Scolpire la notte. Collettivo Borderlight

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"Ci sono notti che non accadono mai" Alda Merini


Scolpire la notte a cura del Collettivo Borderlight @collettivoborderlight www.borderlight.space © 2019 Postmedia Srl, Milano Contributi di: Nicola Ciancio e Simona Da Pozzo, Sara Bramani e Valentina Mutti, Gabi Scardi, Stefano Serusi e Collettivo Borderlight Coordinamento editoriale: Simona Da Pozzo Revisione editoriale: Caterina Grimaldi, Isabella Mara Progetto grafico e impaginazione: Cecilia Di Gaddo Photo editing: Emilia Castioni Stampa: Tipolitografia Lucchi, via Enrico Cialdini 82, 20161, Milano Fotografie: © Blanka Studio: pagina 63; © Lorenzo Bruscaglioni: pagina 59; © Emilia Castioni: pagine 2, 8, 9, 14, 18, 19, 22, 28, 34, 35, 54, 65, 67, 68, 71, 72, 75, 77 © Simona Da Pozzo: pagine 5, 6, 10, 13, 16, 17, 20, 24, 27, 31, 33, 38, 41, 44, 48/49, 50, 52, 53, 56, 58, 61 Mappa di Milano © DASTu, elaborazione grafica di Cecilia Di Gaddo: pagine XII-1 Immagine © Liliana Broussard / Opella, elaborazione grafica di Cecilia Di Gaddo: pagina 36 Pattern © Cecilia Di Gaddo: pagine 4, 12, 25, 27, 30, 32 www.postmediabooks.it ISBN 9788874902347


Scolpire la notte Collettivo Borderlight

postmedia books


Borderlight è un progetto prodotto da Non Riservato. L'ideazione dei moduli luminosi e la ricerca del progetto è del Collettivo Borderlight.

La ricerca e lo sviluppo del progetto di Monumento Diffuso sono realizzati in collaborazione e con il sostegno del Comune di Milano e dei suoi Municipi.

La piattaforma interattiva maps.nonriservato nasce dalla collaborazione del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano e del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Milano Bicocca con il Network Non Riservato, nel quadro del medesimo progetto di creazione del network. Un programma di

Borderlight è stato sviluppato attraverso una serie di tappe che hanno visto di volta in volta il sostegno di: contributo di Fondazione Cariplo e del suo programma Lacittàintorno; la partnership del Comune di Milano e contributo dei Municipi 2,3,4,5,6,7,8,9; il Premio Linea Blu della metropolitana milanese M4 e i festival sMART 2017, NESXT 2018, Kaymakli 2018. Il progetto è approdato sul territorio grazie alla collaborazione con: il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Milano Bicocca; le biblioteche civiche di Lorenteggio, Calvairate, Valvassori Peroni, Zara, Sicilia; la Civica Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi; Mare Culturale Urbano; le associazioni Mitades e Tingo Design; Villa Pallavicini; la cascina San Paolo; la Parrocchia della Madonna della Medaglia Miracolosa; Baggio in Festa; le scuole IITS Caterina Da Siena e ITSOS Steiner; i tirocinanti dell'Accademia Albertina coinvolti da NESXT.


Borderlight

Progettazione e sviluppo dei moduli luminosi: Emilia Castioni, Lorenzo Bruscaglioni, Isabella Mara, Alice Grassi Sviluppo e coordinamento installazioni temporanee e permanenti: Lorenzo Bruscaglioni Progettazione processo partecipativo: Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo Relazioni istituzionali: Simone Abbottoni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Irene Romagnoli Ricerca fondi: Nicola Ciancio, Lorenzo Bruscaglioni, Simona Da Pozzo Ricerca sponsor: Alice Grassi Coordinatore e curatore di avvio progetto: Nicola Ciancio Coordinatore progetto e curatela del Monumento Diffuso: Simona Da Pozzo Curatela delle mostre: BORDERLIGHT. CITY AS A VISION, Gabi Scardi SCOLPIRE LA NOTTE, Nicola Ciancio Curatori del talk: FAR LUCE. PRATICHE CHE RIVELANO LUOGHI E RELAZIONI, Gabi Scard, Nicola Ciancio CITY LIGHT ART, Lorenzo Bruscaglioni, Simona Da Pozzo Art Direction e Graphic Design: Cecilia Di Gaddo Documentazione e ricerca fotografica: Emilia Castioni Coordinamento della comunicazione: Isabella Mara Progetti didattici: Isabella Mara Editor mappe online: Giulia Di Cio


Indice


Premessa // Verso il Monumento Diffuso di Nicola Ciancio e Simona Da Pozzo Introduzione // Un processo notturno di Gabi Scardi

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Visione zenitale // Il processo come percorso nella notte

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Un anthropo-point nello spazio pubblico: arte, confini e uso della cittĂ di Milano di Sara Bramani e Valentina Mutti

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Una conversazione con il Collettivo Borderlight di Stefano Serusi

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Del vedere di Gabi Scardi

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Collettivo Borderlight


Verso il Monumento Diffuso

Nicola Ciancio e Simona Da Pozzo // Collettivo Borderlight


Nel 2015, quasi contestualmente alla nascita di Non Riservato e in linea con i suoi ideali di trasformazione della percezione e riappropriazione dello spazio pubblico, nascono da un gruppo aperto ed eterogeneo il Collettivo e il progetto Borderlight, a opera di Lorenzo Bruscaglioni, Emilia Castioni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo e Isabella Mara. Abbiamo da allora, grazie a un'alternanza di processi empirici e teorici, affrontato e rimesso in questione l’idea di luce intesa come indicatore di relazioni, bisogni e visioni; e quella di confine come elemento che limita la visibilità e l’attraversamento degli spazi. Abbiamo esplorato il valore estetico e politico della “luce”, nelle zone di frangia della città, come elemento che condiziona l’ambiente e di conseguenza le relazioni nello spazio pubblico. In un processo che scivola dal particolare al generale, e viceversa, integrando installazioni, azioni di mappatura, talk, laboratori, mostre, performance e installazioni, si è indagato il paesaggio notturno come un risultato di un chiaroscuro che articola gli spazi proprio in virtù delle ombreggiature. Non si può infatti parlare di luce senza esplorare il buio come luogo in cui intervenire, come condizione da evocare. Condizione che ci portato ad avere un’attitudine sottrattiva nella formulazione stessa delle installazioni. Il supporto del Comune di Milano e il confronto con l'Assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini, ci hanno permesso di accedere alle singole zone cittadine e innescare un forte dialogo con il territorio. Inoltre il coinvolgimento nel programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo, che agisce nelle zone ai bordi fisici della città, ci ha permesso di finalizzare le prime due installazioni permanenti del Monumento Diffuso, e di dar corpo a momenti di sguardo d'insieme sul processo con una mostra, due talk e la presente pubblicazione. Oggi, questo libro cristallizza il passaggio dalla pratica artistica



di scambio con il territorio, effimera e temporanea, a una definizione formale e permanente del progetto. In queste pagine raccogliamo punti di vista, immagini e testi sulla ricerca realizzata, con i suoi obiettivi, ambiguità e fragilità, a testimonianza del farsi di un'opera ambiziosa come quella del Monumento Diffuso, consci del discostamento che l'attuazione di un processo provoca sulle idee originali. L'introduzione e il testo critico di Gabi Scardi, curatrice della mostra Borderlight. City as a Vision e co-curatrice del talk Far Luce. Pratiche che rivelano luoghi e relazioni, fotografano e situano la nostra ricerca artistica all'interno dell'orizzonte contemporaneo. La pubblicazione si apre con il capitolo Visione Zenitale dove le immagini risultanti dalle nostre ricerche artistiche, sia come Collettivo che come singoli, si alternano per restituire le pieghe del paesaggio notturno milanese. La conversazione intrattenuta con Stefano Serusi, artista e osservatore puntuale della scena artistica attuale, pubblicata su "Cerchio Magazine" e qui proposta in parte, restituisce l'aspetto relazionale e fluttuante del progetto permettendo di dare corpo agli aspetti più sotterranei ed episodici del processo. Nel capitolo Un anthropo-point nello spazio pubblico, è raccolta la ricerca delle antropologhe Sara Bramani e Valentina Mutti, frutto della collaborazione con l'Università di Milano Bicocca, nata nel 2015 sotto la guida del professor Vincenzo Matera. Collaborazione sostanziata nell'osservazione del processo partecipativo grazie al coinvolgimento degli studenti del Laboratorio di Antropologia Visuale del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale della Bicocca. Il Collettivo Borderlight dedica questo libro a tutte le persone che hanno contribuito a creare i paesaggi notturni racchiusi tra queste pagine e a tutti quelli che continueranno a esplorare e a mettere in discussione, con e senza di noi, i confini.

Temp#18 Installazione luminosa temporanea, Condominio-Museo ViaDellaFucina 16, Torino. Intervento realizzato nell'ambito di NESXT 2018


Un processo notturno

Gabi Scardi


Borderlight è un progetto nato dalla scelta di rappresentare la città nelle sue sfaccettature, illuminandone aspetti eccentrici o inosservati, nella convinzione che l’attenzione possa essere il valore da cui far scaturire nuovi modelli per la convivenza e un presente più vivibile. Più in particolare, è consistito in un’indagine sul rapporto tra gli abitanti e la città basata su una mappatura collaborativa. Si è concretizzato in un viaggio, accompagnato da una disseminazione di eventi, attraverso il paesaggio urbano notturno dell’area metropolitana milanese, anche nelle sue parti decentrate e di recente espansione. Borderlight ha toccato gli otto Municipi di Milano. La base del processo è consistita nell’individuare, per ciascun Municipio, un luogo dell’area, considerato particolarmente sensibile. I punti rilevanti delle diverse zone sono stati identificati sulla base di segnalazioni raccolte presso i cittadini. Il processo di raccolta delle informazioni è avvenuto con l’appoggio di municipi, biblioteche, associazioni e di altre realtà attive sul territorio. Una volta individuati i luoghi, uno per zona, gli interventi hanno visto la collocazione di una serie di moduli luminosi installati, temporaneamente, fra i palazzi, sui tetti di edifici, nei giardini e in altri luoghi. Questi moduli, articolati in maniera sempre diversa a seconda del luogo cui erano destinati, hanno segnato il paesaggio notturno, come landmark, catalizzando l’attenzione e le energie degli abitanti di ciascuna area. Si sono trasformati in punti di riferimento e di aggregazione. L’assunto di partenza è stato che ciò che si nasconde può essere più importante di ciò che si vede. Così, in una Milano dominata, al pari di molte altre città, dall’illuminazione elettrica “a giorno”, del tutto innaturale, ma ormai quasi onnipresente, si è scelto di esplorare un aspetto trascurato, e spesso malinteso, soprattutto


in città: quello del buio; che è stato letto come dimensione da svelare per poter restituire alla città la sua interezza; per riuscire a reintegrarvi aspetti insufficientemente considerati; che si tratti di margini economici e sociali, delle tracce labili di eventi storici o di traumi rimossi, di aree di riserbo fluide, imprendibili, destinate per questo a restare residuali. Borderlight si è quindi venuto a configurare come un’iniziativa corale, di scala urbana e di lunga prospettiva, intrinsecamente nomadica, composta da una serie d’interventi che vedono al centro il tema della luce, variamente declinato; ma sempre inteso come possibilità di aprire nuovi spazi agli occhi, alla vista; l’oscurità, d’altra parte, è letta tanto come area del sottotraccia quanto come area di protezione: un deposito in cui sono custodite istanze che per essere percepite attendono di essere illuminate e richiedono una visione più attenta, più profonda. Ombra e luce non sono dunque intese come antitetiche, ma come reciprocamente necessarie. La sfida è a percepire ciò che l’ombra, velatamente, porta con sé. Borderlight si è svolto per volontà del collettivo omonimo, nell’ambito dell’attività di Non Riservato: un contesto improntato all’elaborazione condivisa di progetti di ricerca e di sperimentazione, e alla messa in opera delle condizioni necessarie al loro svolgimento. Sin dal primo momento l’iniziativa ha coniugato tensione progettuale, intento artistico, indagine territoriale e una decisa vocazione all’interdisciplinarietà; ha implicato una riflessione su termini quali progetto, metodo, pratiche, gruppi, collettivi, reti, organizzazione, strumenti. Pratica individuale e collettiva vi si sono sempre intersecate. Il progetto si è configurato come un percorso contrassegnato da grande spirito di collaborazione. Nell’interazione si è però voluto anche salvaguardare il linguaggio personale di ognuno dei componenti del gruppo, e nello stesso tempo sfruttarne a fondo apporti, connessioni. Sotto il nome Borderlight si sono riuniti artisti, designer e teorici, ognuno dei quali ha portato con sé le proprie sensibilità, conoscenze, competenze e capacità tecniche. I partecipanti del Collettivo più attivamente coinvolti sono Lorenzo Bruscaglioni, Emilia Castioni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo, Isabella Mara. La loro complementarietà è emersa in ogni fase del lavoro. Nell’ampio periodo di tempo del suo svolgimento, peraltro ancora in corso, l’iniziativa ha comportato un’immersione diretta nella realtà di riferimento e un lavoro di organizzazione e di accompa-


gnamento, di contatti, di relazioni, di persuasione, di scambio, e la messa in campo di competenze tecniche e di qualità empatiche. Ha compreso diverse fasi di lavoro sul territorio e, a partire dai numerosi sopralluoghi, ha stimolato pratiche partecipative, laboratori, talk e installazioni. Benché le loro modalità operative siano diverse, i membri del Collettivo sono stati accomunati da un approccio in presa diretta rispetto al tessuto vivo della città, e da un atteggiamento ricettivo e sensibile nei confronti delle invisibili infrastrutture di storie, aspettative ed esigenze che la compongono. Tra i momenti centrali del percorso di accompagnamento teorico c’è stato il convegno di approfondimento Far Luce. Pratiche che rivelano luoghi e relazioni, a cui hanno partecipato protagonisti italiani e internazionali, tra i quali, oltre al Collettivo Borderlight stesso, l’architetto e ricercatore Nicholas Anastasopoulos, l’artista Maria Papadimitriou e il duo Bianco-Valente, le artiste e fondatrici dell’impresa sociale The Brick Box, Eleanor Barrett e Rosie Freeman; il critico Pietro Gaglianò, il ricercatore del DAStU di Milano Jacopo Lareno Faccini. L’incontro, di grande vitalità, si è svolto a Villa Pallavicini, nel cuore del quartiere milanese di Crescenzago. Far Luce ha riguardato il modo in cui gli interventi artistici possono agire concretamente sul tessuto socio-urbano, fungendo da segnalatori di dinamiche e realtà sommerse. Si è quindi focalizzato sul tema dello svelamento di luoghi, relazioni, necessità. Ha contribuito a contestualizzare il progetto nell’ambito delle pratiche e delle teorie artistiche attuali traghettandolo verso un momento di restituzione con la mostra dal titolo Borderlight. City as a Vision.

Nelle pagine successive una mappa restituisce l'impatto del progetto sul territorio milanese; a ogni punto sulla mappa corrisponde un paesaggio notturno su cui i cittadini vorrebbero intervenire tramite Borderlight


Visione zentitale: il processo come percorso nella notte

del Collettivo Borderlight






Magazzini Raccordati Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze; via Sammartini, Gioia Ponte Seveso Fotografia digitale

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Temp#11_M3 Installazione luminosa Biblioteca e Auditorium Valvassori Peroni via Valvassori Peroni 56, Lambrate Visione Periferica #Lambrate (dittico) Fotografie digitali



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Nosedo Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze Cascina Nosedo via S. Dionigi 80, Corvetto Stampa su duratrans, 50 x 75 cm


Passante Ferroviario Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze viale Mugello, Porta Vittoria Fotografia digitale


Temp#12_M5 Installazione luminosa Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi via Salasco 4, Ticinese, viale Bach, Parco Ravizza Visione Periferica #12 Fotografia digitale





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Pattern #6b Pattern digitale desunto dalla carta topografica cittadina; via Inganni, via delle Margherite, via delle Mimose, via Cascina Corba, via degli Astri, Inganni

Protaso Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze Oratorio di San Protaso via Lorenteggio, Lorenteggio Stampa backlit su plexiglas, 20,2 x 21,3 cm

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Cippo Partigiano Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze via Ludovico il Moro, Rocchetto sul Naviglio Stampa backlit su plexiglas, 34,7 x 37,3 cm

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Pattern #6a Pattern digitale desunto dalla carta topografica cittadina; via Lorenteggio 35/39, Giambellino


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Temp#2_M7 Installazione luminosa Cascina Torrette di Trenno Mare Culturale Urbano via Giuseppe Gabetti, 15 Opera in collezione privata Visione Periferica #Trenno Fotografia digitale

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Alfabeti Ritratto/paesaggio della serie Luminescenze via Abbiati 4, San Siro Stampa backlit su plexiglas, 22,6 x 24,8 cm

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Pattern #6c Pattern digitale desunto dalla carta topografica cittadina; via dei Giaggioli, via dei Gigli, via dei Giacinti, Primaticcio



Temp#10_M8 Installazione luminosa Mercato Comunale San Leonardo, Gallaratese Visione Periferica #Gallaratese Fotografia digitale


Temp#6_M9 Installazione luminosa Passaggio tra via Butti e via Guerzoni, Dergano Visione Periferica #Dergano Fotografia digitale


Un anthropo-point nello spazio pubblico: arte, confini e uso della cittĂ a Milano

Sara Bramani e Valentina Mutti


Simbolizzare i confini La ricerca autunnale del Collettivo Borderlight nasce con l'intento di coinvolgere gli abitanti di Milano nell'identificazione di zone considerate di "confine" nelle quali portare le opere luminose del progetto, sulla quale intendiamo qui presentare una prima traccia analitica. “Trasformare luoghi di passaggio frettolosi in luoghi di incontro e socializzazione”: questo è lo slogan con cui Borderlight viene lanciato nell'aprile 2016 al Ponte delle Gabelle di Milano (un tunnel che segna il passaggio dal quartiere Moscova/Brera all'arteria di via Melchiorre Gioia) per proseguire con una serie di azioni progettuali che hanno coperto quasi l'intero territorio cittadino, anche attraverso una collaborazione iniziata nel settembre 2017 con l'Assessorato alla Partecipazione del Comune di Milano e a cascata con i singoli Municipi milanesi (dal 2 al 9) escludendo solo il centro (la zona 1). Un primo rilievo interessante va fatto in rapporto al carattere aperto, flessibile e cangiante dell'impianto progettuale di Non Riservato, network di cui il Collettivo fa parte, che è andato via via sviluppandosi. Il carattere di work in progress che Non Riservato ha assunto fin dal suo inizio ci sembra un elemento fondamentale per comprendere non solo la tipologia delle relazioni tra i suoi membri e diversi soggetti pubblici coinvolti, ma anche il contributo che abbiamo fornito da una prospettiva antropologica. I confini stessi del progetto Borderlight nel tempo si sono ampliati e sono diventati permeabili: ed è su questo confine (allo stesso tempo disciplinare, di campo e azione) che si è posizionato il nostro intervento. La disciplina antropologica si è a lungo occupata della nozione di confine nelle sue diverse e connesse manifestazioni: spaziali, sociali, simboliche e culturali. La distinzione tra spazio abitato, sicuro e ordinato (in altre parole umanizzato) e spazio “altro” (caotico, pericoloso, disumanizzato) è una delle prime manifestazioni spaziali che rivela la profonda interdipendenza tra dimensione spaziale e dimensione culturale (Lévy, Segaud, 1983). Tracciare e simbolizzare i confini, ovvero stabilire somiglianze e differenze, è una delle operazioni fondanti di ogni tipo di identità sociale (Cohen, 1985), così come nella contemporaneità è il contatto che produce un ripensamento delle differenze (Gupta, Ferguson, 1992; Matera, 2017).

In apertura: Pattern Reality Overlay Studio digitale per Facade 2672 di Cecilia Di Gaddo, fotografia di Liliana Broussard / Opella

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Nel progetto, l’identificazione di “aree” di confine è stata propedeutica alle azioni performative “luminose”, ovvero le installazioni, venendo a creare una tensione necessaria tra la dimensione del buio, dell’oscurità e quella della luce Il nostro sforzo è stato innanzitutto quello di non dare per scontato le definizioni (prima tra tutti, quella di confine) e di chiederci che senso tutti i soggetti coinvolti gli attribuivano; a partire dalle voci raccolte dai fruitori e dai partecipanti delle azioni artistiche proposte dal Collettivo, abbiamo riproposto un'analisi antropologica di alcune nozioni-chiave del progetto, quali luce/buio, soggetto/ contesto, territorio-percorsi-attraversamenti, spazio-modo d'uso della città. Costruire un anthropo-point La dimensione performativa delle azioni di Borderlight e di Non Riservato in generale ci ha portato a ideare un dispositivo altrettanto "performativo" di osservazione della partecipazione, che abbiamo denominato anthropo-point, costituito da una videocamera e un piccolo staff di antropologi: in questo modo, si è voluto sperimentare un metodo che potesse non solo documentare il progetto ma anche agire all'interno degli eventi realizzati, in sinergia sia con gli artisti sia con i soggetti interessati, inoltre, alla trasformazione di alcune aree dei loro quartieri. Risulta qui utile riferirsi alla nozione di “riflessività performativa” di Turner (1993), termine con cui si definisce la condizione in cui un gruppo riflette su sé stesso e sulle relazioni (simboli, significati, ruoli, strutture sociali, regole, credenze e valori) che concorrono a formare gli “io pubblici” dei propri membri. La dimensione performativa non è pensata da Turner come il riflesso di una realtà, ma come un agente attivo del cambiamento: un’esperienza elaborata, artificiale e culturale, un’opera mediata e volontaria in cui i media comunicano contenuti culturali nei modi e nelle forme proprie a ciascuno di essi. Si è trattato dunque di contribuire alla creazione di uno spazio liminale attraverso il quale sperimentare, in sinergia con gli artisti, dei nuovi rapporti (percepiti, vissuti) tra i soggetti e i territori in questione. L'idea era quella di contribuire a creare, con la nostra presenza, un pezzo stesso dell'evento: il dispositivo andava a inserirsi all'interno dell'azione artistica, rendendo anche noi partecipi del “qui e ora” voluto dagli artisti. È in questa direzione che si è reso necessario ripensare alla nozione di “campo” (e di ricerca), così come è stata intesa da una lunga tradizione disciplinare, con l'obiettivo di scegliere una metodologia che potesse comunicare criticamente con il carattere performativo degli eventi. Come Sarah Pink (2007) ha osservato, è possibile utilizzare gli stru-


menti e le teorie dell'antropologia visiva in forma applicativa ricavando informazioni etnografiche che non sono rivolte a un pubblico necessariamente accademico. L'approfondimento etnografico è stato dunque volutamente parte del processo di significazione culturale, sociale e simbolica agito attraverso le azioni progettuali. “Scolpire la notte” di San Siro Intendiamo ora soffermarci sul caso-studio degli interventi di Borderlight nel quartiere San Siro, che si è sviluppato nel corso di quattro serate: la prima di inaugurazione e presentazione presso Mare Culturale Urbano, scelto dai promotori come “luogo intermedio” nella periferia, raggiungibile e già conosciuto, con un proprio bacino di frequentatori. L'obiettivo era quello di raccogliere tramite una mappatura collaborativa segnalazioni da parte sia di cittadini che di soggetti associativi per poi scegliere dove realizzare la prima installazione luminosa (anche grazie a successivi incontri e workshop): in questa serata erano presenti alcuni rappresentanti di Associazioni della zona richiamati dall'iniziativa e desiderosi di portare l'opera all'interno di quegli spazi “di confine” nei quali erano già attivi. Le segnalazioni più rilevanti sono state quelle nelle quali si sono poi svolte le successive serate. Data la buona affluenza di pubblico, abbiamo collocato due postazioni di anthropo-point lungo i margini esterni della cascina coinvolgendo il maggior numero di persone possibile nella ricerca dei “confini”. Oltre a chiedere loro quali fossero i confini percepiti nei differenti contesti, abbiamo cercato di elaborare una sorta di campo semantico di tipo collaborativo domandando quali associazioni di significato il termine confine producesse e quali emozioni suscitasse. È emersa prepotentemente la struttura paradossale inerente al termine, laddove questo prevede un'inclusione e al tempo stesso un'esclusione. A posteriori pensiamo che indagare la dimensione emotiva dell’esperienza fosse un primo tentativo di porre una maggiore attenzione a quelle che Cosards (1994) definisce “immagini incorporate”, ovvero il coinvolgimento delle modalità sensoriali nei processi immaginativi. “Confine come limite, sentirmi confinata a livello spaziale, psicologico, mi piace oltrepassare i confini come criterio, superare i propri limiti” (Giorgia, volontaria Associazione Alfabeti Onlus). “Soglia da attraversare, labile…camminare lungo i confini, per attraversarli, per sconfinare, ricucire, zig zag sia tra luoghi che tra proprie immagini e idee” (Silvia, Associazione Mitades). “Da varcare, migrazioni, confine emotivo, identità, ponte, fiume che è spesso un confine geografico” (Daniele, Asd Ring of Life). La dimensione frattale del confine richiama alla mente Wilson

Passeggiata Luminescente Sequenza di scatti realizzata durante la fase test del progetto a Cascina Case Nuove

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Quartiere Morivione, viale Toscana, sopralluogo, aprile 2017

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illuminare al meglio i suoi prodotti di cosmesi per una televendita! Geniale... Nel Municipio 2, la ricerca di Borderlight ha visto il suo avvio nell'ambito del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo, con una prima indagine che dal quartiere Adriano si è espansa in diversi quartieri arrivando a toccare il rilevato ferroviario dei Magazzini Raccordati. Abbiamo realizzato le due installazioni luminose, una sul tetto della scuola elementare di largo Bigatti e l'altra nel campo da bocce di Cascina San Paolo, grazie alla partecipazione di cittadini e studenti universitari al laboratorio di Illuminotecnica, tenuto da Lorenzo nei giorni che hanno preceduto la festa Rompiamo le righe. Nei luoghi dove abbiamo realizzato i laboratori, abbiamo conosciuto un universo parallelo di relazioni e modalità di vivere un quartiere e ci siamo fatti rapire a più riprese dall'energia dell'incredibile Signor Giusto. Adriano è un quartiere dove gli abitanti aleggiano invisibili e veloci nello spazio pubblico per farsi riassorbire il più velocemente possibile dal proprio giardinetto condominiale o dalle attività della megaparrocchia. La moltiplicazione dei luoghi si è rivelata essere un ottimo metodo che ci ha permesso di ritornare in zona 7, a ovest e nordovest della città, con una serie di azioni sparpagliate su più quartieri: da Baggio a San Siro, da Figino a piazza Sicilia, lasciando per tutto il periodo l'installazione a Cascina Torrette, Mare Culturale Urbano, come cuore pulsante dell'azione. Tornare in autunno a sviluppare l'azione iniziata a primavera, ci ha naturalmente permesso di approfondire il lavoro culminando nel grande coinvolgimento degli amanti di Cascina Case Nuove e degli abitanti di via Abbiati. Due luoghi, due dinamiche, due universi completamente diversi entrambi vicini allo


Quartiere Baggio, Festa LUCI-A, intervento realizzato da Lorenzo Bruscaglioni con i partecipanti al workshop di Illuminotecnica

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stadio di San Siro. Un momento kusturichiano si è prodotto grazie all'associazione Alfabeti: dopo aver coinvolto più di 80 persone nella segnalazione di via Abbiati, è stata artefice del coinvolgimento di una trentina di persone, eterogenee per età e provenienza, nel laboratorio di creazione di lanterne luminose a cura di Cecilia Di Gaddo. Qui abbiamo passato qualche ora a realizzare lanterne con un gruppo foltissimo di persone. Ognuno ha lavorato condividendo le proprie preferenze musicali e così ci siamo goduti sia il ritmo pop elettronico ossessivo di Omar Souleyman che le ballate strappalacrime di Juan Luis Guerra. Una volta realizzate le lanterne, il clan ha percorso le strade del quartiere, fino ad arrivare all'ex Trotto, camminando nella notte sotto la pioggia dicembrina, arrestandosi ogni 2 per 3 per riaccendere le candele che si spegnevano. Due chilometri attraverso il nulla notturno tipico delle zone residenziali con casse audio al ritmo di Rachid Tahaya Rayeh. Se in municipio 7


Via Salasco 4, Porta Lodvica, Bocconi, ex-guardiola della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi durante l’allestimento dell'opera temporanea Temp#12_M5

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le azioni sono state numerose e disseminate, nell’8 sono state realizzate tutte nello stesso quartiere, e concentrate tutte in un'unica giornata proprio per coinvolgere gli abitanti nell’atto di installare l’opera luminosa e rendere questo processo un momento condiviso. Avevamo accarezzato diverse possibilità tra Quarto Oggiaro, Villapizzone & Co, ma alla fine siamo tornati un po' alle radici andando a portare l'installazione sul tetto del Mercato Comunale San Leonardo in un quartiere in cui agiscono diversi membri del nostro network nonché Non Riservato stesso attraverso il progetto Gallab. Qui abbiamo anche lasciato una seconda luce “mobile” che l’associazione Mitades ha potuto utilizzare durante l’autunno in esterno in occasioni speciali tra cui la festa di quartiere. Smontare l'opera è stato in quel caso particolarmente straziante: i bambini che avevano contribuito a concepire e realizzare l’intervento ci sono rimasti male al coglierci in flagrante mentre la toglievamo. Quest'occasione è diventata quasi una nuova tappa del lavoro: un nuovo momento per raccontare e mediare il processo del progetto con il luogo. Speriamo di poter portare qui l’installazione definitiva un giorno! In via Valvassori Peroni abbiamo hackerato i tetti degli omonimi Biblioteca e Auditorium. L’installazione sul tetto della biblioteca si rivelava agli occhi dei passeggeri dei treni come una rapida visione enigmatica. La biblioteca si affaccia infatti sul rilevato ferroviario che delimita la città a ovest segnando un confine quotidianamente percorso da pendolari e viaggiatori. Per realizzare l'installazione sul tetto dell'auditorium abbiamo oscurato alcune luci per collocare Borderlight sulla facciata e dare tridimensionalità al luogo. Durante l’inaugurazione, la mappatura collaborativa è stata introdotta da un intervento speciale di Giorgio Uberti, storico dello spazio pubblico che non disdegna i tempi attoriali, che ha raccontato l’espansione concentrica tipica di Milano a partire dalle tracce rilevabili nel Municipio 3. Le ultime due installazioni sono state realizzate nella Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi dove siamo intervenuti nell’ex guardiola di questa bellissima architettura e nel giardino retrostante, punto di passaggio per gli abitanti della zona. Qui l’installazione è stata volutamente divisa su due livelli distinti e separati: da un lato il passaggio obbligato della guardiola con le sue propaggini fluttuanti che navigavano nel cortile d’ingresso. Dall’altra parte un affaccio su un crocevia nascosto della città: un vialetto che rende comunicanti due scuole del quartiere, il parco Ravizza, un giardino con tronchi di alberi segati: oplà un albero Borderlight con un paio di rami secchi pulsanti luce. A chiusura dell'intera indagine abbiamo dedicato un momento di sintesi e scambio dando vita a un talk internazionale a cura di Gabi Scardi e Nicola Ciancio: Far Luce. Pratiche che rivelano luoghi e relazioni.


Questo incontro informale ma denso di scambi si è svolto a Villa Pallavicini, un presidio culturale che si affaccia sulla Martesana segnando uno dei limiti del quartiere Adriano. Il talk è stato organizzato intorno a 4 tavole rotonde condotte da un artista e da una controparte teorica. Gabi e Nicola hanno infatti invitato artisti e ricercatori che intendono la pratica artistica come intervento mirato a rendere visibili luoghi e relazioni sul territorio. Tra gli artisti, c’erano Bianco-Valente (duo artistico, Italia), The Brick Box (collettivo artistico, Regno Unito), Maria Papadimitriou (artista, Grecia) e i sottoscritti. A mettere il pepe ai tavoli ci hanno pensato Nicholas Anastasopoulos (architetto e ri- cercatore, docente presso la National Technical University di Atene, Grecia) e Pietro Gaglianò (critico e curatore, Italia). Ma oltre a noi c’era un folto gruppo di practitioners di grande professionalità che hanno condiviso con noi le loro riflessioni sullo spazio pubblico a partire dalle nostre pratiche. Abbiamo condiviso esperienze, analizzato i nostri strumenti, le tattiche mimetiche e le strategie per salvaguardare l’entusiasmo. Lo sguardo d'insieme sulla città è il tratto fondamentale della vostra idea di Monumento Diffuso, caratterizzato dalla possibilità che le installazioni nei diversi contesti possano diventare permanenti, è recente la notizia dell'acquisizione da parte di Mare Culturale Urba-

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Nella pagina successiva: Temp#14 Installazione luminosa di Lorenzo Bruscaglioni, dettaglio dello sviluppo dell'opera sulla facciata della chiesa sconsacrata

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Nosedo di Simona Da Pozzo serie Luminescenze, stampa su duratrans, 50 x 75 cm Facade 2672 di Cecilia Di Gaddo, dettaglio dell'intervento site-specific sulle vetrate di San Vittore e 40 Martiri, da sinistra pattern #7 e pattern #2 desunto dalla facciata delle Case Minime per gli sfollati, via Civitavecchia, Crescenzago

accezione, è intesa come laboratorio di senso, con l’artista che interviene su tematiche condivise e nei processi di trasformazione sociale, muovendosi in connessione con le persone e vicino alla loro esistenza quotidiana, a favore della coesione e della qualità di vita; adoperandosi come agente attivo nelle fasi di ri-significazione del territorio, con sperimentazioni indirizzate a generare momenti di apertura. Di contro all’evidente tendenza odierna all’arroccamento e alla chiusura, non è poco. In questo senso Borderlight, con il suo carattere corale, sperimentale, e con l’idea di muoversi tra cultura e pratica, tra immaginazione e azione, tra posizione critica e propulsiva, rientra senz’altro, a pieno titolo, in questo ambito; con l’idea che non esista nulla di più trasformativo che recuperare in termini di spazio artistico e poetico ciò che la coscienza collettiva trascura.


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Collettivo Borderlight


Collettivo nato a Milano, attivo dal 2015 //

Lorenzo Bruscaglioni, Emilia Castioni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo, Isabella Mara. Ad honorem: Alice Grassi

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PREMI, BORSE E RESIDENZE ARTISTICHE

2018

VIADELLAFUCINA16 residenza c/o Condominio Museo, Torino MINI Tandem Europe, residenza d'artista a Nicosia, Cipro

2017

PREMIO LINEA BLU, Metropolitana di Milano

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MOSTRE

2018

SCOLPIRE LA NOTTE mostra a cura di Nicola Ciancio, NESXT Festival, Torino BORDERLIGHT. CITY AS A VISION, mostra a cura di Gabi Scardi, San Vittore e 40 Martiri, Milano

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INSTALLAZIONI PERMANENTI

2019

MONUMENTO DIFFUSO/2 Installazione permanente nello spazio pubblico realizzata nell'ambito del programma Lacittaintorno di Fondazione Cariplo (in lavorazione) MONUMENTO DIFFUSO/4 Installazione permanente nello spazio pubblico realizzata nell'ambito del programma Lacittaintorno di Fondazione Cariplo (in lavorazione)

2017

TEMP#2_M7 Installazione site-specific a Cascina Torrette, opera acquisita da Mare Culturale Ubano

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INSTALLAZIONI TEMPORANEE

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2018

TEMP#18 Installazione luminosa temporanea, Condominio-Museo ViaDellaFucina 16 di Torino. Intervento realizzato nell'ambito NESXT 2018. Festival d'arte contemporanea sulle realtà indipendenti Italiane TEMP#17 Installazione luminosa ed evento “Costruire Luoghi” realizzata grazie al Premio Linea Blu-M4 Milano, Parco Solari, settembre 2018 TEMP#16 Installazione luminosa realizzata nell'ambito del Kaymakli Festival, Nicosia, Cipro TEMP#15 Installazione luminosa temporanea realizzata a Gratosoglio, Milano TEMP#14 Installazione luminosa sulla facciata della chiesa sconsacrata San Vittore e 40 Martiri realizzata nell'ambito del programma LacittàIntorno di Fondazione Cariplo, Milano

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TEMP#13 Installazione luminosa a Villa Pallavicini, realizzata nell'ambito del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo 2017

TEMP#12_M5 Installazioni luminose site-specific nei giardini della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi novembre 2017, prodotta da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 5 di Milano TEMP#11_M3 Installazioni luminose site-specific alla Biblioteca di Valvassori Peroni prodotta da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 3 di Milano TEMP#10_M8 Installazione luminosa site-specific realizzata sul tetto del Mercato Comunale San Leonardo prodotta


da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 8 TEMP#9_M2 Installazioni luminose in quartiere Adriano, largo Bigatti e Cascina San Paolo, Milano, realizzate nell'ambito del programma LacittĂ intorno di Fondazione Cariplo TEMP#8_M6 Installazione luminosa alla Biblioteca Lorenteggio, prodotta da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 6, Milano TEMP#7_M4 Installazione luminosa alla Biblioteca Calvairate, prodotta da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 4, Milano TEMP#6_M9 Installazione luminosa al passaggio Butti-Guerzoni, Dergano, prodotta da Non Riservato grazie al contributo del Municipio 9 in collaborazione con il comitato dei cittadini e Tingo Design TEMP#5 Installazione luminosa site-specific all'arena della Martesana realizzata per sMart Festival TEMP#4 Installazione luminosa al Teatro Continuo di Burri, Parco Sempione, realizzata per Pixel Picnic Festival TEMP#3 Installazione site-specific all'interno ed esterno di Santeria Social Club realizzata per Adidas, Design Week, Milano 2017 2016

TEMP#1 Installazione luminosa al Ponte delle Gabelle prodotta da Non Riservato in collaborazione con Brera Design District, Design Week di Milano

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TALK

2018

CITY LIGHT ART, a cura di Lorenzo Bruscaglioni

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e Simona Da Pozzo nell'ambito del programma Lacittàintorno, Polo Ferrara, Milano CULTURA A MILANO// CULTURE E MILANO, evento per Book City a cura di ASK, Bocconi, Milano CITIES AS A VISION, Capture Photo Festival, Vancouver, Canada ARTIST AS MAKERS, Openside, Bocconi University FAR LUCE, PRATICHE CHE RIVELANO LUOGHI E RELAZIONI, a cura di Gabi Scardi e Nicola Ciancio nell'ambito del programma LacittàIntorno, Villa Pallavicini, Milano

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WORKSHOPS

2018

LABORATORIO DI LUCE, Condominio-Museo ViaDellaFucina 16, Torino

2017 ›

CITY AS A VISION PROGRAM (maggio-giugno): Progetto di alternanza scuola e lavoro con gli studenti delle classi 2°A e 2°B, IIRS Caterina da Siena Lightbook & Illuminotecnica: serie di workshop sul libro d'artista e sui principi di Illuminotecnica Soggetti coinvolti: classe 3°A, ITSOS Steiner; classi 2°A e 2°B, IIRS Caterina da Siena SULL'ARTE DEL PERCORRERE LA CITTÀ Municipio 7 di Milano (aprile-dicembre) : Lightbook // realizzare un libro d'artista presso: Associazione Domo Lingue e Culture; Biblioteca Civica di Piazza Sicilia Lighting // principi di Illuminotecnica e realizzazione di una installazione luminosa nello spazio pubblico nell'ambito di "Vivi Baggio, la notte bianca di Baggio" Lanterne // realizzazione di lanterne luminose e passeggiata nel quartiere presso e con Associazione Alfabeti Onlus e presso Mare Culturale Urbano SULL'ARTE DI SCOLPIRE LA NOTTE, Municipio 2 di Milano (novembre-dicembre):


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Lanterne // realizzazione di lanterne luminose e passeggiata nel quartiere presso: Biblioteca Civica Zara e Biblioteca Civica Crescenzago SOTTO CASA, all'interno del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo (ottobre-dicembre): Lightbook // realizzare un libro d'artista presso: CAG Cattabrega, quartiere Adriano, Milano Lanterne // realizzazione di lanterne luminose e passeggiata nel quartiere CAG Cattabrega, Milano Lightting // principi di Illuminotecnica e realizzazione di una installazione luminosa nello spazio pubblico presso Cascina San Paolo SULL'ARTE DEL MARGINE, Municipio 8 di Milano (novembre): Lightbook // realizzare un libro d'artista all'interno del programma "Bookcity" presso Villa Scheibler Lanterne // realizzazione di lanterne luminose presso Mitades APS Lighting // principi di Illuminotecnica e realizzazione di una installazione luminosa nello spazio pubblico con i bambini del quartiere, in collaborazione con Mitades SULL'IMMAGINE COME CONFINE, Municipio 6 di Milano (ottobre): Lanterne // realizzazione di lanterne luminose e passeggiata nel quartiere presso Biblioteca Civica Lorenteggio Lighting // principi di Illuminotecnica e realizzazione di una installazione luminosa presso Biblioteca Civica Lorenteggio SULL'ARTE D'AMARE IL CIELO NOTTURNO, Municipio 4 di Milano (ottbre-novembre): Lightbook // realizzare un libro d'artista presso la Biblioteca Civica Calvairate

www.borderlight.space www.instagram.com/borderlight_collective/

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Scolpire la notte a cura del Collettivo Borderlight postmedia books

Finito di stampare nel mese di febbraio 2019 in 200 copie Tutti i diritti riservati / All rights reserved è vietata la riproduzione non autorizzata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia o qualsiasi forma di archiviazione digitale. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, without permission in writing from the Publisher.

Postmedia Srl - Milano www.postmediabooks.it

ISBN 9788874902347

9 788874 902347

â‚Ź 26,00


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