La Banda del Marameo

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La Banda del Marameo a cura di Loredana Parmesani & Patrizia Gillo Foto: Met Levi, Giorgio Thompson Hanno collaborato: Andrea Bortolon, Cristina Karanovic, Met Levi, Angelo Spettacoli, Antonio Battaglia, Carlo Bruschieri, Arianna De Stefani, Enzo Palazzoli, Andrea Rizzo, Enzo Spadon, Mina Tomella e tutti i componenti della Banda del Marameo.

Š 2019 Postmedia S.r.l. Milano Š Aldo Spoldi e Accademia dello Scivolo Book design: Studio Publica Copertina: Performance Il Naso 1968, Milano, Galleria Vittorio Emanuele (Foto Met Levi) www.postmediabooks.it ISBN ....................................


LA BANDA DEL MARAMEO a cura di Loredana Parmesani & Patrizia Gillo

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Accademia dello Scivolo

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Accademia dello Scivolo

Introduzione

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Loredana Parmesani

1968-1969: la Banda del Marameo, e comincia l’avventura.

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Mina Tomella

Aldo Spoldi 1968-1978

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Performances della Banda del Marameo

LA FARFALLA

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IL NASO

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LA SEDIA DI DANIELA

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LA pASSEggIAtA DI UNO SCEttICO

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LE mEmORIE DI UN CLOWN

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IL VEStItO DI ACQUA

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gIROtONDO, L’AggUAtO

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L’OmBRELLO DA pASSEggIO

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IL gIOCO COmE SImBOLO DEL mONDO

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mARAmEO, LA tOURNÉE mARAmEO, Documenti fonti a stampa English translation

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L’Accademia dello Scivolo, costituita nel 2007 a Bagnolo Cremasco, è un’associazione volta alla ricerca del bello sensibile. Una sfida patafisica all’uniformità del mondo globalizzato e una ludica antitesi all’Accademia di Belle Arti di Brera. È composta a banda, regolata da un goliardico statuto e mossa dal motto “Qui non si lavora, si gioca”. È finanziata prima con gli interessi maturati sull’acquisto in Borsa italiana, Piazza degli Affari Milano, di ETF Lixor Word Water su acqua e ETF ISS & Timber & Forest su boschi e poi con l’emissione di una sua propria moneta il Tallero Vascavolano coniato a Lugano nel 2016, una moneta convertibile in acqua del Pozzo. L’Accademia dello Scivolo ha come finalità una nuova economia. Si avvale inoltre della collaborazione di professionisti esterni e di giovani laureati in Belle Arti ai quali offre una prima, seppur modesta, verifica empirica delle loro tesi sostenute e dibattute nelle Accademie e Università precedenti.

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La Collana della costituenda Accademia dello Scivolo, curata da Loredana Parmesani & Patrizia Gillo, su decreto del Comitato Scientifico composto da Patrizia Gillo, Andrea Bortolon, Cristina Karanovic, Angelo Spettacoli e Met Levi, intende ricostruire il passato avventuroso che ha reso possibile la progettazione della suddetta Accademia. Un filo rosso congiunge la Banda del Marameo alla Casa Editrice Trieb e al Teatro di Oklahoma-Whisky Quiz, la Banca di Oklahoma Srl alla BDO Spa, Enrico il Verde ai Nuovi Nuovi, l’opera lirica Capitan Fracassa al Magico-Primario, le Società Ditta ai personaggi Virtuali (l’artista Cristina Karanovic, il filosofo Andrea Bortolon, il fotografo Met Levi, il critico d’arte Angelo Spettacoli), la Tromba delle scale alla Storia del mondo. La Collana intende raccontare non solo le avventure artistiche realmente accadute, ma anche le trasformazioni della società italiana che le hanno viste svilupparsi. Le origini di tutte queste avventure risalgono al 1968 quando Aldo Spoldi, all’epoca studente presso il Liceo Artistico Beato Angelico di Milano, decide di costituire la Banda del Marameo. Il Marameo è tuttora il simbolo principale del Dipartimento Vascavolano dell’Accademia dello Scivolo ed è anche la metafora dei mondi che la Collana intende mostrare, l’emblema principale che viene ceduto come portafortuna dal 1968 all’attualità. È armato dell’ironico sberleffo che il Teatro di Oklahoma-Whisky Quiz fronteggiò la body art e l’opera lirica Enrico il Verde sfidò il ritorno alla pittura della Transavanguardia. La Collana tratta di una storia ludens, di una ricerca patafisica difficile da afferrare. Una volta presa subito scappa via passionalmente, fa il punto ma poi fugge in una storia continua che promette nuove avventure. Dopo la pubblicazione che raccoglie i Giornalini dell’Accademia dello Scivolo, in questo volume viene presentata la Banda del Marameo. Il Comitato Scientifico dell’Accademia dello Scivolo, in conformità ad una sua precisa consuetudine, quella di dar corpo e di offrire ai giovani laureati una seppur modesta verifica empirica delle loro tesi sostenute e dibattute nelle accademie e università precedenti, intende con questo libro dare sviluppo ad una parte della tesi di Mina Tomella dal titolo “Aldo Spoldi 1968-1978” discussa presso l’Università degli Studi di Pavia. L’Accademia dello Scivolo ringrazia Mina Tomella, che a partire dal 2000 collabora alla documentazione fotografica dei progetti di Aldo Spoldi legati ai personaggi virtuali e all’Accademia stessa, per l’approfondita ricerca. Accademia dello Scivolo

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1968-1969: la Banda del Marameo, e comincia l’avventura. Loredana Parmesani

Bande armate dallo spirito rivoluzionario, mosse dal desiderio di un radicale cambiamento, da una irruenza creativa e da una vitalità esistenziale sono scese in piazza per mettere in discussione lo stato di cose esistente. La realtà tutta viene attraversata da uno spirito rivoluzionario che diviene un dato di fatto. Ogni ambito della vita sociale, politica, economica, culturale e privata viene messo in discussione e sottoposto ad una vera e propria ridefinizione secondo inediti parametri, nuove intuizioni e avventurose soluzioni. È il 1968! Si comincia! Gli anni sessanta ci appaiono come un decennio controverso, caratterizzato da linguaggi in forte contrapposizione. Un decennio diviso in due: da un lato il sogno della merce, la società dello spettacolo, l’euforia del grande numero, dall’altro il gran rifiuto, la ribellione e il desiderio di inventare un mondo nuovo. A fare da spartiacque un gesto ribelle e rivoluzionario che alla metà del decennio all’improvviso sovverte ogni regola e convenzione. Se da un lato, nella prima metà del decennio, è attiva un’anima “culturale”, intendendo con questo termine ciò che deriva dall’elaborazione intellettuale dell’individuo e della società, il complesso degli artefatti di una comunità, di cui la Pop Art è stata massima interprete, dall’altro, nella seconda metà, inizia a farsi avanti un’anima “naturale” intesa come fondamento dell’esistenza nella sua configurazione fisica e nel suo naturale divenire biologico, come l’Arte Povera ci ha mostrato con gli “animali i vegetali e i minerali che sono insorti nel mondo dell’arte” (Celant). Su un versante la ripresa economica nei paesi occidentali, già in atto dagli anni cinquanta, porta a nuovi modelli di vita, dove la gran quantità di merci prodotte, la loro diffusione attraverso i media in forte espansione e l’esasperato consumo che ne deriva, diviene caratteristica di uno stile di vita che ha come modello l’american way of life, sull’altro avviene una violenta reazione in ampi settori della società, che afferma la profonda necessità di una radicale riforma della cultura sociale e dei rapporti personali. Il fenomeno più eclatante di questa urgente esigenza di rinnovamento è rappresentato dalle rivolte giovanili e studentesche che già dai primi anni sessanta iniziano a farsi sentire, soprattutto negli Stati Uniti, nelle università e poi con il movimento hippy, e culminano in Europa con il “movimento del ‘68”. Non si vuole solo la fantasia al potere, la liberazione sessuale, il rifiuto dei consumi, la lotta dura senza paura e continua, i diritti dei giovani e degli operai. Si vuole molto di più. Si vuole una rivoluzione totale, ma “un popolo cambia con enormi sofferenze”. (Deleuze) In quegli anni tutto è sottoposto ad una radicale critica e al tentativo di un rivoluzio-

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ALDO SPOLDI 1968-1978 Mina Tomella Estratto della tesi discussa presso l’Università di Pavia Facoltà di Lettere e Filosofia A.A. 2015-2016 (Relatore Paolo Campiglio, Correlatore Sara Fontana)

Gli esordi 1968-1977 Originario di Crema Aldo Spoldi vive nella sua città e durante la formazione accademica si sposta quotidianamente a Milano, mantenendo uno stretto legame con la sua città natale, dove organizza performances divenendo un elemento attivo nel contesto sociale. In questo periodo conosce Loredana Parmesani che rimarrà una figura che lo accompagnerà per tutta la vita, esegeta e compagna di strada. Dalla fine degli anni sessanta il suo percorso artistico si avvicina all’arte concettuale e comportamentale, con la formazione di una scapigliata banda e le performances Il Naso e Marameo nelle pubbliche vie di varie città. In questi lavori Spoldi lega la protesta giovanile di impronta marxista agli happening artistici tipici della fine degli anni cinquanta. Cage, Rauschenberg si trovano così associati a Marx e Freud, Kaprow e Oldenburg a Marcuse e Adorno, superando la distinzione tra filosofia ed arte ed arte e vita con un divertito gioco capace di coinvolgere e sorprendere il pubblico. Dei suoi esordi artistici scrive il critico Loredana Parmesani: “La molteplicità dei linguaggi, la pluralità delle tecniche, la ricerca delle più svariate soluzioni formali caratterizzano il lavoro di Spoldi già a partire dalle prime esperienze dell’inizio degli anni settanta quando, utilizzando una logica che si è avvalsa di parti infinite di realtà, filtrata da una sottile ironia, realizza opere che sono soprattutto interventi nello spazio tridimensionale del mondo: la strada, la città, il territorio. Happenings, azioni teatrali per le strade cittadine, eventi che hanno come caratteristica il gioco e lo sberleffo sono i lavori del suo esordio artistico, dove l’elemento comune è la capacità di interagire con la realtà circostante”7. A questo proposito l’artista afferma: “Inizia l’avventura di essere fuori dal quadro: Rauschenberg, Fontana, Oldenburg, Kaprow, tutti volevano stare fuori dalla visione tradizionale, alla ricerca di un tentativo di fare un mondo diverso”8. L’elemento unificante del lavoro di Spoldi è, dunque, la “costruzione giocosa” che è legata all’attimo, all’istante, e con spirito giocoso costruisce la banda, le performances, i quadri, le geometrie, i personaggi virtuali, le case editrici, i libri. Nel 1969, da studente all’Accademia di Belle Arti di Brera inizia a progettare i personaggi virtuali: Giorgio Thompson, Patrizia Gillo, Laura Quarti, 7. L. Parmesani, La vigna delle arti. Fermenti naturali. Aldo Spoldi. Cristina Show, pp. 8-9, cit. p. 8. 8. Aldo Spoldi, intervista di M. Tomella del 7 aprile 2015: “da quando Rauschenberg, Fontana, Oldenburg, Kaprow, iniziano l’avventura di essere fuori dal quadro, paradossalmente tutti vanno al colorificio per comprare la tela, ma il quadro non c’è più”.

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18. Performance Il Naso, Galleria Vittorio Emanuele, Milano, 1968.

Studio per il quadro della serie Il Naso. La Banda del Marameo, 1968.

19. Quadro della serie Il Naso. La Banda del Marameo, 1968. Mediodensity, carboncino, grafite, china, tempera, letraset, collage, fissativo, 140 x 100 cm.

20. Performance Il Naso, Galleria Vittorio Emanuele, Milano, 1968.

21. Quadro delle serie Il Naso. La Banda del Marameo, 1968. Mediodensity, carboncino, grafite, china, tempera, letraset, collage, fissativo, 100 x 140 cm.

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La Casa editrice TRIEB e i personaggi virtuali di prima generazione Parallelamente al Marameo, Spoldi fonda la Casa editrice TRIEB in collaborazione con Loredana Parmesani, Pio Capodiferro, Annamaria Beccaria e i personaggi virtuali di prima generazione, gli stessi che prodotti nel 1971 dalla casa editrice TRIEB, acquisiscono ruolo, identità: Patrizia Gillo, curatore e redattrice della rivista “Trieb”; Giorgio Thompson e Laura Quarti10. La casa editrice è un’impresa o un’associazione, ma è anche un’istituzione economica la cui attività principale consiste nella produzione di libri o di testi stampati e la TRIEB, come una buona casa editrice pubblica e distribuisce manifesti, una rivista studentesca e libri curati esteticamente, che rivaluta in breve tempo ad un prezzo dieci volte superiore. Acquista le opere di artisti contemporanei come Andy Warhol e Alighiero Boetti. La pretesa di TRIEB è di stampare opere dove l’associazione testo/immagine non è di carattere narrativo, ma di genere emotivo ed estetico, il cui interlocutore è l’arte concettuale.

10. Nel 1996 la compagnia si amplierà con un progetto didattico di Spoldi all’Accademia di Belle Arti di Brera, nasceranno: l’artista Cristina Show, il filosofo Andrea Bortolon, il critico d’arte Angelo Spettacoli, il fotografo Met Levi.

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2 L’ATTIVITÀ PERFORMATIVA E TEATRALE, 1968-1975 Alla fine degli anni sessanta si respira un clima di rivoluzionaria trasformazione. In ambito artistico si manifesta una svolta innovativa con la ricerca di nuovi modi linguistici e varie sperimentazioni idonei ad esprimere i valori del contesto storico sociale. Aldo Spoldi consapevole delle nuove tendenze, in questo periodo sta studiando al Liceo Artistico Beato Angelico di Milano, città dove rimane anche negli anni successivi frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera, a contatto diretto con le novità in campo artistico. Spoldi descrive il nuovo sistema internazionale dell’arte nel suo libro Lezioni di educazione estetica: “La neoavanguardia intende riprendere i linguaggi dell’avanguardia interrotti da cause politiche e belliche dagli anni venti agli anni quaranta. Rimettendo in moto ricerche e linguaggi propri del futurismo, dell’astrattismo, del dadaismo, del surrealismo le neoavanguardie intendono lasciarsi alle spalle l’arte intesa come mestiere e lavoro secondo la concezione di “Novecento”. All’arte come recupero dell’antico oppongono la tradizione del nuovo. Nonostante si sviluppino in tutta Europa, le neoavanguardie trovano il loro terreno più fertile negli Stati Uniti. Nuovo centro dell’arte dopo il 1950 non è più Parigi, ma New York. L’action painting entra in scena dirompente e rumorosa assieme al rock and roll e alla gioventù bruciata. Il gesto assoluto e incondizionato di Pollock, mentre porta a compimento le tecniche automatiche del surrealismo e accompagna le filosofie negative dell’angoscia di Heidegger, Sartre, Jaspers, non esita a trovare un riscontro nello scacco, nel fallimento del vivere per la morte della gioventù bruciata. Action painting, rock and roll e James Dean sono certo le proteste contro l’ottimismo tecnico e la rispettabilità economica della società borghese, ma sono anche moda, foggia del vestire, costume che ingolosisce il sistema. Nasce così, assieme al sistema internazionale del disco, al sistema internazionale della moda, anche il sistema internazionale dell’arte. Se da una parte la prima neoavanguardia rappresenta la nausea che l’artista prova davanti alla progettazione tecnica e ottimistica dell’uomo, dall’altra introduce alla distribuzione massiccia e tecnica propria del sistema dell’arte. Nello stesso tempo in cui l’uomo si vota allo scacco, la gestione dello scacco si vota alla perfetta efficienza. Così James Dean sceglie come propria la decisione anticipatrice della morte in Porsche. La Porsche farà della morte di James Dean l’inconscio pubblicitario delle sue autovetture pericolose che scappano via dietro. Con la Pop Art il sistema dell’arte dimostrerà la sua piena efficienza. Una nuova internazionale è nata: il sistema dell’arte come multinazionale del giudizio, che non esita a sostituire la moderna autonomia dell’arte con la complessità sistemica postmoderna. Lo stesso pubblico, che il pensiero avanguardistico derideva e sbeffeggiava, diviene, nel sistema dell’arte super gestito, il garante del valore. Stessa sorte capita al giudizio, non è più l’arte che giudica il sistema, ma il

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sistema dell’arte che giudica l’arte. Infatti, la tecnica di giudizio applicata alle neoavanguardie è la tecnocrazia. Non è più il pensiero libero della filosofia con cui le avanguardie giudicavano il mondo, ma la stessa tecnica di gestione del supermercato. Nel loro sviluppo storico le neoavanguardie testimoniano anche le tappe, le sconfitte, le rivincite e la scomparsa dei grandi racconti estetici dell’uomo davanti al mondo della tecnica che li gestisce. In questo senso il corpo delle neoavanguardie può divenire il centro di un itinerario pedagogico-didattico che susciti l’interrogativo “ma è arte questa?”. Non è che il nostro cotechino, esterno agli interessi del supermercato, assurga al rango del sapere e, perché no, del potere. Visto che i dirigenti lavorano per mangiarsi il meglio: pittori della domenica, tenetevi pronti!”30. Aldo Spoldi alla fine degli anni sessanta e all’inizio dei settanta, esordisce con una fase concettuale e comportamentista, sperimenta con la fotografia immagini che avranno un influsso sul lavoro pittorico successivo. La sua “costruzione giocosa” si lega ad occasioni estemporanee e alterna performances e figurazioni pittoriche, reali immaginari e immaginazioni ludiche nei campi del reale e del virtuale.

46. Performance della banda del Marameo per le vie della città, Crema, 1968. I componenti della banda in azione sono Giorgio Bettinelli, Fabio Granata, Loredana Parmesani, Elio Spoldi.

30. A. Spoldi, Lezioni di educazione estetica. Manuale per divenire artisti, Editore Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea - Skira, Milano 1999, pp. 53-54.

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2.1 La Banda del Marameo La banda vestita da stracciona era già al di là del taglio della tela di Fontana del 1957, al di là dei Combine Painting di Rauschenberg e dell’Happening di Kaprow: era nella città e agiva nelle piazze cittadine con piccole trasgressioni, con minimi gesti ludici intendeva condizionare il mondo, rompeva il silenzio di John Cage. Un “buff”, un salto, un girotondo, un marameo, in tutto simili ad un battito di ali di una farfalla in oriente che può provocare un maremoto in occidente. La scrittura, i manifesti editi da Trieb accompagnano i gesti scherzosi. Le parole scritte fungevano da fanfara, tam tam da bandiera. Rappresentavano la teoria, il canto d’amore della banda del marameo. Aldo Spoldi

Nel decennio 60-70 Spoldi si avvicina all’arte concettuale e comportamentale con lavori caratterizzati da happenings e azioni teatrali per le strade cittadine, fondate su gioco e ironia come elementi di critica e di nuova coscienza del reale. Come negli Happening di Kaprow (1958) per il quale “tutto diventerà materiale per questa nuova arte concreta”, al pari delle azioni dello Zoo di Pistoletto del 1968-69, delle sue Performances Globe del 1966-68, Campo Urbano a Como il 21 settembre 1969, e i numerosi tentativi di riappropriazione pubblica degli anni settanta, anche Spoldi esce dallo spazio ristretto della tela e raggiunge la terza dimensione nello spazio reale, proprio come si comporta con i suoi quadri che sfondano la cornice per invadere altre superfici pittoriche: non distruzione della figura ma costruzione dell’immagine, abbattuti i confini pittorici. Tutto faceva parte di questa forma d’artespettacolo, anche le pubblicazioni di grafica, i testi, i volantini, i manifesti editi dalla casa editrice TRIEB che rappresentavano la teoria della Banda del marameo. Nel 1968 Spoldi, al Liceo Artistico Beato Angelico di Milano, fonda una scapigliata banda giovanile, che con lui si evolverà nel suo percorso artistico. La brigata agiva nelle città e nelle piazze cittadine con piccole trasgressioni e minimi gesti ludici, con l’intento di condizionare il mondo, come l’“Effetto farfalla”: “Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”31. Con la sua banda di studenti mette in scena “per gioco”, senza apparente intento politico, la performance Il Naso (Fig. 47) a Milano e, dal 1968 al 1975, la tournée del Marameo a Crema, Cremona, Milano, Piacenza, Lodi, Bergamo, Brescia (Fig. 46). Le performances sono però intrise di impliciti riferimenti antisistema. L’azione teatrale è un gioco progettato e preparato, un appuntamento in città, un environment, un accerchiamento, un girotondo, una geometria giocosa (come lo sarà nel ciclo di opere intitolato Geometrie), contemporaneamente gesto di guerra e di gioco, con il coinvolgimento dello spettatore che diviene interlocutore attivo e parte dell’opera. É una

31. Edward Lorenz, 1963, New York Academy of Sciences.

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“messa in scena” creata con oggetti di qualsiasi genere che costituiscono materia per una nuova arte, ma sono anche elementi connotativi, scelti per creare una composizione estetica nello spazio sociale: il volantino stampato tipograficamente, i corpi abbigliati con vestiti “poveri” progettati e cuciti appositamente, il gesto del marameo o l’azione improvvisa di un salto, tutto contribuisce a costruire le figure che abbandonate le cornici si trasferiscono nelle strade cittadine. La performance Il Naso (Figg. 47-48-49), il cui titolo si ispira alla figura di Cyrano de Bergerac, è compiuta a Milano nella Galleria Vittorio Emanuele II. I personaggi irrompono nel luogo di ritrovo della borghesia milanese. Come dei clown o dei folletti, vestiti con abiti colorati, o avvolti da cellophane, indossando un casco da motociclista, compiono il gesto di un salto accompagnato da un urlo di gioia, elementi che prevedevano la provocazione e la reazione del pubblico, gente comune o autorità, che in questo modo diventano parte di una nuova immagine. La performance del Marameo è spiegata da Spoldi in un’intervista: “Il Marameo è il gioco dell’agguato che viene progettato e preparato. L’agguato ha come scopo lo stare in guardia, (come dice ‘E il topo’32 ), e come fine, (come dico io), il mettere in guardia lo spettatore. É un appuntamento al di là della tela tagliata di Fontana, un appuntamento in città. Il Marameo altro non è che una pennellata che salta davanti alle persone vestite uniformemente, un colpo di colore che condiziona il tutto sociale. La tournée del Marameo? É la pennellata che indovina anche l’atto manageriale della città in divenire”33. Le prime tournée del Marameo sono del 1968 e vengono documentate fotograficamente dal personaggio virtuale Giorgio Thompson, psichiatra amante della fotografia; dal 1971 la comunicazione mediatica dell’happening si estende anche sui giornali. Gli artisti, consapevoli dell’importanza dell’aspettativa dell’evento in sé e dell’aspetto manageriale, invitano appositamente i giornalisti a partecipare al racconto34. La provocazione pubblica nel fare il gesto del “marameo” ai passanti risulta “giuoco poco gradito” e porterà i vigili urbani a redigere ad Aldo Spoldi il Verbale di Contravvenzione del 9 maggio 1971 per violazione agli Artt. 98 e 88 comma F, del Regolamento di Polizia Urbana. La multa viene serigrafata all’Accademia di Belle Arti di Brera dal Prof. Fernando De Filippi, in un numero di copie limitato. La contravvenzione diventa l’opera che testimonia il giudizio dell’istituzione, una delle serigrafie sarà acquistata dai vigili stessi che l’avevano redatta, divenendo scambio economico (Fig. 57).

32. “Artribune”, intervista con “E il topo”. É ancora l’era dei gruppi?” […] E il topo non è né avanguardia né retroguardia. Forse di questi termini rimane solo la guardia,[…]. 33. Intervista a Aldo Spoldi dell’8 aprile 2015. 34. I giornali sono stati raccolti nel cap. 6 “Documenti. Fonti a stampa”.

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Questo modo di fare arte, inteso come operazione nella quale l’azione del corpo diviene l’opera, il “comportamento”, o “body art”, o “performance”, le cui ascendenze rimontano ugualmente in esperienze futuriste, dadaiste, e surrealiste, ma anche del Teatro della crudeltà di Artaud, ha goduto negli anni settanta in Italia di forte attenzione critica. Tra le pubblicazioni il volume di Inga Pin del 1978, Performances, Happenings, Actions, Events, Activities, Installations…35 che in una visione internazionale prende in considerazione, in un arco di quasi due decenni, i sessanta e i settanta, il lavoro degli artisti italiani tra i quali figura Spoldi.

47. Performance Il Naso, Milano, Galleria Vittorio Emanuele, 1968. Fotografia di Giorgio Thompson (alias Aldo Spoldi).

35. Inga-Pin (a cura di), Performances, Happenings, Actions, Events, Activities, Installations, Mastrogiacomo editore Images 70, Padova 1978: n. 104.

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48-49. Sergio Calatroni, Giuseppe Girardi, Elio Spoldi, nella performance Il Naso, Milano, Galleria Vittorio Emanuele, 1968. 50. Giorgio Bettinelli, Loredana Parmesani, nella performance Il Marameo, Milano, 1968. 51. Loredana Parmesani nella performance Il Marameo, Piacenza, 1971. 52. Giorgio Bettinelli nella performance Il Marameo, Pandino, 1971. 53. Giorgio Bettinelli, Loredana Parmesani, Elio Spoldi, nella performance Il Marameo, Crema, 1971. 54. Loredana Parmesani nella performance Il Marameo, Cremona, 1971. 55. Loredana Parmesani nella performance Il Marameo, Milano, 1971.

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2.4.1 I personaggi virtuali di prima generazione Aldo Spoldi nel 1969, da studente all’Accademia di Belle Arti di Brera, inizia a immaginare una serie di personaggi virtuali, nel 1971, la casa editrice TRIEB, come istituzione economica, li produce conferendo loro un’identità e un ruolo. Questi frammenti di “io” sono uno dei linguaggi di cui si avvale Spoldi, plurali identità, “mobili, fluide, variabili, intercambiabili”47 che lo affiancano e prendono vita con performances, pubblicazioni e mostre. Come nell’esperienza avanguardista della Bauhaus, la “compagnia” composta come un gruppo di ricerca si propone di “fare arte come collettiva educazione estetica del mondo” 48. I personaggi hanno molteplici linguaggi e competenze che “si intersecano, si sovrappongono, si sviluppano l’uno dall’altro o confluiscono nell’altro, nel desiderio di costruire un nuovo soggetto artistico”49. Patrizia Gillo è concepita come curatore e critico d’arte; Giorgio Thompson come psichiatra, pugile e amante della fotografia; Laura Quarti come romanziere. Questi primi personaggi virtuali sono accomunati dallo stesso clima culturale, si formano sullo sfondo dei testi di Marx e Marcuse, Adorno e la Scuola di Francoforte, Lacan e Reich. Unendo Marx e Reich, la rivoluzione del materialismo storico diviene sinonimo della rivoluzione sessuale e dell’emancipazione della donna. Partecipano alla fondazione della casa editrice, alla rivista TRIEB e al libro del Teatro di Oklahoma, il cui stile letterario è condizionato da questi concetti. Collaborando a stretto contatto con Aldo Spoldi e Loredana Parmesani, prendono parte alle performances e alle mostre della Banda del Marameo. Inoltre nel 1977, Patrizia Gillo collabora alla mostra Trasversalità del di/segno politico (Fig. 85), tenuta presso lo Studio Marconi, nello stesso anno cura la mostra Quadrato Magico (Fig. 88) presso il Centro Culturale Collaborazione Automatica di Bagnolo Cremasco. Giorgio Thompson, appassionato di fotografia, documenta le performances e le mostre della Banda del Marameo. Nel 1977 realizza i bozzetti fotografici per Il Teatro di Oklahoma: Whisky quiz (Fig. 95), tali fotografie permetteranno a Thompson di confluire nel nuovo personaggio: il fotografo Met Levi. La fluidità dei personaggi virtuali consente di dare a ciascuno un passato, un presente, un divenire50.

47. L. Parmesani La vigna delle arti. Fermenti naturali. Aldo Spoldi, Cristina Show, p. 19, cit. p. 8. 48. IBIDEM 49. IBIDEM, p. 20. 50. Patrizia Gillo riappare: nel 2001 per il progetto didattico Happy Stage di Cristina Show e nel progetto Panchina vite di Torre Fornello. Dal 2007 è membro del comitato scientifico dell’Accademia dello Scivolo, nel 2012, 2013, 2016 collabora alla ricostruzione della Banca di Oklahoma. Come critico d’arte scrive sul “Giornale dell’Accademia dello Scivolo”. Giorgio Thompson firma le opere della Banca di Oklahoma. Collabora nel 2001 per il progetto didattico Happy Stage di Cristina Show e per il progetto Panchina vite di Torre Fornello. Dal 2007 è membro del comitato scientifico dell’ Accademia dello Scivolo. I personaggi virtuali di prima generazione si ritrovano e si frequentano, attualmente stanno lavorando all’opera L’Attacco, a cura di Serena Maccianti.

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86. Linea tratteggiata, 1969. Performance di Pierangela Lodetti nelle vesti di Patrizia Gillo in una fotografia di Giorgio Thompson (alias Aldo Spoldi). L’azione è ambientata nella campagna cremasca, sulla riva del fiume Serio. Il personaggio appositamente vestito con un cappotto blu scuro, contrasta con la linea bianca tratteggiata del latte versato dal contenitore di cartone Tetra Pak piramidale. Un oggetto e un’azione scelti e prelevati dalla vita quotidiana diventano il soggetto della fotografia, realizzata con una macchina Rolleiflex biottica utilizzando un lungo tempo di esposizione per ottenere l’effetto voluto. Elementi come il tratteggio e la forma piramidale della confezione Tetra Pak si collegano visivamente alle composizioni dei quadri della serie Il Naso. La Banda del Marameo (Fig. 61) e delle Geometrie (Fig. 68).

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3 IL MULTIPLO D’ARTISTA Ben venga Maggio…, 1977-1978 Il multiplo d’artista, tiratura in 20 esemplari, è anche il catalogo della mostra di Aldo Spoldi, Ben venga maggio…, esposto da Luciano Inga Pin alla Fiera di Basilea del 1977 e nel 1978 nella mostra realizzata presso la Galleria Il Diagramma Inga Pin. Il catalogo consente la ricostruzione dell’opera di Spoldi dal 1968 al 1977, attraverso le immagini delle performances Il Naso e Marameo e le pubblicazioni della casa editrice TRIEB. Luciano Inga Pin con la scatola/catalogo sceglie un’inedita soluzione formale per raccogliere le opere di un decennio del lavoro di Spoldi, modalità che rispecchia lo spirito di sperimentazione anticonvenzionale del contesto artistico. Come le scatole di Duchamp o quelle di Fluxus, ad esempio gli Eventi di Robert Watts (1963), che l’autore stesso definisce “Un formato sciolto che rende possibile mescolare o includere un universo di eventi in espansione53.” Aldo Spoldi scrive il testo di presentazione54 che esplicita la funzione della cartella in riferimento al contesto artistico e culturale di quegli anni. A partire dal titolo Ben venga maggio… che allude a quel maggio francese del ’68, come un momento di rivolta contro la società tradizionale. Scrive Spoldi: “Questa cartella sviluppa uno studio sui lavori di Robert Rauschenberg […]” in riferimento all’artista che, con i suoi combine painting, esce dalla concezione tradizionale del quadro, come pure fece Fontana in Italia con i suoi “tagli”. Non manca la citazione a Reich e a Marcuse per l’influsso esercitato da quei filosofi sugli ideali di quegli anni. “[…] Elementi nuovi sono qui contenuti: la scelta delle fotografie, la stampa in offset, l’opera che diviene pubblicazione, il titolo, i tagli delle immagini […] Per quanto riguarda gli scritti sono dedicati al non-senso che, come si sa, è imparentato con il senso. Mia intenzione era di usare la scrittura come abito: una performance che sia contemporaneamente caricatura dell’uomo dotto, dell’uomo politico, dell’intellettuale […]”. É superata anche la “suddivisione delle arti in generi”, per Aldo Spoldi infatti “Quadro, testo, economia sono come tre fratelli” e afferma “si può stare fuori in tanti modi, uno è con le immagini e uno con la scrittura”, che si manifesta nelle edizioni della Casa editrice TRIEB, di cui Aldo fu direttore, e che è anche impresa economica. L’Indice, “disegnato” da Aldo Spoldi, su suggerimento di Inga Pin, prelude all’evoluzione futura sul disegno, è da vedere come anticipo sulla mostra personale dell’anno successivo (1978) tenuta 53. H. Foster, R. Krauss, Y.A. Bois, B.H.D. Buchloh, Arte del 1900, Zanichelli, Bologna, 2006, p. 460. 54. Per il testo integrale della presentazione ved. Fig. 90.

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alla Galleria Il Diagramma (Fig. 91). La mostra intitolata La Commedia degli equivoci di William Shakespeare, include disegni in grande dimensione come Panca, Teatro, Siepe di rose, Scale, Scarpe, Borse, Attaccapanni.

89.

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IL NASO,

1968, milano, galleria Vittorio Emanuele (foto met Levi)











LA SEDIA DI DANIELA, 1968, Crema, piazza garibaldi (foto met Levi)





LA pASSEggIAtA DI UNO SCEttICO, 1968, Crema, Via mazzini, Via XX Settembre



IL VEStItO DI ACQUA, 1968, Crema, piazza Duomo (foto met Levi)



gIROtONDO, L’AggUAtO, 1968, Lodi, piazza Duomo (foto met Levi)





L’OmBRELLO DA pASSEggIO 1969, milano, da piazza Duomo a Via Brera (foto met Levi)



IL gIOCO COmE SImBOLO DEL mONDO 1969, Soresina (foto met Levi)
















Documenti, fonti a stampa

mARAmEO,

Fanno “marameo”, in “La Provincia”, 7 maggio 1971, p. 5 e particolare

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The Accademia dello Scivolo, founded in 2007 at Bagnolo Cremasco, is an association with the mission of searching for perceptible beauty. A pataphysical challenge to the uniformity of the globalized world and a playful antithesis of the Brera Academy of Fine Arts. It is organized as a band, regulated with exuberant bylaws and driven by the motto “Here we do not work, we play.” Its funding comes first from the dividends following the purchase on the Italian Bourse, at Piazza degli Affari in Milan, of shares of ETF Lixor Word Water and ETF ISS & Timber & Forestry, and then through the issuing of its own currency, the “Tallero Vascavolano” minted in Lugano in 2016, a currency that can be converted into well water.The Accademia dello Scivolo has the goal of creating a new economy. It also relies on the collaboration of external professionals and young Fine Arts graduates, to whom it offers an initial, though modest, empirical evaluation of their theses submitted and discussed previously at academies and universities.

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The publishing series of the nascent Accademia dello Scivolo, coordinated by Loredana Parmesani & Patrizia Gillo, by appointment of the Steering Committee composed of Patrizia Gillo, Andrea Bortolon, Cristina Karanovic, Angelo Spettacoli and Met Levi, sets out to reconstruct the adventurous past that has made the planning of the above-mentioned Academy possible. A red thread connects the Banda del Marameo to the Trieb publishing house and the OklahomaWhisky Quiz, the Bank of Oklahoma Inc. to BDO Spa, Henry the Green to the Nuovi Nuovi, the opera Captain Fracasse to the Magico-Primario, the SocietĂ Ditta to the Virtual characters (the artist Cristina Karanovic, the philosopher Andrea Bortolon, the photographer Met Levi, the art critic Angelo Spettacoli), the Stairwell to the History of the World. The series narrates not only the artistic adventures that really took place, but also the transformations of the Italian society in which they developed. The origins of all these adventures date back to 1968 when Aldo Spoldi, then a student at Liceo Artistico Beato Angelico in Milan, decided to form the Banda del Marameo. The Marameo is still the main symbol of the Vascavolano Department of the Accademia dello Scivolo, and it is also the metaphor of the words the series intends to illustrate, and the principal emblem that is bestowed as a good luck charm from 1968 to the present. Armed with an ironic jeer, the Theater of Oklahoma-Whisky Quiz approaches Body Art and the opera Henry the Green defies the return of the painting of the Transavanguardia. The series deals in a historia ludens, Pataphysical research that is difficult to grasp. Once snagged, it wriggles away, with passion, takes stock but then flees in a continuing story that promises to lead to new adventures. After the publication containing the Fanzines of the Accademia dello Scivolo, in this volume the Banda del Marameo is introduced. The Steering Committee of the Accademia dello Scivolo, in keeping with one of its specific practices, that of granting substance and offering young graduates a nevertheless modest empirical assessment of their theses prepared and discussed in previously attended academies and universities, intends with this book to further develop part of the thesis of Mina Tomella titled “Aldo Spoldi 1968-1978â€? submitted at the University of Pavia. The Accademia dello Scivolo would like to thank Mina Tomella, who starting in the year 2000 has collaborated on the photographic documentation of the projects of Aldo Spoldi connected with the virtual characters and the Academy itself, for her in-depth research. Accademia dello Scivolo

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1968-1969: the Banda del Marameo, and the adventure begins Loredana Parmesani

Armed gangs with a revolutionary spirit, driven by the desire for radical change, with a creative impetuosity and an existential vitality, take to the streets to challenge the existing state of affairs. Reality as a whole is crossed by a revolutionary spirit that becomes a matter of fact. Every sphere of social, political, economic, cultural and private life is called into question and subjected to a true redefinition according to unprecedented parameters, new intuitions and adventurous solutions. It is the year 1968! The fun begins! The 1960s appear to us as a controversial decade, marked by forcefully oppositional languages. A decade divided in two: on one side, the dream of goods, the society of the spectacle, the euphoria of big numbers; on the other, the great rejection, rebellion, the desire to invent a new world. The watershed is a rebellious, revolutionary gesture that halfway through the decade suddenly overturns every rule, every convention. While on the one hand, in the first half of the decade, there is a “cultural” spirit, where this term indicates something derived from the intellectual elaboration of the individual and the society, the entirety of the artifacts of a community, for which Pop Art was the finest interpreter, on the other, in the second half, a “natural” spirit began to advance, seen as the foundation of existence in its physical configuration and its natural biological becoming, as Arte Povera demonstrated with the “animals, vegetables and minerals [that] take part in the world of art” (Celant). On one side the economic rebound in the western world, already in progress in the 1950s, brings new models of life, where the great quantity of goods produced, their spread through the media in rapid expansion and the resulting exaggerated consumption, becomes the characteristic of a lifestyle whose model is the so-called American way of life. On the other, a violent reaction takes place in large portions of the society, asserting the profound need for a radical reform of social culture and personal relationships. The most obvious phenomenon of this urgent need for renewal is represented by the youth protests that already in the early years of the 1960s were starting to spread, especially in the United States, in the universities and then with the hippie movement, culminating in Europe in the “movement of ’68.” The demands covered not only power to the imagination, sexual liberation, rejection of consumption, and the intrepid ongoing struggle for the rights of young people and workers. Much more was at stake. The goal was a total revolution, but “a people can only be created in abominable suffering” (Deleuze). In those years everything is subjected to a radical critique and an attempt at revolutionary change. Roles are subverted in the name of a desire for independence and freedom. These are the years in which a new feminine figure emerges, one that wants to abandon the etiquette of formal respectability in favor of greater expression of an emancipated lifestyle. Herbert Marcuse, in one of his masterpieces, Eros and Civilization, formulates the idea of liberating the society from consumption, starting from Freud and passing through the Marxist experience, suggesting the hypothesis of a non-repressive society in which the deceptive world of consumption can be replaced by a less restrictive world based on a rediscovered erotic dimension. In philosophy, in Italy Croce and Gentile are attacked through the texts of the furious Marx and Lenin, the authoritarian personality, the Christian Democracy party and capital tremble in the 141


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