ATMOSFERE COSTRUITE L’ARCHITETTURA COME DESIGN METEOROLOGICO
CONSTRUCTED ATMOSPHERES ARCHITECTURE AS METEOROLOGICAL DESIGN
A cura di / Edited by Massimiliano Scuderi
ATMOSFERE COSTRUITE
INDEX 0
Introduzione Massimiliano Scuderi
1
Spazio Invisibile
2
Architettura Meteorologica
3
1.1 Conversazione con Massimiliano Scuderi e Philippe Rahm
2.1
Conversazione con Massimiliano Scuderi e Philippe Rahm
3.1
Conversazione con Massimiliano Scuderi e Philippe Rahm
1.2
2.2
Lavori
3.2
Lavori
Lavori
1.2.01 1.2.02 1.2.03 1.2.04
Terroir deterritorializzati Hormonorium Diurnismo Tempo interno
2.2.01 2.2.02 2.2.03 2.2.04 2.2.05 2.2.06 2.2.07 2.2.08 2.2.09 2.2.10 2.2.11
Astronomia domestica Abitazioni convettive Corrente del Golfo Digeribile Museo meteorologico Stanze evaporate Edificio evaporato Trappola del vento Forma d’aria Stratificazioni conduttive Nuvola costruita Gradazione climatica
Città termodinamica
3.2.01 3.2.02 3.2.03
Aria Pubblica Città del tempo Parco Jade Meteo
CONSTRUCTED ATMOSPHERES
INDEX 0
Introduction Massimiliano Scuderi
1
Invisible space
2
Meteorological architecture
3
1.1
Conversation with Philippe Rahm and Massimiliano Scuderi
2.1
Conversation with Philippe Rahm and Massimiliano Scuderi
3.1
Conversation with Philippe Rahm and Massimiliano Scuderi
1.2
Works
2.2
Works
3.2
Works
1.2.01 1.2.02 1.2.03 1.2.04
Deterritorialized terroirs Hormonorium Diurnisme Interior weather
2.2.01 2.2.02 2.2.03 2.2.04 2.2.05 2.2.06 2.2.07 2.2.08 2.2.09 2.2.10 2.2.11
Domestic astronomy Convective housing Digestible Gulf Stream Meteorological museum Evaporated rooms Evaporated building Windtrap Airscape Conductive layering Constructed cloud Climatic gradation
Thermodynamic city
3.2.01 3.2.02 3.2.03
Public air Weather city Jade Meteo Park
«We live submerged at the bottom of an ocean of air.» «Noi viviamo sommersi nel fondo d’un pelago d’aria.» Evangelista Torricelli, 1644
ATMOSFERE COSTRUITE
INTRODUZIONE Massimiliano Scuderi Philippe Rahm e l’architettura metereologica Philippe Rahm è un architetto svizzero con studio a Parigi. Ha inizialmente svolto l’attività di progettazione insieme a Jean-Gilles Décosterd, tra il 1995 e il 2004, per poi aprire uno studio che porta il suo nome. Nel tempo ha alternato all’attività professionale una fervida attività di ricerca e una vasta produzione scientifica, tenendo corsi e lectures nelle più prestigiose università del mondo. Fin dagli anni Novanta si è occupato di design nell’accezione più ampia. Il sociologo francese Bruno Latour descrive il termine design come un’attività progettuale estesa, applicata tanto all’architettura e
all’ambiente, quanto all’uomo e alla natura stessa che ha “un grande bisogno di essere riprogettata”1. In particolare Latour approfondisce il senso del termine attraverso la negazione del dualismo occidentale tra materialità e design, come accadeva per il funzionalismo secondo una certa visione modernista. In quest’ottica l’idea di materia si determina da matters of fact in matters of concern. Un tempo le scienze naturali si interessavano di natura e le discipline sociali di cultura. Oggi la proliferazione di ibridi ci pone di fronte ad una questione improrogabile ovvero quella di un umanesimo tecnologico di cui lo stesso Rahm è partecipe.
1. B.Latour, A Cautious Prometheus? A Few Steps Toward a Philosophy of Design (with Special Attention to Peter Sloterdijk) conferenza d’apertura per Networks of Design meeting per il Design History Society Falmouth, Cornwall, 3 Settembre 2008
Philippe Rahm interpreta, negandolo, il limite dell’architettura moderna che, come denunciava Heidegger, priva l’uomo delle condizioni naturali climatiche, geografiche, temporali e astronomiche dello spazio. Il suo campo d’interessi è infatti inscrivibile all’interno di una visione della contemporaneità che colloca l’uomo, e quindi il progettista, non più frontalmente rispetto alla realtà ma, citando il filosofo Peter Sloterdijk, direttamente al suo interno. Un approccio che ha origine nel concetto heideggeriano di Dasein (esser-ci) nell’accezione di Sloterdijk, “essere nel mondo”, in cui l’individuo stabilisce un rapporto empatico con la realtà che lo circonda, percependo se stesso parte di un tutto, all’interno di uno spazio continuo che consiste in un sistema complesso a sostegno della vita. Per questo motivo Rahm intende il progetto come un modo per controllare qualsiasi aspetto dello spazio abitabile considerandone tutte le possibili variabili, fino a delineare un abaco di strumenti che, come la luce, la temperatura, la pressione, l’umidità, rappresentano i ‘mattoni’ per una nuova disciplina che si può definire con il termine di architettura meteorologica. Nei suoi recenti progetti, come nelle sue ricerche scientifiche,
analizza la possibilità di intersecare l’architettura con l’ecologia, la chimica, la metereologia e i fenomeni climatici, fino a determinare una sorta di infrastrutturazione complessa dello spazio. I modelli scientifici arricchiscono e informano l’architettura di nuovi dati, trasformando l’organizzazione degli ambienti, delineando nuovi rapporti tipologici e modelli spaziali. Conduzione, convezione e irraggiamento ad esempio modellano la forma dello spazio, preannunciando la possibilità di produrre usi innovativi e di indurre nuovi comportamenti abitativi. D’altronde il clima e i mutamenti dell’ambiente hanno rappresentato storicamente, politicamente e culturalmente uno dei fattori determinanti le trasformazioni della società, tenendo conto che la nostra storia si è creata a partire dalla reazione culturale dell’uomo rispetto ai mutamenti climatici. Lo stemperarsi delle temperature glaciali oltre 10000 anni fa ha permesso lo sviluppo dell’urbanizzazione, così come nel caldo periodo medievale o al giorno d’oggi col riscaldamento globale. Le stesse città storicamente mutarono l’aspetto al mutare delle condizioni climatiche, basti pensare a quando le case barocche sostituirono quelle gotiche o quando nel sedicesimo secolo vennero sostituite con finestre in vetro quelle in pergamena2.
2. W. Behringer, Storia culturale del Clima-Dall’Era glaciale al Riscaldamento globale, Bollati e Boringhieri, Torino, 2013 3. www.philipperahm.com
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a persuadere i sensi attraverso la gestione di flussi luminosi filtrati da vapori e brume o dalle variazioni del tasso di umidità degli ambienti. Lo spazio è connotabile attraverso l’impiego della nebulosità e della luce, strumenti utili a indurre un detournement percettivo e a determinare uno spazio simbolico estraneo alla narrazione, ‘una non realtà, una sorta di realismo più ampio che si oppone alla finzione predefinita’ (Rahm). Il concetto di slittamento spaziotemporale viene ad esempio restituito attraverso ambienti in cui il vapore plasma la forma dello spazio. Nel Buon odore di Cristo4, installazione riproposta in varie sedi espositive, Rahm istruisce lo spazio espositivo attraverso una tecnologia ad ultrasuoni inserita in un supporto metallico che permette di vaporizzare l’acqua, invadendo lo spazio con una nube profumata; l’odore emesso dal supporto è il frutto di un complesso percorso interdisciplinare di ricerca, condotto da lui stesso col supporto di uno storico e di alcuni chimici, per ricostruire l’odore del corpo di Cristo. Lo spazio ancora una volta viene così connotato da vapori profumati e dalla luce5 per diventare spazio evocativo, in cui tutto ciò che appare è soprattutto delegato all’interpretazione sensoriale. Le
luci dei neon, analogamente a quanto avviene nei quadri di Turner in cui le qualità dello spazio vengono filtrate dalle brume della laguna veneziana, costituiscono insieme materia che provoca uno sfasamento, un jetlag, in cui le connotazioni spaziali si determinano nell’invisibile, nella gestione di flussi luminosi, delle sue intensità e nella sua componente spettrale, determinata dalle variazioni del tasso di umidità. Dichiara Philippe Rahm in un’intervista: ‘La vapeur, la chaleur ou la lumière pourraient-elles constituer les nouvelles briques de la construction contemporaine?’6. In questo modo egli si riferisce ai quadri di Monet e simultaneamente a teorie di chimica applicate all’arte: ‘Pensavamo di essere nipoti di Duchamp, e scopriamo che in realtà noi siamo i discendenti di Claude Monet. Ci è stato insegnato a diffidare della scienza, e qui riscopriamo un artista impegnato con l’avanguardia scientifica del suo tempo, che lavora sui principi della combinazione ottica dei colori di Charles Blanc7, o sulle leggi del contrasto simultaneo teorizzate da Michel-Eugène Chevreul8.’
6. Articolo apparso sul magazine francese Les Inrockuptibles del 13/10/2010 7. Critico d’arte francese vissuto tra il 1813 e il 1882, si occupò della teoria dei colori su basi scientifiche. 8. Chimico francese dell’ottocento, famosi i suoi studi sugli acidi grassi, inventò le margarine e il cerchio cromatico che porta il suo nome. Signac riprese le sue teorie e determinò la nascita del puntinismo
CONSTRUCTED ATMOSPHERES
INTRODUCTION Massimiliano Scuderi Philippe Rahm and the meteorological architecture Philippe Rahm is a Swiss architect based in Paris, France. He began his practice in 1995 together with Jean-Gilles Décosterd and in 2004 formed his own studio. Throughout the past twenty years, he has been producing architectural projects and scientific research, in addition to teaching and lecturing in leading universities worldwide. Since the nineties, his work has engaged “design” in an uncommonly and uncompromising broad sense of the term. Bruno Latour, French sociologist, has described the term design as an extended projective activity, one that reaches into architecture and the environment and into man and nature, which all face today an urgent call for redesign1. Latour studies the
value of the term in particular through the way it has embodied the Western dualist negation of materiality and design, as was the case with the modernist vision of functionalism. Formerly, natural sciences focused on a certain conception of nature while, diametrically, social sciences were interested in what was defined as culture. Those terms are less stable in today’s context, and it is rather accepted as “matters of concern” that shape our notions of matter and materiality. The proliferation of hybrids that recombine nature and culture asks us to confront an urgent matter in which Rahm himself is participating—technological humanism. Philippe Rahm rejects the limit of modern architecture that, as
1. B.Latour, A Cautious Prometheus? A Few Steps Toward a Philosophy of Design (with Special Attention to Peter Sloterdijk) opening conference for Networks of Design meeting for the Design History Society Falmouth, Cornwall, September 3rd 2008
denounced by Heidegger, deprives man of the climatic, geographical, temporal, and astronomical conditions of space. Rahm’s field of interest could be inscribed within a larger vision of contemporaneity that places man, and so the designer, not in front of reality but—quoting the philosopher Peter Sloterdijk—directly inside of it. An approach that has its origins in Heidegger’s concept of Dasein (being-there), Sloterdijk’s sense of “being in the world” means the individual establishes an empathetic relationship with the reality that surrounds him, himself as a part of a whole, a continuous space, and a complex system that supports life. For these reasons, Rahm conceives architectural projects as a way to alter certain aspects of that space, in consideration all its possible variables—light, temperature, pressure, humidity—or the ‘bricks,’ so to speak, of a new discipline that can be defined as meteorological architecture. In his recent projects, as scientific researches, he engages the possibility of intersecting architecture with ecology, chemistry, and climatic phenomena in order to define a complex spatial infrastructure. Scientific models enrich the architecture, which in the process transform conventional environmental organizations and outline new types of space. Principles of conduction,
convention, and radiation, for example, inform the shape of the space, heralding innovative uses and behaviors that induce new modes of living. As climate change and environmental concerns have politically and culturally represented one of the main determinants for changes in society in the past, one may note that much of our history has been created from human cultural reaction to climate changes. The waning of frigid temperatures over 10,000 years ago enabled urbanization, just as the warm medieval period did and contemporary global warming does. Cities, too, reflect those changing climatic conditions. Think of how Baroque houses replaced Gothic ones and when in the sixteenth century glass windows replaced those of parchment2. Thermodynamic mediation spaces Philippe Rahm’s own website3 provides an opportunity to better understand his vision of design. Following the terms and categories of his practice’s production, the website highlights some the major themes that are interpreted in his designs. Under the radiation category, for example, one finds projects in which the partitions and other elements that define the space are imbued with the particular ability to exchange heat and various types of energy. So is the case with the White Geology project (installed in Paris’s
2. W. W. Behringer, A Cultural History of Climate, Polity Press, London, 2009 3. www.philipperahm.com
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Grand Palais in 2009), the luminous landscape of which reflected 80% of ambient light, and the Interior Weather installation (2006), which consisted of one space dedicated to the subjective experience of time and another to the recording and interpretation of data, testing the potential climatic variations in an environment. The term conduction is usually used to describe the migration of heat within a solid, liquid, or gas from areas of high temperature to areas of lower ones. One example of this is the Dilation House (2006), a residential project that extends the outer limits of its envelope in order to intercept various microclimates in the house’s vicinity. The house is therefore not an object, but an infrastructure between different places and situations. Convection, Rahm says, describes the combined effects of conduction and fluid dynamics. In convection, energy transfer occurs through the internal movement of regions within a hot or cold fluid, in combination with conduction. Convective Apartments (2010) is a project based on Archimedes’ principle which states that hot air rises and cold air falls. The dimensions of the spaces for this design are informed by the building’s internal microclimates, growing and shrinking in relation to the thermal landscape, seasons, and hour. The project aims to reduce energy consumption in each apartment and uses the principles of sustainability to create a complex, performative design.
In Digestible Gulf Stream (realized for the Venice Architecture Biennale in 2008), architecture is again redesigned in accordance with global warming and climate. In order to respond architecturally to the growing responsibilities now arising from climate change and air pollution, one must, according to Rahm, consider the field of architecture as series of dimensions that reach into physiology, as well into weather and cuisine. In this project, two contrasting surfaces, a suspended one at 28°C and another lying on the ground at 12°C, create a convective air current, the effect of which is amplified by the ingestion of two culinary preparations, mint and chili, which produce corresponding thermal sensations in brains of its users. Another area of interest concerns the ways in which the materiality of the atmosphere is able to inform architecture. The process of evaporation represents a dispersion of limits, an overcoming of the structure of air itself. The management of levels of humidity introduces a new type of space in which linear changes in the floor plan form a landscape of wet and dry regions. By means of evaporation, a sensual relation is made between the body—skin and respiration, and space — light and moisture. By organizing space around physical-chemical transformations, an architecture of climate zones and latitudes is produced, representing a departure from the thermal uniformity of traditional environments.
Decontextualize and De-synchronize In the architecture of Philippe Rahm, the theme of displacement reoccurs as a movement to a place of radical difference. Through the construction of climatic geographies, his spaces reach the threshold of the concept of heterotopia. Sensorial mismatch creates conditions, as Rahm himself explains, that engender and alter the perception of time zones, acclimatization, time travel, and hibernation, shifting towards an experience of dimensional limits, ubiquity, polyphony, spectrality, and the verge of death. Architecture can also be formed through the reproduction of natural parameters, both spatially and temporally. The concept of comfort necessarily includes also the notion of adaptation. Think of, for instance, the relationship between climate and human metabolism and the accepted principle of heating the indoors during winter. In Rahm’s project, this refers to a geographical and temporal decontextualization, a process in which exotic climates and atmospheric environments are recreated in interior living spaces that, if not for modern climate infrastructure devices, would never naturally have such characteristics given any particular time and place. By crossing a house doorstep, you can actually migrate from a cold climate, such as those of central and northern Europe, to a tropical one. Rahm defines this détournement as a sort of
climatic jet-lag, a stationary journey through space and time, a localized spatial contraction. Entering into the house is equivalent, then, to a northsouth global shift, from 46 degrees North to 46 degrees South. The same is true for the nighttime illumination of urban and domestic spaces, which after the advent of modernity and electricity were forced into a state of perpetual daytime, where day-night cycles of activity are maintained solely for convenience. Rahm’s conceptual approach departs from Heidegger’s reflections about the relationship between man and technology, the understanding of which is helpful in grasping the current global environmental crisis. The German philosopher assigned the origin of phenomena such as pollution and atmospheric and Earth surface changes to modern technology, which is capable of subjugating nature, depriving it of its randomness. Precisely for this reason, Rahm states, “defining the climate has become one of the main drivers of architectural form.” For the 2002 Venice Architecture Biennale, in tandem with Décosterd, Rahm designed an enclosed space representative of the climatic conditions of Switzerland, the nation who commissioned the work. The Hormonorium, as they called it, is thus conceived as a pressurized interior that reproduces the conditions typical of the Alpine peaks at three thousand feet. Describing the climatic and
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environmental characteristics of the Hormonorium, Rahm related, “here, crossing the threshold of the Hormonorium and a step rising to an elevation of 3000 meters, you find yourself in a space where the oxygen in the air decreases from 21% to 14.5% and where the electromagnetic spectrum reproduces the extreme glow of the snow raising the intensity of light to 10,000 lux on a bright day.” For a similar project in Switzerland, Rahm continues, “at the Migros Museum a few months later, we proposed an instant climb to 12,000 feet above sea level, a shift to the greatest extent possible, reducing the oxygen level to 6%. It is a generic place that you go through at the moment of death: the heart stops beating and providing the oxygen necessary for the brain to function, it is a journey from life to death, an extremely rapid ascent to the sky, from 21% to 0% oxygen. It is a space where a series of hormonal and neurological reactions are triggered, causing delusions and visual and auditory hallucinations. It can perhaps be interpreted as a mystic enlightenment, a near-death experience, or a space at the limit of perception and imminent death.” Another aspect of Rahm’s method is to work with irregularities in weather, or de-synchronizing operations that reflect the physiology of the planet as a whole. This was the case for the gardens project in Lausanne (2004), in which cultural elements and advanced technologies created a collaborative
spatial system for biology, chemistry, literature, meteorology, physics, art, ecology, psychology, architecture, and landscape. Here the lag became a tool allowing one to access another dimension of the vegetated space and manage plant life through hormonal stimulations (such as auxin and gibberellin), creating a jet-lagged garden. For Philippe Rahm, architectural problematics cannot be detached from the responsibilities now arising due to changes taking place on the planet. As such, he considers it essential to create and use new tools and data within the parameters of contemporary design. The basic idea is to develop continuity between architecture and the environment, to “naturalize” architecture. With global warming and the consequent rise in temperatures at earth’s crust, all that could once called be natural is now essentially artificial. As Rahm comments, “that’s why, even in the building industry, the concept of sustainable development was born based on the policy of using of simple technical solutions, such as thermal insulation and waterproofing, for energy savings.” Mist and Vapors It should be noted that the abacus of construction possibilities that was inaugurated with Philippe Rahm’s concept of architecture implies aesthetic considerations. Scientific developments and technological
research have changed the status of art, such that it does not just describe reality, but breaks it down into elementary particles. Rahm’s meteorological architecture resumes the spatial suggestions of Turner, Monet, and the Impressionists, persuading the senses through the luminous fluxes filtered by vapors and mists and changes in the environmental humidity. Space can thus be defined with haziness and light, tools useful for inducing a perceptual diversion that has nothing to do with narratives nor non-realities, but a sort of broader realism in opposition to preconceived fictions. The concept of a space-time shift is evoked, for example, in environments where vapor imbues the form of a space. In the Good Smell of Christ4, a project that was installed in various venues, Rahm instills the exhibition space with an ultrasonic technology that vaporizes water and floods the space with a fragrant cloud, the odor of which resulted from a complex interdisciplinary research conducted by Rahm himself with the support of a historian and chemists aiming to reproduce the smell of the body of Christ. The space here is once again evoked by perfumed vapors and light5 such that all appearances come in the form of one’s sensorial
interpretations. The neon lights—as in Turner’s paintings where the spatial qualities are filtered by the mists of the Venetian lagoon—are used as a material that produces a time lag in which the contours of space are not visible but found instead in the form of light fluctuations, intensities, and spectrums, all determined by variations in humidity. Philippe Rahm states in an interview, “could vapor, heat, and light become the bricks of contemporary construction?” In this way, he refers to the paintings of Monet and chemistry theories applied to art6: ‘We thought we were the grandchildren of Duchamp, yet we discover that in fact we are the descendants of Claude Monet. We have been taught to be wary of science and here we discover an artist engaged with the cuttingedge science of his time, working on Charles Blanc’s principles of optical color mixing7, and Michel-Eugène Chevreul’s theorized laws of color contrast”8.
4. Installation realized in Pescara for Fuori Uso 1993, Great Expectations, exposition curated by Charlotte Laubard, Chiara Parisi, Alessandro Rabottini and Marcello Smarrelli 5. The installation consisted of a series of neon day-lights on the ceiling and of a ultrasound vapor diffuser 6. Article appeared on the French magazine Les Inrockuptibles of 13/10/2010 7. French art critic who lived between 1813 and 1882, he dealt with color theory on scientific grounds 8. French chemist of the nineteenth century, he has conducted well known studies on fatty acids, invented margarine and the chromatic circle that bears his name. Signac took up his theories and brought about the birth of pointillism
1. SPAZIO INVISIBILE INVISIBLE SPACE
1. SPAZIO INVISIBILE INVISIBLE SPACE
1. INVISIBLE SPACE
1. 1 CONVERSATION with Philippe Rahm and Massimiliano Scuderi
Milan, 2011 Massimiliano Scuderi: Since the 90’s you have been working with the way that air and climate can characterize space, taking concepts from other disciplines and practicing a teaching of Architecture that incorporates Chemistry, Physics and Ecology. How do you coordinate the conception of your relationship between natural and artificial aspects? Philippe Rahm: The living space of contemporary people, today, is clearly confronted by an upheaval, if not a complete turnabout in the traditional ordering of its categories and balances: between inside and outside, artificial and natural, enclosed and open. The “natural” as opposed to the “artificial” (insofar as the term “natural” qualifies that part of the real world that has
not been modified by humankind) literally no longer can be shown to exist. As a result of technical progress and population growth, and of swift industrial development after the middle of the 19th century, today we find the planet Earth itself, its atmosphere and its surface strata, have been transformed into artifices by human activity, as witness the phenomena of pollution and global warming. The German philosopher Martin Heidegger saw the origin of these phenomena in the project of modern technique, which proceeded by what he termed “provocation” or “critical ordering”, that is to say by subjecting nature to reason, taming it. If, prior to this, nature had neither objective nor duty, the aim of modern technique was to impose on nature a single vocation, an unequivocal use, a single use, thus depriving it of its non-determination,
Spazio Invisibile 1.2.01 Terroir deterritorializzati
La nostra proposta ricostituisce chimicamente e fisicamente la geologia e l’atmosfera di Parigi prima della comparsa, nel Diciannovesimo secolo, di un inquinamento industriale su larga scala. In questo modo essa rappresenta un processo che è allo stesso tempo nostalgico e prospettico, una ricostituzione in scala della geologia che circonda Parigi e della sua atmosfera in epoca pre-moderna, con le stratificazioni calcaree e un clima semioceanico, venti in prevalenza dall’Atlantico e dal sud-ovest che soffiano erodendo gli strati calcarei della Normandia e il sostrato di gesso bianco della Valle della Loira, impregnandosi con la loro mineralità e i profumi delle querce e dei castagni tipici di queste regioni. Il progetto mira a ricomporre un ambiente specifico per interno, utilizzando tecniche di costruzione, luce, riscaldamento e ventilazione basati su un flusso controllato di aria con recupero del calore. Come specifici ambienti, micro-regioni con Heat Calore
proprietà chimiche, elettromagnetiche e fisiche, essi sono impostati per funzionare in interno, come territori deterritorializzati, evocando uno specifico tipo di suolo, di clima, di esposizione alla luce solare, di profumo e aroma dell’aria. Diversi tipi di calcare, estratti dal bacino parigino, incorniciano l’aria all’interno. Una composizione precisa va avanti per riduzione omotetica, con la ripartizione proporzionale delle specie di piante e alberi propri del bacino parigino, principalmente querce e castagni ma anche faggi e pini che conferiscono profumo all’aria, mentre vetro, polietilene e acciaio inox costituiscono componenti chimicamente neutri nella composizione architettonica dello spazio abitativo. Terroir deterritorializzati Programma: design reseach, Carte blanche VIA prize Autori: Philippe Rahm architectes Cliente: VIA Site: Paris, France Data: 2009
Light Luce
Invisible Space 1.2.01 Deterritorialized terroirs
Our proposal reconstitutes chemically and physically the geology and atmosphere of Paris prior to the appearance of wholescale industrial pollution in the 19th century. As such it represents a process that is simultaneously nostalgic and prospective, a scale-model reconstitution of the geology surrounding Paris and of its atmosphere in pre-modern times, with its limestone strata and semi-oceanic climate, prevalent winds blowing mainly from the Atlantic, the southwest, sweeping over the eroding limestone strata of Normandy and the white chalk bedrock of the Loire valley country, becoming impregnated with their mineral and the scents of oak and chestnut forests typical of the soils of these regions. The project aims at recomposing a specific milieu in an interior, using construction techniques, light, heating and ventilation based on controled air-flow with heatrecuperation. Like specific milieus, micro-regions with chemical,
Air Aria
electromagnetic and physical properties are set to work in an interior, de-territorialized terroir, evoking a specific type of soil, climate, exposure to sunlight, and scents and tangs in the air. Different kinds of limestone, quarried in the Parisian basin, frame the air in the interior. Precise composition proceeds by homothetic reduction, with the proportional share-out of plant species and trees common to the Parisian basin, mainly oak and chestnut, but including beech and pine, which impart fragrances to the air, while glass, polyethylene and stainless steel constitute chemically neutral components in the architectural composition of the living space. Deterritorialized terroirs Program: design reseach, Carte blanche VIA prize Authors: Philippe Rahm architectes Client: VIA Site: Paris, France Date: 2009
Spazio Invisibile 1.2.02 Hormonorium
Foto: Niklaus Stauss, Zurich
2. ARCHITETTURA METEOROLOGICA METEOROLOGICAL ARCHITECTURE
2. ARCHITETTURA METEOROLOGICA METEOROLOGICAL ARCHITECTURE
Architettura Meteorologica 2.2.01 Astronomia domestica
Foto: Brøndum & Co
Architettura Meteorologica 2.2.01 Astronomia domestica
‘Astronomia domestica’ è un prototipo di appartamento in cui ad essere abitata non è più la superficie ma l’atmosfera. Lasciando il suolo, funzione e mobilio si alzano e si disperdono, evaporando nell’atmosfera dell’appartamento, stabilizzandosi su determinate temperature in relazione al corpo, all’abbigliamento, all’attività. Secondo la legge di Achimede, l’aria calda sale mentre l’aria fredda scende e questa realtà fisica ha una diretta influenza sulla distribuzione delle temperature all’interno dell’appartamento. È possibile misurare una significativa differenza di temperatura tra pavimento e soffitto. Ad esempio, potrebbe essere di 19°C al livello dei piedi e 28°C tre metri più in alto, appena sotto il soffitto. Questa differenza di temperatura è assolutamente inutile e oggi diventa persino un problema, di fronte alla questione del riscaldamento globale contro cui le politiche di sviluppo sostenibile
stanno combattendo attraverso una riduzione del consumo energetico negli interni. In effetti, questi 8°C sopra i 20°C misurabili appena sotto il soffitto sono uno spreco di energia che non giova a nessuno. Il nostro scopo oggi è di tener conto di tali differenze fisiche nella distribuzione delle temperature nello spazio e di approfittarne al fine di trasformare il modo di abitare spazio abbandonando la sola modalità di abitazione orizzontale degli interni per una modalità di abitazione verticale in cui si possano abitare diverse zone termiche, diversi strati, diverse altitudini. Astronomia domestica Autori: Philippe Rahm architectes Programma: Installazione per la mostra Green Architecture for the Future Collaborazioni: fabric.ch, Amy O’Neill Cliente: Louisiana Museum of Modern Art Sito: Humlebæk, Danimarca Data: 2009
Meteorological Architecture 2.2.01 Domestic astronomy
“Domestic Astronomy” is a prototype for an apartment where one no longer inhabits the surface but the atmosphere. Leaving the ground, function and furniture rise up and disperse, evaporating in the atmosphere of the apartment, stabilizing according to certain temperatures in relation to the body, clothing, and activity. According to the law of Archimedes, hot air rises while cold air sinks and this physical reality has a direct influence on the distribution of temperatures inside the apartment. One can measure large disparities of temperature between the floor and the ceiling. For example, it will be 19 degrees Celsius at the level of the feet and 28 degrees Celsius, three meters above that, right under the ceiling. That temperature difference is absolutely useless and even becomes a problem today in the face of the question of global warming against which the politics of sustainable
development are fighting by reducing energy consumption in building interiors. In effect, these 8 degrees Celsius above 20 degrees Celsius, which one finds just under the ceiling, are wasted energy that benefits no one. Our purpose today is to take into account these physical disparities in the distribution of temperatures across space and to take advantage of them in order to transform the way of inhabiting space by leaving the exclusivity of a horizontal mode of habitation in the interior for a vertical mode of inhabitation where one can inhabit different thermal zones, different strata, different altitudes. Domestic astronomy Authors: Philippe Rahm architectes Program: Exhibition installation: Green Architecture for the Future Collaboration: fabric.ch, Amy O’Neill Client: Louisiana Museum of Modern Art Site: Humlebæk, Denmark Date: 2009
Architettura Meteorologica 2.2.03 Digestible Gulf Stream
L’architettura non dovrebbe più costruire spazi, piuttosto creare temperature ed atmosfere. Qui, due piani metallici orizzontali vengono allungati a diverse altezze. Il piano inferiore è riscaldato a 28°C, quello superiore è raffreddato sino ai 12°C. Come fosse una Corrente del Golfo in miniatura, la loro posizione crea un movimento d’aria che sfrutta il fenomeno naturale della convezione, che fa si che l’aria calda che sale si raffreddi a contatto con il foglio superiore e fresco e, scendendo, sia successivamente riscaldata dal contatto con il foglio caldo, creando così un flusso termico costante, simile ad un paesaggio invisibile. Quello che ci interessa qui non è la creazione di spazi omogenei, stabiliti, ma di una dinamica climatica artificiale, l’attivazione di forze e polarità che generano un paesaggio di calore. In questo caso l’architettura è letteralmente strutturata su una corrente d’aria, che apre uno spazio atmosferico fluido e arioso. Questa architettura
si basa sulla costruzione di una meteorologia. Chi vi risiede può muoversi in questo paesaggio invisibile tra i 12°C e i 28°C, estremi climatici del conforto così come concepito dall’uomo, e scegliere liberamente un clima in base all’attività, all’abbigliamento, all’alimentazione, allo sport o alle esigenze sociali. La nostra architettura si estende tra il microscopico e il macroscopico, la gastronomico e l’atmosferico, il visibile e l’invisibile. L’architettura diventa una ‘Corrente del Golfo’ che polarizza i contrasti su scale diverse (caldo/freddo, basso/alto, vestito/svestito, interno/esterno, riposo/attività) per dare origine all’architettura come un movimento convettivo dell’aria. Corrente del Golfo Digeribile Autori: Philippe Rahm architectes Programma: Installazione per l’11a Biennale di Architettura di Venezia Collaborazioni: Piero Macola, Syd Matters, Comsol Data: 2008
Meteorological Architecture 2.2.03 Digestible Gulf Stream
Architecture should no longer build spaces, but rather create temperatures and atmospheres. Here, two horizontal metal planes are extended at different heights. The lower plane is heated to 28°C, the upper one is cooled to 12°C. Like a miniature Gulf Stream, their position creates a movement of air using the natural phenomenon of convection, in which rising hot air cools on contact with the upper cool sheet and, falling, is then reheated on contact with the hot sheet, thus creating a constant thermal flow, akin to an invisible landscape. What interests us here is not the creation of homogeneous, established spaces, but of a plastic, climatic dynamic, the activation of forces and polarities that generate a landscape of heat. In this case the architecture is literally structured on a current of air, opening up a fluid, airy, atmospheric space. This architecture
is based on the construction of meteorology. The inhabitant may move around in this invisible landscape between 12°C and 28°C, temperatures at the two extremities of the concept of human comfort, and freely choose a climate according to his or her activity, clothing, dietary, sporting or social wishes. Our architecture extends between the microscopic and the macroscopic, the gastronomic and the atmospheric, the visible and the invisible. Architecture becomes a ‘Gulf Stream’ that polarizes the contrasts on different scales (hot/cold, low/high, clothed/unclothed, internal/external, rest/activity) to give rise to architecture as a convective movement of air. Digestible Gulf Stream Authors: Philippe Rahm architectes Program: Exhibition installation: Venice Biennale - 11th Architecture Exhibition Collaboration: Piero Macola, Syd Matters, Comsol Date: 2008
Architettura Meteorologica 2.2.03 Corrente del Golfo Digeribile
Foto: Noboru Kawagishi
Architettura Meteorologica 2.2.04 Museo meteorologico
Il nostro progetto per il museo di arte contemporanea a Wroclaw in Polonia è definito dall’introduzione nello spazio di due poli di calore (come due enormi radiatori), uno più freddo a 16°C, l’altro più caldo a 22°C. Abbiamo scelto queste due temperature perché sono gli estremi previsti nella gestione del museo: 16°C per i depositi e i locali usati meno o rapidamente e 22°C per le temperature massime negli uffici. I due poli sono previsti in pianta di modo da essere diametralmente opposti sia in piano sia in sezione, il polo più freddo è posizionato più alto del polo più caldo con l’intento di creare uno squilibrio termodinamico. Essi determinano quindi l’intera atmosfera del museo, compongono una moltitudine di climi che variano tra i 16°C e i 22°C, creando zone con temperature diverse in cui tramite programma è possibile ricercare
Assonometria
una particolare temperatura. Quando l’aria si riscalda, la sua gravità diminuisce ed essa tende a salire. Ciò che ci interessa in questo flusso d’aria è creare nell’intero volume dell’edificio diverse zone di temperatura, climi diversi, ambienti diversi, diverse qualità di spazio per varie attività o esigenze. Dal clima moderno e uniformato, si va verso un clima di incertezza che offre alle persone la possibilità di muoversi non solo nello spazio ma anche in un’atmosfera, secondo le latitudini e altitudini. I nostri movimenti diventano come una migrazione, l’edificio architettonico appare come una mappatura, una meteorologia e una geografia. Museo meteorologico Programma: Concorso per un Museo d’Arte contemporanea Autori: Philippe Rahm architects Sito: Wroclaw, Polonia Data: 2008
Meteorological Architecture 2.2.04 Meteorological museum
Our project for the contemporary art museum in Wroclaw in Poland is defined by an introduction of two poles of heat (like two huge radiators) into the space; one more cold at 16 ° Celsius, the other more warm at 22° Celsius. These 2 temperatures are chosen as they set the low and high temperature limits required in the program of a museum: 16° C corresponds to storage or little used spaces. 22°C corresponds to the maximum temperatures in the offices. These two poles are prepared on the plot so to be diametrically opposed both in plan and section, the colder pole is placed higher than the warmest pole to create a thermodynamic imbalance. They thus generate the entire atmosphere of the museum, composing a multitude of climates and flows between 16°C and 22°C, creating areas with different temperatures in which we can arrange the program in search of a particular
temperature. When the air is warmed, its gravity decreases and it tends to rise. What interests us in this air flow is to create in the entire volume of the building, different areas of temperatures, as different climates, different environments, different qualities of space for various activities, in particular desires. From the uniformed modern climate, we go to climate of uncertainty that gives people not only the possibility to move in space, but in an atmosphere too, according to latitudes and altitude. Our movements become migration; the architectural building appears as a mapping, a meteorology and geography. Meteorological museum Program: Competition for a Museum of Contemporary Art Authors: Philippe Rahm architects Site: Wroclaw, Poland Date: 2008
Architettura Meteorologica 2.2.05 Stanze evaporate
Foto: Nicolas Pauly
Architettura Meteorologica 2.2.06 Edificio evaporato
Se di solito sono il volume solido e l’opacità delle pareti, dei pavimenti e dei soffitti a definire il vuoto degli spazi interni, la nostra ambizione è oggi definire questi vuoti non solo attraverso il solido ma anche grazie al vuoto stesso. Evaporare le strutture, per sublimare le pareti e soffitti, per passare dallo stato solido allo stato gassoso, per fare un’architettura di aria e di luce, uno stato trasparente, aperto, leggero, demolito. Un edificio allo stato gassoso, un’architettura disintegrata, un edificio evaporato. Al di là della metafora, è secondo una realtà fisica ed ecologica che vogliamo ottenere questo sfasamento, su scala
urbana e architettonica ma anche per l’utente, per il suo benessere e la sua comodità. La ripartizione dei muri è perciò dilatata di modo da preservare il vuoto per lasciare che l’aria e la luce si muovano all’interno dell’edificio. La massa dell’edificio è perforata in 2 aree così che il vento possa continuare il suo percorso.
Edificio evaporato Autori: Philippe Rahm architectes Collaborazioni: Transsolar, Bollinger & Grohmann Cliente: EPADESA Sito: La Défense, Francia Data: 2010
Meteorological Architecture 2.2.06 Evaporated building
If it’s usually with the solid and the opacity of the walls, of the floors and the ceilings, which one defines the void of the interior spaces, our ambition is today to define these voids no longer with the solid, but with void too. To evaporate the structures, to sublimate the walls and the ceilings, to pass from the solid state to a gas state, to make an architecture of air and light, transparent state, open, light, broken up. A building in a gas state, a disintegrated architecture, an evaporated building. Beyond the metaphor, it is according to a physical and ecological reality that we want to achieve this phase shift, on the
scale of the city and of the architecture but also for the user, for his wellbeing and its comfort. The wall partition are therefore dilated in order to keep void for letting the air and the light moving all inside the building. The mass of the building is perforated in two areas in order to let the wind continue its route.
Evaporated building Authors: Philippe Rahm architectes Collaboration: Transsolar, Bollinger & Grohmann Client: EPADESA Site: La DĂŠfense, France Date: 2010
Architettura Meteorologica 2.2.10 Nuvola costruita
Il nostro progetto per un nuovo museo arabo di arte moderna in Qatar si propone di unire in un unico piano, esigenze climatiche per la conservazione delle opere d’arte (luce, temperatura, umidità relativa dell’aria), il comfort dei visitatori e alcuni principi vernacolari di condizionamento dell’aria della tradizionale architettura araba. In primo luogo, il nostro progetto è formalmente restituito da una forma primaria di condiziomento naturale dell’aria, quella di una nuvola nel cielo del Qatar che, passando davanti al sole, rinfresca istantaneamente la terra e gli abitanti al di sotto di essa. Il raffreddamento prodotto dalla nube è dovuto alle diverse proprietà fisiche e ottiche dell’acqua: - Alla capacità di filtrare parte della luce solare visibile e fornire ombra. - Per la diffrazione della luce in diverse lunghezze d’onda e per fare rimbalzare verso il cielo una parte di esse. - Per aumentare l’umidità relativa dell’aria in forma gassosa attraverso l’evaporazione dell’acqua. Luce
- Per diminuire la temperatura dell’aria attraverso il processo di cambiamento di stato fisico da liquido a gassoso. - Di assorbire e bloccare le luci infrarosse proveniente dal sole e dimezzarne il calore, - Costituire un volume d’acqua di spessore che ha un gradiente di inerzia termica. Queste qualità di condizionamento termico della nube sono recepite letteralmente nel nostro progetto per raggiungere gli obiettivi di conservazione delle opere d’arte e per dare comfort ai visitatori e al personale del museo. Sono presenti in tre strati, annidati uno dentro l’altro, dalla periferia del museo al suo cuore, tali da ridurre gradualmente gli eccessi del clima naturale per arrivare nel cuore del museo, un clima di condizionamento perfetto come richiesto per la conservazione delle opere d’arte. Nuvola costruita Programma: Proposta per il nuovo museo arabo di arte moderna Autore: Philippe Rahm architectes Data: 2014 Sito: Doha, Qatar
Acqua
Conduttività
100% Più caldo
70% riflessa
acqua gassosa Più luce Più calore
Creazione dell’ombra attraverso il riflesso
acqua liquida
Più freddo
Meno Luce Meno Calore
Posizione dei dispotivi di ombreggiamento
Evaporazione
Posizione dell’evaporazione dell’acqua
Nuvola come materiale d’acqua
Posizione dei muri, dei soffitti e dei solai d’acqua
Meteorological Architecture 2.2.10 Constructed cloud
Our project for a new Arab Museum of Modern Art in Qatar proposes to combine in a single plan, climatic requirements for the conservation of the artworks (light, temperature, relative humidity of the air), visitor comfort and vernacular principles of air-conditioning in the traditional Arabic architecture. First, our project is formally given as an early form of natural air conditioning, that of a cloud in the sky of Qatar, passing in front of the sun, instantly refreshes the land and its inhabitants below. The cooling due to the cloud is caused by the different physical and optical properties of water: - to filter part of the visible sunlight and providing shade, - to diffract light into different wavelength and bouncing back to the sky for a part of them, - to increase relative humidity of the air in gaseous form by evaporation of water, - to decrease temperature of the air by physical
phase change process from liquid to gas, - to absorb and block the infrared light from the sun, reducing by half the sun’s heat, - to constitute a thick water volume which has a gradient of thermal inertia. These qualities of thermal conditioning of the cloud are taken literally into our project to meet the objectives of conservation of artworks and comfort of visitors and museum staff. They are set up in three layers, nested one inside the other, from the periphery of the museum to its heart, gradually reducing the excesses of the natural climate to reach in the heart of the museum, a perfect conditioning climate as required for the conservation of artworks. Constructed cloud Program: Proposal for the New Arab Museum of Modern art Author: Philippe Rahm architectes Site: Doha, Qatar Date: 2014
3. CITTÀ TERMODIMAMICA THERMODYNAMIC CITY
3. CITTÀ TERMODIMAMICA THERMODYNAMIC CITY
ATMOSFERE COSTRUITE 3. CITTÀ TERMODINAMICA
3. 1 CONVERSAZIONE con Philippe Rahm e Massimiliano Scuderi
Parigi, 2014 Massimiliano Scuderi: Nel suo libro Sfere, il filosofo Peter Sloterdijk parla di una tipologia di spazio che collega l’uomo ad un’idea di sicurezza e l’essere1 ad un’idea di ben-essere. Per spiegare i tuoi progetti, ti riferisci spesso a lui. Philippe Rahm: Sloterdijk pone il problema della relazione soggetto/ oggetto. Storicamente, la relazione tra l’uomo e il mondo era una relazione frontale: l’uomo, il soggetto, aveva di fronte degli oggetti che poteva trasformare. C’è in questo l’idea che gli oggetti si possano controllare e che l’uomo possa emanciparsi: non essendo più legato
alla terra, si astrae e può manipolare la realtà. Sloterdijk cambia questa visione dicendo che in realtà l’uomo non si trova di fronte alla realtà ma al suo interno: questa è l’idea di sfera. Anche l’antropologo Bruno Latour parla di questo sostenendo che l’uomo non può liberarsi dalla terra e rimane sempre in relazione con essa. Prendiamo un esempio semplice, un biberon in plastica per bambini: prima nelle plastiche utilizzate per produrlo si trovavano prodotti tossici per i bambini come il bifenolo, che ora è vietato. L’esempio serve a capire come un oggetto che sembrerebbe essere di fronte a noi in realtà entra a far parte di noi tramite le sue proprietà chimiche. Diventa evidente che gli oggetti
1. Bruno Latour in un saggio sul design spiega che l’Essere in Sloterdijk è da intendere in senso astrattamente heideggeriano come Esser-ci, Dasein, essere nel mondo, dove il ‘fuori’ è un altro interno. Sloterdijk prende in considerazione l’uomo come involucro, un delicato sistema di sostegno alla vita.
ATMOSFERE COSTRUITE 3. CITTÀ TERMODINAMICA
colori, ciano, magenta e giallo, quindi con le proprietà di cui abbiamo detto; degli oggetti solidi, non dei filtri, che poi ritornano insieme nel bianco. La luce dunque si scompone e poi si ricompone e ridiventa bianca ma con una minore intensità di calore: questo significa che ci sarà meno caldo dentro. Inoltre, durante il giorno la luce diretta non entra se non molto tardi, e durante la notte, fredda, la costruzione perde calore per irraggiamento. M.S.: Il secondo livello? P.R.: Riguarda l’evaporazione: a Doha il clima è molto secco durante il giorno, e la notte molto umida. Nel secondo livello, più interno, si trovano anche i depositi, dove l’umidità deve mantenersi intorno al 50% perché un ambiente troppo secco o troppo umido potrebbe danneggiare le carte, ad esempio, con muffe e funghi. M.S.: Qual è il grado di adattabilità di questo progetto durante la giornata? P.R.: Durante la giornata c’è luce tutto il tempo, con un’intensità più forte verso mezzogiorno. Abbiamo utilizzato l’umidità seguendo il principio delle fontane tradizionali, che rinfrescano l’aria con i getti d’acqua: il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso richiede energia, dunque rinfresca.
M.S.: In quei luoghi c’è una tradizione in questo senso: la climatizzazione avveniva tramite fontane e condutture per raffreddare gli ambienti. P.R.: Esatto. Il secondo livello è pensato secondo questo principio e il terzo livello, fatto con l’acqua, riprende il funzionamento dei vecchi muri di pietra o di terra, che si rinfrescano durante la notte. Il fresco attraversa lo spessore del muro e rinfresca la stanza durante la giornata, e ci vogliono dieci ore perché il freddo attraversi un muro di 50 cm. Un muro di 30 cm verrebbe attraversato in sei ore. Dovendo mantenere la corretta alternanza giorno/notte di dieci ore, con dei muri d’acqua di 30 cm siamo riusciti ad ottenere quello stesso tempo e quello stesso risultato. Il progetto definisce una sorta di white cube neutro all’interno, mentre procedendo verso l’esterno si incontrano situazioni sempre più specifiche; questo offre anche tre modi diversi e peculiari di esporre le opere, tre diversi tipi di esibizione che possono includere la scultura o l’arte in esterno. M.S.: La colonna è anch’essa una infrastruttura? P.R.: Conduce all’interno del museo, che si trova in acqua. Ma siamo ancora all’inizio del lavoro, sono davvero le contrattazioni preliminari.
3. THERMODYNAMIC CITY
3. 1 CONVERSATION with Philippe Rahm and Massimiliano Scuderi
Paris, 2014 Massimiliano Scuderi: In his book Spheres, philosopher Peter Sloterdijk talks about a typology of space that connects man to an idea of safety and the being to an idea of well-being. To explain your projects you often refer to him. Philippe Rahm: Peter Sloterdijk brings the issues of the relation between object/subject. Historically the relationship between the man and the world was a frontal relationship: the man, the subject has in front of him the objects that he could transform. There is, in this, the idea that objects can be controlled and that man can emancipate himself by not being tied to the land, he abstracts himself and can manipulate reality. Sloterdijk changes this vision by saying that in
reality man is not in front of reality but inside it: this is the idea of sphere. Anthropologist Bruno Latour also speaks about this by saying that man cannot free himself from the earth and that is always in a relationship with it. Let’s take a simple example, a plastic bottle for a child’s beverage: in previous times, within plastics used to produce it there were toxic products such as Bisphenol, which is now banned. The example serves to understand how an object that appears to be in front of us actually becomes part of us through its chemical properties. It becomes evident that the objects are no longer in front of us but around us and within us: if we breathe a toxic substance, our body is transformed. Today, with Sloterdijk and Latour the idea of our relationship to the world is passing through the inside is stated. We are no longer in front of the world, but in it.
Città Termodinamica 3.2.02 Città del tempo
Il nostro progetto di urbanizzazione propone di creare una città che contiene una doppia rete pubblica di sistema distributivo nella città: una principalmente per le auto, l’altra esclusivamente per pedoni e ciclisti, che possono attraversare completamente la città lontano dall’inquinamento e dal rumore. Entrambe le reti stradali, separate l’una dall’altra, creano due sistemi di distribuzione che ci permettono di rafforzare le qualità di comfort climatico basato su un uso maggiore o minore a seconda della stagione. Quindi, la rete automobilistica che prendiamo in prestito perché forse più appropriata in inverno quando fa freddo, quando ci rifugiamo nell’abitacolo riscaldato della macchina, quando la passeggiata a piedi è meno comune, perché meno piacevole, induce un trattamento speciale del terreno, delle facciate, dell’arredo urbano per migliorare la temperatura in inverno. A questa rete stradale automobilistica e ai luoghi che verranno utilizzati in inverno, diamo il nome di «Rete Invernale» ed è un primo sistema di distribuzione nell’area.
Invece, le reti pedonali e ciclabili, che verranno utilizzate più spesso in estate quando fa caldo, quando si può camminare senza il disagio del freddo e della neve, ci permettono di esaltare gli effetti di freschezza, ombra, riverbero della luce al fine di evitare il surriscaldamento dei loro spazi. Questa rete di strade pedonali e piazze ha il nome di «Network Estivo» e serve totalmente tutto il nuovo quartiere, in parallelo alla «rete inverno. Per ciascuna delle due reti di strade c’è un posto in cui giungere: le reti di strade invernali convergono al «Winter Place» più urbano, con automobili, che è collegato direttamente al centro della città, a sud del nuovo quartiere. Il «Summer Place», dove convergono tutte le strade pedonali estive, è situato a nord del quartiere, direttamente sul fiume per godere dei suoi spazi, per passeggiare e rilassarsi. Città del tempo Programma: Concorso per la progettazione urbana Autori: Philippe Rahm architectes Sito: Città di Samara, in Russia Data: 2013
Thermodynamic City 3.2.02 Weather city
Our urbanization project proposes to create a city that contains a double public network distribution system in the city: one mainly for cars, the other exclusively for pedestrians and cyclists that can fully cross the city away from pollution and noise. Both road networks, separated from each other, create a twodistribution system that will strengthen the qualities of climatic comfort based on a majority use - more or less depending on the season. Thus, the automotive network we would suppose to use more so throughout the winter when it is cold and chose to take refuge in the heated indoor car, this is when the pedestrian promenade is of less common use, to make it rather more appealing we will propose to induce special treatment of ground, facades, street furniture to enhance the warmth in winter. This automobile street network and the places that will be used in the winter, take the name «Winter Network» and it is a first distribution system in the area. Next to consider are the pedestrian and bicycle networks that will be used more often in the summer when it’s hot,
when you can walk out without the discomfort of cold and snow, here we enhance the effects of freshness, shade, reverberation of light to prevent overheating of its spaces. The pedestrian streets and squares network is named the «Summer Network» and serves the new district, in parallel with the «Winter Network.» For each of the street networks, there is a place where all the streets eventually arrive: winter streets converge to the «Winter Place» an urban place with cars, that is linked directly to the city center, to the south of the new district. The «Summer Place», where converge all the summer pedestrian streets, is located at the north of the district, directly on the river to enjoy its spaces for walking and relaxing.
Weather city Program: Competition for urban design Authors: Philippe Rahm architectes Site: City of Samara, Russia Date: 2013
CittĂ Termodinamica 3.3.03 Parco Jade Meteo
Città Termodinamica 3.2.03 Parco Jade Meteo L’ambizione del nostro progetto è quello di restituire la vita all’aria aperta agli abitanti e ai visitatori proponendo di creare spazi esterni dove sono mitigati gli eccessi del clima di Taichung. Il clima esterno del parco viene così modulato in modo da proporre spazi meno caldi (più freddi, in ombra), meno umidi (abbassando l’aria umida, al riparo dalla pioggia e dalle inondazioni) e meno inquinata (con l’aggiunta di aria filtrata dai gas e da particelle di materiale inquinante, meno rumoroso, con minore presenza di zanzare). Il principio di composizione del progetto del « Taichung Jade MeteoPark » si basa sulle variazioni climatiche che abbiamo mappato attraverso una simulazione fluidodinamica computazionale (CFD): alcune aree del parco sono naturalmente più calde, più umide e più
inquinate, mentre alcune altre di loro sono naturalmente più fredde (perché sono nella direzione di venti freddi provenienti da nord), secche (perché protette dal vento che porta l’umidità del mare nell’aria) e più pulite (perché lontane dalle strade). Abbiamo aumentato queste differenze di climi per aumentare la freschezza, la secchezza, la pulizia dei luoghi che sono naturalmente più freschi, meno umidi e meno inquinati, per creare spazi più confortevoli per i visitatori. Cominciando con le condizioni esistenti come punto di partenza abbiamo definito tre mappe climatiche seguendo i risultati delle tre simulazioni fluidodinamiche computazionali. Ogni mappa corrisponde ad uno specifico parametro atmosferico e alla variazione dell’intensità in tutto il parco. La
Mappa del calore / Heat map
Simulazione della velocità del vento da nord
Influenza del vento da nord sul calore da simulazione
Distribuzione dei dispositivi e degli alberi refrigeranti.
Piantumazioni refrigeranti
Dispositivi climatici refrigeranti
Attrezzature per lo svago
Città Termodinamica 3.2.03 Parco Jade Meteo prima corrisponde alla variazione del calore nel sito, la seconda descrive le variazioni di umidità nell’aria e la terza l’intensità dell’inquinamento atmosferico. Ogni mappa mostra come l’intensità o la forza del rispettivo parametro atmosferico sia modulata attraverso il parco. In questo modo le mappe preservano le aree all’interno del parco dal raggiungere condizioni naturali eccessive rendendo l’esperienza dei cambiamenti climatici molto più comoda nelle aree dove si rafforzano la freschezza, la secchezza, la pulizia. Le tre mappe intersecano e si sovrappongono in modo casuale al fine di creare una diversità di microclimi e una moltitudine di diverse esperienze sensuali nelle varie aree del parco che potremmo liberamente occupare a seconda dell’ora del giorno o del mese dell’anno. In
un certo luogo, ad esempio, l’aria sarà meno umida e meno inquinata, ma ci sarà ancora caldo, mentre in altre parti del parco, l’aria sarà più fresca e secca, ma rimarrà inquinata. Le tre mappe climatiche variano all’interno di una gradazione che va da un livello massimo di disagio atmosferico che in genere è proprio delle città (tasso massimo di inquinamento, tasso massimo di umidità, tasso massimo di calore) ad aree che sono più confortevoli, dove il calore, l’umidità e l’inquinamento sono mitigati. Jade Meteo Parco Programma: Parco e gli edifici urbani Autori: architectes Philippe Rahm, paysagistes Mosbach, Ricky Liu e Associati Cliente: Governo della città di Taichung, Taiwan Sito: Taichung, Taiwan Superficie: 70 ettari Phase Design: aprile 2012 - settembre 2013 Fase di costruzione: gennaio 2014 - luglio 2016
Mappa dell’umidità / Humidity map
Simulazione della velocità e dei vettori del vento Sud Ovest.
Influenza del vento da Sud Ovest e dei bacini sull’umidità da simulazione
Distribuzione dei dispositivi e degli alberi deumidificanti
Pinatumazioni deumidificanti
Distribuzione dei dispositivi e degli alberi disinquinanti
Piantumazioni disiquinanti
Dispositivi climatici deumidificanti
Attrezzature per lo sport
Dispositivi cdislimatici disinquinanti
Attrezzature per le attività in famiglia
Mappa dell’inquinamento / Pollution map
Simulazione della velocità e della direzione del vento
Influenza del vento da nord e delle strade circostanti sull’inquinamento da simulazione
Thermodynamic City 3.3.03 Jade Meteo Park Climatorium
Dryium Info: Human body feels better in a mild air humidity Sensual Experience: Humidity of the 21st November in Taichung
Real time the 21st of November Taichung humidity rate updated in every 5 min.
Dryium air humidity control
data control
Taichung è molto umida durante tutto l’anno a causa dei venti relativamente deboli che non riescono a spostare l’umidità attraverso il naturale ciclo dell’acqua. Per questo motivo, la sala tecnica del Dryum contiene gel di silice deumidificante, che deumidifica l’aria che circola all’interno del centro visitatori. L’aria secca è quindi pompata all’interno del Dryium attraverso un tubo connesso direttamente alla stanza del gel di silice, replicando in questo modo le condizioni atmosferiche del giorno più secco dell’anno a Taiwan, il 21 Novemebre.
Taichung has high humidity year-round due to relatively weak prevailing winds that fail to move moisture through the natural water cycle. Accordingly, the technical room for Dryium houses desiccant silica gel, which dries the humid Taichung air circulating through the Visitor Centre. The dry air is then pumped into the Dryium through a pipe directly connecting to the silica gel chamber, thereby replicating the atmospheric conditions on the driest day of the year in Taiwan, November 21st.
Thermodynamic City 3.3.03 Jade Meteo Park Climatorium
Clearium Info: Air pollution effect on human body Sensual Experience: Temperature and cloud density in 1832 Clearium air quality control
Real time Taichung air pollution data updated in every 5 min. air filter
Real time Taichung humidity rate in 1832
Clearium water vapour control
updated in every 5 min. data control
Uno spesso strato di bruma copre il tetto aperto del Clearium al fine di ricreare il clima di Taichung nel 1832, prima che la Rivoluzione Industriale avesse cominciato a produrre e ad intensificare l’inquinamento atmosferico. Questa copertura artificiale agisce come un nucleo di condensazione, attraendo inquinanti dalle aree circostanti per creare aria ossigenata. Inoltre, due filtri dell’aria nel vano tecnico del Clearium catturano e filtrano aria inquinata, pompandola nel Clearium. Un filtro ripulisce l’aria dagli ossidi di azoto (Nox), dall’ozono (O3), e dai diossidi di zolfo (SO2) ed un altro intrappola i pericolosi particolati.
A thick layer of circulating mist caps the open roof of Clearium in order to recreate the climate of Taichung in 1832, before the Industrial Revolution began producing and intensifying atmospheric pollution. This artificial cloud cover acts as a cloud condensation nucleus, attracting pollutants from the surrounding area in order to create oxygenated air. Further, two air filters in the Clearium’s technical room collect and filter polluted air, and pump the clean air into the Clearium. One filter cleanses the air of nitrogen oxides (NOx), ozone (O3), and sulfur dioxide (SO2) and another that traps harmful particulate matter.