Martina Conti. Exercises for a Polluted Mind

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Exercises for a Polluted Mind

MARTINA CONTI EXERCISES FOR A POLLUTED MIND Edited by Alessandro Castiglioni and Emma Zanella


Martina Conti Exercises for a Polluted Mind a cura di Alessandro Castiglioni e Emma Zanella

Padiglione San Marino 58° Biennale Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia 11 maggio – 24 novembre 2019 Museo MA*GA Gallarate giugno – settembre 2019

Padiglione San Marino Friendship Project International a cura di Vincenzo Sanfo

Galleria Nazionale San Marino luglio - novembre 2019

Commissario: Vito Testaj

Promoted by

Coordinamento: Rita Canarezza Operatori video: Massimo Salvucci, Saverio Femia, Pier Paolo Coro Montaggio: Massimo Salvucci Documentazione fotografica: Stephanie Sant Sound: Ekaterina Reshetnikova

In collaboration with

www.polluted-mind.com Main sponsor

© 2019 Postmedia Srl, Milano Traduzioni di Manuela Mariani Progetto Grafico: Mattia Fontanella www.postmediabooks.it isbn 9788874902330


Martina Conti Exercises for a Polluted Mind a cura di Alessandro Castiglioni e Emma Zanella



Exercises for a Polluted Mind Marco Podeschi 6 Vito G Testaj 8 Exercises For A Polluted Mind – Martina Conti – San Marino, Galleria Nazionale – 58° Biennale d’Arte di Venezia Rita Canarezza 12 Palazzo Pubblico a piedi nudi Barefoot in the Government Building Alessandro Castiglioni 16 Exercises for a Polluted Mind

L’artista ricercatore 26 Martina Conti e Emma Zanella in dialogo The researcher artist a dialogue between Martina Conti and Emma Zanella Lettera di invito 38 The Invitation Exercises for a Polluted Mind 41

biografia 62 biography


Sono lieto di presentare uno dei primi progetti sviluppati dalla Galleria Nazionale San Marino. Il progetto di Martina Conti Exercises for a Polluted Mind, è stato ideato avendo al centro l’identità statuale della Repubblica e condiviso col Museo MA*GA di Gallarate. La sfida lanciata dell’artista di coinvolgere fisicamente rappresentanti delle istituzioni, in particolare il Consiglio Grande e Generale, nel progetto è affascinante e lancia un perimetro nuovo di dialogo fra cittadino e istituzioni – con particolare riguardo all’arte. Il 2019 è anche l’anno in cui San Marino sarà nuovamente presente alla Biennale d’Arte di Venezia con il Padiglione San Marino Friendship Project, nel quale sarà esposto anche il Progetto Speciale Galleria Nazionale San Marino con Martina Conti, insieme a quelli di altri artisti sammarinesi accanto a colleghi di differenti nazionalità. L’idea semplice e ambiziosa è utilizzare la Galleria Nazionale San Marino come centro di propulsione per incentivare attività artistiche, coinvolgendo nuove energie che attraverso l’arte esprimano le pulsioni di un Paese, in cui l’arte rappresenta un punto fondamentale del proprio essere.

Marco Podeschi Segretario di Stato per l’Istruzione, la cultura, l’Università, la ricerca, l’Informazione, lo sport, l’innovazione tecnologica e i rapporti con l’AASS


I am pleased to present one of the first projects developed by the San Marino National Gallery. The project by Martina Conti “Exercises for a polluted mind” has been designed around San Marino’s state identity and it was shared with the MA*GA Museum of Gallarate. The artist challenged some representatives of the institutions, namely the Great and General Council (Parliament), to physically participate in the project, thus providing a new dialogue dimension between citizens and institutions, in particular on art. This year also marks our country’s renewed participation in the Venice Biennale with the San Marino Pavilion – “Friendship Project”, which will exhibit Martina Conti’s special project, in cooperation with the National Gallery, together with the works of other national artists and colleagues of different nationalities. The simple and ambitious idea is to use the San Marino National Gallery as a hub to encourage artistic activities, captivating new energies that express the forces of a country through art as an essential element of its identity.

Marco Podeschi Minister for Education and Culture of the Republic of San Marino 7


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EXERCISES FOR A POLLUTED MIND – MARTINA CONTI – SAN MARINO, GALLERIA NAZIONALE – 58° BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA

Il progetto Excercises for a Polluted Mind di Martina Conti rappresenta per gli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino una porta aperta sul nuovo. Nuovo, perché giovane è l’artista, seppure già ricca di esperienza internazionale, che nella sua formazione e nelle sue sensibilità ha trovato il terreno fertile per far germogliare una idea di visione e revisione del corpo sociale della nostra moderna Città Stato. Una idea in grado di depurarla, e depurarci, dagli inquinamenti del pensiero massificato, alla ricerca del segno distintivo che identifica il nostro modello di Stato unico al mondo. Nuovo, perché nuova è la progettualità, nell’ambito della Galleria Nazionale di Arte Moderna della Repubblica di San Marino, volta a sviluppare correlazioni di senso fra gli artisti e il territorio, fra il gesto espressivo e il valore della comunità, dando modo alle capacità ed esperienze artistiche e multidisciplinari di crescere, maturare ed emergere. Nuovo, perché pensato appositamente – e per la prima volta – per affiancare nel percorso di partecipazione di San Marino alla Biennale d’Arte di Venezia le modalità già consuete che nelle ultime edizioni hanno visto la Repubblica aprire un ponte internazionale attraverso questo evento di inarrivabile rilevanza. Nuovo, perché ha il compito di rivoluzionare i canoni operativi della Repubblica di San Marino, spostando l’accento sulle idee e sui contenuti espressivi che la Galleria Nazionale vuole tornare a far crescere attraverso la contaminazione e l’incontro degli artisti, di tutti gli artisti, che nello spazio del confronto abbiano voglia di mettersi in gioco.


EXERCISES FOR A POLLUTED MIND - MARTINA CONTI - SAN MARINO, NATIONAL GALLERY - 58TH VENICE BIENNALE

The Exercises for a Polluted Mind project by Martina Conti represents an open door to innovation for the Cultural Institutes of the Republic of San Marino. Innovation, because the artist is young, although she has already gained international experience, which has helped her to develop an idea of vision and revision of the society of our modern CityState. An idea that can purify it, and purify us, from the pollution of a standardized thinking; an idea that tries to identify the distinctive features of our State, which is unique in the world. Innovation, because it is an innovative project within the National Gallery of Modern Art of the Republic of San Marino, aimed at developing linkages between artists and the territory, between art and the community, so as to give artistic and multidisciplinary skills and experiences the possibility to grow, mature and emerge. Innovation, because for the first time the project has been specially designed to support the participation of San Marino in the Venice Biennale. Indeed, by participating n in the recent editions of this major event, San Marino has built an international bridge to the world. Innovation, because this project is intended to revolutionize San Marino operational standards, shifting the emphasis on the ideas and expressive content that the National Gallery wants to develop through the contamination and meeting of all artists wishing to get involved. Innovation, finally, because this project shows the very meaning of a state identity that has been recognized as a World Heritage, thus helping a community among the oldest in the world to rethink on how it can interpret modern times. 9


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Nuovo, infine, perché indugia sul significato stesso di una identità statuale giustamente riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, rinnovando gli auspici di una riflessione che possa farsi chiave di interpretazione dei tempi moderni di una comunità fra le più antiche del mondo. Ed è con queste riflessioni che ho l’onore di sovrintendere, quale Direttore degli Istituti Culturali e Commissario Nazionale del Padiglione San Marino alla 58° Biennale d’Arte di Venezia, al lavoro di Martina Conti, con l’augurio e la determinazione a credere che da quella porta aperta possa e debba passare da ora e negli anni a venire il lavoro di tanti artisti che sapranno apportare nuova ricchezza di idee attraverso la loro chiave di interpretazione del mondo.

Vito G Testaj Direttore degli Istituti Culturali Commissario Nazionale del Padiglione San Marino


It is bearing this in mind that I have the honour to oversee, as Director of Cultural Institutes and National Commissioner of the San Marino Pavilion at the 58th Venice Biennale, Martina Conti’s work, in the hope that many artists will pass through that open door, now and in the years to come, thus bringing new ideas through their key to interpreting the world.

Vito G Testaj Director of Cultural Institutes National Commissioner of the San Marino Pavilion

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PALAZZO PUBBLICO

A PIEDI NUDI

La Galleria Nazionale San Marino, inaugurata nella sua sede stabile il 7 luglio 2018 (in occasione del 10° anniversario dell’iscrizione UNESCO di San Marino Patrimonio mondiale dell’Umanità), ha al suo interno un dispositivo aperto che la caratterizza in modo unico e in linea con altri musei e centri internazionali: l’Archivio performativo, spazio critico di ripensamento della storia artistica del paese. La collezione permanente rivive in rapporto all’Archivio performativo, in dialogo con il pubblico delle scuole, degli operatori culturali, dei giovani, degli artisti del territorio, degli studiosi, attivando progetti internazionali, relazionandosi in una dimensione interdisciplinare con il cinema, il teatro, la danza, l’architettura, il paesaggio, la letteratura. Il tema della vitalità del museo è in questa circostanza fondamentale, infatti questo percorso di valorizzazione sta certamente stimolando anche un diverso atteggiamento verso il rapporto tra “cittadino e politica”; un tema, questo, da sempre molto sentito nell’entità statuale tipica di un piccolo stato. Martina Conti, scelta per questa rinnovata partecipazione della Repubblica di San Marino alla 58° Biennale di Venezia, si adopera nello spostamento e nella condensazione come atto di una possibile riconciliazione interiore, e coglie la duplicità del patrimonio storico-culturale di San Marino di antica democrazia e il suo status di “corpo politico”. Ciò avviene attraverso un’azione performativa che ha per protagonisti un gruppo di parlamentari sammarinesi, svoltasi all’interno della sala del Consiglio Generale del Palazzo Pubblico, sede del parlamento di San Marino. Il gruppo ha realizzato, attraverso un’azione di training e guidati


BAREFOOT

IN THE

GOVERNMENT BUILDING

San Marino National Gallery, which was opened to the public in its permanent location on 7 July 2018 (on the occasion of the 10th anniversary of the inclusion of San Marino in the UNESCO World Heritage List), contains a particular and dedicated place, like many other international museums: a Performative Archive, a space for rethinking the artistic history of the country. The Permanent Collection is deeply connected to the Performative Archive and is open to schools, cultural operators, young Sammarinese artists and scholars; moreover, it participates in international projects and it interfaces in an interdisciplinary way with cinema, theatre, dance, architecture, landscape and literature. On the occasion of this edition of the Venice Biennale, the vitality of the museum is fundamental; indeed, the promotion of San Marino cultural and artistic heritage is stimulating a new attitude towards the relationship between “citizen and politics”, a very salient issue to the citizens of a small state. The work of Martina Conti, chosen for this annual participation of the Republic of San Marino in the 58th Venice Biennale, shows movement and condensation as an act of inner reconciliation, and displays the two sides of San Marino’s historical and cultural heritage as an ancient democracy and its status as a “political body”. This idea is conveyed through a performative action involving a group of San Marino Members of Parliament in the Hall of the Great and General Council of the Government Building, seat of the Parliament. The group, guided by the artist, performs a set of figurative exercises and psycho-physical

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dall’artista stessa, una performance consistente in una serie di esercizi figurati e di meditazione psico-fisica, in cui esperire una riflessione del sé, nel tentativo di ricostruire una nuova idea di corpo-sociale, come corpo del cittadino. I parlamentari, durante gli esercizi, sono vestiti elegantemente come la consuetudine al loro ruolo richiede - e il tutto avviene prima di un’ordinaria seduta parlamentare. Ma si muovono a piedi nudi, simbolo del contatto del corpo dell’uomo con la terra; un senso profondo, primordiale: ciò riporta ad essere come tutti, uomini, persone, cittadini. I consiglieri stesi e a piedi nudi sul pavimento della Sala del Consiglio, ci riportano anche simbolicamente entro quel contatto fisico, e al senso di ciò che rimanda alle fondamenta strutturali della più antica sede dell’istituzione democratica. Exercises for a Polluted Mind, induce a una forma di solidarietà radicale, interagendo in modo inaggirabile le frontiere dell’etica. Dato ancora più significativo è lo sviluppo ulteriore che, oltre alla Biennale, vedrà l’esposizione del lavoro presso la Galleria Nazionale San Marino e il Museo MA*GA di Gallarate e, in parallelo, l’ingresso dell’opera nelle collezioni del museo. Dopo anni dunque la Biennale di Venezia diventa occasione per supportare e produrre il lavoro di una giovane artista sammarinese che andrà ad arricchire le collezioni pubbliche con un lavoro appositamente pensato e creato per il nostro stesso paese. Un esempio di buona pratica che andrà a caratterizzare sempre più l’attività della Galleria Nazionale.

Rita Canarezza Galleria Nazionale San Marino


meditation, in order to express the reflection of oneself, in an attempt to reconstruct a new idea of social body, as the body of the citizen. The performing Members of Parliament are elegantly dressed as prescribed by the internal regulation - and the performance takes place before an ordinary parliamentary session. But they move barefoot, as a symbol of the contact between human body and earth; a profound, primordial sense: this brings them back to being like everyone, human beings, people, citizens. The Members of Parliament lying barefoot on the floor of the Hall of the Parliament also symbolize the physical contact, the linkage to the foundations of the oldest seat of the democratic institution. Exercises for a Polluted Mind provokes a sense of solidarity and relates to the frontiers of ethics. The work, after the Biennale, will be hosted by the San Marino National Gallery and by the MA*GA Museum in Gallarate and, in parallel, it will become part of the collections of the museum. The Venice Biennale has become again an opportunity to support and disseminate the work of a young Sammarinese artist, which will enrich public collections with a work specifically designed for San Marino. A good practice that the National Gallery will increasingly follow in its activity.

Rita Canarezza San Marino National Gallery

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EXERCISES

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Alessandro Castiglioni

FOR A POLLUTED MIND

Premessa Per un piccolo stato come San Marino la presenza all’interno di grandi eventi internazionali è cruciale poiché permette il riconoscimento e l’esercizio di un’identità, quella di una nazione di trentamila abitanti completamente circondata da un altro stato (l’Italia), tutt’altro che scontata. Pier Paolo Coro, che ha definito “Territori ad Alta Definizione Simbolica”1 i piccoli stati come San Marino, ha sintetizzato perfettamente la contraddizione e la ricerca continua di valori e pratiche che costituiscono il senso di comunità e identità. Per questo specifico motivo la scelta relativa alla 58a Biennale di Venezia, e in particolare il Padiglione Nazionale, è estremamente importante: per la prima volta viene presentato il lavoro di ricerca di un’artista sammarinese attraverso un progetto nato sul territorio, coordinato dalla Galleria Nazionale San Marino, con un’opera che entrerà poi a far parte della collezione del museo, e che è stata interamente costruita interrogando a fondo ciò che costituisce il tassello fondamentale dell’architettura democratica di uno stato moderno: la relazione tra cittadino e politica. Alleanze Cercando di definire chiaramente il lavoro Martina Conti, potremmo dire che l’artista ha costruito una serie di esercizi, chiamati Exercises for a Polluted Mind, dedicati ai membri del 1. Rita Canarezza & Pier Paolo Coro, Little Constellation. Small states on un-certain stereotypes, Mousse Publishing, 2012


EXERCISES

FOR A

POLLUTED MIND

Alessandro Castiglioni

Foreword For a small state such as San Marino participating to great international events is crucial, as it allows for an identity, that of a nation with thirty thousand inhabitants and totally surrounded by another Country (Italy), to be acknowledged and exercised, not something to be taken for granted. Pier Paolo Coro, who defined small states such as San Marino as “Territories with High Symbolic Definition�1 perfectly synthesizes the contradiction and constant research into values and practices constituting a sense of community and identity. For this specific reason, the choice for the 58th Venice Biennale and particularly the National Pavilion, is extremely important: the research work of an artist from San Marino is presented, through a project originated within the territory for the first time, coordinated by the San Marino National Gallery/Galleria Nazionale San Marino, and with a work that will later become part of the Museum collection, and that was entirely built by thoroughly investigating what the fundamental tile constituting the democratic architecture of a modern state is: the relation between citizens and politics. Alliances In trying to clearly define the work of Martina Conti, we could say that the artist has built a series of exercises, called Exercises for a Polluted Mind, devoted to the members of the Consiglio Grande 1. Rita Canarezza & Pier Paolo Coro, Little Constellation. Small states on un-certain stereotypes, Mousse Publishing, 2012 17


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Consiglio Grande e Generale, il parlamento monocamerale della Repubblica di San Marino. Questi esercizi sono stati documentati tramite fotografia, audio e video e tali materiali vanno a costituire l’opera pensata per il Padiglione San Marino. Questo progetto artistico entra così in modo diretto all’interno degli spazi, dei corpi e dei tempi della politica. Le sessioni sono state infatti svolte all’interno della Sala del Consiglio nel Palazzo Pubblico, prima delle sessioni di lavoro parlamentare, con un gruppo di Consiglieri di diversa provenienza politica (quindi sia maggioranza che opposizione) che ha accettato di prendere parte ai lavori. L’assembramento di corpi individuali così definito rappresenta allo stesso tempo, fisicamente e metaforicamente, il corpo politico, quindi uno dei possibili corpi sociali e, in quanto tale, capace di riflettere il significato dello stare insieme. Un’interessante posizione relativa all’importanza dell’agire collettivo viene fornita da Judith Butler ne L’alleanza dei corpi, in cui l’accademica americana sottolinea la rilevanza della protesta collettiva e della performativizzazione, rioccupazione e risemantizzazione dello spazio pubblico. In controtendenza con l’idea che il nostro nuovo spazio pubblico sia quello digitale e social, Butler torna a riaffermare che solo attraverso una nuova alleanza tra i corpi si ridefinisce il senso politico dello stare insieme e del modo attraverso cui questi, ancor prima della parola, ridefiniscono lo spazio. Infatti si chiede: “In che modo dovremmo pensare queste azioni transitorie e critiche? Innanzitutto, dovremmo forse soffermarci sull’importanza del fatto che i corpi si riuniscono, e che i significati politici messi in atto da tali dimostrazioni non sono solo legati al discorso, scritto o orale che sia. Le varie tipologie di azioni incarnate esprimono


e Generale/ the Great and General Council: the Unicameral Parliament of the Republic of San Marino. These exercises have been documented through photo, audio and video material, which will constitute the work devised for the San Marino Pavilion. This artistic project thus comes into direct contact with spaces, bodies and times of politics. The sessions have indeed been held inside the Sala del Consiglio/Council Room at Palazzo Pubblico preceding Parliament work sessions, with a group of Counselors with different political orientations (hence from both majority and opposition) who had accepted to take part in this work. The gathering of individual bodies thus defined, simultaneously represents the political body physically as well as metaphorically, therefore one of the possible social bodies and, as such, capable of reflecting the meaning of being together. Judith Butler offers an interesting position relative to the importance of collective action in Bodies in Alliance, in which the American scholar underlines the relevance of collective demonstrations and performativitization, re-occupation and re-semanticization of public space. As opposed to going with the mainstream idea that our new public space is digital and social, Butler returns to reaffirming that only through a new alliance between bodies do we redefine the political sense of gathering and the way through which these, even before words, redefine space. In fact she wonders: “How, then, do we think about these transient and critical gatherings? One important argument that follows is that it matters that bodies assemble, and that the political meanings enacted by demonstrations are not only those that are enacted by discourse, whether written or vocalized. Embodied actions of various kinds signify in ways that are, strictly speaking, neither

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significati in modi che, in senso stretto, non sono né discorsivi né prediscorsivi. In altre parole le modalità di aggregazione esprimono già un significato molto prima di ogni particolare istanza che possano porre, e a prescindere da essere”2. In questo senso l’opera di Martina Conti si pone in termini di continuità ed eccezionalità, proprio perché, prima di tutto, questa alleanza è stata direttamente costruita insieme al corpo politico. La peculiarità del fatto va ricercata in primis nella natura geopolitica di San Marino. La piccola comunità, con un parlamento di sessanta Consiglieri in uno stato di poco più che trentamila abitanti, permette un dialogo unico, diretto, ravvicinato tra comunità di cittadini e politica. Se questa vicinanza possa aprire possibilità inedite di dialogo, di alleanze e di immaginari è una delle principali questioni sollevate dal lavoro. L’artista permette di riconsiderare il corpo politico lontano dalla spettacolarizzazione mass-mediatica che ha trasformato i politici in star globali, e con un linguaggio performativo li riaggancia alla quotidianità. Della ritualità politica, sconosciuta e distante, negli spazi della potere si ritrova una nuova, originale gestualità ed una nuova e originale occupazione e scoperta dei luoghi. Profanazione In questa quotidianità, che è anche quella dell’esercizio fisico, Martina Conti attua quella che Agamben potrebbe definire come Profanazione. “Pura, profana, libera da nomi sacri, è la cosa restituita al mondo degli uomini”. E ancora: “se consacrare era il termine che designava l’uscita delle cose dalla sfera del 2. Judith Butler, L’alleanza dei corpi, Nottetempo, 2017 3. Giorgio Agamben, Profanazioni, Nottetempo, 2005


discursive nor prediscursive. In other words, forms of assembly already signify prior to, and apart from, any particular demands they make”.2 In this sense, the work of Marina Conti provides both continuity and extraordinariness as, first and foremost, this alliance was built directly with the political body. The peculiarity of this fact can be primarily traced back to San Marino geopolitical nature. A small state, with a Parliament comprising 60 councilors in a state with little more than thirty thousand inhabitants, allows for a unique, direct and close dialogue between the community of citizens and politics. Whether this closeness can open new possibilities for dialogue, alliances, and imaginaries is one of the main issues arising from this work. The artist gives way to reconsidering the political body away from the mass-media spectacularization, which has turned politicians into global stars and, through a performative language, re-links them to the everyday. From a political, unknown and distant rituality and within spaces of power, a new, original gesturality and new original occupation and exploration of these places emerge. Profanation In this everyday, which also includes physical exercise, Martina Conti enacts what Agamben might define as a profanation. “Pure, profane, free of sacred names is the thing that is returned to the world of men”. And again “If “to consecrate” was the term that indicated the removal of things from the sphere of human law, “to 2. Judith Butler, Notes Toward a Performative Theory of Assembly, Harvard University Press , 2015 3. Giorgio Agamben, Profanations, Zone Books, 2007 21


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diritto umano, profanare significava per converso restituire al libero uso degli uomini”3. L’azione dell’artista è quindi un’opera di restituzione pubblica della sfera politica che apre i propri luoghi, come la Sala del Consiglio, e i propri riti ai linguaggi metaforici dell’arte. Ma non solo, Martina Conti realizza le azioni performative in coincidenza con la ricorrenza sacra di San Giuseppe, il 19 marzo. A questa giornata corrisponde anche la tradizione popolare e contadina delle fogarecce, cioè dei falò che bruciano i rami vecchi dell’inverno allo sbocciare dei nuovi fiori di primavera. L’artista ha attraversato le campagne del proprio paese documentando l’accensione di questi fuochi attorno cui la comunità si stringe per celebrare la fine della stagione più fredda. Inoltre in una serie di ritratti Conti ha fotografato i Consiglieri mentre tengono tra le mani i simboli di questa celebrazione: i rami secchi tagliati, le gemme ed i fiori della nuova stagione, la cenere.

Purificazione In questo modo gli Exercises sono un atto di purificazione psichica e fisica della politica che corrisponde ad un rito popolare di purificazione, esorcizzazione dell’inverno e auspicio di abbondanza. Ma purificazione da cosa? In Psicopolitica Byung-Chul Han nota come “l’io come progetto, che crede di essersi liberato da obblighi esterni e costrizioni imposte da altri, si sottomette ora a obblighi interiori e a costrizioni autoimposte, forzandosi alla prestazione a l’ottimizzazione”4. 4. Byung-Chul Han, Psicopolitica, Nottetempo, 2016


profane” meant, conversely, to return them to the to the free use of men”.3 The artist’s action is therefore a work that renders the political sphere public once more, by opening their places, such as the Sala del Consiglio, and rituals to the metaphorical language of Art. Moreover, Martina Conti realized her performative actions on the19th of March, coinciding with the holy festivity of St. Joseph. On this day the folkloristic and rural tradition of the Fogarecce takes place, bonfires burning old winter branches as new spring flowers bloom. The artist has crossed the rural parts of her Country, documenting the lighting of these bonfires around which the community gathers to celebrate the end of the coldest season. Moreover in a series of portraits, Conti has photographed the counselors holding the symbols of this celebration in their hands: cut dry branches, new seasonal buds and flowers as well as ash. Purification In this way the Exercises are an act of mental and physical purification of politics coinciding with a traditional winter purification and banishing ritual as well as a good abundance omen. But purification from what? In Psychopolitics, Byung-Chul Han remarked how “As a project deeming itself free of external and alien limitations, the I is now subjugating itself to internal limitations and self-constraints, which are taking the form of compulsive achievement and optimization.”4

4. Byung-Chul Han, Psychopolitics, Verso, 2017 23


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Ecco, gli esercizi di Martina Conti sono atto meditativo dedicato a nuove forme di riconnessione con se stessi e con chi e cosa ci sta intorno. Un aspetto fondamentale dell’intero lavoro è il dettaglio, visivamente interessante, della presenza dei Consiglieri scalzi. Una metafora di riconnessione, ma anche di introspezione, silenzio e autoanalisi. Il viaggio di ricerca che l’artista ha condotto nei mesi precedenti al lavoro in Thailandia per studiare alcune specifiche forme di meditazione e yoga che hanno influenzato la progettazione e la costruzione degli esercizi, rafforza la dimensione di ricerca ed esplorazione culturale dell’intero progetto. In questo modo la pratica messa in campo per il progetto della Biennale diviene esemplare. Nel senso che appare, sotto molteplici punti di vista “un esempio”: nella relazione tra cittadini e politica, nel ripensamento delle istituzioni e delle tradizioni, nel rapporto con se stessi. Infatti è l’artista stessa a sottolineare come “Il progetto si pone l’obiettivo di condividere una pratica artistica basata sull’ascolto del corpo perché possa diventare anche un fare politico, laddove lavorare sul corpo è un atto politico. Si richiede quindi ai membri del Consiglio Grande e Generale di aprire la propria collettività ad un nuovo fare il cui punto di partenza è l’esplorazione somatica e percettiva”, poiché, come sottolinea Butler in conclusione del proprio libro, “Ammettendo il bisogno che ognuno ha dell’altro, riconosciamo anche i principi basilari che permeano le condizioni sociali e democratiche di ciò che potremmo ancora chiamare “la vita buona”. Si tratta delle condizioni critiche della vita democratica, nel senso che sono parte di una crisi in corso, ma anche che appartengono a una forma di pensiero e di azione che risponde alle urgenze del nostro tempo”.


So, Martina Conte’s exercises are a meditative act dedicated to new forms of reconnection with oneself and with people and things around us. A crucial aspect of the entire work is the visually interesting detail of the barefoot counselors. A metaphor for reconnection, but also introspection, silence and self-analysis. The research journey the artist has conducted in the months preceding the work in Thailand in order to study some specific forms of meditation and yoga, which have influenced the design and construction of the exercises, reinforces the research exploration and cultural dimension of the whole project. In this way, the practice put into play for the Biennale project becomes exemplary. In the sense that it appears, from several points of view, as an “example”: in the relationship between citizens and politics, in rethinking institutions and traditions, in the relation with oneself. In fact, it is the artist herself to underline how “The project has the objective of sharing an artistic practice based on listening to the body for it to also to become a way of doing politics, whereas working on the body is a political act. Members of the Consiglio Grande e Generale are thus invited to open their collectivity to a new way of doing, the starting point of which is a somatic and perceptive exploration”, because, as Butler underlines at the end of her book, “Conceding the need we all have of one another, we can also recognize the fundamental principles of democracy permeating the social and democratic conditions of what we could still call “the Good Life”. These are the critical conditions of democratic life, as they are all part of an ongoing crises as well as belonging to a form of thinking and acting that responds to the urgencies of our times.

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L’ARTISTA

Padiglione San Marino

Martina Conti e Emma Zanella in dialogo

RICERCATORE

Iniziamo dal titolo che hai dato al tuo intervento: è una dichiarazione di intenti molto forte che può avere aperture e risvolti infiniti. A chi appartiene la mente inquinata? Si tratta di un titolo sorto da un’esigenza, un impulso a lavorare verso una direzione specifica. La mente inquinata è la mente collettiva. Si tratta di porre l’attenzione su uno stato di alterazione interiore nel momento in cui l’inquinamento è solitamente visto come una condizione esterna a noi, che riguarda l’ambiente, il pianeta terra. Forse esiste un legame tra i due stati di alterazione, sono fenomeni corrispondenti. La mente collettiva è certamente composta da infiniti singoli individui, ma ponendo l’attenzione su un’entità astratta ho modo di rendere il concetto universale piuttosto che singolare. Ti definisci, nelle tue dichiarazioni, artista cittadina, puoi spiegarci meglio cosa intendi? Tutti gli artisti sono cittadini, in un modo o nell’altro. Fai riferimento alla tua specifica condizione? Sei nata e vissuta in una dimensione unica e protetta, hai avuto una formazione internazionale. Cosa significa per te essere di San Marino e, contemporaneamente, guardare dall’esterno, da lontano San Marino? Da artista e cittadina, naturalmente.


THE

RESEARCHER ARTIST

a dialogue between Martina Conti and Emma Zanella

Let us start with the title you have given your participation: it is a mission statement that can have endless openings. Specifically, whose Polluted Mind is it? This title arose out of a need, an impulse to work towards a specific direction. The Polluted Mind is the collective mind. It is a question of putting one’s attention on a state of inner pollution in a moment when pollution is usually seen as a condition outside of us, pertaining to the environment, planet Earth. Perhaps there is a connection between these two states of pollution, they are corresponding phenomena. The collective mind is certainly comprised of infinite single individuals, but by focusing on an abstract entity, I can convey a universal concept rather than a single one. You have defined yourself an artist/citizen, could you better explain what you mean by that? All artists are citizens in one way or another. Are you referring to your own specific condition? You were born and lived in a unique and protected dimension, you have had international training. Could you explain what being from San Marino means to you, as well as looking at San Marino from afar? As an artist and citizen, naturally.

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In questo lavoro mi definisco artista cittadina perché è il primo lavoro in cui mi sento di rappresentare questo binomio. Non sempre mi sento artista e non sempre cittadina. Sia l’essere artista che l’essere cittadina sono stati che ho ricercato e scoperto. Non sono scontati, ovvi, perché sono entrambi dimensioni che richiedono un grado di consapevolezza. In questo caso ho scelto di fare un intervento che ha coinvolto il corpo democratico del mio paese d’origine. Dopo aver vissuto a lungo all’estero sono rientrata a San Marino scoprendo di voler partecipare attivamente alla vita culturale e democratica del mio paese, ma ho anche scoperto di poterlo fare solamente attraverso la dimensione artistica e dunque da artista cittadina. In passato ho realizzato altri lavori performativi corali e partecipatori ma non esplicitamente politici. Mi sento artista cittadina nel momento in cui mi confronto con la politica attraverso il mezzo artistico. Il fatto di essere cittadina di un piccolo stato è un fatto curioso. Ne ho sempre apprezzato la particolarità e l’unicità che si esprime in una condizione storica, politica ed anche in una dimensione a misura d’uomo. In Exercises for a Polluted Mind la vicinanza alle istituzioni mi è stata molto utile, e al tempo stesso l’intervento artistico è proprio l’espressione di una condizione piuttosto unica al contesto sammarinese. Al contempo sono sempre stata fortemente attratta dal resto del mondo, dal vivere all’estero ed esplorare dimensioni più vaste. L’andare e tornare mi ha sicuramente dato prospettive più ampie ed anche più positive rispetto al mio luogo d’origine. Il tuo modo di essere artista si esprime attraverso il corpo e con il corpo che diventa mezzo privilegiato di indagine e relazione, conoscenza di sé e dell’altro. Da dove nasce questa scelta, qual è il tuo percorso?


I identify myself as an Artist/Citizen in this work, as it is the very first one in which I feel I am representing this binomial. I don’t always feel like an artist and not always a citizen. Being an artist as well as being a citizen are states I have researched and discovered. They are not dimensions one can take for granted or obvious because they both require some degree of awareness. In this case, I chose a participation involving the democratic body of my native country. After having lived abroad for a long time, I came back to San Marino discovering I wanted to participate actively in the cultural and democratic life of my Country, but I also discovered that I could only do so through an artistic dimension, therefore as an Artist/Citizen. I have staged other choral and participated performances in the past but never explicitly political. I feel I am an Artist/Citizen in the moment in which I have to engage with politics through an artistic media. Being a citizen of a Small State is a curious fact. I have always appreciated its peculiarity and uniqueness, expressed within a historical and political condition as well as a human-oriented dimension. The closeness to the institutions was very useful in Exercises for a Polluted Mind and at the same time this artistic operation is expression of a condition very context-specific to San Marino. At the same time I have always been strongly attracted to the rest of the world, living abroad and exploring wider dimensions. My coming and going has definitely opened broader and even rather positive perspectives on my place of origin. Your approach as an artist is expressed through the body and with the body becoming a privileged means of investigation and relation, awareness of self and the other. Where do your choice and pathway originate from? 29


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La mia formazione di movimento è iniziata presto durante l’infanzia, ancor prima dell’apprendimento di discipline quali la danza, che ho studiato professionalmente per molti anni. Attraverso il corpo ho esplorato l’ambiente in cui sono cresciuta, creando un senso di appartenenza geografico ed un legame con il mondo naturale. Negli anni pre-scolastici il corpo è l’assoluto protagonista e mezzo d’indagine privilegiato. L’ambiente rurale in cui sono cresciuta mi ha permesso di relazionarmi con il mondo circostante in assoluta libertà e con infinite possibilità creative, di apprendimento, di ascolto e di confronto. Mi sento fortunata per essere cresciuta in una situazione rurale e in un momento storico che precede di poco l’introduzione massiva di dispositivi tecnologici nella vita quotidiana. In questo senso ho avuto il vantaggio di vivere un’infanzia e un’adolescenza libera dagli schemi, sicuramente una dimensione più sensoriale e tridimensionale. Ho seguito una formazione di danza classica e materie umanistiche durante il periodo scolastico, poi più avanti ho deciso di intraprendere lo studio della danza contemporanea recandomi all’estero. L’approccio di studio alla danza e alla coreografia intrapreso a Londra era di tipo sperimentale. Il mio corso privilegiava materie come l’anatomia esperienziale, le tecniche somatiche e la ricerca espressiva personale tramite il movimento ed il linguaggio coreografico. È qui che ho scoperto che essere danzatori significa essere artisti e che la danza, come la coreografia, sono mezzi di ricerca artistica. Per San Marino hai progettato un’opera che è prima di tutto relazionale e simbolica ad un tempo. Hai incentrato la tua attenzione su un luogo pubblico simbolico, il Parlamento, e sulle persone che, in Parlamento, governano la naziona. L’azione che hai creato, individuale e collettiva ad un tempo, ha comportato


My movement training started early in my childhood, even before learning disciplines such as dance, which I studied professionally for many years. Through the body I have explored the environment I grew up in, creating a sense of geographical belonging and a link with the natural world. In preschool years the body is absolute protagonist and a privileged means of investigation. The rural environment I grew up in has allowed me to relate to the surrounding world in absolute freedom and with infinite creative possibilities, of learning, listening, and relating. I feel lucky for having grown-up in a rural situation and in a moment in history slightly preceding the massive introduction of technological devices in everyday life. In this sense, I had the advantage of living my childhood and adolescence free from screens, surely a more sensorial, three-dimensional condition. I trained in Ballet and liberal arts during my school years and later decided to pursue the study of Contemporary Dance by journeying abroad. The dance and choreography study approach I practiced in London was of an experimental kind. My course privileged subjects such as Experiential Anatomy, Somatic Techniques and a personal expressive research through movement and the language of choreography. There, I discovered that being dancers means being artists and that dance as well as choreography are means for artistic research. The work you have devised for San Marino in essence is relational and symbolic at the same time. You focused your attention on a symbolic public place, Parliament, and on the people who, in Parliament, govern the Nation. The action you have created, at once individual and collective, has involved in a series of preparatory moments, discussions and clarifications, 31


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una serie di momenti preparatori, di discussioni, di esplicitazioni che ti hanno permesso di ottenere la fiducia e l’adesione sia del Governo sia dei parlamentari. Ci racconti in breve l’esperienza di questa fase? Mentre scrivevo il progetto, prima ancora di presentarlo, sentivo che era un’idea un po’ folle, molto difficile da realizzare ma dopotutto fattibile. L’incoraggiamento dei curatori, del commissario per la Biennale e delle persone con cui mi sono confrontata mi ha dato la sicurezza di poter proseguire. La tempistica non mi permetteva di fare tentativi a vuoto. Nei momenti iniziali mi sono sentita un po’ persa soprattutto riguardo alla parte organizzativa, ma poi è partita la macchina istituzionale che mi ha permesso di andare avanti. Il progetto è passato per diverse fasi di approvazione su più livelli: la commissione per la Biennale, la Segreteria di Stato alla Cultura, il Congresso di Stato, l’Ufficio di Presidenza e poi scrutinato dai partiti di maggioranza e opposizione e dai singoli Consiglieri (parlamentari). Non credo sia comune che un progetto artistico passi per tale iter burocratico, come se dovesse essere approvato da ogni livello istituzionale e governativo. Ho trovato comunque una certa disponibilità al dialogo ed un interesse diffuso, condizioni favorevoli allo sviluppo del progetto. Come sono nati gli esercizi coreografici che hai chiesto ai parlamentari di eseguire e come sono stati eseguiti? Sono una serie di esercizi selezionati appositamente perché abbiano una funzione per l’individuo sia rispetto all’ambiente in cui si trova che rispetto al resto del gruppo, andando a stimolare


which have allowed you to gain the trust and adhesion of the Government and Members of Parliament. Would you tell us about your experience of this phase in a few words? Whilst writing the project, even before presenting it, I felt like it was a bit of a crazy idea, very difficult to enact but doable after all. The encouragement of the Curators, the Commissioner for the Bienniale and all the people I exchanged views with, reassured me I could pursue it. The timing did not allow for any failed attempts. At the very beginning I felt a bit lost especially organisation-wise, however the Institutional machine finally started and enabled me to carry on. The project underwent different approval steps at different levels: the Biennale Commission, the Secretary of State for Culture, the State Congress, the President Office to then be scrutinized by majority and opposition parties and individual Counsellors (MPs). I don’t believe it is common for Art projects to have to go through all this bureaucracy, as if it had to be approved by all institutional and governmental bodies at all levels. Nevertheless, I found a certain availability for dialogue and a widespread interest, favourable conditions to the development of the project. How did the choreography exercises you asked the members of Parliament to practice come to be and how were they practised? They are a series of exercises purposefully selected so as to have a function for an individual in relation to both the surrounding environment and the rest of the group, directly stimulating body perception from an anatomic and experiential point of view. Some work on an individual level whilst others have a relational 33


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la percezione del corpo da un punto di vista anatomico ed esperienziale. Alcuni lavorano in maniera individuale ed altri hanno un valore relazione rispetto ai componenti del gruppo e al loro ambiente. Si inizia prendendo consapevolezza di dove si è, come se fosse la prima volta che si entra in questo ambiente. E si prosegue in una progressione che porta l’individuo a prendere contatto con il proprio corpo e ad aumentare l’ascolto sensoriale. C’è presa di visione dello scheletro, della nostra anatomia e dei punti di sostegno antigravitazionale. Una fase di riscaldamento serve ad aumentare la percezione di udito, tatto e vista e a prendere coscienza del respiro. Infine si eseguono i sette esercizi che ho preparato per questo particolare contesto, ognuno con un tema ed una simbologia specifica. L’alga marina per esempio serve al radicamento al suolo per sperimentare più liberta degli arti nello spazio; ha un valore simbolico: come un’alga che nonostante sia in balia di forti correnti sottomarine rimane ancorata al suolo e si muove flessuosa in ogni direzione. Altri esercizi hanno per tema l’ascolto collettivo, la fiducia, la collaborazione, l’assenza di un leader e prendono molti esempi dal mondo naturale e animale. Si finisce stesi sul pavimento in una posizione di rilassamento in cui tutti gli organi sono sullo stesso livello, una vera e propria fase democratica per il corpo. Hai prestato attenzione anche all’ambiente esterno, alle tradizioni popolari, al contesto ambientale e sociale in cui ti/vi muovete. Cosa hai evidenziato? Ad un certo punto del percorso, mentre stavo progettando l’intervento, mi sono resa conto che il lavoro che stavo svolgendo, aveva un valore simbolico rinnovatore e inoltre combaciava con un periodo dell’anno in cui la rigenerazione


value towards group members and their environment. We begin by becoming aware of our surroundings, as if it were our first time entering the environment. We carry on to progressively leading individuals into coming into contact with their body and increase sensorial listening. We envision the skeleton, our own anatomy and the anti-gravity support points. A warm-up phase helps to expand perception of hearing, touch and sight and gaining breath awareness. Finally, the seven exercises I have prepared for this particular context are executed, each involving a theme and a specific symbology. Seaweed for instance is used for rooting to the ground, to experience more spatial limb freedom; it has a symbolic value: like seaweed that although subject to strong underwater currents remains anchored to the bottom and flowingly sways in all directions. Other exercises focus on collective listening, trust, collaboration and absence of leadership and draw many examples from the natural and animal world. We conclude by lying down on the floor in a relaxed position where all organs are on the same level, a truly democratic stage for the body. Have you also paid attention to the outside environment, folklore, environmental and social context in which you move? What have you emphasized? At one point in the progress, whilst designing the participation, I realised that the work I was doing had a symbolic renovating value and also coincided with a time of the year where regeneration is a topic in folklore. The exercise sessions proposed to San Marino Parliament happened between the 18th and 19th March 2019. Back home, bonfires are lit in this period where winter is symbolically burnt to welcome spring. All tree 35


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è un tema della tradizione popolare. Le sessioni di esercizi proposte al parlamento sammarinese sono avvenute il 18 e 19 marzo 2019. Da noi in questo periodo si accendono i fuochi in cui si brucia simbolicamente l’inverno per accogliere la primavera. Si bruciano le potature degli alberi e le cose vecchie dell’inverno pochi giorni prima dell’equinozio di primavera. Mi è sembrato importante inserire l’azione simbolica che offrivo al parlamento in un contesto popolare e tradizionale. Il parlamento dopotutto è stato scelto a rappresentanza della collettività. In questo modo l’intervento svolto ha assunto un valore ritualistico. Quale ruolo deve avere la pratica artistica nell’oggi? Non sono sicura che la pratica artistica debba avere necessariamente un ruolo in quanto il suo ruolo è proprio quello di essere a volte inafferrabile. Io mi confronto con la performance, un mezzo artistico che è fortemente legato al corpo e alla società. Trovo che questi due contesti siano territori d’indagine interessantissimi e che offrono infiniti spunti di riflessione. M’interessa fare della mia pratica artistica un mezzo che si inserisce nella comunità e contribuisce positivamente al suo benessere. È molto importante stimolare la creatività, continuare a credere che creatività e immaginazione siano valori su cui fondare la nostra vita e la nostra società. Credo che l’artista possa fare questo, essere un esperto di immaginazione e creatività. L’artista dopotutto è un ricercatore, ed è grazie alla ricerca che possiamo evolvere sia in ambito tecnologico che umanistico e sociale.


prunings and old winter things get burnt a few days before the Spring Equinox. It seemed relevant to insert the symbolic action I was offering Parliament into a popular and traditional context. Parliament after all was chosen to represent collectivity. In this way, the work achieved has acquired a ritualistic value. What is the role of artistic practice today? I am not sure artistic practice must necessarily play a role, as sometime its role is precisely to be fleeting. I deal with performance, an artistic mean that is strongly related to the body and society. I find these two contexts very interesting investigating territories, offering endless food for thought. I am interested in making my artistic practice a mean integrated with the community and positively contributing to its well-being. It is crucial to stimulate creativity, carry on believing that creativity and imagination are values over which to lay the foundations of our lives and society. I believe an artist can do this, be an imagination and creativity expert. After all an artist is a researcher, and thanks to research we can evolve in the field of technology, as well as in the humanistic and social fields.

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A tutti i Consiglieri

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In quanto artista sammarinese nominata a rappresentare la Galleria Nazionale di San Marino alla 58° Biennale d’Arte di Venezia INVITO i Consiglieri dell’odierno Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino a partecipare al progetto artistico Exercises for a Polluted Mind. Il progetto offre al Consiglio Grande e Generale la possibilità di partecipare nei giorni di lunedì 18 e martedì 19 marzo 2019 a due sessioni degli esercizi da me creati. Le sessioni di esercizio vogliono essere un’opportunità di beneficio rigenerativo e per aprire una riflessione simbolica sullo stato della mente e sul corpo come soggetto politico e sociale. Le date delle sessioni sono lunedì 18 e martedì 19 marzo 2019 dalle ore 10.30 alle ore 13. Le sessioni verrano documentate per mezzo video, sonoro e fotografico con l’intendo di produrre degli elaborati che verranno esposti in un’installazione audio visuale nel padiglione di San Marino alla Biennale di Venezia 2019. Chiedo quindi a tutti i Consiglieri di inviare un’email all’indirizzo mart.conti@gmail.com indicando di voler: Partecipare al progetto Exercises for a Polluted Mind Non partecipare al progetto Exercises for a Polluted Mind Astenersi dal progetto Exercises for a Polluted Mind La partecipazione al progetto è a titolo volontario. Gli esercizi sono di livello accessibile a tutti. Si richiede di presentarsi in abbigliamento formale ma comodo, tenendo in considerazione che alcuni esercizi si svolgeranno a terra e sarà necessario togliersi scarpe e calze. Ringraziando per l’attenzione e la collaborazione colgo l’occasione per porgere cordiali saluti. Martina Conti


To all Counsellors As San Marino artist nominated to represent the San Marino National Gallery at the 58th Art Biennale in Venice I CALL the counsellors of the present Great and General Council of the Republic of San Marino to participate in the Art project Exercises for a Polluted Mind. The project offers the Great and General Council the chance to participate in two sessions of the exercises I purposefully created, on Monday 18th and Tuesday 19th of March 2019. The exercise sessions aims to be an opportunity for beneficial regeneration and open a symbolic reflection on the state of mind and body as political and social subjects. The dates for the sessions are Monday 18th and Tuesday 19th of March from 10,30 am to 1 pm. The sessions will be documented using video, sound and photo media with the aim of producing composite material that will be exhibited through a sound and visual installation in the San Marino Pavilion at the 2019 Venice Biennale. I ask all the Counsellors to kindly send an email to mart.conti@gmail.com indicating whether they intend to: Partecipate in the project Exercises for a Polluted Mind Not participate in the project Exercises for a Polluted Mind Abstain from the project Exercises for a Polluted Mind The participation in the project is voluntary. The level of exercises is accessible to all. We kindly ask you to wear formal but comfortable clothes, keeping in mind that some exercises will take place on the ground and it will be necessary to take off shoes and socks. Thanking you for your kind attention and collaboration I take this opportunity to send my best regards Martina Conti

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Exercises for a Polluted Mind


Sei un grande specchio d’acqua.


You are a large body of water.


Come un’alga marina, radicata nel fondo dell’oceano, mossa delicatamente dalle correnti sottomarine.


Like seaweed, rooted deep at the bottom of the ocean, being gently moved by the underwater currents.


Muoviti in avanti utilizzando la parte posteriore del corpo. Muoviti all’indietro utilizzando la parte anteriore del corpo.


Move forwards from the back of your body. Move backwards from the front of your body.


Senti lo spazio dietro ai tuoi occhi.


Feel the space behind your eyes.




Il linguaggio della danza e di alcune tecniche somatiche è carico di immagini e suggestioni visive. Queste frasi sono istruzioni verbali che si tramandano da insegnante ad allievo. Fanno parte della tradizione orale e fisica che è l’apprendimento del movimento.


The language of dance and of some somatic techniques is made of images and visual suggestions. These sentences are verbal instructions handed down from teacher to student. They are part of the oral and physical tradition that is the learning of movement.


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Martina Conti sviluppa la propria ricerca in ambito performativo, basando la sua opera sul linguaggio coreografico, la danza e l’azione in movimento come mezzo creativo e associativo. Si laurea in danza contemporanea al Trinity Laban di Londra e frequenta il Master in Performance Design and Practice al Central Saint Martins / University of the Arts London. Tra le istituzioni che hanno ospitato la sua opera si ricordano: Viafarini (Milano), Listen to the Sirens | Space for Contemporary Art (Gibilterra), Atelierhaus Salzamt (Linz), XIV Biennale del Mediterraneo (Skopje), Santarcangelo Festival, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce (Genova), Lakeside Gallery (Nottingham), Spike Island (Bristol). Vive e lavora a San Marino e Londra. Nel 2019 il Museo MA*GA di Gallarate e la Galleria Nazionale di San Marino le dedicano una mostra monografica. Martina ha collaborato con Little Constellation, network dedicato all’arte contemporanea nelle micro-aree geoculturali e piccoli Stati d’Europa e ha preso parte ad A Natural Oasis, progetto di ricerca biennale dedicato alle relazioni tra pratica artistica e marginalità geografiche. Inoltre dal 2007 ad oggi lavora come danzatrice e collaboratrice artistica per Angela Woodhouse (Fine Line, Sighted, Between, Untouched, Close Distance, Defigured). Ha lavorato come performer per diversi artisti italiani e internazionali tra cui Firenza Guidi, Silvia Costa (Figure, 2009), Romeo Castellucci (Inferno, Modena 2008), Olivier de Sagazan (2016). È coreografa di CULT (2016), spettacolo diretto da Georg Bütow, presentato a Lisbona, Mainz e Londra. É stata assistente artistica di Virgilio Sieni per Sogni a Santarcangelo dei Teatri (2012) e assistente alla regia di Pete Brooks per Tosca e Un ballo in maschera al Teatro delle Muse, Ancona (2016-2018).


Martina Conti developed her research in the performance field, basing her work on the language of choreography, dance and action in movement as creative and gathering means. She graduated in Contemporary Dance at Trinity Laban in London and attended a Master Degree in Performance Design and Practice at Central Saint Martins / University of the Arts London. Noteworthy establishments that have hosted her work include: Viafarini (Milan), Listen to the Sirens | Space for Contemporary Art (Gibraltar), Atelierhaus Salzamt (Linz), the XIV Mediterranean Biennale (Skopje), Santarcangelo Festival, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce/Villa Croce Museum of Contemporary Art (Genoa), Lakeside Gallery (Nottingham), Spike Island (Bristol). She lives and works in San Marino and London. In 2019, the MA*GA Museum in Gallarate and San Marino National Gallery organised a monographic exhibition of her work. Martina collaborated with Little Constellation, a network devoted to Contemporary Art in geo-cultural micro-areas and small European States and took part in A Natural Oasis, a biennial research project dedicated to the relationship between artistic practice and geographic marginalities. Moreover, she has been working with Angela Woodhouse (Fine Line, Sighted, Between, Untouched, Close Distance, Defigured) as a dancer and collaborator since 2007. She worked as a performer for various Italian and international artists including Firenza Guidi, Silvia Costa (Figure, 2009), Romeo Castellucci (Inferno, Modena 2008), Olivier de Sagazan (2016). She was choreographer of CULT (2016), a show directed by Georg Bßtow, performed in Lisbon, Mainz and London. She has been artistic assistant to Virgilio Sieni for Sogni at Santarcangelo dei Teatri (2012) and assistant director to Pete Brooks for Tosca and Un ballo in maschera at Teatro delle Muse, Ancona (2016-2018). 63


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