrazzamento sono strutturati in numerose e strette aiuole dove trovano dimora piante erbacee di vario interesse inserite secondo il sistema linneano. Le piante monumentali, molto numerose, risaltano per le dimensioni: tra queste si segnalano, oltre a quelle già citate, un faggio (Fagus sylvatica), un ginkgo (Ginkgo biloba), un abete rosso (Picea excelsa). Alcune di queste piante risalgono all’epoca di fondazione dell’Orto, in quanto sono state elencate nel Catalogus plantarum Horti Botanici Urbinatis, pubblicato da De Brignoli nel 1812. Le piante monumentali dell’Orto Botanico, angolo di verde incastonato nel centro storico di Urbino, respirano da centinaia di anni l’aria della splendida città che lo abbraccia al suo interno. Ma non sono solo le essenze arboree a costituire le caratteristiche uniche di questa struttura. Piccolo giardino pensile, con le radici dei giganteschi alberi che non si capisce dove possano diffondersi in spazi limitati, e ciò nonostante ricco di specie erbacee, arbustive, arboree che sono distribuite sui terrazzamenti in aiuole di forma e dimensioni varie, creando un percorso quasi labirintico capace di offrire angoli molto suggestivi.


Le collezioni di vario tipo (piante grasse, piante carnivore etc) arricchiscono i contenuti, e la grande serra De Brignoli, dal nome del fondatore, domina il tutto. In primavera la serra si svuota e offre uno spazio particolare che può essere utilizzato a vari scopi. I visitatori dell’Orto, aperto al pubblico nella stagione propizia, lo definiscono spesso “oasi di pace”, “luogo di meditazione” etc, sottolineando l’atmosfera di serenità che infonde l’ambiente ricco di verde e piccoli spazi di cielo. Tutto questo splendore fino a non molti anni fa era accessibile solo in parte e non sempre a chi non faceva parte della struttura universitaria. Recentemente l’Università ha introdotto la “ Terza missione” ovvero sono stati incrementati i rapporti tra Università e strutture esterne, in modo da stabilire un dialogo con la società. Per questo motivo l’Orto Botanico, che ha sempre svolto attività didattico-scientifica legata alle facoltà scientifiche universitarie, ha incrementato la stessa attività, rivolta però anche a tutte le scuole di ogni ordine e grado, inoltre è meta costante di gite turistiche e momenti ricreativi per i cittadini promuovendo manifestazioni artistico-culturali come esposizioni, mostre e concerti, spettacoli teatrali. In questo ambito è nata una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino.


Tale collaborazione è iniziata nel 2001, con l’allestimento della mostra “Geografie della differenza” , curata dal Prof. Bruno Ceci e dal Prof. Andrew John Martin. In tale occasione negli spazi dell’Orto, allora diretto dal Prof. Antonio Ricci, sono stare esposte, con grande apprezzamento del pubblico, prestigiose opere di professori dell’Accademia. In seguito, nel 2014, è nata una seconda mostra "Orto/Arte" questa volta di opere degli studenti, curata dalla Prof. ssa Giovanna Mancini. Gli elaborati, sistemati in maniera quasi mimetica, venivano scoperti dai visitatori con effetti accattivanti. Il Prefetto dell’Orto in quel periodo era la Prof. ssa Giovanna Giomaro. In quella occasione ho avuto modo di conoscere il Prof. Giancarlo Lepore, interessato alla collaborazione fra le nostre strutture, legate da un filo nascosto che collega arte e natura. Nasce così nel 2019 “InNatura Scultura” curata dal Prof. Angelo Capasso, anche in questo caso riscuotendo grandi apprezzamenti. Spero che la prestigiosa Accademia di Urbino, uno dei vanti della città, otterrà attenzione anche per questa versione virtuale di una mostra programmata in una fase purtroppo di emergenza-virus e sulla scia di questo successo si possano realizzare ancora nuove iniziative.


mostra virtuale giugno 2020

Scultura ad Urbino ai Tempi del coronavirus


Progetto Arte/Natura Catuscia Bucci Michele Cotelli Alice Da Rold, Nicolas Demetriou Ana Maria Dinu Margherita Di Spirito Daniele Donadio Simona Adina Dunca Giulia Fraticelli Luca Gasperoni Nadia Latessa, Adrian Grigoras Joita

Simone Leanza Sofia Ortiz Victoria Osei Asia Peruta Lara Pitarch Querol Serena Polimanti Tommaso Sartini Nicola Sebastiani Lisa Talozzi Ivana Yang


Catuscia Bucci Vive a San Marino e lavora in Italia. Curatrice di eventi editoriali, realizza progetti di marketing e creatività. Attualmente frequenta l' Accademia di Belle Arti di Urbino.

Oltre (Covid) è la denominazione del progetto. Si compone di una serie di opere realizzate in cartapesta, carta da pacchi, tela, colori acrilici, collanti, bambù, fil di ferro e carta di giornale. Si sviluppa attraverso un percorso suddiviso in tre atti: “Un metro di distanza”, “La natura ci imprigiona”, “Il disagio”..


Catuscia Bucci Oltre “Un metro di distanza” cartapesta, bambù, carta da pacco 150 cm altezza “Il disagio”, acrilico su tela e filo di ferro 60x 60x 2 cm “La natura ci imprigiona”, collage e acrilico su tela 100x 70x 2 cm


Michele Cotelli Nato a Chiari nel 1979, formato in Lettere Moderne all’Università di Bologna, tra i fondatori della rivista universitaria Tabard. Curatore di rassegne cinematografiche e di spettacolo. Attualmente frequenta l' Accademia di Belle Arti di Urbino.

Da un verso della poesia di Zanzotto "Dirti natura” 2001. L’installazione si compone nel dialogo tra tronchi trovati (il macrotempo della natura), oggetti di produzione industriale (il tempo sociale), e interventi manuali (il tempo del corpo), tentando di figurare l’equilibrio precario e indecifrabile di essere-nel-mondo...


Michele Cotelli Dirti natura Legno, resina, metalli vari, plastica 350x 400x 200 cm


Alice Da Rold

Nata a Lugano nel '98 dove frequenta l’istituto scolastico per le industrie artistiche (CSIA) ottenendo il diploma di maturità artistica. Ha partecipato alle mostre organizzate dal corso di scultura e ad un collettiva alla Tag gallery di Lugano.

Nicolas Demetriou

Nato nel '99 a Larnaca, Cipro, dove ottiene la maturità liceale classica. Si trasferisce in Italia e dopo un breve soggiorno a Roma si sposta nelle Marche, a Urbino dove frequenta l’Accademia e partecipa alla mostra InNatura Scultura, Orto Botanico'19 L’ opera si compone dei 5 solidi platonici. Queste forme possono essere considerate le basi dell’architettura, seppur differenti a prima vista dalla forma organica dell’albero, non la contrastano ma creano un armonia con essa.


Alice Da Rold Nicolas Demetriou Figure Cosmiche carta e filo di nylon 130x10x10 cm


Ana Maria Dinu Nata nel 1998 in Romania, all'etĂ di otto anni si trasferisce con la famiglia in Italia a Recanati dove ha frequentato il Liceo delle Scienze Umane.

Gli alberi, in tutto il mondo, hanno svolto un ruolo importante in molte mitologie e religioni, e gli uomini per omaggiarli erano soliti donare loro offerte divario tipo. Attraverso i gioielli che ho realizzato voglio rappresentare questa antica tradizione...


Ana Maria Dinu Offerte agli alberi Installazione site-specific conchiglie, legno, inox Dimensioni variabili


Margherita Di Spirito

Nata nel 1998 a Termoli. Attualmente frequenta l'Accademia di Belle Arti di Urbino, ha partecipato a diverse mostre collettive organizzate dal corso di scultura.

... un materiale plastico e leggero a contatto con un altro oggetto cambia la sua forma... analizzo il comportamento di una materia lasciando la forma alla casualitĂ degli elementi presenti in natura. L'idea di un'amaca, che assume la forma del nostro corpo deformandosi ad una nuova forza.


Margherita Di Spirito Untitled PVC, gesso, 60x 50x 30 cm


Daniele Donadio

Nato a Gallarate nel 1998. Si è diplomato al Liceo Artistico di Busto Arsizio, indirizzo figurativo. Ha partecipato a diverse collettive.

... la "natura" non può certo essere liquidata soltanto nelle sue declinazioni più comuni, come biologia, ambiente, ecosistema... Era per me consono un atteggiamento più prudente: il pensiero di essa come sfondo dell'uomo, come suo presupposto di identificazione ... Prendendone quanta ne sta nelle mani, mi è bastato riarrangiare e ascoltare. Quando il gesto riesce, salta fuori un oggetto risonante a cui lo spazio fa da cassa armonica.


Daniele Donadio Diapason Legno, stoffa, gesso 52 x 48 x 20 cm


Simona Adina Dunca Nata in Romania nel1998, residente a Cles, Trentino Alto Adige. Studi in design del gioiello presso il Liceo Artistico A. Vittoria di Trento Per natura, le nuvole sono legate alla terra, e al tempo stesso ne sono lontane. In molte culture erano considerate sorgenti di fertilità cosmica... i coltelli rappresentano il contrapposto della fertilità , rispecchiano le conseguenze del sovrasfruttamento ambientale, formando cosÏ un’opposizione fra i due elementi .....


Simona Adina Dunca Contrasto fil di ferro, carta, cartone, cotone, colla, alluminio, spago cm 100x70x30


Giulia Fraticelli nata a Chieti nel 2000, vive a Atessa (CH) frequenta il liceo artistico G. Palizzi a Lanciano.

.... una ruota perché essendo una delle più grandi invenzioni dell'uomo la immagino proprio come una trappola per la natura. La ruota cerca di chiudere e di inglobare la natura in sé. Questo tentativo nella mia opera diventerà vano quando la natura al suo interno ingloberà, al contrario, l'invenzione dell'uomo


Giulia Fraticelli Trappola per la natura terra, piante, pneumatico, spago, colla cm 60x60x20


Luca Gasperoni Nato a San Marino nel 1996, formato presso Liceo Artistico scuola del Libro Urbino, attualmente frequenta l’ Accademia di Belle Arti.

La favola che si crea all’interno di una teca in vetro con l'accostamento di una struttura storica incorniciata con un microclima pluviale vivo, con la possibilità di aggiunta di veri e propri esseri viventi, crea all’interno di una abitazione sterile un pezzo di natura dal distacco visivo impagabile.


Luca Gasperoni Tikal Rainforest

Vetro, polistirolo, materiale organico, sabbia, carbone 60x 50x 50 cm


Nadia Latessa

nata a Foggia nel 2000 , residente a Spinetoli (AP), diplomata al liceo artistico O.Licini di Ascoli Piceno.

Adrian Grigoras Joita

nato a Pitesti (Romania) nel '99 residente a S.Giovanni in Marignano (RN), diplomato al liceo artistico Mengaroni di Pesaro. ... vogliamo rappresentare la natura che si riprende i suoi spazi in un mondo sempre piĂš dominato dall'uomo ... le piante sono inserite in contenitori recuperati di vario genere ... riutilizzati per far nascere e crescere una nuova vita.


Nadia Latessa Adrian Grigoras Joita Senza nome Oggetti, terra e piantine dimensioni variabili


Simone Leanza

Vive e lavora tra Romagna e Marche. Partecipa a mostre collettive e concorsi

Un uovo, una cellula, una nascita, è ora una culla ideale per figli di natura estranea ad esso. Nutrimento e ambiente favorevole generano la vita da cui consegue e prosegue la lotta per la sopravvivenza. Un elemento contaminato e invaso adesso è protezione e costrizione in una contesa, scrigno e campo di battaglia. Protegge dall'esterno ma costringe al conflitto interno. Le radici si spingono fitte fitte in basso verso l'acqua, i germogli incontrano concorrenti alla ricerca della luce e emergono su dalle fratture di una schiusa.


Simone Leanza Contaminazione, la schiusa Materiali organici Installazione site-specific


Sofia Ortiz Garcia Studia alla Facoltà di Belle Arti dell'Univesità Politecnica di Valencia, attualmente ad Urbino con il Programma Erasmus.

...il bene lo volevo rappresentare con una pianta in piena crescita... mi è sembrato un modo romantico per rappresentare la vita, quanto una persona ha da offrire agli altri. Per quanto riguarda il male, avevo un'idea più vaga...


Sofia Ortiz Dare e prendere Gesso, lenticchie, acciaio


Victoria Osei

Nata nel1998 ad Accra Ghana, trasferita all’etá di quattro anni in Italia con la famiglia, frequenta le scuole in Italia maturando un interesse particolare per l’arte al liceo artistico “A. Apolloni di Fano”

... si guarderanno a distanza in un’ eterna propensione l’uno verso l’altro, vicini ma irraggiungibili..


Victoria Osei A un metro da te Cartone e colla


Asia Peruta Nata a Gavardo nel 1996, ha frequentato la Scuola d'Arte Applicata A. Fantoni di Bergamo, successivamente si diploma come tecnico grafico all'Ist. di Istruzione Superiore Professionale Caterina Caniana, successivo diploma EQF al Liceo artistico di Olbia.

L' ambiente naturale diventa artificiale tramite l'operato umano e racconta un mondo sempre piÚ abitato da plastica. L'albero, simbolo sacro ed emblema della vita, del nutrimento e delle radici ... è stato ricoperto da una corteccia "artificiale" di bottiglie di plastica.


Asia Peruta Artificial bark Bottiglie di plastica, filo di nylon 84x 24,5x 25 cm


Lara Pitarch Querol Studia alla Facoltà di Belle Arti dell'Univesità Politecnica di Valencia, ad Urbino con il Programma Erasmus. ... i miei piccoli guardiani sono creature silenziose, che osservano, si fondono con l'ambiente, cercano di capire e ricordare attraverso i loro occhi enormi e profondi tutto ciò che li circonda. Sono nudi per sentire la natura, per farne parte senza pregiudizi o tabù.


Lara Pitarch Querol I guardiani della natura Pasta da modellazione


Serena Polimanti Nata ad Ancona nel 2000 vive a Civitanova Marche. Ha frequentato il liceo Cantalamessa di Macerata

Con sguardo attento cogliamo il suo mondo, inevitabilmente scrutiamo il suo modo di vivere. Il suo semplice osservare questa Terra.


Serena Polimanti

Vedere con gli occhi Fibra vegetale, spago, colla 90x 84x 23 cm


Tommaso Sartini Nato nel 1997 a Pesaro, ha frequentato il Liceo artistico “Scuola del Libro� di Urbino diplomandosi in grafica nel 2016.

Il cemento conosciuto fin dai tempi degli antichi romani, oggi è usato per la costruzione di edifici e maestose architetture... ho deciso di intraprendere un personale percorso di studio che mi ha portato alla realizzazione di diverse opere cementizie adibite a uso pratico ed estetico.


Tommaso Sartini Bruco modulare cemento e cima nautica 10x 100x 15 cm


Nicola Sebastiani Nato nel 1996 a Novafeltria. Ha partecipato a diverse mostre collettive organizzate dal corso di scultura.

Un tronco intagliato assumerà la forma di un cristallo grezzo, per creare un gioco di contrasti tra i due materiali. Al suo interno verrà posizionata una cassa sonora che riprodurrà il suono della radiazione cosmica di fondo dell’universo. Ecco il rumore del vento che modifica, distrugge, taglia, costruisce e cambia, con l’aiuto del tempo, la forma della natura ovvero la forma dell’universo, in divenire continuo ed inarrestabile.


Nicola Sebastiani La forma del vento Legno e vetro 70x 54x 54 cm


Lisa Talozzi

Nata nel 1996 a Urbino, dove ha frequentato la sezione di illustrazione e incisione del liceo artistico. Ha partecipato a diverse collettive organizzate dal corso di scultura.

Durante questo periodo di quarantena ho notato molti dettagli nell'ambiente naturale di Urbania. Forse non ero mai stata in questi luoghi, o forse non li avevo mai notati. L’occhio umano si è oramai ambientato alle forme create artificialmente in natura, tanto da crearne una simbiosi.


Lisa Talozzi Senza titolo Carta fotografica e bioadesivo installazione site-specific con foto 10 x 15 cm


Ivana Yang

nata a Mirandola nel 1996, si è diplomata al liceo artistico “Edgardo Mannucci” di Ancona. Ha partecipato a diverse collettive organizzate dal corso di scultura.

Nella cultura giapponese è di buon auspicio regalare le gru di carta alle persone malate o a coloro che devono affrontare una dura prova, oltre ad essere offerte ai templi per esaudire preghiere. “Libertà Organica” è una preghiera, una speranza che cresce quotidianamente affinché usciamo vittoriosi dall’emergenza sanitaria che stiamo affrontando.


Ivana Yang LibertĂ organica Installazione Site Specific Carta Dimensioni Variabili



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