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Indice Prefazione

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Sacco Pastore: ieri Nascita del quartiere “Città Giardino Aniene”, poi “Monte Sacro” 5 Via Nomentana e Ponte Nomentano

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Tenuta di Sacco Pastore

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Sviluppo urbanistico di Sacco Pastore

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Sacco Pastore: “zona urbanistica”

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Sacco Pastore: oggi Toponimi

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Posizione e collegamenti

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Vita nel “quartiere”

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Parrocchia “Gesù Bambino a Sacco Pastore”

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Luoghi d’incontro e … non solo

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Personaggi famosi

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Luoghi di interesse

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Bibliografia

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Sitografia

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Fotografia

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Prefazione Mai avrei pensato che un giorno mi sarei trovata a scrivere un libro. E' proprio vero "Mai dire mai". Allora, quando e come mi è nata l'idea? L'occasione mi è stata offerta dai lavori di ristrutturazione in corso nel palazzo dove abito, casualmente in corrispondenza del 60esimo anno dalla costruzione. La mia idea iniziale era limitata a raccogliere notizie sul fabbricato, ma, ogni giorno che passava, il mio lavoro di ricerca diventava sempre più interessante e mi poneva davanti a mille "perchè". Ho pensato, per ciò, di estendere la mia ricerca a tutta la zona. Avendo constatato che le notizie erano molto frammentarie, mi sono cimentata nell'arduo compito di collegamento di tutte le informazioni che sono riuscita a reperire da numerosi libri e da svariati siti Internet. Così è nato questo lavoro, che vuole avere prevalentemente scopo divulgativo. Pertanto ha volutamente una doppia chiave di lettura: una, senza note, per chi preferisce una lettura scorrevole e l'altra, con note, per chi vuole saperne di più. Per migliorare il lavoro sarei veramente grata a tutti quei lettori, disposti ad offrirmi la loro collaborazione nel volermi fornire validi suggerimenti ed appropriate informazioni tramite l’indirizzo email: e.purificato@yahoo.it. Grazie. Maggio 2012.

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Sacco Pastore: ieri

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Nascita del quartiere 1 “Città Giardino Aniene”, poi “Monte Sacro” Dopo l'immobilismo dovuto alla durata del primo conflitto mondiale (1915-18) e sotto la pressione del conseguente inurbamento di masse di contadini dalla campagna verso la città, lo Stato intervenne con piani di sviluppo dell'edilizia mediante una politica di sgravi fiscali per i costruttori e di abolizione delle tasse sulle aree fabbricabili, sia per arginare il fenomeno della disoccupazione dilagante sia per il bisogno di alloggi. L'obiettivo era quello di edificare dei nuovi quartieri popolari nelle zone periferiche, demolendo le numerose baracche presenti sulle principali arterie di Roma. Agli inizi del '900 sull'ampia periferia nord di Roma erano presenti solo poche case coloniche e casali rurali con una popolazione di circa duemila persone, dedita per lo più all'agricoltura e alla pastorizia (f.1).

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Per "quartieri di Roma" si intendono le aree di nuova urbanizzazione nate soltanto dopo l'istituzione dell'ultimo rione, Prati, il 20 agosto 1921. Attualmente, la "suddivisione storica o toponomastica" del territorio di Roma Capitale (già Comune di Roma fino al 3 ottobre 2010) è composta da 22 Rioni, 35 Quartieri, 6 Suburbi, 53 Zone. Questa classificazione risale alla prima espansione della città avvenuta con l'Unità d'Italia, normalizzata con il Piano Regolatore Saintjust-Nathan del 1909, quando la popolazione del comune non superava mezzo milione di abitanti.

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Nel 1919, nella zona alle spalle del Monte Sacro cominciò a sorgere il primo nucleo abitativo per iniziativa

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Nel 494 a.C., i plebei romani si allontanarono da Roma e si rifugiarono su questa collina (50 metri s.l.m.) per protestare contro i soprusi dei patrizi. Come riferito da Livio, i plebei furono convinti a tornare a Roma dal senatore Menenio Agrippa, che raccontò loro il famoso Apologo, nel quale l’ordinamento sociale romano era metaforicamente paragonato ad un corpo umano, di cui tutte le parti sono essenziali. Così il popolo romano ottenne l’istituzione dei Tribuni della Plebe che ne tutelava gli interessi e l’istituzione di una propria assemblea, il concilium plebis. In ricordo dell’evento e a monito per il mantenimento degli accordi pattuiti con giuramento, i plebei eressero sulla cima del monte un’ara dedicata a Giove Terrifico. Forse per tali motivi il Monte, prima chiamato Velia, prese il nome di Sacro.

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f.1 Veduta della Campagna Romana con Ponte Nomentano, Lint

di un comitato delle Ferrovie dello Stato e, quindi, il quartiere, su progetto dell'ingegnere, architetto ed urbanista Gustavo Giovannoni 3. 3

G. Giovannoni (Roma, 1873-1947), è stato nel 1920 uno dei più ferventi promotori della prima Facoltà di Architettura in Italia, "Valle Giulia" a Roma, dove ha insegnato Restauro dei Monumenti, rivelando un complesso profilo di progettista, studioso, insegnante e organizzatore. Si oppose alla distruzione dei centri storici, difendendo la cosiddetta “Architettura minore”, della quale incoraggiò lo studio. A lui, tra l'altro, si devono i progetti del Palazzetto Torlonia, della fabbrica della Birra Peroni (oggi Macro) in Via Alessandria a Roma e Villa Torlonia (l'attuale Villa Maria Teresa) a Formia (LT).

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L'idea di Giovannoni, per quegli anni indubbiamente all'avanguardia e fuori dal Piano Regolatore di Roma, fu di seguire il recente modello di Ebenezer Howard realizzato nel 1898 nei dintorni di Londra e, quindi, di creare una Garden city (Città giardino), una delle più grandi del mondo, disposta su una duplice altura al di là del fiume Aniene 4, allo scopo di raggiungere contemporaneamente gli agi e le comodità della vita urbana e gli aspetti sani e genuini della vita di campagna. Nell’ambito del piano urbanistico redatto da Giovannoni erano previsti: * la costruzione di un ponte sull'Aniene per collegare Piazza Sempione, individuata quale nucleo della Città Giardino, con l'allora lontanissima Roma, ma soprattutto per far defluire il traffico pesante. Il ponte, realizzato nel 1924, fu

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Il fiume, chiamato anticamente Parensius (Parenzio), ha assunto successivamente il nome Aniene (in latino Anio), perché, secondo la leggenda, Anio, re della Toscana, volendo perseguitare Cetego, rapitore di sua figlia (o secondo un’altra versione, “per inseguire la figlia Chloris, rapitagli da Mercurio”), nel passare questo fiume vi restò sommerso. L’Aniene nasce sul confine tra Lazio e Abruzzo dai Monti Simbruini e, dopo 99 km., arriva nella pianura romana raggiungendo con andamento sinuoso il punto di confluenza con il Tevere nella zona dei Prati Fiscali nei pressi di Ponte Salario. E' il principale affluente di sinistra del Tevere dopo il fiume Nera.

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intitolato a Tito Tazio 5 e a lui dedicata la via che lo attraversava: via di Ponte Tazio (f.2);

f.2 Ponte Tazio nel 1923

* l'inserimento, sull'asse Ponte Tazio - Corso Sempione Piazza Sempione (f.3), dei servizi indispensabili alla popolazione che sarebbe andata ad abitare nel nuovo quartiere di Roma: chiesa (attuale Parrocchia SS. Angeli Custodi), 5

Tito Tazio era re dei Sabini, stanziati nella zona quando, secondo la leggenda, Romolo fondò Roma (21 aprile 753 a.C.). Scarseggiando a Roma le donne, Romolo organizzò un grande spettacolo d'attrazione con l'obiettivo di perseguire il ratto delle Sabine, con le quali procreare e popolare la nuova città. In seguito al rifiuto da parte di Romolo di liberare le fanciulle, Tito Tazio gli dichiarò guerra. Le sabine si lanciarono sotto una pioggia di proiettili tra gli opposti schieramenti, che fermarono i combattimenti e stipularono un trattato di pace, secondo il quale Tito Tazio divenne re di Roma per 5 anni in affiancamento a Romolo.

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ufficio postale, farmacia, cinema (ex-cinema Aniene 6 in Corso Sempione n.19), negozi e parco ( attuale Parco di Ponte Tazio adiacente alla Pinetina di Ponte Tazio);

f.3 Asse Ponte Tazio - Corso Sempione - Piazza Sempione

* e, intorno a questo nucleo, la realizzazione di strade alberate e abitazioni (specialmente villini bi-tri familiari di due piani) circondate da un piccolo orto e/o dal verde dei giardini (f.4). L'edificazione fu commissionata al "Consorzio CittĂ Giardino Aniene", costituito dall'Istituto per le Case Popolari e dall'Unione per l'Edilizia Nazionale. 6

In abbandono dal 2000, fu occupato nello stesso anno dal Centro Sociale Horus, definitivamente sgombrato dalle forze dell'ordine il 20 novembre 2009 fra tensioni e proteste.

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f.4 Villini in costruzione

La prima destinazione abitativa fu popolare e intensiva, con interi lotti dedicati alle abitazioni per i ferrovieri e diversi altri realizzati per l'Istituto per le Case Popolari. Successivamente furono costruiti i villini, destinati al ceto medio, dove ritroviamo ancora oggi i cognomi dei primi proprietari incisi in lastre di marmo vicini ai portoni insieme alla data di edificazione (f.5a-b).

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f.5a-b Targhe affisse ai portoni dei villini

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A Giovannoni si deve il carattere romantico della rete viaria e delle architetture e delle incisioni su di esse con frasi di augurio 7 (f.6).

f.6. Frase di augurio, firmata Mazzini

Nel 1924 esisteva il sedicesimo 8 quartiere, chiamato CittĂ Giardino Aniene 9, anche se non ufficialmente istituito 7

Tra le piĂš significative in Corso Sempione, civici 8 - 14 : "Una casa dolce e decente dove il fanciullo riceve il bacio della madre e le carezze del padre è la prima lezione per diventare buoni cittadiniâ€? - firmato Mazzini. 8

I primi 15 quartieri furono ufficialmente istituiti nel 1926, dopo un primo tracciamento effettuato nel 1911. 9

Deliberazione del Governatore di Roma n.1087 del 16 luglio 1924.

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(f.7a----b). Essendosi il quartiere sviluppato alle spalle del Monte Sacro, le strade furono intitolate a montagne italiane. Successivamente, assunse una nuova denominazione in seguito a delibere istituzionali: divenne quartiere Monte Sacro10 nel 1951 (f.8).

f.7a. CittĂ Giardino nel 1923

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Deliberazione del Governatore di Roma n.1081 del 19 luglio 1951.

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f.7b. CittĂ Giardino nel 1929

f.8. Stemma del quartiere Monte Sacro

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Via Nomentana e Ponte Nomentano In età romana il territorio a nord-est di Roma era attraversato da due grandi arterie di collegamento, la “Via Salaria” e la “Via Nomentana” (f.9): erano viae 11 publicae e larghe più di quattro metri per l'importante ruolo economico e commerciale che rivestivano. A questi due assi viari principali era agganciata una fitta rete di viae privatae, percorsi minori gestiti da privati, che servivano tutto il territorio: permettevano le comunicazioni tra le numerose villae 12 a carattere agricolo e gli insediamenti rustici, e garantivano i collegamenti tra Roma e i maggiori centri dell'ager romanus a nord della città (Fidenae, Ficulae e Nomentum), divenuti municipi nel I secolo a.C. In origine, la Via Nomentana era denominata Via Ficulensis, perchè limitata a Ficulae, un abitato antichissimo conquistato da Romolo e poi scomparso. In epoca arcaica usciva dalle mura serviane attraverso Porta Collina, i cui resti vennero rinvenuti nel 1872, durante la costruzione del Ministero delle Finanze, all’angolo fra Via XX Settembre e Via 11

Con il nome “vie”, Viae, venivano indicate le strade extraurbane che partivano da Roma, mentre le “strade”, Strata (cioè fatte a strati), erano quelle all’interno di un centro abitato. 12

Edificate tra il II secolo a.C. ed il I secolo d.C., le villae non erano esclusivamente luoghi di produzione, ma venivano spesso scelte dai proprietari come dimora fissa, in cui godere dei benefici della campagna senza doversi privare dei lussi cittadini. Oltre alle principali attività connesse alle colture della vite e dell'ulivo, vi si praticavano anche altre colture, più strettamente legate al mercato di Roma, costituite essenzialmente da alberi da frutto, ortaggi e fiori.

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Goito, purtroppo distrutti. Dopo la costruzione delle mura aureliane, nel III sec. d.C., la via usciva da queste attraverso

f.9. Tracciato della Via Nomentana (in rosso) e della Via Salaria (in verde)

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Porta Nomentana (nei pressi di Castro Pretorio), chiusa da Pio IV (1559-1565) per aprire, poco distante, la michelangiolesca Porta Pia. Al di fuori delle mura, il percorso proseguiva per un certo tratto su un poderoso viadotto in opera quadrata di tufo. La via, che attraversava l'Aniene al Ponte Nomentano, fu prolungata successivamente dopo 14 miglia fino a Nomentum 13 , da cui trasse il nome, e ancora dopo fino a raggiungere con un rettifilo Eretum, centro fiorito tra l'VIII e il VI sec. a.C., privo di strutture difensive, per il quale è stata proposta l'identificazione con la località Casacotta, nel comune di Montelibretti (Roma). Subito dopo, la Via Nomentana si congiungeva con la Salaria Vetus, la più antica strada che dal mar Adriatico conduceva alla Sabina e all’entroterra umbro. Realizzata con basoli e fornita di crepidini, il suo percorso, condotto per rettifili, ricalca in gran parte quello attuale, che ha però origine da Porta Pia (f.10). A testimonianza di ciò si hanno le numerose tracce del lastricato antico (f.11), la posizione del Ponte Nomentano (f.10) e le innumerevoli tombe 14 (f.12a - 12b), isolate od organizzate in sepolcri, che fiancheggiano la via.

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Centro identificato presso i Casali di Mentana (Roma). La tradizione attribuisce la fondazione di Nomentum agli albalonghesi e ne riferisce l’appartenenza alla Lega Latina, che fu definitivamente sottomessa da Roma nel 338 a.C. 14

Edificate a testimonianza dell'intensità del popolamento, raggiunta nel territorio nell'età tardo-repubblicana e imperiale.

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f.10. I pi첫 importanti monumenti e parchi lungo la Via Nomentana

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f.11. Tratto basolato dell’antica Via Nomentana

f.12a Sepolcro di Menenio Agrippa

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f.12b Sepolcro di Elio Callisto

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Situato al terzo miglio della Via Nomentana, da cui prese il nome, il Ponte Nomentano venne eretto proprio nel punto in cui la strada superava il fiume Aniene ai piedi del Monte Sacro. Fu forse costruito per sostituire un piĂš antico ponte in muratura, del quale non ci sono pervenute testimonianze attendibili come quelle, invece, che abbiamo per il ponte in questione (f.13a).

f.13a. Foto storica del Ponte Nomentano

Studi recenti hanno permesso di proporre una ricostruzione dell'aspetto originario del ponte: due archi centrali con luce di m. 15,1 separati da un pilone centrale di m. 6 di larghezza, in cui si trovava una finestra di piena di m. 3. Lateralmente è possibile ipotizzare altri due piccoli archi per lato, i quali 23


durante le piene del fiume favorivano il deflusso delle acque. Sulla base della tecnica costruttiva, dei materiali impiegati e dei riscontri archeologici condotti da L. Quilici e da S. QuiliciGigli, si stabilĂŹ che il ponte originario venne costruito fra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. Fu uno dei ponti extraurbani piĂš importanti della cittĂ : fin dall'antichitĂ , fu il luogo in cui avvenivano lo smistamento dei prodotti agricoli che dovevano poi essere immessi nei mercati di Roma e il passaggio delle greggi e delle mandrie transumananti che dall'entroterra venivano condotte verso il mare (f.13b).

f.13b. Passaggio di un gregge transumanante al Ponte Nomentano

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Il ponte subì vari passaggi di proprietà, fino a quando, il 1 gennaio 1532, il Cardinale Camerlengo decretò l'affiliazione delle Porte e dei Ponti di Roma alla Dogana della città. Fungeva da "dogana del bestiame": qui gli armenti venivano contati e i pastori, per ordine del Comune, erano tenuti a pagare al proprietario del ponte uno speciale dazio in ragione di un tanto a capo (f.13c).

f.13c. Pascolo al Ponte Nomentano

Già meta di scampagnate "fuori porta" a partire dal '600, Ponte Nomentano fu teatro, il 23 dicembre '800, dell'incontro tra papa Leone III e Carlo Magno, sceso a Roma per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1805 il condottiero Simon Bolivar 15, ispirato forse dalla grandezza monumentale di Roma o dalla secessione dalla 15

S. Bolivar (Caracas, 1873 – Santa Marta, 1930), generale, patriota e rivoluzionario venezuelano, fu insignito del titolo onorifico di LIBERTADOR (Liberatore) per essersi dedicato tutta la vita a combattere per l’indipendenza dei paesi sudamericani dalla Spagna e dal Portogallo.

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plebe romana nel 494 a.C. sul Monte Sacro, pronunciò, proprio nei pressi del Ponte Nomentano, il famoso giuramento, con il quale asseriva di profondere tutte le energie per abbattere lo strapotere degli spagnoli (f.13d).

f.13d. Foto storica del Ponte Nomentano

PiĂš volte distrutto e restaurato, il ponte oggi si presenta con un grande arco di travertino, sormontato da una fortificazione merlata medievale e due archetti di rampa laterali su ciascun versante. L’eliminazione del secondo arco è stata attribuita a Totila che durante la guerra gotica fece distruggere tutti i ponti vicino Roma. Per i numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli, il ponte conserva pochissime tracce della struttura romana. La sua origine è comunque confermata da un rilievo inserito nella chiave di volta dell'arco verso il monte, raffigurante una testa 26


bovina (o taurina) e una clava. I simboli rappresentati sono strettamente connessi al culto di Ercole, venerato nelle località di attraversamento fluviale come protettore del commercio e del traffico, che garantiva grazie alla sua forza. A lui probabilmente il monumento era dedicato. Fino al 1924, anno della costruzione del vicino Ponte Tazio, costituì la via di collegamento obbligata tra Roma e le zone a nord della città; dopodichè il Ponte Nomentano, detto anche "Ponte Vecchio", iniziò a perdere la funzione per cui, tanto tempo prima, era nato. E proprio durante il processo di urbanizzazione che interessò i primi decenni del '900, il ponte fu inserito nell'ambito di due aree che erano state assegnate a verde pubblico nella Riserva Naturale della Valle dell'Aniene 16 (f.14).

f.14. Il Ponte Nomentano nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene 16

Nella zona nord-est di Roma, si estende per 650 ettari.

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In conclusione, un sonetto di Valentino Banal17, velato di rimpianto per il passato importante di questo tratto di campagna romana e per la sua trasformazione in periferia di Roma:

Scorrenno sotto ar ponte de carriera passa l’Aniene piccolo e selvaggio, e cerca co’ quell’impeto marvaggio de fa li danni intorno, e in che maniera! Er pescatore co’ la canna spera de chiude la giornata co’ vantaggio, cià pe’ compagno sulla riva un faggio e, accosto er ponte co’ la massa nera. Qui, ‘ndove er duca Borgia Valentino vinse, l’Orsini e li mannò co’ Dio, mò cianno fatto ‘na città giardino. Addio campagne belle fossi e prati, cacce alla volpe e pecorelle, addio. . . ve se so’ preso er posto l’impiegati!

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Direttore del periodico La Trasteverina, con cui ebbe inizio nel 1897 l’attività editoriale di Leone Ciprelli, che è stato anche poeta e drammaturgo attivo soprattutto in dialetto romanesco e ideatore della Sagra dell’uva di Marino.

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Tenuta di Sacco Pastore 18 La tenuta di Sacco Pastore è stata così descritta dall'archeologo Antonio Nibby nella sua "Carta dei dintorni di Roma", edita nel 1837: "E' un picciolo tenimento di rubbia 18 che si trova tre miglia lontano da Roma fuori di Porta Pia presso il Ponte Lamentano 19 e che confina con il Teverone 20, colla Via Nomentana, colle vigne, e colla tenuta di Ponte Lamentano. Esso è interamente destinato all'uso di pascolo." Questo appezzamento di terra in leggero declivio, accolto in una delle anse dell'Aniene prima di gettarsi nel Tevere, aveva quindi un'estensione di poco più di 33 ettari, essendo la rubbia l'unità di misura agricola in uso in quel tempo corrispondente a 18.480 mq. Nel 1881 la ditta Meluzzi vi aveva costruito, a ridosso dell'Aniene, un bacino di circa due ettari periodicamente allagato dalle piene del fiume, che ritirandosi lasciava un 18

Incerta è l'origine del nome della tenuta, "Sacco Pastore" o "Saccopastore". Lo storico Tomassetti ritiene che essa corrispondesse, mutata solo per la seconda parte del nome, al precedente possedimento di Sacco Guiderelfo, poi Guidolfo, citato in documenti di S. Silvestro in Capite del 1199, 1270, 1271 e 1314. Altri studiosi suppongono che il nome Sacco possa derivare da una sorta di insenatura che il terreno faceva nell'Aniene. Invece l'Adinolfi, citando un documento del 5 agosto 1322, ritiene che il nome Pastore derivi dal nome di una chiesa, di cui peraltro non è stata trovato traccia, dedicata a San Pastore. 19

Nel Medioevo, "Lamentano" o "Lamentato" era il nome popolarmente dato al Ponte Nomentano. 20

Nome un tempo assegnato al corso inferiore del fiume Aniene, dalle cascate di Tivoli fino alla sua confluenza con il Tevere.

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deposito d'argilla. Una fornace provvedeva, poi, alla cottura dei mattoni. La Meluzzi chiuse nel 1886 in seguito alla crisi edilizia che colpĂŹ la capitale. Nel 1890 fu sfruttata per l'estrazione della ghiaia una piccola altura, appartenente al cosiddetto "terrazzo" di Sacco Pastore (f.15): il piĂš basso e recente dei tre ordini di "terrazzamenti", distinguibili sul piano geomorfologico nella zona a sinistra della bassa valle dell'Aniene e i cui depositi alluvionali (ghiaia e limi) si erano formati in fasi diverse del Pleistocene medio e superiore.

f.15 Aniene e Terrazzo di Saccopastore

Nel 1897 il Duca Mario Grazioli, proprietario della tenuta, l'aveva data in gestione a un certo signor Vincenzo Casorri, un "generale cultore di studi e autore di pregevoli monografie che interessano la campagna romana", che cominciò a bonificarne il terreno confinante con il fiume. Intanto, la nascita del quartiere Città Giardino Aniene 30


aveva creato non pochi problemi alla viabilitĂ della zona, che fu rivista e integrata. Il Ponte Nomentano costituiva il solo tramite tra le zone separate dal fiume Aniene e, inoltre, la Via Nomentana proprio dopo il ponte aveva un tracciato tortuoso. Tra il 1920 e il 1925 fu regolarizzato l'andamento della Via Nomentana, creando una sorta di by-pass da Piazza Sempione attraverso il nuovo Ponte Tazio. Furono riportati milioni di metri cubi di terra sull'area di Sacco Pastore attigua alla Via Nomentana, creando una nuova arteria, Via di Ponte Tazio: un'altra ampia strada, a scorrimento veloce, nata per consentire al traffico veicolare di raggiungere agevolmente la cittĂ (f.16).

f.16 Via di Ponte Tazio in costruzione

E il 13 maggio 1929, sul terrazzo di Sacco Pastore, fra le 31


ghiaie e i limi, gli operai della cava rinvennero casualmente nel loro lavoro di estrazione un cranio, presumibilmente appartenente ad una donna adulta, privo di mandibola e nel complesso assai ben conservato, di cui il Professore di Antropologia dell'Università di Roma, Sergio Sergi 21, riconobbe i caratteri del tipo di Neandertal (f.17a - 17b).

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S.Sergi (Messina,1878 - Roma,1972), antropologo fisico, succedette nel 1916 al padre Giuseppe nella cattedra di Antropologia dell'Università di Roma. E' noto per gli importanti studi sulla sistematica antropologica, in particolare riferita alla "craniometria", ma anche per la sua interpretazione sull'evoluzione umana, immaginata come una successione di "cicli di forme" e per aver ideato alcuni strumenti allo scopo di rendere più precise le misure anatomiche. In base alle sue ricerche potè stabilire l'esatta localizzazione di un importante gruppo di fossili umani, cui diede il nome di "Paleantropi" e che attribuì al Pleistocene medio.

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f.17a – b Scavi di Saccopastore nel 1929

Pochi anni dopo la scoperta del cranio cessarono i lavori di estrazione in quella cava di ghiaia, che fu abbandonata: le acque dell'Aniene ne invasero il fondo e le scarpate si rivestirono di piante selvatiche. Il 16 luglio 1935, il paleontologo romano Alberto Carlo Blanc e il suo collega francese, l'abate Henri Breuil, portarono alla luce su una scarpata semifranata un secondo cranio, frammentato e parzialmente demolito, attribuibile ad un individuo maschile di circa 30-35 anni. Nel 1936, l'anno successivo la scoperta del secondo reperto umano, una breve campagna di scavo nella tenuta di Sacco Pastore, ad opera dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana, portò alla luce, nel medesimo livello nel quale giacevano i

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crani, * numerosi fossili pleistocenici 22 di mammiferi estinti, * alcune schegge di selce di indubbia lavorazione umana e di tipica foggia musteriana 23 e * resti di fauna (semi e impronte di foglie), che hanno permesso di attribuire i fossili di Sacco Pastore ad un periodo interglaciale 24 compreso tra 130 mila e 110 mila anni fa e di ricostruire l'ambiente in cui visse l'uomo di Sacco Pastore: un paesaggio ricco di boschi misti (dalle querce ai faggi, ai carpini) simili a quelli che oggi si trovano in Italia centrale a circa 800 metri s.l.m., perciò a clima leggermente più freddo rispetto a quello dell'attuale campagna romana ed abitato da animali selvatici ed esotici, qui attirati dalla presenza di un guado per l’abbeverata. 22

"Pleistocene", dal greco "il più nuovo", è l'epoca geologica che ha inizio 2,58 milioni di anni fa e termina convenzionalmente (secondo l'International Stratigraphic Chart) 11.700 anni fa. Il Pleistocene inferiore (da 2,58 milioni a 781.000 anni fa) e medio (da 781.000 a 126.000 anni fa) corrispondono al paleolitico inferiore (Homo habilis e Homo erectus), mentre il Pleistocene superiore (da 126.000 a 11.700 anni fa) ai periodi del paleolitico medio e superiore (Homo neanderthalensis, Homo sapiens). 23

"Musteriano" è il nome dato dagli archeologi al periodo in cui venivano usati attrezzi prevalentemente in selce, associato principalmente con l'Homo neanderthalensis. Prende nome dal sito di Le Mouster, un riparo in roccia nella regione francese della Dordogna. Il termine fu introdotto da G. de Mortillet nel 1869. 24

In geologia, “fase o periodo interglaciale” è il periodo di tempo caratterizzato da clima temperato e asciutto, compreso tra due fasi di espansione dei ghiacciai. Gli ultimi quattro periodi glaciali prendono il nome, dal più antico al più recente, da quattro affluenti minori del fiume Danubio in Baviera (perchè fu proprio nelle vallate tedesche che si rinvennero tracce dell'attività dei ghiacciai): Gunz, Mindel, Riss e Wurm. Essi sono intervallati da tre fasi interglaciali: Gunz-Mindel, Mindel-Riss e Riss-Wurm.

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Le ricerche stratigrafiche e fisiografiche, intraprese dal Blanc nella bassa valle dell'Aniene, hanno permesso di confermare l'attribuzione del livello neandertaliano di Sacco Pastore all'ultimo periodo interglaciale e la sua distinzione cronologica delle formazioni dei terrazzi più elevati e più antichi. Il giacimento di Sacco Pastore era, infatti, una parte integrante dell'ultima e più bassa terrazza della valle dell'Aniene e il livello neandertaliano si era formato quasi alla medesima altezza dell'attuale pianura d'inondazione, quindi in una fase costruttiva del ciclo sedimentario Riss-Wurmiano 25, coevo del Tirraniano litoraneo. Il rinvenimento dei due crani costituì subito oggetto di dibattito scientifico sull'evoluzione dell'uomo di Neandertal e sulle relazioni tra questo tipo umano e le origini del moderno Homo sapiens, ma l'eccezionalità sta nel fatto che essi, insieme a quello rinvenuto il 25 febbraio 1939 nella Grotta Guattari sul Monte Circeo (LT), rappresentano ancora oggi la più importante testimonianza della presenza dell'uomo di morfologia neandertaliana in Italia. Purtroppo gli scavi di Sacco Pastore si interruppero dopo una breve stagione, giacchè gli scavi paleontologici hanno sempre richiesto il concorso di varie competenze specializzate, di mezzi particolari e, soprattutto di parecchio danaro, ma allora i finanziamenti per simili attività erano veramente molto molto modesti. I due crani, denominati rispettivamente "Saccopastore 1" e "Saccopastore 2" dall'antico nome del sito, sono attualmente conservati presso l'Istituto di Paleantropologia Umana dell'Università "La Sapienza" di Roma e poichè l'uomo di 25

L'ultimo ciclo interglaciale Riss-Wurm, il maggiore del Pleistocene superiore, risale ad un periodo che va circa da 130.000 a 110.000 anni fa.

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Sacco Pastore si differenzia dagli altri neandertaliani per la piccola capacitĂ cranica (1200 cmÂł) e il forte appiattimento della volta cranica, essi vengono definiti del tipo "sapiens arcaico" o "pre-neandertaliano" dai moderni paleantropologi (f.18).

f.18 Crani di Saccopastore

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Sviluppo urbanistico di Sacco Pastore Verso la fine degli anni ’30, nel tratto della Via Nomentana, poco prima del bivio con Via di Ponte Tazio, furono costruiti edifici che poco avevano a che fare con le contenute dimensioni dei villini circondati da aree verdi della vicina Città Giardino. Tra queste nuove costruzioni c'è l'edificio attualmente occupato dalla Caserma del Comando Regionale della Guardia di Finanza "Francesco Arcioni" (f.19).

f.19 Caserma della GF “F. Arcioni”

Il fabbricato fu edificato all'interno di un complesso edilizio formato da quattro palazzine uguali, con planimetria a " C ", posti specularmente fra loro. Lo stile di questo edificio è sobrio 37


e rigoroso, in linea con il linguaggio architettonico del periodo; d'altro canto, il carattere intensivo dell'intervento edilizio non lasciava spazio a ricerche formali più articolate. Incaricata della realizzazione dei quattro enormi edifici 26 fu l'impresa del Cav. Elia Federici 27 (f.20).

f.20 Area Saccopastore da una foto aerea degli anni ‘70 26

Dal secondo utilizzati come sede edifici collocati ai dirigendoci verso il Finanza, prima del Regionale del Lazio.

dopoguerra, i fabbricati su Via Nomentana furono della Corte dei Conti. Dagli anni '80, uno dei due margini della Via Nomentana, il primo a destra centro di Roma, è divenuto sede della Guardia di Comando 9a Legione e, dal 2000, del Comando

27

Fu uno dei cinquantatrè Cavalieri del Lavoro nominati nel Lazio tra le due guerre, considerato fra i protagonisti delle vicende economiche del Paese.

38


Alla fine della seconda guerra mondiale, le politiche di ricostruzione assegnarono al settore dell'edilizia un ruolo trainante delle attività economiche. La principale esigenza fu rappresentata dalla necessità di affrontare l'emergenza determinata da un'insufficienza qualitativa e quantitativa del patrimonio edilizio, incapace di accogliere una popolazione in continuo aumento, dovuto all'inurbanamento della stessa che da varie parti d'Italia arrivava nella capitale. Pertanto, l'edilizia divenne più intensiva: furono costruiti edifici più alti e diminuirono le aree verdi e i cortili. Nel tempo stesso si realizzarono interventi di edilizia abusiva e ampie lottizzazioni speculative, che determinarono uno stravolgimento del disegno urbanistico. Anche la tenuta di Sacco Pastore, come tante altre zone della città, non fu risparmiata dalla speculazione edilizia e, nonostante che il piano regolatore prevedesse la destinazione dell'area a parco pubblico, cominciò ad essere edificata con abitazioni intensive, costruite da enti pubblici o privati. Una curiosa testimonianza della situazione edilizia di questo periodo è offerta dal film “L'Onorevole Angelina” 28del 1947, diretto da Luigi Zampa, interpretato da Anna Magnani e ambientato tra la borgata di Pietralata e il tratto della Nomentana, in cui erano in fase di costruzione i primi edifici (f.21).

28

Moglie di un vicebrigadiere e madre di 5 figli, Angelina guida le donne della borgata all'assalto di un magazzino di pasta di un borsanerista e, dopo l'alluvione, ad occupare gli alloggi vuoti di uno speculatore edilizio. Diventata famosa, è tentata dalla politica, ma, ribellatasi alla forza pubblica, viene arrestata. Esce dal carcere vittoriosa e decide di tornare a casa per dedicarsi soprattutto, insieme al marito, all'educazione dei figli.

39


f.21 Fotogramma del film “L’Onorevole Angelina”

La grande espansione urbanistica del secondo dopoguerra non si arrestò. Anzi, nel periodo tra gli anni '50-'60, il fenomeno dell'edilizia intensiva degenerò perchè gli spazi si erano ulteriormente ridotti e, di conseguenza, i piani edilizi furono costretti a prevedere la realizzazione di palazzi di 6-7 piani con aree esigue per i giardini e i cortili. Ne rimase coinvolta anche la Città Giardino Aniene, che, nella sua impostazione originaria, resistette meno di trent'anni: già negli 40


anni '50 numerosi villini furono abbattuti per far posto a palazzi residenziali di 4 piani, stravolgendo così l'aspetto del quartiere. E' del 1951 il fabbricato di 7 piani, al civico 21 di Via di Ponte Tazio, edificato sopra parte del locale allora ad uso cinema-teatro (civici 11-19) di proprietà della CO.GE.IN.CO. S.p.a. (Compagnia di Gestione Industriale e Commerciale) ed attualmente occupata dal Bingo Espero Palace (f.22).

f.22 Bingo Espero Palace

Al Cinema-teatro "Espero 29", famosissimo per essere stato il primo locale a luci rosse a Roma, si sono esibiti molti personaggi del mondo dello spettacolo (Claudio Baglioni 30, 29

Antico nome del pianeta Venere, l'oggetto naturale più luminoso nel cielo notturno (oltre la Luna); quindi, denominato "Stella della Sera" o "Stella dei pastori". 30

Nell'ottobre 1967, Claudio Baglioni, appena sedicenne, si propose nell'ambito di uno spettacolo di varietà e, tra le varie esibizioni, cantò una versione alla Raj Charles di "Yesterday".

41


Ilona Staller, Moana Pozzi , ecc.) e si sono svolti innumerevoli spettacoli teatrali, varietà, eventi, manifestazioni, rassegne, concerti. Tra i tanti spettacoli, i più significativi sono stati: nel 1980, il 1° Festival Rock Italiano 31; tra l'85 e l'86, i memorabili concerti dei Wall of Voodoo e Sister of Mercy 32; nel 1986, lo spettacolo teatrale Curve deliziose 33 (f.23a-c).

31

La rassegna, organizzata da Massimo Costa, Arci, Strike e dal giornale "Ciao 2001", ha offerto la possibilità a molti giovani musicisti e gruppi, sconosciuti o quasi, provenienti da tutta Italia, di poter fare ascoltare la propria musica. La manifestazione venne vinta dal gruppo Lunar Sex di Roma. In quel periodo gli spazi tradizionali in radio e in televisione erano pressocchè inaccessibili a questo tipo di musica, a favore della più banale canzonetta sanremese. 32

Gruppi musicali post punk, rispettivamente americano e inglese. 33

Spettacolo teatrale a genere erotico, ideato nel 1986 da Riccardo Schicchi: un'esibizione live piuttosto spinta, oltre il semplice spogliarello, proposta al grande pubblico per la prima volta in Italia. La seconda serie di repliche al Cinema Espero non ebbe lo stesso successo della prima serie al Teatro delle Muse. Dopo poche serate un poliziotto presente allo spettacolo denunciò tutta l'organizzazione per atti osceni in luogo pubblico e oltraggio al comune senso del pudore. Fu il lancio definitivo di Moana Pozzi e la consacrazione di Ilona Staller (Cicciolina), entrambe condannate dal tribunale di Roma a 7 mesi senza la condizionale. Un anno dopo la Staller si candidò alle elezioni politiche e fu eletta alla Camera dei Deputati. Negli anni '90, i locali dell'ex Cinema Espero sono stati utilizzati dal centro di abbigliamento "Visa Diffusione Moda" e dal 2001, dal "Bingo Espero Palace".

42


f.23a Un giovanissimo Claudio Baglioni

43


f.23b The Sisters of Mercy

f.23c Ilona Staller e Moana Pozzi

44


Intanto, mentre nella zona continuavano ad essere edificati alti palazzi, il 30 marzo 1957 è stata inaugurata la seminterrata "Parrocchia Gesù Bambino a Sacco Pastore", su progetto architettonico di Tullio Rossi (f.24).

f.24 Parrocchia Gesù Bambino a Sacco Pastore

Eretta con il decreto del Cardinale Vicario Clemente Micara Quo familius ed affidata al clero diocesano di Roma, il riconoscimento agli effetti civili del provvedimento vicariale è stato decretato il 16 aprile 1959. Il territorio, desunto dalla Parrocchia dei SS. Angeli Custodi, è stato determinato entro i confini dell'area di Sacco Pastore. La proprietà immobiliare della parrocchia è della Pontificia Opera per la Preservazione della Fede, provvista di altre nuove chiese in Roma. 45


E così in un tempo non molto lungo “l’abnorme e deturpante sviluppo edilizio della zona ha portato alla cancellazione e alla cementificazione della tenuta di Sacco Pastore, luogo storico per la scienza che avrebbe meritato di divenire un ‘sancta sanctorum’ della paleantropologia romana” 34. Della cava, oggi, restano solo il nome di una via del quartiere, la seconda parte del nome della parrocchia e il nome su una targa di marmo inserita sulla facciata di uno dei palazzoni che fiancheggiano la stretta Via Val di Nievole 35. E dell'ampio parco pubblico previsto rimane solo un'area verde a ridosso del fiume Aniene e delimitata da Via Val di Fassa, Via Val Trompia e Via Val Solda: un lungo e stretto parco urbano pubblico appartenente alla Riserva Naturale della Valle dell'Aniene 36 (f.25). Non è un caso che le vie del quartiere abbiano preso i nomi delle valli italiane, giacchè la zona fa parte della bassa valle dell'Aniene, e che Via di Ponte Tazio sia stata ridenominata "Via Nomentana Nuova" (che ha mantenuto gli stessi numeri civici), in quanto prolungamento recente dell'antichissima Via Nomentana.

34

Cft. Tagliaferri-Varriale, I ponti di Roma. Pag. 199. 35

Corrispondente al sito del rinvenimento dei due crani umani. 36

La differenza tra parco urbano e riserva naturale consiste nel diverso obiettivo per le due aree: il parco urbano è la zona di verde attrezzato fruibile dagli abitanti dei quartieri limitrofi; la riserva naturale ha come obiettivo principale la salvaguardia di ambiti paesaggistici e della tutela della fauna e della flora autoctona.

46


f.25 Giardini pubblici lungo il fiume Aniene

47


Sacco Pastore: “zona urbanistica” Per ragioni amministrative il Consiglio Comunale di Roma ha deliberato la suddivisione dell'ampio territorio comunale (deliberazione n.1113 del 31 marzo 1966) in 12 zone, denominate "Circoscrizioni" 37, indicate con la numerazione romana da I a XII e, successivamente, (deliberazione n.693 dell'11 febbraio 1972) in 20 Circoscrizioni, numerate da I a XX. In tale decentramento amministrativo, il territorio di Sacco Pastore è stato assegnato alla IV Circoscrizione. Nel luglio del 1977, le Circoscrizioni sono state ulteriormente divise in zone omogenee dal punto di vista urbanistico, definite "zone urbanistiche", caratterizzate da un codice numerico che rappresentava la Circoscrizione di appartenenza e da una lettera che ne indicava la porzione territoriale. La IV Circoscrizione è stata divisa in 13 zone urbanistiche 38 e la "zona urbanistica Sacco Pastore" è stata identificata con "4h". In seguito, con la legge regionale n.25 del 6 marzo 1992, la Circoscrizione XIV si è staccata da Roma per diventare il comune autonomo di Fiumicino e le rimanenti 19 Circoscrizioni, con deliberazione del C.C. n.22 del 19 gennaio 2001, sono divenute "Municipi" 39, mantenendo la numerazione 37

Suddivisioni amministrative con autonomia gestionale, finanziaria e contabile. 38

"4a" Monte Sacro, "4b" Val Melaina, "4c" Monte Sacro Alto, "4d" Fidene, "4e" Serpentara, "4f" Casal Boccone, "4g" Conca d'oro, "4h" Sacco Pastore, "4i" Tufello, "4l" Aeroporto dell'Urbe, "4m" Settebagni, "4n" Bufalotta, "4o" Tor San Giovanni. 39

Alle attribuzioni precedentemente conferite alle Circoscrizioni, sono

48


originaria (f.26). "Sacco Pastore" è diventata la "zona urbanistica 4h del Municipio Roma IV (Monte Sacro)".

f.26 Suddivisione amministrativa di Roma Capitale

state aggiunte per i Municipi maggiori competenze, tra cui quelle sullo sviluppo economico e sull'edilizia privata di interesse locale.

49


50


Saccopastore Espero: oggi

Toponimi 51


E' sempre stato uso popolare nominare delle aree abitative, più o meno ristrette, con dei toponimi derivanti da una caratteristica primaria della zona stessa. Con il passare del tempo, il solo nome "Sacco Pastore" è stato usato sempre meno e sono stati preferiti i toponimi “Nomentano Espero” per indicare la zona adiacente alla Via Nomentana Nuova in prossimità del famosissimo ex cinema-teatro Espero e “Nomentano Valli” per definire la zona caratterizzata dalle vie che riportano nomi di valli, oppure “Saccopastore Espero” o, più brevemente, “Delle Valli” o “Espero” con riferimento a tutta la zona.

Posizione e collegamenti 52


Delimitato dal fiume Aniene, dalla linea ferroviaria, da Via Bencivenga e da Via Nomentana Nuova, Saccopastore Espero è la prima zona urbanistica del IV Municipio, che si incontra provenendo dal centro della città. Si estende sul quartiere Q,XVI 40 Monte Sacro e conta una popolazione di 10.356 41 abitanti. L'Espero vanta, oggi, un'ottima posizione per i tanti collegamenti sia verso il centro della città sia verso le zone più periferiche: numerose e frequenti sono le linee autobus (urbane, express e notturne) e filoviarie dell'ATAC (f.27) e le linee extra-urbane del Cotral, che percorrono la Via Nomentana e la Via Nomentana Nuova.

f.27 Linea autobus ATAC

E non solo: la Via Nomentana taglia trasversalmente (all'altezza del Ponte della Batteria Nomentana perpendicolare 40

I quartieri Q.XVI Monte Sacro, Q.XVII Trieste (parte) e Q.XVIII Monte Sacro Alto costituiscono il IV Municipio. 41

Roma Capitale - Dipartimento risorse tecnologiche-servizi delegatistatistica. Iscritti in anagrafe al 31.12.2010.

53


a Via Val d'Aosta) un'altra grande arteria urbana di scorrimento, la Tangenziale Est 42 (f.28),

f.28 Tracciato della Tangenziale est

la cui uscita "Nomentana - Monte Sacro" 43, accessibile da ambedue le carreggiate della tangenziale, immette direttamente nella zona. Si ha così la possibilità di raggiungere più 42

Arco di strada che collega le vie intorno a Porta Maggiore e San Giovanni con Via del Foro Italico e che, poi, prosegue verso la Galleria Giovanni XXIII (aperta nel 2004) fino a Via della Pineta Sacchetti. 43

Fa parte della Circonvallazione Salaria, da Via Salaria a Via Nomentana. Terminata solo nel 1990 poco prima l'inizio dei "Mondiali di calcio 1990", è il tratto di tangenziale di più recente costruzione.

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agevolmente quartieri 44 interessati maggiormente al traffico. Di notevole importanza per il quartiere (impropriamente detto, ma di uso comune) è stata la realizzazione della, sia pur piccola, Stazione ferroviaria di Roma Nomentana (f.29), in Via Val d'Aosta,

f.29 Stazione ferroviaria di Roma Nomentana

dotata di ampio parcheggio di scambio e posta tra il quartiere Africano e il quartiere Espero, collegati fra loro da un sottopasso pedonale. Oltre ad essere di passaggio per le tratte nazionali provenienti dal nord Italia, è una delle prime fermate 44 San Lorenzo, Tiburtino, Nomentano, Trieste, Monte Sacro, Foro Italico e Primavalle.

55


urbane della Ferrovia Regionale del Lazio FR1 45 (gestita da Trenitalia), tratta Orte-Fiumicino, di grande utilità per il trasporto quotidiano dei numerosi pendolari nonchè per i collegamenti con lo scalo aeroportuale capitolino "Leonardo da Vinci".

Vita nel “quartiere” 45

Prolungamento della ex FM1, i cui primi servizi tra Monterotondo e Fiumicino Aeroporto sono stati attivati durante il 1994, nel progetto di incremento delle corse sulle linee afferenti il nodo di Roma.

56


L'Espero è un quartiere "dalla vita sonnecchiante, dove in genere le attività si ripetono sempre uguali, scandite dai soliti ritmi del mercato e della normale routine" 46 (f.30).

f.30 Mercato di Via Val d’Ossola

D'altra parte, l'età media dei residenti è decisamente elevata. Ma grazie al ricambio generazionale e culturale in atto 46

di Adamo Rita, vicedirettore del periodico di quartiere "Passaparola Le notizie dell'Espero".

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nell'ultimo decennio, il quartiere sta diventando sempre più giovane. Infatti, è recente l'apertura della Succursale della Scuola Media Statale "Cesare Piva" di Via Val di Lanzo con sede presso l'edificio della Scuola Materna ed Elementare Comunale "Alberto Manzi" in Via Valdarno, 6 (f.31).

f.31 Scuola Meterna ed Elementare Comunale “Alberto Manzi”

Però, maggiormente per i ragazzi e i giovani, l'Espero è una zona carente di strutture per il tempo libero. Fortunatamente il parco, recentemente attrezzato con percorsi pedonali, aree di sosta e spazi giochi per bambini, offre la lunga e discreta pista

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ciclabile "R. S. S. Baden Powell “ 47, ben collegata con Villa Ada (f.25) e un bel campo di basket cementato, tra il muretto che delimita il parco e la Parrocchia Gesù Bambino, ultimamente ben tenuto grazie alla cura dei ragazzi stessi. E se i giovani decidessero di intrattenersi di sera nel quartiere, le opportunità di svago consisterebbero solo in due birrerie e una paninoteca. Le birrerie sono collocate verso il fiume nella isolata zona interna, dove di sera tutto tace. La paninoteca, invece, apre in orario serale nel breve tratto e, tra l'altro, senza uscita di Via Nomentana Nuova, da Via Val Trompia a Via Val d'Ossola, molto trafficato e caotico per la presenza di un baretto notturno, un bar-rosticceria e, soprattutto, il Bingo Espero Palace 48 (nei locali dell'ex cinema Espero) aperto fino a notte inoltrata.

Parrocchia “Gesù Bambino a Sacco Pastore” 47

Fondatore del Movimento Scout. L'intitolazione della pista ciclabile da parte del Consiglio del IV Municipio (seduta ordinaria del 16.05.2007) ha coinciso con il centenario della fondazione del movimento. 48

Alla fine degli anni '90, era diminuita la fantastica stagione del "Gratta e Vinci" e del "Superenalotto". Nella Finanziaria 1998 sul 1999 si parlava di individuare nuove forme di intrattenimento, "considerata l'opportunità di incrementare le entrate erariale". Nel 1999 i segnali della crisi del gioco erano evidenti e a fine anno si registrava un calo del 30%. Il 13 gennaio 2000, la Gazzetta Ufficiale pubblicava le "Modalità per la partecipazione al pubblico incanto per l'affidamento in concessione della gestione del gioco del Bingo", che è stato introdotto in Italia a partire dall'autunno 2001. La trasformazione dei cinema (già da anni in crisi) in sale Bingo è stata un'operazione molto semplice, giacchè è risultato sufficiente togliere gli schermi e installare l'apparato del Bingo, e, rimuovere le file di sedie e aggiungere nuove sedie e tavoli.

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La parrocchia propone svariate ed interessanti attività ed offre utili servizi alla comunità: * raccolta periodica di sangue, presso i locali della chiesa nei quali è presente il centro mobile di prelievo dell’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma; * centro d'ascolto, per le persone che vivono situazioni di disagio; * centro diurno "Oasi", per anziani fragili ad attività assistenziale medio-grave. Il servizio, erogato dal Municipio IV, offre assistenza giornaliera agli anziani parzialmente autosufficienti allo scopo di mantenere vive le capacità psicofisiche degli stessi; * oratorio giovanile, che svolge attività soprattutto pastorali ma anche ricreative (ludiche, sportive, musicali, cinematografiche, ecc.). Fa parte del C.O.R. (Centro Oratori Romano) fondato nel 1945 dal catechista laico romano Arnaldo Canepa; * corsi di lingua inglese e di informatica (ECDL), tenuti dalla Ateicos Formazione & Consulenze, per chi vuole migliorare la propria posizione lavorativa, certificando le proprie competenze o per una maggiore conoscenza personale; * ecc. Molto importante è il ruolo svolto dal Gruppo Scout AGESCI Roma 66, nato il 28 ottobre 1978, che è parte attiva nella vita della parrocchia e, per quanto possibile, nel quartiere. Il Gruppo, tra l'altro, coordina e si adopera per la buona riuscita della festa parrocchiale, "Tutti in festa" 49, che ogni anno anima il quartiere per tre giorni il secondo fine settimana di giugno (f.32). 49

Nel 2011, XI edizione.

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Nel 2010 e nel 2011 gli Scouts hanno collaborato con la Scuola Media "Cesare Piva" in un progetto relativo all'analisi del livello d'inquinamento nell'area e nelle zone limitrofe la scuola.

f.32 Scouts durante la festa parrocchiale

Luoghi d'incontro e . . . non solo 61


Nel quartiere, privo di cinema e teatri e discoteche, per anni l'unico luogo di aggregazione è stato il locale in Via Bencivenga n.1, angolo Via Nomentana, sede dell'associazione "La Maggiolina" (f.33), conosciuta nella capitale per le attività politiche e culturali svolte, ma soprattutto per essere stata una delle prime a porre particolare attenzione alla cultura musicale multietnica.

f.33 La Maggiolina

La Maggiolina, antica stazione di posta vaticana, aveva in origine una struttura a forma di ferro di cavallo. Di essa, tralasciando il cortile centrale in disuso, la struttura posteriore di proprietà privata, l'ala destra abusivamente occupata e un'area chiusa alla pubblica fruizione perchè limite invalicabile militare, restano 400 mq. che la Provincia di Roma, nel 1985, ha destinato al centro socio-culturale pubblico che ha 62


conservato l'antica denominazione. Nei locali de La Maggiolina si sono svolti periodicamente corsi di danza, percussioni africane, tango, cinema, dizione, mimo ed organizzati concerti e manifestazioni con al centro la cultura e le tradizioni dei diversi paesi del mondo. Il centro, completamente autofinanziato, ha goduto della fiducia dell' “UPTER”, Università Popolare Romana per Adulti (f.34), con i suoi svariati e frequentati corsi, dallo studio delle lingue all'informatica, da corsi di fitness all'egittologia.

f.34 Logo dell’ Upter

Dal 2005 la sede de La Maggiolina è anche la nuova location dello storico live club testaccino, "Zoobar": due sale da ballo, B-Side Hall e Factory Hall, due bar e, soprattutto, esibizioni di band nazionali ed internazionali che si alternano 63


ogni fine settimana (venerdì e sabato) al ritmo della migliore musica rock, wave, indie dagli anni ’60 ad oggi (f35).

f.35 Locandina di un concerto allo Zoobar

Dal 5 settembre 2011 lo Zoobar ha preso completamente il controllo del locale poichè l’UPTER, nonostante avesse 64


operato per 22 anni nello spazio del centro culturale La Maggiolina, essendone tra i soci fondatori, ha dovuto cambiare sede (probabilmente per problemi di convivenza con lo Zoobar), spostando le proprie attività formative in Via Nomentana 352. In campo sociale e di integrazione, La Maggiolina ha tenuto uno sportello di informazione per i cittadini stranieri finanziato dalla Regione Lazio e inserito nel progetto regionale di "Informaimmigrati”. Oggi sono presenti sul territorio anche altre due associazioni, a carattere socio-culturale, profondamente attive ed impegnate nel quartiere anche per la riqualificazione dell'ambiente e per i servizi ai cittadini: la "Associazione Espero" e la "Espero Multidesk". Esse sono spazi di aggregazione tra gli abitanti, ma anche luoghi di stimolo per l'organizzazione di attività culturali di vario genere. L'Associazione Espero (f.36), fondata nel 2008 da un gruppo di abitanti, è particolarmente impegnata a sostegno delle problematiche nel quartiere e delle richieste dei residenti, al fine di contribuire a determinare soluzioni che assicurino anche una migliore vivibilità. In particolare, l'associazione ha proposto e segue i progetti di intervento circa il miglioramento delle strutture già esistenti, la ricollocazione degli arredi urbani nei giardinetti, la riqualificazione del mercato di Via Val d'Ossola, la sicurezza della Stazione Nomentana, la realizzazione del ponte ciclo-pedonale sull'Aniene. Invece l'Espero Multidesk (f.37), inaugurato nel maggio 2011, offre, tra l'altro, consulenze gratuite per i cittadini, sia di tipo legale, che finanziario o psicologico, ma riserva particolare attenzione alle forme massmediatiche, essendo i promotori esperti di comunicazione. 65


L'Espero Multidesk, nella sua sede di Via Valle Corteno n.75, ospita l'Associazione Espero, la casa editrice "Teseo" (che ha già al suo attivo la pubblicazione di saggi di vario genere) e il periodico d'informazione "Passaparola - le notizie dell'Espero", edito on-line e dal mese di maggio 2011 anche in formato cartaceo.

f.36 Logo dell’ Associazione Espero

f.37 Logo dell’Espero Multidesk

Personaggi famosi

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Dal 1970 al 1981 ha abitato in Via Nomentana Nuova n.53 il cantautore italiano Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano (f.38).

f.38 Rino Gaetano

Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano ha cantato un'Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. 67


Nato a Crotone il 29 ottobre 1950, all’età di dieci anni si è trasferito a Roma per motivi legati al lavoro dei suoi genitori. I suoi studi da geometra sono stati distratti dal palcoscenico e dai primi approcci alla chitarra. Dopo le prime esibizioni nello storico "Folkstudio" di Roma, nel 1974 pubblicò il suo 1° album “Ingresso libero” che non ottenne particolari riscontri nè di vendita nè di critica. Il successo arrivò l'anno dopo con il 45 giri “Ma il cielo è sempre più blu”, prima diviso in due parti e successivamente riunite nella extended version della durata di 8 minuti e 20. Nel 1976 pubblicò Mio fratello è figlio unico". Nel 1978 con "Gianna" conquistò il 3° posto al Festival di Sanremo e pubblicò "Nuntereggae Più", un colossale sberleffo a ritmo di reggae contro tutto e contro tutti. Nel 1980, "E io ci sto" rappresentò l'ennesima conferma del genio compositore del cantautore calabrese. La carriera e la vita di Rino Gaetano finirono tragicamente il 2 giugno 1981 in un incidente stradale sulla Via Nomentana. Pur prontamente soccorso ma in fin di vita, il cantante venne rifiutato da ben 5 ospedali, una circostanza sorprendentemente simile a quella narrata nel 1971 in una delle sue prime canzoni del periodo del Folkstudio, "La ballata di Renzo" 50. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto sposarsi. Dopo la sua morte, l'industria discografica ha riscoperto le sue canzoni che sono state raccolte in varie antologie, tra le quali le più significative sono "Gianna e le altre" (1990), "Superbest" (1996), "La storia" (1998) e "Sotto i cieli di Rino" (2003). Numerosi sono stati i riconoscimenti. A Roma, nel 2004 la Giunta Comunale gli ha intitolato una via nella zona Vigne 50

" Quando Renzo morì io ero al bar, la strada molto lunga s'andò al San Camillo e lì non lo vollero per l'orario, la strada tutta scura s'andò al San Giovanni e lì non l'accettarono per lo sciopero . . ." .

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Nuove e il 7 giugno 2011 il Campidoglio gli ha dedicato una targa commemorativa (f.39) apposta accanto al portone del palazzo in cui ha vissuto, dopo essere stato celebrato il trentennale della sua morte con un concerto tenuto dalla Rino Gaetano band a Piazza Sempione il 2 giugno.

f.39 Targa commemorativa a Rino Gaetano

Luoghi d'interesse 69


Nelle immediate vicinanze, di particolare interesse è la centralissima e spaziosa “Piazza Sempione” (f.40a-b), che è stata il cuore della Città Giardino Aniene e che attualmente fa da entrata scenografica al quartiere: * di fronte, la lunga ed ampia scalinata che porta alla Parrocchia dei SS. Angeli Custodi 51 (1922-24) di Gustavo Giovannoni; * a sinistra, il Palazzo Pubblico (1921-23), dell'architetto Innocenzo Sabbatini 52, presso il quale dopo molti anni è tornata la sede politica del IV Municipio, inaugurata il 24 marzo 2010; * a destra, il palazzo dell'IACP ornato con palle e mascheroni e * al centro della piazza, la Statua della Madonna del 1948.

51 Istituita da Pio XI il 2 ottobre 1925 ed affidata alla congregazione dei Caracciolini, è stata dedicata agli angeli custodi per ricordare la Chiesa dei Santi Angeli Custodi, nel rione Trevi, in Via del Tritone, demolita completamente tra il 1928 e il 1929 per l'allargamento della via e la costruzione del tunnel sotto il Quirinale. 52

I. Sabbatini (Osimo,1891-Roma,1983), dal 1920 circa ha collaborato con l'IACP e dal 1925 al 1931 ne è stato Presidente. E' noto per i suoi "alberghi collettivi" (1927) nel quartiere Garbatella di Roma, costruiti per ospitare temporaneamente gli sfrattati dalle demolizioni attuate per gli sventramenti nel centro della città.

70


f.40a Parrocchia dei SS. Angeli Custodi

f.40b Piazza Sempione

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Ma il luogo di maggiore interesse storico e culturale è, senza dubbio, l'antichissimo e pittoresco “Ponte Nomentano” (f.41), immerso nella verdeggiante Riserva Naturale della Valle dell'Aniene. Indicato sin dalle sue origini sulle carte topografiche, è uno dei monumenti più suggestivi dell'intero suburbio romano, fonte di ispirazione per numerosi incisori, per generazioni di pittori tra il XVI e il XIX secolo e per fotografi a partire dalla seconda metà dell'800.

f.41 Ponte Nomentano

A metà '800 il ponte ha ritrovato tutta la sua bellezza, tale da ispirare anche scrittori quali Matilde Serao e Gabriele D'Annunzio. 72


Nel romanzo "La conquista di Roma" (1885) di Matilde Serao (f.42), il deputato Francesco Sangiorgio qui si fa accompagnare: "Ecco il Ponte Nomentano" gli disse il cocchiere, indicandoglielo con la bacchetta. "Ferma, voglio scendere. E aspettami qua." e qui ammira l'enigmatica Donn'Angelina Vargas: "Io vi ho guardata per un'ora, quel giorno, a Ponte Nomentano, quando lasciavate andare alla corrente dell'Aniene le foglie delle rose ...".

f.42 M. Serao: “ La conquista di Roma�

E sempre una stupenda immagine del ponte fa da sfondo ad un incontro amoroso tra Donna Elena Muti ed il Conte Andrea 73


Sperelli, nel romanzo "Il piacere" (1888) di Gabriele D'Annunzio (f.43): "Il ponte era da presso, rossastro, nell'illuminazione del sole. Il fiume pareva immobile e metallico in tutta la lunghezza della sua sinuosità. I giunchi s'incurvavano sulla riva e le acque urtavano leggermente alcune pertiche infitte nella creta per reggere forse le lenze".

f.43 G. D’Annunzio: “ Il Piacere”

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Nel 1997, nel timore di lesioni alla struttura, il tratto di Via Nomentana, in cui il ponte è collocato, è stato chiuso al traffico veicolare, che transita nella vicina Via Nomentana Nuova. Nel 2000, in occasione dei lavori realizzati per il Giubileo, è stato eseguito un intervento di consolidamento e di restauro conservativo di tutto il ponte, associato alla bonifica e al recupero del contesto ambientale. Il ponte è occasionalmente aperto al pubblico, che può così visitarne le strutture interne.

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Bibliografia Ardito F. - Minerva D., La ricerca di Eva: viaggio alle origini dell’uomo moderno. Giunti Editore, 1995 Arsuaga J.L., I primi pensatori e il mondo perduto di Neandertal. Feltrinelli Editore, 2001 Blanc A.C., La correlazione geocronologica tra i paleantropi di Saccopastore. Università "La Sapienza", Roma, 1938-39 Brocato P. - Melandri E., Le origini. Il Catalogo, Roma, 1996 Carbonara A. - Messineo G., Via Nomentana. Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1996 Carboni L., I ponti di Roma. Aracne, 2007 Carpineto G., I quartieri di Roma. Newton & Compton, 1997 Caselli G., Guida alle antiche strade di Roma. De Agostini, 1994 Coarelli F., Dintorni di Roma. Laterza, 1993 Coccia B., Le caserme storiche della Guardia di Finanza nel Lazio. Editrice Apes, 2008

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Crucitti E.R., La Via Nomentana. Edizioni d'Europa, 1986 Marsilio C., Montesacro. "Città Giardino Aniene". Associazione Culturale Novecento, Latina, 2003 Nibby A., Analisi storico-topografica-antiquaria della carta de’ dintorni di Roma. Tipografia delle Belle Arti, Roma, 1837 Nibby A., Itinerario di Roma e delle sue Vicinanze. L. Nicoletti, 1844 Rendina C., Le chiese di Roma. Newton & Compton, 2000 Rendina C., Le strade di Roma. Newton & Compton, 2004 Quilici L. - Gigli S., Roma fuori le mura. Newton & Compton, 1986 Sergi S., Craniografia e craniometria paleantropo di Saccopastore. Roma, 1944 Sergi S., Il cranio Saccopastore. Roma, 1948

del

secondo

del

primo

paleantropo

di

Sozi G., Montesacro. Antico e nuovo. Roma, 1994 Tagliaferri A. - Varriale V., I ponti di Roma. Newton & Compton, 2007 Tomassetti G. - Chiumenti L. - Bilancia F., La campagna romana antica, medioevale e moderna. Olschki, 1979 77


Vicario S., La Via Nomentana. Barone, 1988

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Sitografia www.roma-capitale.it www.comune.roma.it www.romamontesacro.it www.associazioneamuse.it www.iterconficere.it www.ferrovie.it www.romasparita.eu www.carth.google.com www.wikipedia.org

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Fotografia Foto 1. Lint Hendrik Frans Van "Veduta della campagna romana con il ponte Nomentano" : olio su tela di cm. 43,2 x 34,3. Il dipinto del sec. XVIII appartiene alla Fondazione Federico Zeri che ha sede presso l'Università di Bologna. Foto 2. Passaggio di un tram sul Ponte Tazio, ancora in costruzione nel 1923. Il servizio di trasporto pubblico tramviario nella zona era stato inaugurato nel settembre del 1922 in Corso Sempione. Foto 3. Asse Ponte Tazio - Corso Sempione - Piazza Sempione. La foto fa parte della superba collezione di Amori Roberto, "Tram di Roma". Foto 4. Villini in costruzione progettati per la Città Giardino Aniene. La foto appartiene all’archivio fotografico della famiglia Urbani (una delle fondatrici del quartiere). Foto 5a-b. Lastre di marmo affisse accanto ai portoni dei villini e su cui sono incisi, ancora oggi, i cognomi dei primi proprietari. Foto 6. Stralcio della frase augurale di Mazzini, incisa sulla facciata del palazzo in Corso Sempione civici 8 - 14. Foto 7a. Il cantiere di Piazza Sempione, cuore della Città Giardino Aniene, nel 1923. Foto: famiglia Urbani. Foto 7b. Piazza Sempione nel 1929. Il Municipio è 80


fortemente influenzato dalla tradizione rinascimentale che si evidenzia nella torre campanaria e nel porticato semicircolare. La sopraelevazione successiva non ha alterato l'equilibrata volumetria dell'edificio. Foto: famiglia Urbani. Foto 8. Stemma del quartiere Monte Sacro. Foto 9. La antica Via Nomentana (in rosso). Il tracciato si estendeva da Roma ad Eretum fino ad incontrare la Via Salaria (in verde). Foto 10. I più importanti monumenti e parchi lungo la Via Nomentana, da Roma all'antica Nomentum. Lo schema è tratto dal progetto dell'Associazione Culturale "Iter Conficere" : "Percorsi nella Memoria", realizzato con il contributo della Regione Lazio. Foto 11. Un tratto dell'antica Via Nomentana a Colleverde di Guidonia. Da essa partivano i diverticoli di accesso ai fondi. Foto 12a-b. Mausoleo di Menenio Agrippa e sepolcro di Elio Callisto: i più prossimi alla zona Saccopastore, tra le numerose tombe edificate lungo la via a testimonianza dell'intensità del popolamento, raggiunta nel territorio nell'età tardo-repubblicana e imperiale. Foto 13a-b-c-d. Ponte Nomentano, edificato tra la fine del II e l'inizio del I sec. a.C., via di collegamento obbligatoria tra Roma e la zona a nord della città fino al 1924, anno della costruzione del vicino Ponte Tazio. Foto 14. Ponte Nomentano, inserito nell'ambito delle due 81


aree assegnate a verde pubblico nella Riserva Naturale della Valle dell'Aniene, durante il processo di urbanizzazione che interessò i primi decenni del '900. Foto 15. Terrazzo di Sacco Pastore: il più basso e recente dei tre ordini di "terrazzamenti", distinguibili nella bassa valle dell'Aniene, i cui depositi alluvionali si erano formati in fasi diverse del Pleistocene medio e superiore. Foto 17a-b. Lavori di estrazione nella cava di ghiaia a Sacco Pastore nel 1929. Foto 18. I due crani rinvenuti nel 1929 e nel 1936 nella cava di ghiaia a Sacco Pastore, attualmente conservati presso l'Istituto di Paleantropologia Umana dell'Università "La Sapienza" di Roma. Foto 19. La facciata, sobria e razionale, dell'edificio collocato ai margini di Via Nomentana Nuova, nella direzione verso il centro di Roma, che negli anni '80 è divenuto sede della Guardia di Finanza. Foto 20. Veduta aerea dell’area di Saccopastore degli anni ’70. Lungo la Via Nomentana è visibile il complesso edilizio degli anni '30, formato da quattro palazzine uguali, con planimetria a "C", poste specularmente tra loro. In basso a destra, l'edificio utilizzato dal Comando Regionale della Guardia di Finanza. Foto 21. Saccopastore nel 1946 in un fotogramma del film L'Onorevole Angelina di Luigi Zampa: una curiosa testimonianza della situazione edilizia del periodo. 82


Foto 22. Locali attualmente gestiti dal Bingo Espero Palace, ma dell'ex Cinema-teatro “Espero”, famosissimo per essere stato il primo locale a luci rosse a Roma. Foto 23a-c. Alcuni degli innumerevoli personaggi del mondo dello spettacolo, che si sono esibiti all'ex Cinema-teatro Espero. Foto 24. La seminterrata Parrocchia "Gesù Bambino a Saccopastore", edificata su progetto architettonico di Tullio Rossi ed inaugurata il 30 marzo 1957. Foto 25. Giardini pubblici: l'area verde a ridosso del fiume Aniene, rimasta a seguito del fenomeno dell'edilizia intensiva degli anni '50-'60. Il parco, recentemente attrezzato con percorsi pedonali, aree di sosta e parco giochi, offre una lunga e discreta pista ciclabile, ben collegata con Villa Ada. Foto 26. Suddivisione amministrativa del territorio di Roma Capitale: la mappa mostra i 19 Municipi (da I a XIII e da XV a XX). La Circoscrizione XIV si è costituita nel Comune di Fiumicino nel 1992. Foto 27. Linee autobus e filoviarie dell'ATAC, numerose e frequenti, che attraversano Via Nomentana e Via Nomentana Nuova. Foto 28. Tracciato della Tangenziale Est, grande arteria urbana di scorrimento, che collega i quartieri situati ad est di Roma ed interessati maggiormente al traffico.

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Foto 29. Stazione ferroviaria Roma Nomentana, una delle prime fermate urbane della Ferrovia Regionale del Lazio FR1, tratta Orte - Fiumicino Aeroporto. Foto 30. Mercato rionale di Via Val d'Ossola. Foto 31. Ingresso delle Scuole materna ed elementare "A. Manzi" e della succursale della Scuola Media Statale "C. Piva" in Via Val d’Arno. Foto 32. Il Gruppo Scout AGESCI Roma 66, particolarmente attivo nella Parrocchia Gesù Bambino, durante la festa parrocchiale che ogni anno anima il quartiere per tre giorni il secondo fine settimana di giugno. Foto 33. Sede dell’associazione socio-culturale “La Maggiolina”, presso la quale ha operato per 22 anni l’ “UPTER” e che dal 2005 ospita lo storico live club testaccino “Zoobar”. Foto 34. Logo dell’UPTER, l’Università Popolare Romana per Adulti. Foto 35a-b. Locandine di gruppi musicali che si sono esibiti allo Zoobar. Foto 36. Logo dell’ “Associazione Espero”. Foto 37. Logo dell’associazione “Espero Multidesk”. Foto 38. Rino Gaetano, uno dei migliori songwriters della sua generazione. Autore di canzoni graffianti e appassionate, 84


paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, ha cantato un’Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Foto 39. Targa commemorativa affissa accanto al portone del palazzo, dove Rino Gaetano ha vissuto dal 1970 al 1981, in occasione del trentennale della sua tragica morte avvenuta il 2 giugno 1981. Foto 40a-b. “Piazza Sempione”, centralissima e spaziosa, cuore della Città Giardino Aniene, che fa oggi da entrata scenografica all’ampio quartiere Monte Sacro. Foto 41. “Ponte Nomentano”, sabato 4 febbraio 2012. Antichissimo e pittoresco, è il luogo di maggiore interesse storico e culturale nelle immediate vicinanze dell’area Saccopastore Espero. Foto 42a-b. A metà ‘800 la bellezza del Ponte Nomentano ha ispirato Matilde Serao in “La conquista di Roma” (1885) e Gabriele D’Annunzio in “Il piacere” (1889).

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